Casonato che forumista e'?paoolino ha scritto:FINISCE NEL SANGUE UNA LITE PER LA VILLA STORICA DI FAMIGLIA A MASSA CARRARA: MARCO ALBERTO MARIO CASONATO, UN MEDICO DI 63 ANNI, HA INVESTITO IL FRATELLO PIERO CON UN FURGONCINONickognito ha scritto: Le macchine di certo aiutano piu' le stragi che omicidi mirati, ma alla fine potrebbero tornare utili anche per questi ultimi.
TRUMP - ...is the end of the world as we know it
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
L'Isis ha già rivendicato?
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
"È ora di riconoscere Gerusalemme come capitale dello Stato di Israele, è l'inizio di un nuovo approccio al conflitto israelo palestinese. Israele è uno stato sovrano che ha il diritto, come ogni altro Paese, di decidere la sua capitale. Essere consapevole di questo è una condizione necessaria per raggiungere la pace".
Hamas minaccia: "Decisione che apre le porte dell'inferno"
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Quella sulla pace nella testa di Trump voleva essere una battuta o è convinto?
Completamente pazzo e irresponsabile.
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Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
è come se lo aspettavano tutti...PINDARO ha scritto:Quella sulla pace nella testa di Trump voleva essere una battuta o è convinto?
Completamente pazzo e irresponsabile.
una mina vagante..non si riesce a capire quello che ha in mente
Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Su una cosa ha ragione. Gli americani in quella zona non hanno mai combinato niente di buono.tennisfan82 ha scritto: "È ora di riconoscere Gerusalemme come capitale dello Stato di Israele, è l'inizio di un nuovo approccio al conflitto israelo palestinese. Israele è uno stato sovrano che ha il diritto, come ogni altro Paese, di decidere la sua capitale. Essere consapevole di questo è una condizione necessaria per raggiungere la pace".
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Per il resto mi sembra che allo spostamento di un'ambasciata si stia dando molta più risonanza di quanto non sia logico aspettarsi.
Che gli USA fossero sfacciatamente pro Israele non è mica una novità, Trump l'ha semplicemente certificato.
Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
vabbeh chiaro che abbia risonanza, è una cosa simbolica, molto....laplaz ha scritto:Su una cosa ha ragione. Gli americani in quella zona non hanno mai combinato niente di buono.tennisfan82 ha scritto: "È ora di riconoscere Gerusalemme come capitale dello Stato di Israele, è l'inizio di un nuovo approccio al conflitto israelo palestinese. Israele è uno stato sovrano che ha il diritto, come ogni altro Paese, di decidere la sua capitale. Essere consapevole di questo è una condizione necessaria per raggiungere la pace".
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Per il resto mi sembra che allo spostamento di un'ambasciata si stia dando molta più risonanza di quanto non sia logico aspettarsi.
Che gli USA fossero sfacciatamente pro Israele non è mica una novità, Trump l'ha semplicemente certificato.
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
In effetti tutto il mondo è in allarme ed è preoccupato per questa scelta simbolica.
Che esagerati. Cosa volete che sia.
Magari a Gerusalemme ci sono ristoranti migliori.
Che esagerati. Cosa volete che sia.
Magari a Gerusalemme ci sono ristoranti migliori.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Pure chi ci lavorera' in quella ambasciata sarà contento matto.
personalmente starei più sereno sul nocciolo del reattore di chernobyl un minuto prima della deflagrazione .
personalmente starei più sereno sul nocciolo del reattore di chernobyl un minuto prima della deflagrazione .
Lo voglio rivedere, Fabio
Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Chiaro segno di Pace verso un legittimo stato sovrano. Peccato che la legittima capitale sia stata occupata con una guerra. Tipo noi italiani che occupiamo militarmente Parigi e la facciamo nostra capitale.
Strano senso di ética giustizia e morale há 'sto personaggio.
Strano senso di ética giustizia e morale há 'sto personaggio.
approccio concreto e pragmatico, frutto di esperienze, anche pesanti, maturate sul campo in contrapposizione con l'attitudine salottiera di questi utenti, perfettamente in linea con tanto mondo internettiano fatto di presunti esperti da tastiera. (cit.)
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
No, è più tipo noi italiani che occupiamo militarmente Roma e la facciamo nostra capitale.ciccio ha scritto:Tipo noi italiani che occupiamo militarmente Parigi e la facciamo nostra capitale.
Cosa che è avvenuta il 20 Settembre 1870, piaccia o no.
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Nel 1870 gli stati erano in guerra l'un com l'altro, nel 1967 no, é stata una guerra di occupazione fine a se stessa.paoolino ha scritto:No, è più tipo noi italiani che occupiamo militarmente Roma e la facciamo nostra capitale.ciccio ha scritto:Tipo noi italiani che occupiamo militarmente Parigi e la facciamo nostra capitale.
Cosa che è avvenuta il 20 Settembre 1870, piaccia o no.
approccio concreto e pragmatico, frutto di esperienze, anche pesanti, maturate sul campo in contrapposizione con l'attitudine salottiera di questi utenti, perfettamente in linea con tanto mondo internettiano fatto di presunti esperti da tastiera. (cit.)
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Una mossa che rischia di essere suicida, quella di Trump.ciccio ha scritto:Chiaro segno di Pace verso un legittimo stato sovrano. Peccato che la legittima capitale sia stata occupata con una guerra. Tipo noi italiani che occupiamo militarmente Parigi e la facciamo nostra capitale.
Strano senso di ética giustizia e morale há 'sto personaggio.
Le chiavi della casa bianca nelle mani di un pazzo.
Ma l'avevano capita un po' tutti ( i dotati di cervello) l'antifona.
Si spera solo che nel suo mandato non faccia danni irreparabili.
