Università italiana
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The_Cruyff ha scritto:Guarda che l'articolo originale è del sole24ore. Lo avevo letto anche io all'epoca.
Sì sì, ok, ho visto la pagina dello IULM e mi è venuto in mente, non era collegato con l'articolo.
Poi lo leggerò: anche se questi articoli spesso non fanno altro che seguire mode e leggende urbane (come quella del 'filosofo in azienda'). Condite magari in salsa di ideologia aziendalista. Sarebbero da vedere ricerche serie, vedere quanti sono occupati e a che condizioni, in dettaglio...
Comunque poi leggerò meglio.
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The_Cruyff ha scritto:A me risulta che il laureati in comunicazione trovino da lavorare. Avevo letto un articolo del sole 24 ore.
http://www.iulm.it/default.aspx?idPage=2853
Articolo dell' 11.10.2006
Okefenokee ha scritto:Senza curiosità, cultura, educazione civica e civile, voglia di informarsi, di capire, di studiare, non si va da nessuna parte.
Pitone ha scritto:Non serve schifare, basta evitare.
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"Le lauree migliori per lavorare stabilmente
I corsi di laurea che favoriscono un inserimento lavorativo più rapido sono quelli del gruppo Ingegneria gestionale (a tre anni dalla laurea l’89% degli ingegneri gestionali ha un’occupazione continuativa), Ingegneria delle telecomunicazioni (88%) e Ingegneria aerospaziale e aeronautica (86%).
Buoni inserimenti occupazionali presentano anche le lauree in Farmacia (80%), Economia aziendale (77%), Odontoiatria e protesi dentaria (75%), Scienze della comunicazione (74%) Relazioni pubbliche e Scienze internazionali e diplomatiche (entrambe 73%). Questi ultimi tre corsi rappresentano delle eccezioni positive all’interno del gruppo politico-sociale che, nel complesso, registra performance leggermente inferiori alla media.
I laureati che presentano le più basse percentuali di inserimento nel mercato del lavoro sono quelli del gruppo medico ed educazione fisica, impegnati in un lavoro continuativo soltanto in circa 20 casi su 100; seguono i laureati dei gruppi giuridico (42%), letterario (46%) e insegnamento (51%). La spiegazione sta nella particolarità dei percorsi post-laurea dei giovani in uscita da questi raggruppamenti: a tre anni dalla laurea i medici sono ancora molto spesso impegnati nelle scuole di specializzazione (54 laureati su 100 svolgono formazione retribuita); anche i laureati in materie giuridiche, a causa dell’attività di praticantato post-laurea (per lo più non retribuito), cominciano più tardi a cercare lavoro. Per i laureati dei gruppi educazione fisica e insegnamento, invece, la limitata diffusione di un’occupazione iniziata dopo la fine dell’università si deve, almeno in parte, all’abitudine di lavorare già prima del conseguimento della laurea (nell’ordine, 64% e 27%), dato che i laureati in educazione fisica utilizzano sul mercato del lavoro i diplomi Isef precedentemente conseguiti."
e' del 2006.
se trovate percentuali piu' recenti, postate pure.
I corsi di laurea che favoriscono un inserimento lavorativo più rapido sono quelli del gruppo Ingegneria gestionale (a tre anni dalla laurea l’89% degli ingegneri gestionali ha un’occupazione continuativa), Ingegneria delle telecomunicazioni (88%) e Ingegneria aerospaziale e aeronautica (86%).
Buoni inserimenti occupazionali presentano anche le lauree in Farmacia (80%), Economia aziendale (77%), Odontoiatria e protesi dentaria (75%), Scienze della comunicazione (74%) Relazioni pubbliche e Scienze internazionali e diplomatiche (entrambe 73%). Questi ultimi tre corsi rappresentano delle eccezioni positive all’interno del gruppo politico-sociale che, nel complesso, registra performance leggermente inferiori alla media.
I laureati che presentano le più basse percentuali di inserimento nel mercato del lavoro sono quelli del gruppo medico ed educazione fisica, impegnati in un lavoro continuativo soltanto in circa 20 casi su 100; seguono i laureati dei gruppi giuridico (42%), letterario (46%) e insegnamento (51%). La spiegazione sta nella particolarità dei percorsi post-laurea dei giovani in uscita da questi raggruppamenti: a tre anni dalla laurea i medici sono ancora molto spesso impegnati nelle scuole di specializzazione (54 laureati su 100 svolgono formazione retribuita); anche i laureati in materie giuridiche, a causa dell’attività di praticantato post-laurea (per lo più non retribuito), cominciano più tardi a cercare lavoro. Per i laureati dei gruppi educazione fisica e insegnamento, invece, la limitata diffusione di un’occupazione iniziata dopo la fine dell’università si deve, almeno in parte, all’abitudine di lavorare già prima del conseguimento della laurea (nell’ordine, 64% e 27%), dato che i laureati in educazione fisica utilizzano sul mercato del lavoro i diplomi Isef precedentemente conseguiti."
e' del 2006.
se trovate percentuali piu' recenti, postate pure.
