Bullismo... vogliamo parlarne?

Dibattito sulla vita sociale, sui problemi politici e sui microchip nei vaccini
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Messaggio da Gios »

I bulli gli ho sempre trattati male.
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Messaggio da Fillo »

Gios ha scritto:I bulli gli ho sempre trattati male.


nonostante i nostri pareri spesso divergano...sei un mito #100#
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Se ti prendo white!!!! :evil: :evil:

:lol: :lol:
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Nasty ha scritto:
seren ha scritto:
Burano ha scritto:L'aggravante rispetto al passato è che ora c'è pure l' attrattiva di riprendere l'angheria col cellulare e metterla su youtube.

In effetti sia il cellulare che internet hanno amplificato di molto il fenomeno e offerto pessima cassa di risonanza. :cry:


Azz se hanno amplificato il fenomeno, altorche!!

Tendo però a supporre che molte delle ancgherie che accadevano in passato NON SI CONOSCONO proprio perchè mai riprese colcellulare.

Ne ricordo una meravigliosa, davvero geniale.

C'era un mio compagno alle medie che già in prima aveva i classici baffetti peluriosi da ragazzino. Il bullo della classe sfruttava la suddetta caratteristica fisica del ragazzino. Simulava il gesto di tirargli il baffo e di allungarlo,poi ( sempre simulando di tenere i baffi in mano ) creava dei percorsi tra i banchi, cattedra, dietro i muri etc...

Al momento del rilascio del baffo il ragazzino doveva ( come se spinto dalla forza di una molla ) seguire a ritroso il percorso del baffo tirato, scontri con oggetti compresi. Devo dire che era davvero esilarante. Peccato che poi, inspiegabilmente, finiva sempre dentro l'armadio... poverino.
Oggi uno dei due ( il bullo ) è un rifiuto della società ( o quasi ) , l'altro è uno stimato ( credo stimato ) professionista.

A me una cosa così solo a vederla mi avrebbe fatta uscire dai gangheri!!!!! :evil: :evil:

Tu non facevi nulla e magari assistevi divertito?? :(

Ecco, anche su questo ci sarebbe da discutere: che ruolo hanno gli spettatori del bullo?? :roll:
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Messaggio da Gios »

E non ho mai alzato mano su cristiano, e mai mano si è levata su me.



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Messaggio da seren »

Gios ha scritto:E non ho mai alzato mano su cristiano, e mai mano si è levata su me.

Ottimo Gios! :D

riteniamoci fortunati :wink:
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Messaggio da Tronca »

in 13 anni di scuola non sono mai stato picchiato, non ho mai picchiato o trattato male qualcuno e soprattutto non ho mai visto picchiare qualcuno o fare prepotenze fisiche o verbali. forse qualcosa alle medie su una bimba straniera in un'altra sezione ma non ci giurerei
come è possibile? vivo in un mondo ovattato? in una torre d'avorio?
Sono rimasto davvero stupito dalla tranquillità con cui parlate di episodi di "bullismo" subiti, commessi o ai quali avete assistito.
Ma 'ndo vivo? :roll:
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Gios ha scritto:Viavia


:cry: Perchè non afferri mai? :cry:
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Tronca ha scritto:in 13 anni di scuola non sono mai stato picchiato, non ho mai picchiato o trattato male qualcuno e soprattutto non ho mai visto picchiare qualcuno o fare prepotenze fisiche o verbali. forse qualcosa alle medie su una bimba straniera in un'altra sezione ma non ci giurerei
come è possibile? vivo in un mondo ovattato? in una torre d'avorio?
Sono rimasto davvero stupito dalla tranquillità con cui parlate di episodi di "bullismo" subiti, commessi o ai quali avete assistito.
Ma 'ndo vivo? :roll:

Altro buono e fortunato: ti metto nella lista delle persone positive! :D
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Messaggio da Gios »

Perchè sono leeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeento ;)


Comunque: non potrei mai trovarmi tra i prepotenti, e nemmeno tra i vessati: più che altro mi spaventa il fatto che potrei essere tranquillamente uno di quelli che, per comodo o pigrizia, non fa niente per evitare che un prepotente umilii il vessato.
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Messaggio da seren »

Gios ha scritto:Perchè sono leeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeento ;)


Comunque: non potrei mai trovarmi tra i prepotenti, e nemmeno tra i vessati: più che altro mi spaventa il fatto che potrei essere tranquillamente uno di quelli che, per comodo o pigrizia, non fa niente per evitare che un prepotente umilii il vessato.

No Gios, dai.. non posso crederci!! :roll:
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Messaggio da paoolino »

seren ha scritto:
Gios ha scritto:
Comunque: non potrei mai trovarmi tra i prepotenti, e nemmeno tra i vessati: più che altro mi spaventa il fatto che potrei essere tranquillamente uno di quelli che, per comodo o pigrizia, non fa niente per evitare che un prepotente umilii il vessato.

No Gios, dai.. non posso crederci!! :roll:


Io, invece, Gios lo capisco, perché a me è capitato di essere uno di quelli che davanti a una vessazione non ha fatto niente. Ma più che per comodo o per pigrizia, forse, era per inconsapevolezza e immaturità. Dico questo perché, sono sicuro, oggi in una situazione del genere reagirei contro il prepotente.

Racconto il fatto: nella mia classe, in 4° liceo, c'erano due-tre persone (tra l'altro non inclini alla violenza e normo tipi, per cui non incutevano neanche un pò di paura fisica) che avevano il vizio di prendere in giro un pò tutti, ma in modo abbastanza bonario (ad esempio a me, che già tendevo alla calvizia, una volta che mi ero fatto crescere un pò di più i capelli, mi dicevano che avevo il parrucchino. Ma ero io il primo a riderci e a scherzarci su), se non che, ad un certo punto, hanno cominciato a prendere di mira una nostra compagna di classe abbastanza brutta ed in modo abbastanza insistente, e questa ne soffriva in modo evidente. A me, però, lo ammetto, non mi passava per la mente di reagire. Perché? Boh? Forse per la mia tendenza a farmi i fatti miei, forse perché ero abituato al fatto che questi prendessero in giro chiunque, forse perché le prese in giro verso questa ragazza, lì per lì, facevano ridere pure me. E' col senno di poi che mi sono reso conto di quanto quella fosse crudeltà gratuita, e forse, pensando al ragazzo che si è ucciso due giorni fa, mi vien da credere che nella mia classe abbiamo sfiorato la tragedia.
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Messaggio da seren »

paoolino ha scritto:
seren ha scritto:
Gios ha scritto:
Comunque: non potrei mai trovarmi tra i prepotenti, e nemmeno tra i vessati: più che altro mi spaventa il fatto che potrei essere tranquillamente uno di quelli che, per comodo o pigrizia, non fa niente per evitare che un prepotente umilii il vessato.

No Gios, dai.. non posso crederci!! :roll:


Io, invece, Gios lo capisco, perché a me è capitato di essere uno di quelli che davanti a una vessazione non ha fatto niente. Ma più che per comodo o per pigrizia, forse, era per inconsapevolezza e immaturità. Dico questo perché, sono sicuro, oggi in una situazione del genere reagirei contro il prepotente.

Racconto il fatto: nella mia classe, in 4° liceo, c'erano due-tre persone (tra l'altro non inclini alla violenza e normo tipi, per cui non incutevano neanche un pò di paura fisica) che avevano il vizio di prendere in giro un pò tutti, ma in modo abbastanza bonario (ad esempio a me, che già tendevo alla calvizia, una volta che mi ero fatto crescere un pò di più i capelli, mi dicevano che avevo il parrucchino. Ma ero io il primo a riderci e a scherzarci su), se non che, ad un certo punto, hanno cominciato a prendere di mira una nostra compagna di classe abbastanza brutta ed in modo abbastanza insistente, e questa ne soffriva in modo evidente. A me, però, lo ammetto, non mi passava per la mente di reagire. Perché? Boh? Forse per la mia tendenza a farmi i fatti miei, forse perché ero abituato al fatto che questi prendessero in giro chiunque, forse perché le prese in giro verso questa ragazza, lì per lì, facevano ridere pure me. E' col senno di poi che mi sono reso conto di quanto quella fosse crudeltà gratuita, e forse, pensando al ragazzo che si è ucciso due giorni fa, mi vien da credere che nella mia classe abbiamo sfiorato la tragedia.

E invece bisognerebbe reagire e tutti contro la prepotenza, l'arroganza, le vessazioni; credo sia l'unico modo per poter ottenere dei risultati.

