Rosewall ha scritto:
sei dittatoriale nelle tue elucubrazioni perchè fra le tante condizioni necessarie a cui si deve il mondo com'è al momento, scegli sempre tu arbitrariamente quali siano rimuovende e quali no
.
Non capisco
L'identità nazionale è cosa complessa (almeno tanto quella religiosa, con la quale peraltro in parte si può intrecciare) della quale la "propaganda politica" è solo uno degli elementi.
certo,anche quella di genere, razziale, di clan, do casta, il problema e' che una la si celebra e le altre le si criticano.
"Il passaporto" definisce solo la nazionalità ma non l'intensità del sentimento di appartanenza ad una comunità nazionale, che è molto variabile in funzione del luogo, del periodo, ma pure del vissuto del singolo.
e chi lo nega?
Peraltro identità è altra cosa ancora da 'patriottismo' (uno può sentirsi molto svizzero ma detestare la svizzera)
e chi lo nega?
e peraltro il patriottismo può essere espresso in chiave costruttiva, pacifica (al limite "difensiva"), e perfino universalistica
Fammi un esempio in cui il patriottismo e' piu' pacifico, o universalistico, del sentirsi 'appartenenti al mondo' invece che ' a una nazione'.
"L'identità religiosa molto forte è causa di molta violenza" è una religiosità molto forte cosí come il nazionalismo è un'identità nazionale molto forte. Ma (sensatamente) non dici: ah se non ci fossero le religioni!
Lo direi se le religioni non aggiungessero niente a questa vita e a questo mondo e se fossero corredate da un documento che ne specifichi l'appartenenza e impedisse a chi vuole di aderirvi.
Gli inni religiosi dopo un torneo suonerebbero fuori contesto per un discorso di laicità (che è tutt'altro tema), non certo perchè siano manifestazioni "forti".
La lacita' a livello di identita' nazionale non deve esistere ? Gli inni religiosi sarebbero fuori contesto perche' un vincitore di Parigi e' li' in quanto tennista, non musulmano o brasiliano.
Ma, semplicemente, i casi sono due: o vi piacciono gli inni nei tornei individuali di tennis (sbagliano tutti tranne il Roland Garros), o non vi piacciono (fanno tutti bene tranne il Roland Garros). Tu cosa ne pensi?
Al contrario gli inni nazionali in contesti sportivi sono espressioni patriotiche in genere "deboli": non comportano alcuna conseguenza, salvo casi eccezionali.
Evidentemente non suonano l'inno russo o non li invitano o squalificano le squadre perche' sono tutti scemi.
Non implicano alcuna prevaricazione, che viceversa ci sarebbe se venissero riprodotti solo nel caso vincesse l'atleta di un certo paese e non invece di un altro.
ma certo, nemmeno l'inno dei bianchi implicherebbe prevaricazione, nel caso in cui ,, se vince un nero, si suoni l'inno dei neri. Implicherebbe sottolineare che, nel tennis, e' importante in modo particolare il colore della pelle.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)