Governo Conte: Aspettando Rousseau
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Re: Governo Conte: Sanscemo
Ma quand'anche pagasse le tasse che Alessandro vorrebbe, non cambierebbe nulla.
Non posso poi vendere a più del prezzo per recuperare, non son mica imbecilli.
Venderebbero alle stesse cifre, ti farebbero pagare di pi per la consegna ( amazon prime è già aumentato in Italia) il giorno dopo, ma non cambierebbe nulla. E il negozietto continuerebbe a rimanere chiuso. Tranne che nel mondo fatato di Alessandro.
Non posso poi vendere a più del prezzo per recuperare, non son mica imbecilli.
Venderebbero alle stesse cifre, ti farebbero pagare di pi per la consegna ( amazon prime è già aumentato in Italia) il giorno dopo, ma non cambierebbe nulla. E il negozietto continuerebbe a rimanere chiuso. Tranne che nel mondo fatato di Alessandro.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Governo Conte: Sanscemo
balbysauro ha scritto:Amazon ed altre multinazionali che fatturano quanto il Pil di una nazione, devono pagare le tasse come tutti?
........................si..................................................no
(barrare)
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Re: Governo Conte: Sanscemo
Ti ho risposto prima. Leggi.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: Governo Conte: Sanscemo
Che sarà mai il pil del Portogallo su...
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Re: Governo Conte: Sanscemo
no, hai scritto quand'anche
non leggo nè un sì nè un no
comunque, assumendo che sia un sì mi ritengo soddisfatto
intanto partiamo tutti alla pari
poi ovviamente i piccoli negozi incapaci di adeguarsi ai tempi chiuderanno lo stesso e altrettanto ovviamente chiuderanno pure i supermercati prima o poi, perchè non capisco per quale motivo devo andare io a prendere la spesa, perdere un'ora nel traffico, non trovare parcheggio se tutto mi può arrivare a casa
nessuno si oppone al presente e al futuro, è una lotta contro i mulini a vento, se non altro
ma intanto partiamo tutti alla pari, facciamo sì che il gettito fiscale rimanga qua, bello consistente e che lo stato possa usare questi soldi per il benessere di tutti e per creare lavoro (vero, non da passacarte da un ufficio all'altro)
altrimenti aspettiamoci legioni di disoccupati e di redditi di cittadinanza
altre alternative non ce ne sono
non leggo nè un sì nè un no
comunque, assumendo che sia un sì mi ritengo soddisfatto
intanto partiamo tutti alla pari
poi ovviamente i piccoli negozi incapaci di adeguarsi ai tempi chiuderanno lo stesso e altrettanto ovviamente chiuderanno pure i supermercati prima o poi, perchè non capisco per quale motivo devo andare io a prendere la spesa, perdere un'ora nel traffico, non trovare parcheggio se tutto mi può arrivare a casa
nessuno si oppone al presente e al futuro, è una lotta contro i mulini a vento, se non altro
ma intanto partiamo tutti alla pari, facciamo sì che il gettito fiscale rimanga qua, bello consistente e che lo stato possa usare questi soldi per il benessere di tutti e per creare lavoro (vero, non da passacarte da un ufficio all'altro)
altrimenti aspettiamoci legioni di disoccupati e di redditi di cittadinanza
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Re: Governo Conte: Sanscemo
PINDARO ha scritto:
Certo che poi Amazon dovrebbe pagare le tasse come tutti, a seconda del paese in cui vende e non pagarne meno ( perché le paga con stratagemmi, non vendono in nero).
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Governo Conte: Sanscemo
ovviamente, anticipo l'obiezione, non è che si risolvono i problemi italiani tassando google, eh
ma intanto tassiamola
ma intanto tassiamola
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Re: Governo Conte: Sanscemo
ma i problemi dell'italia li risolvi facendo fuori gli italiani e chi li governa.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Governo Conte: Sanscemo
Riguardo le tasse, nel 2018 appena terminato Amazon negli Stati Uniti ha pagato un totale di $0 di tasse federali nonostante un profitto di 11.2 miliardi di $. https://eu.usatoday.com/story/money/201 ... 886639002/ Ha pagato pero' alcune centinaia di milioni di $ in tasse locali, comunque una goccia.
Ma tasse a parte e piu' in generale, il discorso che fanno alcuni, mi pare, sia: comprare online funziona molto bene per il compratore, si trova tutto senza bisogno di cercare le cose in giro, ti arriva tutto a casa e costa anche meno. Certo, poi i negozi normali chiudono, ma cazzi loro, dovrebbero adeguarsi ai tempi e vendere online. Mi sembra una posizione un po' miope.
La questione di fondo e' che internet sta ovviamente cambiando il mondo, e ovviamente non c'e' nulla di illegale nel vendere cose online, ma non tutto che quello che internet permette legalmente di fare andrebbe consentito: ci sono cose per cui le conseguenze negative in generale per la comunita' pesano molto di piu' dei vantaggi e che lo stato dovrebbe ostacolare.
Un piccolo esempio e' Airbnb: l'idea di affittare la propria casa per un breve periodo ai turisti come se si fosse un albergo e' certamente geniale e funzionava bene all'inizio. Ma se prende troppo piede poi pone problemi di sicurezza e soprattutto cambia il mercato immobiliare perche' nelle zone turistiche grandi investitori comprano molti appartamenti per poi affittarli, i prezzi salgono, il tessuto urbano si snatura e chi viveva gia' li' si trova in difficolta'. Alla fine i vantaggi vanno a questi investitori che fanno tanti soldi piu' che all'utente, che non spende molto meno che in un albergo, e il prezzo lo paga la comunita'.
