Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Dibattito sulla vita sociale, sui problemi politici e sui microchip nei vaccini
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da laplaz »

Rosewall ha scritto:Insomma, una polemica piuttosto propagandistica.
Ogni polemica di qualsiasi politico fatta in qualsiasi momento è di per sè SEMPRE propagandistica.
Nel merito, Renzi deve per forza attaccarsi a qualcosa, pur sapendo che il surplus commerciale tedesco non è certo IL problema.
Burano
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Burano »

https://keynesblog.com/2016/07/08/miche ... do-iodice/
Iniziata la lettura di La battaglia contro l'Europa. Rose e back, mettetemi pure in ignore :)
Qui comunque recensita dal Salvati, un ex sinistra ora moderatian renziano doc, uno di quelli realisti insomma
Lo voglio rivedere, Fabio
Pindaro
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Pindaro »

Maroni: "A partire da domani, la Regione Lombardia predisporrà le adeguate contromisure per difendere i diritti dei nostri concittadini lavoratori".

All'indomani del referundum in Svizzera, proposto dall'Udc ( i leghisti ticinesi).
Referendum che è stato approvato dai cittadini ticinesi con oltre il 58% di voti favorevoli.
"prima i nostri" ( :lol: )il nome dell'articolo costituzionale per privilegiare le assunzioni degli svizzeri.

Brutto essere quelli che rubano il lavoro e che stanno negli hotel a 5 stelle, vero Maroni?

Rerendum che in sostanza non cambierà nulla per il momento.
Ma che dimostra come l'idiozia antieuropeista possa creare danni irreparabili.

Immagine
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Lyndon79 »

PINDARO ha scritto:Maroni: "A partire da domani, la Regione Lombardia predisporrà le adeguate contromisure per difendere i diritti dei nostri concittadini lavoratori".

All'indomani del referundum in Svizzera, proposto dall'Udc ( i leghisti ticinesi).
Referendum che è stato approvato dai cittadini ticinesi con oltre il 58% di voti favorevoli.
"prima i nostri" ( :lol: )il nome dell'articolo costituzionale per privilegiare le assunzioni degli svizzeri.

Brutto essere quelli che rubano il lavoro e che stanno negli hotel a 5 stelle, vero Maroni?

Rerendum che in sostanza non cambierà nulla per il momento.
Ma che dimostra come l'idiozia antieuropeista possa creare danni irreparabili.

Immagine
Volevo giusto commentare questa notizia, perche' rappresenta diverse cose che sono ironicamente 'sbagliate'.
Davvero ironica. Leggevo, tra l'altro, i commenti dei transfrontalieri italiani, che plaudevano all'iniziativa, perche' prima bisogna proteggere i locali :) . Potrebbero cominciare a rinunciare al loro lavoro, se sono cosi' convinti della bonta' della decisione.

Un'altra cosa ironica di questa vicenda e' che sti tizi del Nord d'Italia che vanno a rubare il lavoro agli svizzeri sono di solito super contrari all'Unione europea. E una delle ragioni principali per cui questo referendum non avra' alcun seguito e' proprio l'UE. Quindi sti tizi ignoranti (nel senso che ignorano, cit.) che spalano bile di solito sull'UE vedranno il loro posto salvato dalla protezione di Bruxelles. Ironico, no?
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Lyndon79 »

Leggo anche che l'83% degli italiani vorrebbero piu' controlli a Schengen.
Quando saremmo noi a rimetterci tra l'altro.
Come faremmo a far passare tanti immigrati clandestini dall'Italia nel nord Europa?
(cosa che l'Italia fa tutti i giorni, eh, piu' o meno consciamente).
State tranquilli che svizzeri, francesi, austriaci sarebbero ben contenti di controllare i confini con l'Italia :) .

Ma continuiamo con le tante fughe dalla realta', in Italia.
Tanto una piu', una meno, cosa cambia?
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Pindaro »

Lyndon79 ha scritto:
Un'altra cosa ironica di questa vicenda e' che sti tizi del Nord d'Italia che vanno a rubare il lavoro agli svizzeri sono di solito super contrari all'Unione europea. E una delle ragioni principali per cui questo referendum non avra' alcun seguito e' proprio l'UE. Quindi sti tizi ignoranti (nel senso che ignorano, cit.) che spalano bile di solito sull'UE vedranno il loro posto salvato dalla protezione di Bruxelles. Ironico, no?
Esattamente.
Poveracci, diventeranno idrofobi.
O per coerenza si licenzieranno. O no?
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Nickognito »

Lyndon79 ha scritto:Leggo anche che l'83% degli italiani vorrebbero piu' controlli a Schengen.
Quando saremmo noi a rimetterci tra l'altro.
Come faremmo a far passare tanti immigrati clandestini dall'Italia nel nord Europa?
(cosa che l'Italia fa tutti i giorni, eh, piu' o meno consciamente).
State tranquilli che svizzeri, francesi, austriaci sarebbero ben contenti di controllare i confini con l'Italia :) .

