bogix ha scritto:Si andrebbe inoltre a collegare con il corridoio 24, quello dei 2 mari tra Rotterdam e Genova (se riusciremo ad aprire il terzo valico) creando anche buone opportunità economiche.
io comincio a pensare che questi corridoi siano più costruzioni fittizie che reali percorsi di genti e prodotti. E così pure fittizia è la minaccia di "essere tagliati fuori", tipo le repubbliche marinare "tagliate fuori" dalla via delle indie.
Perché siamo stati abituati a concepire questi "corridoi" come fossero vie della seta ma in effetti non lo sono, non è che abbondino i traffici di prodotti che vanno da Lisbona a Kiev o da Genova a Rotterdam (ma da Genova al norditalia/centroeuropa sì, quello sì che è un percorso realmente battuto che necessita di un'adeguata infrastruttura). E neppure sarebbero in tanti quei viaggiatori che per andare da Lisbona a Kiev - ma anche "solo" da Lione a Venezia - preferirebbero un tav ad un low cost.
Le merci e le persone viaggiano all'interno dei paesi o fra paesi vicini, e vengono rallentate soprattutto dai nodi urbani. Conseguentemente la priorità dovrebbe essere quella di sciogliere questi nodi interni.
E certamente anche facilitare i collegamenti fra i paesi vicini, però non in funzione di questo fantomatico corridoio cinque bensì sulla base delle esigenze reali. Per dire, se non si realizza il collegamento tav torino-lione si interrompe il corridoio cinque? E chissenefrega. Conta più se gli scambi fra Italia e Francia sarebbero castrati o meno.
Forse per la Spagna e la Francia questo corridoio verso est esiste davvero, cioé hanno interesse a migliorare i collegamenti con l'est europa. Bé, che attraversino la Germania. Noi saremmo tagliati fuori? Ma da cosa? Da una via immaginaria? Il traffico fra Italia e Francia può essere potenziato investendo sull'attuale ferrovia, no? E quello con la Spagna e il Portogallo vabbé, cosa sarà? Per contro verso est esiste effettivamente un corridoio, una via commerciale più marcata, se non altro in prospettiva futura. Ecco, investite lì, allora, a cominciare dal Veneto. Magari senza procedere a zig-zag perché "Vicenza" non può essere tagliata fuori" o "perché non facciamo anche una sosta in una località marittima?", magari dovrebbe essere un tav e non un accelerato, magari.
L'obiezione dei maniaci dei corridoi (fra i quali c'ero anch'io, ché bisogna ammetterlo, questa dei corridoi è un'immagine assai suggestiva, complimenti al genio della comunicazione che se l'è inventata) è che se nasce questa via alternativa ovest-est in centroeuropa, l'ungheria svilupperà le proprie ferrovie in quella direzione, oppure sarà la slovenia ad intrecciare i suoi nuovi e performanti binari con quelli del paese confinante di sopra (qual è? boh
) invece che con l'italia.
Ora, a parte che se i sessanta milioni di consumatori pirla italiani costituiscono il terzo mercato eropeo, e se sempre in italia si trova la seconda produzione manifatturiera europea, sarà interesse anche dei paesi dell'est commerciare con l'italia, tutto ciò potrebbe avere un qualche senso se esistesse davvero una regia dall'alto. Ma non è così, sebbene questa vicenda dei corridoi faccia tanto Europa unita (infatti Back ha un orgasmo pensando ai corridoi, vero Back?
), e i fondi europei sono solo una piccola parte del totale (e il leit motiv 'dobbiamo partire altrimenti perdiamo i fondi europei' fa più che altro comodo come strumento di pressione, poco utile, invero). Se davvero ci fosse una mente europea (o anche non europea: una mente qualsiasi) che organizza i traffici del continente adesso ci avrebbero messo a lavorare ai nodi urbani e al terzo valico dei giovi di cui sopra, o a quello del brennero (costi nettamente inferiori rispetto alla nuova torino-lione, passaggio molto più cruciale), o ai centri logistici e intermodali. Con la raccomandazione di partire dall'ottimizzare l'esistente - dove possibile - invece che dal costruire opere imponenti dal nulla allo scopo di fare mangiare quanti più possibile fra costruttori, "mediatori" politici, amministratori locali compensati in eccesso.