Mostrarsi contrariati invece di ridere o restare indifferenti se non aiuta a riflettere quanto meno isola, denuncia, stigmatizza.
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Messaggio da pocaluce »

però dai rega'....possibile che in gioventù nemmeno una scazzottata? a me, soprattutto alle medie, è capitato, rare volte, ma è capitato. tanto che i preti mi han pure cacciato dalla scuola...(episodio che mi ha cambiato la vita in positivo...); i bulli c'erano prima e ci sono allora e francamente il problema ultimamente mi sembra ingigantito, classico trend dei media italiani che prendono a "cuore" un malcostume e ne sfruttano l'onda fino alla nausea; in questo caso spero solo che l'attenzione attuale serva a risolvere in qualche misura il problema.

però parliamoci chiaro, il bulletto ci sarà sempre...è caratteristica umana, l'arroganza e forse in qualcuno è più accentuato l'istinto del volersi approfittare del più debole: si deve lavorare sui "terzi", sugli spettatori, su quelli che invece di stare zitti o partecipare "passivamente" dovrebbero prendere il bullo e fargli capire che in fin dei conti è un fallito. è un meccanismo che si instaura quasi automaticamente (purtroppo, ci sono eccezioni) se la vittima è palesemente debole (disabili, ragazzi down...), ma non è così in altri casi. uno dei miei amici alle medie era di origine africane e purtroppo c'era chi lo apostrofava in maniera dispregiativa. sebbene lui desse poca importanza a questi imbecilli, io rispondevo a tono, un paio di volte siam venuti persino alle mani e per loro non era strano che io mi ribellassi al loro bullismo "per se", quanto che io volessi difendere un negro...il tizio comunque ha avuto quello che si meritava poi, nella vita...
Ultima modifica di pocaluce il ven apr 06, 2007 10:40 pm, modificato 1 volta in totale.
A lot of people say, "Yeah, I like Dennis Rodman," but they don't really mean that. I'm a big Dennis Rodman fan. I've been a Rodman fan since 1998 when he was in all his controversy, so that's never going to change.
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Messaggio da pocaluce »

vabbé, seren e paoolino mi hanno anticipato nel senso del post...
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Messaggio da seren »

pocaluce ha scritto:vabbé, seren e paoolino mi hanno anticipato nel senso del post...

forse ti abbiamo anticipato nel senso ma il tuo post nella seconda parte focalizza un aspetto assolutamente non trascurabile e che ancora non era stato rilevato.

pocaluce ha scritto:(...)
però parliamoci chiaro, il bulletto ci sarà sempre...è caratteristica umana, l'arroganza e forse in qualcuno è più accentuato l'istinto del volersi approfittare del più debole: si deve lavorare sui "terzi", sugli spettatori, su quelli che invece di stare zitti o partecipare "passivamente" dovrebbero prendere il bullo e fargli capire che in fin dei conti è un fallito. è un meccanismo che si instaura quasi automaticamente (purtroppo, ci sono eccezioni) se la vittima è palesemente debole (disabili, ragazzi down...), ma non è così in altri casi. uno dei miei amici alle medie era di origine africane e purtroppo c'era chi lo apostrofava in maniera dispregiativa. sebbene lui desse poca importanza a questi imbecilli, io rispondevo a tono, un paio di volte siam venuti persino alle mani e per loro non era strano che io mi ribellassi al loro bullismo "per se", quanto che io volessi difendere un negro...il tizio comunque ha avuto quello che si meritava poi, nella vita...
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Messaggio da paoolino »

seren ha scritto:Mostrarsi contrariati invece di ridere o restare indifferenti se non aiuta a riflettere quanto meno isola, denuncia, stigmatizza.


Non voglio assolutamente giustificare il mio atteggiamento di allora: sono stato uno s.tronzo tanto quanto quelli che materialmente prendevano in giro la "vittima" della situazione. Solo che per mostrarsi contariati, è necessario anche un alto livello di maturità, che all'epoca non avevo. Inoltre, la mia indifferenza, derivava, probabilmente, anche dal fatto che io dei tipi che prendevano in giro la ragazza, ero anche abbastanza amico: ci giocavo spesso a pallone, ci uscivo qualche volta, ci cazzeggiavo nelle ore di buco o a ricreazione. Prima della situazione che ho descritto, facevano scherzi o canzonavano un pò tutti, ma sempre bonariamente, e spesso erano anche auto-ironici.
Insomma, mi era anche difficile dare un giudizio univoco su questi ragazzi: sai, fossero stati stronzi con tutti, allo stesso modo, fin dal primo giorno di scuola, magari mi sarei formato fin dall'inizio un giudizio negativo su di essi, e sarei andato contro di loro.

Quello che voglio dire è che le dinamiche, in questi episodi, sopratutto per quel che riguarda gli spettatori, non sono di facile analisi.
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Messaggio da seren »

paoolino ha scritto:
seren ha scritto:Mostrarsi contrariati invece di ridere o restare indifferenti se non aiuta a riflettere quanto meno isola, denuncia, stigmatizza.


Non voglio assolutamente giustificare il mio atteggiamento di allora: sono stato uno s.tronzo tanto quanto quelli che materialmente prendevano in giro la "vittima" della situazione. Solo che per mostrarsi contariati, è necessario anche un alto livello di maturità, che all'epoca non avevo. Inoltre, la mia indifferenza, derivava, probabilmente, anche dal fatto che io dei tipi che prendevano in giro la ragazza, ero anche abbastanza amico: ci giocavo spesso a pallone, ci uscivo qualche volta, ci cazzeggiavo nelle ore di buco o a ricreazione. Prima della situazione che ho descritto, facevano scherzi o canzonavano un pò tutti, ma sempre bonariamente, e spesso erano anche auto-ironici.
Insomma, mi era anche difficile dare un giudizio univoco su questi ragazzi: sai, fossero stati *sciocchini* con tutti, allo stesso modo, fin dal primo giorno di scuola, magari mi sarei formato fin dall'inizio un giudizio negativo su di essi, e sarei andato contro di loro.

Dai paolino, nessuno credo voglia farti sentire colpevole e inoltre chi è senza peccato scagli la prima pietra (devo averlo sentito dire da qualcje parte.. :wink: ) Chissà le volte che ci è capitato di non essere attenti o di aver avuto timore di intervenire anche su cose che ci sono apparse minime ma che poi magari proprio perchè lasciate correre hanno preso un'altra piega.

E poi dici bene: la maturità di un bambino o di un ragazzo non può essere la stessa di quella di un adulto che ha certamente maggior consapevolezza e sicurezza di sè. Rilevo però ancora una volta da quel che mi dici che il ruolo dell'adulto come mediatore e stimolatore di riflessioni è davvero fondamentale.
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Messaggio da seren »

Il bullismo delle parole

ELENA LOEWENTHAL

Matteo aveva 16 anni ed era il primo della classe, al prestigioso istituto tecnico Sommeiller di Torino. Un ragazzino minuto e timido, forte soltanto dei suoi bei voti.

Tutti lo chiamavano Jonathan, proprio come quel tipo un po’ bizzarro che ha avuto il suo momento di celebrità in una trascorsa – e quasi dimenticata – edizione del reality show più nazional popolare che ci sia. Una di quelle creature che paiono uscite da un fumetto esagerato e hanno l’aria spaesata dentro la realtà. Ma per Matteo questo soprannome non era affatto lusinghiero, non era alcun motivo d’orgoglio: fors’anche perché a lui, ch’era il primo della classe, di assomigliare a un simulacro di vip non doveva importare più di tanto. Ma soprattutto perché quel nome era diventato il marchio dell’infamia. «Sei un gay», gli dicevano sempre i suoi compagni, insieme a quel nome. Matteo non era un ragazzino abbandonato a se stesso: né dalla madre, che ha seguito con preoccupata attenzione il suo declino psicologico. Né dalle scuola, che teneva d’occhio la situazione. Non era un «disadattato» – per usare un parola antiquata ma spesso calzante – e nemmeno un adolescente trascurato da chi gli stava intorno. In altre parole, il disagio di Matteo, fino al giorno del suo terribile suicidio, era «monitorato» con tutti gli strumenti, professionali e affettivi, possibili.

Fragilità
Più che mai negli ultimi mesi, quando cioè il suo rendimento scolastico ha cominciato a cedere, e la sua condizione di fragilità permanente è diventata intollerabile: un peso troppo grande per lui. E questo rende ancora più disarmante la tragedia del suo suicidio. Eppure, questo ragazzino per metà italiano e per metà filippino, ha deciso che non valeva la pena vivere, e si è buttato nel vuoto. Andando incontro a quel silenzio che chissà quante volte deve aver desiderato, mentre i compagni gli urlavano addosso i loro tremendi insulti. Perché Matteo non è mai stato picchiato o seviziato. Non ha subito abusi sessuali o soprusi fisici. Si è ucciso a sedici anni perché vittima della violenza più subdola e tossica che ci sia, e che rappresenta l’ultima frontiera del bullismo: quella delle parole. Parole dette, ripetute e urlate fino allo spasimo. Perché questi nostri ragazzi che magari non conoscono l’esistenza del congiuntivo, che hanno un lessico più ridotto ogni giorno che passa, che risparmiano persino sulle vocali e non solo dentro gli sms, hanno imparato troppo in fretta la violenza delle parole. Sanno fin troppo bene quanta aggressività possa nascondersi dentro un’esclamazione, dentro una frase sputata fuori come dalla canna di un fucile.

Come in un reality
In fondo, a raccontarci tutto questo sono proprio i reality show: un mondo finto dove ci sono solo sussurri o grida – e mai dialoghi veri. Dove il linguaggio è un insieme di gesti convulsi, e non un sistema per comunicare. Dove le parolacce dette ad ogni piè sospinto vengono mascherate da squilli potenti, non meno aggressivi dell’insulto che occultano.