Ma continuiamo con le tante fughe dalla realta', in Italia.
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Nickognito »

We continue to hear toxic nonsense about Brexit. Here is the truth about Life after Brexit:

As I predicted, the impact of Brexit has been slight so far – despite some market turbulence.

Most analysts have had to eat their words, together with many political leaders, the IMF and a host of global CEOs – after being proven so spectacularly wrong.

Despite constant warnings before and after the vote of instant economic meltdown, chaos, immediate recession, national and EU crisis, we have seen the exact opposite.

Three months on from the Brexit vote, UK stock are higher than before the vote, the currency has remained lower, and the economy has grown. Ordinary people are spending, and life feels generally normal.
Why many Brexit forecasts continue to be biased

These same people, who incorrectly prophesied immediate doom and disaster, are of course embarrassed (or should be) and continue to talk down the future prospects for UK Plc. In my view there continues to be a bias in much of their forecasting and many are at risk of compounding their first mistake with an even bigger one.

In particular, many continue to warn in dire language about the massive risks from a so-called “Hard Brexit”. By this they mean leaving the EU without a single new trade agreement in place with the EU or anyone else. Such forecasts of course create a risk of spooking investors and consumers, and becoming self-fulfilling.

So it is even more noteworthy that the economy has been so resilient, in the storm of such constant negativity in the media.

Here are the facts about Brexit:

1) The only effective way to negotiate terms in a street market is of course to walk way, as if without a care in the world. It is fatal to any negotiating position to look too keen or anxious.

Thus the only sound way to negotiate the best terms for Brexit, is to go on repeating that “Brexit is Brexit”, and show that we are well prepared for an independent, free and prosperous future. That I predict will be the primary UK government position.

2) While the EU leadership has said it is up to the UK to say what they want, (ie come with a begging bowl) and so they can respond (ie say “no”); actually it is of course more effective for the UK to take things the other way round.

“If you want preferential trading terms to sell to us, you need to talk to us now, but don’t imagine we will reverse our commitment to controlling migration in our own way. You have far more to lose than we do, and we are not that worried one way or another. Here are the reasons why…..”

One reason why is that the EU sells EU16bn more goods every year to the UK, than the UK sells to the EU.

The same issues apply to other matters such as tourist visas. It is absurd for UK media headlines to scream that UK citizens may have to apply for EU visas to go on holiday, without pointing out that the EU would then be hit by identical measures when EU citizens visit the UK. Common sense will prevail over a lot of these things.

However the truth is that there IS no united EU position on any of these matters. Indeed, whatever trade agreements are negotiated by the Commission, will have to be independently approved by all countries individually. And within each country there are many different opinions:

- Firstly, politicians who want to prop up the EU by punishing the UK, because they are so afraid that other nations might follow the UK example. (Actually this is a terrible strategy – and simply reveals the fundamental weakness of the EU). Then there are other politicians that are worried about jobs in their countries and want to trade. Some are also worried about huge migrations into their own nations.

- Secondly, business leaders and managers who are afraid that the value of their companies will be affected if they are hit by 5% UK import tariffs, on top of the big impact of a falling pound – significantly damaging one of their most important markets.

- Thirdly, ordinary people who want to be able to travel, invest and so on, who are afraid that a “Hard Brexit” will make their own lives more difficult. And those who are worried that loss of exports to the UK will mean loss of their jobs.

To make matters worse, France has an election in May next year, and Germany some time from August to October so one could say there is little point really in triggering any two year Brexit process until both new governments have been in post for at least 10-12 weeks. That would mean waiting until the end of 2017. In practice the UK government is unlikely to wait long.

3) Why “Hard Brexit” works so long as it happens with good notice period:

Worst case for UK manufacturers is that an average 5% import tax is imposed on everything we want to sell to the EU. However, the pound has fallen 10%, and is likely to continue to trade lower than before Brexit.
What will happen after a "Hard Brexit"

Assuming it stays there, this is what happens after a “Hard Brexit”, with no special trade agreements with the EU:

- British goods are 5% cheaper for anyone in the EU to buy than before (10% discount from currency fall, less 5% added import taxes). Result: more UK sales to EU. Even better, from now until Brexit actually happens, all UK exporters are winning a 10% price advantage due to the fall in the pound against the Euro without a penny in extra taxes. Every week of delay in Brexit is a week of extra profit for UK manufacturers and an extra week of pain for the EU. Such currency benefits could double the profitability of some exporters.

