Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Dibattito sulla vita sociale, sui problemi politici e sui microchip nei vaccini
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Lyndon79
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Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da Lyndon79 »

Prendendo spunto da un (brutto) editoriale di EGDL, credo sia interessante capire cosa sia la Destra in Italia (oggi e nel passato, se volete).

Scrive il Nostro: "C’è una visione organica dell’Italia, dello Stato e delle sue amministrazioni, dei valori e dei rapporti sociali (oltre che, va da sé, di quelli economici). È per l’appunto con tutto ciò—proprio del loro elettorato, ma in molti casi non solo — che Berlusconi e i suoi stanno mostrando di non riuscire più a essere in sintonia. Da un’infinità di tempo essi hanno abbandonato le grandi questioni generali, spesso di alto valore simbolico. Si sono spesi solo su due di esse: quelle riguardanti il fine vita e la giustizia. Ma si tratta di due questioni circa le quali era troppo evidente da un lato l’interesse elettoralistico per il voto cattolico, e dall’altro l’interesse personale del leader (senza contare peraltro che in entrambi i casi hanno combinato poco o nulla).

Il fatto è che Berlusconi e i suoi non riescono più a dare voce al proprio retroterra, a esprimerne il punto di vista, circa il modo in cui il Paese dovrebbe essere, circa i contenuti virtuosi che un’Italia di destra potrebbe/vorrebbe avere, e che sarebbe sciocca faziosità pensare che non possano esistere. I governi delle democrazie — che siano di destra o di sinistra — non esercitano il potere solo per spendere o per distribuire risorse. Esistono anche per difendere chi si trova in posizioni di svantaggio, per tutelare gli interessi generali, per aiutare a vivere meglio. È su questo piano soprattutto che il governo della destra italiana non è stato capace di agire e di trasmettere un messaggio in grado di arrivare all’opinione pubblica. Innanzitutto alla «sua» opinione pubblica".

Galli della Loggia "questa visione organica dell'Italia [di Destra], dei suoi valori", una visione pure solidaristica, volta a "difendere chi si trova in posizioni di svantaggio", Dice che c'è, ma quale sia non lo specifica.
Proviamoci noi.

Anzi, sembra far capire che B. oggi non riesca più a rappresentare questa Destra, ma che in passato l'abbia quindi fatto.

L'intetno nonsarebbe quello di dire "eh, GF, veline, ed evasori" (che pure ... :D ), ma di provare ad andare un po' oltre. Come sempre, rinnovo ai destrorsi del forum l'invito di partecipare numerosi.
Specifico ancora: l'idea sarebbe (anche) quella di ricostruire quella visione organizzata e più o meno coerente tra stato-società che ha la destra in Italia (e vedere magari come questa corrisponda alla realtà di oggi e di ieri).
Ultima modifica di Lyndon79 il sab nov 05, 2011 12:16 pm, modificato 5 volte in totale.
chiaky
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Re: La Destra in Italia

Messaggio da chiaky »

Vabbè ma Berlusconi non è destra...Berlusconi è Berlusconi. E' una parodia della destra.
La lega invece sarebbe destra, ma destra estrema, con tanto di menate su razza, senso di appartenenza a un fantomatico territorio (la cosiddetta "padania")e balle varie. Il bello è che al confronto con il PDL sembrano diventati quasi dei moderati.
Nonostante questo non riesco a considerare Berlusconi vera destra, e parlo della destra più nobile. Sta diventando una caricatura pessima della destra più estrema, con tentazioni di autoritarismo, ma di fatto è un fenomeno a sè stante.
Bo, ci sarebbe da approfondire ma ora non ne ho voglia....vediamo che dicono gli altri.
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Re: La Destra in Italia

Messaggio da Pindaro »

chiaky ha scritto:Vabbè ma Berlusconi non è destra...Berlusconi è Berlusconi. E' una parodia della destra. .
Berlusconi è una parodia e basta.
Si dichiara liberale.
Ma la cosa fa ridere come se Little Tony si dichiarasse death metal.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: La Destra in Italia

Messaggio da Burano »

Togliendo l'anomalia Berlusconi che come detto sopra è tutto e nulla, in pratica è solo se stesso, storicamente in Italia la Destra liberale è esistita giusto nel periodo post risorgimentale, poi qua e la' Einaudi, Croce...Più un'elite culturale che una forza politica. Per anni la destra è stata identificata con l'Msi, cioè il neofascismo con le sue politiche stataliste, corporative, concezioni evoliane del mondo e della Storia.. #1# . La Dc era la Dc come Berlusconi è oggi Berlusconi... :) E i cattolici liberali in questo paese son sempre stati quattro gatti e non hanno mai contato nulla ne politicamente ne culturalmente, mentre hanno sempre abbondato i clerico-moderati, dove quest'ultimo non è un dispregiativo ma una precisa categoria politica, tengo a precisare!
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Re: La Destra in Italia

Messaggio da Lyndon79 »

No, Burano, cominciamo ad utilizzare bene le parole ("le parole sono importanti", :D ): Moderati non lo sono, troviamo un altro termine, :) .

Comunque, sì, io non intendevo per nulla B. - lasciamolo da parte - ma volevo capire di questa visione della società e dello stato più o meno diffusa tra quelli che votano a destra in Italia.

C'è un blocco politico-sociale che appoggia la destra? sì, direi. quali ne sono i valori? quali ne sono stati in passato?

EGDL dice che non è solo un blocco d'interessi, ma una visione 'ideologica' dello stato, dell'amministrazione, della società. Quale è questa visione? come la elaboriamo? è coerente nei suoi passaggi?
(Che GDL non definisce; ma fa balenare che oggi, anno domini 2011, B. faccia fatica a rappresentare - mentre magari prima sì - ??-).
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Re: La Destra in Italia

Messaggio da BackhandWinner »

E la sinistra?

Se questo topic diventasse 'La destra e la sinistra in Italia'? (oggi rompo, Lynd, lo so #100#).

