Qui ti spiegavo pechè sei in grave errore.
Rosewall ha scritto: - ogni nostra nuova emissione di titoli di debito va ad aumentare il costo del nostro debito
- il tasso dell'1,4% (ad esempio) a cui sono stati piazzati i btp in un'asta recente, è effettivamente un costo dell'1,4% per lo Stato che la BCE non può ridurre nonostante i suoi acquisti di btp
- un prestito ad un tasso prossimo allo zero (ad esempio il mes sanitario) è sempre più conveniente di un'emissione di nuovo debito pari a quella somma, laddove questo abbia un rendimento del 1,4% (per restare all'esempio di cui sopra), rendimento che come detto l'azione della bce non riduce
- non è perciò vero che la bce sia in grado di "abbattere" il costo dei nuovi debiti grazie alla "retrocessione dei rendimenti" (ovvero i rendimenti dei btp in pancia a Banca d'Italia, i quali "tornano" al Tesoro quando Banca d'Italia gli gira parte dei suoi utili).
Allora, intanto, Banca d'Italia non "retrocede" al Tesoro i rendimenti incassati dai suoi btp.
Banca d'Italia gira al Tesoro quello che rimane dopo aver destinato il resto degli utili netti (a cui i rendimenti dei btp concorrono per una parte) a riserve ordinarie e straordinarie e partecipanti.
"Il Consiglio superiore, su proposta del Direttorio e sentito il Collegio sindacale,
delibera il piano di ripartizione dell’utile netto e la presentazione della proposta di
destinazione dell’utile netto all’assemblea per l’approvazione.
2. L’utile netto è così destinato:
a) alla riserva ordinaria, fino alla misura massima del 20 per cento;
b) ai partecipanti, che risultano titolari delle quote al termine del quarantesimo giorno
precedente alla data dell’assemblea in prima convocazione, fino alla misura
massima del 6 per cento del capitale;
c) alla riserva straordinaria e ad eventuali fondi speciali fino alla misura massima del
20 per cento;
d) allo Stato, per l’ammontare residuo"
( articolo 38 dello Statuto ).
Vale a dire che lo Stato può beccarsi di più, di meno, o anche zero, a seconda di quanta parte dell'utile debba essere prima accantonata in riserve e, soprattutto, a monte, a seconda di quanto sia l'utile realizzato dalla banca centrale (se ad esempio il costo del denaro torna positivo e risale, l'utile scende).
In teoria lo Stato avrebbe potuto incassare la stessa somma, o più ancora, anche se la banca centrale non avesse acquistato neanche un titolo di debito italiano, ma bensí altri titoli.
Alessandro ha un albergo. Ogni anno gira al figlio gli utili (dopo aver sottratto reinvestimenti e accantonamenti, e dividendi ai soci). La volta che i costi pareggiano i ricavi, niente utili e niente rendita al figlio. La volta che fa un grande margine, meglio anche per il figlio.
Ora, stanti cosí le cose, se il figlio di Alessandro andasse in giro a raccontare che ogni anno il babbo gli gira gli incassi ottenuti dai turisti tedeschi, direbbe una cosa falsa e insensata allo stesso modo in cui lo è dire che la banca centrale gira allo Stato italiano i rendimenti dei btp.
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Ma questo è ancora niente. Il sovranista (illuminato) potrebbe dire: "vabbè, ma in ogni caso più la banca centrale acquista btp e più ne ricaverà rendimenti, più ricaverà rendimenti e più farà utili, più farà utili e più ce ne sarà per il Tesoro!"
A margine, in questa ottica, lo stesso sovranista dovrebbe segarsi non solo per ogni acquisto di btp ma anche per ogni acquisto di un titolo privato (dai cui rendimenti arriva infatti la metà degli utili).
Ricordiamo anche di quali numeri stiamo parlando. Nel 2019, per esempio, vengono trasferiti allo Stato 7,8 miliardi (più le imposte). Vengono da 9,5 miliardi di interessi attivi (dei quali 4,3 miliardi sono i rendimenti dai btp acquistati con il programma pspp), dopo aver tolto gli accantonamenti come si diceva sopra.
A fronte di questa entrata, sempre nel 2019, il costo del debito ha comportato per il Tesoro un esborso di 64 miliardi di euro.