O che venga silurato prima.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Nel 1870 il Regno d’Italia voleva annettere a se lo Stato Pontificio, e voleva Roma Capitale. Lo ha fatto.ciccio ha scritto:Nel 1870 gli stati erano in guerra l'un com l'altro, nel 1967 no, é stata una guerra di occupazione fine a se stessa.paoolino ha scritto:No, è più tipo noi italiani che occupiamo militarmente Roma e la facciamo nostra capitale.ciccio ha scritto:Tipo noi italiani che occupiamo militarmente Parigi e la facciamo nostra capitale.
Cosa che è avvenuta il 20 Settembre 1870, piaccia o no.
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Nel 1870 erano tutti in guerra contro tutti in Europa, stati pontifici compresi, é che funzionava che i regnanti volevano aumentare il próprio potere a destra e a manca. Tutti compresi.
Paragonare cio' al 1967 con stati e democrazie ben delineate, confni altrettanto salvo guerre di liberazione di popoli gia' presenti, con una guerra fatta esclusivamente per occupare una zona altrui non há senso alcuno. Gia' é discutíbile' aver preso una zona e aver creato li, proprio li Israele, ti ricordo che li era presente um altro popolo che nulla aveva a che vedere, popolo che non é stato rispettato nella própria identita' culturale differente, ma q cui é stato detto " vou dovete diventare come noi occupatori. Ma per ragioni sroriche di cio' né possiamo parlare e e trovare una mediazione. Giustificare una guerra di occupazione proprio no, é demagogia.
Paragonare cio' al 1967 con stati e democrazie ben delineate, confni altrettanto salvo guerre di liberazione di popoli gia' presenti, con una guerra fatta esclusivamente per occupare una zona altrui non há senso alcuno. Gia' é discutíbile' aver preso una zona e aver creato li, proprio li Israele, ti ricordo che li era presente um altro popolo che nulla aveva a che vedere, popolo che non é stato rispettato nella própria identita' culturale differente, ma q cui é stato detto " vou dovete diventare come noi occupatori. Ma per ragioni sroriche di cio' né possiamo parlare e e trovare una mediazione. Giustificare una guerra di occupazione proprio no, é demagogia.
approccio concreto e pragmatico, frutto di esperienze, anche pesanti, maturate sul campo in contrapposizione con l'attitudine salottiera di questi utenti, perfettamente in linea con tanto mondo internettiano fatto di presunti esperti da tastiera. (cit.)
Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Gerusalemme non ha mai avuto pace nella sua storia millenaria, è sempre stata territorio di scontri e di conquiste, e ancora oggi custodisce contemporaneamente la storia di tre religioni, e tutte e tre le religioni hanno da sempre combattuto per ottenerne il controllo.ciccio ha scritto:Nel 1870 gli stati erano in guerra l'un com l'altro, nel 1967 no, é stata una guerra di occupazione fine a se stessa.paoolino ha scritto:No, è più tipo noi italiani che occupiamo militarmente Roma e la facciamo nostra capitale.ciccio ha scritto:Tipo noi italiani che occupiamo militarmente Parigi e la facciamo nostra capitale.
Cosa che è avvenuta il 20 Settembre 1870, piaccia o no.
Gli USA da sempre appoggiano Israele e da decenni riconoscono Gerusalemme quale capitale dello stato ebraico, quindi la decisione di Trump è tutt'altro che una sorpresa, e non vedo al di là di un chiaro valore simbolico come possa rappresentare un motivo di così acceso interesse.
Credo invece che Trump abbia semplicemente individuato un modo "furbo" per svicolare dalle problematiche interne che lo vedono implicato nel Russiagate.
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
A Gerusalemme Trump calpesta le speranze del mondo arabo
Nonostante la sua drammaticità, la sua importanza e l’acceso dibattito che alimenta, la decisione presa dal governo statunitense di riconoscere formalmente Gerusalemme come capitale di Israele e probabilmente spostare l’ambasciata da Tel Aviv deve essere analizzata nel contesto più ampio del processo decisionale di Washington in merito al Medio Oriente.
Sono convinto che la faccenda di Gerusalemme sia per gli Stati Uniti più il sintomo di un retaggio politico esistente da tempo che una singola mossa provocatoria capace di generare nuove realtà. È importante capirlo, perché questo conferma qualcosa che è ormai chiaro dall’inizio degli anni settanta: per Washington i paesi arabi fanno parte della regione più sacrificabile del mondo e possono essere trattati con disprezzo in eterno.
La mia visita a Washington e le discussioni che ho avuto con gli analisti che seguono da vicino il Medio Oriente mi hanno convinto che, per decifrare la politica e gli obiettivi degli Stati Uniti nella regione, è necessario prendere coscienza di cinque aspetti critici di ciò che il governo statunitense fa e dice in Medio Oriente.
La permanente inconsistenza e imprecisione e i frequenti cambiamenti nelle dichiarazioni politiche all’interno delle diverse agenzie di governo su argomenti come la Siria, lo scontro tra il Qatar e i paesi del Golfo, la questione israelo-palestinese, eccetera.
I tweet presidenziali su questioni di politica estera che non si sa se trattare come direttive politiche o solo come strambe sfuriate emotive di una mente politicamente incapace, iperegoista e spesso infantile.
Le diverse azioni militari e diplomatiche degli Stati Uniti sul campo – Siria, Iraq, Yemen, Egito e altri paesi – che sono molto più significative di qualsiasi discorso o tweet.
L’incertezza riguardo all’obiettivo delle politiche mediorientali di Trump, se mirino ad aumentare il benessere e la sicurezza nazionale degli statunitensi o invece rispondano solo alla volontà di soddisfare una parte dell’elettorato indispensabile per il suo mandato e gli interessi israeliani (ricchi finanziatori, nazionalisti sionisti di destra, fondamentalisti evangelici e tutta una gamma di estremisti che sostengono gli autocrati arabi più di quanto sostengano la dignità umana, la vera stabilità o il governo democratico).