Comunque:

http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... -23101130/

Bravo Nichi, ottima presa di posizione.
Ultima modifica di BackhandWinner il mer ott 12, 2011 3:15 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: La Destra in Italia

Messaggio da pocaluce »

BackhandWinner ha scritto:http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... -23101130/

Bravo Nichi, ottima presa di posizione.
avrei fatto un manifesto per salutare gli "steve workers", piuttosto.
A lot of people say, "Yeah, I like Dennis Rodman," but they don't really mean that. I'm a big Dennis Rodman fan. I've been a Rodman fan since 1998 when he was in all his controversy, so that's never going to change.
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Re: La Destra in Italia

Messaggio da alessandro »

la domanda: quali sono i valori? e' mooolto interessante. e devo dire che non trovo una risposta.

i valori classici della destra:
1) La Patria, l'unita' della nazione.
Oggi il PDL e' alleato a un partito che e' SECESSIONISTA.
2) il rispetto per le istituzioni ( Forze dell'ordine, forze armate, magistratura, apparato statale etc.. )
le forze dell'ordine sono soggette a tagli irrispettosi e irresponsabili, la magistratura e' vissuta come un ostacolo (versione-soft).
3) il rispetto delle tradizioni e della famiglia come nucleo fondamentale. ( non serve citare la vita privata e pubblica dei leader della destra )
4) la tradizione cristiano-cattolica.
senza citare la vita privata, vogliamo parlare del mausoleo esoterico di B. ? della loggia massonica?
5) la liberta' d'impresa , di concorrenza e di libero mercato.
B. e' un monopolista detentore di concessioni statali in monopolio. Difensore di ordini professionali e difesa delle rendite di posizione.
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Re: La Destra in Italia

Messaggio da Burano »

BackhandWinner ha scritto:E la sinistra?

Se questo topic diventasse 'La destra e la sinistra in Italia'? (oggi rompo, Lynd, lo so #100#).
Una decina d'anni fa, in pieno delirio neoliberista, qualcuno diceva che destra e sinistra erano superate e si doveva semmai distinguere fra statalisti e liberali (versione soft), ovvero fra conservatori dei privilegi e riformisti (versione hard, o sadomaso :) ).
Oggi mah...per me ormai è sinistra le politiche di riduzione del danno...non da eroina ma da liberismo globalizzato. Pensare di eliminare il male, come per la droga, è utopico. Si può tentare di limitarlo e arginarlo...!
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Re: La Destra in Italia

Messaggio da BackhandWinner »

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Re: La Destra in Italia

Messaggio da BackhandWinner »

http://bracconi.blogautore.repubblica.i ... di-pietro/
Magari è più giusto per il Pd stare con Di Pietro piuttosto che con Casini, magari il patto di Vasto è quello che piace di più agli elettori e ai simpatizzanti di sinistra, magari il leader centrista è un po’ troppo spregiudicato per suscitare l’empatia di chi è cresciuto a pane e Berlinguer per una vita, magari alleandosi al centro si scopre il fianco a sinistra e si paga un prezzo troppo alto.

Magari tutto questo.

Ma nel giorno in cui il leader Idv propone il ritorno alla legge Reale del ‘75, si eviti almeno di dire che con Casini non ci si allea perché è di destra mentre con Tonino sì perché è dei nostri.

Sulla collocazione politica dell’ex pm prima o poi si dovrà fare un ragionamento un po’ più serio. Uno dei tanti ragionamenti che a sinistra, grazie alla rassicurante presenza del caro Silvio, rimangono da anni a data da destinarsi.
Eh, sarà proprio il caso di farlo, questo "ragionamento un po’ più serio". La Destra Contadina (cit. Rose) che passa per 'sinistra': una delle innumerevoli anomalie di questo povero paese malandato...
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Re: La Destra in Italia

Messaggio da tennisfan82 »

A sentire Berlusconi ormai quelli di Forza Nuova sembrano dei moderati, assaltare un quotidiano ed un palazzo di giustizia non è venuto in mente neanche a loro :D
Ti piace il doppio? Preferisco il threesome
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Re: La Destra in Italia

Messaggio da BackhandWinner »

Perfetto:

Perché il discorso su “la Casta” è di destra
La retorica contro “la Casta” prescinde da qualsiasi colore politico. Tuttavia, ogni discorso che si pone oltre i confini valoriali e politici di “destra” e “sinistra”, ritenendole orpelli del passato o puri strumenti ideologici, alla fine – stringi stringi – vuole attaccare “la sinistra”. Chiunque abbia un minimo di esperienza politica quando sente pronunciare la frase “non sono né di destra né di sinistra” traduce mentalmente in “sono di destra”. Quella formuletta nove volte su dieci prelude ad una polemica verso la sinistra. Il sintagma “né di destra né di sinistra” riassume la genesi e l’autorappresentazione del fascismo. Quel modello è continuamente riproposto ai giorni nostri. Quando, nel 2008, i giovanotti telecomandati dai “fascisti del terzo millennio” di CasaPound cercarono di infiltrarsi nei cortei dell’Onda studentesca, intonarono lo slogan “Né rossi né neri ma liberi pensieri”.

Anche la Lega ha sempre cercato di presentarsi come “né – né”: il federalismo e persino la secessione vengono presentati come soluzioni agnostiche, non necessariamente di destra o sinistra”. Lo stesso dicasi per Forza Italia: Berlusconi ha sempre fatto vanto di raccogliere chiunque nel suo movimento carismatico: dai postfascisti agli ex comunisti passando per democristiani, radicali e socialisti. In un altro contesto, ma rimadendo a un movimento carismatico e populista, questo discorso vale anche per il partitino di Beppe Grillo, che ha cominciato ponendo problemi genericamente considerati di “sinistra” (l’ecologia, la lotta ai privilegi, i diritti dei giovani, l’antiberlusconismo) e che a furia di dirsi “né di destra né di sinistra” assume anche posizioni di destra, blaterando di invasione di clandestini o disegnando di complotti della finanza mondiale.

Bossi, Berlusconi e Grillo utilizzano volentieri la retorica della Casta, ci si trovano a loro agio. Bossi la piega alle teorizzazioni localiste (dice con la Padania, i politici sarebbero vicini al territorio e quindi più “controllati” dalla gente), Berlusconi se ne serve per tirarsi fuori (dice che lui non è un “politico” ma un imprenditore prestato alla politica che ha persino rinunciato allo stipendio da premier: quindi non fa parte della Casta!) e Grillo la usa per spargere la sua paccottiglia qualunquista.