- EU goods are 15% more expensive for anyone in the UK to buy after Hard Brexit than before (10% rise from sterling fall in value, plus 5% added import taxes imposed by UK government against EU exports. Result: less EU sales to the UK. Boost to UK companies. Boost to manufacturers outside the EU who are now competing on an equal basis with the EU in selling to Britain. Such impact could wipe out all profitability for some EU manufacturers on what they sell to the UK.

- The impact on British services sold into the EU will be more complex and harder to forecast. Firstly, the EU is a mess in any case when it comes to cross-border service company deals within the EU. That mess will be even greater after Hard Brexit. Secondly, for reasons above, all UK services are likely to be cheaper by 10% less any EU taxes – net impact would therefore be lower cost.

- Impact on banking, insurance and the future of the City of London: many are worried about the loss of so-called “passporting” after Brexit. That means a UK bank or financial services company will have to have a branch somewhere in the EU, or some kind of joint venture arrangement, if they don’t have such facilities already.

So what? It does not of course mean that entire offices or HQs have to move. Anyway, where would they actually move to?

There is no other city in the world apart from New York that is as attractive to global bankers as London. How many other cities are there where your children can walk to school without seeing a single policeman or woman carrying a gun? Where English is spoken? Where crime is so low? Where there is such a cosmopolitan and vibrant city “buzz”? Where there is such a concentration of financial genius and FinTech expertise? Which so well placed to interact with East and West time-zones each day?

So how do we work around passporting?

Take a huge investment fund, which gets 50% of its money from EU pension funds. The EU part of the fund can technically be managed by an office of 10 in Cyprus or Frankfurt. Decisions about what stocks to buy or sell can be made by a huge team of thousands in London, with “advice” relayed to the EU team. So technically the entire fund is run inside the EU, while all the real work is carried on outside the EU.

In 2018, a range of new financial rules come into play in the EU, allowing many types of financial services to be carried out by companies based in nations outside the EU – so long as they have the same regulatory standards (which the UK does). So the UK can also benefit from this route.

You can be sure that an entire new legal / consulting industry will be created over the next 24 months to re-engineer UK financial services to fit the new EU reality. But this will take some time to get going, and more time to implement with new companies being set up, new licences applied for. Therefore delay is absolutely in the interests of the City of London.

In summary, the truth is that banking in the City of London will be far less affected than the dire predictions you have heard. Yes of course we will see high profile announcements that some teams of 1-2000 people will relocate, and maybe some HQs. But national banking will continue. Global banking will be far easier outside of the EU constraints, and will grow. Much of EU-related banking will also continue in some shape or form, as I say, with all kinds of ingenious ways of doing so.

Final outcome of EU / UK trade agreements

It will take at least 10 years from today to conclude all the trade agreements that both the EU and the UK seek – maybe 15 years or more in some cases. During this time, every year the importance of the EU to the UK will be eroded even further. The EU will be left even more lifeless, even more bound by red-tape and oppressive employment policies, even more distracted by urgent needs to prop up poor or failing economies, and the ever-present challenge of uncontrolled people-movements.

Let us be absolutely clear. The future of the UK cannot be in mainland Europe because the future of Europe cannot be in Europe.

In 10 year’s time, 85% of all humanity will be living in emerging markets, which are where almost all global economic growth will come from.

Every year for the last decade, the UK’s trade with emerging markets has grown as a percentage of the total, while trade with the EU has fallen - now less than 43% of all our exports. So the EU is becoming an irrelevance to the UK, and will be even more so by the time trade treaties are finally signed. This process of looking East and South will be accelerated by Brexit.

In conclusion then, it is likely that Brexit date will be pushed as far into the future as the UK government can manage, mainly to give financial services companies as much time as possible to create new structures to continue their EU operations.

The EU system is likely to try to “punish” the UK by making trade agreements almost impossible to complete, even though the greatest economic damage by far will be to the EU as a result, and even though many CEOs of large EU companies protest that they need better terms to trade with Britain.

The EU leadership may also try to encourage breakup of the UK, offering a carrot to an independent Scotland and an EU member - and the breakup of the UK continues to be more likely than not at some point in the next decade, if oil prices and revenues recover, which are needed to balance Scotland’s government spending.

