Coronavirus la sindrome mondiale

Dibattito sulla vita sociale, sui problemi politici e sui microchip nei vaccini
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laplaz
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da laplaz »

tennisfan82 ha scritto:Tra mezz'ora in Inghilterra parla alla nazione la regina.

È la quinta volta che accade in 68 anni di regno
Azz... roba grossa allora. Attenzione :o
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klaus
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da klaus »

klaus ha scritto:Avevo letto da qualche parte che l'immediato isolamento influisca statisticamente a favore di una prognosi benigna. Forse la cosa è già stata smentita ma in caso contrario non potrebbe essere che l'esposizione ripetuta alla carica virale (una sorta di contagio plurimo) aggravi il decorso?
Ho trovato la conferma nell' articolo sulla regola dei 6 secondi:

Quando non si possono rispettare le distanze di sicurezza consigliate per evitare il contagio da coronavirus, è importante non superare la soglia dei sei secondi di vicinanza. E' quanto sottolineano il professore di chimica e genomica Joshua D. Rabinowitz e la ricercatrice Caroline R. Bartman che, in un lungo editoriale sul New York Times, si occupano di un aspetto di questa pandemia finora poco approfondita, ovvero "l'importanza della quantità virale" a cui si è esposti.

"Come per qualsiasi altro veleno, i virus sono di solito più pericolosi in quantità maggiori. Piccole esposizioni iniziali tendono a portare a infezioni lievi o asintomatiche, mentre dosi più grandi possono essere letali" spiegano i due studiosi, aggiungendo che "non tutte le esposizioni al coronavirus sono uguali"
. "Entrare in un edificio per uffici in cui è stato qualcuno infetto, non è pericoloso come stare seduto accanto a quella persona infetta per un'ora sul treno. Questo può sembrare evidente, ma molte persone non fanno questa distinzione. Dobbiamo concentrarci maggiormente sull'evitare le infezioni con grandi cariche virali", poiché "la carica virale influisce sulla gravità della malattia", affermano.

Da qui, l'importanza del distanziamento sociale e delle misure di igiene. "Le persone dovrebbero fare molta attenzione alle esposizioni ad alte cariche virali, che hanno maggiori probabilità di verificarsi durante le interazioni ravvicinate con una persona infetta, come ad esempio durante gli incontri per un caffè, i bar affollati o quando si visita la nonna nella sua stanza o ci si tocca il viso dopo essere stato in contatto con grandi quantità di virus. Le interazioni con le persone infette sono più pericolose al chiuso e a distanza ravvicinata e la dose aumenta con il tempo di esposizione. Per le interazioni rapide, che non rispettano la regola di mantenere 2 metri di distanza, come quando si paga una cassiera al supermercato, dovrebbero essere brevi e si dovrebbe cercare di rimanere sotto i 2 metri per soli sei secondi".

"Allo stesso tempo - sostengono i due ricercatori - dobbiamo evitare reazioni di panico esagerate alle esposizioni a basse dosi. Gli indumenti e gli imballaggi per alimenti che sono stati esposti a una persona infetta sembrano presentare un rischio basso. Le persone sane che stanno insieme in un supermercato o in ufficio corrono un rischio tollerabile, purché prendano precauzioni come indossare maschere chirurgiche e prendere le distanze dalle persone".

I due studiosi concordano sul fatto che "un confinamento totale della società è il modo più efficace per fermare la diffusione del virus, ma è una misura costosa sia economicamente che psicologicamente. Quando la società torna alla normalità, le misure di riduzione del rischio come il mantenimento dello spazio personale e il lavaggio delle mani saranno essenziali per ridurre le infezioni con elevate cariche virali. I luoghi ad alto rischio per l'esposizione a carichi elevati, ad esempio stadi e sedi di convegni, dovrebbero rimanere chiusi. I servizi essenziali ma rischiosi, come i trasporti pubblici, devono continuare a funzionare, ma le persone devono adottare misure di sicurezza come indossare maschere, tenersi a distanza e non viaggiare mai se hanno la febbre". "Adesso è tempo di stare a casa. Speriamo che sia un breve periodo. Quando ricominciamo a uscire insieme, facciamolo con consapevolezza, ora che conosciamo l'importanza della carica virale", concludono.