Il personale che il presidente Trump ha incaricato di gestire le sue politiche mediorientali, a cominciare dalla squadra che si occupa della questione israelo-palestinese, composta da persone che non hanno esperienza, dominata dal suo stupido genero Jared Kushner e da altri sostenitori degli interessi e degli insediamenti israeliani e decisa a sostenere la “Gerusalemme unificata” sotto il controllo israeliano e altre posizioni dello stato ebraico anziché mediare difendendo la parità di diritti tra arabi e israeliani proteggendo al contempo gli interessi americani.
Se riusciamo a comprendere queste dinamiche fondamentali possiamo renderci conto di cosa stiano tentando di fare gli Stati Uniti in Medio Oriente sotto la guida del presidente Trump.
La decisione di spostare l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme, dove l’area araba, Gerusalemme Est, è occupata dagli israeliani dal 1967, potrebbe essere una scelta simbolica, fatta per soddisfare i fanatici filosionisti e i sostenitori degli insediamenti a cui Trump pare tanto affezionato, e continuare nel frattempo la politica americana basata sull’evitare azioni unilaterali a Gerusalemme fino a quando lo status della città sarà concordato attraverso il dialogo tra israeliani e palestinesi. Lo scopriremo questa settimana.
-
In questi giorni circolano molte affascinanti opinioni sull’argomento. Tra le più utili c’è l’analisi corredata di dati del dottor Shibley Telhami della University of Maryland e del Brookings Institution che raccomando a chiunque sia interessato.
La mia personale conclusione sul comportamento di Washington su Gerusalemme e sulle altre questioni in sospeso nella regione è la forte sensazione che gli Stati Uniti di Trump abbiano una politica per “i paesi arabi” e un’altra politica, separata, per le altre problematiche nella regione e oltre, come l’energia e i flussi di investimenti, il commercio e l’acquisto di armi prodotte negli Stati Uniti, la lotta contro il terrorismo e la gestione dell’Iran.
La nuova annunciata posizione di Gerusalemme conferma qualcosa che è evidente da decenni: il mondo arabo è diventato la prima regione informalmente accettata come sacrificabile.
I paesi arabi possono sprofondare nella guerra civile, negli scontri settari, nella distruzione delle città, nei massicci flussi di disperati, nella devastazione dell’economia e nella distruzione ambientale senza alcuna reazione di rilievo da parte degli Stati Uniti, perché questi paesi non hanno alcuna importanza per il benessere degli americani.
Per gli Stati Uniti, le questioni importanti che coinvolgono gli arabi sono la sicurezza di Israele, la protezione degli autocrati arabi, il mantenimento delle esportazioni globali di energia e la lotta al terrorismo.
Questi obiettivi sembrano più o meno raggiunti. Tutto il resto, tutto ciò che riguarda i 400 milioni di persone che vivono nel mondo arabo – posti di lavoro, alloggi, assistenza sanitaria, istruzione, dignità umana, opportunità, sicurezza, diritti umani e nazionali – sembra non avere alcun rilievo per i politici americani.
È per questo che Washington può prendere le sue decisioni su Gerusalemme basandosi unicamente sulla volontà di soddisfare Israele e le forze filoisraeliane che ha a cuore, ignorando nel frattempo il diritto internazionale, i diritti e i sentimenti dei palestinesi e l’opinione di miliardi di cristiani, musulmani ed ebrei di tutto il mondo che vorrebbero vedere una Gerusalemme pacificata e condivisa.
Il motivo per cui la politica americana si basa sul disprezzo per il sacrificabile popolo e la sacrificabile società araba è che per decenni i leader politici arabi non sono riusciti a garantire la sicurezza e la prosperità nella regione né una voce rispettata nel mondo. Vorrei che le prove ci portassero a una conclusione più positiva, ma se queste prove esistono devono essere rinchiuse in una cassaforte da qualche parte, molto lontano da Gerusalemme.
https://www.internazionale.it/opinione/ ... io-oriente
Nonostante la sua drammaticità, la sua importanza e l’acceso dibattito che alimenta, la decisione presa dal governo statunitense di riconoscere formalmente Gerusalemme come capitale di Israele e probabilmente spostare l’ambasciata da Tel Aviv deve essere analizzata nel contesto più ampio del processo decisionale di Washington in merito al Medio Oriente.
Sono convinto che la faccenda di Gerusalemme sia per gli Stati Uniti più il sintomo di un retaggio politico esistente da tempo che una singola mossa provocatoria capace di generare nuove realtà. È importante capirlo, perché questo conferma qualcosa che è ormai chiaro dall’inizio degli anni settanta: per Washington i paesi arabi fanno parte della regione più sacrificabile del mondo e possono essere trattati con disprezzo in eterno.
La mia visita a Washington e le discussioni che ho avuto con gli analisti che seguono da vicino il Medio Oriente mi hanno convinto che, per decifrare la politica e gli obiettivi degli Stati Uniti nella regione, è necessario prendere coscienza di cinque aspetti critici di ciò che il governo statunitense fa e dice in Medio Oriente.
La permanente inconsistenza e imprecisione e i frequenti cambiamenti nelle dichiarazioni politiche all’interno delle diverse agenzie di governo su argomenti come la Siria, lo scontro tra il Qatar e i paesi del Golfo, la questione israelo-palestinese, eccetera.
I tweet presidenziali su questioni di politica estera che non si sa se trattare come direttive politiche o solo come strambe sfuriate emotive di una mente politicamente incapace, iperegoista e spesso infantile.
Le diverse azioni militari e diplomatiche degli Stati Uniti sul campo – Siria, Iraq, Yemen, Egito e altri paesi – che sono molto più significative di qualsiasi discorso o tweet.
