Storie di calcio e non...

Ora manca solo il ritorno di PippoePotito!
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Johnny Rex
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Re: Storie di calcio e non...

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Rammentiamo anche a Oliviero come fuori dalla Beautiful Bavaria le tedesche che una volta tremavano non vincono una beata minchia dal 97', quando sia Schalke che Dortmund batterono pensa tu due italiane :)

F.F.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur Finkelstein
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Re: Storie di calcio e non...

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Dalla pagina Facebook Dare Pigne Come Montero:

HIGUAIN: "Quando giocavo a Madrid ero una punta centrale mentre con Sarri ho imparato ad aiutare la squadra. Quando poi sono arrivato alla Juve quasi finisco a fare il centrocampista centrale. Il primo anno in Italia ho sofferto, poi sono andato meglio. Prima dell’arrivo di Maurizio ero indeciso se continuare, poi ci ho parlato e in cinque minuti mi ha convinto a restare. Con lui poi ho fatto 36 gol. Col Napoli per poco non vincevamo lo scudetto. La Juve era lì a due punti, è stato un peccato. Lì ho vissuto uno degli anni migliori della mia carriera, ma la Juventus ha fatto 26 vittorie di fila In Serie A ci sono meno spazi, ma se vuoi lo trovi. Devi avere la qualità per farlo e per segnare. Torino e Napoli sono due mondi diversi, alla Juve ero tutti i giorni in palestra: Cassano sarebbe durato un'ora. Ricordo che Marchisio arrivava sempre vestito bene, mi diceva che alle otto di sera chiamava lo stilista e perdeva tre ore al giorno. Tre! Perchè Sarri è durato solo un anno alla Juventus? Penso non sia riuscito a trasmettere la sua idea di gioco ai calciatori. Sarri voleva giocare sempre a due tocchi anche se era rischioso. Alcuni giocatori non erano contenti di giocare in questo modo. CR7 o Messi? Possono piacere più o meno, l’uno o l’altro, ma tutto quello che hanno fatto se lo sono meritato. Ronaldo con il lavoro si è conquistato il posto alla pari con Leo, altrimenti di Palloni d'Oro non ne avrebbero vinti dieci di fila. Rimpianti? Mi sarebbe piaciuto giocare con Pirlo, uno che faceva segnare chiunque"
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da Johnny Rex »

Interessanti le annotazioni su Marchisio, divenuto adesso Predicatore.

F.F.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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balbysauro
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da balbysauro »

Monheim ha scritto:Dalla pagina Facebook Dare Pigne Come Montero:

HIGUAIN: "Quando giocavo a Madrid ero una punta centrale mentre con Sarri ho imparato ad aiutare la squadra. Quando poi sono arrivato alla Juve quasi finisco a fare il centrocampista centrale. Il primo anno in Italia ho sofferto, poi sono andato meglio. Prima dell’arrivo di Maurizio ero indeciso se continuare, poi ci ho parlato e in cinque minuti mi ha convinto a restare. Con lui poi ho fatto 36 gol. Col Napoli per poco non vincevamo lo scudetto. La Juve era lì a due punti, è stato un peccato. Lì ho vissuto uno degli anni migliori della mia carriera, ma la Juventus ha fatto 26 vittorie di fila In Serie A ci sono meno spazi, ma se vuoi lo trovi. Devi avere la qualità per farlo e per segnare. Torino e Napoli sono due mondi diversi, alla Juve ero tutti i giorni in palestra: Cassano sarebbe durato un'ora. Ricordo che Marchisio arrivava sempre vestito bene, mi diceva che alle otto di sera chiamava lo stilista e perdeva tre ore al giorno. Tre! Perchè Sarri è durato solo un anno alla Juventus? Penso non sia riuscito a trasmettere la sua idea di gioco ai calciatori. Sarri voleva giocare sempre a due tocchi anche se era rischioso. Alcuni giocatori non erano contenti di giocare in questo modo. CR7 o Messi? Possono piacere più o meno, l’uno o l’altro, ma tutto quello che hanno fatto se lo sono meritato. Ronaldo con il lavoro si è conquistato il posto alla pari con Leo, altrimenti di Palloni d'Oro non ne avrebbero vinti dieci di fila. Rimpianti? Mi sarebbe piaciuto giocare con Pirlo, uno che faceva segnare chiunque"

sono frasi estratte dal suo intervento a Bobo Tv

peraltro guardatevi i video, Cassano è assolutamente imperdibile :D
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Re: Storie di calcio e non...

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balbysauro ha scritto:
Monheim ha scritto:Dalla pagina Facebook Dare Pigne Come Montero:

HIGUAIN: "Quando giocavo a Madrid ero una punta centrale mentre con Sarri ho imparato ad aiutare la squadra. Quando poi sono arrivato alla Juve quasi finisco a fare il centrocampista centrale. Il primo anno in Italia ho sofferto, poi sono andato meglio. Prima dell’arrivo di Maurizio ero indeciso se continuare, poi ci ho parlato e in cinque minuti mi ha convinto a restare. Con lui poi ho fatto 36 gol. Col Napoli per poco non vincevamo lo scudetto. La Juve era lì a due punti, è stato un peccato. Lì ho vissuto uno degli anni migliori della mia carriera, ma la Juventus ha fatto 26 vittorie di fila In Serie A ci sono meno spazi, ma se vuoi lo trovi. Devi avere la qualità per farlo e per segnare. Torino e Napoli sono due mondi diversi, alla Juve ero tutti i giorni in palestra: Cassano sarebbe durato un'ora. Ricordo che Marchisio arrivava sempre vestito bene, mi diceva che alle otto di sera chiamava lo stilista e perdeva tre ore al giorno. Tre! Perchè Sarri è durato solo un anno alla Juventus? Penso non sia riuscito a trasmettere la sua idea di gioco ai calciatori. Sarri voleva giocare sempre a due tocchi anche se era rischioso. Alcuni giocatori non erano contenti di giocare in questo modo. CR7 o Messi? Possono piacere più o meno, l’uno o l’altro, ma tutto quello che hanno fatto se lo sono meritato. Ronaldo con il lavoro si è conquistato il posto alla pari con Leo, altrimenti di Palloni d'Oro non ne avrebbero vinti dieci di fila. Rimpianti? Mi sarebbe piaciuto giocare con Pirlo, uno che faceva segnare chiunque"

sono frasi estratte dal suo intervento a Bobo Tv

peraltro guardatevi i video, Cassano è assolutamente imperdibile :D
Sì, sì, oggi metto su quei quattro cazzoni che tra l'altro non ascolto da un po'.