Le parole, in questo mondo strano, stanno diventando sempre più approssimative, sempre più insulse e prive di significato. E forse proprio per questo, sempre più aggressive. Cattive. Le male parole, le imprecazioni sboccate, gli affronti gratuiti, soprattutto l’esuberanza di un pregiudizio più duro a morire della spensieratezza di un adolescente, hanno ucciso un ragazzino di sedici anni bravissimo a scuola – almeno fino a qualche tempo fa, prima che la crisi esplodesse – e circondato da occhi vigili e cuori attenti. Questa è una malaugurata colpa, da spartire in molti. È soprattutto una sconfitta terribile, per quei molti. Per lui, che si è arreso alla vita in cerca di un silenzio che spazzasse via le parole di troppo. Per il mondo che gli stava intorno e che non ha potuto far nulla per fermare tutto questo. Per quelle bocche sguaiate che avranno nel resto della vita un tremendo peso sulla coscienza (almeno speriamo). Per le parole stesse, che non meritano questo trattamento e il castigo di portare tanta violenza dentro.


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Messaggio da paoolino »

Due cose:

seren ha scritto: Né dalle scuola, che teneva d’occhio la situazione. Non era un «disadattato» – per usare un parola antiquata ma spesso calzante – e nemmeno un adolescente trascurato da chi gli stava intorno. In altre parole, il disagio di Matteo, fino al giorno del suo terribile suicidio, era «monitorato» con tutti gli strumenti, professionali e affettivi, possibili.

Fragilità
Più che mai negli ultimi mesi, quando cioè il suo rendimento scolastico ha cominciato a cedere, e la sua condizione di fragilità permanente è diventata intollerabile: un peso troppo grande per lui.


Ieri ho sentito a Radio 24 la testimonianza della preside dell'istituto la quale diceva che per lei ed i professori, negli ultimi tempi non c'erano stati segnali del disagio del ragazzo, anzi, sembrava sempre allegro e sorridente, che comunque il suo comportamento era assolutamente nella norma e che la madre non aveva avvertito la scuola di questa crisi dell'ultimo periodo.

seren ha scritto: Si è ucciso a sedici anni perché vittima della violenza più subdola e tossica che ci sia, e che rappresenta l’ultima frontiera del bullismo: quella delle parole. Parole dette, ripetute e urlate fino allo spasimo. Perché questi nostri ragazzi che magari non conoscono l’esistenza del congiuntivo, che hanno un lessico più ridotto ogni giorno che passa, che risparmiano persino sulle vocali e non solo dentro gli sms, hanno imparato troppo in fretta la violenza delle parole. Sanno fin troppo bene quanta aggressività possa nascondersi dentro un’esclamazione, dentro una frase sputata fuori come dalla canna di un fucile.


Secondo me è il contrario. Proprio perché "non conoscono l'esistenza del congiuntivo" e "hanno un lessico più ridotto ogni giorno", questi ragazzi non si rendono conto del peso delle parole, non sanno più distinguere tra quello che si può e quello che non si può dire e per loro, in fondo, una parola vale l'altra.
Inoltre, le parole escono con leggerezza perché la presa in giro è posta in essere più per loro divertimento che per far del male alla vittima.

Insomma, la vedo un'aggressività inconsapevole, e, per questo, più grave e più pericolosa.
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Messaggio da seren »

paoolino ha scritto:
seren ha scritto: Si è ucciso a sedici anni perché vittima della violenza più subdola e tossica che ci sia, e che rappresenta l’ultima frontiera del bullismo: quella delle parole. Parole dette, ripetute e urlate fino allo spasimo. Perché questi nostri ragazzi che magari non conoscono l’esistenza del congiuntivo, che hanno un lessico più ridotto ogni giorno che passa, che risparmiano persino sulle vocali e non solo dentro gli sms, hanno imparato troppo in fretta la violenza delle parole. Sanno fin troppo bene quanta aggressività possa nascondersi dentro un’esclamazione, dentro una frase sputata fuori come dalla canna di un fucile.


Secondo me è il contrario. Proprio perché "non conoscono l'esistenza del congiuntivo" e "hanno un lessico più ridotto ogni giorno", questi ragazzi non si rendono conto del peso delle parole, non sanno più distinguere tra quello che si può e quello che non si può dire e per loro, in fondo, una parola vale l'altra.
Inoltre, le parole escono con leggerezza perché la presa in giro è posta in essere più per loro divertimento che per far del male alla vittima.

Insomma, la vedo un'aggressività inconsapevole, e, per questo, più grave e più pericolosa.

No, paolino, non è come dici e ti sto parlando anche da addetta ai lavori.
I bambini, ancor prima di essere ragazzi, usano parole forti per far male volutamente e con forza; con tutta quella forza con cui le sentono dire dai grandi, poi magari non ne conoscono nemmeno il significato, ma sanno benissimo che quella parola fa male e per questo la usano.
Ti faccio un esempio: bambini di scuola elementare che si rivolgono a cootanee in momenti di rabbia non contenuta chiamandole putt....; il più delle volte non sanno nemmeno cosa significhi ma la parola la usano e fra loro non è rarissimo che si insultino dicendosi "figlio di p....."

I " mi hai rotto le p..." e i "vaff....." si sprecano e senza alcun problema quando li riprendi ti rispondono" anche mio padre lo dice" al che tu insegnante non potendo nè volendo mettere in cattiva luce il padre, 'che il danno sarebbe maggiore rispetto all'accaduto, ricordi che la scuola ha le sue regole, che non ci si può insultare e che ai grandi a volte succede anche se non dovrebbe. Poi parli coi genitori e li inviti ad essere più attenti, quanto meno a non dirle in presenza dei figli :roll:

Poi però rifletto anche sul bombardamento di maleparole che passa attraverso i programmi televisivi di intrattenimento, i vari films pseudodemenziali che fanno tanto ridere :cry: dove l'insulto e l'offesa fanno parte ormai di un linguaggio che sta diventando comune e da molti, troppi purtroppo, e con leggerezza, accettato e condiviso.
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Anch'io vittima del bullismo anti-gay
Testimonianza da Gaynews del 05/04/2007

Mi chiamo Marco F., ho 18 anni, e voglio vuotare il sacco, per la prima volta.

Fin dalle elementari sono stato chiamato con appellativi dispregiativi, come "frocio" o "checca".

I miei compagni, ignari ma perfidi, mi sottoponevano per la mia diversità caratteriale (ero considerato troppo dolce), per il mio disamore verso il calcio (per loro era impossibile che non mi piacesse), per il fatto che non mi lasciassi coinvolgere nelle loro stupide iniziative o giochi, a scherzi e improperi, fino a tentativi di denudarmi in pubblico per accertarsi della mia sessualità.

Per la mia timidezza, le maestre non si sono mai accorte di tutto questo e l'unica volta che ho reagito con violenza a questi comportamenti, dando per difesa un calcio ad un mio compagno, mi hanno difeso, ma non sono riuscite a comprendere il gesto di quel bambino che non aveva mai alzato le mani verso qualcuno.

Con il passaggio alle scuole medie, il clima intimidatorio non è cambiato, anche perchè alcuni vecchi compagni delle elementari avevano influenzato quelli nuovi, portandoli a fare quello che loro facevano.

Un bambino di 11 anni non riesce a razionalizzare le proprie propensioni sessuali, quindi continuavo a subire passivamente, anche se la mia progressiva crescita psicologica faceva sì che le mortificazioni fossero solo verbali, grazie fortunatamente ad un maggiore controllo a cui vengono sottoposti gli alunni alle scuole medie.

Sia per la scaltrezza dei miei compagni a non pronunciare certe frasi in presenza degli insegnanti, sia per una certa tendenza al menefreghismo che caratterizza parte del corpo docente, ho dovuto continuare a "difendermi" da solo, perchè provavo vergogna oltre ad un po’ di orgoglio, a raccontare questi fatti agli adulti.

La parte peggiore della vita scolastica era l'ora di educazione fisica, quando ci dovevamo recare allo spogliatoio.

Lì, forti del fatto che nessuno li potesse sentire, si lasciavano andare alle battute più oscene, ipotizzando l'inesistenza del mio sesso fino all'omosessualità di mio padre.

Uno degli episodi peggiori, consumatosi stavolta in aula, è stato quando, mentre la “prof” di scienze spiegava il sistema respiratorio, alcuni compagni, sempre di sesso maschile, si sono avvicinati per accertarsi se la mia respirazione fosse addominale o pettorale, cioè maschile o femminile.

Naturalmente, dall'insegnante nessuna reazione.

Con il passaggio alle superiori, il cambiamento radicale delle persone, anche per quanto riguarda l'estrazione sociale, e una maggior consapevolezza sia mia che altrui delle questioni legate all'omosessualità, il clima, si è leggermente disteso, anche se inizialmente mi erano stai comunque affibbiati gli stessi appellativi che mi incollato negli anni precedenti.

Ora sono dichiarato con qualche compagna e il mio compagno di banco e va molto meglio.

Non ho mai pensato al suicidio, non l'ho fatto perchè ho un carattere forte e ho imparato a non curarmi delle opinioni altrui anche se questo obiettivamente mi a portato ad essere un po’ isolato.

Oggi si è ucciso un mio quasi coetaneo a Torino.

E' il gesto estremo di una persona che non è stata capita e aiutata.

Per la sua gentilezza ed educazione, qualità che spesso si percepiscono come disvalori, è stati preso di mira.

Provo un profondo disprezzo verso le persone che lo hanno portato a fare quel gesto ed estrema solidarietà verso di lui e la sua famiglia.