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Mi domando se siete mai entrati in una facoltà di filosofia.
Chi fa filosofia per moda o perché tanto faccio il filosofo e dico quello che càzzo mi pare viene segato seduta stante. Mai incontrato uno che fa filosofia per perdere tempo, ma solo persone splendide ed appassionate (questa è la mia esperienza).
Se qualcuno è fancazzista passerà il tempo sulle scale a fare nulla, ma lo farebbe anche a ingegneria dei materiali. Se i genitori sono delle teste di càzzo che iscrivono i figli usciti dalle medie con sufficiente al liceo e poi alle prime (ovvie) difficoltà vanno nei diplomifici a comprarsi un titolo per accedere all'università dove alla fine compreranno anche la laurea dopo 10 anni di fancazzismo o comunque con molta calma, tanto il papi paga.
Secondo me è questo è il problema, non la facoltà o il numero chiuso (che poi che senso ha fare test logico-matematici se voglio iscrivermi a medicina...).
Chi ha il cùlo parato e/o poca voglia affolla le scalinate delle facoltà.
Chi ha voglia di studiare studia quello che gli piace.
Io ho cazzeggiato all'università, ho dato metà degli esami facendo intanto lavoretti e poi ho lasciato perdere e cominciato a lavorare a tempo pieno. Ora me ne pento e cerco di recuperare l'errore commesso.
Chi fa filosofia per moda o perché tanto faccio il filosofo e dico quello che càzzo mi pare viene segato seduta stante. Mai incontrato uno che fa filosofia per perdere tempo, ma solo persone splendide ed appassionate (questa è la mia esperienza).
Se qualcuno è fancazzista passerà il tempo sulle scale a fare nulla, ma lo farebbe anche a ingegneria dei materiali. Se i genitori sono delle teste di càzzo che iscrivono i figli usciti dalle medie con sufficiente al liceo e poi alle prime (ovvie) difficoltà vanno nei diplomifici a comprarsi un titolo per accedere all'università dove alla fine compreranno anche la laurea dopo 10 anni di fancazzismo o comunque con molta calma, tanto il papi paga.
Secondo me è questo è il problema, non la facoltà o il numero chiuso (che poi che senso ha fare test logico-matematici se voglio iscrivermi a medicina...).
Chi ha il cùlo parato e/o poca voglia affolla le scalinate delle facoltà.
Chi ha voglia di studiare studia quello che gli piace.
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whiterussian ha scritto:Mi domando se siete mai entrati in una facoltà di filosofia.
Chi fa filosofia per moda o perché tanto faccio il filosofo e dico quello che càzzo mi pare viene segato seduta stante. Mai incontrato uno che fa filosofia per perdere tempo, ma solo persone splendide ed appassionate (questa è la mia esperienza).
Se qualcuno è fancazzista passerà il tempo sulle scale a fare nulla, ma lo farebbe anche a ingegneria dei materiali. Se i genitori sono delle teste di càzzo che iscrivono i figli usciti dalle medie con sufficiente al liceo e poi alle prime (ovvie) difficoltà vanno nei diplomifici a comprarsi un titolo per accedere all'università dove alla fine compreranno anche la laurea dopo 10 anni di fancazzismo o comunque con molta calma, tanto il papi paga.
Secondo me è questo è il problema, non la facoltà o il numero chiuso (che poi che senso ha fare test logico-matematici se voglio iscrivermi a medicina...).
Chi ha il cùlo parato e/o poca voglia affolla le scalinate delle facoltà.
Chi ha voglia di studiare studia quello che gli piace.
Io ho cazzeggiato all'università, ho dato metà degli esami facendo intanto lavoretti e poi ho lasciato perdere e cominciato a lavorare a tempo pieno. Ora me ne pento e cerco di recuperare l'errore commesso.
White, nel mio corso di Filosofia ho trovato di tutto: il meglio e il peggio, compresi ahimé, dei deficienti totali (moda o no, non lo so), che non solo non venivano 'segati', ma andavano avanti a forza di 30 sparando quattro càzzate imparate a pappagallo, con dispetto (più che giustificato) di chi studiava sul serio.