Ancora: è tipico della destra banalizzare qualsiasi cosa, trasformare problemi complessi (come il deperimento della politica, la sua incapacità di fare da contropotere all’economia, la crisi della rappresentanza e della sovranità Stato-nazione) in questioni semplici. Assecondare il discorso sulla Casta significa soffocare la fiammella del pensiero critico con valanghe di frustrazioni e scorciatoie mentali.
(Lynd, dai, mi aggiungi 'e sinistra' al titolo del topic!?)
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Re: La Destra in Italia

Messaggio da klaus »

BackhandWinner ha scritto:Perfetto:

Perché il discorso su “la Casta” è di destra
La retorica contro “la Casta” prescinde da qualsiasi colore politico. Tuttavia, ogni discorso che si pone oltre i confini valoriali e politici di “destra” e “sinistra”, ritenendole orpelli del passato o puri strumenti ideologici, alla fine – stringi stringi – vuole attaccare “la sinistra”. Chiunque abbia un minimo di esperienza politica quando sente pronunciare la frase “non sono né di destra né di sinistra” traduce mentalmente in “sono di destra”. Quella formuletta nove volte su dieci prelude ad una polemica verso la sinistra. Il sintagma “né di destra né di sinistra” riassume la genesi e l’autorappresentazione del fascismo. Quel modello è continuamente riproposto ai giorni nostri. Quando, nel 2008, i giovanotti telecomandati dai “fascisti del terzo millennio” di CasaPound cercarono di infiltrarsi nei cortei dell’Onda studentesca, intonarono lo slogan “Né rossi né neri ma liberi pensieri”.

Anche la Lega ha sempre cercato di presentarsi come “né – né”: il federalismo e persino la secessione vengono presentati come soluzioni agnostiche, non necessariamente di destra o sinistra”. Lo stesso dicasi per Forza Italia: Berlusconi ha sempre fatto vanto di raccogliere chiunque nel suo movimento carismatico: dai postfascisti agli ex comunisti passando per democristiani, radicali e socialisti. In un altro contesto, ma rimadendo a un movimento carismatico e populista, questo discorso vale anche per il partitino di Beppe Grillo, che ha cominciato ponendo problemi genericamente considerati di “sinistra” (l’ecologia, la lotta ai privilegi, i diritti dei giovani, l’antiberlusconismo) e che a furia di dirsi “né di destra né di sinistra” assume anche posizioni di destra, blaterando di invasione di clandestini o disegnando di complotti della finanza mondiale.

Bossi, Berlusconi e Grillo utilizzano volentieri la retorica della Casta, ci si trovano a loro agio. Bossi la piega alle teorizzazioni localiste (dice con la Padania, i politici sarebbero vicini al territorio e quindi più “controllati” dalla gente), Berlusconi se ne serve per tirarsi fuori (dice che lui non è un “politico” ma un imprenditore prestato alla politica che ha persino rinunciato allo stipendio da premier: quindi non fa parte della Casta!) e Grillo la usa per spargere la sua paccottiglia qualunquista.

Ancora: è tipico della destra banalizzare qualsiasi cosa, trasformare problemi complessi (come il deperimento della politica, la sua incapacità di fare da contropotere all’economia, la crisi della rappresentanza e della sovranità Stato-nazione) in questioni semplici. Assecondare il discorso sulla Casta significa soffocare la fiammella del pensiero critico con valanghe di frustrazioni e scorciatoie mentali.
(Lynd, dai, mi aggiungi 'e sinistra' al titolo del topic!?)
..carino :lol: ....manca solo la precisazione che ogni .."ismo" è comunque fasc... :D
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da Lyndon79 »

BackhandWinner ha scritto: (Lynd, dai, mi aggiungi 'e sinistra' al titolo del topic!?)
Infine fatto, o petulante, :D .

Comunque, non sono d'accordo che il discorso sulla casta sia necessariamente di destra, nè ritengo come te ed altri, che sia una questione non da affrontare, :)
E' palesemente un tema 'overrated', ma non per questo 'sbagliato' ..
(nuovo topic sulla Casta?), :D

EDIT: Comunque devo riconoscere (a BHW) che il topic, ed il titolo, sono molto meglio così, :D
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da BackhandWinner »

Lyndon79 ha scritto:
BackhandWinner ha scritto: (Lynd, dai, mi aggiungi 'e sinistra' al titolo del topic!?)
Infine fatto, o petulante, :D .
#66#
Lyndon79 ha scritto:
EDIT: Comunque devo riconoscere (a BHW) che il topic, ed il titolo, sono molto meglio così, :D
E finalmente posso dedicartela :oops: :

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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da taylorhawkins89 »

Mi piace quell'articolo, è un po' quello che penso io della "casta". E' un problema del paese, è vero, ma viene affrontato in maniera qualunquista un po' da tutti e da alcuni viene ingigantito e ingrandito a programma elettorale.
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da Lyndon79 »

La nomina di Monti. E la destra e la sinistra in Italia.
Oh, questo è un 'classico' economista liberale, commissario al Mercato interno e alla Competizione in Europea, professore e rettore della Bocconi, consulente di banche d'affari, ecc., sufficientemente 'moderato' anche sul piano politico-sociale.
Cioè, un personaggio che è facilmente inquadrabile in una quadro politico di centro-destra (piacerà molto a BHW, infatti, :D ).

In Italia, invece: è stato subito prontamente accettato dal PD (con qualche mal di pancia nella base), e sta provocando forti crisi interne nel centro-destra: la Lega (vabbè, #1# ), il PDL spaccato, una buona parte del quale lo sostiene dato lo straordinario momento di crisi.

E allora?
Nessuna grande novità, invero.

- Tralasciamo la questione Liberale, nel campo dei diritti civili e politici: lì davvero nel PDL di liberale c'è davvero poco.

- Concentriamoci più sulla componente 'liberista'.

Perchè se guardiamo alle posizioni economiche economiche delle due coalizioni negli ultimi 20 anni, notiamo alla fine che - con buona pace di Paoolino, #100# - è il centro-sinistra che è stato, relativamente, più vicino ai dettami di un'economia di mercato liberale.

a) Spesa pubblica. E' il centro-sinistra che è stato più attento a tenerlo sotto controllo, a ridurlo, a ad aver chiaro la necessità di farlo. I governi Prodi, ma anche D'Alema. Ci sono le cifre lì, a mostrarlo. Il governo Berlusconi 2001-06, Tremonti incluso, polemizzarono con la Commissione europea perchè non volevano rispettare il famoso (allora) Patto di stabilità, e volevano continuare a spendere e andare oltre il 3% del rapport deficit/PIL. E - con buona pace di Albo, #100# - se Tremonti non si fosse opposto, Berlusconi avrebbe continuato a spendere fino a qualche mese fa.

b) Le privatizzazioni: le poche - invero fatte male - rislagono alla seconda metà degli anni Novanta.

c) Liberalizzazioni: le poche sono state proposte da Bersani (2006-08) - e che furono ancor più diluite dalla forte opposizione del centro-destra.

d) il caso Alitalia: un chiaro esempio di intervento dello stato nell'economia. Il centro-sinistra, e non solo per mere polemiche di opposizione, era contrario alla soluzione 'statalista' di Berlusconi, e più vicina ad una soluzione mercatista della questione.