L’incertezza riguardo all’obiettivo delle politiche mediorientali di Trump, se mirino ad aumentare il benessere e la sicurezza nazionale degli statunitensi o invece rispondano solo alla volontà di soddisfare una parte dell’elettorato indispensabile per il suo mandato e gli interessi israeliani (ricchi finanziatori, nazionalisti sionisti di destra, fondamentalisti evangelici e tutta una gamma di estremisti che sostengono gli autocrati arabi più di quanto sostengano la dignità umana, la vera stabilità o il governo democratico).
Il personale che il presidente Trump ha incaricato di gestire le sue politiche mediorientali, a cominciare dalla squadra che si occupa della questione israelo-palestinese, composta da persone che non hanno esperienza, dominata dal suo stupido genero Jared Kushner e da altri sostenitori degli interessi e degli insediamenti israeliani e decisa a sostenere la “Gerusalemme unificata” sotto il controllo israeliano e altre posizioni dello stato ebraico anziché mediare difendendo la parità di diritti tra arabi e israeliani proteggendo al contempo gli interessi americani.
Se riusciamo a comprendere queste dinamiche fondamentali possiamo renderci conto di cosa stiano tentando di fare gli Stati Uniti in Medio Oriente sotto la guida del presidente Trump.
La decisione di spostare l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme, dove l’area araba, Gerusalemme Est, è occupata dagli israeliani dal 1967, potrebbe essere una scelta simbolica, fatta per soddisfare i fanatici filosionisti e i sostenitori degli insediamenti a cui Trump pare tanto affezionato, e continuare nel frattempo la politica americana basata sull’evitare azioni unilaterali a Gerusalemme fino a quando lo status della città sarà concordato attraverso il dialogo tra israeliani e palestinesi. Lo scopriremo questa settimana.
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In questi giorni circolano molte affascinanti opinioni sull’argomento. Tra le più utili c’è l’analisi corredata di dati del dottor Shibley Telhami della University of Maryland e del Brookings Institution che raccomando a chiunque sia interessato.
La mia personale conclusione sul comportamento di Washington su Gerusalemme e sulle altre questioni in sospeso nella regione è la forte sensazione che gli Stati Uniti di Trump abbiano una politica per “i paesi arabi” e un’altra politica, separata, per le altre problematiche nella regione e oltre, come l’energia e i flussi di investimenti, il commercio e l’acquisto di armi prodotte negli Stati Uniti, la lotta contro il terrorismo e la gestione dell’Iran.
La nuova annunciata posizione di Gerusalemme conferma qualcosa che è evidente da decenni: il mondo arabo è diventato la prima regione informalmente accettata come sacrificabile.
I paesi arabi possono sprofondare nella guerra civile, negli scontri settari, nella distruzione delle città, nei massicci flussi di disperati, nella devastazione dell’economia e nella distruzione ambientale senza alcuna reazione di rilievo da parte degli Stati Uniti, perché questi paesi non hanno alcuna importanza per il benessere degli americani.
Per gli Stati Uniti, le questioni importanti che coinvolgono gli arabi sono la sicurezza di Israele, la protezione degli autocrati arabi, il mantenimento delle esportazioni globali di energia e la lotta al terrorismo.
Questi obiettivi sembrano più o meno raggiunti. Tutto il resto, tutto ciò che riguarda i 400 milioni di persone che vivono nel mondo arabo – posti di lavoro, alloggi, assistenza sanitaria, istruzione, dignità umana, opportunità, sicurezza, diritti umani e nazionali – sembra non avere alcun rilievo per i politici americani.
È per questo che Washington può prendere le sue decisioni su Gerusalemme basandosi unicamente sulla volontà di soddisfare Israele e le forze filoisraeliane che ha a cuore, ignorando nel frattempo il diritto internazionale, i diritti e i sentimenti dei palestinesi e l’opinione di miliardi di cristiani, musulmani ed ebrei di tutto il mondo che vorrebbero vedere una Gerusalemme pacificata e condivisa.
Il motivo per cui la politica americana si basa sul disprezzo per il sacrificabile popolo e la sacrificabile società araba è che per decenni i leader politici arabi non sono riusciti a garantire la sicurezza e la prosperità nella regione né una voce rispettata nel mondo. Vorrei che le prove ci portassero a una conclusione più positiva, ma se queste prove esistono devono essere rinchiuse in una cassaforte da qualche parte, molto lontano da Gerusalemme.
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Che gerusalemme sia contesa a ragione o torto da sempre e da molti é vero ed é próprio la ragione per mettersi attorno ad un tavolo e trovare una giusta soluzione, che non puo' essere l'approvazione di una occupazione militare in zona altrui.
approccio concreto e pragmatico, frutto di esperienze, anche pesanti, maturate sul campo in contrapposizione con l'attitudine salottiera di questi utenti, perfettamente in linea con tanto mondo internettiano fatto di presunti esperti da tastiera. (cit.)
Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Beh stati e democrazie ben delineate nel 1967 non direi proprio. Mi sembra che la fai un po' semplice; la situazione nel 1967 nella zona araba era chiaramente critica e le tensioni tra Israele e Egitto/Giordania/Siria non accennavano a placarsi. L'Egitto in particolare accese la miccia sostanzialmente scacciando il contingente ONU dai territori confinanti Israele, di fatto decretando l'apertura delle ostilità.ciccio ha scritto:Paragonare cio' al 1967 con stati e democrazie ben delineate, confni altrettanto salvo guerre di liberazione di popoli gia' presenti, con una guerra fatta esclusivamente per occupare una zona altrui non há senso alcuno. Gia' é discutíbile' aver preso una zona e aver creato li, proprio li Israele, ti ricordo che li era presente um altro popolo che nulla aveva a che vedere, popolo che non é stato rispettato nella própria identita' culturale differente, ma q cui é stato detto " vou dovete diventare come noi occupatori. Ma per ragioni sroriche di cio' né possiamo parlare e e trovare una mediazione. Giustificare una guerra di occupazione proprio no, é demagogia.