Higuain-Cassano, il retroscena dell'orecchino da 100mila euro: "Capello s'infuriò"
http://www.areanapoli.it/amp/higuain-ca ... 21745.html

Poi l’episodio riguardante Capello. “Durante un allenamento ad Antonio è caduto un orecchino a terra: ha fermato l’allenamento per cercarlo. Allora Capello s’è arrabbiato ci ha mandato a correre”, ha raccontato l’argentino, ancora oggi divertito per il curioso episodio. Era un orecchino dal valore di ben 100mila euro che il calciatore barese non voleva assolutamente perdere, ma alla fine fu punito da Capello con dei giri di campo.

Dio mio, quanto era coglione. Che poi davo per sottinteso che, a maggior ragione in una società come il Real, si dovesse togliere o quantomeno coprire con un cerotto.

Dai, lo facevano pure ai miei tempi da giovini del menga in realtà periferiche.
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Re: Storie di calcio e non...

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Dalla pagina Facebook My Football Heroes:

In questi ultimi anni lo abbiamo apprezzato per il calcio del suo Liverpool, per la vittoria in Champions, per la tanto attesa vittoria in Premier ma anche per il clima fantastico che ha ricreato ad Anfield.
Nel giorno del suo compleanno, guardando indietro, ho pensato ad altre cose che mi hanno fatto amare Klopp.
Ne ho trovate tante, eccone alcune...

- Quando guidò il Mainz alla prima Bundes in 100 anni di storia, optò per un ritiro "particolare".
Portò la squadra in Svezia, in un lago con tante isolette, 5 giorni, solo con tende da campeggio e canoe. Senza elettricità, senza mezzi di comunicazione né cibo.
"Dovevamo pescare e sopravvivere. Di notte in tenda era scomodo, pietre e radici sotto il culo ovunque.
Di giorno pioveva e se non pioveva c’erano le zanzare…
Ho costruito un team unito, fummo undicesimi. Se vuoi risultati eccezionali devi vivere emozioni speciali insieme. Puoi parlare di spirito di gruppo o puoi viverlo"

- Rifiutò l'Amburgo dopo aver saputo che sul suo nome c'erano perplessità a causa di un report su di lui dove veniva descritto come "bambinesco con la stampa, ritardatario, fumatore e con dei buchi nei pantaloni.
Inoltre ritenevano che il soprannome "Kloppo" ne limitasse l'autorità.

- Arrivò al Borussia Dortmund dopo che il club giallonero aveva rischiato il fallimento e la retrocessione.
Ha iniziato un nuovo corso, ha lanciato giovani come Hummels, Schmelzer, Gotze, Grosskreutz. Ha preso per due soldi Kagawa e Lewandowski. Ha pescato Subotic in America a 17 anni.
Ha riportato il club al top vincendo due volte la Bundesliga e lasciando la squadra tra i top team europei.

Il personaggio Klopp non è inferiore al Klopp allenatore, come è facile intuire dagli show che accompagnano le sue conferenze stampa:
- Quando nel 2015 il Real Madrid cercava il sostituto di Ancelotti, nei sondaggi tra i tifosi delle merengues, era lui il più desiderato e inevitabilmente arrivò la domanda di un giornalista:
"Mister, Guardiola ha appena imparato il tedesco... Lei sta studiando lo spagnolo?"
Classica risatona alla Klopp e poi poche parole...
"Una cerveza por favor!
Con questa frase vai molto lontano a Mallorca"

- una volta Jürgen venne a sapere che un giornalista della Bild si era appena sposato e chiese al cronista perché le foto del matrimonio non fossero state pubblicate sul giornale. “Perché del mio matrimonio non interessa niente a nessuno”, rispose il giornalista, servendo a Klopp una battuta facile, facile: “Perché quello che scrivete interessa a qualcuno?”.

Tanti auguri Jurgen
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da Monheim »

Dalla pagina Facebook My Football Heroes:

"Fabio Capello era fatto così. Era un duro.
Una cosa che non si doveva assolutamente fare per nessun motivo: mettere in discussione la sua autorità o comportarsi da presuntuosi. Allora andava fuori di testa.
Ricordo quando giocammo i quarti di finale di Champions fuori casa contro il Liverpool. Perdemmo per due a uno, e prima del match Capello aveva messo a punto la tattica e deciso le marcature da tenere sugli angoli. Ma Lilian Thuram a un certo punto decise di fare di testa sua e si era occupato di un altro giocatore del Liverpool: in quell'occasione ci fecero gol. Più tardi, negli spogliatoi, Capello fece la sua solita ronda, avanti e indietro, mentre noi stavamo seduti sulle panche intorno a lui, a domandarci che cosa sarebbe successo.
"Chi ti ha detto di cambiare marcatura?" chiese a Thuram. "Nessuno, ma ho pensato che fosse meglio così" rispose lui.
Capello prese respiro per un paio di secondi.
"Chi ti ha detto di cambiare giocatore?" ripeté.
"Ho pensato che fosse meglio così ".
Terza volta la stessa domanda e stessa risposta.
Allora arrivò l'esplosione, quella che aveva covato dentro come una bomba:
"Ti ho forse detto di cambiare marcatura? Sono io o qualcun altro che decide? Sono io, hai sentito? Sono io che ti dico cosa fare. L'hai capito?".
Poi tirò un calcio al lettino dei massaggi che volò via, e in simili situazioni nessuno osava alzare lo sguardo. Tutti restavano seduti a fissare il pavimento: Trezeguet, Cannavaro, Buffon, ogni singolo giocatore. Nessuno osava muoversi e a nessuno venne più in mente di prendere iniziative alla Thuram.
Chi avrebbe voluto trovarsi ancora davanti quello sguardo furioso?"
(Io Ibra)

