Il giustamente era riferito al sentirsi preso in giro, al leggere una lettera con quel tono, specie se viene dal nulla e non c'è stato confronto precedente. L'eventuale ripercussione sul ragazzo non è ovviamente giustificabile, ma immagino sia, come dici tu, alquanto probabile.NNick87 ha scritto:Sarebbe stato meglio. FOrse sarebbe il caso di capire se è vera fino in fondo la lettera o se è stata fatta più sensibilizzare su un problema che per effettiva necessita.pocaluce ha scritto:ma tipo...parlarne con l'insegnante prima delle vacanze, no? trovare una soluzione condivisa assieme a lui/lei, magari anche coinvolgendo il ragazzo invece di farlo diventare un novello walden non era più produttivo di mandare le letterine, col rischio che magari l'insegnante si senta (anche giustamente) preso per il culo e gliela faccia pagare durante l'anno?
In ogni caso - la parte in grassetto, purtroppo, altro che giustamente - può accadere, mica tutti gli insegnati si chiamano tuborovescio.
Scuola: buone notizie :(
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Re: Scuola: buone notizie :(
A lot of people say, "Yeah, I like Dennis Rodman," but they don't really mean that. I'm a big Dennis Rodman fan. I've been a Rodman fan since 1998 when he was in all his controversy, so that's never going to change.
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Re: Scuola: buone notizie :(
Rosewall ha scritto:secondo me il ragazzo è stato sveglio di notte per farli di nascosto e non vedeva l'ora che finissero i tre mesi di lezioni di vita con il padre rompicojoni.
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Re: Scuola: buone notizie :(
I genitori.
«Che schifo il diario della bimba con il velo islamico». Ma è Malala
I genitori insorgono contro un diario pubblicato da un istituto vicentino. Non riconoscono il premio Nobel per la Pace
Alcuni genitori si sono indignati per un diario che ritrae una bambina con l’hijab, uno dei tanti veli islamici. Il lavoro è stato stampato in un istituto comprensivo di Carrè, Chiuppano e Zanè. Raffigura Malala Yousafzai, la giovanissima pakistana che ha vinto il Premio Nobel per la Pace, lottando per il diritto all’istruzione nel suo paese
l disegno in stile Andy Warhol che ritrae una bambina con lo hijab, una delle tipologie di velo islamico, sta provocando un vespaio su Facebook. L’immagine è la copertina del diario scolastico stampato dall’isitituto comprensivo di Carrè, Chiuppano e Zanè.
“Io sono senza parole – scrive Giulia, che ha postato la foto sulla sua pagina Facebook – E anche qui sarebbero solo insulti… Vergognatevi! I comunisti sono pregati di non commentare con moralismi, storie di integrazione di sto c***o e altre M***”. Seguono tre hashtag: #loschifo, #èoradibasta #vergogna e una ventina di commenti che vanno dal “Ma i genitori tutti zitti? non ho capito l’obbligo di avere una cosa che non condivido…deghe fogo!!!!!!!” al “A me sale l’omicidio” fino alle foto di Benito Mussolini e proposte di roghi davanti alle scuole.
In realtà la bambina rappresentata è Malala Yousafzai, la giovanissima pakistana che ha vinto il Premio Nobel per la Pace con le sue lotte per il diritto all’istruzione e sui diritti civili in generale. “Sono sorpresa e amareggiata – spiega la dirigente scolastica Luciana Bassan – Sorpresa perchè nessuno si è lamentato di persona e amareggiata perchè quella copertina e tutti gli altri 11 disegni contenuti nel diario sono frutto di un lungo lavoro di due classi V di Zanè sul tema “Gesti famosi, donne semplici”, che ha portato loro a vincere un concorso scolastico. Oltre a Malala sono state ritratte anche Anna Frank, Rita Levi Montalcini, Indira Ghandi. Amereggiati sono anche gli insegnanti ma soprattutto i ragazzi, che si sono impegnati tanto su temi come la libertà e il diritto all’istruzione per tutti i bambini”.
“Cari genitori – conclude la dirigente – Forse è il caso che facciate una riflessione sulla vostra reazione anziché su quel bel disegno di cui ignoravate il significato”.
«Che schifo il diario della bimba con il velo islamico». Ma è Malala
I genitori insorgono contro un diario pubblicato da un istituto vicentino. Non riconoscono il premio Nobel per la Pace
Alcuni genitori si sono indignati per un diario che ritrae una bambina con l’hijab, uno dei tanti veli islamici. Il lavoro è stato stampato in un istituto comprensivo di Carrè, Chiuppano e Zanè. Raffigura Malala Yousafzai, la giovanissima pakistana che ha vinto il Premio Nobel per la Pace, lottando per il diritto all’istruzione nel suo paese
l disegno in stile Andy Warhol che ritrae una bambina con lo hijab, una delle tipologie di velo islamico, sta provocando un vespaio su Facebook. L’immagine è la copertina del diario scolastico stampato dall’isitituto comprensivo di Carrè, Chiuppano e Zanè.
“Io sono senza parole – scrive Giulia, che ha postato la foto sulla sua pagina Facebook – E anche qui sarebbero solo insulti… Vergognatevi! I comunisti sono pregati di non commentare con moralismi, storie di integrazione di sto c***o e altre M***”. Seguono tre hashtag: #loschifo, #èoradibasta #vergogna e una ventina di commenti che vanno dal “Ma i genitori tutti zitti? non ho capito l’obbligo di avere una cosa che non condivido…deghe fogo!!!!!!!” al “A me sale l’omicidio” fino alle foto di Benito Mussolini e proposte di roghi davanti alle scuole.
In realtà la bambina rappresentata è Malala Yousafzai, la giovanissima pakistana che ha vinto il Premio Nobel per la Pace con le sue lotte per il diritto all’istruzione e sui diritti civili in generale. “Sono sorpresa e amareggiata – spiega la dirigente scolastica Luciana Bassan – Sorpresa perchè nessuno si è lamentato di persona e amareggiata perchè quella copertina e tutti gli altri 11 disegni contenuti nel diario sono frutto di un lungo lavoro di due classi V di Zanè sul tema “Gesti famosi, donne semplici”, che ha portato loro a vincere un concorso scolastico. Oltre a Malala sono state ritratte anche Anna Frank, Rita Levi Montalcini, Indira Ghandi. Amereggiati sono anche gli insegnanti ma soprattutto i ragazzi, che si sono impegnati tanto su temi come la libertà e il diritto all’istruzione per tutti i bambini”.
“Cari genitori – conclude la dirigente – Forse è il caso che facciate una riflessione sulla vostra reazione anziché su quel bel disegno di cui ignoravate il significato”.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Scuola: buone notizie :(
In effetti in questo momento storico aspettarsela diversa sarebbe senza senso
Lo voglio rivedere, Fabio
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Re: Scuola: buone notizie :(
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Scuola: buone notizie :(
Nickognito ha scritto:questo e' da insegnare a scuola, su....
http://mobile.nytimes.com/2016/05/29/op ... erson.html
The person who is best suited to us is not the person who shares our every taste (he or she doesn’t exist), but the person who can negotiate differences in taste intelligently — the person who is good at disagreement. Rather than some notional idea of perfect complementarity, it is the capacity to tolerate differences with generosity that is the true marker of the “not overly wrong” person. Compatibility is an achievement of love; it must not be its precondition.
Romanticism has been unhelpful to us; it is a harsh philosophy. It has made a lot of what we go through in marriage seem exceptional and appalling. We end up lonely and convinced that our union, with its imperfections, is not “normal.” We should learn to accommodate ourselves to “wrongness,” striving always to adopt a more forgiving, humorous and kindly perspective on its multiple examples in ourselves and in our partners.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Scuola: buone notizie :(
Liceo classico: no, il problema non è il latino
Non so esattamente perché, ma ho sempre detestato gli appelli. Forse perché sono troppi, e i personaggi pubblici ne abusano (come i radicali con i referendum). O forse perché, assai spesso, sembrano strumenti di autopromozione dei firmatari, più che mezzi adeguati per risolvere i problemi che sollevano. Insomma, quali che siano le origini della mia diffidenza, non ho mai firmato appelli. Anzi, mi sono dato una regola: non firmare mai un appello, anche se lo condividi al 100%.