La Guerra dei sei giorni sappiamo tutti come è andata.
Ma se dopo la guerra non si trovò modo di ristabilire territorialmente una situazione di pace fu soprattutto per colpa delle posizioni politiche degli stati arabi, che erano molto diverse tra loro, ed ognuno aveva interessi differenti da difendere.
Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Israele non aspettava di meglio,.....,...
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Ciccio, chiaro che i contesti storici e geopolitici sono diversi, ma il parallelismo che vedo io è che come il Regno d’Italia vedeva in Roma la sua capitale per motivi storici e culturali e che quindi ne bramava l’annessione (almeno nelle sue componenti Cavouriane e Mazziniane), tanto da dichiararla capitale del Regno già nel 1861, così Israele rivendicava e bramava la sovranità su Gerusalemme e i territori limitrofi per motivazioni analoghe. Sembra quasi che Israele sia una nazione messa lì per caso. Il popolo ebraico ha ragioni storiche per stare lì quanto i popoli arabi.
Poi si può discutere il sionismo, le guerre, le gestioni politiche della questione. Ma da qui a non vedere delle motivazioni storiche e culturali per la presenza in quella zona di uno stato ebraico e per la rivendicazione (giusta o sbagliata che sia) di Gerusalemme ne passa
Poi si può discutere il sionismo, le guerre, le gestioni politiche della questione. Ma da qui a non vedere delle motivazioni storiche e culturali per la presenza in quella zona di uno stato ebraico e per la rivendicazione (giusta o sbagliata che sia) di Gerusalemme ne passa
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Sul 'neretto' non sono d'accordo.paoolino ha scritto:Ciccio, chiaro che i contesti storici e geopolitici sono diversi, ma il parallelismo che vedo io è che come il Regno d’Italia vedeva in Roma la sua capitale per motivi storici e culturali e che quindi ne bramava l’annessione (almeno nelle sue componenti Cavouriane e Mazziniane), tanto da dichiararla capitale del Regno già nel 1861, così Israele rivendicava e bramava la sovranità su Gerusalemme e i territori limitrofi per motivazioni analoghe. Sembra quasi che Israele sia una nazione messa lì per caso. Il popolo ebraico ha ragioni storiche per stare lì quanto i popoli arabi.
Poi si può discutere il sionismo, le guerre, le gestioni politiche della questione. Ma da qui a non vedere delle motivazioni storiche e culturali per la presenza in quella zona di uno stato ebraico e per la rivendicazione (giusta o sbagliata che sia) di Gerusalemme ne passa
Ci sono migliaia e migliaia di casi analoghi nel corso della storia: popoli (poi dispersi o ancora presenti in altre zone) che vivevano in certe zone e poi per un motivo e per l'altro non lo hanno fatto piu'.
E non e' che ognuno di questi popoli oggi han diritto a rivendicare l'originario possesso di quella zona. Non e' che se in Mongolia nel 2000 a.c ci vivevano i nastiani - e ci vissero per 5 secoli; oggi i nastiani - da Foligno - possono legittimamente rivendicare la Mongolia .
La storia e' pienissima di casi del genere. Ora, a meno di assegnare al popolo ebraico uno status speciale e quasi (?)-unico nella storia dell'umanita', il popolo ebraico non aveva ragioni storiche quanto i popoli arabi.
Quindi nel 1917 o nel 1945, io non sarei stato favorevole alla creazione di Israele.
Tuttavia, la Storia toglie ma anche da'. Pertanto, ad oggi sono ben favorevole all'esistenza e al mantenimento di Israele come stato.
Va da se' che la mia posizione e' - banalmente - quella di Due Stati, se e' quello che le parti 'vogliono'.
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
A complicare un po' le cose, l'atteggiamento dei palestinesi che giustamente rivendicano un loro stato, al contrario del popolo romano al quale di pio IX e dello stato pontificio fregava ben poco.
Lo voglio rivedere, Fabio
Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Il mio pensiero paooolino é esattamente quello di Lyndon,
aggiungendo, son cose che loro devono risolvere attraverso lá nostra mediazione, attrggiamento come quelli di questo pazzo non solo sono dannosi, ma anche faziosi e rischiano disastri mondiali
aggiungendo, son cose che loro devono risolvere attraverso lá nostra mediazione, attrggiamento come quelli di questo pazzo non solo sono dannosi, ma anche faziosi e rischiano disastri mondiali
approccio concreto e pragmatico, frutto di esperienze, anche pesanti, maturate sul campo in contrapposizione con l'attitudine salottiera di questi utenti, perfettamente in linea con tanto mondo internettiano fatto di presunti esperti da tastiera. (cit.)
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
ciccio ha scritto: attrggiamento come quelli di questo pazzo non solo sono dannosi, ma anche faziosi e rischiano disastri mondiali
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
A me sembra che una sua unicità il popolo ebraico ce l'abbia nel senso che delle migliaia di casi analoghi che citi tu (magari posta qualche esempio reale invece che i fantomatici nastiani-mongoli così posso farmi idee più chiare su quello che intendi), quello degli ebrei è l'unico (o uno dei pochissimi, ma io non ne so citare altri) caso in cui anche dopo 2000 e passa anni di diaspore l'identità di popolo, tradizioni e senso di comunità legate fortemente a quella regione del mondo sono rimaste costantemente vive.Lyndon79 ha scritto:Sul 'neretto' non sono d'accordo.paoolino ha scritto:Ciccio, chiaro che i contesti storici e geopolitici sono diversi, ma il parallelismo che vedo io è che come il Regno d’Italia vedeva in Roma la sua capitale per motivi storici e culturali e che quindi ne bramava l’annessione (almeno nelle sue componenti Cavouriane e Mazziniane), tanto da dichiararla capitale del Regno già nel 1861, così Israele rivendicava e bramava la sovranità su Gerusalemme e i territori limitrofi per motivazioni analoghe. Sembra quasi che Israele sia una nazione messa lì per caso. Il popolo ebraico ha ragioni storiche per stare lì quanto i popoli arabi.