Tanti auguri a Don Fabio Capello



Dalla pagina Facebook Calcio - Ultimi Romantici:

"Io ai Rangers Glasgow in realtà non ci volevo mica andare. Poi però ne parlo con mio padre e mi fa:
'Scusa, ma quanto ti pagano?'
E io: '2 miliardi di lire per quattro stagioni, papà, ma non ci vado'.
Lui si alza dalla sedia, mi mette una mano sulla spalla, la stringe e mi dice:
'Io 500 milioni non li guadagno neanche in una vita.
Tu ci vai, ti ci mando io a calci nel sedere'."
Gennaro Gattuso


Immagine


“Avevo problemi familiari. Maradona, dopo la partita a Napoli, mi disse di chiamarlo anche di notte, se ne avessi avuto bisogno. Mi accarezzò più volte, rassicurandomi. Poi, concluse dicendomi di aver prenotato un albergo a Torino per mercoledì. Lo fece solo per venire a trovarmi. Fu un gesto che mi rese ancor più piccolo, davanti a questo gigante dei sentimenti, prima che del miglior calcio al mondo.”
Michel Platini su Diego Armando Maradona


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Re: Storie di calcio e non...

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Dalla pagina Facebook Romanzo Calcistico:

Metà anni ottanta, quartiere La Castellane. Periferia più infima di Marsiglia, uno di quei posti pieni di criminalità dove chi ha qualcosa da perdere preferisce non mettere piede: troppa paura, troppa tensione, troppo pericolo.

È qui che cresce il piccolo Zinédine Yazid, quinto figlio della famiglia Zidane. Suo padre, Smaïl, è scappato dall’Algeria perché filofrancese e quelli come lui, gli harkis, dopo la Guerra d’Algeria, erano considerati traditori: non gliel’avrebbero mai perdonato.
In Francia si è trovato un lavoro, ha incontrato Malika (anche lei originaria dell’Algeria) e si è ricostruito una nuova vita.
Da questa nuova vita francese nascerà Zizou, che inizia a fare sfoggio del suo talento proprio tra i miseri palazzoni marsigliesi. “In quelle strade” ricorda, “ho giocato per anni per sei ore al giorno”.

Quella è la sua unica scuola calcio fino ai dieci anni, quando viene tesserato prima dal Saint-Henri, piccolo club locale, poi dal più quotato Septèmes-les-Vallons, che disputa le sue partite casalinghe in uno sgangherato campo di terra battuta, non certo il posto migliore per coltivare le sue doti.

Ma è proprio su quel campetto malmesso e pieno di buche che si inizia a percepire che, Zinédine, non è proprio un ragazzino qualunque.

Oltre a un fisico già robusto, mostra un tocco di palla e un’intelligenza nettamente superiori alla media. Un ex compagno racconta di quando, nel finale di una gara importante che stavano vincendo per 2-1, arriva un pallone fortissimo nella loro area. E lui, invece di liberarsene velocemente, lo stoppa, lo fa passare sulla testa di un avversario e riparte da solo in contropiede, realizzando poi il definitivo 3-1.

Un fenomeno simile, ovviamente, non poteva passare inosservato.

Il primo ad accorgersi di lui, durante uno dei tanti raduni organizzati nel centro di Aix-en-Provence, è Jean Varraud, osservatore del Cannes, che resta subito rapito. “Attraversai il campo e dissi: ‘Mi interessa quel ragazzo’. Mi risposero: ‘Se lo pigli pure, è un violento!’”
Lì per lì Varraud ci rimane male. Il fatto è che Yaz, come lo chiamava la sorella, era l’unico figlio di immigrati nordafricani nel Septèmes e spesso veniva deriso e insultato. La sua iniziale timidezza lo portava a tenersi tutto dentro, per poi esplodere e diventare violento. Era il suo modo di reagire. In un certo senso, la sua strada per sopravvivere.
“Si capiva che non era cattivo” racconta Varraud. “Era semplicemente un guerriero del calcio di strada”. Un guerriero baciato da un talento immenso, un mix perfetto tra cuore e piedi.

Un guerriero che, qualche decennio dopo, avrebbe scritto la storia del calcio francese e mondiale, vincendo tutto quello che c’era da vincere a suon di giocate e gol memorabili.

Un predestinato, uno dei più grandi della storia del calcio, “le magicien della Castellane”: monsieur Zinedine Zidane.

#BuoncompleannoZizou
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da Monheim »

“È il migliore di sempre, c'è così tanta differenza con gli altri che è stupido anche solo dubitare di questa cosa. Senza mancare di rispetto a nessuno, non c'è niente da fare. Alcuni confronti sono ridicoli. I giocatori di prima erano meno forti fisicamente, ora sono tutti molto più preparati e anche i tecnici lo sono molto di più. Spiccare così tanto in quest’epoca, dimostra di come lui non sia di questo pianeta.” [Luis Enrique]

“È il più grande calciatore che abbia mai visto nella mia vita.” [Jurgen Klopp]

“Secondo il mio modesto parere, è addirittura il numero uno di tutta la storia del calcio, nessuno ha mai fatto quello che ha fatto lui.” [Andrés Iniesta]

“È il più forte di tutti, è il calcio.” [Paolo Maldini]

“Il migliore del mondo? Lui.” [Rivaldo]

“È un Dio, e come persona è ancora meglio che da calciatore.” [Samuel Eto'o]