Oggi però sono crollato. Ho violato la mia regola, e ho firmato un appello, il primo (probabilmente l'unico) della mia vita. Non me la sentivo di non aderire. Così, venerdì ho aggiunto la mia minuscola firma alle 9.964 che già erano state raccolte. Probabilmente, nel momento in cui leggete questo articolo, le firme avranno superato la barriera delle 10mila, tantissime per il tipo di argomento considerato.Di che cosa si tratta?Si tratta della lettera-appello contro l'abolizione, parziale o totale, della traduzione dal latino e dal greco nell'esame di maturità (una proposta lanciata qualche mese fa dall'ex ministro dell'Istruzione Luigi Berlinguer a un convegno milanese). Qui non voglio aggiungere alcun argomento alle limpide e convincenti parole dell'appello, il cui testo è direttamente consultabile su internet* (indirizzo , utile anche per eventuale firma) Quello che vorrei fare, invece, è raccontare come può vedere le cose chi, come me, fa il sociologo e insegna materie scientifiche (matematica e analisi dei dati) agli studenti universitari. Ebbene, io sono convinto che la vera posta in gioco non sia la sopravvivenza della cultura classica nel nostro Paese. Certo, tutto fa pensare che la nostra epoca sia una sorta di contro-Rinascimento, un tempo in cui il pendolo fra l'ammirazione per i classici e la venerazione delle novità oscilla decisamente a favore di queste ultime. E, se devo fare una previsione, sono perfettamente persuaso che si continuerà sulla strada già imboccata con la soppressione della storia antica dalla scuola media inferiore: nelle scuole secondarie del futuro lo spazio riservato alla civiltà greco-romana da cui proveniamo sarà sempre più ristretto. E tuttavia a me pare che la ragione vera per cui si vuole (e quasi certamente si riuscirà) abolire la traduzione dal latino e dal greco non sia l'incapacità di apprezzare la cultura classica, o la volontà di promuovere la cultura scientifica, o il desiderio di modernizzare e svecchiare la scuola.
No, la vera ragione è molto più terra-terra: la traduzione dal latino e dal greco, insieme ad alcune parti della matematica (nei casi in cui vengono effettivamente insegnate), è rimasto l'ultimo compito davvero difficile della scuola secondaria superiore. È questo, semplicemente questo, che rende attraenti le tesi degli abolizionisti. È questo che – prima o poi – consentirà loro di imporsi. Perché, non nascondiamocelo, la domanda degli studenti e delle loro famiglie non è di alzare l'asticella, ma di abbassarla sempre più, come in effetti diligentemente facciamo da almeno quattro decenni.È questo, il livello dell'asticella, che fa la differenza fra una buona scuola e una scuola mediocre. Ed è questo, la tenace volontà di tenerla bassa, il non-detto che accomuna buona parte delle innovazioni nella scuola e nell'università. Se così non fosse, alla progressiva erosione dello spazio del latino e del greco, con la soppressione dell'analisi logica nella scuola media inferiore, la scomparsa quasi universale della traduzione dall'italiano, l'istituzione di licei scientifici “ma senza latino”, si accompagnerebbe l'introduzione di soggetti ritenuti più interessanti, o più utili, o più formativi, ma altrettanto impegnativi. Giusto per fare qualche esempio: studio del cinese, compresi gli ideogrammi; logica e calcolo simbolico; teoria della relatività; meccanica quantistica; filologia classica o moderna; algebra astratta; linguaggi di programmazione evoluti (al posto del ridicolo insegnamento del pacchetto Microsoft Office).Ecco perché dico che la cultura classica non è la vera posta in gioco. Le minacce alla cultura classica vengono un po' da tutte le parti, ma il suo vero tallone di Achille è che c'è un momento di essa, quello in cui prendiamo in mano un testo di 2000 anni fa e proviamo a tradurlo, che richiede un livello di organizzazione mentale che non siamo più capaci di fornire a tutti. Per questo, essenzialmente per questo, la traduzione dal greco e dal latino è entrata nel mirino della politica. Non tanto perché «non è utile» (quasi nulla di ciò che si insegna a scuola ha un'utilità immediata), ma perché è difficile, molto difficile.Si potrebbe obiettare: perché mai dobbiamo difendere le cose difficili? Non c'è un po' di sadismo nel rifiuto di alleggerire gli studi?È arrivati a questo punto, a questo nodo del problema, che mi sono convinto che, proprio per il lavoro che faccio, non potevo non firmare l'appello. Perché quel che osservo nel mio lavoro di docente universitario non mi può lasciare indifferente.
Quel che vedo è terribile. Ci sono studenti, tantissimi studenti, che non hanno alcun particolare handicap fisico o sociale eppure sono irrimediabilmente non all'altezza dei compiti cognitivi che lo studio universitario ancora richiede in certe materie e in certe aree del Paese. Essi credono di avere delle “lacune”, e quindi di poterle colmare (come si recupera un'informazione mancante cercandola su internet), ma in realtà si sbagliano. Per essi non c'è più (quasi) nulla da fare, perché difettano delle capacità di base, che si acquisiscono lentamente e gradualmente nel tempo: capacità di astrazione e concentrazione, padronanza della lingua e del suo lessico, finezza e sensibilità alle distinzioni, capacità di prendere appunti e organizzare la conoscenza, attitudine a non dimenticare quel che si è appreso. La scuola di oggi, con la sua corsa ad abbassare l'asticella, queste capacità le fornisce sempre più raramente. E, quel che è più grave, questa rinuncia a regalare ai giovani una vera formazione di base non avviene certo in nome di un'istruzione “utile”, ovvero all'insegna di uno sviluppo delle capacità professionali, ad esempio sul modello tedesco dell'alternanza scuola-lavoro. No, il modello verso cui stiamo correndo a fari spenti è quello della liceizzazione totale: la scuola secondaria superiore è oggi un gigantesco liceo che non è più in grado di erogare una preparazione di base decente, e proprio per questo induce l'università a trasformarsi essa stessa in un immenso e tardivo liceo. L'unico baluardo che resta in piedi sono quelle scuole, ma forse sarebbe meglio dire – quegli insegnanti – che non hanno rinunciato a spostare l'asticella sempre più in su, per mettere i loro allievi nelle condizioni di affrontare qualsiasi tipo di studio, umanistico o scientifico che sia. È grazie a queste scuole e a questi insegnanti che all'università, nonostante tutto, arrivano ancora drappelli di studenti in grado di ricevere un'istruzione universitaria, e le materie più complesse non sono ancora state abolite del tutto. Ma si tratta di eccezioni, non di rado provenienti dalla minoranza di studenti (circa il 6%) che ancora scelgono il liceo classico, con la sua aborrita prova di traduzione dal latino e dal greco. La regola, purtroppo, è che chi ha un diploma di maturità non è in grado di frequentare un'università che non abbia drasticamente abbassato gli standard. È per questo che sto con la lettera-appello sulla traduzione dal latino e dal greco. Per me quella lettera non difende semplicemente la cultura classica, il latino o il greco. Quell'appello, difendendo l'ultima prova veramente difficile rimasta in piedi nella scuola, difende anche un'idea più generale: che se non vogliamo privare i nostri ragazzi delle capacità di cui prima o poi avranno bisogno, dobbiamo regalargli studi degni di questo nome, e smetterla di proteggerli da ogni sfida che possa metterli davvero alla prova.