 
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da chiaky »

Stasera la Regina Elisabetta parlerà ai sudditi.
Era dal colera del 1854 che Elisabetta non parlava al suo popolo, a parte i discorsi di fine anno.
"Amo Speranza" - alessandro
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Nickognito »

klaus ha scritto:
klaus ha scritto:Avevo letto da qualche parte che l'immediato isolamento influisca statisticamente a favore di una prognosi benigna. Forse la cosa è già stata smentita ma in caso contrario non potrebbe essere che l'esposizione ripetuta alla carica virale (una sorta di contagio plurimo) aggravi il decorso?
Ho trovato la conferma nell' articolo sulla regola dei 6 secondi:

Quando non si possono rispettare le distanze di sicurezza consigliate per evitare il contagio da coronavirus, è importante non superare la soglia dei sei secondi di vicinanza. E' quanto sottolineano il professore di chimica e genomica Joshua D. Rabinowitz e la ricercatrice Caroline R. Bartman che, in un lungo editoriale sul New York Times, si occupano di un aspetto di questa pandemia finora poco approfondita, ovvero "l'importanza della quantità virale" a cui si è esposti.

"Come per qualsiasi altro veleno, i virus sono di solito più pericolosi in quantità maggiori. Piccole esposizioni iniziali tendono a portare a infezioni lievi o asintomatiche, mentre dosi più grandi possono essere letali" spiegano i due studiosi, aggiungendo che "non tutte le esposizioni al coronavirus sono uguali"
. "Entrare in un edificio per uffici in cui è stato qualcuno infetto, non è pericoloso come stare seduto accanto a quella persona infetta per un'ora sul treno. Questo può sembrare evidente, ma molte persone non fanno questa distinzione. Dobbiamo concentrarci maggiormente sull'evitare le infezioni con grandi cariche virali", poiché "la carica virale influisce sulla gravità della malattia", affermano.

Da qui, l'importanza del distanziamento sociale e delle misure di igiene. "Le persone dovrebbero fare molta attenzione alle esposizioni ad alte cariche virali, che hanno maggiori probabilità di verificarsi durante le interazioni ravvicinate con una persona infetta, come ad esempio durante gli incontri per un caffè, i bar affollati o quando si visita la nonna nella sua stanza o ci si tocca il viso dopo essere stato in contatto con grandi quantità di virus. Le interazioni con le persone infette sono più pericolose al chiuso e a distanza ravvicinata e la dose aumenta con il tempo di esposizione. Per le interazioni rapide, che non rispettano la regola di mantenere 2 metri di distanza, come quando si paga una cassiera al supermercato, dovrebbero essere brevi e si dovrebbe cercare di rimanere sotto i 2 metri per soli sei secondi".

"Allo stesso tempo - sostengono i due ricercatori - dobbiamo evitare reazioni di panico esagerate alle esposizioni a basse dosi. Gli indumenti e gli imballaggi per alimenti che sono stati esposti a una persona infetta sembrano presentare un rischio basso. Le persone sane che stanno insieme in un supermercato o in ufficio corrono un rischio tollerabile, purché prendano precauzioni come indossare maschere chirurgiche e prendere le distanze dalle persone".

I due studiosi concordano sul fatto che "un confinamento totale della società è il modo più efficace per fermare la diffusione del virus, ma è una misura costosa sia economicamente che psicologicamente. Quando la società torna alla normalità, le misure di riduzione del rischio come il mantenimento dello spazio personale e il lavaggio delle mani saranno essenziali per ridurre le infezioni con elevate cariche virali. I luoghi ad alto rischio per l'esposizione a carichi elevati, ad esempio stadi e sedi di convegni, dovrebbero rimanere chiusi. I servizi essenziali ma rischiosi, come i trasporti pubblici, devono continuare a funzionare, ma le persone devono adottare misure di sicurezza come indossare maschere, tenersi a distanza e non viaggiare mai se hanno la febbre". "Adesso è tempo di stare a casa. Speriamo che sia un breve periodo. Quando ricominciamo a uscire insieme, facciamolo con consapevolezza, ora che conosciamo l'importanza della carica virale", concludono.