“Credetemi, la sua velocità mentale e fisica è insuperabile.” [Xavi]

“È il miglior giocatore che ho visto giocare e probabilmente il migliore di sempre. È unico nel calcio. È un po’ quello che Jordan è stato per il basket”.
[Josep Guardiola]

“È semplicemente il migliore di tutti”. [Neymar]

“Sta superando tutti i limiti possibili e immaginabili. Gioca 60 partite all'anno e ti sembra strano quando non fa una doppietta, e questo fa già capire tutto”. [Esteban Cambiasso]

“Ricordo gli esordi quando era un ragazzino. Non ha mai avuto bisogno di consigli, nemmeno da ragazzino, sapeva sempre cosa fare. Lui è il migliore”. [Ronaldinho]

“Rappresenta il calcio nel mondo, quando c'è lui in campo la gente si diverte. È bello che sia argentino come me”. [Javier Zanetti]

“Vederlo giocare è meglio che fare sesso... Gioca a calcio come Gesù. La cosa migliore è che sia argentino, non brasiliano, spagnolo, tedesco, francese o italiano e tutti dovranno riconoscere che il migliore del mondo è nato in questo paese”.
[Diego Armando Maradona]

Sono stato abbastanza fortunato da giocare con Zidane, Ronaldo, Figo, Cristiano… ma lui è differente; fa sembrare tutto così facile, così naturale, anche l’impossibile.
(Raùl)

Sarà il giocatore con più Palloni d’Oro di sempre, ne vincerà cinque, sei, sette. È impossibile fare paragoni con gli altri, è un livello superiore a tutti.
(J. Cruyff)

Gioca come se fosse alla PlayStation, è incredibile. Chiunque dica altrimenti o non capisce niente di calcio o dice solamente sciocchezze.
(Z. Ibrahimovic)

È il miglior giocatore di tutti i tempi, ha fatto la storia del Barcellona e del mondo in generale. Sono felice, perché è un grande calciatore ma soprattutto una grande persona.
(Diego Milito)

Ciò che lo rende il migliore è la sua regolarità.
Ha così tanti anni buoni della sua carriera che deve essere considerato il migliore in assoluto.
(Gerard Piqué)

Confrontarlo con il resto dei giocatori è come paragonare un grande poliziotto con Batman.
(Jorge Sampaoli)



Felice compleanno, Román!

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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da dsdifr »

:lol: :lol: grande Monheim :wink:
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Re: Storie di calcio e non...

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Dalla pagina Facebook Il Calcio Nordico:

Voglio raccontarvi un'altra storia per chiudere il discorso Finlandia.

Storia che interesserà molto ai tifosi dell'Inter.

Lui è Joni Kauko nato a Turku e cresciuto nell'Inter Turku.
Oggi ha lasciato l'Esbjerg per andare al Mohun Bagan in India.

Tranquilli è interessante, non vi parlo del suo futuro ma in qualche modo del suo passato.

Vi siete mai chiesti perché l'Inter Turku si chiami così?
Anzi, perché si chiama Football Club International Turku?
Vi dice qualcosa?

Il club è nato nel 1990 quasi per capriccio. Mi spiego.

Il figlio del ricco Stefan Håkans, all'età di 11 anni, dopo aver concluso la sua esperienza in un piccolo club della città, era stato rifiutato insieme ai suoi amici dai club più importanti di Turku, tra cui il TPS.
Una volta saputa la notizia, il padre pur di far giocare suo figlio, ha deciso di creare il club.
Lo sponsor Håkans che vedete sulla maglia, chiaramente non è un caso.

Quando crei un club devi scegliere nome, colori e stemma.

Football Club International Turku, abbreviato in FC Inter Turku è un chiaro omaggio al quasi omonimo club milanese. Ma perché?

Il club è stato fondato nel 1990 ma nel 1987, ci fu un indimenticabile (a quelle latitudini) doppio confronto tra TPS e l'italiana Inter.
Il TPS vinse incredibilmente l'andata a San Siro per 0-1 grazie al gol di Mika Aaltonen (oggi stimato professore di economia), per poi farsi eliminare al ritorno dalle reti di Scifo e Altobelli.

Da lì nasce l'idea di omaggiare il club milanese, che aveva privato della gloria eterna i rivali.
Questa voglia di rivalsa veniva ovviamente dal fatto che il TPS aveva osato rifiutare di ingaggiare il figlio.
Anche per questo infatti la maglia casalinga è a strisce nerazzurre.

E lo stemma?
Stavolta l'Inter non c'entra nulla ma è un omaggio al Camerun.

Perché il Camerun?
Perché in quel periodo l'idolo assoluto era Roger Milla, soprattutto per il suo indimenticabile Mondiale disputato in Italia, appunto nel 1990.

Se vi dovesse capitare di leggere un post simile nei prossimi giorni, senza nessun tipo di tag a "Il Calcio Nordico", è chiaro che avranno copiato quello che state leggendo in questo momento, dato che lo sto scrivendo senza una motivazione specifica. Non credete alle coincidenze.

Sono ancora tante, tantissime le storie da raccontare ma adesso forse avrò tolto questo dubbio ad alcuni di voi!
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Re: Storie di calcio e non...

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Copa America 1991.
L'Argentina di Alfio "El coco" Basile si presenta alla manifestazione in Cile per una volta senza essere la favorita.
In avanti Basile schiera un giovane attaccante del Boca Juniors.
E' un attaccante cresciuto sotto la cura sapiente di Marcelo Bielsa che lo trasforma in un animale da gol.
Il procuratore dell'attaccante si chiama Settimio Aloisio che, prima che il torneo inizi, dice al suo assistito:
"Tra una settimana inizia la Coppa America, se vuoi coronare il tuo desiderio di giocare nel calcio italiano devi segnare almeno sei gol. Scaraventa quei palloni dentro e io ti regalo il tuo sogno".
Due gol al debutto contro il Venezuela, poi uno a testa per Cile, Paraguay e Brasile, e siamo a 5.
Dopo ogni gol l'attaccante, che di nome fa Gabriel Omar, cerca tra gli spettatori Aloisio e gli urla "Quanti gol mi mancano per andare in Italia?". Ne manca solo uno.
Il gol decisivo per la vittoria dell'Argentina e per la sua carriera, Gabriel Omar lo segna nella partita finale, il 21 luglio 1991, contro la Colombia.