Quindi, paradossalmente (?), in questi 17 anni, la forza che è stata un po' più pro-mercato, un po' più 'liberale', è stato il centro-sinistra.
La posizione del centro-sinistra direi non è molto sorprendente: in fondo nell'era dell Terza Via (libro-cazzata di Lord Giddens), la sinistra europea è venuta ad accettare alcuni elementi fondamentali dell'economia di mercato - certo non tutti, e bilanciato (si spera, :P ) da una forte componente sociale.
E' che, di nuovo, il nostro centro-destra si è mostrato un'armata confusa, con una non facile collocazione e una ondivaga (?) politica economica.
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da Nickognito »

be, lyndon sta piu´o meno dicendo che in italia abbiamo una destra - il pd - e un ammasso di incompetenti populisti - pdl e lega.

se e´questo che dice concordo in pieno :D
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da BackhandWinner »

Lyndon79 ha scritto:La nomina di Monti. E la destra e la sinistra in Italia.
Oh, questo è un 'classico' economista liberale, commissario al Mercato interno e alla Competizione in Europea, professore e rettore della Bocconi, consulente di banche d'affari, ecc., sufficientemente 'moderato' anche sul piano politico-sociale.
Cioè, un personaggio che è facilmente inquadrabile in una quadro politico di centro-destra (piacerà molto a BHW, infatti, :D ).

In Italia, invece: è stato subito prontamente accettato dal PD (con qualche mal di pancia nella base), e sta provocando forti crisi interne nel centro-destra: la Lega (vabbè, #1# ), il PDL spaccato, una buona parte del quale lo sostiene dato lo straordinario momento di crisi.

E allora?
Nessuna grande novità, invero.

- Tralasciamo la questione Liberale, nel campo dei diritti civili e politici: lì davvero nel PDL di liberale c'è davvero poco.

- Concentriamoci più sulla componente 'liberista'.

Perchè se guardiamo alle posizioni economiche economiche delle due coalizioni negli ultimi 20 anni, notiamo alla fine che - con buona pace di Paoolino, #100# - è il centro-sinistra che è stato, relativamente, più vicino ai dettami di un'economia di mercato liberale.

a) Spesa pubblica. E' il centro-sinistra che è stato più attento a tenerlo sotto controllo, a ridurlo, a ad aver chiaro la necessità di farlo. I governi Prodi, ma anche D'Alema. Ci sono le cifre lì, a mostrarlo. Il governo Berlusconi 2001-06, Tremonti incluso, polemizzarono con la Commissione europea perchè non volevano rispettare il famoso (allora) Patto di stabilità, e volevano continuare a spendere e andare oltre il 3% del rapport deficit/PIL. E - con buona pace di Albo, #100# - se Tremonti non si fosse opposto, Berlusconi avrebbe continuato a spendere fino a qualche mese fa.

b) Le privatizzazioni: le poche - invero fatte male - rislagono alla seconda metà degli anni Novanta.

c) Liberalizzazioni: le poche sono state proposte da Bersani (2006-08) - e che furono ancor più diluite dalla forte opposizione del centro-destra.

d) il caso Alitalia: un chiaro esempio di intervento dello stato nell'economia. Il centro-sinistra, e non solo per mere polemiche di opposizione, era contrario alla soluzione 'statalista' di Berlusconi, e più vicina ad una soluzione mercatista della questione.

Quindi, paradossalmente (?), in questi 17 anni, la forza che è stata un po' più pro-mercato, un po' più 'liberale', è stato il centro-sinistra.
La posizione del centro-sinistra direi non è molto sorprendente: in fondo nell'era dell Terza Via (libro-cazzata di Lord Giddens), la sinistra europea è venuta ad accettare alcuni elementi fondamentali dell'economia di mercato - certo non tutti, e bilanciato (si spera, :P ) da una forte componente sociale.
E' che, di nuovo, il nostro centro-destra si è mostrato un'armata confusa, con una non facile collocazione e una ondivaga (?) politica economica.
Riassunto: In italia, ora, c'è una opposizione (ancora per qualche ora è così, all'opposizione) di centro-destra, che va da Di Pietro a Fini, e una maggioranza di estrema destra populista con tratti neofascisti.
Il centro-sinistra è fuori dal Parlamento: SEL, Verdi.
La sinistra fuori dal Parlmento e fuori, credo, resterà: Pdci, Rifondazione (esiste ancora?), Cetri Sociali, Anarco-insurrezionalisti*, vari ed eventuali.

*sì, gente come Roda o Danser pensa che io simpatizzi per questi. Anzi che io sia un militante dei più convinti. :)
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da BackhandWinner »

Nickognito ha scritto:be, lyndon sta piu´o meno dicendo che in italia abbiamo una destra - il pd - e un ammasso di incompetenti populisti - pdl e lega.

se e´questo che dice concordo in pieno :D
Ecco, nick, rapida faina, mi ha preceduto. :D

Dono della sintesi, in ordine decrescente: nick, bhw, lyndon.
Siam messi bene, eh, lynd. :D
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da Nickognito »

BackhandWinner ha scritto: rapida faina,
son 12 anni che nessuno mi chiamava piu cosi #1#
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da BackhandWinner »

Nickognito ha scritto:
BackhandWinner ha scritto: rapida faina,
son 12 anni che nessuno mi chiamava piu cosi #1#
:oops:
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da Nickognito »

era il mio soprannome quando facevo parte di una gang di svaligiatori di A112
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dsdifr
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da dsdifr »

io la metto in firma, signora faina :D
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BackhandWinner
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da BackhandWinner »

