L'editoriale di Pippo&Potito

[LUCAGIAN]

Taylor, visto il topic, devo capire se la tua e' una battuta o sei serio.
Tutto mi é sembrato tranne che una partita accomodata.

[taylorhawkins89]

Sono uno spettatore calcistico occasionale, ma il match mi è sembrato poco tirato, ho visto tanti errori negli ultimi 20 metri...o forse era una partita da X, perchè le due squadre si equivalevano.

[danser]

Aspetto con calma il prossimo editoriale di Pippo.

[corsair]

quando arriva l'editoriale????
non sto più nella pelle!!!!!!!!!!

[Pindaro]

Mettevi nei suoi panni.
Un editoriale in cui non può parlar male degli arbitri contro il Napoli.

[Pippo and Potito]

Per ragioni indipendenti dalla mia volontà l'appuntamento con l'editoriale è rimandato a domani pomeriggio.

[Pindaro]

Non hanno un portatile in carcere?
E ora da dove stai scrivendo?

[Pippo and Potito]

Non hanno un portatile in carcere?
E ora da dove stai scrivendo?

Dall'America

[Pindaro]

Dall'America

Ti hanno dato 100 lire?

[Pippo and Potito]

Qualcuno che ha studiato diceva che il tempo è divisibile in cicli. Talvolta questi cicli si accavallano, per cui due ere o due epoche avvengono nello stesso tempo. Talvolta questi cicli sono contigui, per cui al termine di un periodo ne inizia subito un altro. Talvolta tra un ciclo ed un altro c’è una zona di tempo buio, nella quale il livello di entropia cresce a livelli vertiginosi. Questo interessantissimo concetto si può applicare anche al nostro campionato di calcio, in particolar modo quando si parla delle stagioni arbitrali. L’Italia ha, storicamente, prodotto degli eccellenti arbitri, il cui valore e prestigio veniva riconosciuto in tutto il Mondo. Ma quell’epoca, chiusasi con i pensionamenti di Cesari, Braschi e Collina, non è stata succeduta da un’altra epoca di buoni arbitri. Ed oggi ci ritroviamo con dei fischietti entropici che imbarazzano il nostro calcio davanti al Mondo intero.
Quella appena trascorsa era la giornata in cui si incontravano, incrociate, le prime quattro forze della serie A. Era l’occasione per tentare il rilancio del pallone italico a livello internazionale. Gli occhi e le telecamere di tutto il globo erano puntate sull’asse Milano-Torino per un attimo di notorietà in questa profonda patologia che ricopre l’universo calcistico italiano. Ed un arbitro sciagurato, tale Rocchi di Firenze, ha pensato bene di rovinare questa festa, fischiando in maniera vergognosa nel big-match Inter-Napoli. Questa disgrazia scesa in terra è riuscita in pochi minuti ad ammonire ingiustamente Obi (che l’unica colpa che ha è quella di giocare in serie A dato che è un giocatore raccapricciante di terza serie), a dare un rigore inesistente al Napoli, ad espellere lo stesso Obi reo di non aver commesso il fatto e di non avere fatto ripetere un rigore con un giocatore del Napoli giunto quasi sulla linea di porta prima del tiro dal dischetto di Hamsik. Qui dentro si commenta calcio da una vita. Ma così tanti errori in un solo rettangolo di gioco forse non si erano mai osservati. Ed è un peccato, perché la performance al contrario di questa sciagura umana ha spostato l’attenzione che invece andava rivolta alla scarsità di questa Inter logora e brutta e sulla forza di questo Napoli, che nella sua storia mai aveva dominato in questo modo a San Siro.
Nel posticipo della domenica sera, avveniva probabilmente il passaggio di testimone dello scudetto dalle maglie rossonere del Milan a quelle bianconere della Juventus. La squadra di Conte, il cui tricolore qui dentro è stato annunciato fin dall’origine, ha letteralmente surclassato l’ospizio di Allegri, arrivando in porta un’infinità di volte, anche se i due gol sono stati trovati soltanto nei minuti finali e da uno con i peggiori piedi di tutta la rosa bianconera. La Juventus ha ritrovato quella grinta e determinazione tipici degli anni d’oro e se poi contro ti ritrovi un portiere come Abbiati che a quest’ora dovrebbe essere in fila all’ufficio postale di Caronno Pertusella tutto diventa ancora più facile.
Come detto, la serie A, quella vera, si è giocata questo fine settimana solo su due campi. Sui campi laterali bisogna sottolineare che, una volta abbandonata la sua scriteriata e nauseante filosofia di gioco, Enrique Iglesias sta iniziando ad ottenere i primi buoni risultati con la sua Roma. Una squadra che inizialmente doveva far meno di Totti e De Rossi e che invece ha ricominciato a vincere solo grazie al pupone ed al capitan futuro. La faccia dei romani in questi giorni è radiosa come il sorriso di una brasiliana poiché anche la tanto vituperata Lazio ha ottenuto un brillante successo a Firenze grazie a Miro Klose, uomo che si candida a diventare il più forte centravanti del nostro campionato.
Questo editoriale probabilmente merita pubblico ludibrio se si pensa che, e ce ne si rammarica, soltanto in un quinto capoverso si cita la capolista Udinese. L’anno scorso, dopo cinque giornate di campionato, molti giornalai pallonari pianificavano su giornali rosa e non la squadra che quest’anno avrebbe dovuto giocare la serie bettistica cadetta. Ed invece i friulani sono meritatamente in testa al campionato dopo aver incantato per 135 minuti nel preliminare di Champions contro l’Arsenal, dopo aver onorato l’Europa League nei primi turni (cosa che le nefaste Palermo, Roma e Lazio non hanno fatto, li mortacci loro). Il compito dell’Udinese è stato certamente facilitato dal Bologna, che in estate ha fatto delle stronzate immani, prima tra tutte quella di scegliere un tale Bisoli (ma che ha fatto questo pacioccone nella vita prima di prendersi chissà come il patentino di Coverciano?) che dovunque è andato ha portato sconfitte e sofferenza.
Bisoli sarà certamente a breve allontanato, seguito a ruota da Di Francesco (il suo Lecce gioca in maniera imbarazzante e lo dimostrano i due gol gentilmente offerti al Cagliari) e Giampaolo, a cui è stata messa a disposizione una Ferrari che lui guida come un Renault Twingo vecchio modello. Che tristezza viene pensando a tutti quegli allenatori bravi che sono costretti a stare in pantofole a casa a guardare questi mestieranti che al nostro calcio fanno solo male. Concludiamo con una riflessione di speranza. I successi di Cagliari e Palermo, figli della scaltrezza di due Presidenti come Cellino e Zamparini che non si fanno mettere le palle sul collo, costruiscono quel ponte virtuale che i nostri Governi in settant’anni di repubblica italiana non hanno saputo costruire per avvicinarci alle nostre amate isole maggiori.