All'Argentina la Copa America, a Batistuta l'Italia
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da Alga »

Monheim ha scritto:È il giocatore più vincente nella storia del calcio, avendo conquistato nel corso della sua carriera 43 trofei ufficiali tra club e nazionale brasiliana.
Buon compleanno Dani Alves! ❤
Con l'Oro olimpico arriva a 44.
Forza Aquilotti, riprendiamo a volare!
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Re: Storie di calcio e non...

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Dalla pagina Facebook Romanzo Calcistico:

Stadio San Siro, dicembre 2011, Inter – Udinese, minuto 85.

I nerazzurri sono sotto 0-1 e capitan Zanetti, preso d’infilata alle spalle, scivola in ritardo su Asamoah in area: fallo netto, rigore e secondo giallo.

Sarà la prima e unica espulsione in campionato dopo sedici anni all’Inter.

Ti aspetti la protesta veemente, la maggior parte dei giocatori fa così, “appannati” spesso dalla foga del match, soprattutto se sei sotto e a pochi minuti dal termine. Invece Pupi, dopo aver chiesto semplici spiegazioni da capitano, si sfila la fascia, stringe la mano all’arbitro, chiede scusa all’avversario per il fallo, poi alza il braccio in segno di scuse anche verso la curva (che nel frattempo canta un “c’è solo un capitano” da brividi) ed infine esce dal campo a testa bassa.

Troppo facile fare il signore quando si vince.

#BuoncompleannoPupi


Non era molto tecnico, non aveva un fisico eccezionale, non era veloce, non aveva un dribbling ubriacante e chiedergli una sponda era impresa ardua. Ma nella classifica dei gol segnati nelle competizioni UEFA per club è sesto a quota 70 reti, alle spalle solo di Cristiano Ronaldo, Lionel Messi, Robert Lewandowski, Karim Benzema e Raúl, oltre ad essere il miglior marcatore italiano di tutti i tempi in Champions League con 50 gol realizzati. Inoltre, è l’unico giocatore ad aver segnato in tutte le competizioni internazionali per club.

Sì, una vera e propria sentenza, una vera e propria macchina da gol.

Aveva un qualcosa di mistico, di religioso, quando giocava. È come se avesse una calamita pronta ad attirare il pallone a sé. Capiva i movimenti dei difensori, mettendosi alle loro spalle per poi, con il suo “istinto omicida sotto porta”, colpirli al momento giusto: sui cross dei compagni sapeva sempre dove sarebbe caduta la palla. Meticoloso fino allo sfinimento.
Erano queste le doti di Super Pippo, che gli hanno permesso di entrare nella storia del Milan e del calcio.

Ovviamente un po’ di fortuna non guasta mai e Inzaghi a fortuna era messo non bene, benissimo.
Ma la fortuna aiuta gli audaci, no?

Dal gol al Bayern Monaco dopo un primo tiro ‘ciccato’, a quello con il Lione dopo un “palo-palo” di Shevchenko con la palla che va dritto a lui. Dalla rete nel derby con l’Inter quando, su una punizione calciata da Pirlo verso la porta, il pallone gli va a sbattere sulla faccia, fino a quella in finale di Champions League contro il Liverpool quando la storia si ripete di nuovo: punizione ancora calciata da Pirlo, e pallone che va a di nuovo a sbattere su Inzaghi, stavolta sulla sua schiena.
Quella sera ad Atene di reti Super Pippo ne segnerà due, il Milan vincerà 2-1 e alzerà la settima Champions League: la storia era stata riscritta.

Riscritta da lui, l’uomo innamorato del gol, l’uomo della vendetta sul Liverpool, l’ultimo numero 9 rossonero.
Quello fu una notte ad “Alta Tensione”.

Una delle magiche e indimenticabili notti europee di Super Pippo Inzaghi.

#buoncompleannoPippo
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Re: Storie di calcio e non...

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Dalla pagina Facebook My Football Heroes:

E’ stato il giocatore più elegante che ho visto in vita mia……se Dio ha deciso di non farlo più giocare vuol dire che non vuole più che ci siano gol belli” (Maradona)

“Dove troveremo un altro come lui?” (Gazzetta dello sport)

17 agosto 1995
Con poche, pochissime parole Marco Van Basten annuncia l'addio al calcio giocato:
"La notizia è corta: semplicemente smetto di giocare, tutto qui”

Il calcio perdeva uno dei suoi artisti migliori.
Uno come lui deve ancora tornare...
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da Johnny Rex »

Ottimo,veramente Ottimo il libro su Roberto Baggio di Stefano Piri, del quale adoro il modo di scrivere.
Dino non ha invece ancora trovato un Buon Biografo.

F.F.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da Nickognito »

Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da Monheim »

Riecco Flachi! A 46 anni in campo dopo 12 di squalifica: "Tutto per una provocazione"
https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/ ... 5772.shtml
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
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Messaggio da Johnny Rex »

Ma DONI portato come 23esimo uomo al Mondiale 2002 al posto di Baggio :lol: :lol: :lol: ?

F.F.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da ThePiper »

Johnny Rex ha scritto:Ma DONI portato come 23esimo uomo al Mondiale 2002 al posto di Baggio :lol: :lol: :lol: ?

F.F.

