PINDARO ha scritto:Il caso Icardi è cometamente diverso.
Si tratta di disprezzo nei confronti di maglia, società, compagni e tifosi. Suo e della sua manager.Non un fine settimana da ubriaco. Se il calcio deve cambiare, gli Icardi devono essere messi in riga. Il calcio è l'unico "datore di lavoro" dove il lavoratore pensa che può fare quel cazzo cge vuole e cambiare quel che ha firmato a proprio piacimento e prendere per il culo il datore e i colleghi. In ogni altro settore sei licenziato.
Beh oddio, nel mondo del lavoro se vuoi cambiare azienda, anche in caso di contratto a tempo indeterminato, è "sufficiente" dare le dimissioni ed eventualmente rispettare i termini di preavviso previsti dai CCNL di settore, l'azienda in quel caso può farci poco o nulla.
L'anomalia del calcio è dato dai cartellini, per i quali negli anni di stipula del contratto sei di fatto "proprietà" della squadra in cui giochi.
Quindi per liberarti da un contratto devi di fatto scioperare in campo così che la squadra ti ceda per non perdere l'intero valore del cartellino.
Il mondo del calcio è distorto da questo punto di vista come null'altro.
Con le dovute proporzioni, anche nel basket europeo le squadre possono acquistare giocatori da altri team pagando il cartellino. In NBA non ho più idea di come funzioni nel dettaglio, tra salary tax ed altro, ma credo si possano fare trade senza però aggiungere denaro cash.
Immagino che negli sport di squadra esistano in generale similitudini con il calcio, ma fuori dallo sport nulla di paragonabile.
Sarebbe stupendo però se nel mondo del lavoro le aziende iniziassero a fare la compravendita dei manager, tipo Apple che offre 3 milioni di euro a Ferrero per acquistare il direttore commerciale Europa
Mi verrebbe voglia di creare un gioco manageriale dove, partendo da zero, puoi crearti la tua azienda nel settore desiderato e, partendo da 10 dipendenti, provi a scalare il mercato