Poi si può discutere il sionismo, le guerre, le gestioni politiche della questione. Ma da qui a non vedere delle motivazioni storiche e culturali per la presenza in quella zona di uno stato ebraico e per la rivendicazione (giusta o sbagliata che sia) di Gerusalemme ne passa
Ci sono migliaia e migliaia di casi analoghi nel corso della storia: popoli (poi dispersi o ancora presenti in altre zone) che vivevano in certe zone e poi per un motivo e per l'altro non lo hanno fatto piu'.
E non e' che ognuno di questi popoli oggi han diritto a rivendicare l'originario possesso di quella zona. Non e' che se in Mongolia nel 2000 a.c ci vivevano i nastiani - e ci vissero per 5 secoli; oggi i nastiani - da Foligno - possono legittimamente rivendicare la Mongolia .
La storia e' pienissima di casi del genere. Ora, a meno di assegnare al popolo ebraico uno status speciale e quasi (?)-unico nella storia dell'umanita', il popolo ebraico non aveva ragioni storiche quanto i popoli arabi.
Quindi nel 1917 o nel 1945, io non sarei stato favorevole alla creazione di Israele.
Tuttavia, la Storia toglie ma anche da'. Pertanto, ad oggi sono ben favorevole all'esistenza e al mantenimento di Israele come stato.
Va da se' che la mia posizione e' - banalmente - quella di Due Stati, se e' quello che le parti 'vogliono'.
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
A guarda paolino, i popoli dispersi, dove localizzati mantengono lá loro identita. Terza generazione di immigrati italiani qui cantano "quel mazolin di fiori".
Quello che si sta' cercando di giustificare é come mai un popolo pieno di soldi sia l'unico ad essere riuscito a crearsi uno stato che non esisteva e l'ha creato dove gia' esisteva um altro popolo (con i loro identici diritti) dicendo "voi che state qui dovete diventare come noi che arriviamo adesso."
Chiariamo lá cosa, coi soldi questi si sono comprati un diritto maggiore degli altri, se per te é corretto ok, ma non puoi pretendere sia moralmente ed eticamente corretto.
Ma sono andati oltre, hanno nel 1967, non nel 1870 !!!!!!! , ovvero com una situazione política e sóciale totalmente diferente, occupato militarmente zone che l'intera comunita' mondiale non gli aveva assegnato e dove gia' esistevano popoli differenti.
Se per te tutto questo é corretto, campa cavallo che l'erba cresce.
Ma andiamo oltre, sicuro esiste una situazione complessa e anche agli ebrei vanno riconosciuti i loro diritti, lá onde per cui parliamone, mettevi ad un tavolo e cerchiamo do aiutarvi a risolvere lá cosa.
No, arriva un tizio che per soldi, é solo quelli, dice rischiando do far esplodere una crisi mondiale, Israele é uno stato sovrano e há diritto do calpestare i diritti degli altri.
Nessuno ha diritto di calpestare i diritti degli altri ! E ancor meno per soldi, perche' é il contrário che stai affermando usando pretesti do vario genere e tipo.
Permettimi, questo non é liberalismo, ma prepotenza.
Quello che si sta' cercando di giustificare é come mai un popolo pieno di soldi sia l'unico ad essere riuscito a crearsi uno stato che non esisteva e l'ha creato dove gia' esisteva um altro popolo (con i loro identici diritti) dicendo "voi che state qui dovete diventare come noi che arriviamo adesso."
Chiariamo lá cosa, coi soldi questi si sono comprati un diritto maggiore degli altri, se per te é corretto ok, ma non puoi pretendere sia moralmente ed eticamente corretto.
Ma sono andati oltre, hanno nel 1967, non nel 1870 !!!!!!! , ovvero com una situazione política e sóciale totalmente diferente, occupato militarmente zone che l'intera comunita' mondiale non gli aveva assegnato e dove gia' esistevano popoli differenti.
Se per te tutto questo é corretto, campa cavallo che l'erba cresce.
Ma andiamo oltre, sicuro esiste una situazione complessa e anche agli ebrei vanno riconosciuti i loro diritti, lá onde per cui parliamone, mettevi ad un tavolo e cerchiamo do aiutarvi a risolvere lá cosa.
No, arriva un tizio che per soldi, é solo quelli, dice rischiando do far esplodere una crisi mondiale, Israele é uno stato sovrano e há diritto do calpestare i diritti degli altri.
Nessuno ha diritto di calpestare i diritti degli altri ! E ancor meno per soldi, perche' é il contrário che stai affermando usando pretesti do vario genere e tipo.
Permettimi, questo non é liberalismo, ma prepotenza.
approccio concreto e pragmatico, frutto di esperienze, anche pesanti, maturate sul campo in contrapposizione con l'attitudine salottiera di questi utenti, perfettamente in linea con tanto mondo internettiano fatto di presunti esperti da tastiera. (cit.)
Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
No beh questo è inaccettabileciccio ha scritto:A guarda paolino, i popoli dispersi, dove localizzati mantengono lá loro identita. Terza generazione di immigrati italiani qui cantano "quel mazolin di fiori".
Quello che si sta' cercando di giustificare é come mai un popolo pieno di soldi sia l'unico ad essere riuscito a crearsi uno stato che non esisteva e l'ha creato dove gia' esisteva um altro popolo.