 
Chi di voi riesce a stare meno di sei secondi a oltre due metri di distanza da una cassiera, quando comprate al supermercato? :D
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da tuborovescio »

NNick87 ha scritto:
Ma oggi in Italia si offende chi va a correre da solo o fa una passeggiata senza incontrare nessuno, siamo completamente fuori controllo.
Successo oggi a un mio amico "è colpa di quelli come voi se è successa questa tragedia"
credo che un serial killer sia una persona migliore di sta gente qua.
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balbysauro
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da balbysauro »

chiaky ha scritto:Stasera la Regina Elisabetta parlerà ai sudditi.
Era dal colera del 1854 che Elisabetta non parlava al suo popolo, a parte i discorsi di fine anno.
la prossima volta parlerà nel 2147
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laplaz
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da laplaz »

balbysauro ha scritto:
chiaky ha scritto:Stasera la Regina Elisabetta parlerà ai sudditi.
Era dal colera del 1854 che Elisabetta non parlava al suo popolo, a parte i discorsi di fine anno.
la prossima volta parlerà nel 2147
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klaus
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da klaus »

Nickognito ha scritto:
Chi di voi riesce a stare meno di sei secondi a oltre due metri di distanza da una cassiera, quando comprate al supermercato? :D
Salvatempo o casse automatiche.
Poi di solito imbusti ad almeno 1.50 metri dalla cassiera. Basta pagare veloci.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Nickognito »

klaus ha scritto:
Nickognito ha scritto:
Chi di voi riesce a stare meno di sei secondi a oltre due metri di distanza da una cassiera, quando comprate al supermercato? :D
Salvatempo o casse automatiche.
Poi di solito imbusti ad almeno 1.50 metri dalla cassiera. Basta pagare veloci.
E se sei il cassiere, come fai?
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da tuborovescio »

Nickognito ha scritto:
klaus ha scritto:
Nickognito ha scritto:
Chi di voi riesce a stare meno di sei secondi a oltre due metri di distanza da una cassiera, quando comprate al supermercato? :D
Salvatempo o casse automatiche.
Poi di solito imbusti ad almeno 1.50 metri dalla cassiera. Basta pagare veloci.
E se sei il cassiere, come fai?
sarebbe interessante sapere quanti cassieri sono stati contagiati finora
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laplaz
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da laplaz »

Un po’ scontata la regina. Mi aspettavo qualche spunto in più :)
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da tuborovescio »

laplaz ha scritto:Un po’ scontata la regina. Mi aspettavo qualche spunto in più :)
deduco non abbia parlato dei cassieri :)
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Alga »

Nickognito ha scritto: E se sei il cassiere, come fai?
E il coccodrillo come fa?
Forza Aquilotti, riprendiamo a volare!
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balbysauro
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da balbysauro »

Alga ha scritto:
Nickognito ha scritto: E se sei il cassiere, come fai?
E il coccodrillo come fa?
e il moonwalker?
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Pitone
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Pitone »

klaus ha scritto:"Come per qualsiasi altro veleno, i virus sono di solito più pericolosi in quantità maggiori. Piccole esposizioni iniziali tendono a portare a infezioni lievi o asintomatiche, mentre dosi più grandi possono essere letali" spiegano i due studiosi, aggiungendo che "non tutte le esposizioni al coronavirus sono uguali"
Mi piacerebbe sentire qualche altro esperto riguardo questo passaggio, perché così, su due piedi, mi suona come una cazzata.
Non ne so niente eh, imparerei qualcosa di nuovo lo confermassero.
Fuck off means naw, naw means mibbie, mibbie means aye n aye means anal...
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da CAPELLINO »

Sa di grossa cazzata anche a me.
Quando tutta questa storia sarà finita una riflessione su "La Scienza" credo sia doverosa no?
GEORGE BEST:"SE FOSSI NATO BRUTTO, FORSE OGGI NESSUNO PARLEREBBE PIU' DI PELE'"
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Paolo79 »

più che su "la scienza" direi su "gli scienziati"
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Johnny Rex »

tuborovescio ha scritto:
laplaz ha scritto:Un po’ scontata la regina. Mi aspettavo qualche spunto in più :)
deduco non abbia parlato dei cassieri :)
Nè dei Runners :)

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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da CAPELLINO »