Stessa cosa per il commercio online: a piccole dosi, grande cosa. Quando ho dovuto comprare un libro straniero per i miei studi nel 1990 dovetti andare in una libreria specializzata, aspettare due mesi e pagarlo il doppio del prezzo di copertina per l'importazione. Pochi anni dopo nel 1994 nasceva Amazon e potevo comprare lo stesso libro in una settimana e pagarlo il giusto. Oggi potrei comprarlo e riceverlo in formato elettronico in 30 secondi. Fantastico. Poi la cosa ha preso piede e hanno chiuso quasi tutte le librerie, che non e' stata una cosa tanto bella ma vabbe'. Ma se si allarga il campo a quasi tutti i generi di negozi e chiudono un po' alla volta un po' tutti, allora diventa un vero problema perche' il commercio e' l'attivita' che da' piu' posti di lavoro in molti paesi e non si possono perdere tutti quei posti di lavoro. (Tra l'altro la seconda e' guidare veicoli, camion, bus, ecc, e' anch'essa a rischio per l'automazione).
L'idea che la cartoleria sottocasa possa mettersi a vendere online e fare concorrenza ad Amazon e' ridicola perche' vendere online richiede un'infrastruttura tecnologica costosa e giganti come Amazon ovviamente hanno enormi economie di scala (al punto che Amazon non fa davvero i soldi vendendo cose, ma li fa vendendo infrastruttura tecnologica ad altre grandi aziende, il famoso 'cloud'). E dal punto di vista dell'occupazione, ovviamente centralizzando tutte le vendite basta una frazione degli addetti per vendere quello che prima vendevano milioni di commercianti.
Poi a parte la perdita di posti di lavoro, le nostre citta', specialmente in Europa, non sono state pensate per un mondo in cui non ci saranno quasi piu' negozi. Il commercio al dettaglio e' alla base del nostro tessuto urbano, fin dal medioevo direi. Ci sarebbero conseguenze serie se chiudesse il 50% dei negozi ad esempio a Milano senza che altri negozi prendessero il loro posto.
Quindi bisogna entrare in un nuovo modello mentale nella nostra interazione con la rete e la tecnologia, in cui lo Stato puo' anche mettere dei paletti. Uno stato puo' benissimo vietare l'affitto di appartamenti a breve termine alla Airbnb, tout-court, dire che e' illegale e basta. E uno stato puo' benissimo dire che vendere online si puo', si', ma l'IVA per la vendita online e' 82% invece del 22% della vendita nei negozi normali. Cosi' "calmiera" la situazione.
In altre parole, non e' che perche' una cosa diventa tecnicamente possibile e' anche auspicabile: la tecnologia porta anche problemi: gia' vediamo in tanti paesi il popolo che insegue le elite con i forconi, perche' e' sempre piu' difficile trovare lavori buoni e ben pagati e quanta di questa rabbia e' in fondo causata dalla tecnologia e dall'automazione?
Ma tasse a parte e piu' in generale, il discorso che fanno alcuni, mi pare, sia: comprare online funziona molto bene per il compratore, si trova tutto senza bisogno di cercare le cose in giro, ti arriva tutto a casa e costa anche meno. Certo, poi i negozi normali chiudono, ma cazzi loro, dovrebbero adeguarsi ai tempi e vendere online. Mi sembra una posizione un po' miope.
La questione di fondo e' che internet sta ovviamente cambiando il mondo, e ovviamente non c'e' nulla di illegale nel vendere cose online, ma non tutto che quello che internet permette legalmente di fare andrebbe consentito: ci sono cose per cui le conseguenze negative in generale per la comunita' pesano molto di piu' dei vantaggi e che lo stato dovrebbe ostacolare.
Un piccolo esempio e' Airbnb: l'idea di affittare la propria casa per un breve periodo ai turisti come se si fosse un albergo e' certamente geniale e funzionava bene all'inizio. Ma se prende troppo piede poi pone problemi di sicurezza e soprattutto cambia il mercato immobiliare perche' nelle zone turistiche grandi investitori comprano molti appartamenti per poi affittarli, i prezzi salgono, il tessuto urbano si snatura e chi viveva gia' li' si trova in difficolta'. Alla fine i vantaggi vanno a questi investitori che fanno tanti soldi piu' che all'utente, che non spende molto meno che in un albergo, e il prezzo lo paga la comunita'.
Stessa cosa per il commercio online: a piccole dosi, grande cosa. Quando ho dovuto comprare un libro straniero per i miei studi nel 1990 dovetti andare in una libreria specializzata, aspettare due mesi e pagarlo il doppio del prezzo di copertina per l'importazione. Pochi anni dopo nel 1994 nasceva Amazon e potevo comprare lo stesso libro in una settimana e pagarlo il giusto. Oggi potrei comprarlo e riceverlo in formato elettronico in 30 secondi. Fantastico. Poi la cosa ha preso piede e hanno chiuso quasi tutte le librerie, che non e' stata una cosa tanto bella ma vabbe'. Ma se si allarga il campo a quasi tutti i generi di negozi e chiudono un po' alla volta un po' tutti, allora diventa un vero problema perche' il commercio e' l'attivita' che da' piu' posti di lavoro in molti paesi e non si possono perdere tutti quei posti di lavoro. (Tra l'altro la seconda e' guidare veicoli, camion, bus, ecc, e' anch'essa a rischio per l'automazione).
L'idea che la cartoleria sottocasa possa mettersi a vendere online e fare concorrenza ad Amazon e' ridicola perche' vendere online richiede un'infrastruttura tecnologica costosa e giganti come Amazon ovviamente hanno enormi economie di scala (al punto che Amazon non fa davvero i soldi vendendo cose, ma li fa vendendo infrastruttura tecnologica ad altre grandi aziende, il famoso 'cloud'). E dal punto di vista dell'occupazione, ovviamente centralizzando tutte le vendite basta una frazione degli addetti per vendere quello che prima vendevano milioni di commercianti.