* http://24o.it/links/?uri=http://taskfor ... +il+latino
Non so esattamente perché, ma ho sempre detestato gli appelli. Forse perché sono troppi, e i personaggi pubblici ne abusano (come i radicali con i referendum). O forse perché, assai spesso, sembrano strumenti di autopromozione dei firmatari, più che mezzi adeguati per risolvere i problemi che sollevano. Insomma, quali che siano le origini della mia diffidenza, non ho mai firmato appelli. Anzi, mi sono dato una regola: non firmare mai un appello, anche se lo condividi al 100%.
Oggi però sono crollato. Ho violato la mia regola, e ho firmato un appello, il primo (probabilmente l'unico) della mia vita. Non me la sentivo di non aderire. Così, venerdì ho aggiunto la mia minuscola firma alle 9.964 che già erano state raccolte. Probabilmente, nel momento in cui leggete questo articolo, le firme avranno superato la barriera delle 10mila, tantissime per il tipo di argomento considerato.Di che cosa si tratta?Si tratta della lettera-appello contro l'abolizione, parziale o totale, della traduzione dal latino e dal greco nell'esame di maturità (una proposta lanciata qualche mese fa dall'ex ministro dell'Istruzione Luigi Berlinguer a un convegno milanese). Qui non voglio aggiungere alcun argomento alle limpide e convincenti parole dell'appello, il cui testo è direttamente consultabile su internet* (indirizzo , utile anche per eventuale firma) Quello che vorrei fare, invece, è raccontare come può vedere le cose chi, come me, fa il sociologo e insegna materie scientifiche (matematica e analisi dei dati) agli studenti universitari. Ebbene, io sono convinto che la vera posta in gioco non sia la sopravvivenza della cultura classica nel nostro Paese. Certo, tutto fa pensare che la nostra epoca sia una sorta di contro-Rinascimento, un tempo in cui il pendolo fra l'ammirazione per i classici e la venerazione delle novità oscilla decisamente a favore di queste ultime. E, se devo fare una previsione, sono perfettamente persuaso che si continuerà sulla strada già imboccata con la soppressione della storia antica dalla scuola media inferiore: nelle scuole secondarie del futuro lo spazio riservato alla civiltà greco-romana da cui proveniamo sarà sempre più ristretto. E tuttavia a me pare che la ragione vera per cui si vuole (e quasi certamente si riuscirà) abolire la traduzione dal latino e dal greco non sia l'incapacità di apprezzare la cultura classica, o la volontà di promuovere la cultura scientifica, o il desiderio di modernizzare e svecchiare la scuola.
No, la vera ragione è molto più terra-terra: la traduzione dal latino e dal greco, insieme ad alcune parti della matematica (nei casi in cui vengono effettivamente insegnate), è rimasto l'ultimo compito davvero difficile della scuola secondaria superiore. È questo, semplicemente questo, che rende attraenti le tesi degli abolizionisti. È questo che – prima o poi – consentirà loro di imporsi. Perché, non nascondiamocelo, la domanda degli studenti e delle loro famiglie non è di alzare l'asticella, ma di abbassarla sempre più, come in effetti diligentemente facciamo da almeno quattro decenni.È questo, il livello dell'asticella, che fa la differenza fra una buona scuola e una scuola mediocre. Ed è questo, la tenace volontà di tenerla bassa, il non-detto che accomuna buona parte delle innovazioni nella scuola e nell'università. Se così non fosse, alla progressiva erosione dello spazio del latino e del greco, con la soppressione dell'analisi logica nella scuola media inferiore, la scomparsa quasi universale della traduzione dall'italiano, l'istituzione di licei scientifici “ma senza latino”, si accompagnerebbe l'introduzione di soggetti ritenuti più interessanti, o più utili, o più formativi, ma altrettanto impegnativi. Giusto per fare qualche esempio: studio del cinese, compresi gli ideogrammi; logica e calcolo simbolico; teoria della relatività; meccanica quantistica; filologia classica o moderna; algebra astratta; linguaggi di programmazione evoluti (al posto del ridicolo insegnamento del pacchetto Microsoft Office).Ecco perché dico che la cultura classica non è la vera posta in gioco. Le minacce alla cultura classica vengono un po' da tutte le parti, ma il suo vero tallone di Achille è che c'è un momento di essa, quello in cui prendiamo in mano un testo di 2000 anni fa e proviamo a tradurlo, che richiede un livello di organizzazione mentale che non siamo più capaci di fornire a tutti. Per questo, essenzialmente per questo, la traduzione dal greco e dal latino è entrata nel mirino della politica. Non tanto perché «non è utile» (quasi nulla di ciò che si insegna a scuola ha un'utilità immediata), ma perché è difficile, molto difficile.Si potrebbe obiettare: perché mai dobbiamo difendere le cose difficili? Non c'è un po' di sadismo nel rifiuto di alleggerire gli studi?È arrivati a questo punto, a questo nodo del problema, che mi sono convinto che, proprio per il lavoro che faccio, non potevo non firmare l'appello. Perché quel che osservo nel mio lavoro di docente universitario non mi può lasciare indifferente.
Quel che vedo è terribile. Ci sono studenti, tantissimi studenti, che non hanno alcun particolare handicap fisico o sociale eppure sono irrimediabilmente non all'altezza dei compiti cognitivi che lo studio universitario ancora richiede in certe materie e in certe aree del Paese. Essi credono di avere delle “lacune”, e quindi di poterle colmare (come si recupera un'informazione mancante cercandola su internet), ma in realtà si sbagliano. Per essi non c'è più (quasi) nulla da fare, perché difettano delle capacità di base, che si acquisiscono lentamente e gradualmente nel tempo: capacità di astrazione e concentrazione, padronanza della lingua e del suo lessico, finezza e sensibilità alle distinzioni, capacità di prendere appunti e organizzare la conoscenza, attitudine a non dimenticare quel che si è appreso. La scuola di oggi, con la sua corsa ad abbassare l'asticella, queste capacità le fornisce sempre più raramente. E, quel che è più grave, questa rinuncia a regalare ai giovani una vera formazione di base non avviene certo in nome di un'istruzione “utile”, ovvero all'insegna di uno sviluppo delle capacità professionali, ad esempio sul modello tedesco dell'alternanza scuola-lavoro. No, il modello verso cui stiamo correndo a fari spenti è quello della liceizzazione totale: la scuola secondaria superiore è oggi un gigantesco liceo che non è più in grado di erogare una preparazione di base decente, e proprio per questo induce l'università a trasformarsi essa stessa in un immenso e tardivo liceo. L'unico baluardo che resta in piedi sono quelle scuole, ma forse sarebbe meglio dire – quegli insegnanti – che non hanno rinunciato a spostare l'asticella sempre più in su, per mettere i loro allievi nelle condizioni di affrontare qualsiasi tipo di studio, umanistico o scientifico che sia. È grazie a queste scuole e a questi insegnanti che all'università, nonostante tutto, arrivano ancora drappelli di studenti in grado di ricevere un'istruzione universitaria, e le materie più complesse non sono ancora state abolite del tutto. Ma si tratta di eccezioni, non di rado provenienti dalla minoranza di studenti (circa il 6%) che ancora scelgono il liceo classico, con la sua aborrita prova di traduzione dal latino e dal greco. La regola, purtroppo, è che chi ha un diploma di maturità non è in grado di frequentare un'università che non abbia drasticamente abbassato gli standard. È per questo che sto con la lettera-appello sulla traduzione dal latino e dal greco. Per me quella lettera non difende semplicemente la cultura classica, il latino o il greco. Quell'appello, difendendo l'ultima prova veramente difficile rimasta in piedi nella scuola, difende anche un'idea più generale: che se non vogliamo privare i nostri ragazzi delle capacità di cui prima o poi avranno bisogno, dobbiamo regalargli studi degni di questo nome, e smetterla di proteggerli da ogni sfida che possa metterli davvero alla prova.