Addirittura "pieno di soldi" un popolo sterminato durante la seconda guerra mondiale che viene accusato di "essersi creato uno Stato" quando è noto a tutti che la gestione della penisola araba sia stata gestita in maniera scellerata dai britannici, i quali dopo essersi stufati di perdere tempo con cose che non li riguardavano hanno sbolognato la patata bollente all'ONU quando ormai la frittata era fatta...
E me li paragoni anche all'italiano pummarola e mandolino senza arte nè parte emigrato in America. Cioè ma ti rendi conto di quale sia l'importanza dell'identità etnica e religiosa per il popolo ebraico?
Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
E l'importanza dell'identità del popolo palestinese?laplaz ha scritto:No beh questo è inaccettabileciccio ha scritto:A guarda paolino, i popoli dispersi, dove localizzati mantengono lá loro identita. Terza generazione di immigrati italiani qui cantano "quel mazolin di fiori".
Quello che si sta' cercando di giustificare é come mai un popolo pieno di soldi sia l'unico ad essere riuscito a crearsi uno stato che non esisteva e l'ha creato dove gia' esisteva um altro popolo.
Addirittura "pieno di soldi" un popolo sterminato durante la seconda guerra mondiale che viene accusato di "essersi creato uno Stato" quando è noto a tutti che la gestione della penisola araba sia stata gestita in maniera scellerata dai britannici, i quali dopo essersi stufati di perdere tempo con cose che non li riguardavano hanno sbolognato la patata bollente all'ONU quando ormai la frittata era fatta...
E me li paragoni anche all'italiano pummarola e mandolino senza arte nè parte emigrato in America. Cioè ma ti rendi conto di quale sia l'importanza dell'identità etnica e religiosa per il popolo ebraico?
Mi pare abbiano qualche rivendicazione legittima, nel considerare loro quei territori.
Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
E chi lo nega?miggen ha scritto:E l'importanza dell'identità del popolo palestinese?laplaz ha scritto:No beh questo è inaccettabileciccio ha scritto:A guarda paolino, i popoli dispersi, dove localizzati mantengono lá loro identita. Terza generazione di immigrati italiani qui cantano "quel mazolin di fiori".
Quello che si sta' cercando di giustificare é come mai un popolo pieno di soldi sia l'unico ad essere riuscito a crearsi uno stato che non esisteva e l'ha creato dove gia' esisteva um altro popolo.
Addirittura "pieno di soldi" un popolo sterminato durante la seconda guerra mondiale che viene accusato di "essersi creato uno Stato" quando è noto a tutti che la gestione della penisola araba sia stata gestita in maniera scellerata dai britannici, i quali dopo essersi stufati di perdere tempo con cose che non li riguardavano hanno sbolognato la patata bollente all'ONU quando ormai la frittata era fatta...
E me li paragoni anche all'italiano pummarola e mandolino senza arte nè parte emigrato in America. Cioè ma ti rendi conto di quale sia l'importanza dell'identità etnica e religiosa per il popolo ebraico?
Mi pare abbiano qualche rivendicazione legittima, nel considerare loro quei territori.
Gerusalemme ha una valenza storica, politica, sociale, identitaria per almeno tre religioni, l'ho scritto pochi post fa.
Ed è anche il motivo per cui, al contrario di quanto pensano la maggior parte delle organizzazioni internazionali, io non penso affatto che Gerusalemme debba essere capitale di due stati, ma al contrario non debba proprio appartenere ad alcuno stato e venire riconosciuta come "distretto indipendente simbolo della cultura islamica, ebraica e cristiana".
Una pace non può che passare da una soluzione su Gerusalemme, e Gerusalemme non può assolutamente essere divisa. Parimenti non deve nemmeno appartenere ad alcuno, in quanto patrimonio dell'umanità, e territorialmente inalienabile e indisponibile. Solo attraverso questa via si può pensare di aspirare concretamente alla pace.
Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
faccio finta che non l'hai scritto perché nemmeno posso pensare l'hai scrittolaplaz ha scritto:No beh questo è inaccettabileciccio ha scritto:A guarda paolino, i popoli dispersi, dove localizzati mantengono lá loro identita. Terza generazione di immigrati italiani qui cantano "quel mazolin di fiori".
Quello che si sta' cercando di giustificare é come mai un popolo pieno di soldi sia l'unico ad essere riuscito a crearsi uno stato che non esisteva e l'ha creato dove gia' esisteva um altro popolo.
Addirittura "pieno di soldi" un popolo sterminato durante la seconda guerra mondiale che viene accusato di "essersi creato uno Stato" quando è noto a tutti che la gestione della penisola araba sia stata gestita in maniera scellerata dai britannici, i quali dopo essersi stufati di perdere tempo con cose che non li riguardavano hanno sbolognato la patata bollente all'ONU quando ormai la frittata era fatta...
E me li paragoni anche all'italiano pummarola e mandolino senza arte nè parte emigrato in America. Cioè ma ti rendi conto di quale sia l'importanza dell'identità etnica e religiosa per il popolo ebraico?
i Rockfeller si sono pure comprati i manoscritti del mar morto salvo poi lasciarli senza fondi per tradurli ...............
approccio concreto e pragmatico, frutto di esperienze, anche pesanti, maturate sul campo in contrapposizione con l'attitudine salottiera di questi utenti, perfettamente in linea con tanto mondo internettiano fatto di presunti esperti da tastiera. (cit.)
Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
ecco, qui concordo pienamentelaplaz ha scritto:
Gerusalemme ha una valenza storica, politica, sociale, identitaria per almeno tre religioni, l'ho scritto pochi post fa.
Ed è anche il motivo per cui, al contrario di quanto pensano la maggior parte delle organizzazioni internazionali, io non penso affatto che Gerusalemme debba essere capitale di due stati, ma al contrario non debba proprio appartenere ad alcuno stato e venire riconosciuta come "distretto indipendente simbolo della cultura islamica, ebraica e cristiana".