Doni lo iniziò proprio da titolare il mondiale 2002, fece una stagione assurda quell'anno.
Ultima modifica di ThePiper il lun ago 23, 2021 1:57 am, modificato 1 volta in totale.
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da Hakaishin »

ThePiper ha scritto:
Johnny Rex ha scritto:Ma DONI portato come 23esimo uomo al Mondiale 2002 al posto di Baggio :lol: :lol: :lol: ?

F.F.

Doni l'ho iniziò proprio da titolare il mondiale 2002, fece una stagione assurda quell'anno.
tipo anche 20 gol o giù di lì (in realtà 16 in 32 gare) e 10 la successiva. al di là delle scommesse i gol li faceva per un esterno sono tanti. ok tirava punizioni e rigori
la convocazione fu giusta. fu di livio il 23 esimo nei fatti
tifare inter e tifare ferrari sono due cose incompatibili
balbysauro ha scritto:Dietro a ogni grande uomo c'è una grande donna.
Dietro a ogni grande donna c'è Hakaishin che le guarda il culo.
Cmq avete creato dei mostri osceni e inguardabili.
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Re: Storie di calcio e non...

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Dalla pagina Facebook Athleta Magazine:

“Al centro federale di Formia facevo 350 giorni di allenamento all'anno. Stavo lì pure a Natale e Pasqua. Da solo. Vent’anni ad acqua minerale, nemmeno gassata.

Era una questione di rabbia, di voglia. A Barletta non avevamo niente e volevamo tutto. Eravamo cinque figli, quattro maschi e una femmina. Mio padre Salvatore era sarto, mia madre Vincenzina lo aiutava, a me toccavano i lavori più umili: fare i piatti, pulire la cucina, lavare i vetri.

Avevo tre anni quando mamma mi mandò a comprare un bottiglione di varechina che mi si aprì nel tragitto, porto ancora i segni sulle mani. Papà veniva da una famiglia di undici figli, due si erano fatte suore perché non c’era da mangiare a casa.

Quando ho iniziato a correre, i calzoncini me li cuciva lui. Oggi non mi entrano più, nemmeno al braccio, ma li tengo ancora. Le prime scarpe da gara le ho prese più grandi, dovevo ancora crescere, sarebbero durate.

La tv non la tenevamo, si andava al circolo degli anziani, era su un baldacchino, pagavamo 50 lire per vederla. Ecco perché la rabbia ce l’avevo dentro”

Pietro Mennea, l’infinita ‘Freccia del Sud’

https://athletamag.com/lestate-di-pietro-mennea/
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Re: Storie di calcio e non...

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Johnny Rex ha scritto:Ma DONI portato come 23esimo uomo al Mondiale 2002 al posto di Baggio :lol: :lol: :lol: ?

F.F.
Doni fece un paio di stagioni al top, meglio di Insigne, per dire. Meritava chanche in nazionale, per me.
Siamo tutti testimoni "Perchè ti chiamano Pilone?"
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da Johnny Rex »

Monheim ha scritto:Dalla pagina Facebook Athleta Magazine:

“Al centro federale di Formia facevo 350 giorni di allenamento all'anno. Stavo lì pure a Natale e Pasqua. Da solo. Vent’anni ad acqua minerale, nemmeno gassata.

Era una questione di rabbia, di voglia. A Barletta non avevamo niente e volevamo tutto. Eravamo cinque figli, quattro maschi e una femmina. Mio padre Salvatore era sarto, mia madre Vincenzina lo aiutava, a me toccavano i lavori più umili: fare i piatti, pulire la cucina, lavare i vetri.

Avevo tre anni quando mamma mi mandò a comprare un bottiglione di varechina che mi si aprì nel tragitto, porto ancora i segni sulle mani. Papà veniva da una famiglia di undici figli, due si erano fatte suore perché non c’era da mangiare a casa.

Quando ho iniziato a correre, i calzoncini me li cuciva lui. Oggi non mi entrano più, nemmeno al braccio, ma li tengo ancora. Le prime scarpe da gara le ho prese più grandi, dovevo ancora crescere, sarebbero durate.

La tv non la tenevamo, si andava al circolo degli anziani, era su un baldacchino, pagavamo 50 lire per vederla. Ecco perché la rabbia ce l’avevo dentro”

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Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da Monheim »

Johnny Rex ha scritto:
Monheim ha scritto:Dalla pagina Facebook Athleta Magazine:

“Al centro federale di Formia facevo 350 giorni di allenamento all'anno. Stavo lì pure a Natale e Pasqua. Da solo. Vent’anni ad acqua minerale, nemmeno gassata.

Era una questione di rabbia, di voglia. A Barletta non avevamo niente e volevamo tutto. Eravamo cinque figli, quattro maschi e una femmina. Mio padre Salvatore era sarto, mia madre Vincenzina lo aiutava, a me toccavano i lavori più umili: fare i piatti, pulire la cucina, lavare i vetri.

Avevo tre anni quando mamma mi mandò a comprare un bottiglione di varechina che mi si aprì nel tragitto, porto ancora i segni sulle mani. Papà veniva da una famiglia di undici figli, due si erano fatte suore perché non c’era da mangiare a casa.

Quando ho iniziato a correre, i calzoncini me li cuciva lui. Oggi non mi entrano più, nemmeno al braccio, ma li tengo ancora. Le prime scarpe da gara le ho prese più grandi, dovevo ancora crescere, sarebbero durate.

La tv non la tenevamo, si andava al circolo degli anziani, era su un baldacchino, pagavamo 50 lire per vederla. Ecco perché la rabbia ce l’avevo dentro”

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:wink:

L'abnegazione di Mennea anche oltre al suo sport è stata notevolissima: quattro lauree, politico e bla bla bla.