Paolo79 ha scritto:più che su "la scienza" direi su "gli scienziati"
Sarebbe rassicurante ma temo non sia così.
È un discorso molto complesso..
GEORGE BEST:"SE FOSSI NATO BRUTTO, FORSE OGGI NESSUNO PARLEREBBE PIU' DI PELE'"
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da chiaky »

laplaz ha scritto:
balbysauro ha scritto:
chiaky ha scritto:Stasera la Regina Elisabetta parlerà ai sudditi.
Era dal colera del 1854 che Elisabetta non parlava al suo popolo, a parte i discorsi di fine anno.
la prossima volta parlerà nel 2147
Durante una puntata di "The Walking Dead"
Prima ha citato il suo discorso alla nazione del 1940.
Non sto scherzando.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da NNick87 »

chiaky ha scritto:
laplaz ha scritto:
balbysauro ha scritto:
la prossima volta parlerà nel 2147
Durante una puntata di "The Walking Dead"
Prima ha citato il suo discorso alla nazione del 1940.
Non sto scherzando.
Era il discorso del padre. Non credo abbia fatto un discorso alla nazione a 14 anni :D
balbysauro ha scritto:scusa nickognito, ma continui ad aggirare il punto
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da tuborovescio »

:D

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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da laplaz »

NNick87 ha scritto:
chiaky ha scritto:
laplaz ha scritto:
Durante una puntata di "The Walking Dead"
Prima ha citato il suo discorso alla nazione del 1940.
Non sto scherzando.
Era il discorso del padre. Non credo abbia fatto un discorso alla nazione a 14 anni :D
Certo, con la sorella.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da uglygeek »

Da "www.iene.mediaset.it"
“Ho avuto febbre e tosse per pochi giorni, poi mi sono sentito bene. Ma dopo un mese il mio tampone è ancora pienamente positivo”. Come sapete Le Iene sono ferme da ormai un mese, dopo che uno di noi è stato contagiato dal coronavirus, e torneremo in onda il 23 aprile.

Il nostro collega che si è ammalato è la Iena Alessandro Politi, che in questo video ci racconta la sua storia e approfondisce un tema molto importante: sono davvero sufficienti quindici giorni di isolamento dalla fine dei sintomi per poter tornare a uscire di casa?

“Il 5 marzo mi sono svegliato con un forte mal di testa, febbre alta e un po’ di tosse”, racconta la Iena. “In quel momento non c’erano ancora i decreti di chiusura. Provo in tutti i modi a farmi fare un tampone, anche se non vogliono farmelo perché non ho una sintomatologia così grave. Comunque in ospedale spiego che sono un giornalista e sono stato in diretto contatto con tante persone e colleghi”.

La preoccupazione di Alessandro era soprattutto per tutti coloro che potevano entrare in contatto con Le Iene e lo staff, come a esempio gli intervistati che considerato il periodo potevano anche trovarsi in ospedale. Dopo un po’ di titubanza il personale accetta e l’esito del tampone è chiaro: positivo al COVID-19, l’ormai famoso coronavirus.

“La cosa sorprendente è che la sera stessa con una tachipirina la febbre è passata, il giorno successivo avevo meno sintomi e al terzo giorno non avevo più niente”, racconta la nostra Iena Alessandro Politi. “Se non avessi fatto il tampone, avrei pensato di avere un’influenza”. Passato il periodo obbligatorio di quarantena, è il momento di rifare il test: per essere considerati guariti, infatti, servono due tamponi consecutivi negativi. “Io stavo bene, ma dopo 17 giorni ero ancora pienamente positivo”.

“Passano altri dieci giorni e il 3 aprile, cioè l’altro ieri, faccio un altro tampone”, racconta la Iena. “Ormai è quasi un mese che sono senza sintomi, ma l’esito è sempre lo stesso: pienamente positivo. Ho chiesto se è normale, i medici hanno ipotizzato che potrei aver preso una carica virale più aggressiva. Il mio corpo fortunatamente la sta gestendo bene ma ci vuole più tempo per debellarla”.

E’ qui che al nostro Alessandro Politi sorge un dubbio: “Perché le istituzioni permettono a persone che hanno avuto i miei stessi sintomi di uscire di casa dopo 15 giorni” senza aver ricevuto un tampone? “Quante persone potrebbero essere a lavorare con il rischio di diffondere il virus?”. Eh sì, perché fino a poco tempo fa alle persone con sintomi lievi come il nostro Alessandro Politi il tampone non veniva proprio fatto, ma si doveva ’solo’ rispettare la quarantena alla fine della sintomatologia.