So purtroppo che questi non sono sentimenti che cambiano le cose.

La scuola non può fare molto. Molte delle iniziative che da essa vengono promosse sono completamente ignorate dagli alunni.

Servirebbero iniziative rivolte non a noi giovani, ma agli adulti perchè si facciano carico di indirizzare i propri figli (noi!) alla tolleranza.

Marco F. - Roma
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Messaggio da boccons »

situazioni tristi dalle quali non vedo via d'uscita realmente efficaci...
penso solo capitasse a me...
a mio figlio intendo..
che farei?
Parlo con i genitori dei bambini, con i professori, provo con i figli, io sono un tipo combattivo in tutti i sensi e magari come ultima risorsa la minaccia all'uso della forza fisica, nei confronti dei genitori, sarebbe efficace, in ultimo cercherei un altra scuola...
Certo farei di tutto per cercare di evitare simili sofferenze...
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Messaggio da seren »

boccons ha scritto:situazioni tristi dalle quali non vedo via d'uscita realmente efficaci...
penso solo capitasse a me...
a mio figlio intendo..
che farei?
Parlo con i genitori dei bambini, con i professori, provo con i figli, io sono un tipo combattivo in tutti i sensi e magari come ultima risorsa la minaccia all'uso della forza fisica, nei confronti dei genitori, sarebbe efficace, in ultimo cercherei un altra scuola...
Certo farei di tutto per cercare di evitare simili sofferenze...

come genitore, secondo me, la prima cosa da fare sarebbe parlarne con gli insegnanti facendo presente la situazione e il realtivo disagio, sperando che la situazione possa modificarsi, ma, sinceramente, non esiterei neanche a prendere di petto i ragazzini maleducati o a rivolgermi ai loro genitori.

Riguardo alla testimonianza di Marco di cui sopra avrei qualche considerazione da fare anche per esperienza personale:

-Le maestre avrebbero potuto fare tantissimo per questo ragazzo e per la classe in generale: insegnare va ben oltre il far acquisire abilità nel leggere, scrivere e far di conto ma è implica il coordinare un gruppo facendosi mediatore favorendo la socializzazione, l’integrazione sviluppando il senso del vivere insieme, del reciproco rispetto, tolleranza , accettazione della diversità nel pieno riconoscimento di caratteristiche personali riguardo il carattere e le singole abilità da svilupparsi e potenziare;

-la scuola è una prima forma di vita societaria tra pari e consente in un contesto reale infinite possibilità di discussione e presa di coscienza di cosa significhi la condivisione e l’essere parte di un gruppo; l’età poi, in cui ancora almeno viene riconosciuta una certa autorità agli insegnanti, consente ai docenti di essere efficaci mediatori nel delicato processo di crescita dei bambini. Quindi, peccato; un’ ottima occasione persa o non sfruttata nel migliore dei modi.

-Va detto che spesso i docenti si preoccupano maggiormente del buon andamento didattico, che è quello che poi interessa maggiormente i genitori, ahimè, per cui rivolgono spesso le loro attenzioni a quegli alunni che non seguono la lezione o disturbano la classe e così può succedere che al bambino timido che magari subisce vessazioni dei compagni più o meno esplicite si dedichi minor attenzione.

-Marco racconta che alle medie è andata un po’ meglio: credo che oggi sarebbe moto diverso.
Da quel che sento dai ragazzi , professori e preside dell’istituto comprensivo in cui lavoro l’età tra gli 11 e i 14 anni sta diventando la prima vera palestra per aggressivi e prepotenti e questa frase che Marco stesso riporta parlando del ragazzo ucciso Per la sua gentilezza ed educazione, qualità che spesso si percepiscono come disvalori, è stati preso di mira la sento molto vera, dal momento che sembra sia una moda ormai il mostrarsi sicuri di sé attraverso parole e gesti volgari e offensivi copiati dai vari personaggi televisivi in primis e dagli adulti che della vita reale che li fanno propri o ci passano sopra con troppa leggerezza.

-E gli insegnanti? In grossa difficoltà e anche spesso impotenti per l’eccessivo protezionismo di genitori compiacenti e pronti a dimostrar il loro amore verso i figli difendendoli da richiami e punizioni. Insomma, trovano il più delle volte scuse, è sempre colpa di qualcuno, e non si fermano neanche un minuto a considerare se loro per primi siano stati poco efficaci nel loro ruolo educativo e ancor di più in quella che dovrebbe essere la loro significativa presenza.
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Messaggio da boccons »

sono d'accordo nel responsabilizzare gli insegnanti...
ne parlavo l'altro giorno.
Io ho avuto almeno un insegnante veramente forte, nel senso caratteriale intendo, uomo di cultura vera, che metteva soggezione non solo agli alunni 18 ma anche ai genitori, che non permetteva soprusi a nessuno...
immagino come si sarebbe comportato nel caso del ragazzino qui sopra, o nel caso tragico del suicidio.
Visita a casa dei genitori, dialogo con loro, poi una rassicurazione di quelle che rassicurano davvvero.
Convocazione dei ragazzini causa del problema e serie minacce ribadite nel pomeriggio ai genitori: il ragazzino se la smette oggi bene, se no lo boccio.
D'altronde anche secondo me un alunno che passa la giornata a prendere in giro un compgno più debole, o gay va bocciato, a me professore non interessa se conosce il teorema di euclide, uno che ha un comportanto così esecrabile va bocciato, non ci sono discussioni.
per farlo ci va la persona giusta, uno che non teme minacce o botte da parte di genitori (che parolone genitori in questo caso...) che riescono a scendere talmente in basso da prendere le parti dei figli in queste situazioni incresciose...
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Messaggio da seren »

boccons ha scritto:sono d'accordo nel responsabilizzare gli insegnanti...
ne parlavo l'altro giorno.
Io ho avuto almeno un insegnante veramente forte, nel senso caratteriale intendo, uomo di cultura vera, che metteva soggezione non solo agli alunni 18 ma anche ai genitori, che non permetteva soprusi a nessuno...
immagino come si sarebbe comportato nel caso del ragazzino qui sopra, o nel caso tragico del suicidio.
Visita a casa dei genitori, dialogo con loro, poi una rassicurazione di quelle che rassicurano davvvero.
Convocazione dei ragazzini causa del problema e serie minacce ribadite nel pomeriggio ai genitori: il ragazzino se la smette oggi bene, se no lo boccio.
D'altronde anche secondo me un alunno che passa la giornata a prendere in giro un compgno più debole, o gay va bocciato, a me professore non interessa se conosce il teorema di euclide, uno che ha un comportanto così esecrabile va bocciato, non ci sono discussioni.
per farlo ci va la persona giusta, uno che non teme minacce o botte da parte di genitori (che parolone genitori in questo caso...) che riescono a scendere talmente in basso da prendere le parti dei figli in queste situazioni incresciose...

Insegnanti forti del tipo che hai avuto tu trovano comunque limitazioni nel consiglio di classe riguardo al dire "io ti boccio" poichè bocciare (e ti premetto che non sono d'accordo se non quando vi siano tali e tante lacune da non poter esser colmate con un recupero estivo) comporta un confronto e una discussione tra i docenti che nemmeno immagini; tra l'altro il più delle volte vengono chiamati gli stessi genitori e da essi si cerca di avere parere favorevole o di fargli prendere atto almeno della gravissima situazione che nella maggioranza dei casi riguarda il profitto più che il comportamento, riguardo al quale, nonostante il ripristino del voto di condotta, gli insegnanti lamentano insuccessi e grosse difficoltà poichè esso non intimorisce più la quasi totalità degli alunni, che come dici tu, godono dell'appoggio dei genitori i quali non esitano a chiamare comportamenti inauditi "ragazzate" e si precipitano dal dirigente anche per una semplice sgridata.
La situazione è davvero grave, arrivata al limite, considerando anche la cassa di risonanza data dal web a certe bravate che con leggerezza gli stessi ragazzi si inviano con telefonini e non esitano a mettere nel web con aria di sfida e gogliardia: un esempio su tutti questo sito http://scuolazoo.blogspot.com/2007_03_21_archive.html uno dei più visitati al momento.
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Messaggio da alessandro »

a me piaceva fare battutine pero' su chi era messo in posizione dominante.
ad esempio il professore o al bullo.

spesso dopo l ascuola ero cotretto a fare delle grandi fughe.

prendere di mira uno piu' debole non e' divertente.

pero' c'e da distinguere tra scherzo e soppruso.

facevo una scuola tutta maschile (o quasi) con scherzi "da caserma".

