Ci sono situazioni diverse da altre. Puoi essere forte quindici anni ma giocare male tutti i mondiali, puoi essere forte 240 match di regular season e sbagliare 8 partite di playoff. Puoi vincere mille meeting e fallire due olimpiadi e due mondiali.Monheim ha scritto: tendo a valorizzare maggiormente chi è più longevo e continuo ad altissimo livello nell'esercizio delle sue funzioni rispetto a chi ha avuto picchi, anche altissimi, per breve durata dato che giocoforza fortuna e sfortuna incidono in misura minore in quindici anni di cresta dell'onda rispetto a cinque.
Puoi giocar bene 20 tornei l'anno e fallire le finali slam.
Nello sport spesso contano singoli match, singole competizioni, il resto a volte non conta molto.
Ma qualcuno ha questo modo di ragionare: 'siccome non posso dimostrare che un tizio migliora o peggiora nelle rare situazioni piu' importanti per pregi o difetti suoi, allora postulo che il ruolo della fortuna sia elevatissimo e da lui dipenda poco'.
La cosa curiosa e' che, di solito, quando una fortuna e' sicura (anche la fortuna, come le prestazioni, e' maggiormente verificabile quando continua nel tempo), come ad esempio 'avere compagni molto forti nella squadra e sistema di gioco dove sei cresciuto', improvvisamente si tende ad ignorarla.