Altro dato utile da tenere a mente: la banca centrale (banca d'italia/bce) detiene un quinto del debito pubblico italiano. Difficilmente questa quota salirà granché (secondo me potrebbe non salire proprio) in quanto a fronte dei nuovi acquisti di titoli aumenta più o meno nella stessa misura il nuovo debito aggiuntivo (andiamo già verso i 170 miliardi di aumentato fabbisogno). Ma anche se raddoppiasse, questa quota, il punto fondamentale rimane sempre lo stesso (mi ricopio):
Se puoi prendere un prestito di dieci miliardi a tasso zero (poniamo) INVECE che fare debito aggiuntivo per dieci miliardi all'1,4%, stai risparmiando quel rendimento.
Perché bce/bcn i suoi acquisti li fa comunque.
Per semplificare il concetto, o meglio, per evidenziare quanto sia banale e facilmente comprensibile, leviamo di mezzo 'il debito' (in forma di btp o in forma di prestito).
Gli utili girati annualmente da Banca d'Italia allo Stato sono un'entrata.
I rendimenti annui risparmiati grazie ad un prestito a tasso zero sono come una mancata uscita
Alessandro (aka Banca d'Italia) dà ogni anno una paghetta a suo figlio (aka trasferimento residui utili, le cui caratteristiche e variabilità sono discusse nella prima metà del post). Nota bene: le spese annuali del figlio sono (enormemente) maggiori della paghetta che gli passa il padre (ma insomma, butta via!). Ad un certo punto, il figlio incontra un'amica (aka mes) che conoscendo la vita dissoluta del ragazzo si offre di coprirgli alcune spese (aka il risparmio dato dal tasso zero), se lui vuole, beninteso. Pochissimo rispetto al totale delle spese (ma insomma, butta via!).
Il sovranista dice: "non accettare il favore dell'amica, non ti serve perché c'è già tuo padre che ti aiuta!"
Chiunque altro nota invece come la paghetta del padre sia ben lungi dal coprire le spese del ragazzo. Che il favore dell'amica non interferisce in alcun modo con la paghetta del padre. Che anche qualora il padre aumentasse la sua paghetta, l'intervento dell'amica sarebbe sempre utile nell'identico modo.
Il sovranista sostiene anche che siccome Alessandro gli passa una paghetta, allora il figlio può spendere più ancora di quanto già non faccia senza problemi (ci pensa Alessandro, tanto).
Chiunque altro nota invece come ogni nuova ulteriore spesa (sia pure necessaria, in questo momento) sia sempre problematica dal momento che la paghetta di Alessandro copre solo una piccola parte della spesa totale.
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Gli acquisti della bcn/bce sono comunque fondamentali. Ma in quanto servono a non fare esplodere lo spread.
Se il sovranista avesse ragione, cioè se l'intervento della bce permettesse tramite "retrocessione" di annullare/abbattere/ridurre i rendimenti delle nuove emissioni, allora lo spread sarebbe irrilevante, non ce ne dovrebbe fregare ("rendimenti del 5%? Eccheccifregannoi tanto lo retrocedono!").
E invece non è cosí, il rendimento è un costo e, nonostante l'azione salvifica della bce, il rendimento è elevato rispetto non solo alla Germania. L'altro giorno quello sui titoli decennali ha superato quello greco. Con la bce che sta acquistando titoli italiani sopra la quota dell'Italia e nel mentre titoli greci sotto la quota della Grecia.
Ovvero, la sostenibilità del debito è sempre più precaria (e dipende totalmente dalla bce), ed è benedetto tutto quello che può non aumentare ulteriormente il costo del debito: mes, sure, recovery fund...ma soprattutto non spendere soldi a cazzo.
Rosewall ha scritto: i trasferimenti da bce/bcn allo Stato (la "paghetta di Alessandro al figlio) avvengono in ogni caso (finché ci sono utili) e indipendentemente dall'aiuto del mes (del figlio).
Tali trasferimenti sono - e saranno - solo una piccola parte rispetto al costo del debito e più in generale al fabbisogno dello Stato (alle spese del figlio di Alessandro) e dunque il tuo argomento "c'è già la bce che provvede" è fallace allo stesso modo in cui lo sarebbe se il figlio di Alessandro dicesse all'amica "no grazie, ho già la paghetta di mio padre".