Una forza mentale impressionante.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da Nickognito »

Giusto ieri c'era un seminario buddista che spiegava come l'abnegazione 'per gli altri' sia da considerare alla stregua dell'egoismo e sia un termine negativo. :D

Pero' nella morale cristiana di cui siamo imbevuti abnegazione penso di solito abbia un significato positivo.
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da Monheim »

Nickognito ha scritto:Giusto ieri c'era un seminario buddista che spiegava come l'abnegazione 'per gli altri' sia da considerare alla stregua dell'egoismo e sia un termine negativo. :D

Pero' nella morale cristiana di cui siamo imbevuti abnegazione penso di solito abbia un significato positivo.
Nel caso specifico di Mennea ho la sensazione fosse piuttosto ossessivo e non la vivesse particolarmente bene.

Dissento abbastanza in generale dal significato positivo attribuito (dalla morale cristiana) e infatti penso che se fosse come sopra, un Mennea avrebbe anche potuto/dovuto allentare un po' la presa.

A ogni modo, digressione interessante e linka se lo hai ancora per piacere.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da Nickognito »

Monheim ha scritto: e linka
era un meeting, non un link online, sorry.
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da Johnny Rex »

Nickognito ha scritto:
Monheim ha scritto: e linka
era un meeting Di Atletica , non un link online, sorry.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da Monheim »

Dalla pagina Facebook Romanzo Calcistico:

È stato il capitano della nazionale colombiana per tre coppe del Mondo consecutive: 1990, 1994 e 1998. Prima del suo avvento, i cafeteros non si qualificavano a un campionato mondiale dal 1962; dopo il suo addio, ci vorranno ben sedici anni prima che la Colombia prenda parte a un’altra edizione.
Per molti non è affatto un caso, perché Carlos “El Pibe” Valderrama, primatista di presenze con 111 partite disputate e due volte Pallone d’oro sudamericano, ha segnato un’epoca nel suo paese.
Già solo la sua presenza trasmetteva sicurezza e spavalderia ai compagni, le stesse che lui ha sempre mostrato nel rettangolo di gioco. Era capace di andarsi a prendere il pallone nella propria metà campo anche solo per muoverlo un paio di metri o ridarlo a chi gliel’aveva appena passato: l’importante per lui era sfiorarlo, sentirlo. Voleva sempre avere il controllo del gioco. Tocchi brevi, passo felpato e portamento di un re.

“Ero lento? Il mio calcio era pura tecnica, ora invece corrono tutti come matti. Io mi chiedo spesso: ‘Ma dove vanno?’”

Sì, era lento, ma poco importava se poi era capace di mandarti in porta quando voleva. E che fosse con il destro o con il sinistro non faceva alcuna differenza. Diego Armando Maradona, nella sua autobiografia Io sono El Diego, afferma: “Ha fatto vedere ai colombiani come si gioca a calcio. Aveva certe caratteristiche di Bochini. Potrebbe giocare fino a cinquant’anni, perché uno come lui non ha bisogno di correre per giocare”.
L’argentino César Luis Menotti, che lo ha incrociato diverse volte, ha dichiarato: “Un mago dell’intelligenza, che conosce la posizione dei suoi compagni quasi senza guardarli.” Lo sa bene il suo compagno di nazionale a Italia ’90, Freddy Rincón, che nel terzo match del girone contro la Germania sfrutta proprio una superba giocata del Pibe per segnare il gol del
pareggio, che vale la storica qualificazione agli ottavi di finale.
Il numero 10 della Colombia, in maglia rossa quel giorno, inventa dal nulla il passaggio, prima controllando di suola il pallone, poi aggirando l’avversario con una finta di gambe, infine servendo senza guardare, dopo uno scambio rapido con il
compagno, il delizioso assist.
I cafeteros abbandonano al turno successivo contro il Camerun di Roger Milla, per colpa di una scellerata e disastrosa uscita palla al piede del portiere Higuita. Ma quella è un’altra storia…

#Valderrama
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da Johnny Rex »

Monheim ha scritto:
“Ero lento? Il mio calcio era pura tecnica, ora invece corrono tutti come matti. Io mi chiedo spesso: ‘Ma dove vanno?’”
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da tennisfan82 »

Un documento eccezionale :D

Ti piace il doppio? Preferisco il threesome
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da Monheim »

tennisfan82 ha scritto:Un documento eccezionale :D

Beh, è Storia. :oops:


Quando il Chelsea volò al Circolo Polare Artico per sfidare il Tromso
https://footballstory.mondocalcionews.i ... _albanesi/
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da Monheim »

Athleta Magazine

“Per vincere non ho bisogno dell'aiuto di nessuno. Tutto quel che devo fare è essere Carl Lewis”. Era solito sussurrare queste parole l’atleta più elegante di sempre.
24 settembre 1988, Stadio Olimpico di Seul. L’eterna sfida sui 100 metri tra Ben Johnson e il ‘Figlio del Vento’ prese forma nel cuore della capitale sudcoreana.
A vincere fu l’ipermuscolare sprinter canadese, con uno strepitoso 9”79. Solo poche ore dopo, però, Johnson assistette alla cancellazione del nuovo record mondiale e al ritiro della medaglia d’oro.
Il velocista di origini giamaicane, nello shock generale, venne difatti trovato positivo ai test antidoping.
Carl Lewis si vide così consegnare il titolo di campione Olimpico per demeriti altrui, nell’ultimo atto di quella che viene ancora oggi ricordata come ‘la gara più sporca della storia’.
Al maestro statunitense della velocità venne anche convalidato il nuovo record mondiale sui 100 metri: quel 9”92 corso proprio nella finale di Seul.
Un primato che il ‘Figlio del Vento’ avrebbe poi ritoccato nel 1991, entrando ulteriormente nella leggenda.
Una leggenda di cui avevamo parlato qui: https://athletamag.com/carl-lewis-il-figlio-del-vento/
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Re: Storie di calcio e non...