Una pace non può che passare da una soluzione su Gerusalemme, e Gerusalemme non può assolutamente essere divisa. Parimenti non deve nemmeno appartenere ad alcuno, in quanto patrimonio dell'umanità, e territorialmente inalienabile e indisponibile. Solo attraverso questa via si può pensare di aspirare concretamente alla pace.
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Perchè proprio in Mongolia?
Siamo tutti testimoni "Perchè ti chiamano Pilone?"
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
beh, lo dico pure a scuola che Ulan Bator è la Foligno d'AsiaNasty ha scritto:Perchè proprio in Mongolia?
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Si, poi pero' potremmo anche dire che della identita' di tizi e cai ce ne possiamo anche fregare?
Altrimenti possiamo anche iniziare a parlare di coloro che sentono come parte della loro identita' la loro razza, altri che sentono parte della loro identita' la supremazia sulle donne, e chissa' cos'altro.
Io sarei anche stufo di sentir parlare dell' identita' nazionale come un diritto. Chiaro, tutti gli esseri umani sono da rispettare, se esistono milioni di persone con queste idee strane per la testa, e' giusto rispettarle. Chiaro che a me sembra assurdo che qualcuno se ne freghi di Gerusalemme (o Roma, o Parigi, boh), ma rispetto tutto, chi tiene a Gerusalemme come chi si dispera se cade per terra il sale. Ovviamente sono aspetti di cui tenere conto, politicamente, ci mancherebbe altro.
Ma di continuare a considerare 'i popoli' e 'le nazioni' come soggetto di diritto, diciamo, non diamolo per scontato, eh, tanto piu' se sono soggetti che ammazzano altri soggetti a piu' non posso.
Io prenderei, da ogni stato, dei bambini di quattro anni. Li porterei tutti nello stesso luogo, cresciuti insieme con molta cura. Magari orfani, ecco. Un luogo isolato. Facendoli studiare e vivere felici, senza dire in che stato sono. Poi, a 18 anni, chiediamo a loro di mettersi d' accordo sul diritto dei loro 'popoli'.
Altrimenti possiamo anche iniziare a parlare di coloro che sentono come parte della loro identita' la loro razza, altri che sentono parte della loro identita' la supremazia sulle donne, e chissa' cos'altro.
Io sarei anche stufo di sentir parlare dell' identita' nazionale come un diritto. Chiaro, tutti gli esseri umani sono da rispettare, se esistono milioni di persone con queste idee strane per la testa, e' giusto rispettarle. Chiaro che a me sembra assurdo che qualcuno se ne freghi di Gerusalemme (o Roma, o Parigi, boh), ma rispetto tutto, chi tiene a Gerusalemme come chi si dispera se cade per terra il sale. Ovviamente sono aspetti di cui tenere conto, politicamente, ci mancherebbe altro.
Ma di continuare a considerare 'i popoli' e 'le nazioni' come soggetto di diritto, diciamo, non diamolo per scontato, eh, tanto piu' se sono soggetti che ammazzano altri soggetti a piu' non posso.
Io prenderei, da ogni stato, dei bambini di quattro anni. Li porterei tutti nello stesso luogo, cresciuti insieme con molta cura. Magari orfani, ecco. Un luogo isolato. Facendoli studiare e vivere felici, senza dire in che stato sono. Poi, a 18 anni, chiediamo a loro di mettersi d' accordo sul diritto dei loro 'popoli'.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Nickognito ha scritto:
Io prenderei, da ogni stato, dei bambini di quattro anni. Li porterei tutti nello stesso luogo, cresciuti insieme con molta cura. Magari orfani, ecco. Un luogo isolato. Facendoli studiare e vivere felici, senza dire in che stato sono. Poi, a 18 anni, chiediamo a loro di mettersi d' accordo sul diritto dei loro 'popoli'.
ti voglio bene ma già lo sai .
( quoto anche il resto del post, ma la parte finale era poesia)
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Il Jerusalem Embassy Act, risale al 1995. Secondo questo provvedimento legislativo, che fu passato dal Senato americano con 93 voti a favore e 5 contro ( ), l'ambasciata americana in Israele doveva essere spostata a Gerusalemme il 31 maggio 1999.
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Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Il Jerusalem Embassy Act ( voluto da Clinton, forse nel periodo in cui si vedeva con Monica) è sempre stato rimandato dai successivi presidenti con un atto di rinuncia rinnovato ogni sei mesi. Lo stesso Trump a giugno ha apposto la firma sull’ennesimo rinvio. Forse questa estate non era ubriaco.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
Personalmente non sono a favore della soluzione due popoli - due stati, che la storia mi pare abbia condannato, ma preferisco l'opzione due popoli - uno stato.
Quest'ultima soluzione trova poco consenso presso i palestinesi e presso gli israeliani ebrei, ma da quel che ne so incontra il favore di buona parte degli arabi israeliani.
Quest'ultima soluzione trova poco consenso presso i palestinesi e presso gli israeliani ebrei, ma da quel che ne so incontra il favore di buona parte degli arabi israeliani.
Re: TRUMP - ...is the end of the world as we know it
impossibile, gli israeliani hanno una mentalità tutta loro incompatibile con altre mentalità in uno stato che appartiene anche a loro.s&v ha scritto:Personalmente non sono a favore della soluzione due popoli - due stati, che la storia mi pare abbia condannato, ma preferisco l'opzione due popoli - uno stato.
Quest'ultima soluzione trova poco consenso presso i palestinesi e presso gli israeliani ebrei, ma da quel che ne so incontra il favore di buona parte degli arabi israeliani.
approccio concreto e pragmatico, frutto di esperienze, anche pesanti, maturate sul campo in contrapposizione con l'attitudine salottiera di questi utenti, perfettamente in linea con tanto mondo internettiano fatto di presunti esperti da tastiera. (cit.)