NNick87 ha scritto:luca1977 ha scritto:
Io sono laureato in economia politica e se mi posti qualche studio serio che mi dimostra (in quale paese, in che periodo storico, che tipo di impresa è stata osservata, in che settore opera, etc) le imprese private "perfomano" sempre meglio di quelle pubbliche me lo leggo con interesse. In economia c'è dibattito su tutto. Ma da quello che hai scritto, posso solo dirti che si tratta di una chiacchiera da bar.
Inannzitutto mi fa piacere perchè preferisco paralre con persone che ne sanno più di me di un argomento, sempre.
Non sono entrato molto nel dettaglio perchè non pensavo saltasse fuori questo casino e la mia afferamzione mi era parsa piuttosto generica. Tra l'altro dice la stessa cosa che scrivi te e cioè che c'è dibattito su tutto. Ho scritto questo nel mio primo commento:
"Ricordo bene dal mio esame di Corporate Governance che
ogni studio che cercava di mettere in relazione le performance aziendali con la struttura dell'assetto proprietario dava risultati alquanto fumosi, ma erano praticamente tutti d'accordo che, le imprese controllate dallo stato erano portate a sottoperformare, mentre i migliori proprietari erano gli investitori istituzionali (fondi pensione assicurazioni fondi sovrani, ecc...)."
Avrò esagerato con quel erano praticamente tutti d'accordo, ma in studi sull'argomento si trovano spesso frasi del tipo "
Ho trovato anche le pagine del libro che ricordavo, che citano uno studio piuttosto vecchio, ad essere onesti (Shleifer A., "State versus Private Ounership", Journal of Economic Perspectives, 1998). Ma non quelle in cui si dice che gli investitori istituzionali sono i migliori, son 600 pagine di libro
Il problema però è che mi è stato risposto innanzitutto che quello che ho scritto era una cazzata, salvo poi correggere il tiro con un "in economia c'è dibattito su tutto" che mi avrebbe fatto reagire in modo decisamente diverso e che ripeto mi trova decisamente d'accordo.
Ovviamente il discorso andrebbe approfondito.
Grazie! finalmente vedo un testo, che quindi si riferisce all'Italia, non alle imprese pubbliche e private in generale.
Mi pare evidente l'orientamento di chi scrive (legittimo per carità, ma va tenuto presente) e il periodo probabilmente a cui fa riferimento (anni 70-80), quello che mi sembra un pò desolante devo dire visto che si tratta di un libro di testo è l'assenza drammatica di dati e tante cose buttate li come certezze quando certezze non sono. "non sono in grado di soddisfare l'interesse pubblico meglio delle imprese private". Ecco, scrivere sta cosa è pesante, eh. Soprattutto quando si parla di caso "Italia" e di monopoli naturali. Abbiamo avuto delle privatizzazioni che sono state uno scempio (con svantaggi per tutti), e bisognerebbe anche parlare se vogliamo di aziende (leggi FIAT) - e relative performance - che sono rimaste in piedi grazie ai soldi pubblici - per profitti privati. Badate bene ad esempio che un altro fenomeno devastante è quello del conflitto di interessi, sia nel pubblico che nel privato, che ha portato alla distruzione di aziende sanissime (su questo rimando al sito del Prof. Di Carlo di Tor Vergata).
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Ma ad ogni modo, l'esempio Benetton è abbastanza di scuola a mio avviso per capire vantaggi e svantaggi di una privatizzazione fatta nel peggior modo possibile.
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Tu parti da un bene pubblico in regime di monopolio naturale, le strade. Com'è la situazione al momento del bene al momento della vendita? Buona, perchè le concessionarie pubbliche venivano chiamate il salvadanaio dell'IRI. Il bene viene privatizzato perchè l'Italia deve entrare all'Europa ma rimane pubblico e assolutamente strategico. Il privato di per sè è un animale semplice, vuol fare profitti. Ma certamente il privato se messo nelle giuste condizioni (leggi: REGOLE), può lavorare molto bene e raggiungere un interesse pubblico anche indirettamente. Vediamo però le condizioni maturate nel corso del tempo:
- Privato che subentra ad un monopolio naturale ad investimenti già fatti e pagati dai cittadini e pagando una somma (2,5 miliardi) recuperabile in meno di 5 anni
- Affidamento diretto, niente gare. Il sistema è basato sulla proroga "personale"
- Concessioni di 20 e più anni, consentendo al privato di aumentare le tariffe anche ad investimenti già ammortizzati, di fatto è una tassa pagata a un privato invece che lo Stato!
- indennizzo di circa 5 miliardi di euro al concessionario al termine della concessione (questo è incredibile, perchè non si capisce proprio a cosa sia dovuto). Di fatto un indenizzo cosi alto, consegna la concessione a vita al privato.
- Contratto secretato, non sappiamo le condizioni finanziarie applicate per formulare le tariffe ad esempio.
- Autorità di settore, costituita 20 anni dopo la privatizzazione con competenza non sulle concessioni già in essere
- Impossibilità di fatto dello Stato di revocare la concessione e, in caso di revoca, indennizzo per il Privato (che potrebbe aver provocato un disastro, come nel nostro caso) pari al totale degli incassi perduti.
- investimenti del privato costantemente disattesi rispetto agli impegni presi, senza che succeda nulla
Ora queste sono le condizioni perfette per avere un fallimento totale del mercato. Il monopolista tenderà a massimizzare gli utili, minimizzare gli investimenti, minimizzare l'innovazione, perchè l'occasione è troppo ghiotta e di fatto il ruolo regolatorio dello Stato è inesistente. Va oltre se vogliamo anche la visione "liberista" perchè qui siamo proprio al regalo e all'istigazione da parte dello Stato a frodare di fatto il cittadino. Ricordiamo quindi gli autori di questo scempio
- Primo governo Prodi che avviò la privatizzazione
- Governo D'Alema che la perfezionò
- Governo Berlusconi (con dentro la Lega) che annullò la riforma del secondo governo Prodi che provava a mettere una pezza
- Governo Renzi che ha prorogato l'indecenza e fissato un indennizzo ridicolo addirittura battendosi in Europa per confermalo (Del Rio, che dovrebbe sparire dalla scena politica).
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Cosa fare? Per me l'unica è rivedere quelle concessioni che sono in scadenza e ri-negoziare le altre, cambiando le storture più evidenti (ad es. il ruolo dell'autorità di controllo al momento senza voce in capitolo). Va inoltre annunciato pubblicamente che al termine delle concessioni non sarà più possibile prorogarne nessuna ma saranno tutte messa a gara. Va de secretato immediatamente tutti i contratti e relativi allegati. Va portata avanti la revoca con Autostrade fino a ottenere il raddoppio degli investimenti promessi al povero Delrio a parità di altre condizioni..