Lyndon79 ha scritto: a) Spesa pubblica. E' il centro-sinistra che è stato più attento a tenerlo sotto controllo, a ridurlo, a ad aver chiaro la necessità di farlo. I governi Prodi, ma anche D'Alema. Ci sono le cifre lì, a mostrarlo. Il governo Berlusconi 2001-06, Tremonti incluso, polemizzarono con la Commissione europea perchè non volevano rispettare il famoso (allora) Patto di stabilità, e volevano continuare a spendere e andare oltre il 3% del rapport deficit/PIL. E - con buona pace di Albo, #100# - se Tremonti non si fosse opposto, Berlusconi avrebbe continuato a spendere fino a qualche mese fa.
Sì.
Pensavo giusto poco fa: Giulio Tremonti come Albert Speer.
Forse merita la condanna meno aspra, quando si aprirà il Processo.
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da paoolino »

La mia analisi è che in Italia anche a destra le idee politiche stataliste sono sempre andate per la maggiore: erano statalisti l'MSI e buona parte della DC; sono stati statalisti AN, buona parte dei componenti di Forza Italia (gli ex DC e gli ex socialisti) e a suo modo è statalista la Lega.
Le idee libertarie sono andate di moda a destra per un po', ma i libertari non hanno mai avuto vero potere decisionale.

Per quanto riguarda l'analisi di Lyndon sul centro-sinistra ricordo che qui, dopo le lenzuolate Bersani, commentai "ma a me chi me lo doveva dire che per avere qualche liberalizzazione avrei dovuto votare per (la coalizione con) Diliberto?"
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da Lyndon79 »

BackhandWinner ha scritto:
Nickognito ha scritto:be, lyndon sta piu´o meno dicendo che in italia abbiamo una destra - il pd - e un ammasso di incompetenti populisti - pdl e lega.

se e´questo che dice concordo in pieno :D
Ecco, nick, rapida faina, mi ha preceduto. :D

Dono della sintesi, in ordine decrescente: nick, bhw, lyndon.
Siam messi bene, eh, lynd. :D

Vabbè, ma bisognerà pure argomentare, no? #100# #1#

Comunque, sono in (buona parte, ma no del tutto) d'accordo con la sintesi - nel senso, che nell'anno domini 2011 (ma non è forse vero anche per gran parte della storia politica del PCI del secondo dopoguerra?) un centro-sinistra che accetti l'economia di mercato e parte dei relativi dettami è nelle cose. Il fatto sta nell'avere una chiara ed efficace dimensione sociale, con pensiero costante ad una più equa distribuzione del reddito, eccetera.
Poi, certo vedere che ormai Confindustria abbia voltato le spalle a Berlusconi (e "si fidi" magari relativamente di più del centro-sinistra) fa pensare, :)

Paoolino: si gioca (anche), :)
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da rob »

La Sinistra europea accetta il mercato dai tempi di questo signore, un po' prima di Lord Giddens:

Immagine

http://en.wikipedia.org/wiki/Eduard_Bernstein

Eduard Bernstein

Born January 6, 1850(1850-01-06)
Schöneberg, Germany
Died December 18, 1932(1932-12-18) (aged 82)
Berlin, Germany
Nationality German
Occupation Politician
Known for Founder of Evolutionary Socialism and Revisionism.

Social democracy


Eduard Bernstein (January 6, 1850 – December 18, 1932) was a German social democratic theoretician and politician, a member of the SPD, and the founder of evolutionary socialism and revisionism.

Contents
1 Life
2 Views
3 References
4 Further reading
5 External links


[edit] Life

Bernstein was born in Schöneberg (now part of Berlin) to Jewish parents, although they did not practice religion. His father was a locomotive driver. From 1866 to 1878, after leaving school, he was employed in banks as a banker's clerk.[1] His political career began in 1872, when he joined the Eisenach (named after the German town Eisenach) wing of the German socialist movement, a socialist party with Marxist tendencies formally known as Sozialdemokratische Arbeiterpartei Eisenacher Programms and soon became prominent as an activist. Bernstein's party contested two elections against a rival socialist party, the Lassalleans (Ferdinand Lassalle's Allgemeiner Deutscher Arbeiterverein), but in both elections neither party was able to win a significant majority of the left-wing vote. Consequently, together with August Bebel and Wilhelm Liebknecht, Bernstein prepared the Einigungsparteitag ("unification party congress") with the Lassalleans in Gotha in 1875. Karl Marx's famous Critique of the Gotha Program criticized what he saw as a Lassallean victory over the Eisenachers whom he favored; interestingly, Bernstein later noted that it was Liebknecht, considered by many to be the strongest Marxist advocate within the Eisenacher faction, who proposed the inclusion of many of the ideas which so thoroughly irritated Marx.

In the Reichstag elections of 1877, the German Social Democratic Party gained 493,000 votes. However, two assassination attempts on the Kaiser in the following year provided Bismarck with a pretext for introducing a law banning all socialist organizations, assemblies, and publications. As it happened. there had been no Social Democratic involvement in either assassination attempt, but the popular reaction against enemies of the Reich induced a compliant Reichstag to pass Bismarck's "Socialist Law."[2]

On October 12, 1878, Otto von Bismarck's strict anti-Socialist legislation was passed in the Reichstag. For nearly all practical purposes, the party was outlawed and, throughout Germany, it was actively suppressed. However, it was still possible for Social Democrats to stand as individuals for election to the Reichstag, and this they did. Indeed, despite the severe persecution to which it was subjected, the party actually increased its electoral support, gaining 550,000 votes in 1884 and 763,000 in 1887. Shortly before the Socialist Law came into effect, Bernstein went into exile in Zurich, accepting a position as private secretary for social democratic patron Karl Höchberg, a wealthy supporter of Social Democracy. A warrant subsequently issued for his arrest ruled out any possibility of his returning to Germany, and he was to remain in exile for more than twenty years. In 1888, Bismarck convinced the Swiss government to expel a number of key members of the German social democratic movement from its country, and so Bernstein moved to London, where he had close contacts with Friedrich Engels and Karl Kautsky. It was shortly after his arrival in Switzerland that he began to think of himself as a Marxist.[3]In 1880, he accompanied Bebel to London in order to clear up a misunderstanding over his involvement in an article published by Höchberg and denounced by Marx and Engels as being 'chock-full of bourgeois and petty bourgeois ideas'. The trip was a success. Engels in particular was impressed by Bernstein's zeal and the soundness of his ideas.