E, purtroppo per me, ho un'esperienza piuttosto variegata, di Università, avendo toccato, nel mio folle pellegrinaggio, TRE corsi di Laurea diversi (chiudendo, finalmente, con il terzo:)): uno di questi era un corso di laurea scientifico; e devo dire che, pur se il livello medio lì era probabilmente migliore, le persone più brillanti le ho conosciute a Filosofia, senza dubbio. Come anche i più obnubilati, però.
Molti 'outliers', insomma, come si dice in Statistica.
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BackhandWinner ha scritto:whiterussian ha scritto:Mi domando se siete mai entrati in una facoltà di filosofia.
Chi fa filosofia per moda o perché tanto faccio il filosofo e dico quello che càzzo mi pare viene segato seduta stante. Mai incontrato uno che fa filosofia per perdere tempo, ma solo persone splendide ed appassionate (questa è la mia esperienza).
Se qualcuno è fancazzista passerà il tempo sulle scale a fare nulla, ma lo farebbe anche a ingegneria dei materiali. Se i genitori sono delle teste di càzzo che iscrivono i figli usciti dalle medie con sufficiente al liceo e poi alle prime (ovvie) difficoltà vanno nei diplomifici a comprarsi un titolo per accedere all'università dove alla fine compreranno anche la laurea dopo 10 anni di fancazzismo o comunque con molta calma, tanto il papi paga.
Secondo me è questo è il problema, non la facoltà o il numero chiuso (che poi che senso ha fare test logico-matematici se voglio iscrivermi a medicina...).
Chi ha il cùlo parato e/o poca voglia affolla le scalinate delle facoltà.
Chi ha voglia di studiare studia quello che gli piace.
Io ho cazzeggiato all'università, ho dato metà degli esami facendo intanto lavoretti e poi ho lasciato perdere e cominciato a lavorare a tempo pieno. Ora me ne pento e cerco di recuperare l'errore commesso.
White, nel mio corso di Filosofia ho trovato di tutto: il meglio e il peggio, compresi ahimé, dei deficienti totali (moda o no, non lo so), che non solo non venivano 'segati', ma andavano avanti a forza di 30 sparando quattro càzzate imparate a pappagallo, con dispetto (più che giustificato) di chi studiava sul serio.
E, purtroppo per me, ho un'esperienza piuttosto variegata, di Università, avendo toccato, nel mio folle pellegrinaggio, TRE corsi di Laurea diversi (chiudendo, finalmente, con il terzo:)): uno di questi era un corso di laurea scientifico; e devo dire che, pur se il livello medio lì era probabilmente migliore, le persone più brillanti le ho conosciute a Filosofia, senza dubbio. Come anche i più obnubilati, però.
Molti 'outliers', insomma, come si dice in Statistica.
Ci credo che hai incontrato dei fessi, io parlavo della mia esperienza personale, per definizione non universalizzabile.
Sul dire cazzate all'esame e poi passarlo, permettimi di avere qualche dubbio! Ciao
whiterussian ha scritto:Mi domando se siete mai entrati in una facoltà di filosofia.
Chi fa filosofia per moda o perché tanto faccio il filosofo e dico quello che càzzo mi pare viene segato seduta stante. Mai incontrato uno che fa filosofia per perdere tempo, ma solo persone splendide ed appassionate (questa è la mia esperienza).
Ci vuole un po' di "scrematura", diciamo che andandando in là con gli anni la situazione diventa simile a quella che hai descritto te.
alcol ha scritto: floyd l'ubriaco dall'occhio bigio?
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Nickognito ha scritto:Okefenokee ha scritto:floyd10 ha scritto: diciamo che andandando in là con gli anni
Quanto in là sei andato?
non parla di se stesso, sfotte
Non parlo di me stesso né sfotto , ne bastano veramente due o tre di anni, e poi si inizia a trovare quasi solo gente realmente interessata.
alcol ha scritto: floyd l'ubriaco dall'occhio bigio?
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Nickognito ha scritto:alcol ha scritto:Ombra84 ha scritto:Nella mia Università( L orientale di Napoli) c'è un ottimo apprendamento delle lingue straniere( ad eccezione dell Inglese): poi è chiaro che se vuoi spraticarti devi andare a fare esperienza all' estero.
apprendamento, spraticarti?
l'università italiana è troppo distante dal mondo del lavoro.fine del topic.
ah no, un'altra cosa:bisogna sempre lasciare con una proposta...aboliamo metà delle facoltà umanistiche.non se ne può più di egittologi e affini.
numero chiuso, tutti gli altri a fare facoltà scientifiche.per il bene di tutti noi.
siamo pieni di: Disciplinati in Arti Musica Spettacolo (DAMS), filosofi, letterai moderni e antichi, storici, egittologi, archeologi, scienziati della comunicazione.... e cosa ne consegue?che in italia uno su tre fa il giornalista.basta, pietà.
