Il problema è che l'avvento delle televisioni ha allargato la forbice tra squadre ricche e povere. D'altronde, io posso anche capire le ragioni delle squadre forti: quanti abbonati a SKY porta la Juventus? quanti ne porta l'Udinese (che è la mia squadra del cuore)? Perché l'Udinese dovrebbe ricevere gli stessi soldi da SKY dalla Juventus quando porta un decimo degli abbonati?
Certo: è bello essere nostalgici e pensare al passato, ma purtroppo i tempi sono cambiati e non si può tornare indietro. Ma comunque anche 20 anni fa quante squadre in Italia potevano realisticamente pensare allo scudetto oltre alle 3 grandi (Milan, Juve, Inter)? Certo, un po' di più rispetto ad adesso, ma non penso più di altre 3 o 4. Poi, se si va più indietro nel tempo, si trovano vittorie impensabili (il Cagliari, ma anche il Derby County in Inghilterra), ma erano altri tempi: erano migliori? Forse sì, forse no. Su questo non mi pronuncio.
Ogni tanto si fa il paragone con gli USA. Gli Americani hanno capito da tempo che il Chievo non può giocare contro la Juventus, oppure che l'Osasuna non può giocare contro il Real Madrid, e così via. E questo anche a livello universitario e scolastico. Nella NCAA, esistono le Division I, II and III, in cui sono raggruppate le varie squadre universitarie: le ricche nella Div. I, le medie nella Div. II, le piccole nella Div. III; ma le università della Div. III non hanno il minimo interesse a giocare nella Div. II, e lo stesso dicasi per quelle della Div. II nei confronti della Div. I. Proprio perché non ci sarebbe parità. Tra l'altro nel College Football, c'è un'ulteriore divisione, la Div. I-AA, che comprende diverse università ricche, ma non abbastanza per competere con le altre della Div. I.
Sul salary cap: potrebbe funzionare soltanto se si mutuasse lo schema americano; lega chiusa, privata, senza legami con altre organizzazioni e senza retrocessioni. Ma la parità delle leghe americane non è data dal salary cap (che comunque è stato introdotto recentemente, e non in tutte le leghe), ma dal fatto che si affrontano squadre che più o meno hanno le stesse capacità economiche: ovvio che New York o Los Angeles siano più potenti di Kansas City oppure Denver,
ma non si arriva MAI alla sfida tra metropoli contro paese di provincia, come avviene in Europa. Senza dimenticare che l'introduzione del salary cap ha portato scioperi, lock out, stagioni ridotte, se non addirittura cancellate. Inoltre, dove esiste il salary cap, esiste anche il salary floor: le squadre sono OBBLIGATE a spendere una determinata cifra in ingaggi, sotto il quale non è possibile scendere. Ho i miei dubbi che il salary floor sarebbe accettato dalle squadre piccole. Infine, le leghe americane sono le leghe dei trasferimenti: non fai soldi in una città? Ti trasferisci in un'altra, dove hai maggiori guadagni e CHISSENEFREGA dei tifosi.
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Tornando ai playoff. Sono contrario. Il titolo nazionale dovrebbe essere assegnato alla squadra che si è dimostrata la migliore in TUTTA la stagione, non solo nell'ultimo mese. In questa stagione, l'Inter si è dimostrata la migliore squadra italiana: è giusto che vinca lo scudetto. Pensiamo ad eventuali playoff: una giornata storta, un arbitro incapace, un colpo di fortuna della squadra avversaria... E l'Inter perde. Sinceramente, troverei molto antisportivo che una partita storta rovini un'intera annata.
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Come mai Briatore è andato ad investire in Inghilterra per esempio?
Posso dirti una cosa? Che se ne vada! Io di gente simile in Italia non la voglio vedere. E che l'Inghilterra si tenga anche i vari Abramovich e compagni. E' questa gente che spende miliardi, miliardi e ancora miliardi che rovina lo sport.