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Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
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Re: Scuola: buone notizie :(
Luigi Berlinguer che se non ricordo male fu quello che varo' la rifotma del 3+2 universitario, sempre in tema di rendere le cose più facili e alla fine svilirle. Li' la filosofia era: una laurea, magari triennale, non si nega a nessuno.In settori come quello ingegneristico, per parecchio tempo hanno preferito assumere laureati trentenni drl vecchio ordinamento piuttosto che un po' piu giovani con la nuova formula.
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Re: Scuola: buone notizie :(
PINDARO ha scritto:Liceo classico: no, il problema non è il latino
Non so esattamente perché, ma ho sempre detestato gli appelli. Forse perché sono troppi, e i personaggi pubblici ne abusano (come i radicali con i referendum). O forse perché, assai spesso, sembrano strumenti di autopromozione dei firmatari, più che mezzi adeguati per risolvere i problemi che sollevano. Insomma, quali che siano le origini della mia diffidenza, non ho mai firmato appelli. Anzi, mi sono dato una regola: non firmare mai un appello, anche se lo condividi al 100%.
Oggi però sono crollato. Ho violato la mia regola, e ho firmato un appello, il primo (probabilmente l'unico) della mia vita. Non me la sentivo di non aderire. Così, venerdì ho aggiunto la mia minuscola firma alle 9.964 che già erano state raccolte. Probabilmente, nel momento in cui leggete questo articolo, le firme avranno superato la barriera delle 10mila, tantissime per il tipo di argomento considerato.Di che cosa si tratta?Si tratta della lettera-appello contro l'abolizione, parziale o totale, della traduzione dal latino e dal greco nell'esame di maturità (una proposta lanciata qualche mese fa dall'ex ministro dell'Istruzione Luigi Berlinguer a un convegno milanese). Qui non voglio aggiungere alcun argomento alle limpide e convincenti parole dell'appello, il cui testo è direttamente consultabile su internet* (indirizzo , utile anche per eventuale firma) Quello che vorrei fare, invece, è raccontare come può vedere le cose chi, come me, fa il sociologo e insegna materie scientifiche (matematica e analisi dei dati) agli studenti universitari. Ebbene, io sono convinto che la vera posta in gioco non sia la sopravvivenza della cultura classica nel nostro Paese. Certo, tutto fa pensare che la nostra epoca sia una sorta di contro-Rinascimento, un tempo in cui il pendolo fra l'ammirazione per i classici e la venerazione delle novità oscilla decisamente a favore di queste ultime. E, se devo fare una previsione, sono perfettamente persuaso che si continuerà sulla strada già imboccata con la soppressione della storia antica dalla scuola media inferiore: nelle scuole secondarie del futuro lo spazio riservato alla civiltà greco-romana da cui proveniamo sarà sempre più ristretto. E tuttavia a me pare che la ragione vera per cui si vuole (e quasi certamente si riuscirà) abolire la traduzione dal latino e dal greco non sia l'incapacità di apprezzare la cultura classica, o la volontà di promuovere la cultura scientifica, o il desiderio di modernizzare e svecchiare la scuola.
No, la vera ragione è molto più terra-terra: la traduzione dal latino e dal greco, insieme ad alcune parti della matematica (nei casi in cui vengono effettivamente insegnate), è rimasto l'ultimo compito davvero difficile della scuola secondaria superiore. È questo, semplicemente questo, che rende attraenti le tesi degli abolizionisti. È questo che – prima o poi – consentirà loro di imporsi. Perché, non nascondiamocelo, la domanda degli studenti e delle loro famiglie non è di alzare l'asticella, ma di abbassarla sempre più, come in effetti diligentemente facciamo da almeno quattro decenni.È questo, il livello dell'asticella, che fa la differenza fra una buona scuola e una scuola mediocre. Ed è questo, la tenace volontà di tenerla bassa, il non-detto che accomuna buona parte delle innovazioni nella scuola e nell'università. Se così non fosse, alla progressiva erosione dello spazio del latino e del greco, con la soppressione dell'analisi logica nella scuola media inferiore, la scomparsa quasi universale della traduzione dall'italiano, l'istituzione di licei scientifici “ma senza latino”, si accompagnerebbe l'introduzione di soggetti ritenuti più interessanti, o più utili, o più formativi, ma altrettanto impegnativi. Giusto per fare qualche esempio: studio del cinese, compresi gli ideogrammi; logica e calcolo simbolico; teoria della relatività; meccanica quantistica; filologia classica o moderna; algebra astratta; linguaggi di programmazione evoluti (al posto del ridicolo insegnamento del pacchetto Microsoft Office).Ecco perché dico che la cultura classica non è la vera posta in gioco. Le minacce alla cultura classica vengono un po' da tutte le parti, ma il suo vero tallone di Achille è che c'è un momento di essa, quello in cui prendiamo in mano un testo di 2000 anni fa e proviamo a tradurlo, che richiede un livello di organizzazione mentale che non siamo più capaci di fornire a tutti. Per questo, essenzialmente per questo, la traduzione dal greco e dal latino è entrata nel mirino della politica. Non tanto perché «non è utile» (quasi nulla di ciò che si insegna a scuola ha un'utilità immediata), ma perché è difficile, molto difficile.Si potrebbe obiettare: perché mai dobbiamo difendere le cose difficili? Non c'è un po' di sadismo nel rifiuto di alleggerire gli studi?È arrivati a questo punto, a questo nodo del problema, che mi sono convinto che, proprio per il lavoro che faccio, non potevo non firmare l'appello. Perché quel che osservo nel mio lavoro di docente universitario non mi può lasciare indifferente.
Quel che vedo è terribile. Ci sono studenti, tantissimi studenti, che non hanno alcun particolare handicap fisico o sociale eppure sono irrimediabilmente non all'altezza dei compiti cognitivi che lo studio universitario ancora richiede in certe materie e in certe aree del Paese. Essi credono di avere delle “lacune”, e quindi di poterle colmare (come si recupera un'informazione mancante cercandola su internet), ma in realtà si sbagliano. Per essi non c'è più (quasi) nulla da fare, perché difettano delle capacità di base, che si acquisiscono lentamente e gradualmente nel tempo: capacità di astrazione e concentrazione, padronanza della lingua e del suo lessico, finezza e sensibilità alle distinzioni, capacità di prendere appunti e organizzare la conoscenza, attitudine a non dimenticare quel che si è appreso. La scuola di oggi, con la sua corsa ad abbassare l'asticella, queste capacità le fornisce sempre più raramente. E, quel che è più grave, questa rinuncia a regalare ai giovani una vera formazione di base non avviene certo in nome di un'istruzione “utile”, ovvero all'insegna di uno sviluppo delle capacità professionali, ad esempio sul modello tedesco dell'alternanza scuola-lavoro. No, il modello verso cui stiamo correndo a fari spenti è quello della liceizzazione totale: la scuola secondaria superiore è oggi un gigantesco liceo che non è più in grado di erogare una preparazione di base decente, e proprio per questo induce l'università a trasformarsi essa stessa in un immenso e tardivo liceo. L'unico baluardo che resta in piedi sono quelle scuole, ma forse sarebbe meglio dire – quegli insegnanti – che non hanno rinunciato a spostare l'asticella sempre più in su, per mettere i loro allievi nelle condizioni di affrontare qualsiasi tipo di studio, umanistico o scientifico che sia. È grazie a queste scuole e a questi insegnanti che all'università, nonostante tutto, arrivano ancora drappelli di studenti in grado di ricevere un'istruzione universitaria, e le materie più complesse non sono ancora state abolite del tutto. Ma si tratta di eccezioni, non di rado provenienti dalla minoranza di studenti (circa il 6%) che ancora scelgono il liceo classico, con la sua aborrita prova di traduzione dal latino e dal greco. La regola, purtroppo, è che chi ha un diploma di maturità non è in grado di frequentare un'università che non abbia drasticamente abbassato gli standard. È per questo che sto con la lettera-appello sulla traduzione dal latino e dal greco. Per me quella lettera non difende semplicemente la cultura classica, il latino o il greco. Quell'appello, difendendo l'ultima prova veramente difficile rimasta in piedi nella scuola, difende anche un'idea più generale: che se non vogliamo privare i nostri ragazzi delle capacità di cui prima o poi avranno bisogno, dobbiamo regalargli studi degni di questo nome, e smetterla di proteggerli da ogni sfida che possa metterli davvero alla prova.