C'è bisogno di ingegneri e non di egittologi? bene, date aiuti economici solo a chi fa ingegneria. Ma se uno vuole fare l'egittologo, o anche 20 milioni di persone vogliono fare l'egittologo, che lo facciano.
c.
Benissimo, a patto che chi fa l'egittologo crepi di fame in silenzio senza andare a Ballarò a rompere i cogl°*ni lamentandosi che è precario (e sua mamma è precaria, e sua sorella è precaria e suo padre è malato....) e non chieda un centesimo di aiuto a nessuno....
Perchè se resta disoccupato e bisogna mantenerlo in qualche modo (con la pensione sociale, o come lavoratore socialmente utile o assumerlo come forestale calabrese etc..) chi paga?
Per chi non si ricorda chi era Drazen Petrovic...
http://it.youtube.com/watch?v=HPkXkZZsPGw
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drazenpetrovic ha scritto: Benissimo, a patto che chi fa l'egittologo crepi di fame in silenzio senza andare a Ballarò a rompere i cogl°*ni lamentandosi che è precario (e sua mamma è precaria, e sua sorella è precaria e suo padre è malato....) e non chieda un centesimo di aiuto a nessuno....
Perchè se resta disoccupato e bisogna mantenerlo in qualche modo (con la pensione sociale, o come lavoratore socialmente utile o assumerlo come forestale calabrese etc..) chi paga?
drazenpetrovic ha scritto:Benissimo, a patto che chi fa l'egittologo crepi di fame in silenzio senza andare a Ballarò a rompere i cogl°*ni lamentandosi che è precario (e sua mamma è precaria, e sua sorella è precaria e suo padre è malato....) e non chieda un centesimo di aiuto a nessuno....
Perchè se resta disoccupato e bisogna mantenerlo in qualche modo (con la pensione sociale, o come lavoratore socialmente utile o assumerlo come forestale calabrese etc..) chi paga?
Drazen, io sono d'accordo in parte. E' vero che la sinistra molte volte ha difeso (o ancora difende) classi "parassitarie". Il problema è che non è l'unica. Io penso che nella scuola sia stata messa gente solo per motivi clientelari, dai sindacati ecc., e non per meriti. Ma la regolarizzazione degli insegnanti di religione chi l'ha fatta? Che merito avevano per entrare di ruolo scavalcando tutte le graduatorie? E a proposito di parassiti: i dipendenti alitalia che sono? E chi ha cacciato 300 milioni dei NOSTRI soldi per continuare a mantenere questa gente?
La difesa di un certo sistema è trasversale al sistema politico; non è così facile dividere in 2 il parlamento. Durante questa campagna elettorale abbiamo avuto una certa sintonia addirittura tra Berlusconi e Bertinotti, il che è tutto dire.
Sulla vicenda Alitalia Berlusconi si è avvicinato alle posizioni dei sindacati molto più di quanto abbiano fatto il PD ed il governo Prodi.
Va beh io penso che se si chiudessero economia e giurisprudenza già il mondo potrebbe incominciare il suo progresso verso il meglio. Magari agli egittologi si potrebbero dare un po' di soldi di quelli che vengono fregati da quelli che fanno economia...
Ognuno pensa un po' quel che crede insomma...
Ognuno pensa un po' quel che crede insomma...
alcol ha scritto: floyd l'ubriaco dall'occhio bigio?
floyd10 ha scritto:Va beh io penso che se si chiudessero economia e giurisprudenza già il mondo potrebbe incominciare il suo progresso verso il meglio. Magari agli egittologi si potrebbero dare un po' di soldi di quelli che vengono fregati da quelli che fanno economia...
Ognuno pensa un po' quel che crede insomma...
n-:evil:
Okefenokee ha scritto:Senza curiosità, cultura, educazione civica e civile, voglia di informarsi, di capire, di studiare, non si va da nessuna parte.
Pitone ha scritto:Non serve schifare, basta evitare.
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Ragazzi mi appello avoi se avete qualche esperienza diretta, ma fare la specialistica alla Bocconi conviene? o é come diceva pierluigi una università di raccomandati benestanti? ho passato i test d'ammissione in più università ora mi tocca scegliere. confortatemi...che non sono affatto pochi i dindini.....