Tipo a Natale abbiamo preso uno e lo abbiamo legato al porta abiti, poi lo abbiamo addobbato con strisce, palline e lucine lampeggianti, con ognuno degli studenti con quelli bastoncini accesi che fanno le scintille, cantando la canzone di Natale.

ma ci siamo divertiti tutti, compreso quel tipo legato (mio buon amico).

mentre a un alro, ogni mattina gli nascondevano qualcosa, tipo la borsa, il casco, la sedia, il banco etc.. era pero' un tipo Tysonforme, che un giorno ha beccato chi era stato e gli ha rotto il naso.
effettivamente non prendevano di mira i piu' deboli.

era una spece di tutti contro tutti in simpatia ( e stupidita').
c'era anche chi eccedeva ( uno ha tentato di uccidere il preside) ma di solito era roda da "Amici Miei".

consiglio a tutti un libro che ho preso ieri a supermercato, e' un araccolta di note sul registo. esilarante. si intitola "LA CLASSE, MENTRE SPIEGO, FA LA OLA". non so quanto sia OT, ma mi ha fatto passare una mezzora a ridere in maniera incontrollata ad immaginare la stupidita' e la fantasia di certi ragazzi e lo sbigottimento e a volte la rassegnazione di certi Prof.


trovo molto vera l'osservazione sull'importanza dei terzi, quello che non fanno e non subiscono mentre potrebbero intervenire.
e' che spesso da ragazzini la cosa pu' importante e' farsi accettare uniformandosi al gruppo.

e poi quando si vede un barbone per strada quanti fanno qualcosa? non e' un debole che sta subendo un soppruso dalla soceta'?

io ieri stavo per andare alle mani con un idiota che tirava i sassi alle papere.. ma di solito ci si gira e si fa finta di nulla (me compreso).
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Messaggio da seren »

seren ha scritto:Poi però rifletto anche sul bombardamento di maleparole che passa attraverso i programmi televisivi di intrattenimento, i vari films pseudodemenziali che fanno tanto ridere :cry: dove l'insulto e l'offesa fanno parte ormai di un linguaggio che sta diventando comune e da molti, troppi purtroppo, e con leggerezza, accettato e condiviso.

c.v.d. :cry:

2007-04-10 17:40

STUDENTE SUICIDA, UN RAGAZZO: NON MI SENTO IN COLPA


TORINO - ''Mi dispiace tanto, ma non mi sento in colpa. Con lui scherzavamo, come facciamo sempre, ma non l'avevamo preso di mira'': e' cio' che ha detto uno dei compagni di classe del ragazzo di 16 anni dell'Istituto tecnico Sommeiller, che si e' suicidato martedi' scorso, lasciando ai familiari una lettera, in cui esprimeva il suo disagio per l'isolamento dai coetanei.

Il compagno di classe ha parlato oggi all'uscita da scuola, dove e' stato convocato con gli altri ragazzi per un colloquio con un l'ispettore dell'Ufficio scolastico regionale. ''Era uno timido - ha detto del ragazzo morto - ma sempre sorridente e oggi all'ispettore l'abbiamo spiegato tutti insieme''. Sul fatto che in classe o che qualche altro studente dell'istituto avesse dato del gay al ragazzo che si e' suicidato, o l'avesse chiamato Jonathan come il noto protagonista di una delle edizioni del Grande Fratello, il compagno di classe ha scosso la testa. ''Ci prendevamo sempre in giro - ha ripetuto - ma nessuno di noi se l'e' mai presa. Io credo che lui forse fosse un po' debole e che avesse dei problemi in famiglia, magari anche psicologici''. Al colloquio con i quindici compagni di classe, per i due/terzi ragazze, erano presenti alcuni insegnanti. ''E' stata una chiacchierata'' ha concluso il ragazzo con gli occhi lucidi, dopo oltre due ore trascorse a scuola in un giorno ancora di vacanza.

Le lezioni infatti riprenderanno il 16 aprile. Gli altri compagni se ne sono andati alla spicciolata, con i musi un po' lunghi. Sulle panchine di cemento di fronte all'istituto e sui muri restano varie scritte con la chiara calligrafia degli adolescenti. In mezzo ce n'e' una per lui, per il ragazzo che non c'e' piu', che recita: ''Sara' sempre nei nostri cuori''.

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paoolino
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Messaggio da paoolino »

seren ha scritto:
paoolino ha scritto:
seren ha scritto:
Burano ha scritto:L'aggravante rispetto al passato è che ora c'è pure l' attrattiva di riprendere l'angheria col cellulare e metterla su youtube.

In effetti sia il cellulare che internet hanno amplificato di molto il fenomeno e offerto pessima cassa di risonanza. :cry:


E invece penso che il video-cellulare e internet siano stati, per certi versi, positivi: hanno contribuito a far emergere fenomeni e casi che, qualche anno fa, sarebbero rimasti sommersi.

questo riguardo agli adulti.. ma pensa all'uso che ne fanno i ragazzi! :cry:


paoolino ha scritto:Capisco che è un uso brutto, anzi, osceno. Però non credo che gli episodi di violenza apparsi in cronaca negli ultimi mesi non sarebbero avvenuti senza i video-cellulari. Sarebbero avvenuti lo stesso ma, quasi sicuramente, ne avrebbero saputo l'esistenza unicamente i protagonisti e i colpevoli sarebbero rimasti impuniti. Il video, alla fine, si ritorce contro "i cattivi".


Ho letto un pezzo di Gramellini, pubblicato sulla Stampa del 12 Aprile, che forse esprime meglio la mia idea su questo particolare argomento:

"L’ultima è la ragazzina di Genova che per il sedicesimo compleanno organizza una seduta plastica sul divano con tre amici e una videocamera, salvo poi ritrovarsi spiata dal buco della serratura di Internet. Facendo eco a Blair, dal mondo degli adulti s’alza il grido: «Censura» e riparte il dibattito se sia lecito diffondere i filmini che quella parte di gioventù che sta tre metri sotto il cielo produce ormai a ritmi industriali. Perché sembra solo questo il problema: non il sesso spoetizzato, il bullismo sadico, la cafonaggine trionfante, ma la loro riproduzione in immagini a disposizione di tutti.

Sento forte puzzo di ipocrisia. Ammettiamo che Internet moltiplichi l’effetto di certe cadute di gusto e che la possibilità di accedervi da protagonisti costituisca per qualcuno uno stimolo a compierle. Ma il deserto morale che scorre sul computer non nasce lì dentro, ma dalla vita reale. Volgarità, arroganza e vuoto interiore esisterebbero anche se la Rete smettesse di diffonderli. Sarebbe solo più difficile avere cognizione della portata del fenomeno, che per tradursi in notizia avrebbe bisogno di un dramma, come nel suicidio dell’adolescente sfottuto dai compagni. Se le battutine sulla sua omosessualità fossero finite in un video di You Tube, magari si sarebbe riusciti a salvarlo. Invece i censori pensano che per risolvere i problemi basti allontanarli dagli occhi: l’unico strumento che sono ancora capaci di usare, avendo da tempo perso l’alchimia per connettersi con il cervello o addirittura col cuore."
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
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Messaggio da fishguts »

Bah..dovete mettervi d'accordo con voi stessi...se volete figli etero, vi tocca tenervi il bullismo :lol: :lol:
So what you're saying is you have a problem that is totally your problem but you'd like to find a way to make that problem my problem, but here's the problem, it ain't my problem
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Messaggio da seren »

e dopo i video di scuola.zoo :evil: finalmente una buona notizia :D


2007-06-12 20:03
UNA TV CONTRO IL BULLISMO

Una televisione dei ragazzi, voluta e organizzata dagli studenti di un'istituto del Milanese, con temi impegnati come la pace nel mondo, il genocidio, la mafia, il bullismo.

L'iniziativa sembra proprio controcorrente in un momento in cui, a Milano e in altre citta', ogni settimana vengono alla luce nuovi episodi di bullismo. L'idea e' nata all'Itis Cannizzaro di Rho (Milano), scuola superiore con indirizzo chimico e informatico.

Il progetto utilizza come veicolo Internet, proprio come fanno altri studenti 'postando' video amatoriali di telefonino ogni genere di bravate, ma qui le finalita' sono ribaltate in modo positivo. A supervisionare il lavoro dei ragazzi, ripartiti come nelle redazioni vere in giornalisti, cameramen, montatori e tecnici, e' il professor Sergio Colombo, che e' un po' il direttore della tv. 'Le trasmissioni hanno cadenza mensile - spiega Colombo - e per ciascuna messa in onda abbiamo una programmazione con documentari, interviste, reportage, reperiti in Rete o realizzati in proprio grazie a videocamere digitali'. I ragazzi di Cannizzaro Tv, a testimonianza della convinzione e dell'impegno che profondono nella loro missione, tornano sui banchi di scuola. Dovrebbero essere in vacanza, o impegnati negli esami di maturita', ma hanno trovato il tempo per partecipare a un Corso di Giornalismo sociale organizzato dall'associazione culturale Mediacare, che si tiene a Milano, nella sede della Fondazione Luigi Clerici. Realizzare filmati e far circolare notizie e' infatti un lavoro che comporta responsabilita' e cognizioni precise, e cosi', eccezionalmente, l'assessore all'Istruzione ed edilizia scolastica della Provincia di Milano, Giansandro Barzaghi, ha invitato i ragazzi a partecipare al corso.

ansa
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Messaggio da seren »

E la storia si ripete... ed è solo una delle tante iniziate nel modo più assurdo e conclusasi con una tragedia.
Sono molto amareggiata, inorridita, arrabbiata e ho netta sensazione che i tanti fatti che coinvolgono ragazzi di un'età sempre minore siano solo la punta di un iceberg...