E chi è stato a contatto diretto con un malato, a meno di casi eccezionale, non riceve alcun tampone in assenza di segni della malattia: unica prescrizione, l’isolamento. “Come si è deciso che i quindici giorni siano sufficienti, se io dopo trenta giorni sono ancora positivo? Non è che forse il contagio tarda a fermarsi anche per questo motivo?”.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Burano »

Pitone ha scritto:
klaus ha scritto:"Come per qualsiasi altro veleno, i virus sono di solito più pericolosi in quantità maggiori. Piccole esposizioni iniziali tendono a portare a infezioni lievi o asintomatiche, mentre dosi più grandi possono essere letali" spiegano i due studiosi, aggiungendo che "non tutte le esposizioni al coronavirus sono uguali"
Mi piacerebbe sentire qualche altro esperto riguardo questo passaggio, perché così, su due piedi, mi suona come una cazzata.
Non ne so niente eh, imparerei qualcosa di nuovo lo confermassero.
Anche a me pare un po' na strunzata.
Sarebbe quasi opportuno toccare oggetti infetti per ammalarsi in forma lieve, per sviluppare l'altrettanto discussa immunità di gregge.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da uglygeek »

tuborovescio ha scritto::D

Nel 1940 la quattordicenne Elisabetta si rivolgeva solo ai bambini dell'impero britannico. Ovviamente allora non c'era la televisione, i reali parlavano ai sudditi alla radio nei momenti importanti.
Ma non e' che le parole che ha detto ottanta (!) anni dopo siano molto diverse, o diverse da quelle del famoso "Discorso del Re" del padre, quando la Gran Bretagna entro' in guerra. Quando ho visto il film non avrei mai immaginato che potesse capitare una cosa simile pochi anni dopo.
Non ho vergogna ad ammettere che ascoltando il discorso della regina sulla BBC oggi mi e' scesa una lacrimuccia, sara' anche colpa del lungo isolamento. :(
Ultima modifica di uglygeek il dom apr 05, 2020 10:25 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da uglygeek »

Burano ha scritto:
Pitone ha scritto:
klaus ha scritto:"Come per qualsiasi altro veleno, i virus sono di solito più pericolosi in quantità maggiori. Piccole esposizioni iniziali tendono a portare a infezioni lievi o asintomatiche, mentre dosi più grandi possono essere letali" spiegano i due studiosi, aggiungendo che "non tutte le esposizioni al coronavirus sono uguali"
Mi piacerebbe sentire qualche altro esperto riguardo questo passaggio, perché così, su due piedi, mi suona come una cazzata.
Non ne so niente eh, imparerei qualcosa di nuovo lo confermassero.
Anche a me pare un po' na strunzata.
Sarebbe quasi opportuno toccare oggetti infetti per ammalarsi in forma lieve, per sviluppare l'altrettanto discussa immunità di gregge.
Bisognerebbe chiedere ad un esperto, ma cosi' a logica, penso anch'io che sia possibile che se si entra in contatto con poche "unita'" (come chiamarle?) di virus, in molti casi il sistema immunitario faccia in tempo a distruggerle prima che si moltiplichino. Del resto e' inverosimile che nessuno di noi sia mai entrato in contatto con particelle di questo (o anche di altri) virus, visto che e' dappertutto nel pianeta. Ci vuole probabilmente una dose minima per avere la possibilita' di contagio.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Super-Fabio »

Prime Minister Boris Johnson has been admitted to hospital for tests, 10 days after testing positive for coronavirus, Downing Street has said.

He "continues to have persistent symptoms of coronavirus", a spokeswoman said - including a high temperature.

It was described as a "precautionary step" taken on the advice of his doctor.

The prime minister remains in charge of the government and urged people to follow its social distancing advice.

"On the advice of his doctor, the prime minister has tonight been admitted to hospital for tests," the spokeswoman said.

"This is a precautionary step, as the prime minister continues to have persistent symptoms of coronavirus ten days after testing positive for the virus."

She added: "The prime minister thanks NHS staff for all of their incredible hard work and urges the public to continue to follow the government's advice to stay at home, protect the NHS and save lives."
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da uglygeek »

Super-Fabio ha scritto:
Prime Minister Boris Johnson has been admitted to hospital for tests, 10 days after testing positive for coronavirus, Downing Street has said.

He "continues to have persistent symptoms of coronavirus", a spokeswoman said - including a high temperature.

It was described as a "precautionary step" taken on the advice of his doctor.