Se l'amica gli offre un gelato, non può dire: "ma me lo compro già con la paghetta di papà". Cioè, può dirlo, ma non ha senso: la paghetta di Alessandro è una quantità finita e (enormemente) inferiore alle spese del figlio; se usa la paghetta anche per quel gelato, deve rinunciare ad un altro gelato o bene di valore equivalente. Se avesse lasciato fare l'amica, quel gelato sarebbe stato in più.
Questo concetto è banalissimo e fondamentale, e perciò continuo a riproportelo (anche coi dati, oltre che con le storielle sceme).
Avessi detto che il risparmio del mes rispetto al costo di un'analoga emissione di btp (ovvero differenziale fra rendimento dell'emissione e tasso nullo, anzi negativo, del mes) è una goccia nel mare, sarei stato d'accordo (per quanto anche una goccia non sia da sprecare). Infatti non farei i caroselli per i due spicci risparmiati col mes. Ma tu hai sostenuto invece che tale risparmio non c'è perché il rendimento dell'emissione viene abbattuto dalla bce e questo è un concetto falso quanto pericoloso perché suggerisce l'idea che la bce possa farci indebitare aggratise o giù di lí.
Non è cosí, il suo ruolo essenziale è nel non fare schizzare alle stelle i rendimenti.
La "mia tesi" (che poi è il bilancio e lo statuto di Banca d'Italia) nell'ultimo post (in cui torno sulla "retrocessione" per spargere un pò di sale sulle sue rovine ) è che i rendimenti concorrono agli utili, i quali utili sono poi girati allo Stato.
Parlare di retrocessione sarebbe come dire che Alessandro gira i proventi dai turisti tedeschi (aka rendimenti btp) al figlio (nel tuo esempio della pizzeria, direi gli incassi dalle pizze margherita). No, i proventi dei turisti tedeschi (o delle pizze margherita) fanno parte dei ricavi ai quali vanno poi sottratti i costi.
La differenza rispetto all'idea della retrocessione è che qualora i costi aumentassero (di nuovo: costo del denaro, che ora è azzerato), gli utili scenderebbero (se poi le riserve dovessero aumentare, il residuo degli utili spettanti al Tesoro si ridurrebbe ulteriormente). Non è "teoria", è contabilità.
Se provi a vederla per come è (utili trasferiti al Tesoro), si perde anche l'enfasi sugli acquisti di btp. Ripeto la provocazione (che tale è perché c'è una ragione fondamentale per cui serve che la bce compri btp sul mercato secondario: tenere lo spread il più a bada possibile): se banca d'italia comprasse solo titoli privati (o potendo di altri paesi) in modo da realizzare gli stessi ricavi, cambierebbe qualcosa per voi?
"Nel 2019, per esempio, vengono trasferiti allo Stato 7,8 miliardi (più le imposte). Vengono da 9,5 miliardi di interessi attivi (dei quali 4,3 miliardi sono i rendimenti dai btp acquistati con il programma pspp), dopo aver tolto gli accantonamenti come si diceva sopra". Essendo i costi relativamente bassi (per ora), e cosí pure gli accantonamenti (per ora), qualunque fonte di ricavo finirà allo Stato in elevata percentuale (i tuoi "93% e 96%). Anche i rendimenti da obbligazioni non pubbliche, per dire. Ma non è una percentuale garantita o automatica a prescindere dai costi. Cosí come Alessandro non gira al figlio una percentuale sulle pizze margherita garantita e automatica.
Se fosse cosí, nel bilancio i trasferimenti al Tesoro non sarebbero alla voce utile netto residuo ma a monte alla voce costi (chessò: "i rendimenti da btp sono trasferiti al Tesoro in percentuale non inferiore al tot"). È più corretto e lineare contare il costo di un'emissione per quello che è (il tasso a cui è piazzato; più commissioni, premi...). E fra le entrate dello Stato mettere i trasferimenti (imposte e utili) dalla banca d'italia.
Un conto poi è fare i caroselli sovranisti per questi quattro spicci in più (più acquisti di btp e altri titoli -> più rendimenti -> più utili), un conto è far credere erroneamente che "il regalo" riguardi anche il debito sottostante (che rimane). O il nuovo debito emesso (che rimane). O i suoi rendimenti (non essendoci alcuna garanzia che la bce acquisterà proprio quello, sul mercato secondario; e se acquisterà proprio quello non ne acquisterà altro - il debito circolante sul mercato è superiore a quello acquistato dalla bce).