Poi a parte la perdita di posti di lavoro, le nostre citta', specialmente in Europa, non sono state pensate per un mondo in cui non ci saranno quasi piu' negozi. Il commercio al dettaglio e' alla base del nostro tessuto urbano, fin dal medioevo direi. Ci sarebbero conseguenze serie se chiudesse il 50% dei negozi ad esempio a Milano senza che altri negozi prendessero il loro posto.
Quindi bisogna entrare in un nuovo modello mentale nella nostra interazione con la rete e la tecnologia, in cui lo Stato puo' anche mettere dei paletti. Uno stato puo' benissimo vietare l'affitto di appartamenti a breve termine alla Airbnb, tout-court, dire che e' illegale e basta. E uno stato puo' benissimo dire che vendere online si puo', si', ma l'IVA per la vendita online e' 82% invece del 22% della vendita nei negozi normali. Cosi' "calmiera" la situazione.
In altre parole, non e' che perche' una cosa diventa tecnicamente possibile e' anche auspicabile: la tecnologia porta anche problemi: gia' vediamo in tanti paesi il popolo che insegue le elite con i forconi, perche' e' sempre piu' difficile trovare lavori buoni e ben pagati e quanta di questa rabbia e' in fondo causata dalla tecnologia e dall'automazione?
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Re: Governo Conte: Sanscemo
su questo concordo, ma in pratica non concordo nello specifico.uglygeek ha scritto: In altre parole, non e' che perche' una cosa diventa tecnicamente possibile e' anche auspicabile: la tecnologia porta anche problemi:
Su Airbnb: Airbnb rovina le citta' nel senso che fa aumentare i costi degli immobili e, sostanzialmente, costringe i cittadini a fare airbnb, o a perdere soldi. Personalmente, mi ruba un sacco di soldi. Detto questo, e' un problema per una citta' (una delle poche abbastanza turistiche perche' succeda)? Questo e' soggettivo. A qualcuno puo' non piacere una citta' in cui tutti affittano a turisti. A qualcuno puo' invece piacere. Pero' non credo sia tanto un problema di Airbnb. Credo sia un problema di turismo. A me nemmeno piace che le citta' siano dei musei pieni di turisti, ristoranti e alberghi. Airbnb peggiora le cose, ma in alcuni casi nemmeno tanto. I centri delle citta' turistiche erano gia' invivibili, per me, senza Airbnb.
Morale: limitare Airbnb si puo', ma si poteva anche limitare l'afflusso di turisti, alberghi, ristoranti, tour guidati, eccetera.
Sui negozi: a me qui l' impatto del commercio online sembra addirittura largamente positivo. E' un vantaggio per tutti (tutti compriamo) a livello di comodita', qualita', economia. Chi va nei negozi, oggi? Intanto, chi non lavora. Se lavori non compri in un negozio, lavori, gli orari sono quelli. Poi se ti piace magari una societa' in cui le donne non si fanno lavorare e vanno a far la spesa, allora magari funzionano. Se inveci lavori e poi vai nei negozi, significa che rubi del tempo a tutto il resto. Una persona media non ha tempo di lavorare, fare attivita' fisica, dormire, mangiare e vivere relazioni. Se devi anche andare a sprecare tempo nei negozi, la qualita' della vita diminuisce.
Le citta' hanno solo da guadagnarci, se ci sono meno negozi. Le citta' piu' belle e antiche non hanno mai avuto tanti negozi quanto adesso. Ritornerebbero citta' piu' vivibili, spazi sfruttati meglio, meno orridi parcheggi , e cosi' via.
Se poi si vuole fare un discorso del tipo: vietiamo per legge l'efficienza, cosi' diminuisce la disoccupazione, allora quello lo facciamo per tutto. E la cosa sembrerebbe a me del tutto assurda, ma a quel punto possiamo anche vietare i vestiti non cuciti a mano e le lavatrici, cosi' sai quanti lavandai a mano trovano lavoro...
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Re: Governo Conte: Sanscemo
Manco per un cazzo!Nickognito ha scritto:Se lavori non compri in un negozio, lavori, gli orari sono quelli.
Ciao!
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Re: Governo Conte: Sanscemo
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Re: Governo Conte: Sanscemo
.Nickognito ha scritto:
Sui negozi: a me qui l' impatto del commercio online sembra addirittura largamente positivo. E' un vantaggio per tutti (tutti compriamo) a livello di comodita', qualita', economia. Chi va nei negozi, oggi? Intanto, chi non lavora. Se lavori non compri in un negozio, lavori, gli orari sono quelli. Poi se ti piace magari una societa' in cui le donne non si fanno lavorare e vanno a far la spesa, allora magari funzionano. Se inveci lavori e poi vai nei negozi, significa che rubi del tempo a tutto il resto. Una persona media non ha tempo di lavorare, fare attivita' fisica, dormire, mangiare e vivere relazioni. Se devi anche andare a sprecare tempo nei negozi, la qualita' della vita diminuisce.
Le citta' hanno solo da guadagnarci, se ci sono meno negozi. Le citta' piu' belle e antiche non hanno mai avuto tanti negozi quanto adesso. Ritornerebbero citta' piu' vivibili, spazi sfruttati meglio, meno orridi parcheggi , e cosi' via.
Se poi si vuole fare un discorso del tipo: vietiamo per legge l'efficienza, cosi' diminuisce la disoccupazione, allora quello lo facciamo per tutto. E la cosa sembrerebbe a me del tutto assurda, ma a quel punto possiamo anche vietare i vestiti non cuciti a mano e le lavatrici, cosi' sai quanti lavandai a mano trovano lavoro...
