Nickognito ha scritto:
Se non si capisce nemmeno adesso che non e' il miglior modo di godersi la vita quello di lavorare tutti tutto il giorno per scambiarsi servizi e oggetti inutili a vicenda nel poco tempo rimasto, non so che altro.
Sinceramente, fatico a comprendere questo genere di proposte. Non è che qualcuno, dall' alto, decide quanto bisogna produrre e lavorare per avere un certo livello di benessere. Semplicemente, la gente non vuole essere povera, e fa ciò che può per non esserlo, lavorando quanto occorre per avere un certo grado di ricchezza.
Lavorare tutti meno significa - semplificando un po', ma non in modo troppo grossolano - sostanzialmente questo: maggiore povertà per tutti. (Ovviamente, tralascio qui i problemi di giustizia distributiva, che non modificano la sostanza del discorso).
Produrre "solo il necessario" è qualcosa di molto vago e quasi indefinibile: chi decide cosa è necessario e cosa no? Perchè non dovremmo desiderare di avere più del necessario per non vivere come poveracci? Cosa sia desiderabile avere non viene stabilito da nessuno: è ciò che si forma dalla libera iniziativa delle persone di proporre beni e dalla libera scelta di acquistarli. Non c' è alcuna costrizione.
Francamente, quando parliamo di teorie alternative a questo modello, mi sembra che parliamo di fantasie.
Diverso è il discorso della sfida dell' automazione, che erode i posti di lavoro. A questo occorrerà trovare una risposta. Ma di certo non all' indomani di una pandemia che sta mettendo in ginocchio l' economia mondiale.