Back in Zurich, Bernstein became increasingly active in working for "Der Sozialdemokrat" ("Social Democrat"),and later succeeded Georg von Vollmar as the paper's editor, a post he was to hold for the next ten years. It was during these years between 1880 and 1890 that Bernstein established his reputation as a leading party theoretician and a Marxist of impeccable orthodoxy. In this he was helped by the close personal and professional relationship he established with Engels. This relationship owed much to the fact that he shared Engels's strategic vision and accepted most of the particular policies which, in Engels's view, that vision entailed. In 1887, the German government persuaded the Swiss authorities to close down Der Sozialdemokrat. Bernstein moved to London where he resumed publication from premises in Kentish Town. His relationship with Engels soon blossomed into friendship. He also made contact with various English socialist organizations, notably the Fabian Society and Hyndman's Social Democratic Federation. It is vailed in England at the time.[4] Indeed, in later years, his opponents routinely claimed that his 'Revisionism' was due to his having come to see the world 'through English spectacles'. It is, of course, impossible to determine how far the charge was justified. For what it is worth, Bernstein himself denied it.[5]

In 1891, he was one of the authors of the Erfurt Program, and from 1896 to 1898, he released a series of articles entitled "Probleme des Sozialismus" ("Problems of Socialism") that led to the revisionism debate in the SPD. He also wrote a book titled "Die Voraussetzungen des Sozialismus und die Aufgaben der Sozialdemokratie" ("The Prerequisites for Socialism and the Tasks of Social Democracy") in 1899. The book was in sharp contrast to the positions of August Bebel, Karl Kautsky and Wilhelm Liebknecht. Rosa Luxemburg's 1900 essay Reform or Revolution? was also a polemic against Bernstein's position.


Bernstein with other USPD members in 1919In 1901, he returned to Germany, following the lifting of a ban that had kept him from entering the country, and became a member of the Reichstag from 1902 to 1918. He voted against the armament tabling in 1913, together with the SPD fraction's left wing. Although he had voted for war credits in August 1914, from July 1915 he opposed World War I and in 1917 he was among the founders of the USPD, which united anti-war socialists (including reformists like Bernstein, 'centrists' like Kautsky and revolutionary Marxists like Karl Liebknecht). He was a member of the USDP until 1919, when he rejoined the SPD. From 1920 to 1928 Bernstein was again a member of the Reichstag. He retired from political life in 1928.

Bernstein died on December 18, 1932 in Berlin. A commemorative plaque is placed in his memory at Bozener Straße 18, Berlin-Schöneberg, where he lived from 1918 to his death.

[edit] ViewsDie Voraussetzungen des Sozialismus (1899) was Bernstein's most significant work and was principally concerned with refuting Marx's predictions about the imminent demise of capitalism. In it, Bernstein pointed out simple facts that he took to be evidence that Marx's predictions were not being borne out: he noted that the centralisation of capitalist industry, while significant, was not becoming wholescale and that the ownership of capital was becoming more, and not less, diffuse. He also pointed out what he considered to be some of the flaws in Marx's labor theory of value.

In its totality, Bernstein's analysis formed a powerful critique of Marxism[citation needed], and this led to his vilification[citation needed]among many orthodox Marxists. Bernstein remained, however, very much a socialist, albeit an unorthodox one: he believed that socialism would be achieved through capitalism, not through capitalism's destruction (as rights were gradually won by workers, their cause for grievance would be diminished, and consequently, so too would the foundation of revolution). During the intra-party debates about his ideas, Bernstein explained that, for him, the final goal of socialism was nothing; movement toward that goal was everything. Although Marx would argue that free trade would be the quickest fulfillment of the capitalist system, and thus its end, Bernstein viewed protectionism as helping only a selective few, being fortschrittsfeindlich (anti-progressive), for its negative effects on the masses. Germany's protectionism, Bernstein argued, was only based on political expediency, isolating Germany from the world (especially from Britain), creating an autarky that would only result in conflict between Germany and the rest of the world.[6]

He is also noted for being "one of the first socialists to deal sympathetically with the issue of homosexuality."[7]

[edit] References

1.^ "Bernstein, Eduard". Encyclopædia Britannica (12th ed.). 1922.
2.^ The Preconditions of Socialism Eduard Bernstein
3.^ Berstein, Sozialdemokratische Lehrjahre, p.72; Berstein to Bebel, 20.10.1898, Tudor and Tudor, p.324.
4.^ This is particularly evident in Bernstein's My Years of Exile:Reminiscences of a Soicalist(London, 1921).
5.^ Bernstein to Bebel, 20.10.1898, Tudor and Tudor, pp. 325-6.
6.^ Fletcher, R. A. (1983). "Cobden as Educator: The Free-Trade Internationalism of Eduard Bernstein, 1899–1914". American Historical Review 88 (3): 561–578. doi:10.2307/1864587. JSTOR 1864587.
7.^ Eduard Bernstein Archive

[edit] Further reading

Eduard Bernstein, Cromwell and Communism: Socialism and Democracy in the Great English Revolution, International Specialized Book Service Inc, 1963, hardcover, ISBN 0-7146-1454-8; trade paperback, Spokesman Books, 1980, ISBN 0-85124-286-3; trade paperback, 287 pages, Coronet Books, 2000, ISBN 0-85124-630-3
Eduard Bernstein, Evolutionary Socialism: A Criticism and Affirmation, Random House, 1961, trade paperback, ISBN 0-8052-0011-8; trade paperback, ISBN 1-299-16172-3
Eduard Bernstein, My Years of Exile: Reminiscences of a Socialist, Greenwood Publishing Group, 1986, hardcover, ISBN 0-313-25114-2
Eduard Bernstein, Selected Writings of Eduard Bernstein, 1900-1921, Prometheus Books, 1996, hardcover, ISBN 1-57392-357-5
Francis L. Carsten, Eduard Bernstein: 1850–1932. Eine politische Biographie, München 1993, ISBN 3-406-37133-7
Peter Gay, The Dilemma of Democratic Socialism: Eduard Bernstein's challenge to Marx, Octagon Books, ISBN 0-88254-837-9; Collier Books, trade paperback ISBN 0-374-93017-1
James W. Hulse, Revolutionists in London: a study of five unorthodox Socialists, Clarendon Press, 1970, ISBN 0-19-827175-1
S. Ramaswamy and Subrata Mukherjee, Eduard Bernstein - His Thoughts and Works: His Life and Works, Deep & Deep Publications, 1998, hardcover, ISBN 81-7100-768-6
Manfred B. Steger, Quest for Evolutionary Socialism: Eduard Bernstein and Social Democracy, Cambridge University Press, 1997, hardcover, 287 pages, ISBN 0-521-58200-8
Edited by Henry Tudor and J. M. Tudor, Marxism and Social Democracy: The Revisionist Debate, 1896-1898, Cambridge University Press, 1988, hardcover, 1988, ISBN 0-521-34049-7

