chiaky ha scritto:Se ne parlava di là, ecco,questo è:
Lo sapete cosa c'è che non va? Che se muoiono Maradona e Paolo Rossi sentiamo paura di morire noi, noi della mia età, ci accorgiamo che d'improvviso, proditoriamente, la vita è passata. E per quanto vogliamo illuderci, non è ancora finita, da fare ne resta, sentiamo nel profondo che non funziona. Non è così. E questi calciatori che schiantano ancor giovani ci vengono incontro come un treno di destino: quanto avevano? Dieci anni più di noi, cinque? Insomma, meno di una generazione. Stanno sparendo tutti, vuol dire che, dopo, saremo i prossimi. E mi guardo indietro e conto le volte che ho riguardato quelle partite, decine, centinaia di volte e ho sempre saputo che non era l'esaltazione del trionfo, era quel rincorrere un'età, che dico?, un momento, un istante di pura gioia. Quel tempo in cui pensi di poterti ancora rifare. Muore Paolo Rossi e muore quel mondiale e muoiono quegli attimi e tutto pesa, ogni singolo giorno di una vita che non avrei voluto così, che non rivivrei. Che a sentirmela scorrere addosso fa paura. Che non mi pare neanche mia. Ora io non lo so se sia la depressione o il realismo più nudo, so che sabato era l'anniversario della scomparsa di mio padre, domenica è morto uno zio, ed io mi sorprendo ad inseguire fantasmi su youtube: il match tra Ali e Frazier del 1975, che ormai conosco a memoria, ogni singolo pugno, ogni finta e ogni gesto, e mi pare tutto così lontano. Così irrimediabilmente svanito. Morti tutti gli eroi, mi sorprendo a ritrovarmi tra i pochi con la memoria storica, tra quelli che possono parlarne, raccontare: intorno a me, una desolazione di consapevolezze, il deserto dei sospetti: fatti irripetibili, pagine di sport più enormi, da poema omerico si disperdono e mi ritrovo tra gli ultimi custodi: per cosa, per chi? Oggi tutti parlano di Rossi, domani tocca a un altro e già è svanito Maradona. Il mondo che custodisco si consuma in me, non so a chi lasciarlo. Sì, io ho paura di morire. Neanche paura, è una sensazione raggelante come lama, una desolazione d'impotenza: ma come ha fatto a sparire tutto così in fretta, come ha potuto morire Paolo Rossi? E invece è la vita, è lei che sparisce sempre troppo in fretta e ti fotte. Non ho paura di morire, ma di sparire; di non essere mai stato, di tornare al buio che cancella tutto il mio amore, tutto il mio dolore. Appena ieri, non trentasei anni fa, dico proprio ieri, Paolo Rossi che esulta contro il Brasile mi regalava un fremito d'eternità, oggi m'agghiaccia come un presentimento.
Massimo Del Papa
Articolo molto bello, in parte condivisibile. Ma penso che chi abbia figli o animali domestici speciali (di quelli che hai una volta nella vita) fatichi a sentire esattamente le stesse cose. Comunque chi, senza figli e animali, riesce comunque a vivere la vita in modo meno egotico.
Ieri e' morta la cagna di un mio grande amico. Posto che lui sta per avere il suo primo figlio e, insomma, avra' altre bellissime esperienze, gia' solo per il rapporto che so che aveva con lei (e per anni), boh. E' qualcosa di compiuto.
Io sono l'epitome di quelli che dovrebbero riconoscersi in quell'articolo di su. Son decenni che perdo tempo senza troppi scopi, perdendo via via gli orizzonti religiosi, senza averne mai avuti a livello di affermazione personale o artistica, col tempo che scorre e un'infanzia problematica per tanti versi, ma eta' dell'oro pe diversi altri. Sono il tipico che preferisce non uscire per un mese e ripensare ai tempi di Paolo Rossi. Pero' ogni tanto ci sono dei viventi di cui ti prendi cura che rendono la vita degna e compiuta di per se', sono sentimenti incondizionati e sticazzi del tempo che passa e dei mondiali del 1982. Il tempo improvvisamente smette di diventare lineare.