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: Governo Conte: Sanscemo
Dopo le droghe, le moto e il Natale mo' pure i negozi aboliamoNickognito ha scritto:Chi va nei negozi, oggi? Intanto, chi non lavora. Se lavori non compri in un negozio, lavori, gli orari sono quelli. Poi se ti piace magari una societa' in cui le donne non si fanno lavorare e vanno a far la spesa, allora magari funzionano. Se inveci lavori e poi vai nei negozi, significa che rubi del tempo a tutto il resto. Una persona media non ha tempo di lavorare, fare attivita' fisica, dormire, mangiare e vivere relazioni. Se devi anche andare a sprecare tempo nei negozi, la qualita' della vita diminuisce.
Le citta' hanno solo da guadagnarci, se ci sono meno negozi. Le citta' piu' belle e antiche non hanno mai avuto tanti negozi quanto adesso. Ritornerebbero citta' piu' vivibili, spazi sfruttati meglio, meno orridi parcheggi , e cosi' via.
No, seriamente, a me i negozi continuano a piacere una botta. Il contatto immediato con la merce esposta, vedere, tastare, provare. Tutte cose che l'e-commerce non consente e non consentirà mai, forse con la realtà virtuale ma ci vorrà almeno ancora un decennio e non sarà in ogni caso la stessa cosa. Se il servizio è buono preferisco ancora adesso pagare i 20€ in più e portarmi a casa l'articolo subito, piuttosto che ordinarlo su Amazon e aspettare corriere e beghe annesse
Poi non è vero che se lavori non vai nei negozi su, il sabato pomeriggio a fare shopping in centro con la ragazza l'abbiamo fatto e lo faremo tutti, e in ogni caso al momento è impensabile servirsi di internet anche per comprare la bottiglia d'acqua minerale e due etti di pancetta, dai.
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Re: Governo Conte: Sanscemo
L'acqua minerale mi sembra proprio la cosa ideale da non comprare in un negozio, soprattutto se non hai automobile.
Poi io non voglio abolire nulla, ci mancherebbe, ma nemmeno voglio tassare 5 volte di piu' chi vende online. Semplicemente, se la gente sceglie liberamente di comprare online, non vedo nessuno svantaggio per le citta'.
Per il resto i negozi potrebbero sempre piu' indirizzarsi verso showroom un po' piu' interattivi con il cliente e per il resto Amazon non mi sembra proprio il modello da seguire per gli acquisti online, in generale la consegna a domicilio tramite corriere e' oggi spesso uno spreco e aumenta il traffico, molto piu' efficiente avere punti di consegna in citta'.
Airbnb invece per me e' un danno per le citta', ma ce ne sono altri che non sono legati alla tecnologia e sono danni lo stesso.
Poi io non voglio abolire nulla, ci mancherebbe, ma nemmeno voglio tassare 5 volte di piu' chi vende online. Semplicemente, se la gente sceglie liberamente di comprare online, non vedo nessuno svantaggio per le citta'.
Per il resto i negozi potrebbero sempre piu' indirizzarsi verso showroom un po' piu' interattivi con il cliente e per il resto Amazon non mi sembra proprio il modello da seguire per gli acquisti online, in generale la consegna a domicilio tramite corriere e' oggi spesso uno spreco e aumenta il traffico, molto piu' efficiente avere punti di consegna in citta'.
Airbnb invece per me e' un danno per le citta', ma ce ne sono altri che non sono legati alla tecnologia e sono danni lo stesso.
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Re: Governo Conte: Sanscemo
Ma si, lavori fino alle 5 o alle 6 e il salumiere qui sotto è aperto anche fino alle 7, molti negozi sono aperti anche sabato e domenica etc.Alga ha scritto:Manco per un cazzo!Nickognito ha scritto:Se lavori non compri in un negozio, lavori, gli orari sono quelli.
Ciao!
Ma come detto, se ai colossi concedi oltre al vantaggio dell’enorme economia di scala con relativo costo infimo per la gestione del processo divisa per articoli venduti, il marketing ( la cartoleria del paesino appunto non può competere) ci aggiungi pure la tassazione sia sugli utili che sul costo del lavoro che le spese per la struttura fisica ( affitto o acquisto negozio, tassa comunale sugli immobili e servizi annessi) è una guerra impari.
Di Airbnb stesso discorso. Anzi i problemi sono tripli e in parte dovuto ad Airbnb in parte alla furbizia italica e in parte allo stato/comune non efficiente.
1) Airbnb non paga le tasse o sono una quota infima in Italia avvalendosi di sedi all’estero e al fatto di non avere una sede riconosciuta fiscale in Italia.
2) gli affittuari a volte sono completamente in nero o dichiarano una quota minima e i controlli sono praticamente impossibili . La finanza può entrare in un qualsiasi hotel e chiedere conto di ogni presenza ricevuta etc. entrare in case private per vedere chi c’è è praticamente impossibile, la legge per cui Airbnb avrebbe dovuto fare da sostituto d’imposta versando circa il 20% in tasse , ha trovato il rifiuto di questa che così incrementa il proprio successo grazie al nero suo e dei suoi associati.
Poi, come detto, si era partiti con l’affitto della stanza in più della pensionata con la ex cameretta del figlio ormai libera e arrotonda la pensione, a imprenditori che (anche qui da noi) comprano interi enormi condomini creando in pratica hotel abusivi, o agenzie che si occupano di gestire centinaia di appartamenti. E ognuno con le tasse si regola un po’ a piacere essendo tutto molto aleatorio e quasi incontrollabile se Airbnb non collabora.
3) ci sono problemi oltre che nella sicurezza (gli ospiti spesso non sono registrati) anche nel tessuto urbano, le zone alberghiere/commerciali/abitative stanno sotto un piano regolatore, se diventa tutto turistico il tessuto urbano viene stravolto.
Poi, quelli che vanno a fare le pulizie in questi appartamenti sono in regola? Vengono pagati i contributi? Vengono fatti i corsi (primo soccorso, antincendio, etc) e le visite mediche obbligatorie ?
A me pare concorrenza sleale.
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Re: Governo Conte: Sanscemo
Ma infatti basterebbe tassarli uguale, mica cinque volte di più, solo che Internet è per molti aspetti ancora un porto franco dove ognuno fa un po' il kzz che gli pare. Ma mica solo per l'e-commerce e le tasse, online puoi ancora fare cose che nella vita comune non potresti mai. Puoi ad esempio sostenere che i gay vadano gassati, dare della mignotta a destra e a manca, profanare la memoria dei morti, senza conseguenze penali per lo più.Nickognito ha scritto:Poi io non voglio abolire nulla, ci mancherebbe, ma nemmeno voglio tassare 5 volte di piu' chi vende online. Semplicemente, se la gente sceglie liberamente di comprare online, non vedo nessuno svantaggio per le citta'.
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Re: Governo Conte: Sanscemo
Il salumiere sotto casa, certo.alessandro ha scritto: Ma si, lavori fino alle 5 o alle 6 e il salumiere qui sotto è aperto anche fino alle 7,
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: Governo Conte: Sanscemo
Io non so davvero in che mondo vivi tu.PINDARO ha scritto:Il salumiere sotto casa, certo.alessandro ha scritto: Ma si, lavori fino alle 5 o alle 6 e il salumiere qui sotto è aperto anche fino alle 7,
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Re: Governo Conte: Sanscemo
Il problema di Airbnb non e' la concorrenza agli alberghi (poi chiaro che devono pagare le tasse). Statisticamente, gli alberghi stanno perdendo molto poco dopo il boom di Airbnb, tranne in un caso, cioe' nei luoghi dove gli alberghi erano abbastanza pochi, rispetto al flusso di turisti, da poter aumentare enormemente i prezzi delle stanze in altissima stagione.
Adesso questo gli alberghi non possono piu' farlo, ma nel complesso mi sembra un vantaggio, per la societa'.
Airbnb la concorrenza la fa con gli affitti a lungo termini, rendendoli (in poche citta', eh) non convenienti. Il risultato e' che le citta' si svuotano di abitanti e si riempiono di turisti. E' quello che sta succedendo dove vivo, per esempio.
A me questo non piace, pero':
- intanto, succedeva in alcune citta' prima di Airbnb. Per dire, non e' che una persona normale potesse vivere a Manhattan, prima, anche. O eri molto ricco, o te ne andavi via. Se questo accade anche a Praga, pazienza.
- poi: hai voglia ad avere tutti autoctoni negli appartamenti, se poi le strade sono piene di alberghi, ristoranti, guide, musei e orde di turisti: una citta' del genere rimane totalmente dei turisti anche se dentro le mura ci sono i locali.
Nonostante questo, sono d'accordo a imporre restrizioni a Airbnb come fatto gia' in diverse citta'. Il commercio online credo andrebbe invece quasi favorito, ecco.
Sui negozi, ho capito che uno ci va alle sette di sera e il sabato. Liberissimi di voler usare le pochissime ore libere che una persona normale ha nella vita privata per fare shopping, direi che mi sembra una grande opportunita' quella di non essere obbligati a farlo per sopravvivere se vuoi fare altrimenti.
Adesso questo gli alberghi non possono piu' farlo, ma nel complesso mi sembra un vantaggio, per la societa'.
Airbnb la concorrenza la fa con gli affitti a lungo termini, rendendoli (in poche citta', eh) non convenienti. Il risultato e' che le citta' si svuotano di abitanti e si riempiono di turisti. E' quello che sta succedendo dove vivo, per esempio.
A me questo non piace, pero':
- intanto, succedeva in alcune citta' prima di Airbnb. Per dire, non e' che una persona normale potesse vivere a Manhattan, prima, anche. O eri molto ricco, o te ne andavi via. Se questo accade anche a Praga, pazienza.
- poi: hai voglia ad avere tutti autoctoni negli appartamenti, se poi le strade sono piene di alberghi, ristoranti, guide, musei e orde di turisti: una citta' del genere rimane totalmente dei turisti anche se dentro le mura ci sono i locali.
Nonostante questo, sono d'accordo a imporre restrizioni a Airbnb come fatto gia' in diverse citta'. Il commercio online credo andrebbe invece quasi favorito, ecco.
Sui negozi, ho capito che uno ci va alle sette di sera e il sabato. Liberissimi di voler usare le pochissime ore libere che una persona normale ha nella vita privata per fare shopping, direi che mi sembra una grande opportunita' quella di non essere obbligati a farlo per sopravvivere se vuoi fare altrimenti.
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Re: Governo Conte: Sanscemo
ma su questo siamo tutti d'accordo, mentre qualcuno li vorrebbe tassare di piu'.NK7 ha scritto: Ma infatti basterebbe tassarli uguale,
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Re: Governo Conte: Sanscemo
Ma qui si tratta di parlare del commercio on line a prescindere da Amazon, che serve solo come pretesto per forviare o non capire il discorso.
Comprare on line è comodo e fondamentale per moltissimi motivi. E rinunciare a queste comodità o motivi in nome di chi non riesce, non vuole e non sa adeguarsi, mi sembra una forzatura o una filantropia fine a se stessa.
Comprare on line è comodo e fondamentale per moltissimi motivi. E rinunciare a queste comodità o motivi in nome di chi non riesce, non vuole e non sa adeguarsi, mi sembra una forzatura o una filantropia fine a se stessa.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: Governo Conte: Sanscemo
Ho capito ma se l'hai finita e hai sete mica la ordini su Amazon per riceverla due giorni dopo dai A me come credo a chiunque l'e-commerce piace, non sto certo facendo una battaglia pro-negozi, dico solo che le regole del gioco dovrebbero essere le stesse, poi se il negozio sotto casa sparisce per altri motivi ok (insomma, mica tanto, io sarei per l'abolizione della proprietà privata ma è altro discorso ) ma intanto lo fai combattere ad armi non dico pari ma almeno non come adesso dove Amazon ha il G36 mirino laser e il negozietto l'archibugio del '700.Nickognito ha scritto:L'acqua minerale mi sembra proprio la cosa ideale da non comprare in un negozio, soprattutto se non hai automobile.
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Re: Governo Conte: Sanscemo
Se ho sete apro il rubinetto e vado al bar. Se voglio acqua minerale per la settimana o il mese, ho due scelte: o vado a un negozio e mi faccio 4 viaggi avanti e indietro con 12 bottiglie, oppure clicco online e me la faccio portare su dal supermercato locale.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: Governo Conte: Sanscemo
Un panino con la mortadella? Due etti di formaggio? Un'insalata con uovo fresco e pomodori? Anche quelli li compri due settimane prima online?
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Re: Governo Conte: Sanscemo
Non ho capito dove vuoi arrivare, forse qualcuno dice che tutto andrebbe sempre comprato online?
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: Governo Conte: Sanscemo
Eh, mi pareva di aver intuito.
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Re: Governo Conte: Sanscemo
Armi pari vuol dire far pagare le tasse a chi non le paga.
Se una azienda italiana che paga tutte le asse e vende anche online ok. Se non paga le tasse è utile prevedere un prelievo sotto forma di iva maggiorata.
Amazon non avrebbe comunque problemi e gli Stati potrebbero pagarsi i servizi ai cittadini.
Poi per il negozietto sotto casa, non perdo un secondo, è a 5 metri da casa e se mi manca qualcosa lo prendo li, latte e pane fresco, formaggio verdura e frutta.
Qui poi ci sono tanti pensionati e turisti che non hanno problemi di orario. Poi come detto, è aperto sabato e domenica e sino a tardi.
I prezzi sono un po’ più alti ma non c’è spedizione e lo uso per le piccole spese.
Poi faccio la spesa della settimana al supermercato, nessun problema di parcheggio e ci impiego un’ora a settimana. Più o meno come andare a ritirare la roba nei punti di raccolta. Poi ordino molto su internet.
Ho anche il vantaggio di avere una attività aperta 24/24 e mi consegnano tutto lì.
Per alcune cose, come i vestiti trovo più comodo andare in negozio e provare, poi vedo cose a cui non pensavo o offerte particolari, e poi le taglie non sono affidabili.
Poi, meglio online su quasi tutto.
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Amazon non avrebbe comunque problemi e gli Stati potrebbero pagarsi i servizi ai cittadini.
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Re: Governo Conte: Sanscemo
Proposta di legge della Lega.
Una canzone ogni 3 passata in radio deve essere italiana.
Una canzone ogni 3 passata in radio deve essere italiana.
Ti piace il doppio? Preferisco il threesome
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Re: Governo Conte: Sanscemo
E una su 10 in dialetto bergamasco.tennisfan82 ha scritto:Proposta di legge della Lega.
Una canzone ogni 3 passata in radio deve essere italiana.
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Re: Governo Conte: Sanscemo
Credo che in Francia la percentuale sia anche più alta. Il problema è che loro non considerano italiana nemmeno la canzone che ha vinto Sanremo.tennisfan82 ha scritto:Proposta di legge della Lega.
Una canzone ogni 3 passata in radio deve essere italiana.
Visto che YouTube esiste, mettere queste regole alla radio lascia il tempo che trova.
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Re: Governo Conte: Sanscemo
in francia c'è il 40% (e credo sia comunque un caso abbastanza unico, in europa). però di queste, almeno la metà è di artisti di origine araba, caraibica o sub-sahariana, bisogna capire come la prenderebbero i leghisti in quel caso...uglygeek ha scritto:Credo che in Francia la percentuale sia anche più alta. Il problema è che loro non considerano italiana nemmeno la canzone che ha vinto Sanremo.tennisfan82 ha scritto:Proposta di legge della Lega.
Una canzone ogni 3 passata in radio deve essere italiana.
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Re: Governo Conte: Sanscemo
Immagino, assumere centinaia e centinaia di agenti che ascoltano tutte le stazioni radio 24 al giorno per controllare se venga tutto messo in atto.
Con tanto di blocchetto a segnare cerchietti e croci.
Questi sono una masnada di imbecilli. Senza se e senza ma.
I francesi sono un popolo da non prendere nemmeno in considerazione.
Un popolo che chiama ordinateur quello che in tutto il pianeta è chiamato computer, non può essere serio.
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Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: Governo Conte: Sanscemo
I francesi un popolo inutile.
Agli italiani si dovrebbe sparare.
Al solito, tutto il mondo è una massa di imbecilli, scarti umani e dementi che dovrebbero svegliarsi. Tutti meno lui ovviamente.
Agli italiani si dovrebbe sparare.
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Re: Governo Conte: Sanscemo
alessandro ha scritto:Armi pari vuol dire far pagare le tasse a chi non le paga.
Se una azienda italiana che paga tutte le asse e vende anche online ok. Se non paga le tasse è utile prevedere un prelievo sotto forma di iva maggiorata.
Amazon non avrebbe comunque problemi e gli Stati potrebbero pagarsi i servizi ai cittadini.
Poi per il negozietto sotto casa, non perdo un secondo, è a 5 metri da casa e se mi manca qualcosa lo prendo li, latte e pane fresco, formaggio verdura e frutta.
Qui poi ci sono tanti pensionati e turisti che non hanno problemi di orario. Poi come detto, è aperto sabato e domenica e sino a tardi.
I prezzi sono un po’ più alti ma non c’è spedizione e lo uso per le piccole spese.
Poi faccio la spesa della settimana al supermercato, nessun problema di parcheggio e ci impiego un’ora a settimana. Più o meno come andare a ritirare la roba nei punti di raccolta. Poi ordino molto su internet.
Ho anche il vantaggio di avere una attività aperta 24/24 e mi consegnano tutto lì.
Per alcune cose, come i vestiti trovo più comodo andare in negozio e provare, poi vedo cose a cui non pensavo o offerte particolari, e poi le taglie non sono affidabili.
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Re: Governo Conte: Sanscemo
Al Bano: "Almeno 7 canzoni italiane ogni 10 in radio"
Archiviato il festival di Sanremo, in versione 'sovranista', con la quasi totalità dei cantanti made in Italy, la Lega chiede di modificare i palinsesti musicali delle radio nazionali. Puntare sulla nostra musica, dare spazio agli esordienti, tutelare la nostra tradizione: è questo l'obbiettivo di una proposta di legge a prima firma Alessandro Morelli, presidente della commissione Trasporti e telecomunicazioni della Camera e fino allo scorso anno direttore di Radio Padania.
"La vittoria di Mahmood all'Ariston dimostra che grandi lobby e interessi politici hanno la meglio rispetto alla musica", dice all'AdnKronos Morelli: "Io preferisco - aggiunge - aiutare gli artisti e i produttori del nostro Paese attraverso gli strumenti che ho come parlamentare". "Mi auguro infatti che questa proposta - dice parlando del suo progetto di legge - dia inizio a un confronto ampio sulla creatività italiana e soprattutto sui nostri giovani".
Nel testo, che riporta le firme anche dei deputati Maccanti, Capitanio, Cecchetti, Donina, Fogliani, Giacometti, Tombolato e Zordan, dal titolo 'disposizioni in materia di programmazione radiofonica della produzione musicale italiana', si chiede, come si legge nell'articolo 2, che "le emittenti radiofoniche, nazionali e private" debbano riservare "almeno un terzo della loro programmazione giornaliera alla produzione musicale italiana, opera di autori e di artisti italiani e incisa e prodotta in Italia, distribuita in maniera omogenea durante le 24 ore di programmazione".
Inoltre una quota "pari almeno al 10 per cento della programmazione giornaliera della produzione musicale italiana è riservata alle produzioni degli artisti emergenti". Si stabilisce, inoltre che anche che "la vigilanza sull’applicazione della presente legge è affidata all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni" e che "in aggiunta a quanto espressamente previsto dalla normativa vigente, l’Autorità, a fronte della reiterata inosservanza delle disposizioni di cui alla presente legge, può in ultima distanza disporre la sospensione dell’attività radiofonica da un minimo di otto ad un massimo di trenta giorni".
Secondo gli ultimi dati, citati da Morelli, nelle dieci emittenti radiofoniche più ascoltate in Italia la quota media di repertorio italiano è inferiore al 23%, con alcuni casi limite di emittenti (specializzate e non) in cui tale quota è uguale o inferiore al 10%. Una proposta che richiama altri esempi in Europa, come il sistema delle 'quote', già impiegato da molto tempo in Francia, dove dal 1994, con l'approvazione della 'legge Toubon' sull’uso e la promozione della lingua francese in tutti i contesti, le radio transalpine sono obbligate a trasmettere musica francese per una quota pari almeno al 40% della programmazione giornaliera.
Per Morelli "la musica non è solo un passatempo ma un racconto della nostra vita, della nostra cultura, dei momenti della vita, dei luoghi e dei sentimenti", non dimenticando che "promuovere la musica italiana significa sostenere l’industria della cultura del nostro Paese e quindi le tante persone che ci lavorano". "Il punto - conclude l'ex direttore di Radio Padania - è interrogarsi su che fine fa la musica italiana per 365 giorni all’anno, quando si chiude il sipario dell’Ariston".
Non sapevo di questa legge francese.
La legge Toubon
Nel 1994 è arrivata la legge Toubon, che rende obbligatorio l’uso del francese non solo in ogni atto governativo, ma anche nelle scuole di Stato, nei luoghi di lavoro e nelle contrattazioni commerciali. Per rispetto alla lingua francese e ai francesi, oltre che per la trasparenza della comunicazione, nel linguaggio istituzionale non si possono introdurre anglicismi al posto di termini francesi, e nessun politico può – né si sognerebbe mai – di introdurre act al posto di leggi, tax al posto di tasse, né di riempirsi la bocca di anglicismi ostentati come question time, spending review, stepchild adoption, voluntary disclosure e tutte queste simili porcherie.
Inoltre, sul lavoro è vietato usare termini stranieri, proprio in nome della trasparenza. Non appena un’azienda si stabilisce nel territorio francese, tutti, i contratti e i documenti, inclusi i programmi informatici, in francese logiciel (e non software), devono essere disponibili in francese. Alcune aziende come la General Electric Medical Systems sono state condannate e multate per non aver tradotto in francese le istruzioni dei propri prodotti.
Sugli anglicismi sono d'accordo.
Sull'obbligo alle Radio mi sembra oggettivamente una forzatura.
Anche se il livello medio della musica francese mi sembra, oggi, leggermente superiore a quello italiano.
E poi noi abbiamo Radio Italia. Se Radio Dj cominciasse a trasmettere Albano, voglio vederli gli ascolti.
Archiviato il festival di Sanremo, in versione 'sovranista', con la quasi totalità dei cantanti made in Italy, la Lega chiede di modificare i palinsesti musicali delle radio nazionali. Puntare sulla nostra musica, dare spazio agli esordienti, tutelare la nostra tradizione: è questo l'obbiettivo di una proposta di legge a prima firma Alessandro Morelli, presidente della commissione Trasporti e telecomunicazioni della Camera e fino allo scorso anno direttore di Radio Padania.
"La vittoria di Mahmood all'Ariston dimostra che grandi lobby e interessi politici hanno la meglio rispetto alla musica", dice all'AdnKronos Morelli: "Io preferisco - aggiunge - aiutare gli artisti e i produttori del nostro Paese attraverso gli strumenti che ho come parlamentare". "Mi auguro infatti che questa proposta - dice parlando del suo progetto di legge - dia inizio a un confronto ampio sulla creatività italiana e soprattutto sui nostri giovani".
Nel testo, che riporta le firme anche dei deputati Maccanti, Capitanio, Cecchetti, Donina, Fogliani, Giacometti, Tombolato e Zordan, dal titolo 'disposizioni in materia di programmazione radiofonica della produzione musicale italiana', si chiede, come si legge nell'articolo 2, che "le emittenti radiofoniche, nazionali e private" debbano riservare "almeno un terzo della loro programmazione giornaliera alla produzione musicale italiana, opera di autori e di artisti italiani e incisa e prodotta in Italia, distribuita in maniera omogenea durante le 24 ore di programmazione".
Inoltre una quota "pari almeno al 10 per cento della programmazione giornaliera della produzione musicale italiana è riservata alle produzioni degli artisti emergenti". Si stabilisce, inoltre che anche che "la vigilanza sull’applicazione della presente legge è affidata all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni" e che "in aggiunta a quanto espressamente previsto dalla normativa vigente, l’Autorità, a fronte della reiterata inosservanza delle disposizioni di cui alla presente legge, può in ultima distanza disporre la sospensione dell’attività radiofonica da un minimo di otto ad un massimo di trenta giorni".
Secondo gli ultimi dati, citati da Morelli, nelle dieci emittenti radiofoniche più ascoltate in Italia la quota media di repertorio italiano è inferiore al 23%, con alcuni casi limite di emittenti (specializzate e non) in cui tale quota è uguale o inferiore al 10%. Una proposta che richiama altri esempi in Europa, come il sistema delle 'quote', già impiegato da molto tempo in Francia, dove dal 1994, con l'approvazione della 'legge Toubon' sull’uso e la promozione della lingua francese in tutti i contesti, le radio transalpine sono obbligate a trasmettere musica francese per una quota pari almeno al 40% della programmazione giornaliera.
Per Morelli "la musica non è solo un passatempo ma un racconto della nostra vita, della nostra cultura, dei momenti della vita, dei luoghi e dei sentimenti", non dimenticando che "promuovere la musica italiana significa sostenere l’industria della cultura del nostro Paese e quindi le tante persone che ci lavorano". "Il punto - conclude l'ex direttore di Radio Padania - è interrogarsi su che fine fa la musica italiana per 365 giorni all’anno, quando si chiude il sipario dell’Ariston".
Non sapevo di questa legge francese.
La legge Toubon
Nel 1994 è arrivata la legge Toubon, che rende obbligatorio l’uso del francese non solo in ogni atto governativo, ma anche nelle scuole di Stato, nei luoghi di lavoro e nelle contrattazioni commerciali. Per rispetto alla lingua francese e ai francesi, oltre che per la trasparenza della comunicazione, nel linguaggio istituzionale non si possono introdurre anglicismi al posto di termini francesi, e nessun politico può – né si sognerebbe mai – di introdurre act al posto di leggi, tax al posto di tasse, né di riempirsi la bocca di anglicismi ostentati come question time, spending review, stepchild adoption, voluntary disclosure e tutte queste simili porcherie.
Inoltre, sul lavoro è vietato usare termini stranieri, proprio in nome della trasparenza. Non appena un’azienda si stabilisce nel territorio francese, tutti, i contratti e i documenti, inclusi i programmi informatici, in francese logiciel (e non software), devono essere disponibili in francese. Alcune aziende come la General Electric Medical Systems sono state condannate e multate per non aver tradotto in francese le istruzioni dei propri prodotti.
Sugli anglicismi sono d'accordo.
Sull'obbligo alle Radio mi sembra oggettivamente una forzatura.
Anche se il livello medio della musica francese mi sembra, oggi, leggermente superiore a quello italiano.
E poi noi abbiamo Radio Italia. Se Radio Dj cominciasse a trasmettere Albano, voglio vederli gli ascolti.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
-
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- Iscritto il: sab dic 18, 2004 3:43 pm
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Re: Governo Conte: Sanscemo
Ma poi vale anche per la classica?
Anche se in effetti compositori immigrati non ce ne sono moltissimi.
Anche se in effetti compositori immigrati non ce ne sono moltissimi.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
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Re: Governo Conte: Sanscemo
Ovviamente sì.balbysauro ha scritto:a me di negozi, negozietti e tutto il resto non importa nulla
a me importa solo la risposta a una domanda: Amazon ed altre multinazionali che fatturano quanto il Pil di una nazione, devono pagare le tasse come tutti?
........................si..................................................no
(barrare)
Per essere più precisi, devono rispettare le norme fiscali. Amazon le rispetta? E il bottegaio?