[Pippo and Potito]

Dall'America

Ti hanno dato 100 lire?

Il Missouri è un posto fantastico.

[bogix]

Bell'editoriale a parte la bella grattata per l'assegnazione alla 5a giornata dello scudetto

Ah, i piedi di Marchisio non sono così male dai

[dsdifr]

e poi scusami: ma Cesari sarebbe stato un grande arbitro? CESARI?

[corsair]

oltre al solito stile graffiante ed alla penna scorrevole, va detto che a differenza di compagni di tifo ammette senza remore l'errore a favore senza richiamare episodi del passato, come a giustificare gli episodi favorevoli di sabato. L'onestà intellettuale va premiata
voto all'editoriale 8.5

[Pindaro]

Bravo Pippo.
Questa volta ho apprezzato.
Voto 5

[Andy]

oltre al solito stile graffiante ed alla penna scorrevole, va detto che a differenza di compagni di tifo ammette senza remore l'errore a favore senza richiamare episodi del passato, come a giustificare gli episodi favorevoli di sabato. L'onestà intellettuale va premiata
voto all'editoriale 8.5

[sirol]

Bello questo, onesto pure!!

[tennisfan82]

Qui un bell'8 ci sta tutto...

[marat77]

7,5
Bravo e onesto Pippo!

[wiper]

7.5, bell'editoriale, continua a sorprendere il buon pippo

[Ombra84]

8 pieno

[Pindaro]

Ma gli verrai mai il sospetto che qualcuno lo sta prendendo per il Malgioglio?