* http://24o.it/links/?uri=http://taskfor ... +il+latino
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Re: Scuola: buone notizie :(
ma almeno le traduzioni di greco e latino le facevi in due oreBackhandWinner ha scritto:
o bussava il custode e gli chiedevi mezz'ora in piu?
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Re: Scuola: buone notizie :(
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01 ... a/3294429/
un altro mattoncino verso la ricostruzione del sistema classista per il quale il figlio del dottore farà il dottore, quello del disgraziato sarà disgraziato.
un altro mattoncino verso la ricostruzione del sistema classista per il quale il figlio del dottore farà il dottore, quello del disgraziato sarà disgraziato.
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Re: Scuola: buone notizie :(
E quello del leghista ?Burano ha scritto:http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01 ... a/3294429/
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Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Scuola: buone notizie :(
I 18enni di oggi hanno la merda in testa. INFAMI.
Bonus cultura, rivenduti online a metà prezzo i buoni da 500 euro per i 18enni: "Noi non leggiamo"
Il mercato delle trattative è la piazza virtuale. "A chi è interessato vendo buoni rimanenti del Bonus Renzi a metà prezzo, per l'acquisto di libri sui siti Mondadori, Feltrinelli, Libraccio e Amazon", scrive Alex su un gruppo Facebook dedicato al commercio e allo scambio di testi usati. L'accordo si chiude nelle chat private. "Scegli i titoli, mi fai la ricarica Postepay e quando arriva l'accredito ti faccio l'ordine", è l'affare proposto da Gennaro su Messanger. E così, in pochi clic, i diciottenni svendono il Bonus cultura: 500 euro messi a disposizione dal governo Renzi per 600mila neomaggiorenni, da spendere in libri, musei, concerti e spettacoli teatrali.
A lanciare l'allarme sono gli amanti della lettura, che quotidianamente s'incontrano nei gruppi social per scambiare consigli e proporre offerte. "Da qualche tempo compaiono annunci di ragazzini che si propongono, per acquistare libri col Bonus Renzi da rivedendere a metà prezzo", racconta la barese Antonella Paparella. Trentadue anni, laureata in lettere e precaria, guida il coro di proteste contro una pratica "illegale, ingiusta e dannosa per la collettività".
Truffare lo Stato è un gioco da diciottenni. Lo spiega bene Gennaro da Cosenza, contattato in chat dopo l'annuncio postato sul gruppo "Libri usati vendo - compro - scambio", che conta quasi 20mila iscritti. "Il meccanismo è semplicissimo - racconta l'affarista in erba - tu scegli i titoli su Amazon, dividi per due il prezzo, mi fai la ricarica Postepay e, arrivato l'accredito, ti faccio l'ordine: tempo due o tre giorni, e il libro è a casa". A corredo della proposta, gli screenshot degli ordini già fatti per altri utenti. "A te conviene, perché compri a metà prezzo - incalza - e io ci guadagno, visto che non leggo". E dunque il Bonus, se non monetizzato, andrebbe perso. Come giustificare la spedizione dei libri a persone terze, considerando che il Bonus è nominale? "E' come se fossero regali", sorride. "Ho molte richieste e ho a disposizione altri 410 euro di mio cugino".
Gennaro è in ottima compagnia. Gli annunci si susseguono a decine, tanto da scatenare la protesta degli stessi utenti dei social network. "Basta diciottenni che usano il loro bonus per comprare altro - è solo uno dei post comparsi sul gruppo utilizzato da Gennaro e Alex - sono la vergogna d'Italia e il simbolo di quanto siamo caduti in basso: 500 euro da investire nel loro futuro, buttati come fossero immondizia". "Io il buono l'ho usato per riempire la libreria": e la ragazza che si nasconde dietro lo pseudonimo Beky Bk allega foto di scaffali con pile di romanzi.
"Ho visto studenti acquistare testi in libreria e poi rivenderli senza difficoltà", è la testimonianza di un altro iscritto. Aggirare i controlli nei fatti sembra impresa semplice. Per incassare 500 euro basta ottenere lo Spid, il Sistema pubblico di identità digitale, accedere alla piattaforma dedicata '18app.it' e creare i buoni da spendere in una o più soluzioni, meglio se online. "La misura è utile - è l'amara constatazione di Antonella Paparella - ma forse prima di dare soldi a fondo perduto, toccherebbe educare i ragazzi alla lettura e al senso civico".
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q= ... zUCCK60RHA
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Il mercato delle trattative è la piazza virtuale. "A chi è interessato vendo buoni rimanenti del Bonus Renzi a metà prezzo, per l'acquisto di libri sui siti Mondadori, Feltrinelli, Libraccio e Amazon", scrive Alex su un gruppo Facebook dedicato al commercio e allo scambio di testi usati. L'accordo si chiude nelle chat private. "Scegli i titoli, mi fai la ricarica Postepay e quando arriva l'accredito ti faccio l'ordine", è l'affare proposto da Gennaro su Messanger. E così, in pochi clic, i diciottenni svendono il Bonus cultura: 500 euro messi a disposizione dal governo Renzi per 600mila neomaggiorenni, da spendere in libri, musei, concerti e spettacoli teatrali.
A lanciare l'allarme sono gli amanti della lettura, che quotidianamente s'incontrano nei gruppi social per scambiare consigli e proporre offerte. "Da qualche tempo compaiono annunci di ragazzini che si propongono, per acquistare libri col Bonus Renzi da rivedendere a metà prezzo", racconta la barese Antonella Paparella. Trentadue anni, laureata in lettere e precaria, guida il coro di proteste contro una pratica "illegale, ingiusta e dannosa per la collettività".
Truffare lo Stato è un gioco da diciottenni. Lo spiega bene Gennaro da Cosenza, contattato in chat dopo l'annuncio postato sul gruppo "Libri usati vendo - compro - scambio", che conta quasi 20mila iscritti. "Il meccanismo è semplicissimo - racconta l'affarista in erba - tu scegli i titoli su Amazon, dividi per due il prezzo, mi fai la ricarica Postepay e, arrivato l'accredito, ti faccio l'ordine: tempo due o tre giorni, e il libro è a casa". A corredo della proposta, gli screenshot degli ordini già fatti per altri utenti. "A te conviene, perché compri a metà prezzo - incalza - e io ci guadagno, visto che non leggo". E dunque il Bonus, se non monetizzato, andrebbe perso. Come giustificare la spedizione dei libri a persone terze, considerando che il Bonus è nominale? "E' come se fossero regali", sorride. "Ho molte richieste e ho a disposizione altri 410 euro di mio cugino".
Gennaro è in ottima compagnia. Gli annunci si susseguono a decine, tanto da scatenare la protesta degli stessi utenti dei social network. "Basta diciottenni che usano il loro bonus per comprare altro - è solo uno dei post comparsi sul gruppo utilizzato da Gennaro e Alex - sono la vergogna d'Italia e il simbolo di quanto siamo caduti in basso: 500 euro da investire nel loro futuro, buttati come fossero immondizia". "Io il buono l'ho usato per riempire la libreria": e la ragazza che si nasconde dietro lo pseudonimo Beky Bk allega foto di scaffali con pile di romanzi.