The UK will continue to welcome large numbers of migrants from the EU and the rest of the world, to fuel economic growth, supply much-needed talent and skills.
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da laplaz »

Ma chi l'ha scritto questo articolo? Un nazionalista britannico? :)
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Nickognito »

laplaz ha scritto:Ma chi l'ha scritto questo articolo? Un nazionalista britannico? :)
be, uno dei miei futurologi preferiti :)
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Apollo_Creed. »

Lyndon79 ha scritto:Leggo anche che l'83% degli italiani vorrebbero piu' controlli a Schengen.
Quando saremmo noi a rimetterci tra l'altro.
Come faremmo a far passare tanti immigrati clandestini dall'Italia nel nord Europa?
(cosa che l'Italia fa tutti i giorni, eh, piu' o meno consciamente).
State tranquilli che svizzeri, francesi, austriaci sarebbero ben contenti di controllare i confini con l'Italia :) .

Ma continuiamo con le tante fughe dalla realta', in Italia.
Tanto una piu', una meno, cosa cambia?
Controlli a Schengen?
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Lyndon79 »

Apollo_Creed. ha scritto:
Lyndon79 ha scritto:Leggo anche che l'83% degli italiani vorrebbero piu' controlli a Schengen.
Quando saremmo noi a rimetterci tra l'altro.
Come faremmo a far passare tanti immigrati clandestini dall'Italia nel nord Europa?
(cosa che l'Italia fa tutti i giorni, eh, piu' o meno consciamente).
State tranquilli che svizzeri, francesi, austriaci sarebbero ben contenti di controllare i confini con l'Italia :) .

Ma continuiamo con le tante fughe dalla realta', in Italia.
Tanto una piu', una meno, cosa cambia?
Controlli a Schengen?
Sì.
Però sai, la GGGente ha sempre ragione. No?
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Apollo_Creed. »

Lyndon79 ha scritto:
Apollo_Creed. ha scritto:
Lyndon79 ha scritto:Leggo anche che l'83% degli italiani vorrebbero piu' controlli a Schengen.
Quando saremmo noi a rimetterci tra l'altro.
Come faremmo a far passare tanti immigrati clandestini dall'Italia nel nord Europa?
(cosa che l'Italia fa tutti i giorni, eh, piu' o meno consciamente).
State tranquilli che svizzeri, francesi, austriaci sarebbero ben contenti di controllare i confini con l'Italia :) .

Ma continuiamo con le tante fughe dalla realta', in Italia.
Tanto una piu', una meno, cosa cambia?
Controlli a Schengen?
Sì.
Però sai, la GGGente ha sempre ragione. No?
Non ho capito che intendi in realtà
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Nickognito »

Apollo_Creed. ha scritto:
Non ho capito che intendi in realtà
il che ti avvicina alla gente!
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Apollo_Creed.
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Apollo_Creed. »

Nickognito ha scritto:
Apollo_Creed. ha scritto:
Non ho capito che intendi in realtà
il che ti avvicina alla gente!
Al cospetto di questo consesso di professionisti, professori e accademici sono gente, vero #1#
"You can walk away from someone who doesn't love you. And you can walk away from someone you don't love. But when the love is mutual," Roy said. "The hardest thing is to walk away."
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Pindaro »


Ungheria, il referendun sui migranti non raggiunge il quorum


ll presidente dell'Ufficio elettorale nazionale ungherese (Nvi), Andras Patyi, ha detto in tv che il referendum in Ungheria sulla ripartizione dei migranti nell'Ue non ha raggiunto il quorum del 50%. Parlando al telegiornale della sera, Patyi però non ha fornito cifre riservandosi di annunciarle più tardi.

Un istituto demoscopico vicino al governo, Nezopot, ha pubblicato un exit-poll secondo il quale - con 3,2 milioni di preferenze - il 'no' alla ripartizione avrebbe ottenuto il 95% dei voti validi mentre i sì sarebbero stati appena 170 mila (5%), anche se il referendum, non avendo raggiunto il quorum, non ha comunque validità.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Gios »

Io ho un po' la sensazione che essere europeisti sta un po' diventando da sfigati, tipo essere cattolici, una cosa che magari negli amici si sopporta anche, vista come una piccola monomania, più seccante che disturbante.
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da BackhandWinner »

Gios ha scritto:Io ho un po' la sensazione che essere europeisti sta un po' diventando da sfigati, tipo essere cattolici
Eh bum, adesso, non esageriamo!
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Gios »

BackhandWinner ha scritto:
Gios ha scritto:Io ho un po' la sensazione che essere europeisti sta un po' diventando da sfigati, tipo essere cattolici
Eh bum, adesso, non esageriamo!
Nono, davvero, guarda, tipo quando dici di essere convinto sostenitore della UE ti guardano come dire "oh davvero? Mi dispiace tanto, quando è successo?"