The prime minister remains in charge of the government and urged people to follow its social distancing advice.

"On the advice of his doctor, the prime minister has tonight been admitted to hospital for tests," the spokeswoman said.

"This is a precautionary step, as the prime minister continues to have persistent symptoms of coronavirus ten days after testing positive for the virus."

She added: "The prime minister thanks NHS staff for all of their incredible hard work and urges the public to continue to follow the government's advice to stay at home, protect the NHS and save lives."
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Mr Moonlight »

Pitone ha scritto:Brava Elena, si fa così, terrorizzare l'italiano perché altrimenti sottostima la gravità, sono d'accordo non scherzo.

Però se bastano 20 secondi di acqua e sapone per neutralizzarlo questa mi sembra un'esagerazione.
Se poi l'alcol denaturato non si trova.. si mette la varichina?
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

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laplaz ha scritto:
balbysauro ha scritto:
chiaky ha scritto:Stasera la Regina Elisabetta parlerà ai sudditi.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da tennisfan82 »

Ecco questo si può dire che ha avuto culo

https://torino.repubblica.it/cronaca/20 ... OlJ1Nn44f8
Ti piace il doppio? Preferisco il threesome
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da stefano61 »

uglygeek ha scritto:
cosi' a logica, penso anch'io che sia possibile che se si entra in contatto con poche "unita'" (come chiamarle?) di virus, in molti casi il sistema immunitario faccia in tempo a distruggerle prima che si moltiplichino. Del resto e' inverosimile che nessuno di noi sia mai entrato in contatto con particelle di questo (o anche di altri) virus, visto che e' dappertutto nel pianeta. Ci vuole probabilmente una dose minima per avere la possibilita' di contagio.
Io ho sentito il prof. Burioni e altri virologi parlare di "carica virale", "tempi di esposizione al virus" e via dicendo in connessione alle probabilità di contrarre l' infezione, ma in effetti non ricordo nulla di preciso detto da loro circa la relazione tra queste variabili e la gravità dell' infezione stessa.

Comunque pare che, nel caso specifico del Covid-19, gli studi effettuati finora sull' argomento non siano concordi:

https://www.newscientist.com/article/22 ... -19-worse/

La questione è ancora aperta, ma è comunque interessante osservare come per la comune influenza, la Sars e la Mers, sia stato dimostrato come una maggiore carica virale presente nell' organismo sia regolarmente associata a sintomi più gravi o decorsi peggiori.

In italiano, si veda anche:

https://scienze.fanpage.it/coronavirus- ... i-esperti/

Per quanto riguarda la presunta "legge dei 6 secondi entro 180 cm", non sarei così drastico nel sostenere che si tratta di una mera assurdità, data l' autorevolezza dei fautori della tesi. Certo, va presa con tutte la cautele del caso.
ThePiper
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da ThePiper »

Giornata "buona" ieri per quasi tutti(negative per inglesi e turchi).

Domenica in famiglia per stressato personale medico e laboratori o buone notizie per la settimana che verrà?
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uglygeek
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da uglygeek »

ThePiper ha scritto:Giornata "buona" ieri per quasi tutti(negative per inglesi e turchi).

Domenica in famiglia per stressato personale medico e laboratori o buone notizie per la settimana che verrà?
Per i britannici è stata senza dubbio una serata interessante: mentre la regina faceva un discorso che ricorda quelli da tempi di guerra portavano il primo ministro in ospedale. E per decidere di andare in ospedale, con tutto il significato anche simbolico che questo comporta per il paese, Johnson non doveva stare davvero bene.
Intanto ieri è morto lo zio del braccio destro di Johnson, Cummings, quello che aveva proposto l’idea di aspettare l’immunità di gregge.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Johnny Rex »

uglygeek ha scritto:
Da "www.iene.mediaset.it"
“Ho avuto febbre e tosse per pochi giorni, poi mi sono sentito bene. Ma dopo un mese il mio tampone è ancora pienamente positivo”. Come sapete Le Iene sono ferme da ormai un mese, dopo che uno di noi è stato contagiato dal coronavirus, e torneremo in onda il 23 aprile.

Il nostro collega che si è ammalato è la Iena Alessandro Politi, che in questo video ci racconta la sua storia e approfondisce un tema molto importante: sono davvero sufficienti quindici giorni di isolamento dalla fine dei sintomi per poter tornare a uscire di casa?