"Ho visto studenti acquistare testi in libreria e poi rivenderli senza difficoltà", è la testimonianza di un altro iscritto. Aggirare i controlli nei fatti sembra impresa semplice. Per incassare 500 euro basta ottenere lo Spid, il Sistema pubblico di identità digitale, accedere alla piattaforma dedicata '18app.it' e creare i buoni da spendere in una o più soluzioni, meglio se online. "La misura è utile - è l'amara constatazione di Antonella Paparella - ma forse prima di dare soldi a fondo perduto, toccherebbe educare i ragazzi alla lettura e al senso civico".
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Re: Scuola: buone notizie :(
Questi sono quelli che poi votano Peppe o Salvini.Ildiavolovestemilan ha scritto:I 18enni di oggi hanno la merda in testa. INFAMI.
Bonus cultura, rivenduti online a metà prezzo i buoni da 500 euro per i 18enni: "Noi non leggiamo"
Proprio quelli che non leggono.
"noi non leggiamo"
"tu non voti"
Sarebbe perfetto.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Scuola: buone notizie :(
Pollo il governo a emanare un decreto simile.
peraltro, I ragazzi vogliosi di leggere non aspettano certo il bonus diciottenni. E anche chi se la passa male, un libro riesce a procurarselo o al limite lo scarica col p2p.
governo renzi vecchio, fuori dal mondo e rottamato.
peraltro, I ragazzi vogliosi di leggere non aspettano certo il bonus diciottenni. E anche chi se la passa male, un libro riesce a procurarselo o al limite lo scarica col p2p.
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Re: Scuola: buone notizie :(
farà il leghista.PINDARO ha scritto:E quello del leghista ?Burano ha scritto:http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01 ... a/3294429/
un altro mattoncino verso la ricostruzione del sistema classista per il quale il figlio del dottore farà il dottore, quello del disgraziato sarà disgraziato.
difficilmente ne uscirà un Kant, da certe famiglie.
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Re: Scuola: buone notizie :(
i ragazzini fanno non bene ma benissimo.
Il provvedimento demente del governo aveva tolto valore, trasformando risorse in cose inutili (libri a chi non legge sono come frigoriferi agli eschimesi, ricorda un pò quell'iniziativa balorda consistente nel fermare gente per strada regalando libri a caso).
Questi qui, per contro, recuperano un pò di valore ritrasformando cose inutili in cose di una qualche utilità, in quanto desiderate (il cinquantino, la droga, per loro, e i libri scontati per i lettori che li ricomprano da loro).
In altre parole, in questo caso il mercato ha rimediato alla minchiat a populista del governo.
Inutile dire che i cinquecento milioni è meglio che finiscano così piuttosto che in libri usati come ferma-tavolo, ma molto meglio sarebbe stato se fossero rimasti ai contribuenti oppure investiti dallo Stato ma in modo un filo più intelligente (volendo proprio rimanere in tema: corsi di formazione per gli insegnanti magari fanno sì che a qualche studente in più venga voglia di leggersi un libro; per non dire di quanto servirebbero più fondi in borse di studio).
Il provvedimento demente del governo aveva tolto valore, trasformando risorse in cose inutili (libri a chi non legge sono come frigoriferi agli eschimesi, ricorda un pò quell'iniziativa balorda consistente nel fermare gente per strada regalando libri a caso).
Questi qui, per contro, recuperano un pò di valore ritrasformando cose inutili in cose di una qualche utilità, in quanto desiderate (il cinquantino, la droga, per loro, e i libri scontati per i lettori che li ricomprano da loro).
In altre parole, in questo caso il mercato ha rimediato alla minchiat a populista del governo.
Inutile dire che i cinquecento milioni è meglio che finiscano così piuttosto che in libri usati come ferma-tavolo, ma molto meglio sarebbe stato se fossero rimasti ai contribuenti oppure investiti dallo Stato ma in modo un filo più intelligente (volendo proprio rimanere in tema: corsi di formazione per gli insegnanti magari fanno sì che a qualche studente in più venga voglia di leggersi un libro; per non dire di quanto servirebbero più fondi in borse di studio).
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: Scuola: buone notizie :(
Credo, tra l'altro, esistano ancora le biblioteche.Burano ha scritto:Pollo il governo a emanare un decreto simile.
peraltro, I ragazzi vogliosi di leggere non aspettano certo il bonus diciottenni. E anche chi se la passa male, un libro riesce a procurarselo o al limite lo scarica col p2p.
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Il primo a postare un messaggio alla nascita di questo forum
Re: Scuola: buone notizie :(
A me sembrava una bella idea. Il buono se non sbaglio può essere speso anche per cinema, teatro, concerti.
A 16-18 anni mi sarebbe piaciuto avere 500 euro da spendere in quel modo. Nella mia zona non c'erano ne teatri ne concerti di qualunque genere. Mi sarebbe piaciuto eccome. Magari avrei avuto la tentazione di venderne una parte e comprarmi la Puma Boris Becker Super ma la paura del calcio in culo dei miei avrebbe fatto da deterrente.
Si, ci sono mille modi migliori di dare soldi ai giovani ma questo di sicuro non è tra i peggiori. Forse bisogna anche meritarseli. Oppure sono altri tempi.
A 16-18 anni mi sarebbe piaciuto avere 500 euro da spendere in quel modo. Nella mia zona non c'erano ne teatri ne concerti di qualunque genere. Mi sarebbe piaciuto eccome. Magari avrei avuto la tentazione di venderne una parte e comprarmi la Puma Boris Becker Super ma la paura del calcio in culo dei miei avrebbe fatto da deterrente.
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Re: Scuola: buone notizie :(
Ma si. Potrebbero portare la ragazza a vedere la Carmen.Grass ha scritto:A me sembrava una bella idea. Il buono se non sbaglio può essere speso anche per cinema, teatro, concerti.
A 16-18 anni mi sarebbe piaciuto avere 500 euro da spendere in quel modo. Nella mia zona non c'erano ne teatri ne concerti di qualunque genere. Mi sarebbe piaciuto eccome. Magari avrei avuto la tentazione di venderne una parte e comprarmi la Puma Boris Becker Super ma la paura del calcio in culo dei miei avrebbe fatto da deterrente.
Si, ci sono mille modi migliori di dare soldi ai giovani ma questo di sicuro non è tra i peggiori. Forse bisogna anche meritarseli. Oppure sono altri tempi.
Risultato garantito. Dai.
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Re: Scuola: buone notizie :(
Non sono d'accordo.
Mi pare una bella iniziativa (magari si potevano spendere meglio*)
Incentivare una passione sana tipo tramite buono per acquistare un libro, ma di più un biglietto per cinema, teatro ecc... mi da una buona percezione al pari di costruire un area gioco/ campetto per incentivare un altra passione sana del tipo "giocare all'aria aperta".
Il compito di evitare che tale buona iniziativa venga usata malamente è (in questo caso secondo me) non a carico dello stato.
(Ad esempio come dice Grass una pratica tipo quella sopra citata a me l'avrebbe impedita la famiglia (non mi sarebbe neanche venuta in mente, in realtà)).
Non mi interessa utilizzarla bene? non la utilizzo e la lascio godere a chi interessa.
Non sempre "possibile agevolazione" = "devo approfittarmene"/ "è doveroso usufruirne" (anche se sembrano sinonimi nel uso e costume che vedo/ leggo solitamente)
*Non ho i consuntivi di stato in mano ne i budget, di sicuro mi infastidisce a prescindere l'atteggiamento:
- Non si fa nulla --> Ecco non si fa mai niente
- Si fa qualcosa --> Eh, ma era meglio fare altro.
Mi pare una bella iniziativa (magari si potevano spendere meglio*)
Incentivare una passione sana tipo tramite buono per acquistare un libro, ma di più un biglietto per cinema, teatro ecc... mi da una buona percezione al pari di costruire un area gioco/ campetto per incentivare un altra passione sana del tipo "giocare all'aria aperta".