È una mia sensazione, ripeto: probabilmente sbagliata.
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da laplaz »

BackhandWinner ha scritto:
Gios ha scritto:Io ho un po' la sensazione che essere europeisti sta un po' diventando da sfigati, tipo essere cattolici
Eh bum, adesso, non esageriamo!
Ma sai che in certi ambienti ho notato anche io la stessa cosa?
Tra l'altro io che sono cattolico europeista ho ormai raggiunto il top dello sfigato :lol:
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Nickognito »

"Tutti in Europa dobbiamo tornare al concetto di Stato nazionale, sola istituzione capace di garantire democrazia e libertà, e grande diversità e vitalità delle culture. Un'unificazione culturale dell'Europa significa anche degradazione, sarebbe pericolosa. Almeno finché l'Europa vuole essere superpotenza globale e agire come tale senza gettar via le sue identità culturali nazionali. E'possibile. Noi abbiamo avanzato proposte: cambiare i Trattati per rafforzare gli Stati nazionali ed eliminare ogni arbitrio"

Ma una guerra-lampo?
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da ferryboat »

Ma chi l'ha scritto?
Okkio comunque che oggi non è più divide et impera, ma il contrario... unisci e controlla
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Pindaro »

Nickognito ha scritto:"Tutti in Europa dobbiamo tornare al concetto di Stato nazionale, sola istituzione capace di garantire democrazia e libertà, e grande diversità e vitalità delle culture. Un'unificazione culturale dell'Europa significa anche degradazione, sarebbe pericolosa. Almeno finché l'Europa vuole essere superpotenza globale e agire come tale senza gettar via le sue identità culturali nazionali. E'possibile. Noi abbiamo avanzato proposte: cambiare i Trattati per rafforzare gli Stati nazionali ed eliminare ogni arbitrio"

Ma una guerra-lampo?
Ah ok.
Quell'insulso fascita polacco.
Che infatti è culo e camicia con quell'altro pazzo di Orban.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da BackhandWinner »

Nickognito ha scritto:"Tutti in Europa dobbiamo tornare al concetto di Stato nazionale, sola istituzione capace di garantire democrazia e libertà, e grande diversità e vitalità delle culture. Un'unificazione culturale dell'Europa significa anche degradazione, sarebbe pericolosa. Almeno finché l'Europa vuole essere superpotenza globale e agire come tale senza gettar via le sue identità culturali nazionali. E'possibile. Noi abbiamo avanzato proposte: cambiare i Trattati per rafforzare gli Stati nazionali ed eliminare ogni arbitrio"

Ma una guerra-lampo?
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Pindaro »

Ott 2016 16.56 internazionale.it

L’economia italiana ha bisogno di 150mila immigrati all’anno

Il 6 ottobre i Radicali italiani hanno presentato un rapporto a cura di Roberto Cicciomessere e Vitaliana Curigliano che cerca di chiarire con l’aiuto dei dati quali siano le reali dimensioni del fenomeno migratorio in Italia e negli altri paesi dell’Unione europea e quale sia l’impatto degli immigrati sull’economia. A partire dall’analisi dei dati e dei flussi è emerso che in Italia siamo di fronte a un fenomeno di dimensioni ridotte e in diminuzione, il contrario di come viene spesso presentato dai mezzi d’informazione e da alcuni rappresentanti politici.

Cinque punti del rapporto che smentiscono i luoghi comuni sull’immigrazione in Italia e in Europa.


Non è un’invasione. Su 500 milioni di europei solo il 6,9 per cento è costituito da immigrati: la quota di cittadini stranieri varia dal 45,9 per cento del Lussemburgo allo 0,3 per cento della Polonia. L’Italia con una quota di immigrati dell’8,2 per cento (5 milioni di persone) è allineata agli altri grandi paesi europei come la Germania (9,3 per cento), il Regno Unito (8,4 per cento) e la Francia (6,6 per cento).


Gli immigrati sono sempre di meno. Secondo il rapporto, è in calo il numero di migranti arrivati in Italia negli ultimi dieci anni, così come il numero di permessi di soggiorno rilasciati ai cittadini di origine straniera per motivi di lavoro. Mentre i mezzi d’informazione parlano di “invasione”, in Italia nel 2014 sono arrivati 248mila migranti, molto meno che in Germania (790mila arrivi) e soprattutto il 51,8 per cento in meno rispetto al 2007, quando erano arrivate 512mila persone. In tutta l’Unione europea, rispetto al 2008, i permessi di soggiorno per lavoro concessi a cittadini di origine extraeuropea sono diminuiti dell’8 per cento, mentre in Italia nello stesso periodo i permessi di soggiorno per ragioni di lavoro sono diminuiti del 62,9 per cento.