[edit] External links

Works written by or about Eduard Bernstein at Wikisource
Eduard Bernstein Archive at marxists.org.
Bernstein on Homosexuality, Articles from Die Neue Zeit, 1895 and 1898.
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da Lyndon79 »

Bravo, Rob: una bella e sana social-democrazia, :oops: :oops:
Vabbè, ormai non è più di moda e, si dice, fuori dal tempo #1#

(Infatti, la Terza Via: è 'na strunzata).
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da BackhandWinner »

Posto anche qui l'articolo di Nonno Eugenio ( :oops: ) perché credo sia interessante anche rispetto al tema del topic.
In particolare: come si riorganizzeranno destra e sinistra (o quel che ne resta) dopo la fine del governo Monti? Secondo quali direttrici? Economiche, socio-culturali, più o meno sensate, più o meno obbligate (ad esempio, dall'eventuale sopravvivenza della feccia populista leghista e berlusconiana all'estrema destra)?
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da Rosewall »

andrebbe pure in e il lavoro dov'è, ma non sta male neanche qui: come mettere in pratica un fondamentale principio di sinistra, quali sono gli ostacoli concreti da superare.

http://www.fondazionemasi.it/UploadDocs ... Aringa.pdf

E' una meta-analisi che raccoglie studi empirici su protezione dei lavoratori e flessibilità del mercato del lavoro, riassumo.

- La sicurezza del lavoro dipende
1) dal grado di protezione della legislazione sul lavoro, quanto più è rigida tanto più il dipendente è sicuro, e
2) dall'ammontare dei sussidi di disoccupazione, che rappresentano una forma di assicurazione.

- In Italia la 1, la legislazione sul lavoro (EPL: employment protection legislation), è mediamente rigida (più che in UK e Danimarca, meno che in Francia), ma la sicurezza complessiva è abbassata fortemente dalla 2: i sussidi di disoccupazione sono molto più scarsi della media europea (considerando anche i paesi dell'est!).

- L'occupazione generale diminuisce con l'aumentare della rigidità della EPL?
Non ci sono prove.

- L'occupazione di giovani, donne, anziani, diminuisce con l'aumentare della rigidità della EPL?
Sì.
Soprattutto se la rigidità riguarda le norme che regolano i contratti a tempo indeterminato.
Confrontando in un grafico i paesi europei - tasso di disoccupazione della forza lavoro debole sull'asse X, grado di rigidità della EPL sull'asse Y- si riscontra una buona corrispondenza fra disoccupazione dei "deboli" e rigidità della EPL: i valori X e Y della maggior parte dei paesi s'incrociano nei pressi di una retta.

- In questo grafico, i tassi di disoccupazione dei lavoratori deboli in Italia sono nettamente superiori rispetto a quelli di paesi le cui legislazioni del lavoro hanno simile rigidità. Insomma, l'Italia è molto lontana dalla retta xy.
Questo significa che la disoccupazione è dovuta ad altri fattori o, a voler essere positivi, che in Italia ci sono ampi margini di miglioramento per quanto riguarda la disoccupazione (rimanendo stabile l'attuale rigidità della legislazione).

- Anche se i tassi di disoccupazione di donne, giovani, anziani, sono inferiori alla media europea, la rigidità della EPL non è ininfluente.
L'aumento della flessibilità della EPL determinato dalle leggi Treu e Biagi ha aumentato l'occupazione (precaria) di donne, giovani, anziani.
Ripristinando una maggiore rigidità si correrebbe il rischio di aumentare ulteriormente la disoccupazione.

- La maggiore occupazione che ha seguìto le leggi Treu e Biagi riguarda come noto soltanto i lavori a tempo determinato, insomma l'applicazione di queste leggi ha ulteriormente aumentato la segmentazione del mercato del lavoro italiano.
Perciò, se non sembra conveniente tornare alla legislazione precedente (maggiore rigidità = maggiore disoccupazione donne, giovani, anziani), si dovrebbe se non altro ridurre la segmentazione del mercato aumentando un pò la EPL per i contratti a tempo determinato e diminuendo un pò la EPL per i contratti a tempo indeterminato, sì da ridurre il consistente divario.

- Venendo alla sicurezza, si nota come i paesi con rigidità della EPL più elevata abbiano minori sussidi e viceversa: se non ti dò sicurezza coi sussidi, te la dò con una legislazione del lavoro meno flessibile.

- Naturalmente l'Italia rappresenta un'eccezione, perché ad una EPL mediamente rigida non si sommano sussidi mediamente consistenti.
I sussidi dell'Italia sono di 8 miliardi inferiori alla media europea (paesi dell'est sempre inclusi).

- Elevati sussidi generalmente influiscono negativamente sui tassi di occupazione.
Non così per la Danimarca, dove gli elevati sussidi sono associati a efficaci politiche attive del lavoro

- le politiche attive del lavoro consistono non solo nei corsi di riqualificazione e formazione (che influiscono soprattutto su durata e reddito del nuovo impiego) e nell'intermediazione col mercato del lavoro, ma pure nel monitoraggio dei disoccupati (s'impegnano nella ricerca di un nuovo impiego o nei corsi?).
Tale monitoraggio è efficace se accompagnato dalla possibilità di sanzione. La sanzione funziona ex ante, basta la paura di perdere il sussidio a motivare il fruitore del sussidio. Ma perché questa paura ci sia, la possibilità di perdere il sussidio non può essere solo teorica.

- In Danimarca gli investimenti nelle politiche attive, monitoraggio incluso, si traducano in immediati benefici per l'occupazione.

- Per eguagliare la Danimarca, l'Italia dovrebbere investire in sussidi di disoccupazione 50 miliardi all'anno in più di adesso, e in politiche attive 20 miliardi. Per adesso, dunque, è più alla portata il modello francese o tedesco, dovremmo almeno avvicinare loro.