2008-05-05 21:20
MORTO GIOVANE MASSACRATO DA SKINHEADS, PRESI ALTRI DUE AGGRESSORI
dell'inviato Vincenzo Beni


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VERONA - Nicola Tommasoli non ce l'ha fatta. Non saprà mai che Digos e Carabinieri di Verona sono riusciti a chiudere il cerchio attorno a quel gruppetto che la notte del primo maggio in centro a Verona l'ha colpito con calci e pugni fino a lasciarlo a terra ormai in fin di vita. Dietro le sbarre sono per ora finiti Raffaele Dalle Donne, detto "Raffa", 19 anni, di San Giovanni Lupatoto, studente del liceo classico Maffei, il primo a consegnarsi in questura, e due giovani di Illasi, Guglielmo Corsi, 19 anni, metalmeccanico, e Andrea Vesentini, 20 anni, promotore finanziario, fermati la scorsa notte nelle loro abitazioni.

Altre due celle stanno ora aspettando la coppia di ragazzi che manca all'appello, "Peri" e "Tarabuio" come si fanno chiamare, fuggiti in Austria con l'auto della madre di uno di essi, e per la polizia forse già giunti in Inghilterra. Il loro ritorno, dicono gli investigatori, potrebbe essere questione di ore. Per tutti per ora l'accusa è di omicidio preterintenzionale.

Una tragedia che non ha nulla di politico, chiariscono subito gli inquirenti, ma che è figlia dell'intolleranza della sottocultura e della provocazione come stile di vita, dell'odio verso qualcuno che dà fastidio. La dinamica di quanto è successo è ormai chiara, delineata in una conferenza stampa da polizia e carabinieri, come agli atti ci sono le ammissioni fatte dai fermati. La sera del 30 aprile il centro storico di Verona brulica di giovani: pizzerie, pub, wine bar sono al completo. All'interno del Caffé Malta si trovano 'Raffa', 'Peri' e 'Tarabuio'. Sono simpatizzanti dell'estrema destra, ma non vengono considerati esponenti di spicco. Per loro, secondo gli investigatori, la politica rappresenterebbe una sorta di collante, un motivo in più per ritrovarsi. Nonostante questo, 'Raffa' e uno dei due ancora non fermato erano già stati finiti nell'inchiesta del procuratore capo Guido Papalia che nel giugno 2007 denuncia per violazione della legge Mancino 16 maggiorenni e un minore. Secondo l'accusa, avevano il 'vizio' di aggredire a suon di botte chi, secondo loro, "era diverso": nel 2006 ne avevano fatto le spese alcuni ragazzi che mangiavano un kebab e un altro che indossava la maglietta 'terrona' del Lecce. La notte del pestaggio i tre vengono raggiunti da Corsi, che con loro frequenta la curva sud tra gli ultras del Verona. Accompagna Vesentini. Quest'ultimo, in particolare, dicono gli inquirenti, non avrebbe mai assistito a una partita di calcio e non conoscerebbe gli altri. Verso l'1.30 il quintetto esce dal Caffé per dirigersi in un altro locale che trovano chiuso. Si portano verso Porta Leoni, quando si imbattono in tre amici che stanno fumando.

Per gli investigatori sarebbe stato Corsi a chiedere del fumo: "codino dammi una siga", avrebbe detto a uno dei tre. Non è invece altrettanto chiaro chi, alla risposta negativa, forse un po' ironica dei giovani, ha scatenato l'inferno. Sono partiti insulti, schiaffi. Nicola cade e qualcuno gli si avventa contro, colpendolo con dei calci al corpo e al volto. Il ragazzo perde i sensi, ma la violenza continua. Un calcio particolarmente forte da rimbombare nella strada lo colpisce al collo. Compiuta l'impresa, la fuga dei delinquenti, l'allarme lanciato al 118 e quindi ai carabinieri dagli amici di Nicola rimasti leggermente contusi ma soprattutto sotto choc. Nicola viene ricoverato all'ospedale di Borgo Trento con edema cerebrale. "Non è ancora possibile capire chi ha sferrato i calci - sostiene il pm Francesco Rombaldoni che coordina le indagini - sarà possibile ricostruire l'intera sequenza quando tutti i tasselli saranno al loro posto". Nelle ore successive 'Raffa', 'Peri' e 'Tarabuio' tornano a incontrarsi. "Sono spaventatissimi - racconta il questore di Verona, Vincenzo Stingone - Raffaele riceve una telefonata e praticamente fugge di casa in tuta, senza cambiarsi. Vi farà ritorno solo il giorno dopo.

E' il padre Sergio a convincerlo a chiamare un legale e a consegnarsi alla polizia". "Vorrei essere il papà della vittima anziché il padre di mio figlio", ha detto l'uomo tra le lacrime agli investigatori quando si sono presentati a casa sua . "Il padre di Raffaele ci ha fornito subito la massima collaborazione - ha ricordato il dirigente della Digos, Luciano Iaccarino - mettendo per iscritto, senza esserne obbligato, le responsabilità del figlio". Con la morte di Nicola ora anche per lui, che di fatto ha voluto stringere le manette ai polsi del suo ragazzo, il fardello è diventato ancora più pesante. Raffaele Dalle Donne è dunque il primo a presentarsi alla polizia: racconta la propria versione dei fatti ma non fa nomi "per non essere scambiato per infame", spiegano gli investigatori, che limitano la soddisfazione per i risultati in segno di rispetto per la vittima e la sua famiglia. Per domani mattina è prevista l'autopsia, mentre la procura ha dato il nulla osta necessario per il prelievo degli organi. Erano stati i genitori di Nicola ad esprimere il desiderio di donare gli organi ed i tessuti.


VERONA SOTTO CHOC, INCREDULITA' E SGOMENTO

Incredulità, sgomento, sofferenza, voglia di reagire, desiderio di sicurezza. A Verona i sentimenti si incrociano e si scontrano commentando il pestaggio mortale della notte del Primo maggio. "Un gesto incredibile di un folle - dice Erika Pianegonda, impegata di 32 anni - anzi di un gruppo di pazzi. Non possiamo spiegarlo altrimenti anche se è facile semplificare addebitando il dramma a un colpo di testa". Più articolata l'analisi di Massimo Favazza, titolare di un ristorante nei pressi di Castelvecchio. "Il centro di Verona è pericoloso - sostiene l'imprenditore - ho lavorato in una famosa enoteca nel cuore della città e ne ho viste di tutti i colori. Anche nel mio locale le porte dopo una certa ora vengono chiuse. Mi fa piacere sapere che agli autori del pestaggio si sia arrivati anche con l'ausilio di telecamere. A Verona sono centinaia ma per questa gente non sono mai abbastanza". "Una mazzata - dice ancora una donna che vuole mantenere l'anonimato - sono tutti nostri figli e siamo tutti disperati".

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Messaggio da danser »

Stavo per riportare la medesima cosa. :wink:

Anche a Viterbo oggi:

(Adnkronos) - Un 14enne e' stato arrestato dagli agenti della squadra mobile di Viterbo per atti di bullismo su un suo compagno di scuola. La sezione minori della squadra mobile e' venuta a conoscenza dell'episodio dopo alcune segnalazioni. Gli agenti hanno scoperto e sequestrato un video, girato con un telefonino dagli aggressori, che testimonia i soprusi sul ragazzino: nel filmato si vede che gli vengono perfino bruciati i capelli. La giovane vittima ha poi detto agli agenti che in un'altra occasione gli sono state spente sul braccio delle sigarette accese.

Complici dell'arrestato anche altri due ragazzini ma non sono imputabili perche' al di sotto dei 14 anni. L'arrestato e' stato portato in una comunita' di recupero a Roma.


#1# #1# #1#
seren
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Messaggio da seren »

danser ha scritto:Stavo per riportare la medesima cosa. :wink:

Anche a Viterbo oggi:

(Adnkronos) - Un 14enne e' stato arrestato dagli agenti della squadra mobile di Viterbo per atti di bullismo su un suo compagno di scuola. La sezione minori della squadra mobile e' venuta a conoscenza dell'episodio dopo alcune segnalazioni. Gli agenti hanno scoperto e sequestrato un video, girato con un telefonino dagli aggressori, che testimonia i soprusi sul ragazzino: nel filmato si vede che gli vengono perfino bruciati i capelli. La giovane vittima ha poi detto agli agenti che in un'altra occasione gli sono state spente sul braccio delle sigarette accese.

Complici dell'arrestato anche altri due ragazzini ma non sono imputabili perche' al di sotto dei 14 anni. L'arrestato e' stato portato in una comunita' di recupero a Roma.


#1# #1# #1#

visto anche questo dans :(

in tv, stasera, dopo la notizia di cui sopra e si sono viste pure le immagini. Unico motivo di disprezzo il fatto che la vittima fosse un ragazzo semplice di un paesino delle campagne limitrofe.

Ma ti rendi conto?? a me fa lo stesso effetto di una madre di Verona che nell'articolo del ragazzo morto dice:- "Una mazzata... sono tutti nostri figli e siamo tutti disperati".
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seren
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Interessante articolo su cui, secondo me, bisognerebbe riflettere.


Figli di buona famiglia

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Il luogo dell'aggressione

"Giovani di buona famiglia". Così vengono definiti i cinque teppisti che hanno ammazzato Nicola Tommasoli. Colpevole di non aver voluto "consegnare" loro una sigaretta, dopo regolare intimazione. Giovani ultrà. Ultrà-giovani.

Occasionalmente di estrema destra. Neonazi oppure neofasci. Giovani ultrà. Abituati ad avere uno stadio a disposizione per esibire i loro muscoli, i loro slogan, i loro simboli contro gli altri. I nemici. Gli "altri". Non solo quelli dell'altra parte politica.