Gli immigrati non rubano il lavoro agli italiani.
Gli stranieri non riducono l’occupazione degli italiani, ma occupano le posizioni meno qualificate che nel corso degli anni sono state abbandonate dagli italiani, soprattutto nei servizi alla persona, nelle costruzioni e nell’agricoltura, con una funzione di complementarietà in un mercato del lavoro sempre più polarizzato che tende a offrire agli italiani il lavoro più qualificato e meglio retribuito, mentre gli immigrati tendono a essere impiegati nel segmento meno qualificato, dove il lavoro è prevalentemente manuale, più pesante, con remunerazioni modeste e con contratti non stabili. Le mansioni maggiormente diffuse tra le donne immigrate sono quelle di colf, badanti, cameriere, addette alle pulizie di uffici e commesse, mentre tra gli uomini i lavori più diffusi sono quelli di operaio edile, facchino, cameriere e cuoco, bracciante, autista e saldatore. Qualche possibilità di mobilità sociale per le donne è rappresentato dalla professione d’infermiera e di responsabile di piccole aziende, mentre per gli uomini le uniche professioni che presentano la possibilità di una mobilità sociale sono quella di artigiano e di operaio specializzato. In tutti i paesi europei, e anche in Italia, il tasso di disoccupazione degli immigrati è superiore a quello degli italiani ed è aumentato nel periodo di crisi economica: solo in Germania il tasso di disoccupazione diminuisce per i due gruppi dal 2005 al 2015.

Il lavoro degli immigrati vale l’8,7 per cento del pil.
Uno studio del Centro studi di Confindustria ha stimato il contributo del lavoro degli immigrati al prodotto interno lordo (pil) nazionale: dal 1998 al 2007 il pil totale italiano è salito del 14,4 per cento in termini reali (l’1,5 per cento in media all’anno), ma senza gli stranieri sarebbe salito solo dello 0,5 per cento (l’1,1 per cento in media all’anno); nei successivi sette anni di crisi economica (dal 2008 al 2015) il pil è diminuito del 7,3 per cento, ma sarebbe sceso ancora di più, cioè del 10,3 per cento, senza i lavoratori immigrati. Il contributo dei lavoratori stranieri al pil ha raggiunto i 98 miliardi di euro nel 2008, pari al 6,5 per cento del totale, in aumento rispetto al 2,3 per cento del 1998. Questo incremento spiega il 37,4 per cento dell’espansione del reddito prodotto nel paese dal 1998 al 2008. Il peso economico dei lavoratori immigrati ha continuato ad aumentare durante la crisi, superando i 120 miliardi nel 2015.

L’Italia ha bisogno di più di 150mila immigrati all’anno. Considerando il calo demografico dell’Italia e l’aspettativa di vita media nel paese, si prevede che in Italia per mantenere stabile la popolazione in età lavorativa (nella fascia d’età dai 15 ai 64 anni) nel prossimo decennio l’aumento degli immigrati dovrà essere di circa 1,6 milioni di persone (+35,1 per cento), con un flusso d’ingressi annui di 158mila persone nel 2020 e di 132mila nel 2025 (157mila in media ogni anno). Per salvaguardare la forza lavoro indispensabile per garantire la capacità produttiva del paese e per rendere sostenibile il sistema previdenziale, è necessario che arrivino in Italia circa 157mila migranti all’anno per i prossimi dieci anni.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

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La vicenda del Parlamento della Vallonia rispetto alla ratifica degli accordi UE Canada è l'ennesima prova che il sitema-Europa andrebbe completamente rivisto.
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

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paoolino ha scritto:La vicenda del Parlamento della Vallonia rispetto alla ratifica degli accordi UE Canada è l'ennesima prova che il sitema-Europa andrebbe completamente rivisto.
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

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Sto seguendo da vicino il CETA per motivi di lavoro.

L'intenzione originale della Commissione UE era di far passare l'accordo con il Canada solo attraverso il parlamento europeo.
Con i tempi che corrono sì è deciso, per non alimentate il fuoco antieuropeista, di discutere l'accordo anche a livello nazionale e , a seconda dell'assetto istituzionale dei paesi, anche regionale.

I rischi c'erano e si sono concretizzati. Ma se non avesse fatto così la Commissione si sarebbe esposta a critiche degli antieurooeisti. In poche parole la scelta era tra due mali.

Peraltro a quanto ne so, ci saranno ostacoli anche in Austria, dove entrambi i candidati alla presidenza si sono detti contrari al CETA, e anche i socialisti locali sono contrari.