THX
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A volte mi vergogno di essere italiano, poi mi ricordo di essere napoletano e mi torna il sorriso. A. de laurentiis
Io ti dico una cosa che non sarà per nulla utile: ovvero che, per coincidenza, per scarsa buonasorte, per colpa mia, forse, ho conosciuto persone alla Bocconi con lavori ottimamente retribuiti ma nel contempo patetici còglioni, e ho conosciuto giovani che ne sono entrati non dico persone perbene, ma quasi, e uscite ancora patetici còglioni.
Poi, non so.
Poi, non so.
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alcol ha scritto:università di patetici cogliòni, confermo; ma tanto patetici quanto ricchi eh, valutare bene prima di decidere.
Ma diventano ricchi dopo, o sono ricchi prima e coglioni dopo? perchè se sono coglioni prima e poi ben retribuiti dopo, faccio uno sforzo e invece di diventare un coglionazzo cerco di salvarne due o tre... quello che mi preme di più é trovare un buon lavoro dopo.
A volte mi vergogno di essere italiano, poi mi ricordo di essere napoletano e mi torna il sorriso. A. de laurentiis
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(sposto qui la discussione, dato che è il topic dedicato)
Mannò, quello era solo un 'premesso che'.
Le tue colleghe, di fatto, confermano la regola e basta, senza essere eccezioni. Soprattutto se vengono da una triennale in una università di seconda e terza fascia, dato che mi pare di aver avuto evidenza sufficiente per dire che ci sono disparità enormi nella qualità di insegnamento tra le diverse uni inglesi, più di quanto ce ne sia, mi pare,in Italia o altrove in Europa (e la maggiore affinità con il modello americano mi pare renda plausibile questa ipotesi).
Quanto al 'fare tutt'altro per campare', non mi sorprende (statisticamente, diciamo), visto che appunto gli studi di economia sono studi di scienze sociali: se non si resta nell'accademia (o non si è particolarmente specializzati in ambito finanziario, forse) si finisce per fare un po' di tutto, come i laureati in Scienze Politiche, Sociologia o anche Giurisprudenza o Humanities varie.
Non c'è un nocciolo di competenza molto ben strutturata e definita come nelle scienze matematiche e naturali o nell'Ingegneria, dove infatti, se si escludono scelte esistenziali random, i relativi laureati restano giustamente nei binari previsti dalla loro formazione.
klaus ha scritto:BackhandWinner ha scritto:Maddai, se hai studiato economia (politica, com'e' definita in Italia l'Economics) credo che concorderai con me.
Non penserai che l'assioma delle preferenze rilevate o la transitivita' delle preferenze e la convessita' delle curve d'indifferenza abbiano la stessa solidita' di fondamenta del Teorema di Euclide sui numeri primi, del Teorema di Bolzano-Weisstrass o dell'assioma di Dedekind?
No guarda non lo so, non ho le competenze per farmi beffe con frasi come "si ammanta di inutile matematica","scimmiotta la meccanica settecentesca " , "postulati di dubbia consistenza", "fondamenta di sabbie mobili", di una disciplina così complicata.
5 anni di studi ad Economia mi sono bastati si e no ad assaggiare alcune nozioni e, facendo tutt'altro per campare, non ho mai più avuto modo di approfondire.
Sinceramente non vedo quanto questo sprezzante attacco alla disciplina in se possa poi confutare il fatto che 2 mie colleghe inglesi che si dicono laureate in Economia abbiano una preparazione più approssimativa della mia (e ce ne vuole ).
Ma saranno due eccezioni che confermano la regola.
Mannò, quello era solo un 'premesso che'.
Le tue colleghe, di fatto, confermano la regola e basta, senza essere eccezioni. Soprattutto se vengono da una triennale in una università di seconda e terza fascia, dato che mi pare di aver avuto evidenza sufficiente per dire che ci sono disparità enormi nella qualità di insegnamento tra le diverse uni inglesi, più di quanto ce ne sia, mi pare,in Italia o altrove in Europa (e la maggiore affinità con il modello americano mi pare renda plausibile questa ipotesi).
Quanto al 'fare tutt'altro per campare', non mi sorprende (statisticamente, diciamo), visto che appunto gli studi di economia sono studi di scienze sociali: se non si resta nell'accademia (o non si è particolarmente specializzati in ambito finanziario, forse) si finisce per fare un po' di tutto, come i laureati in Scienze Politiche, Sociologia o anche Giurisprudenza o Humanities varie.
Non c'è un nocciolo di competenza molto ben strutturata e definita come nelle scienze matematiche e naturali o nell'Ingegneria, dove infatti, se si escludono scelte esistenziali random, i relativi laureati restano giustamente nei binari previsti dalla loro formazione.
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