“Il 5 marzo mi sono svegliato con un forte mal di testa, febbre alta e un po’ di tosse”, racconta la Iena. “In quel momento non c’erano ancora i decreti di chiusura. Provo in tutti i modi a farmi fare un tampone, anche se non vogliono farmelo perché non ho una sintomatologia così grave. Comunque in ospedale spiego che sono un giornalista e sono stato in diretto contatto con tante persone e colleghi”.

La preoccupazione di Alessandro era soprattutto per tutti coloro che potevano entrare in contatto con Le Iene e lo staff, come a esempio gli intervistati che considerato il periodo potevano anche trovarsi in ospedale. Dopo un po’ di titubanza il personale accetta e l’esito del tampone è chiaro: positivo al COVID-19, l’ormai famoso coronavirus.

“La cosa sorprendente è che la sera stessa con una tachipirina la febbre è passata, il giorno successivo avevo meno sintomi e al terzo giorno non avevo più niente”, racconta la nostra Iena Alessandro Politi. “Se non avessi fatto il tampone, avrei pensato di avere un’influenza”. Passato il periodo obbligatorio di quarantena, è il momento di rifare il test: per essere considerati guariti, infatti, servono due tamponi consecutivi negativi. “Io stavo bene, ma dopo 17 giorni ero ancora pienamente positivo”.

“Passano altri dieci giorni e il 3 aprile, cioè l’altro ieri, faccio un altro tampone”, racconta la Iena. “Ormai è quasi un mese che sono senza sintomi, ma l’esito è sempre lo stesso: pienamente positivo. Ho chiesto se è normale, i medici hanno ipotizzato che potrei aver preso una carica virale più aggressiva. Il mio corpo fortunatamente la sta gestendo bene ma ci vuole più tempo per debellarla”.

E’ qui che al nostro Alessandro Politi sorge un dubbio: “Perché le istituzioni permettono a persone che hanno avuto i miei stessi sintomi di uscire di casa dopo 15 giorni” senza aver ricevuto un tampone? “Quante persone potrebbero essere a lavorare con il rischio di diffondere il virus?”. Eh sì, perché fino a poco tempo fa alle persone con sintomi lievi come il nostro Alessandro Politi il tampone non veniva proprio fatto, ma si doveva ’solo’ rispettare la quarantena alla fine della sintomatologia.

E chi è stato a contatto diretto con un malato, a meno di casi eccezionale, non riceve alcun tampone in assenza di segni della malattia: unica prescrizione, l’isolamento. “Come si è deciso che i quindici giorni siano sufficienti, se io dopo trenta giorni sono ancora positivo? Non è che forse il contagio tarda a fermarsi anche per questo motivo?”.
Inevitabile il collegamento con quanto narrato giorni fa da Laplaz, dell'infermiera bergamasca paucisintomatica con 6 tamponi ancora positivi dopo un mese. Viene da pensare che se i sintomi non esplodano in forma netta la carica virale in certi soggetti duri molto di più, fors'anche fino a 40 giorni.

F.F.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Johnny Rex »

https://www.corriere.it/cronache/20_apr ... 0129.shtml

«Dall’ospedale di Alzano qualcuno avrebbe dovuto almeno avvisare dell’esistenza di un pericolo micidiale. Invece hanno lasciato che la gente andasse avanti e indietro ancora per un’altra settimana, dal Pronto soccorso agli ambulatori. Era pieno di anziani che andavano a fare l’esame del sangue. Hanno fatto una ecatombe».

F.F.
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babaoriley
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da babaoriley »

Sono in coda alla posta per ritirare la pensione di mio padre. L'ufficio deve ancora aprire e ci sono già 25 persone prima di me.

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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Nasty »

babaoriley ha scritto:Sono in coda alla posta per ritirare la pensione di mio padre. L'ufficio deve ancora aprire e ci sono già 25 persone prima di me.

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Assurdo. Anche io oggi devo andare in posta....prevedo di finire per le 12:30
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Nickognito »

Nasty ha scritto:
babaoriley ha scritto:Sono in coda alla posta per ritirare la pensione di mio padre. L'ufficio deve ancora aprire e ci sono già 25 persone prima di me.

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Assurdo. Anche io oggi devo andare in posta....prevedo di finire per le 12:30
Ma non ci si puo' prenotare online? :o
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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