Il compito di evitare che tale buona iniziativa venga usata malamente è (in questo caso secondo me) non a carico dello stato.
(Ad esempio come dice Grass una pratica tipo quella sopra citata a me l'avrebbe impedita la famiglia (non mi sarebbe neanche venuta in mente, in realtà)).
Non mi interessa utilizzarla bene? non la utilizzo e la lascio godere a chi interessa.
Non sempre "possibile agevolazione" = "devo approfittarmene"/ "è doveroso usufruirne" (anche se sembrano sinonimi nel uso e costume che vedo/ leggo solitamente)
*Non ho i consuntivi di stato in mano ne i budget, di sicuro mi infastidisce a prescindere l'atteggiamento:
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Re: Scuola: buone notizie :(
Una curiosità scolastica di mio figlio
Figliolo: "Maestra, un banco di pesci si può dire, l'ho letto in un libro"
Maestra : " Sarà stato un errore di battitura, forse era un banco del pesce o un branco di pesci, che sono due cose diverse"
Figliolo: "Maestra, un banco di pesci si può dire, l'ho letto in un libro"
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Siamo tutti testimoni "Perchè ti chiamano Pilone?"
Re: Scuola: buone notizie :(
o branchia di pesce. Ignoranza ittica giustificabile in una regione senza mare (anche se in effetti ci sono i laghi)
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: Scuola: buone notizie :(
La signora maestra è montanara, 1000 metri, fa sempre freddo, però c'è un fiume nel suo paese .Rosewall ha scritto:o branchia di pesce. Ignoranza ittica giustificabile in una regione senza mare (anche se in effetti ci sono i laghi)
Siamo tutti testimoni "Perchè ti chiamano Pilone?"
Re: Scuola: buone notizie :(
Francamente non riesco davvero a capire questa assurda norma voluta dal ministero che obbliga genitori o chi per essi a "ritirare" i figli a scuola fino all'età di 14 anni.
Non vedo alcun motivo plausibile nè criticità che possano giustificare questa scelta, non si sono mai verificate in passato problematiche di alcun genere a lasciar uscire i ragazzi in maniera autonoma, quindi è inspiegabile questa decisione, che ha solo aspetti negativi e non credo sia stata adeguatamente ponderata dal ministro Fedeli (che invece la difende a spada tratta, per motivi misteriosi).
Non ci si rende conto che ormai in famiglia entrambi i genitori sono obbligati a lavorare, e per ritirare i bambini bisogna per forza fare affidamento sui nonni. Ma addirittura fino a 14 anni, in un contesto sociale nel quale si fanno figli ad età molto più avanzata rispetto a quanto accadeva in passato, significa dover fare affidamento su nonni che si avvicineranno all'età di 80 anni. E' semplicemente assurdo, ma non sanno fare i conti al ministero? Praticamente si dovrà assumere una persona che vada a ritirare i figli.
Non vedo alcun motivo plausibile nè criticità che possano giustificare questa scelta, non si sono mai verificate in passato problematiche di alcun genere a lasciar uscire i ragazzi in maniera autonoma, quindi è inspiegabile questa decisione, che ha solo aspetti negativi e non credo sia stata adeguatamente ponderata dal ministro Fedeli (che invece la difende a spada tratta, per motivi misteriosi).
Non ci si rende conto che ormai in famiglia entrambi i genitori sono obbligati a lavorare, e per ritirare i bambini bisogna per forza fare affidamento sui nonni. Ma addirittura fino a 14 anni, in un contesto sociale nel quale si fanno figli ad età molto più avanzata rispetto a quanto accadeva in passato, significa dover fare affidamento su nonni che si avvicineranno all'età di 80 anni. E' semplicemente assurdo, ma non sanno fare i conti al ministero? Praticamente si dovrà assumere una persona che vada a ritirare i figli.
Ultima modifica di laplaz il sab ott 28, 2017 6:56 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: Scuola: buone notizie :(
Dicono che sia una legge del 1990, che è sempre stata in essere. Proprio l'anno in cui ho chiuso io la mia esperienza alla scuola media.
Norma completamente senza senso, ridicola.
Norma completamente senza senso, ridicola.
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Re: Scuola: buone notizie :(
Del 1990?Nasty ha scritto:Dicono che sia una legge del 1990, che è sempre stata in essere. Proprio l'anno in cui ho chiuso io la mia esperienza alla scuola media.
Norma completamente senza senso, ridicola.
Ma mai applicata però, e nessuno se ne è mai lamentato.
Che poi questa cosa di voler dare per forza la "responsabilità" a qualcuno mi sembra stupida. Gli insegnanti sono "responsabili degli alunni fino a quando non vengono consegnati ai genitori", ma che senso ha? Devono esserne responsabili fino a quando stanno nella scuola, questo sì, ma una volta usciti e fuori dall'orario scolastico sta ai genitori decidere cosa fare. Il voler dare per forza la colpa a qualcuno nel caso succeda qualcosa di spiacevole lo trovo davvero fastidioso, e in perfetto stile italico.
Re: Scuola: buone notizie :(
mi pare ci sia stato tipo un incidente ad un alunno, causa, cassazione, condanna dirigenti scolastici, richiesta al provveditorato, eccetera fino al ministero che ha controllato e sì c'era la legge per cui ha dato l'unica risposta possibile.
Quindi effettivamente non è colpa di nessuno.
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luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: Scuola: buone notizie :(
Colpa di chi ha fatto la norma.
Io ho dovuto fare 10 firme per far uscire da solo il bambino dopo la scuola.
Sollevando tutti da ogni responsabilità ma pare non sia abbastanza per alcune scuole.
Ho letto il fatto da cui deriva la polemica, approssimativamente un bambino, all’uscita da scuola, è stato schiacciato dallo scuolabus.
Ci sta che la scuola sia responsabile degli alunni nel cortile della scuola, che non sciamino attorno al bus.
Se però un genitore da l’autorizzazione che liberino i ragazzini. Io andavo e tornavo da solo dalle elementare, ora o si sono rimbecilliti i bambini o i genitori/professori non lo so.
Io ho dovuto fare 10 firme per far uscire da solo il bambino dopo la scuola.
Sollevando tutti da ogni responsabilità ma pare non sia abbastanza per alcune scuole.
Ho letto il fatto da cui deriva la polemica, approssimativamente un bambino, all’uscita da scuola, è stato schiacciato dallo scuolabus.
Ci sta che la scuola sia responsabile degli alunni nel cortile della scuola, che non sciamino attorno al bus.
Se però un genitore da l’autorizzazione che liberino i ragazzini. Io andavo e tornavo da solo dalle elementare, ora o si sono rimbecilliti i bambini o i genitori/professori non lo so.
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Re: Scuola: buone notizie :(
contestavo il fatto che a fronte di una norma (idiota quanto si vuole) di legge, di una sentenza della cassazione, di una richiesta di chiarimento ufficiale, eccetera, il ministro potesse dire qualcosa del tipo "c'è questa norma sì, ma non è mai stata applicata, nessuno se n'è mai lamentato, fate finta di niente".
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: Scuola: buone notizie :(
Ok, certo.Rosewall ha scritto:contestavo il fatto che a fronte di una norma (idiota quanto si vuole) di legge, di una sentenza della cassazione, di una richiesta di chiarimento ufficiale, eccetera, il ministro potesse dire qualcosa del tipo "c'è questa norma sì, ma non è mai stata applicata, nessuno se n'è mai lamentato, fate finta di niente".
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Re: Scuola: buone notizie :(
sì ma a scuola non gliene frega niente a nessuno,
però ho sentito di qualche insegnante impazzito
che all'uscita urla ai ragazzi di star fermi ad aspettare mamma
mentre loro si dileguano
però ho sentito di qualche insegnante impazzito
che all'uscita urla ai ragazzi di star fermi ad aspettare mamma
mentre loro si dileguano
Re: Scuola: buone notizie :(
A scuola non gliene frega niente?tuborovescio ha scritto:sì ma a scuola non gliene frega niente a nessuno
Sono terrorizzati.