[RussianTennisGods]

Secondo me sono assolutamente godibili e per ora condivisibili (l'unico appunto lo faccio su giampaolo a cui darei più fiducia e alle jatture che sta mandando alla juventus) .
Inoltre, citando carlo, ha un modo di scrivere scorrevole, sono ben scritti.

[miggen]

Leggo solo ora l'ultimo editoriale. Voto 8 1/2.

Ottimo Pippo, bravo davvero. La teoria sui cicli applicati al calcio e agli arbitri nostrani è notevolissima.

[Pippo and Potito]

Per problemi di lavoro (non sono in Italia) l'editoriale uscirà mercoledì pomeriggio.

[Mp1]

Per problemi di lavoro (non sono in Italia) l'editoriale uscirà mercoledì pomeriggio.

Tranquillo

[Pindaro]

(non sono in Italia)

Sei ad hammamet?

[LUCAGIAN]

(non sono in Italia)

Sei inmmanet?

[Pippo and Potito]

La settima giornata del massimo campionato ha sentenziato quello che qui dentro si dice da tempo: il campionato italiano è certamente il più equilibrato tra quelli decentemente guardabili, ma probabilmente è anche il più mediocre. Mai, nella storia della terza generazione del calcio, quella nella quale alla vittoria vengono assegnati tre punti, si era arrivati alla settima giornata con la prima in classifica con solo 12 punti. E questo non dipende dall’ignobile sciopero che ha allungato le vacanze degli italiani pallonari e che ci costringe alla fastidiosa precisazione che si sono giocate solo 6 partite. Mai, nella storia della terza generazione del calcio, si erano visti così pochi gol di domenica pomeriggio, tra l’altro segnati da una squadra, il Bologna, che per come è stata strutturata è l’antitesi della realizzazione. Mai, nella storia della terza generazione del calcio, si erano visti cinque 0-0 su dieci partite. Una tristezza infinita.Tristezza che non necessiterebbe alcun commento, perché l’essere è e non può non essere ed il nulla parmenideo non si può commentare.
Piuttosto che analizzare in dettaglio partite noiose come un programma di Tiberio Timperi preferirei soffermarmi sul perché il nostro calcio è sceso così in basso a livello di competitività delle nostre squadre principali. La colpa principale è certamente quella dei Presidenti, che nello scorso decennio hanno buttato nel calcio le risorse imprenditorialmente guadagnate ed oggi si trovano a disporre di portafogli sempre più miseri. Inoltre, questi Presidenti non hanno investito sugli stadi, sul marketing e sul merchandising, non hanno saputo far vendere i diritti TV della serie A a prezzi competitivi. Insomma, nel calcio come nella politica, alla guida ci sono sempre gli incapaci. E la politica ha le sue responsabilità, perché l’Italia è il Paese con la più elevata pressione fiscale che si conosca, ed i calciatori più forti non vengono più in Italia perché all’estero li si può ingaggiare con proposte più alla portata delle società. Ed oggi, in regime di fair play finanziario, le società italiane che contano non hanno i cash flow in entrata dei competitors esteri, che dieci anni fa hanno investito ed ora raccolgono i frutti. Noi italiani al massimo raccogliamo gli ortaggi che gli sportivi di tutto il Mondo ci lanciano quando in campo internazionale c’è una squadra italiana sul terreno di gioco.
Il match della giornata era certamente il posticipo serale della domenica, dove andava in scena il derby capitolino. In queste particolari e suggestive sfide (anche se il ministro Maroni dovrebbe dimettersi dopo aver visto come è riuscito a svuotare la tribuna Tevere per la partita principale che si gioca a Roma nel corso dell’anno) fino a ieri Edy Reja era sempre stato sconfitto, per due ordini di ragioni: perché i Sensi salvati da Profumo dal fallimento erano in grado di fare una squadra più forte dal rispettoso delle leggi Lotito e perché la Roma ha sempre scelto un allenatore più bravo di Edy Reja (e non ci vuole molto). Quest’anno lo scenario si è completamente cappottato. Alla guida della società è arrivato dall’America Tom Di Benedetto, detto zio, signore che forse capirà di sport incomprensibili a stelle e strisce, ma di calcio non capisce un emerito tubo. Lo si è desunto dalla scelta di Enrique Iglesias quale tecnico dei giallorossi. E lo stesso Iglesias è un allenatore di gran lunga più scarso del buon Reja. Morale della favola: vince la Lazio 2-1.
In testa alla classifica permangono l’Udinese e la favoritissima Juventus. I friulani hanno impattato (indovinate con che risultato? 0-0, che schifo) contro l’Atalanta sul difficile campo di Bergamo, dimostrando di avere una difesa invalicabile e di essere diventata a tutti gli effetti una grande del nostro campionato. Sicuramente i bianconeri minori potranno pagare alla lunga il fatto che il preliminare di Champions League ignobilmente perso con l’Arsenal renderà questo vigore atletico delle prime giornate in affanno negli ultimi turni. La Juventus di Conte, fortunata a non avere coppe ed avendo soprattutto nazionali italiani (con poche ore di viaggio sulle spalle), riesce a spuntare un punto su un campo, quello disastrato e vergognoso del Chievo, dove faranno punti in pochi.
A Milano si piange e si ride. I rossoneri di Allegri distruggono un Palermo come sempre irritante in trasferta e dimostrano di essere usciti dalla crisi. Anche perché è tornato a giocare quel Robinho che quando è arrivato a Milano tutti consideravano un pippone ma che alla realtà dei fatti si è dimostrato molto più goleador di quel talentino brasiliano che oggi si scopa una delle figlie del nostro Premier. I neroazzurri di Ranieri dimostrano invece di essere ancora maledettamente in crisi, e si spera abbiano capito che l’Inter non perde per colpa di errori arbitrali, bensì per le sciagure poste in essere dal proprio Presidente Moratti all’atto di compilare la rosa di questa stagione. Compito per il quale si è avvalso della collaborazione di tale Marco Branca, che, per citare l’episodio più somaresco, ha comprato per le coppe Europee Diego Forlan che le coppe non poteva giocarle.
Nell’altro anticipo serale del sabato, il Parma del fenomeno Giovinco ha spento le speranze di scudetto del Napoli di Mazzarri, squadra indebolita dal mercato estivo ed incapace di gestire il doppio impegno in campionato ed in Champions League. Piuttosto che sparare puttanate a destra ed a manca, il Presidente De Laurentiis dovrebbe rimboccarsi le maniche e mettere mano al portafoglio. Hanno completato la giornata la già citata vittoria del Bologna sul modesto Novara, e gli altri tristi 0-0 (che schifo) tra Genoa e Lecce, tra Cesena e Fiorentina e tra Cagliari e Siena.