Dell'altra parte. Ma "gli altri", in generale. Gli stranieri, i nomadi. Gli ebrei. I deboli. Hanno in spregio le persone "comuni". A cui la violenza non piace. Quelli che la sera, in città, tirano tardi con gli amici. E passeggiano in centro città. Immaginando che possa ancora essere una città. Luogo dove, appunto, passeggi con gli amici. Fumi la sigaretta. Chiacchieri. Luogo di relazioni, insomma. Rete di comunità. Non un agguato politico. Ma un'aggressione "per caso". Chissà: gli aggrediti potevano essere leghisti, magari perfino fascisti. In quel momento erano solo persone comuni. Finite sulla strada di persone extra-ordinarie. Super-uomini in libera uscita.

Giovani di buona famiglia anche quelli che, a Torino, hanno costretto i vigili ripiegare. Dopo averli circondati e aggrediti, qualche sera fa. La notte prima della festa. I vigili impudenti e imprudenti. Pretendevano di multare le auto in sosta dovunque, in Piazza Vittorio Veneto. In pieno centro. Perfino lungo le rotaie del tram. Tanto la notte non circola. Pretendevano, i vigili. Di interrompere la festa infinita. La "movida", come la chiamano adesso. La notte bianca che si celebra ogni fine settimana.

Pretendevano di ostacolare il libero accesso alle auto e ai suv che, ovviamente, sono padroni della notte. (In realtà, anche del giorno). Ovvia la rivolta di questi giovani di buona famiglia contro tanta sfacciata arroganza. Così, a centinaia, hanno costretto i vigili a fuggire. Non senza aver inferto loro qualche colpo, qualche botta. Così, a futura memoria. Certo, in questo caso non li hanno massacrati. Non erano neonazi e neofasci. Solo ragazzi normali, di "buona famiglia". Si sono limitati ad affermare la legge del controllo sul territorio. Filmando la scena, regolarmente diffusa su "You tube". A scopo esemplare.

GUARDA IL VIDEO

Questi "figli di" buona famiglia, tecnologicamente attrezzati ed esperti. Per fortuna: sono nati in tempi molto diversi e lontani da quel maledetto 1968, di cui si celebrano i nefasti, a quarant'anni di distanza. L'eredità di illusioni mancate e di violenze mantenute.

Questi giovani di buona famiglia, invece, non guardano lontano. Non cercano figure e utopie di altri mondi. Il comunismo, Mao, Che Guevara... Semmai - alcuni di essi - guardano più indietro. Riscrivono storie da cui isolano ciò che interessa loro. Il mito della forza. Il seme della violenza. Che coltivano, quotidianamente, esercitando l'odio contro gli altri. Poveracci, accattoni, zingari e stranieri. Clandestini e non.

Perché non conta distinguere, ma categorizzare e colpire "l'altro". Lo stesso che fa paura alla gente comune. Quella che mai si sognerebbe di bruciare un campo nomadi, tantomeno di ammazzare di botte un ragazzo perché non ti dà una sigaretta. Potrebbe essere loro figlio, l'aggredito. E gli aggressori potrebbero essere loro figli.

Giovani di buona famiglia. Quelli abituati a sfogarsi il sabato sera, in discoteca, o nei bar del centro. Nelle piazze e nelle strade. Molti bicchieri e qualche pasticca per tenersi su di giri. Per ammazzare il tempo insieme alla noia. E l'angoscia che ti prende, in questa vita normale, in questa società normale, in questa città normale. Dove i divieti sono comunisti e le regole imposizioni inaccettabili. Dove dirsi "buoni" è un'ammissione di colpa. E la debolezza un vizio da punire.

Giovani di buona famiglia. Genitori che deprecano questa società senza autorità, senza divieti e senza punizioni. E poi si indignano: di fronte ai divieti e alle punizioni. Alle autorità autoritarie. Quando colpiscono loro e i loro figli. Sempre gli ultimi a sapere. Cadono dalle nuvole, se scoprono cosa combinano, quei loro figli, a cui hanno dato tutto. Senza chiedere nulla. Senza sapere nulla di loro.

Questi genitori di buona famiglia. Ce l'hanno contro questa scuola senza voti. Contro i professori che non si fanno rispettare. Contro i maestri che non sanno comandare. Non sanno punire. Questi genitori. Non capiscono e non accettano: i professori che impongono rispetto, comandano e puniscono. E magari bocciano. I loro figli.

Giovani di buona famiglia. Figli di buona famiglia. Figli di.

(5 maggio 2008)

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seren ha scritto:MORTO GIOVANE MASSACRATO DA SKINHEADS, PRESI ALTRI DUE AGGRESSORI
dell'inviato Vincenzo Beni


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VERONA - Nicola Tommasoli non ce l'ha fatta. Non saprà mai che Digos e Carabinieri di Verona sono riusciti a chiudere il cerchio attorno a quel gruppetto che la notte del primo maggio in centro a Verona l'ha colpito con calci e pugni fino a lasciarlo a terra ormai in fin di vita. Dietro le sbarre sono per ora finiti Raffaele Dalle Donne, detto "Raffa", 19 anni, di San Giovanni Lupatoto, studente del liceo classico Maffei, il primo a consegnarsi in questura, e due giovani di Illasi, Guglielmo Corsi, 19 anni, metalmeccanico, e Andrea Vesentini, 20 anni, promotore finanziario, fermati la scorsa notte nelle loro abitazioni.

Altre due celle stanno ora aspettando la coppia di ragazzi che manca all'appello, "Peri" e "Tarabuio" come si fanno chiamare, fuggiti in Austria con l'auto della madre di uno di essi, e per la polizia forse già giunti in Inghilterra. Il loro ritorno, dicono gli investigatori, potrebbe essere questione di ore. Per tutti per ora l'accusa è di omicidio preterintenzionale.

Una tragedia che non ha nulla di politico, chiariscono subito gli inquirenti, ma che è figlia dell'intolleranza della sottocultura e della provocazione come stile di vita, dell'odio verso qualcuno che dà fastidio. La dinamica di quanto è successo è ormai chiara, delineata in una conferenza stampa da polizia e carabinieri, come agli atti ci sono le ammissioni fatte dai fermati. La sera del 30 aprile il centro storico di Verona brulica di giovani: pizzerie, pub, wine bar sono al completo. All'interno del Caffé Malta si trovano 'Raffa', 'Peri' e 'Tarabuio'. Sono simpatizzanti dell'estrema destra, ma non vengono considerati esponenti di spicco. Per loro, secondo gli investigatori, la politica rappresenterebbe una sorta di collante, un motivo in più per ritrovarsi. Nonostante questo, 'Raffa' e uno dei due ancora non fermato erano già stati finiti nell'inchiesta del procuratore capo Guido Papalia che nel giugno 2007 denuncia per violazione della legge Mancino 16 maggiorenni e un minore. Secondo l'accusa, avevano il 'vizio' di aggredire a suon di botte chi, secondo loro, "era diverso": nel 2006 ne avevano fatto le spese alcuni ragazzi che mangiavano un kebab e un altro che indossava la maglietta 'terrona' del Lecce. La notte del pestaggio i tre vengono raggiunti da Corsi, che con loro frequenta la curva sud tra gli ultras del Verona. Accompagna Vesentini. Quest'ultimo, in particolare, dicono gli inquirenti, non avrebbe mai assistito a una partita di calcio e non conoscerebbe gli altri. Verso l'1.30 il quintetto esce dal Caffé per dirigersi in un altro locale che trovano chiuso. Si portano verso Porta Leoni, quando si imbattono in tre amici che stanno fumando.

Per gli investigatori sarebbe stato Corsi a chiedere del fumo: "codino dammi una siga", avrebbe detto a uno dei tre. Non è invece altrettanto chiaro chi, alla risposta negativa, forse un po' ironica dei giovani, ha scatenato l'inferno. Sono partiti insulti, schiaffi. Nicola cade e qualcuno gli si avventa contro, colpendolo con dei calci al corpo e al volto. Il ragazzo perde i sensi, ma la violenza continua. Un calcio particolarmente forte da rimbombare nella strada lo colpisce al collo. Compiuta l'impresa, la fuga dei delinquenti, l'allarme lanciato al 118 e quindi ai carabinieri dagli amici di Nicola rimasti leggermente contusi ma soprattutto sotto choc. Nicola viene ricoverato all'ospedale di Borgo Trento con edema cerebrale. "Non è ancora possibile capire chi ha sferrato i calci - sostiene il pm Francesco Rombaldoni che coordina le indagini - sarà possibile ricostruire l'intera sequenza quando tutti i tasselli saranno al loro posto". Nelle ore successive 'Raffa', 'Peri' e 'Tarabuio' tornano a incontrarsi. "Sono spaventatissimi - racconta il questore di Verona, Vincenzo Stingone - Raffaele riceve una telefonata e praticamente fugge di casa in tuta, senza cambiarsi. Vi farà ritorno solo il giorno dopo.