Comunque quello che continuo a non capire è per quale motivo non possa bastare una semplice manleva per risolvere questo problema che è veramente stupido.
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Re: Scuola: buone notizie :(
Quale delle tre?laplaz ha scritto:A scuola non gliene frega niente?tuborovescio ha scritto:sì ma a scuola non gliene frega niente a nessuno
Sono terrorizzati.
Comunque quello che continuo a non capire è per quale motivo non possa bastare una semplice maleeva per risolvere questo problema che è veramente stupido.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: Scuola: buone notizie :(
Negli Stati Uniti in molti stati e' un crimine lasciare che un figlio di dodici anni o meno cammini da solo per strada o che vada da solo a scuola a piedi, in bicicletta o su trasporto pubblico (scuolabus escluso). Ci sono stati genitori che sono stati arrestati per questo.
Addirittura in Tennessee nel 2013 un padre venne arrestato perche' era andato a prendere i figli a scuola a piedi e non in macchina
(http://grist.org/cities/when-did-lettin ... e-a-crime/).
Questo significa che, scuola a parte, in questo paese di ... e' un reato lasciare che i figli giochino da soli con gli amici "fuori", all'aria aperta, senza il diretto controllo di un adulto.
In passato non era cosi', sono leggi che sono state introdotte negli anni '70 e '80 a seguito di alcuni casi di rapimento di bambini e di un incremento di episodi criminali. Ora c'e' un movimento (http://www.freerangekids.com/) che cerca di combattere questa assurdita', anche perche' crescere costantemente sotto l'occhio di un supervisore adulto pare non faccia per niente bene al carattere di questi bambini quando diventano adulti.
In Italia importiamo tutto il peggio.
Poi l'idea che a 13 anni un ragazzo non possa tornare a casa da solo e' delirante. In certi posti d'Italia a 13 anni c'e' chi fa gia' parte di organizzazioni criminali... Ma a parte questi casi estremi, ma scherziamo, io ricordo com'ero io e com'era la mia banda di amici ai tempi della terza media, giravamo in bici per la citta', andavamo ovunque e i nostri genitori meno ci vedevano per casa piu' erano contenti. Boh... Ci sono delle cose del mondo di oggi che davvero mi lasciano senza parole. Tipo vedere la Fedeli ministro della scuola.
Addirittura in Tennessee nel 2013 un padre venne arrestato perche' era andato a prendere i figli a scuola a piedi e non in macchina
(http://grist.org/cities/when-did-lettin ... e-a-crime/).
Questo significa che, scuola a parte, in questo paese di ... e' un reato lasciare che i figli giochino da soli con gli amici "fuori", all'aria aperta, senza il diretto controllo di un adulto.
In passato non era cosi', sono leggi che sono state introdotte negli anni '70 e '80 a seguito di alcuni casi di rapimento di bambini e di un incremento di episodi criminali. Ora c'e' un movimento (http://www.freerangekids.com/) che cerca di combattere questa assurdita', anche perche' crescere costantemente sotto l'occhio di un supervisore adulto pare non faccia per niente bene al carattere di questi bambini quando diventano adulti.
In Italia importiamo tutto il peggio.
Poi l'idea che a 13 anni un ragazzo non possa tornare a casa da solo e' delirante. In certi posti d'Italia a 13 anni c'e' chi fa gia' parte di organizzazioni criminali... Ma a parte questi casi estremi, ma scherziamo, io ricordo com'ero io e com'era la mia banda di amici ai tempi della terza media, giravamo in bici per la citta', andavamo ovunque e i nostri genitori meno ci vedevano per casa piu' erano contenti. Boh... Ci sono delle cose del mondo di oggi che davvero mi lasciano senza parole. Tipo vedere la Fedeli ministro della scuola.
Ultima modifica di uglygeek il dom ott 29, 2017 8:23 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: Scuola: buone notizie :(
uglygeek ha scritto:
Poi l'idea che a 13 anni un ragazzo non possa tornare a casa da solo e' delirante. In certi posti d'Italia a 13 anni c'e' chi fa gia' parte di organizzazioni criminali... Ma a parte questi casi estremi, ma scherziamo, io ricordo com'ero io e com'era la mia banda di amici ai tempi della terza media, giravamo in bici per la citta', andavamo ovunque e i nostri genitori meno ci vedevano per casa piu' erano contenti. Boh... Ci sono delle cose del mondo di oggi che davvero mi lasciano senza parole. Tipo vedere la Fedeli ministro della scuola.
Hei, se penso a quello che facevo io a 13 anni mi vien voglia di segregare i miei figli in casa effettivamente
Sono finito al pronto soccorso, nel corso dei miei primi 40, non meno di 50 volte, forse meno, ma poco meno.
Per tacere delle 4-5 volte in cui ho tecnicamente sfiorato la morte, causa comportamente inadeguato.
Legge giustissima ora che ci penso bene
Siamo tutti testimoni "Perchè ti chiamano Pilone?"
Re: Scuola: buone notizie :(
Ma no, e' Darwinismo applicato!Nasty ha scritto:uglygeek ha scritto:
Poi l'idea che a 13 anni un ragazzo non possa tornare a casa da solo e' delirante. In certi posti d'Italia a 13 anni c'e' chi fa gia' parte di organizzazioni criminali... Ma a parte questi casi estremi, ma scherziamo, io ricordo com'ero io e com'era la mia banda di amici ai tempi della terza media, giravamo in bici per la citta', andavamo ovunque e i nostri genitori meno ci vedevano per casa piu' erano contenti. Boh... Ci sono delle cose del mondo di oggi che davvero mi lasciano senza parole. Tipo vedere la Fedeli ministro della scuola.
Hei, se penso a quello che facevo io a 13 anni mi vien voglia di segregare i miei figli in casa effettivamente
Sono finito al pronto soccorso, nel corso dei miei primi 40, non meno di 50 volte, forse meno, ma poco meno.
Per tacere delle 4-5 volte in cui ho tecnicamente sfiorato la morte, causa comportamente inadeguato.
Legge giustissima ora che ci penso bene
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Re: Scuola: buone notizie :(
Eri nella mia top-5 mymagghiani preferiti prima di questo post, ora te la giochi per il numero uno. Stima assoluta.Nasty ha scritto:Sono finito al pronto soccorso, nel corso dei miei primi 40, non meno di 50 volte, forse meno, ma poco meno.
Per tacere delle 4-5 volte in cui ho tecnicamente sfiorato la morte, causa comportamente inadeguato.
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Re: Scuola: buone notizie :(
questo provvedimento è nato a seguito di una sentenza in cui si condannava una scuola a risarcire parzialmente i genitori di un ragazzino morto mentre tornava a casa da scuola. E' un circolo vizioso, i genitori invocano la libertà per i figli di tornare a casa da soli ma sono i primi a tirare in ballo avvocati e a fare causa all'istituto se al pargolo succede qualcosa - dentro ma anche fuori le mura scolastiche - pure se viene sgridato da un professore. Non parliamo poi se viene bocciato, lì si mette in mezzo direttamente il TAR.
Insomma, le scuole tentanto di correre ai ripari di fronte a genitori iper agguerriti che si lagnano in ogni caso.
Insomma, le scuole tentanto di correre ai ripari di fronte a genitori iper agguerriti che si lagnano in ogni caso.
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Re: Scuola: buone notizie :(
Esatto, brava.babaoriley ha scritto:
Insomma, le scuole tentanto di correre ai ripari di fronte a genitori iper agguerriti che si lagnano in ogni caso.
Ed è anche giusto così. L'attuale livello dei genitori deve essere davvero angosciante e disarmante.
E i professori, la scuola stessa, devono correre ai ripari.
Perchè non c'è libertà di fare più nulla.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag