Il politicamente corretto

Dibattito sulla vita sociale, sui problemi politici e sui microchip nei vaccini
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chiaky
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da chiaky »

tuborovescio ha scritto:Ahah per programmare gli allenamenti ricordati da dove parti però, per ora non so se fai 3/4 giochi con me #100#
Per ora non faccio tre giochi nemmeno con mia mamma, probabilmente. Non credo di essere in grado nemmeno di fare uno scatto per attraversare la strada, per dire. Ma devo appunto rimettermi in corsa.
Intanto perdo 5-6 kg se mia moglie va in Giappone, poi mi metto a correre, qualche partitina con mio nipote, un giro dall'estetista, e poi sono pronto a giocare il mio primo torneo WTA.
"Amo Speranza" - alessandro
"Speranza è un grande politico, un grande statista" - alessandro
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da Johnny Rex »

uglygeek ha scritto:Bobby Riggs
Riggs visto il tipo quella gara può averla benissimo venduta ,Poi visto che specie in USA BJK è più sacrale del Presidente stesso guai a insistere troppo su questa teoria.

F.F.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur Finkelstein
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uglygeek
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da uglygeek »

chiaky ha scritto:
tuborovescio ha scritto:Ahah per programmare gli allenamenti ricordati da dove parti però, per ora non so se fai 3/4 giochi con me #100#
Per ora non faccio tre giochi nemmeno con mia mamma, probabilmente. Non credo di essere in grado nemmeno di fare uno scatto per attraversare la strada, per dire. Ma devo appunto rimettermi in corsa.
Intanto perdo 5-6 kg se mia moglie va in Giappone, poi mi metto a correre, qualche partitina con mio nipote, un giro dall'estetista, e poi sono pronto a giocare il mio primo torneo WTA.
I cantanti lirici di solito non sono "leggeri" ma devono pur sempre avere fiato! :D
“LA VITA È COSÌ: VIENI, FAI FAI E POI TE NE VAI” S.B.
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Rosewall
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da Rosewall »

siccome mi è parso che fosse molto apprezzato da Ugly, ho deciso di iscrivermi alla newsletter di Davide Piacenza per riportare qui tutti i suoi interventi, sperando di fargli cosa gradita (ad Ugly, non a Piacenza).


Dice l’American Library Association (Ala), la più grande associazione libraria degli Stati Uniti, che l’ondata di tentate censure di libri a tema Lgbt e razzismo nelle scuole americane ha subìto un aumento vertiginoso. «I social media stanno amplificando i ricorsi locali, che stanno diventando virali», ha commentato la direttrice di Ala Deborah Caldwell-Stone.
Qui gli aspetti da notare sono (almeno) due: spesso si parla di social justice warriors e sinistra woke, per indicare il fenomeno relativamente nuovo di gogne online motivate da visioni del mondo inclusive. È un tema, ma non va dimenticato che il problema a monte è bipartisan: la destra usa le tentate gogne, censure ed esposizioni dei suoi nemici quanto – se non più – della sinistra. La questione, si direbbe oggi, è “sistemica”.
E lo è anche, anzi soprattutto per via dei social citati da Caldwell-Stone: macchine pensate per farci litigare, per premiare l'engagement a tutti i costi, per sfavorire l’approfondimento e allontanare la moderazione.
Quella chiosa secondo cui Twitter avrebbe dato voce agli ultimi, passando finalmente di mano il metaforico microfono, poteva andar bene quando quelle piattaforme sembravano ancora una sorta di Terra promessa. Era dieci anni fa: poi c’è stato Donald Trump, uno che il microfono ce l'aveva già in mano da parecchio tempo, ma grazie (anche) alla disinformazione sui social è diventato presidente degli Stati Uniti.


---



La cultura cosiddetta pop di questo Paese mi ha a lungo fatto tirare lunghi sospiri, e non di sollievo. Per fortuna ogni tanto escono cose che mi fanno ricredere: una delle ultime è Noi, loro, gli altri, l’album di Marracash uscito pochi giorni fa. C’è una canzone, in particolare, che esprime bene – con tutti i limiti obbligati dal genere e dal mezzo, ovviamente – la mia prospettiva: è Cosplayer, la trovate qui sopra.
Finisce dicendo:
Oggi che possiamo rivendicare di essere bianchi, neri, gialli, verdi
O di essere cis, gay, bi, trans o non avere un genere
Non possiamo ancora essere poveri
Perché tutto è inclusivo a parte i posti esclusivi, no?
Oggi che tutti lottiamo così tanto per difendere le nostre identità
Abbiamo perso di vista quella collettiva
L'abbiamo frammentata
Noi, loro e gli altri
È una critica dell’approccio di una certa nicchia di attivismo che, oltre a Marracash, hanno fatto propria anche diversi politologi di sinistra e di destra, e che personalmente condivido: il primo errore delle lotte per i diritti civili del 2021 è dividerle meticolosamente per appartenenze a tenuta stagna, illudendosi che categorie come il privilegio non dipendano anzitutto dal contesto sociale ed economico, dalle disparità di classe e dalla provenienza, ma siano in qualche modo da legare ai marker di identità: maschio, bianco, eterosessuale, cisgender, abile.
La parte di verità, in questa prospettiva, è che ovviamente in Italia un maschio, bianco, eterosessuale, cisgender e abile avrà maggiori possibilità di raggiungere una posizione sociale comoda e pacificata. Ma l’insieme individuato dalle categorie intersezionali, quando finiscono a ragionare per sommatorie, è così ampio e vago – specie alle nostre latitudini, dove il 90% della popolazione è bianca – che non considera l’infinità di situazioni di disagio che ricomprende, alienandosi peraltro le simpatie di molti suoi appartenenti.
Piuttosto che dividere ossessivamente il mondo in identità più e meno oppresse, con posizioni reciproche da calcolare e codici in perenne mutamento, faremmo bene a riappropriarci della nostra identità collettiva: quella di persone che hanno il diritto, tutte, a una vita tranquilla e a un accesso equo alle risorse e al lavoro, a prescindere da dove siamo nati, di che colore abbiamo la pelle e per chi proviamo attrazione sessuale. Questa, almeno, è la prospettiva di chi scrive, maschio cis-etero cresciuto in periferia.



---


La scrittrice italo-somala Igiaba Scego ha criticato la rimozione della statua di Thomas Jefferson dalla New York City Hall per i suoi legami con lo schiavismo. L’intervento di Scego, per quanto mi riguarda, è un capolavoro di onestà intellettuale e capacità di rapportarsi con la storia in modo tridimensionale e maturo. La scrittrice sostiene che era meglio risignificare la statua, avviare un dibattito sull’ambivalenza dei padri fondatori, coinvolgere la cittadinanza. Chapeau.

.---

Un recente sondaggio nazionale americano ha scoperto che la parola Latinx, introdotta in ambito accademico e nei contesti dell’attivismo per riferirsi in modo neutro ai latinos, a questi ultimi non piace neanche un po’: solo il 2% dei latinoamericani si definisce in questo senso, mentre addirittura il 40% trova il termine offensivo. È il grande problema di sostituirsi alle persone, illudendosi di dar loro “voce” e rappresentanza.

---

Parlando di film ormai invecchiati, Vice ha chiesto ai teenager di oggi di dire che ne pensano dei teen movie degli anni Novanta, da American Pie a Ragazze a Beverly Hills: ne risultano inevitabili stroncature, e probabilmente non del tutto sbagliate. Personalmente, ho trovato eloquente e degno di approfondimento l’approccio a face value degli adolescenti di oggi: se una scena è costruita per essere esagerata e offensiva, sta sicuramente propagandando una certa forma di legittimizzazione dell’offesa, del sessismo e del razzismo. Forse negli anni Novanta, oltre che più buzzurri e generalmente meno progrediti sotto il profilo della sensibilità, eravamo anche più capaci di ammettere il registro ironico-demenziale.

---

Sirio è un bambino di 7 anni sopravvissuto a un episodio di “morte in culla” che convive con una tetraparesi spastica e una paralisi cerebrale. La madre, Valentina Perniciaro, racconta la sua vita quotidiana sui social network. Il 21 novembre ha postato un breve video a corredo di una denuncia che per molti suona inaspettata: «La lingua più si fa inclusiva, e toglie distinzioni di genere, più è totalmente illeggibile e incomprensibile per chi ha una neurodiversità».
Il dibattito sulla schwa, il segno fonetico gender neutral introdotto e utilizzato da molti attivisti per rendere il linguaggio inclusivo, è molto acceso: si leggono con frequenza articoli raffazzonati che lo deridono o indicano come un segno di apocalisse imminente, e altri interventi che lo incensano come la prossima inevitabile rivoluzione del linguaggio.
Un aspetto spesso tralasciato, tuttavia, è che la schwa e le sue varianti, come gli asterischi, risultano a loro volta “escludenti” per un’ampia fascia di persone disabili: i dislessici faticano a leggerla, le persone con neuropatologie anche, i programmi di lettura per non vedenti vanno in confusione.
Quel che mi colpisce, però, nella vicenda di Sirio e la sua mamma, è quel «ci mangiano vivi»: possibile che esistano attivisti per l’inclusione disposti a «mangiare vivi» un bambino di 7 anni con disabilità invalidante e sua madre, semplicemente perché hanno criticato l’uso di un fonema?
Potrebbe sembrare una questione di poco conto, ma secondo me non la è: rivela un approccio a questi temi sempre più viscerale e intollerante, che deve preoccupare anche – per non dire: soprattutto – chi li sposa a fin di bene e in modo sincero.
Qualche domanda che faremmo bene a porci: da quando la nostra visione del mondo è diventata così assoluta e intoccabile da non ammettere che possa complicare, o addirittura essere d’ostacolo, alla prospettiva altrui? E poi: perché invece di includere finiamo per escludere, e in malo modo, chi vorrebbe semplicemente una discussione più ampia? Quesiti che, nel caso della schwa, suonano peraltro doppiamente adeguati, dato che la stessa Vera Gheno, la sociolinguista che ne ha introdotto l’uso, ha detto e ripetuto nelle sue interviste:
"La questione dell'esclusione di chi ha difficoltà di lettura per me è grave. Per questo io penso che saranno le nuove generazioni con una visione più fluida della vita e del genere a trovare una soluzione a cui noi non abbiamo pensato".
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Monheim
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da Monheim »

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chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da Nickognito »

Rosewall ha scritto:siccome mi è parso che fosse molto apprezzato da Ugly, ho deciso di iscrivermi alla newsletter di Davide Piacenza per riportare qui tutti i suoi interventi, sperando di fargli cosa gradita (ad Ugly, non a Piacenza).


Dice l’American Library Association (Ala), la più grande associazione libraria degli Stati Uniti, che l’ondata di tentate censure di libri a tema Lgbt e razzismo nelle scuole americane ha subìto un aumento vertiginoso. «I social media stanno amplificando i ricorsi locali, che stanno diventando virali», ha commentato la direttrice di Ala Deborah Caldwell-Stone.
Qui gli aspetti da notare sono (almeno) due: spesso si parla di social justice warriors e sinistra woke, per indicare il fenomeno relativamente nuovo di gogne online motivate da visioni del mondo inclusive. È un tema, ma non va dimenticato che il problema a monte è bipartisan: la destra usa le tentate gogne, censure ed esposizioni dei suoi nemici quanto – se non più – della sinistra. La questione, si direbbe oggi, è “sistemica”.
E lo è anche, anzi soprattutto per via dei social citati da Caldwell-Stone: macchine pensate per farci litigare, per premiare l'engagement a tutti i costi, per sfavorire l’approfondimento e allontanare la moderazione.
Quella chiosa secondo cui Twitter avrebbe dato voce agli ultimi, passando finalmente di mano il metaforico microfono, poteva andar bene quando quelle piattaforme sembravano ancora una sorta di Terra promessa. Era dieci anni fa: poi c’è stato Donald Trump, uno che il microfono ce l'aveva già in mano da parecchio tempo, ma grazie (anche) alla disinformazione sui social è diventato presidente degli Stati Uniti.


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La cultura cosiddetta pop di questo Paese mi ha a lungo fatto tirare lunghi sospiri, e non di sollievo. Per fortuna ogni tanto escono cose che mi fanno ricredere: una delle ultime è Noi, loro, gli altri, l’album di Marracash uscito pochi giorni fa. C’è una canzone, in particolare, che esprime bene – con tutti i limiti obbligati dal genere e dal mezzo, ovviamente – la mia prospettiva: è Cosplayer, la trovate qui sopra.
Finisce dicendo:
Oggi che possiamo rivendicare di essere bianchi, neri, gialli, verdi
O di essere cis, gay, bi, trans o non avere un genere
Non possiamo ancora essere poveri
Perché tutto è inclusivo a parte i posti esclusivi, no?
Oggi che tutti lottiamo così tanto per difendere le nostre identità
Abbiamo perso di vista quella collettiva
L'abbiamo frammentata
Noi, loro e gli altri
È una critica dell’approccio di una certa nicchia di attivismo che, oltre a Marracash, hanno fatto propria anche diversi politologi di sinistra e di destra, e che personalmente condivido: il primo errore delle lotte per i diritti civili del 2021 è dividerle meticolosamente per appartenenze a tenuta stagna, illudendosi che categorie come il privilegio non dipendano anzitutto dal contesto sociale ed economico, dalle disparità di classe e dalla provenienza, ma siano in qualche modo da legare ai marker di identità: maschio, bianco, eterosessuale, cisgender, abile.
La parte di verità, in questa prospettiva, è che ovviamente in Italia un maschio, bianco, eterosessuale, cisgender e abile avrà maggiori possibilità di raggiungere una posizione sociale comoda e pacificata. Ma l’insieme individuato dalle categorie intersezionali, quando finiscono a ragionare per sommatorie, è così ampio e vago – specie alle nostre latitudini, dove il 90% della popolazione è bianca – che non considera l’infinità di situazioni di disagio che ricomprende, alienandosi peraltro le simpatie di molti suoi appartenenti.
Piuttosto che dividere ossessivamente il mondo in identità più e meno oppresse, con posizioni reciproche da calcolare e codici in perenne mutamento, faremmo bene a riappropriarci della nostra identità collettiva: quella di persone che hanno il diritto, tutte, a una vita tranquilla e a un accesso equo alle risorse e al lavoro, a prescindere da dove siamo nati, di che colore abbiamo la pelle e per chi proviamo attrazione sessuale. Questa, almeno, è la prospettiva di chi scrive, maschio cis-etero cresciuto in periferia.



---


La scrittrice italo-somala Igiaba Scego ha criticato la rimozione della statua di Thomas Jefferson dalla New York City Hall per i suoi legami con lo schiavismo. L’intervento di Scego, per quanto mi riguarda, è un capolavoro di onestà intellettuale e capacità di rapportarsi con la storia in modo tridimensionale e maturo. La scrittrice sostiene che era meglio risignificare la statua, avviare un dibattito sull’ambivalenza dei padri fondatori, coinvolgere la cittadinanza. Chapeau.

.---

Un recente sondaggio nazionale americano ha scoperto che la parola Latinx, introdotta in ambito accademico e nei contesti dell’attivismo per riferirsi in modo neutro ai latinos, a questi ultimi non piace neanche un po’: solo il 2% dei latinoamericani si definisce in questo senso, mentre addirittura il 40% trova il termine offensivo. È il grande problema di sostituirsi alle persone, illudendosi di dar loro “voce” e rappresentanza.

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Parlando di film ormai invecchiati, Vice ha chiesto ai teenager di oggi di dire che ne pensano dei teen movie degli anni Novanta, da American Pie a Ragazze a Beverly Hills: ne risultano inevitabili stroncature, e probabilmente non del tutto sbagliate. Personalmente, ho trovato eloquente e degno di approfondimento l’approccio a face value degli adolescenti di oggi: se una scena è costruita per essere esagerata e offensiva, sta sicuramente propagandando una certa forma di legittimizzazione dell’offesa, del sessismo e del razzismo. Forse negli anni Novanta, oltre che più buzzurri e generalmente meno progrediti sotto il profilo della sensibilità, eravamo anche più capaci di ammettere il registro ironico-demenziale.

---

Sirio è un bambino di 7 anni sopravvissuto a un episodio di “morte in culla” che convive con una tetraparesi spastica e una paralisi cerebrale. La madre, Valentina Perniciaro, racconta la sua vita quotidiana sui social network. Il 21 novembre ha postato un breve video a corredo di una denuncia che per molti suona inaspettata: «La lingua più si fa inclusiva, e toglie distinzioni di genere, più è totalmente illeggibile e incomprensibile per chi ha una neurodiversità».
Il dibattito sulla schwa, il segno fonetico gender neutral introdotto e utilizzato da molti attivisti per rendere il linguaggio inclusivo, è molto acceso: si leggono con frequenza articoli raffazzonati che lo deridono o indicano come un segno di apocalisse imminente, e altri interventi che lo incensano come la prossima inevitabile rivoluzione del linguaggio.
Un aspetto spesso tralasciato, tuttavia, è che la schwa e le sue varianti, come gli asterischi, risultano a loro volta “escludenti” per un’ampia fascia di persone disabili: i dislessici faticano a leggerla, le persone con neuropatologie anche, i programmi di lettura per non vedenti vanno in confusione.
Quel che mi colpisce, però, nella vicenda di Sirio e la sua mamma, è quel «ci mangiano vivi»: possibile che esistano attivisti per l’inclusione disposti a «mangiare vivi» un bambino di 7 anni con disabilità invalidante e sua madre, semplicemente perché hanno criticato l’uso di un fonema?
Potrebbe sembrare una questione di poco conto, ma secondo me non la è: rivela un approccio a questi temi sempre più viscerale e intollerante, che deve preoccupare anche – per non dire: soprattutto – chi li sposa a fin di bene e in modo sincero.
Qualche domanda che faremmo bene a porci: da quando la nostra visione del mondo è diventata così assoluta e intoccabile da non ammettere che possa complicare, o addirittura essere d’ostacolo, alla prospettiva altrui? E poi: perché invece di includere finiamo per escludere, e in malo modo, chi vorrebbe semplicemente una discussione più ampia? Quesiti che, nel caso della schwa, suonano peraltro doppiamente adeguati, dato che la stessa Vera Gheno, la sociolinguista che ne ha introdotto l’uso, ha detto e ripetuto nelle sue interviste:
"La questione dell'esclusione di chi ha difficoltà di lettura per me è grave. Per questo io penso che saranno le nuove generazioni con una visione più fluida della vita e del genere a trovare una soluzione a cui noi non abbiamo pensato".

Considerazioni che rispecchiano perfettamente il mio pensiero, e, credo, anche per lo piu' quelle di ugly e molti di noi critici dell'eccesso del politically correct (che, ovviamente, come in tutte le discussioni costruttive con chi ha i nostri stessi valori, si focalizzano sulle critiche verso quelli i cui valori sono piu' o meno condivisi).
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da Nickognito »

Il diciannovenne britannico Charlie Jeer vive momenti spiacevoli durante il suo lavoro come "buttafuori" in una discoteca. Gli amici pensano che abbia un lavoro meravigioso. Tuttavia, lui stesso afferma che il comportamento delle donne è già insopportabile e si tratta di molestie sessuali. "Anche gli uomini possono essere molestati sessualmente e non è giusto", dice.
Le donne vogliono entrare nel club a tutti i costi, motivo per cui toccano l'uomo nella zona genitale o vogliono baciarlo. Si avventano su di lui, anche se li avverte che è a disagio e non dovrebbe farlo. Tuttavia, lo infastidiscono anche all'interno del club. "Mi toccano il culo e tra le gambe e pensano che sia tutto a posto", dice il giovane in uno dei suoi post sul social TikTok.
Quando ha accettato il lavoro di buttafuori, è stato avvertito che poteva succedere. Tuttavia, pensava che sarebbe stata una questione occasionale. Invece, succede ogni volta che è al lavoro ed è molto a disagio.
Il contatto non richiesto dalle donne lo frustra. "Le donne mi sbottonano i vestiti e cercano di mettere le mani sui miei pantaloni", ha continuato l'uomo.
"Non sto dicendo di essere una vittima. È un rischio per la mia professione, a quanto pare. Ma penso che sia bello parlare di queste cose. Pochi si rendono conto che tali disagi colpiscono gli uomini e non solo le donne. E questo anche a noi proprio non piace", ha detto.


Palpare una volta una donna: carcere
Palpare un diciassettenne: carcere e gogna
Molestare in ogni modo un diciassettenne, se sei uomo: carriera finita
Molestare in ogni modo un diciassettenne, se sei donna: va bene, e' un uomo, gli deve piacere.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da chiaky »

Nickognito ha scritto:Il diciannovenne britannico Charlie Jeer vive momenti spiacevoli durante il suo lavoro come "buttafuori" in una discoteca. Gli amici pensano che abbia un lavoro meravigioso. Tuttavia, lui stesso afferma che il comportamento delle donne è già insopportabile e si tratta di molestie sessuali. "Anche gli uomini possono essere molestati sessualmente e non è giusto", dice.
Le donne vogliono entrare nel club a tutti i costi, motivo per cui toccano l'uomo nella zona genitale o vogliono baciarlo. Si avventano su di lui, anche se li avverte che è a disagio e non dovrebbe farlo. Tuttavia, lo infastidiscono anche all'interno del club. "Mi toccano il culo e tra le gambe e pensano che sia tutto a posto", dice il giovane in uno dei suoi post sul social TikTok.
Quando ha accettato il lavoro di buttafuori, è stato avvertito che poteva succedere. Tuttavia, pensava che sarebbe stata una questione occasionale. Invece, succede ogni volta che è al lavoro ed è molto a disagio.
Il contatto non richiesto dalle donne lo frustra. "Le donne mi sbottonano i vestiti e cercano di mettere le mani sui miei pantaloni", ha continuato l'uomo.
"Non sto dicendo di essere una vittima. È un rischio per la mia professione, a quanto pare. Ma penso che sia bello parlare di queste cose. Pochi si rendono conto che tali disagi colpiscono gli uomini e non solo le donne. E questo anche a noi proprio non piace", ha detto.


Palpare una volta una donna: carcere
Palpare un diciassettenne: carcere e gogna
Molestare in ogni modo un diciassettenne, se sei uomo: carriera finita
Molestare in ogni modo un diciassettenne, se sei donna: va bene, e' un uomo, gli deve piacere.
Le donne possono, si sa.
La nuova parità dei diritti consiste nel fatto che la donna è superiore e può far tutto, e, soprattutto, non le si può dire nulla, mentre l'uomo è na merda, un incapace e un maniaco a prescindere.
Questi sono i tempi correnti.
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da uglygeek »

chiaky ha scritto: Le donne possono, si sa.
La nuova parità dei diritti consiste nel fatto che la donna è superiore e può far tutto, e, soprattutto, non le si può dire nulla, mentre l'uomo è na merda, un incapace e un maniaco a prescindere.
Questi sono i tempi correnti.
L'ideologia corrente è: le persone si dividono in categorie in base all'identità.
Ci sono categorie oppresse e categorie di oppressori. Le donne sono oppresse gli uomini sono oppressori. I gay sono oppressi gli etero oppressori. I bianchi sono oppressori, i neri oppressi, i gialli dipende. Ecc. ecc.
Qualunque cosa i rappresentanti delle categorie degli oppressori facciano è male, a parte scusarsi di esistere.
Qualunque cosa i rappresentanti delle categorie degli oppressi facciano è comunque giustificabile, perché sono oppressi.
Quello che viene sottinteso è che questo è il tempo della vendetta.
“LA VITA È COSÌ: VIENI, FAI FAI E POI TE NE VAI” S.B.
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da Nickognito »

che poi la vendetta della donna sull'uomo e' il mio (e non solo) ideale erotico da quando ho 8 anni.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da tuborovescio »

chiaky ha scritto:
Nickognito ha scritto:Il diciannovenne britannico Charlie Jeer vive momenti spiacevoli durante il suo lavoro come "buttafuori" in una discoteca. Gli amici pensano che abbia un lavoro meravigioso. Tuttavia, lui stesso afferma che il comportamento delle donne è già insopportabile e si tratta di molestie sessuali. "Anche gli uomini possono essere molestati sessualmente e non è giusto", dice.
Le donne vogliono entrare nel club a tutti i costi, motivo per cui toccano l'uomo nella zona genitale o vogliono baciarlo. Si avventano su di lui, anche se li avverte che è a disagio e non dovrebbe farlo. Tuttavia, lo infastidiscono anche all'interno del club. "Mi toccano il culo e tra le gambe e pensano che sia tutto a posto", dice il giovane in uno dei suoi post sul social TikTok.
Quando ha accettato il lavoro di buttafuori, è stato avvertito che poteva succedere. Tuttavia, pensava che sarebbe stata una questione occasionale. Invece, succede ogni volta che è al lavoro ed è molto a disagio.
Il contatto non richiesto dalle donne lo frustra. "Le donne mi sbottonano i vestiti e cercano di mettere le mani sui miei pantaloni", ha continuato l'uomo.
"Non sto dicendo di essere una vittima. È un rischio per la mia professione, a quanto pare. Ma penso che sia bello parlare di queste cose. Pochi si rendono conto che tali disagi colpiscono gli uomini e non solo le donne. E questo anche a noi proprio non piace", ha detto.


Palpare una volta una donna: carcere
Palpare un diciassettenne: carcere e gogna
Molestare in ogni modo un diciassettenne, se sei uomo: carriera finita
Molestare in ogni modo un diciassettenne, se sei donna: va bene, e' un uomo, gli deve piacere.
Le donne possono, si sa.
La nuova parità dei diritti consiste nel fatto che la donna è superiore e può far tutto, e, soprattutto, non le si può dire nulla, mentre l'uomo è na merda, un incapace e un maniaco a prescindere.
Questi sono i tempi correnti.
ma voi siete i primi a dire che è un maniaco a prescindere :D
Nickognito ha scritto:
- L'uomo e' un professionista del sesso, la donna una dilettante. La donna non immagina nemmeno la mente maschile
chiaky ha scritto: l'uomo è mediamente e tendenzialmente un maniaco sessuale
chiaky
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da chiaky »

uglygeek ha scritto:
chiaky ha scritto: Le donne possono, si sa.
La nuova parità dei diritti consiste nel fatto che la donna è superiore e può far tutto, e, soprattutto, non le si può dire nulla, mentre l'uomo è na merda, un incapace e un maniaco a prescindere.
Questi sono i tempi correnti.
L'ideologia corrente è: le persone si dividono in categorie in base all'identità.
Ci sono categorie oppresse e categorie di oppressori. Le donne sono oppresse gli uomini sono oppressori. I gay sono oppressi gli etero oppressori. I bianchi sono oppressori, i neri oppressi, i gialli dipende. Ecc. ecc.
Qualunque cosa i rappresentanti delle categorie degli oppressori facciano è male, a parte scusarsi di esistere.
Qualunque cosa i rappresentanti delle categorie degli oppressi facciano è comunque giustificabile, perché sono oppressi.
Quello che viene sottinteso è che questo è il tempo della vendetta.
Oggi ho assistito in tv a una roba patetica.
Si parlava di una nomade che è stata arrestata non so quante volte e, se ho capito bene, condannata per tipo 80 rapine, ma ogni volta non possono far nulla perchè rimane incinta di continuo, ha avuto tipo 18 figli, che produce a raffica apposta per non finire al gabbio, in quanto la legge italiana se sei donna e sei incinta non ti manda dentro nemmeno se fai una strage.
Ecco, in studio c'erano delle donne e, senti senti, davano ragione alla rom perchè è donna e madre e quindi può fare quello che vuole, non si permettano di arrestarla.
Questi sono i tempi.
Ha ragione la Alberti, che dice che tra 50 anni vedranno la mentalità del 2020 e rideranno come pazzi.
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da paoolino »

Non mi pare sta grande novità, c’era un film con la Loren con la stessa trama
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da uglygeek »

Beh questa non e' una cosa nuova dei nostri tempi, eh... Lo faceva Sophia Loren in un film del 1963 tratto da una storia vera: https://www.imdb.com/title/tt0057171/?r ... lmg_act_43 :D
“LA VITA È COSÌ: VIENI, FAI FAI E POI TE NE VAI” S.B.
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da tuborovescio »

I tempi dettati dalle donne :lol:
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da Nickognito »

tuborovescio ha scritto:
chiaky ha scritto:
Nickognito ha scritto:Il diciannovenne britannico Charlie Jeer vive momenti spiacevoli durante il suo lavoro come "buttafuori" in una discoteca. Gli amici pensano che abbia un lavoro meravigioso. Tuttavia, lui stesso afferma che il comportamento delle donne è già insopportabile e si tratta di molestie sessuali. "Anche gli uomini possono essere molestati sessualmente e non è giusto", dice.
Le donne vogliono entrare nel club a tutti i costi, motivo per cui toccano l'uomo nella zona genitale o vogliono baciarlo. Si avventano su di lui, anche se li avverte che è a disagio e non dovrebbe farlo. Tuttavia, lo infastidiscono anche all'interno del club. "Mi toccano il culo e tra le gambe e pensano che sia tutto a posto", dice il giovane in uno dei suoi post sul social TikTok.
Quando ha accettato il lavoro di buttafuori, è stato avvertito che poteva succedere. Tuttavia, pensava che sarebbe stata una questione occasionale. Invece, succede ogni volta che è al lavoro ed è molto a disagio.
Il contatto non richiesto dalle donne lo frustra. "Le donne mi sbottonano i vestiti e cercano di mettere le mani sui miei pantaloni", ha continuato l'uomo.
"Non sto dicendo di essere una vittima. È un rischio per la mia professione, a quanto pare. Ma penso che sia bello parlare di queste cose. Pochi si rendono conto che tali disagi colpiscono gli uomini e non solo le donne. E questo anche a noi proprio non piace", ha detto.


Palpare una volta una donna: carcere
Palpare un diciassettenne: carcere e gogna
Molestare in ogni modo un diciassettenne, se sei uomo: carriera finita
Molestare in ogni modo un diciassettenne, se sei donna: va bene, e' un uomo, gli deve piacere.
Le donne possono, si sa.
La nuova parità dei diritti consiste nel fatto che la donna è superiore e può far tutto, e, soprattutto, non le si può dire nulla, mentre l'uomo è na merda, un incapace e un maniaco a prescindere.
Questi sono i tempi correnti.
ma voi siete i primi a dire che è un maniaco a prescindere :D
Nickognito ha scritto:
- L'uomo e' un professionista del sesso, la donna una dilettante. La donna non immagina nemmeno la mente maschile
chiaky ha scritto: l'uomo è mediamente e tendenzialmente un maniaco sessuale
Non c'è nessuna attenuante nel violentare un maniaco solo nella sua testa
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da chiaky »

uglygeek ha scritto:Beh questa non e' una cosa nuova dei nostri tempi, eh... Lo faceva Sophia Loren in un film del 1963 tratto da una storia vera: https://www.imdb.com/title/tt0057171/?r ... lmg_act_43 :D
La novità è che le donne danno ragione a queste ladre solo perchè donne.
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da alessandro »

uglygeek ha scritto:
chiaky ha scritto: Le donne possono, si sa.
La nuova parità dei diritti consiste nel fatto che la donna è superiore e può far tutto, e, soprattutto, non le si può dire nulla, mentre l'uomo è na merda, un incapace e un maniaco a prescindere.
Questi sono i tempi correnti.
L'ideologia corrente è: le persone si dividono in categorie in base all'identità.
Ci sono categorie oppresse e categorie di oppressori. Le donne sono oppresse gli uomini sono oppressori. I gay sono oppressi gli etero oppressori. I bianchi sono oppressori, i neri oppressi, i gialli dipende. Ecc. ecc.
Qualunque cosa i rappresentanti delle categorie degli oppressori facciano è male, a parte scusarsi di esistere.
Qualunque cosa i rappresentanti delle categorie degli oppressi facciano è comunque giustificabile, perché sono oppressi.
Quello che viene sottinteso è che questo è il tempo della vendetta.
diciamo che piu' che categorie di oppressi e oppressori ci sono categorie deboli e categorie forti.
e' molto diverso se un uomo tira uno schiaffo a un bambino o un bambino tir auno schiaffo a un uomo.
e' molto diverso se degli uomini importunano sessualmente e fisicamente una ragazza o se una ragazza importuna un uomo (tanto piu' se e' un buttafuori) perche' questo ha la possibilita' di difendersi anche in maniera energica, non si sente vittima e impotente.

bisogna anche mantenere un contatto con la realta'.

ma pure con i neri, non credo che il problema sia che con i neri che fanno crimini la polizia o la giustizia abbia la mano particolarmente leggera.

non so se ci sono statistiche su come vengano puniti o meno bianchi e neri per crimini uguali.
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da Rosewall »

Nickognito ha scritto:
Palpare una volta una donna: carcere
Palpare un diciassettenne: carcere e gogna
Molestare in ogni modo un diciassettenne, se sei uomo: carriera finita
Molestare in ogni modo un diciassettenne, se sei donna: va bene, e' un uomo, gli deve piacere.
il senso di sottolineare questa "disparità" è quello di reclamare il diritto del buttafuori di non essere palpeggiato impunemente (ottimo, tutti d'accordo) oppure quello di invitare le femministe a non fare tanta cagnara per una pacca sul culo?

Oppure ancora, non c'è alcun intento polemico ( :D ) e ci si chiede come mai questa stranezza?
Boh, magari c'entra il discorso della superiore forza fisica maschile che rende difficile per una donna reagire a violenze e molestie anche solo verbali, e dunque lede la loro libertà in misura relativamente più grave. O magari ancora c'entra il contesto (cultura sessista, molestie frequenti) che fa sí che una pacca sul culo in diretta tv urti particolarmente la sensibilità di molte donne anche su un piano come dire politico e civico. I non pochi commenti volti all'opposto a minimizzare il fatto o a stigmatizzare le reazioni "eccessive" al fatto potrebbero a loro volta fare incazzare di più chi è sensibile al tema, è una dinamica normale. Per alcune, addirittura, la pacca sul culo facile è parte di una cultura dello stupro (il che non vuol dire che chi dà una pacca sul culo è il medesimo che potrebbe commettere uno stupro); personalmente non la penso cosí (come dicevo, credo che sia più utile e pragmatico analizzare i diversi contesti in modo separato), ma se costoro hanno questa idea si vede un motivo (ulteriore) perchè se la prendano di più.

In ogni caso, com'è come non è, quali che siano le ragioni che spiegano l'indifferenza al caso del povero buttafuori, penso che sia più facile che venga preso a cuore in una società che in toto mal tollera la pacca sul culo alle donne piuttosto che in una società che in buona parte la reputi una goliardata.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da Rosewall »

Nickognito ha scritto:
Rosewall ha scritto:siccome mi è parso che fosse molto apprezzato da Ugly, ho deciso di iscrivermi alla newsletter di Davide Piacenza per riportare qui tutti i suoi interventi, sperando di fargli cosa gradita (ad Ugly, non a Piacenza).


Dice l’American Library Association (Ala), la più grande associazione libraria degli Stati Uniti, che l’ondata di tentate censure di libri a tema Lgbt e razzismo nelle scuole americane ha subìto un aumento vertiginoso. «I social media stanno amplificando i ricorsi locali, che stanno diventando virali», ha commentato la direttrice di Ala Deborah Caldwell-Stone.
Qui gli aspetti da notare sono (almeno) due: spesso si parla di social justice warriors e sinistra woke, per indicare il fenomeno relativamente nuovo di gogne online motivate da visioni del mondo inclusive. È un tema, ma non va dimenticato che il problema a monte è bipartisan: la destra usa le tentate gogne, censure ed esposizioni dei suoi nemici quanto – se non più – della sinistra. La questione, si direbbe oggi, è “sistemica”.
E lo è anche, anzi soprattutto per via dei social citati da Caldwell-Stone: macchine pensate per farci litigare, per premiare l'engagement a tutti i costi, per sfavorire l’approfondimento e allontanare la moderazione.
Quella chiosa secondo cui Twitter avrebbe dato voce agli ultimi, passando finalmente di mano il metaforico microfono, poteva andar bene quando quelle piattaforme sembravano ancora una sorta di Terra promessa. Era dieci anni fa: poi c’è stato Donald Trump, uno che il microfono ce l'aveva già in mano da parecchio tempo, ma grazie (anche) alla disinformazione sui social è diventato presidente degli Stati Uniti.


---



La cultura cosiddetta pop di questo Paese mi ha a lungo fatto tirare lunghi sospiri, e non di sollievo. Per fortuna ogni tanto escono cose che mi fanno ricredere: una delle ultime è Noi, loro, gli altri, l’album di Marracash uscito pochi giorni fa. C’è una canzone, in particolare, che esprime bene – con tutti i limiti obbligati dal genere e dal mezzo, ovviamente – la mia prospettiva: è Cosplayer, la trovate qui sopra.
Finisce dicendo:
Oggi che possiamo rivendicare di essere bianchi, neri, gialli, verdi
O di essere cis, gay, bi, trans o non avere un genere
Non possiamo ancora essere poveri
Perché tutto è inclusivo a parte i posti esclusivi, no?
Oggi che tutti lottiamo così tanto per difendere le nostre identità
Abbiamo perso di vista quella collettiva
L'abbiamo frammentata
Noi, loro e gli altri
È una critica dell’approccio di una certa nicchia di attivismo che, oltre a Marracash, hanno fatto propria anche diversi politologi di sinistra e di destra, e che personalmente condivido: il primo errore delle lotte per i diritti civili del 2021 è dividerle meticolosamente per appartenenze a tenuta stagna, illudendosi che categorie come il privilegio non dipendano anzitutto dal contesto sociale ed economico, dalle disparità di classe e dalla provenienza, ma siano in qualche modo da legare ai marker di identità: maschio, bianco, eterosessuale, cisgender, abile.
La parte di verità, in questa prospettiva, è che ovviamente in Italia un maschio, bianco, eterosessuale, cisgender e abile avrà maggiori possibilità di raggiungere una posizione sociale comoda e pacificata. Ma l’insieme individuato dalle categorie intersezionali, quando finiscono a ragionare per sommatorie, è così ampio e vago – specie alle nostre latitudini, dove il 90% della popolazione è bianca – che non considera l’infinità di situazioni di disagio che ricomprende, alienandosi peraltro le simpatie di molti suoi appartenenti.
Piuttosto che dividere ossessivamente il mondo in identità più e meno oppresse, con posizioni reciproche da calcolare e codici in perenne mutamento, faremmo bene a riappropriarci della nostra identità collettiva: quella di persone che hanno il diritto, tutte, a una vita tranquilla e a un accesso equo alle risorse e al lavoro, a prescindere da dove siamo nati, di che colore abbiamo la pelle e per chi proviamo attrazione sessuale. Questa, almeno, è la prospettiva di chi scrive, maschio cis-etero cresciuto in periferia.



---


La scrittrice italo-somala Igiaba Scego ha criticato la rimozione della statua di Thomas Jefferson dalla New York City Hall per i suoi legami con lo schiavismo. L’intervento di Scego, per quanto mi riguarda, è un capolavoro di onestà intellettuale e capacità di rapportarsi con la storia in modo tridimensionale e maturo. La scrittrice sostiene che era meglio risignificare la statua, avviare un dibattito sull’ambivalenza dei padri fondatori, coinvolgere la cittadinanza. Chapeau.

.---

Un recente sondaggio nazionale americano ha scoperto che la parola Latinx, introdotta in ambito accademico e nei contesti dell’attivismo per riferirsi in modo neutro ai latinos, a questi ultimi non piace neanche un po’: solo il 2% dei latinoamericani si definisce in questo senso, mentre addirittura il 40% trova il termine offensivo. È il grande problema di sostituirsi alle persone, illudendosi di dar loro “voce” e rappresentanza.

---

Parlando di film ormai invecchiati, Vice ha chiesto ai teenager di oggi di dire che ne pensano dei teen movie degli anni Novanta, da American Pie a Ragazze a Beverly Hills: ne risultano inevitabili stroncature, e probabilmente non del tutto sbagliate. Personalmente, ho trovato eloquente e degno di approfondimento l’approccio a face value degli adolescenti di oggi: se una scena è costruita per essere esagerata e offensiva, sta sicuramente propagandando una certa forma di legittimizzazione dell’offesa, del sessismo e del razzismo. Forse negli anni Novanta, oltre che più buzzurri e generalmente meno progrediti sotto il profilo della sensibilità, eravamo anche più capaci di ammettere il registro ironico-demenziale.

---

Sirio è un bambino di 7 anni sopravvissuto a un episodio di “morte in culla” che convive con una tetraparesi spastica e una paralisi cerebrale. La madre, Valentina Perniciaro, racconta la sua vita quotidiana sui social network. Il 21 novembre ha postato un breve video a corredo di una denuncia che per molti suona inaspettata: «La lingua più si fa inclusiva, e toglie distinzioni di genere, più è totalmente illeggibile e incomprensibile per chi ha una neurodiversità».
Il dibattito sulla schwa, il segno fonetico gender neutral introdotto e utilizzato da molti attivisti per rendere il linguaggio inclusivo, è molto acceso: si leggono con frequenza articoli raffazzonati che lo deridono o indicano come un segno di apocalisse imminente, e altri interventi che lo incensano come la prossima inevitabile rivoluzione del linguaggio.
Un aspetto spesso tralasciato, tuttavia, è che la schwa e le sue varianti, come gli asterischi, risultano a loro volta “escludenti” per un’ampia fascia di persone disabili: i dislessici faticano a leggerla, le persone con neuropatologie anche, i programmi di lettura per non vedenti vanno in confusione.
Quel che mi colpisce, però, nella vicenda di Sirio e la sua mamma, è quel «ci mangiano vivi»: possibile che esistano attivisti per l’inclusione disposti a «mangiare vivi» un bambino di 7 anni con disabilità invalidante e sua madre, semplicemente perché hanno criticato l’uso di un fonema?
Potrebbe sembrare una questione di poco conto, ma secondo me non la è: rivela un approccio a questi temi sempre più viscerale e intollerante, che deve preoccupare anche – per non dire: soprattutto – chi li sposa a fin di bene e in modo sincero.
Qualche domanda che faremmo bene a porci: da quando la nostra visione del mondo è diventata così assoluta e intoccabile da non ammettere che possa complicare, o addirittura essere d’ostacolo, alla prospettiva altrui? E poi: perché invece di includere finiamo per escludere, e in malo modo, chi vorrebbe semplicemente una discussione più ampia? Quesiti che, nel caso della schwa, suonano peraltro doppiamente adeguati, dato che la stessa Vera Gheno, la sociolinguista che ne ha introdotto l’uso, ha detto e ripetuto nelle sue interviste:
"La questione dell'esclusione di chi ha difficoltà di lettura per me è grave. Per questo io penso che saranno le nuove generazioni con una visione più fluida della vita e del genere a trovare una soluzione a cui noi non abbiamo pensato".

Considerazioni che rispecchiano perfettamente il mio pensiero, e, credo, anche per lo piu' quelle di ugly e molti di noi critici dell'eccesso del politically correct (che, ovviamente, come in tutte le discussioni costruttive con chi ha i nostri stessi valori, si focalizzano sulle critiche verso quelli i cui valori sono piu' o meno condivisi).
diciamo che siamo d'accordo su queste considerazioni. L'accordo o meno su altre considerazioni, e da parte di altri utenti, lo verificherei caso per caso. :)
Io sono un critico dell'eccesso di politically correct, ma penso che non tutte le critiche all'eccesso di pc siano a fuoco. E talvolta sono un modo per dissimulare un pensiero reazionario. Pensiero legittimo, naturalmente.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da Rosewall »

qui (foto sotto) per esempio il procedimento è ridicolmente eclatante, ma altre volte è meno immediato
Immagine
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
Nickognito
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da Nickognito »

Rosewall ha scritto:
Nickognito ha scritto:
Palpare una volta una donna: carcere
Palpare un diciassettenne: carcere e gogna
Molestare in ogni modo un diciassettenne, se sei uomo: carriera finita
Molestare in ogni modo un diciassettenne, se sei donna: va bene, e' un uomo, gli deve piacere.
il senso di sottolineare questa "disparità" è quello di reclamare il diritto del buttafuori di non essere palpeggiato impunemente (ottimo, tutti d'accordo) oppure quello di invitare le femministe a non fare tanta cagnara per una pacca sul culo?

Oppure ancora, non c'è alcun intento polemico ( :D ) e ci si chiede come mai questa stranezza?
Boh, magari c'entra il discorso della superiore forza fisica maschile che rende difficile per una donna reagire a violenze e molestie anche solo verbali, e dunque lede la loro libertà in misura relativamente più grave. O magari ancora c'entra il contesto (cultura sessista, molestie frequenti) che fa sí che una pacca sul culo in diretta tv urti particolarmente la sensibilità di molte donne anche su un piano come dire politico e civico. I non pochi commenti volti all'opposto a minimizzare il fatto o a stigmatizzare le reazioni "eccessive" al fatto potrebbero a loro volta fare incazzare di più chi è sensibile al tema, è una dinamica normale. Per alcune, addirittura, la pacca sul culo facile è parte di una cultura dello stupro (il che non vuol dire che chi dà una pacca sul culo è il medesimo che potrebbe commettere uno stupro); personalmente non la penso cosí (come dicevo, credo che sia più utile e pragmatico analizzare i diversi contesti in modo separato), ma se costoro hanno questa idea si vede un motivo (ulteriore) perchè se la prendano di più.

In ogni caso, com'è come non è, quali che siano le ragioni che spiegano l'indifferenza al caso del povero buttafuori, penso che sia più facile che venga preso a cuore in una società che in toto mal tollera la pacca sul culo alle donne piuttosto che in una società che in buona parte la reputi una goliardata.
Vedo che continua a sfuggirti il senso dei miei interventi sul tema. Non voglio equiparare molestie a uomini e quelle a donne senza nessun tipo di distinzione, ne' mi frega nulla di quel buttafuori in modo particolare, ne', peraltro, ho parlato solo di differenza tra uomini e donne, ma anche tra diciassettenni e diciannovenni.

Il significato dei miei interventi e' sempre un richiamo al buon senso. Io penso che oggi nel mondo occidentale (non sempre e ovunque invece), su questi temi quel che manca e' il buon senso, il non avvertire l'assurdita' di certi fatti, la logica. E' questo il modo migliore di progredire su questi aspetti. Certo insieme al sottolineare l'assoluta parita' di diritti, ma anche questa la trasmetti agli altri meglio se accompagnata dal buon senso.

Cosa che peraltro, se ricordo bene, mi sembri condividere su altri temi. Ad esempio non credo che tu saresti favorevole a che siano le famiglie delle persone assassinate a decidere le pene degli assassini, non sia la sensibilita' delle vittime a fare da regola (pur nel rispetto profondo che si deve loro). Allo stesso modo, non e' la sensibilita' delle categorie oppresse che deve fare da regola, ma e' la volonta' di tutte le persone di buon senso che hanno a cuore questo tema.
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da Nickognito »

Rosewall ha scritto: Io sono un critico dell'eccesso di politically correct, ma penso che non tutte le critiche all'eccesso di pc siano a fuoco. E talvolta sono un modo per dissimulare un pensiero reazionario. Pensiero legittimo, naturalmente.
Concordo. Su mymag, pero', queste critiche centrano spesso il punto, non dissimulano tale pensiero e ricevono spesso offese come risposta. Ovviamente a mio parere.
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da uglygeek »

Rosewall ha scritto:qui (foto sotto) per esempio il procedimento è ridicolmente eclatante, ma altre volte è meno immediato
Immagine
Commenti di questo tipo fatti in Italia sembrano anche a me pretestuosi. È uno scimmiottare certa stampa anglosassone.

Fatti altrove no, peraltro, di recente ho letto su nbcnews sul documentario sugli ultimi anni dei Beatles, "Get Back" di Peter Jackson dove il critico si lamentava di tutto questo interesse per quelli che erano in fondo quattro ragazzi bianchi in un'epoca, fine anni '60, in cui c'erano tanti altri artisti di colore da considerare. (!)

Ma con l'opera di JK Rowling hai scelto proprio l'esempio sbagliato. Il primo gennaio trasmetteranno una "reunion" su HBO, Harry Potter Return to Hogwarts, a cui l'autrice non è stata invitata perché deve essere cancellata per le note ragioni.

Comunque di quello che pensa Davide Piacenza sul PC a me non importa niente. Il discorso che facevo sul suo articolo su Rampini è molto più concreto e riguarda la stampa di sinistra che difende la retorica del "defund the police" e poi nasconde i crimini commessi da alcune minoranze. Per motivi politici, non di correttezza politica, che portano a decisioni politiche e amministrative che hanno effetti molto concreti sulla vita di chi vive nelle grandi città negli USA.
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da pocaluce »

Rosewall ha scritto: Sirio è un bambino di 7 anni sopravvissuto a un episodio di “morte in culla” che convive con una tetraparesi spastica e una paralisi cerebrale. La madre, Valentina Perniciaro, racconta la sua vita quotidiana sui social network. Il 21 novembre ha postato un breve video a corredo di una denuncia che per molti suona inaspettata: «La lingua più si fa inclusiva, e toglie distinzioni di genere, più è totalmente illeggibile e incomprensibile per chi ha una neurodiversità».
Il dibattito sulla schwa, il segno fonetico gender neutral introdotto e utilizzato da molti attivisti per rendere il linguaggio inclusivo, è molto acceso: si leggono con frequenza articoli raffazzonati che lo deridono o indicano come un segno di apocalisse imminente, e altri interventi che lo incensano come la prossima inevitabile rivoluzione del linguaggio.
Un aspetto spesso tralasciato, tuttavia, è che la schwa e le sue varianti, come gli asterischi, risultano a loro volta “escludenti” per un’ampia fascia di persone disabili: i dislessici faticano a leggerla, le persone con neuropatologie anche, i programmi di lettura per non vedenti vanno in confusione.
Quel che mi colpisce, però, nella vicenda di Sirio e la sua mamma, è quel «ci mangiano vivi»: possibile che esistano attivisti per l’inclusione disposti a «mangiare vivi» un bambino di 7 anni con disabilità invalidante e sua madre, semplicemente perché hanno criticato l’uso di un fonema?
Potrebbe sembrare una questione di poco conto, ma secondo me non la è: rivela un approccio a questi temi sempre più viscerale e intollerante, che deve preoccupare anche – per non dire: soprattutto – chi li sposa a fin di bene e in modo sincero.
Qualche domanda che faremmo bene a porci: da quando la nostra visione del mondo è diventata così assoluta e intoccabile da non ammettere che possa complicare, o addirittura essere d’ostacolo, alla prospettiva altrui? E poi: perché invece di includere finiamo per escludere, e in malo modo, chi vorrebbe semplicemente una discussione più ampia? Quesiti che, nel caso della schwa, suonano peraltro doppiamente adeguati, dato che la stessa Vera Gheno, la sociolinguista che ne ha introdotto l’uso, ha detto e ripetuto nelle sue interviste:
"La questione dell'esclusione di chi ha difficoltà di lettura per me è grave. Per questo io penso che saranno le nuove generazioni con una visione più fluida della vita e del genere a trovare una soluzione a cui noi non abbiamo pensato".[/i]
vale e sirio #177# #177# #177#
A lot of people say, "Yeah, I like Dennis Rodman," but they don't really mean that. I'm a big Dennis Rodman fan. I've been a Rodman fan since 1998 when he was in all his controversy, so that's never going to change.
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da Rosewall »

credo che l'autore della pacca sul culo in diretta tv debba seguire l'iter del procedimento giudiziario che la legge e la giurisprudenza della Cassazione prescrivono nel suo caso, nè più nè meno. Se per alcuni quella legge è troppo severa e da cambiare, è una legittima opinione con cui non sono d'accordo. Ma non è la "sensibilità delle categorie oppresse" espressa sui social a condizionare l'esito di un eventuale processo (e quando succede direi che la responsabilità della sentenza non è dei media ma dei giudici non all'altezza). Che una gogna social-mediatica sia comunque da biasimare di per sè, mi trova d'accordo. Nel caso della pacca sul culo in diretta tv ho già spiegato perchè la trovo assolutamente comprensibile (e aggiungo pure giustificabile alla luce delle stronzate di segno opposto scritte sui social e sui giornali). Da biasimare invece i giornalisti (e a monte gli inquirenti, suppongo) che hanno divulgato i dati personali del tipo, e che sono andati a intervistare la (mi pare) moglie per tratteggiarne un ritratto edificante. Ma i tweet e articoli "femministi" che ho letto io - anche quelli più incazzosi e "politici" - non hanno fatto una crociata contro la persona di Mario Rossi, non citata per nome (e che ripeto, sarebbe dovuta rimanere proprio anonima) ma bensí per il caso come rappresentativo di.
Quelli che vanno su tripadvisor a scrivere recensioni negative contro il negozio (se ha un negozio, dico per dire) del tizio, fosse pure un efferato omicida, mi sembra facciano una barbarie. Ma non è che questi ultimi rendano automaticamente fuori gioco i tweet e articoli di cui sopra.


Quello che chiami buon senso (in questo caso) è sicuramente senso comune ma non credo sia buono.
Ovviamente a mio parere.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da Rosewall »

ancora con 'sto Rampiniiiiii :D

Rampini che cavalca i temi rossobruni:

- del Rampini che vuole reazioni uguali per l'omicidio compiuto dallo schizzato di una gang (nel constesto cittadino di centinaia di omicidi all'anno) e per quello compiuto da un poliziotto in servizio (nel contesto delle tensioni razziali negli USA), si è detto ->
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Rampini sui gentiluomini a Capitol Hill ->
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Forse è un pò più a destra che "leggermente a destra dell'estrema sinistra" (o forse gliene fotte una sega di dov'è ma ha fiutato un target).

Rampini su globalizzazione, immigrazione, eccetera ->
Il mondo sembra impazzito. Stagnazione economica. Guerre civili e conflitti religiosi. Terrorismo. E, insieme, la spettacolare impotenza dell'Occidente a governare questi shock, o anche soltanto a proteggersi.
Senza una guida, abbandonate dai loro leader sempre più miopi e irrilevanti, le opinioni pubbliche occidentali cercano rifugio in soluzioni estreme. Alla paura si risponde con la fuga all'indietro, verso l'isolamento da tutto il male che viene da «là fuori» e il recupero di aleatorie identità nazionali.
Globalizzazione e immigrazione sono i due fenomeni sotto accusa.
Il tradimento delle élite è avvenuto quando abbiamo creduto al mantra della globalizzazione, quando il pensiero politically correct ha recitato la sua devozione a tutto ciò che è sovranazionale, a tutto ciò che unisce al di là dei confini, dal libero scambio alla finanza globale. Il triste bilancio è quello di aver reso i figli più poveri dei genitori.
Il tradimento delle élite si è consumato quando abbiamo difeso a oltranza ogni forma di immigrazione, senza vedere l'enorme minaccia che stava maturando dentro il mondo islamico, l'ostilità ai nostri sistemi di valori. Quando abbiamo reso omaggio, sempre e ovunque, alla società multietnica, senza voler ammettere che questo termine, in sé, è vuoto: non indica il risultato finale, il segno dominante, il mix di valori che regolano una comunità capace di assorbire flussi d'immigrazione crescenti.
E il tradimento è continuato praticando l'autocolpevolizzazione permanente, un riflesso pavloviano ereditato dall'epoca in cui «noi» eravamo l'ombelico del mondo: come se ancora oggi ogni male del nostro tempo fosse riconducibile all'Occidente, e quindi rimediabile facendo ammenda dei nostri errori.
In questo acuto pamphlet di denuncia – inclusa un'autocritica sul ruolo dei media – Federico Rampini indica le possibili vie d'uscita: un'economia liberata dai ricatti delle multinazionali e dei top manager; un'immigrazione governata dalla legalità e nella piena osservanza dei nostri princìpi; una democrazia che torni a vivere della partecipazione e del controllo quotidiano dei cittadini; e, infine, un dibattito civile ispirato all'obiettività e al rispetto dell'altro, non ai pregiudizi, all'insulto e alla gogna mediatica dei social.