Insomma il sistema Europa comunque agiva in questa situazione sbagliava. Sono tempi duri.
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

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paoolino ha scritto:La vicenda del Parlamento della Vallonia rispetto alla ratifica degli accordi UE Canada è l'ennesima prova che il sitema-Europa andrebbe completamente rivisto.
cioè? dovrebbero poter scavalcare volontà popolari che vanno in direzioni diverse? (non è che i Valloni si siano svegliati storti, evidentemente percepivano l'impopolarità del CETA).
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

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Apollo_Creed. ha scritto:
paoolino ha scritto:La vicenda del Parlamento della Vallonia rispetto alla ratifica degli accordi UE Canada è l'ennesima prova che il sitema-Europa andrebbe completamente rivisto.
cioè? dovrebbero poter scavalcare volontà popolari che vanno in direzioni diverse? (non è che i Valloni si siano svegliati storti, evidentemente percepivano l'impopolarità del CETA).
Per me è un discorso un tantinello più ampio.

Io trovo che il grande errore dell'Unione Europea sia quello di non avere un potere esecutivo che si assume una responsabilità politica diretta delle proprie scelte davanti a tutti i cittadini dell'Unione contemporaneamente.

Le decisioni sottostanno sempre a entità politiche che devono rispondere a elettori di uno specifico paese (se non di una regione, come nel caso della Vallonia).
Che Angela Merkel, che deve farsi rieleggere dai tedeschi e solo da loro, o quattro deputati Valloni che rispondono ai cittadini valloni e solo a loro, o chissà chi altro legato a logiche nazionali, possa avere un sostanziale diritto di veto su argomenti che riguardano l'intera Unione è una follia.

Ma, insomma, lo avevo già detto tempo fa
paoolino nel 2012 ha scritto:Qui è il nocciolo del problema Europa: ci troviamo di fronte a un problema in seno all'Unione e chi si trova a prendere decisioni sono i singoli governi: il Governo tedesco, che risponde delle sue scelte davanti al popolo tedesco e il Governo greco, che risponde delle sue scelte davanti al popolo greco. Non può funzionare così. Manca un'autorità centrale che prenda delle decisioni nell'interesse dell'Unione e che risponda delle sue scelte davanti a tutta la popolazione europea, a prescindere da ciò che piace ai tedeschi o ciò che piace ai greci e che risponda anche della responsabilità POLITICA di aver fatto sì che la Grecia potesse tranquillamente truccare i suoi bilanci fino a poco tempo fa.
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Apollo_Creed. »

secondo te se si fosse fatto un referendum in tutta l'UE sul CETA avrebbe vinto il Sì al CETA o il No?

peraltro, a margine, la Germania ha bloccato delle vendite ai cinesi.
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

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Apollo_Creed. ha scritto:secondo te se si fosse fatto un referendum in tutta l'UE sul CETA avrebbe vinto il Sì al CETA o il No?.
se l' Europa fosse uno stato unico come gli Usa deciderebbe il parlamento europeo, non il referendum, direi, con tutta probabilita'. Quasi nessuna legge di un qualunque parlamento nazionale passarebbe un referendum, tranne provvedimenti tipo gli 80 euro di Renzi, che passerebbero a larga maggioranza (non a caso secondo i sondaggi e' la cosa migliore fatta dal governo Renzi secondo il popolo, largamente, eh)
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

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Nickognito ha scritto:
Apollo_Creed. ha scritto:secondo te se si fosse fatto un referendum in tutta l'UE sul CETA avrebbe vinto il Sì al CETA o il No?.
se l' Europa fosse uno stato unico come gli Usa deciderebbe il parlamento europeo, non il referendum, direi, con tutta probabilita'. Quasi nessuna legge di un qualunque parlamento nazionale passarebbe un referendum, tranne provvedimenti tipo gli 80 euro di Renzi, che passerebbero a larga maggioranza (non a caso secondo i sondaggi e' la cosa migliore fatta dal governo Renzi secondo il popolo, largamente, eh)
ok, nel caso che descrivi tu passa il CETA contro la volontà degli elettori e al giro dopo vincono altri che sospendono o risolvono l'accordo.

cambia poi molto rispetto alla dinamica interna agli stati nazionali?
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Lyndon79 »

s&v ha scritto:Sto seguendo da vicino il CETA per motivi di lavoro.

L'intenzione originale della Commissione UE era di far passare l'accordo con il Canada solo attraverso il parlamento europeo.
Con i tempi che corrono sì è deciso, per non alimentate il fuoco antieuropeista, di discutere l'accordo anche a livello nazionale e , a seconda dell'assetto istituzionale dei paesi, anche regionale.

I rischi c'erano e si sono concretizzati. Ma se non avesse fatto così la Commissione si sarebbe esposta a critiche degli antieurooeisti. In poche parole la scelta era tra due mali.