[corsair]

editoriale in alcuni versi fiammeggiante, ma privo degli spunti di genialità cui c'aveva abituato.
Voto 6 stiracchiato

[dsdifr]

Tristezza che non necessiterebbe alcun commento, perché l’essere è e non può non essere ed il nulla parmenideo non si può commentare.

applausi a scena aperta. Dopo aver perso contro il Parma, citare proprio Parmenide denota gran classe.
Splendida la lucida filippica contro i presidenti.
NOVE.

[Pindaro]

Quattro.

[tuborovescio]

Dopo aver perso contro il Parma, citare proprio Parmenide denota gran classe.

[wiper]

Tristezza che non necessiterebbe alcun commento, perché l’essere è e non può non essere ed il nulla parmenideo non si può commentare.

applausi a scena aperta. Dopo aver perso contro il Parma, citare proprio Parmenide denota gran classe.
Splendida la lucida filippica contro i presidenti.
NOVE.

bello anche questo editoriale.

voto tra il 7 e l'8

[LUCAGIAN]

voto tra il 7 e l'8

Ficarra e Pippone

[wiper]

voto tra il 7 e l'8

Ficarra e Pippone

[Woodruff]

Letto solo ora. Un po' sboccato, eh...

[Pindaro]

Letto solo ora. Un po' sboccato, eh...

Toh, quoto vudruf.

[Woodruff]

Letto solo ora. Un po' sboccato, eh...

Toh, quoto vudruf.

Tanto non ti voto
(o forse si'... Vediamo con chi "giochi" agli Oscar)

[Pindaro]

Toh, quoto vudruf.

Non dormirò la notte.