- Ma non è soltanto una questione di finanziamenti. Perché le politiche attive del lavori funzionino sono necessari altri fattori.
I centri per l'impiego devono essere bene organizzati. In Italia, rispetto agli altri paesi, fanno pena.

- All'estero, i centri per l'impiego che funzionano meglio sono quelli sottoposti a valutazione.

- La valutazione può essere anche finanziaria: meglio un centro lavora, e più fa ricavare allo stato (meno sussidi da pagare, maggior gettito fiscale per i nuovi lavori). Ma non è l'unico aspetto da valutare. La questione è aperta e complessa, ma ineludibile.

- Il potere di sanzione non può evidentemente essere assegnato ad un privato. E il pubblico funzionario dev'essere molto qualificato, incentivato, monitorato.

- Le riforme recenti all'estero tendono ad unificare la figura che assegna il sussidio e quella che svolge le politiche di lavoro attive.
In Italia invece i sussidi di disoccupazione (quei pochi) vengono dall'INPS, mentre le politiche attive dipendono dalle province, e quindi da leggi regionali diverse. In questo contesto è impossibile che un funzionario sia incentivato a monitorare un disoccupato che riceve un sussidio.

- Perché gli altri paesi non hanno imitato il modello danese? Secondo una teoria, ogni società accetta che vengano elargiti sussidi nella misura in cui si fida del proprio senso civico. In altre parole, nei paesi con meno senso civico della Danimarca, il costo di un uso dei sussidi alla danese diventerebbe insostenibile, e allora tanto vale assicurare il lavoro mediante maggiore rigidità della EPL (che fra l'altro trasferisce i costi dallo stato al sistema produttivo).
A sostegno di questa teoria, un questionario distribuito nei diversi paesi europei: pensi che sia sempre giustificato, oppure mai giustificato, oppure parzialmente giustificato, cercare di avere sussidi pubblici a cui non hai diritto?
I paesi più generosi coi sussidi sono anche quelli dove più si risponde "mai giustificato".
Scandinavi > UK > Europa Continentale > Messico, Grecia, eccetera. Non viene spiegato come gli autori della ricerca giustifichino il fatto che l'Italia risulti curiosamente davanti a Francia e Spagna.

- In definitiva, in Italia si dovrebbe elaborare un sistema di valutazione dei centri per l'impiego e applicarlo. Integrarli con l'INPS. Investire molto di più in sussidi e in politiche attive, se non al livello per noi marziano della Danimarca almeno a quello di Francia e Germania. Sperare che il nostro senso civico non sia troppo scarso.


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luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da Albornoz »

Berlusconi si è sfasciato contro:

- giudici
- quotidiani borghesi
- clero, anche per motivi di etica sessuale
- finanza
contro i quali ha dichiarato espressamente di voler fare la rivoluzione

Tutto quanto sopra come da paradigma anarchico ottocentesco

ha tentato di ricostruire l'Urss (rapporti con Putin e Bielorussia) :D
Un po' di tempo e prima di fine legislatura magari sarebbe arrivato ad Ahmadinejad
ha intrattenuto rapporti privilegiati con leader storici dei Paesi non allineati anni '70 (Gheddafi)
ha pagato i danni del colonialismo italiano

forse unico nel mondo capitalista, non ha fatto riforme liberiste

Vi hanno fatto fuori il leader più di sinistra dell'occidente :D
e voi danzate come iene su cadavere ucciso da altri
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da Nickognito »

rosewall, quanto ti devo pagare per unos tudio sulla repubblica ceca? :)
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da rob »

Il sussidio di disoccupazione decade se il centro per l'impiego comunica la cancellazione del lavoratore indennizzato dalle liste di disoccupazione prevista per rifiuto dell'eventuale offerta di lavoro.
Non mi è mai accaduto in quattro anni e mezzo di ricevere simili comunicazioni. 8)

Aggiungo anche che ho visto personalmente diversi lavoratori i quali percepivano l'indennità svolgere un'altra occupazione.
Quando l'ho riferito ai superiori, la risposta è stata: "ma tanto prima che attiviamo un'ispezione passa parecchio tempo fino a che il lavoratore può essere assunto in regola dal datore di lavoro per fine periodo d'indennità".
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da BackhandWinner »

Quando avremo finalmente una destra che non sia una feccia fascista come questa?
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da Nickognito »

rob ha scritto:Il sussidio di disoccupazione decade se il centro per l'impiego comunica la cancellazione del lavoratore indennizzato dalle liste di disoccupazione prevista per rifiuto dell'eventuale offerta di lavoro.
Non mi è mai accaduto in quattro anni e mezzo di ricevere simili comunicazioni. 8)

Aggiungo anche che ho visto personalmente diversi lavoratori i quali percepivano l'indennità svolgere un'altra occupazione.
Quando l'ho riferito ai superiori, la risposta è stata: "ma tanto prima che attiviamo un'ispezione passa parecchio tempo fino a che il lavoratore può essere assunto in regola dal datore di lavoro per fine periodo d'indennità".
senza parole, davvero basterebbe eliminare i ladri e l´italia sarebbe un paese ottimo
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da Rosewall »

probabile che sul questionario abbiano barrato mai giustificato cercare di avere sussidi pubblici a cui non hai diritto :)
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da gianlu »

BackhandWinner ha scritto:Quando avremo finalmente una destra che non sia una feccia fascista come questa?
Data la diffusione dello ius sanguinis si desume che mezzo mondo sia "feccia fascista".
« Ci vorrebbe un lavoro a parte per star dietro a tutte le balle che si scrivono »
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Re: Cosa è la Destra, cosa è la Sinistra (Italia e Non)

Messaggio da pocaluce »

gianlu ha scritto:
BackhandWinner ha scritto:Quando avremo finalmente una destra che non sia una feccia fascista come questa?
Data la diffusione dello ius sanguinis si desume che mezzo mondo sia "feccia fascista".
sì ma tra ius sanguinis ed ius soli ci sono svariate vie di mezzo che riguardano la sfera dell'accesso alla cittadinanza sia per gli adulti che per i minori, non solo per diritto di nascita. di certo è un problema avere ragazzi di 15 anni nati e cresciuti in italia con cittadinanza straniera, senza magari aver mai messo piede fuori dai patri confini.
A lot of people say, "Yeah, I like Dennis Rodman," but they don't really mean that. I'm a big Dennis Rodman fan. I've been a Rodman fan since 1998 when he was in all his controversy, so that's never going to change.
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