E' il padre Sergio a convincerlo a chiamare un legale e a consegnarsi alla polizia". "Vorrei essere il papà della vittima anziché il padre di mio figlio", ha detto l'uomo tra le lacrime agli investigatori quando si sono presentati a casa sua . "Il padre di Raffaele ci ha fornito subito la massima collaborazione - ha ricordato il dirigente della Digos, Luciano Iaccarino - mettendo per iscritto, senza esserne obbligato, le responsabilità del figlio". Con la morte di Nicola ora anche per lui, che di fatto ha voluto stringere le manette ai polsi del suo ragazzo, il fardello è diventato ancora più pesante. Raffaele Dalle Donne è dunque il primo a presentarsi alla polizia: racconta la propria versione dei fatti ma non fa nomi "per non essere scambiato per infame", spiegano gli investigatori, che limitano la soddisfazione per i risultati in segno di rispetto per la vittima e la sua famiglia. Per domani mattina è prevista l'autopsia, mentre la procura ha dato il nulla osta necessario per il prelievo degli organi. Erano stati i genitori di Nicola ad esprimere il desiderio di donare gli organi ed i tessuti.


VERONA SOTTO CHOC, INCREDULITA' E SGOMENTO

Incredulità, sgomento, sofferenza, voglia di reagire, desiderio di sicurezza. A Verona i sentimenti si incrociano e si scontrano commentando il pestaggio mortale della notte del Primo maggio. "Un gesto incredibile di un folle - dice Erika Pianegonda, impegata di 32 anni - anzi di un gruppo di pazzi. Non possiamo spiegarlo altrimenti anche se è facile semplificare addebitando il dramma a un colpo di testa". Più articolata l'analisi di Massimo Favazza, titolare di un ristorante nei pressi di Castelvecchio. "Il centro di Verona è pericoloso - sostiene l'imprenditore - ho lavorato in una famosa enoteca nel cuore della città e ne ho viste di tutti i colori. Anche nel mio locale le porte dopo una certa ora vengono chiuse. Mi fa piacere sapere che agli autori del pestaggio si sia arrivati anche con l'ausilio di telecamere. A Verona sono centinaia ma per questa gente non sono mai abbastanza". "Una mazzata - dice ancora una donna che vuole mantenere l'anonimato - sono tutti nostri figli e siamo tutti disperati".

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Ma questo non è bullismo: è violenza tra persone che han superato l'adolescenza, un episodio da American history X.
Tra persone che han più o meno vent'anni ed hanno una personalità già definita.

No, questo non c'entra col bullismo.

Questo fatto mi ha fatto molto pensare sulla nostra giustizia: preferirei mettere in carcere gli autori del gesto per punirli, più che per recuperarli in vista del rientro in società quando verranno scarcerati.
Per questi fatti ci vuole il pugno di ferro, dare un segnale fortissimo.
Okefenokee ha scritto:Senza curiosità, cultura, educazione civica e civile, voglia di informarsi, di capire, di studiare, non si va da nessuna parte.
Pitone ha scritto:Non serve schifare, basta evitare.
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Messaggio da Nickognito »

francamente mettere sullo stesso piano questioni di gravità e motivazioni così diverse mi sembra non molto opportuno. D'altra parte è quello che spesso succede parlando di fenomeni come il bullismo. (ma non solo).

Spesso, facendo d'ogni erba un fascio, non solo si sopravvaluta la gravità di certi episodi (e pazienza) ma spesso si sottovaluta la differenza tra azioni gravi e non gravi.

certo, ben venga che certi fenomeni spariscano del tutto. Ma soprattutto speriamo che qualcuno capisca la differenza, tra tirare un pugno e ammazzare, tra minacciare il compagno piu' debole e mandarlo all'ospedale, tra farsi una canna e morire di overdose, tra rovinarsi il fegato bevendo un po' troppo o schiantarsi in macchina ubriachi fradici, tra andare a 70 all'ora su larghi viali in città e andare a 210 in autostrada, e così via. E anche tra episodi isolati o frequenti. Sul bullismo, su questi episodi, sarebbe per me meglio lasciar parlare i numeri, ben copnsiderati, che non sottolineare singoli episodi. Un conto è se gli episodi sono tali, un altro se costituiscono un allarme per tutta la società, e possono ripetersi.

c.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Mp1 ha scritto:
seren ha scritto:MORTO GIOVANE MASSACRATO DA SKINHEADS, PRESI ALTRI DUE AGGRESSORI

Ma questo non è bullismo: è violenza tra persone che han superato l'adolescenza, un episodio da American history X.
Tra persone che han più o meno vent'anni ed hanno una personalità già definita.

No, questo non c'entra col bullismo.

Questo fatto mi ha fatto molto pensare sulla nostra giustizia: preferirei mettere in carcere gli autori del gesto per punirli, più che per recuperarli in vista del rientro in società quando verranno scarcerati.
Per questi fatti ci vuole il pugno di ferro, dare un segnale fortissimo.

Non sono d'accordo, poichè questi fatti hanno come comune denominatore e sono espansione proprio del bullismo, che sicuramente era presente in loro molto prima di un fatto che poteva essere uno dei tanti ma che solo per un accidente ha avuto conseguenze tragiche.

D'altra parte la stessa definizione di Bullismo riporta:

Il bullismo è un concetto ancora privo di una sua puntuale definizione tecnica, sia giuridica che sociologica, ma è usato pressoché unanimemente per indicare tutta quella serie di comportamenti mobbistici tenuti da soggetti giovani (bambini, adolescenti, giovani adulti) nei confronti di loro coetanei, ma non solo, caratterizzati da intenti violenti, vessatori, e persecutori. Il fenomeno ha anche legami con la criminalità giovanile, il teppismo ed il vandalismo.

Il termine italiano è un calco dell'inglese bullying. In Scandinavia, dove hanno avuto inizio le primissime ricerche sul fenomeno, si usa il termine mobbing (o mobbning). Tuttavia, sia nel mondo anglosassone che in Italia, con mobbing ci si riferisce unicamente ai fenomeni di prevaricazione interni all'ambiente di lavoro. Il mobbing sarebbe dunque il bullismo che avviene tra gli adulti, e il bullismo il mobbing che avviene tra i minori. Entrambi i fenomeni, inoltre, presentano caratteristiche analoghe, di solito in forme meno esasperate, del nonnismo degli ambienti militari.


(continua qui)
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Messaggio da seren »

Nickognito ha scritto:francamente mettere sullo stesso piano questioni di gravità e motivazioni così diverse mi sembra non molto opportuno. D'altra parte è quello che spesso succede parlando di fenomeni come il bullismo. (ma non solo).

Spesso, facendo d'ogni erba un fascio, non solo si sopravvaluta la gravità di certi episodi (e pazienza) ma spesso si sottovaluta la differenza tra azioni gravi e non gravi.

certo, ben venga che certi fenomeni spariscano del tutto. Ma soprattutto speriamo che qualcuno capisca la differenza, tra tirare un pugno e ammazzare, tra minacciare il compagno piu' debole e mandarlo all'ospedale, tra farsi una canna e morire di overdose, tra rovinarsi il fegato bevendo un po' troppo o schiantarsi in macchina ubriachi fradici, tra andare a 70 all'ora su larghi viali in città e andare a 210 in autostrada, e così via. E anche tra episodi isolati o frequenti. Sul bullismo, su questi episodi, sarebbe per me meglio lasciar parlare i numeri, ben copnsiderati, che non sottolineare singoli episodi. Un conto è se gli episodi sono tali, un altro se costituiscono un allarme per tutta la società, e possono ripetersi.

c.

e non son d'accordo neanche qui.

L'entità dei fatti, nonchè le loro conseguenze, non possono essere il criterio con cui si definisce la gravità degli stessi.

Per me sono gravi sia il minacciare che il tirare un pugno o più di uno fino alle estreme conseguenze. E vedo anche una differenza tra il bere o farsi una canna poichè questi non sono gesti contro qualcuno come le ingiurie o peggio le percosse che sottintendono senza mezzi termini atteggiamenti di prepotenza e senso si superiorità per contrastare i quali poco serviranno le esemplari punizioni, come ritiene e auspica Mp1, quanto piuttosto una maggior attenzione e un impegno di tutti ad educare bambini e ragazzi, e non solo a parole ma essendo esempio, a valori quali la tolleranza, il rispetto reciproco, il senso della civile convivenza.
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seren ha scritto:Per me sono gravi sia il minacciare che il tirare un pugno o più di uno fino alle estreme conseguenze. E vedo anche una differenza tra il bere o farsi una canna poichè questi non sono gesti contro qualcuno come le ingiurie o peggio le percosse che sottintendono senza mezzi termini atteggiamenti di prepotenza e senso si superiorità ...


Certo, sono gesti gravi, ma non gravi nello stesso identico modo.
Tirare due pugni è due volte più grave che tirarne uno solo. Ogni singolo gesto, ogni singola parola possiede un peso ben preciso. Tu stessa scrivi "ingiurie o PEGGIO le percosse" giustamente.
E' diverso bere, certo, ma quell'irresponsabilità, se mi metto alla guida di un'auto per esempio, può causare dolori e tragedie che nulla potrà mai sanare. I morti per incidenti d'auto (e le vittime innocenti) sono infinitamente più numerosi e il modo stesso di guidare sottende un atteggiamento di prepotenza e senso di superiorità. Non sono meno colpevole solo perchè non ho deciso prima chi sia la mia vittima. Certa in un caso ed eventuale nell'altro, ma ugualmente colpevole se l'eventualità si realizza.
Ultima modifica di Okefenokee il mar mag 06, 2008 1:04 am, modificato 2 volte in totale.
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