So che sottoscrivi anche le virgole ma il punto è che è molto lontano da posizioni "progressiste". Il che è ovviamente legittimo, ci mancherebbe, a patto però di non volerlo vendere per un'altra cosa.

Rampini grande plagiaro (che per te è "squallidissimo" da dire):

buon divertimento!


ps: il defund the police è minoritario fra i democratici (parte dei quali non si considera affatto "di sinistra", peraltro), i repubblicani hanno eletto Trump: c'è ancora una certa asimmetria nel radicalismo e nella stramberia. Ma concordo che chiedere di smantellare la polizia favorisca il voto a Trump ed eredi.
Cosí come fare intendere in continuazione su tv e social che i democratici sono appiattiti sul defunding the police.
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da chiaky »

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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da uglygeek »

Quidditch to change name, citing J.K. Rowling's 'anti-trans positions' https://www.nbcnews.com/nbc-out/out-pop ... s-rcna9149
Uno sport che nemmeno esiste... :D
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da Nickognito »

uglygeek ha scritto:Quidditch to change name, citing J.K. Rowling's 'anti-trans positions' https://www.nbcnews.com/nbc-out/out-pop ... s-rcna9149
Uno sport che nemmeno esiste... :D
:lol:
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Re: Il politicamente corretto

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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da chiaky »

I peli sono politicamente scorretti?

https://www.dagospia.com/rubrica-2/medi ... 294282.htm

La fidanzata del tipo dei Maneskin annuncia trionfante che è una specie di scimmia, andando contro la moda corrente di rasare via tutto.
A me i peli sulle gambe delle donne fanno schifo, ma sotto le ascelle e sulla passera li trovo molto sexy.
Che sia cominciata una nuova moda?
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da chiaky »

Associazione italiana animali: occorre insegnare ai bambini che l'espressione "porco cane" offende l'animale.


Non capisco se offende il porco o il cane, però...
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da Johnny Rex »

chiaky ha scritto:Associazione italiana animali: occorre insegnare ai bambini che l'espressione "porco cane" offende l'animale.


Non capisco se offende il porco o il cane, però...
Codroipo è neutra e non crea problemi.

F.F.
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da Nickognito »

chiaky ha scritto:I peli sono politicamente scorretti?

https://www.dagospia.com/rubrica-2/medi ... 294282.htm

La fidanzata del tipo dei Maneskin annuncia trionfante che è una specie di scimmia, andando contro la moda corrente di rasare via tutto.
A me i peli sulle gambe delle donne fanno schifo, ma sotto le ascelle e sulla passera li trovo molto sexy.
Che sia cominciata una nuova moda?
Non e' una specie di scimmia, non ha quasi peli, si vedono appena...
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da chiaky »

Nickognito ha scritto:
chiaky ha scritto:I peli sono politicamente scorretti?

https://www.dagospia.com/rubrica-2/medi ... 294282.htm

La fidanzata del tipo dei Maneskin annuncia trionfante che è una specie di scimmia, andando contro la moda corrente di rasare via tutto.
A me i peli sulle gambe delle donne fanno schifo, ma sotto le ascelle e sulla passera li trovo molto sexy.
Che sia cominciata una nuova moda?
Non e' una specie di scimmia, non ha quasi peli, si vedono appena...
Quindi così va bene, giusto?
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Re: Il politicamente corretto

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Va bene cosa? Che faccia quello che le pare.
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da Monheim »

Johnny Rex ha scritto:Codroipo è neutra e non crea problemi.

F.F.
Sempre sia lo(r)data.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da paoolino »

paoolino ha scritto:Comunque guardando le prime tre stagioni di "The Good Doctor" ci si rende conto di come un'influenza nello sviluppo dei personaggi delle serie TV e nella scrittura delle puntate delle stesse, il PC la stia avendo.

I personaggi bianchi/etero sono una minoranza.

Tra i protagonisti (per lo più medici di uno dei più importanti ospedali californiani) abbiamo

1 Neurochirurgo Maschio Bianco anziano
1 Chirurgo Maschio Bianco Autistico
1 Chirurgo Maschio Latinoamericano
1 Chirurgo Maschio Afroamericano
1 Chirurgo Maschio Corea-Americano
1 Chirurgo Donna Bianca
1 Chirurgo Donna Afroamericana
1 Chirurgo Donna Cinoamericana
1 Dirigente amministrativo dell'ospedale donna nippo-americana
1 amica/fidanzata del protagonista bianca italoamericana

Tra i pazienti, una puntata sì e una no: omosessuali maschi, omosessuali femmine, transessuali.

La serie mi piace, è ben fatta...Ma diciamo che poi così, secondo me, perde di credibilità.
In questo contesto narrativo, in due puntate dell’ultima stagione:
- tra i pazienti coppia omosessuale maschile, in cui uno dei due è però un transessuale nato donna e rimasto incinta.

- una paziente di colore vuole cambiare ospedale per presunti bias razziali nella diagnosi iniziale da parte di tutto uno staff di medici di colore. Nella stessa puntata, viene utilizzato il termine Latinx
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
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Re: Il politicamente corretto

Messaggio da Monheim »

paoolino ha scritto:
paoolino ha scritto:Comunque guardando le prime tre stagioni di "The Good Doctor" ci si rende conto di come un'influenza nello sviluppo dei personaggi delle serie TV e nella scrittura delle puntate delle stesse, il PC la stia avendo.

I personaggi bianchi/etero sono una minoranza.

Tra i protagonisti (per lo più medici di uno dei più importanti ospedali californiani) abbiamo

1 Neurochirurgo Maschio Bianco anziano
1 Chirurgo Maschio Bianco Autistico
1 Chirurgo Maschio Latinoamericano
1 Chirurgo Maschio Afroamericano
1 Chirurgo Maschio Corea-Americano
1 Chirurgo Donna Bianca
1 Chirurgo Donna Afroamericana
1 Chirurgo Donna Cinoamericana
1 Dirigente amministrativo dell'ospedale donna nippo-americana
1 amica/fidanzata del protagonista bianca italoamericana

Tra i pazienti, una puntata sì e una no: omosessuali maschi, omosessuali femmine, transessuali.

La serie mi piace, è ben fatta...Ma diciamo che poi così, secondo me, perde di credibilità.
In questo contesto narrativo, in due puntate dell’ultima stagione:
- tra i pazienti coppia omosessuale maschile, in cui uno dei due è però un transessuale nato donna e rimasto incinta.

- una paziente di colore vuole cambiare ospedale per presunti bias razziali nella diagnosi iniziale da parte di tutto uno staff di medici di colore. Nella stessa puntata, viene utilizzato il termine Latinx
Ottimo, a quando una serie tv ambientata a Hokkaidō, l'isola giapponese in cui chiaky è stato il primo occidentale visto dal vivo dal veterinario improvvisatosi medico dopo sessanta anni di vita, piena di occidentali magari pure abbronzati?
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
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