chiaky ha scritto:
Rinunciare a vivere per non morire, va bene solo per qualche mese.
Ma guarda, anni fa c'era un sondaggio che non so quante decine di migliaia di persone non uscivano la sera a Firenze perche' avevano paura della criminalita'. A Firenze, eh.
La gente se vede ospedali pieni e carri da morto e ambulanze da ogni parte esce di meno, non tutti ovviamente, ma moltissimi, un po' si abitua, ma molto no. Qua fra un po' sembra che se c'e' una guerriglia in strada per tre anni, la gente si mette a passare fra le mine per andarsi a fare l'aperitivo. No, molti non lo farebbero.
Si ricomincerebbe a non rinunciare a qualcosa, ma solo a qualcosa, non tutto.
Tra l'altro sembra sempre che la vita sia fatta di locali al chiuso a pagamento.
Non andare in luoghi chiusi a pagamento e 'rinunciare a vivere'. Vedere amici al parco, correre, fare yoga, leggere, ascoltare musica, vedere film, parlare, passeggiare, stare con familiari e non piu' di venti amici, portare a spasso il cane, nuotare in mare, fare una gita in macchina o bicicletta, mangiare quello che ti prepari o compri e ti mangi a casa o su un prato, fare l'amore, farsi una canna, suonare uno strumento, lavorare da casa, meditare, stare in un bosco, ballare in pochi e all'aperto.
Non mi sembra 'rinunciare a vivere'.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)