Ma, vedi, in primo luogo si tratta di carenza di immaginazione, secondariamente è anche carenza di ragione.PINDARO ha scritto:Tra il vivere nell'immaginazione e avere immaginazione, c'è una piccola differenza, amico Gìos.Gios ha scritto:
Anche in questo caso si tratta di carenza di immaginazione
Quando ci si trova davanti ad un'opera d'arte, si rimane stupiti del fatto che qualcuno possa concepire La Nascita di Venere, o la Divina Commedia. Eppure qualcuno non solo l'ha concepita, ma anche realizzata. In questo processo c'è stato del genio, ma anche studio, applicazione, fatica, sacrificio, e grazia. Questo porta in noi stupore e reverenza. Dubito che negheresti che Botticelli abbia dipinto la Nascita di Venere, o Dante scritto la Divina Commedia: sono sicuro del fatto che tu non abbia mai sentito in te la tensione per dipingere la Nascita di Venere, o scrivere la Divina Commedia. Eppure un'altra creatura umana l'ha fatto.
Ecco, potresti immaginare il perdono di un carnefice da parte di una persona che ne ha subito la brutalità (direttamente, o indirettamente) come un'opera d'arte della morale. Non è detto che quel qualcuno abbia perdonato immediatamente e totalmente (è possibile anche questo caso, e non da escludere) ma è possibile che l'abbia fatto grazie ad uno studio precedente, l'applicazione, la fatica, il sacrificio, la grazia. Tu potresti non sentire mai questa tensione (ma chi lo sa? persone peggiori di te si sono comportate eroicamente, in alcune circostanze) ma neppure puoi negare l'immaginazione razionale che qualcuno possa averla.
Il meccanismo "non credo sia possibile, perché io..." è quasi sempre pericoloso, e rischia di chiudere la nostra mente e il nostro cuore in vie anguste.
Si ritiene impossibile che qualcuno possa vivere in castità, perché non si crede nella castità. Quindi: lo si deride.
Si ritiene impossibile che qualcuno possa volere portare la guerra in Europa dopo solo vent'anni, perché non si crede nel diavolo. Quindi: si firmano dei trattati a Monaco.
Si ritiene impossibile che qualcuno possa sacrificare la vita per un amico, perché non si ritiene capaci di sacrificare la vita di un amico. Quindi: si ipotizzano secondi fini.
Si ritiene impossibile che un comandante di nave possa essere tanto disgraziato da compiere una leggerezza dietro l'altro. Quindi: gli si concede il comando di una nave lunga tre campi da calcio.
Sia nel bene, che nel male, forse non si dovrebbe restringere il campo del possibile a sé stessi, ecco.