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Dalla pagina Facebook Calcio Totale:

"Andrea ti vogliono quelli del Qatar".
Quando il mio procuratore Tullio Tinti telefona, non saluta e va subito al dunque, significa che sta facendo sul serio.
"Come scusa?"
"Vai a giocare in Qatar."
"Ma tu sei matto. Neanche per sogno."
"Ma anche Guardiola ha giocato lì"
"Era a fine carriera."
"Vabbè almeno per educazione devi incontrarli."
"Ok, quando arrivano?"
"Sono già qui, mettiti una cravatta, ti passo a prendere tra poco".
Mi aspettavano al Principe di Savoia, hotel extra lusso. Avevano prenotato una suite immensa. C'erano il proprietario del club e alcuni dirigenti, più una schiera di avvocati.
"Ciao, il contratto è pronto".
"Buongiorno anche a voi, è un piacere conoscervi..."
"Starai bene con la nostra divisa da gioco".
"Piacere, mi chiamo Andrea Pirlo".
"Non devi decidere in fretta, qualche minuto per pensarci ce l'hai".
C'era una sorta di incompatibilità linguistica, una frattura spazio-temporale, loro viaggiavano nel futuro e io mi concentravo sul presente. Quella volta ho capito che Babbo Natale esiste.
"Andrea quanti figli hai?"
"Due."
"Abbiamo un'ottima scuola in lingua inglese, in Qatar."
"Ma a me piace sentirli parlare in italiano."
"Allora ne costruiamo una nuova e prendiamo solo professori italiani. Sei un appassionato della guida?
"Si."
"Saremmo grati se tu volessi accettare in regalo qualche ferrari."
"Qualche?"
"E se ti manca l'Italia, avrai sempre un aereo privato a disposizione sulla pista."
"Ma..."
"Il contratto è pronto, è di quattro anni."
"Grazie ma..."
"A quaranta milioni di euro."
A quel punto Tinti ha avuto un mancamento.
"Quaranta milioni spalmati su quattro anni, non a stagione. Sai, non possiamo esagerare, c'è la crisi."
"Eh, capisco."
"Ma se dieci all'anno non ti bastano, tranquillo possiamo parlarne."
Se avessi chiesto di bonificare il deserto magari l'avrebbero accettato, quindi prima di cadere in tentazione, mi sono imposto di chiudere il discorso: "Grazie davvero, ma non posso, penso di poter dare ancora molto in Italia. Nel caso cambiassi idea, mi rifaccio vivo tra qualche anno."
"Undici milioni..."
"Tullio andiamo."
"Dodici..."
"Tullio..."
"Tredici..."
Ho praticamente preso in braccio il mio procuratore, in evidente stato di estasi, e sono scappato."

[Andrea Pirlo racconta l'aneddoto di quando era in scadenza di contratto col Milan, prima di passare alla Juventus]

Fonte: "Penso quindi gioco".
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da Monheim »

"Lui era il nostro allenatore in campo."
[Javier Zanetti]

"Il Real Madrid non ha capito che aveva in squadra un giocatore con un'intelligenza calcistica fuori dal comune. Ha dato alla mia Inter un grande aiuto."
[Roberto Mancini]

"Ancora oggi mi chiedo come ha fatto il Real Madrid a farsi scappare a zero euro un giocatore così."
[Massimo Moratti]

"É sicuramente uno dei migliori giocatori che ho allenato. É uno di quelli che vuole sempre vincere."
[José Mourinho]

"Tatticamente è sempre stato un maestro di posizionamento. Anticipava il pallone, sapeva dove sarebbe arrivato. E garantiva qualche gol durante una stagione. In quell’Inter così forte tecnicamente e fisicamente ci stava benissimo un cervello come il suo che dava ordine e portava tanto equilibrio."
[Giuseppe Bergomi]

"Ho sempre avuto un grande rispetto per lui. Ho avuto il piacere di giocare contro di lui e mi ha sempre colpito la sua onestà e lealtà. Gente come lui e Javier Zanetti meritano solo i complimenti."
[Antonio Conte]

"É uno dei giocatori più intelligenti degli ultimi 50 anni della storia del calcio. Il cervello del Triplete."
[Massimo Marianella]

"Mi ricordo che io e Branca dopo il suo acquisto fummo criticati. Ancora oggi la gente chiede scusa per quelle critiche. Ha fatto la storia dell'Inter."
[Gabriele Oriali]

"É un leader. Un allenatore non può non amarlo."
[Claudio Ranieri]

Una mediano da 106 gol in carriera... Che giocatore era Esteban Cambiasso!



Un mio conoscente, giocava a calcio con me nonché marito di una mia ex collega, ha chiamato il primogenito Esteban.

Ne hanno almeno un altro di cui ignoro il nome.
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da dsdifr »

"Se lo avessi incontrato in campo prima lo avrei anticipato di testa saltando un metro sopra di lui e poi, colpendo il pallone con una rovesciata, avrei creato un tale spostamento d'aria da far volare quel mingherlino stempiato direttamente fuori dallo stadio".
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da balbysauro »

"Con Burdisso e Cambiasso non si vince un casso" (striscione esposto dalla curva nerazzurra in una delle prime partite dell'Inter della stagione 2004-05)
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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da balbysauro »

trovata :D

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Re: Storie di calcio e non...

Messaggio da Nickognito »

Cambiasso giocatore esemplare.

Nel senso che, a fronte di notevoli limiti tecnici e fisici, era giocatore dall'ottimo atteggiamente e intelligenza.
Di conseguenza, gli addetti ai lavori non potevano che elogiarlo sempre come esempio, tanto poi erano altri i campioni che facevano la differenza. In effetti, grazie a queste doti, da scarsotto diventava un buon giocatore, ma sempre uno dei meno forti delle sua squadre.
Un po' come un professore che elogia l'alunno che si impegna tanto e prende 6 e mezzo, dal 4 che prendeva, invece che quello che ha sempre preso 8 studiando di meno.
Il popolino, invece, bisognoso di identificarsi con i normodati, ha concluso che il suo vero voto era 8 e mezzo, ed era il piu' forte di tutti.

Succede abbastanza spesso, questa cosa.
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