Peraltro a quanto ne so, ci saranno ostacoli anche in Austria, dove entrambi i candidati alla presidenza si sono detti contrari al CETA, e anche i socialisti locali sono contrari.

Insomma il sistema Europa comunque agiva in questa situazione sbagliava. Sono tempi duri.
Secondo me non e' stata una scelta della Commissione passare per la ratifica nazionale.
O meglio, se non l'avesse fatto probabilmente avrebbe corso il rischio di andare (e perdere) presso la Corte fi Giustizia UE.

Dai trattati: l'UE da sola (senza I parlamenti nazionali) puo' ratificare accordi commerciali che comprendano solo materie che siano di esclusiva competenza dell'Unione (tipo agricoltura).
Laddove un accordo commerciale comprenda material sia di esclusiva competenza UE piu' competenza condivisa (UE e stati membri), allora si deve andare con la ratifica nazionale.
Accordi commerciali compelssi (come quelli con Canada, TTIP) per forza di cose toccano material sia di esclusiva competenza UE che anche di competenza mista.
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Nickognito »

Apollo_Creed. ha scritto:
ok, nel caso che descrivi tu passa il CETA contro la volontà degli elettori e al giro dopo vincono altri che sospendono o risolvono l'accordo.

cambia poi molto rispetto alla dinamica interna agli stati nazionali?
e perche' dovrebbe? In Canada si e' passati dal governo di destra che lo ha proposto a quello di sinistra che lo ha confermato.
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Apollo_Creed. »

Nickognito ha scritto:
Apollo_Creed. ha scritto:
ok, nel caso che descrivi tu passa il CETA contro la volontà degli elettori e al giro dopo vincono altri che sospendono o risolvono l'accordo.

cambia poi molto rispetto alla dinamica interna agli stati nazionali?
e perche' dovrebbe? In Canada si e' passati dal governo di destra che lo ha proposto a quello di sinistra che lo ha confermato.
E vorrei vedere, sbilanciato com'era.
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da s&v »

Lyndon79 ha scritto:
Secondo me non e' stata una scelta della Commissione passare per la ratifica nazionale.
O meglio, se non l'avesse fatto probabilmente avrebbe corso il rischio di andare (e perdere) presso la Corte fi Giustizia UE.

Dai trattati: l'UE da sola (senza I parlamenti nazionali) puo' ratificare accordi commerciali che comprendano solo materie che siano di esclusiva competenza dell'Unione (tipo agricoltura).
Laddove un accordo commerciale comprenda material sia di esclusiva competenza UE piu' competenza condivisa (UE e stati membri), allora si deve andare con la ratifica nazionale.
Accordi commerciali compelssi (come quelli con Canada, TTIP) per forza di cose toccano material sia di esclusiva competenza UE che anche di competenza mista.
Queste le parole della Malmstrom a luglio:

“From a strict legal standpoint, the Commission considers this agreement to fall under exclusive EU competence. However, the political situation in the Council is clear, and we understand the need for proposing it as a ‘mixed’ agreement, in order to allow for a speedy signature,” Trade Commissioner Cecilia Malmström told journalists in Strasbourg.

Previously, the Commission had clearly supported keeping the decision on CETA an exclusive EU competence, with ratification dependent on the European institutions alone.
But several member states, most notably France and Germany, had repeatedly said that they would not vote against the wishes of their national parliaments and demanded that CETA be made mixed agreement.

This ultimatum transformed the question of the trade deal’s legal status into a political hot potato for Brussels. And finally, a victory for Europe’s capitals.

Insomma Lyndon mi sembra evidente che in altri tempi si sarebbe proceduto diversamente
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da laplaz »

http://www.repubblica.it/economia/2016/ ... f=HREC1-12

Chissà quale incentivo hanno dato alla Nissan... :lol:
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da BackhandWinner »

laplaz ha scritto:http://www.repubblica.it/economia/2016/ ... f=HREC1-12

Chissà quale incentivo hanno dato alla Nissan... :lol:
Che ribrezzo.

Ma questo?
http://www.repubblica.it/economia/rubri ... ref=nrct-4

No, dai...anche se il tedesco sarebbe bello
“True terror is to wake up one morning and discover that your high school class is running the country.” (K. Vonnegut)
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Re: Unione Europea: prospettive, timori, speranze

Messaggio da Nickognito »

L' Unione Europea deve chiaramente avere l' inglese come lingua comune e ufficiale, magari perfino codificando un inglese europeo, diciamo, come lingua in parte a se stante. Francesi e Tedeschi che parlino francese e tedesco a casa loro.
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