stefano61 ha scritto:sacco ha scritto:
Questioni fondamentali a parte, non vedo come la quantità non possa contare nel valutare una scelta, proprio nella pratica di tutti i giorni. Non si tratta di uccidere volontariamente 10 persone a caso, ma di evitare di agire in una certa direzione ed avere, statisticamente, 10 vittime in più. Lo si fa continuamente, magari non spendendo qualche soldo in più per la prevenzione dei tumori. Ma se si decidesse di abolire gli ospedali, con milioni di vittime, sarebbe peggio no?
Che lo si faccia continuamente è un dato di fatto.
Ma, dal punto di vista morale, il numero dovrebbe contare? E se sì, in che misura? Perchè 10.000 morti in un anno per influenza sono accettabili, ma 500.000 per Covid no?
A me sembra che parliamo di costi sociali, non del valore delle persone in sè.
Se è il valore delle persone a contare davvero in questo genere di considerazioni, non saremmo tenuti ad evitare più morti possibili? Perchè ci mobilitiamo solo oltre a una certa soglia? Perchè dovrebbe esserci un numero di morti oltre il quale il "disvalore" diventa moralmente intollerabile?
Dovremmo dar ragione a Nick e ritenere che ogni morto causato da un comportamento evitabile equivale ad un omicidio colposo? Se sì, non dovremmo fare in modo che non si verifichino anche i 10.000 morti per influenza causati da contagi accidentali, molti dei quali sicuramente evitabili con certe norme di comportamento?
I costi sociali si tradicono sempre, in modo o nell'altro, in un cambio dell'aspettativa di vita o della qualità della stessa. I soldi non spesi nella
prevenzione tumori verranno sperabilmente utilizzati in altri ambiti e, che so, aumenteranno la qualità della vita di altre persone. Qualsiasi azione si riflette con un cambio, seppur lieve, dell'aspettativa di vita nostra e di altri, e nessuno si comporta in modo da massimizzarla senza considerare gli altri fattori.
Una teoria morale di questo tipo porterebbe ad assurdità, equivarrebbe a dare alla vita peso infinito, che è un'approssimazione buona in molti casi ma quando sono coinvolte un gran numero di persone o quando si tratta di cambiare di poco l'aspettativa di vita di una persona a discapito dello stile di vita è chiaramente sbagliata (se si vuole che abbia un minimo di attinenza con la realtà).
Se ad andare a mangiare la pizza rischio di morire al 50% non ci vado, se ne ho una su un milione me ne frego. In questo modo mi sto comportando come se il valore della mia vita fosse compreso tra 2 e 1.000.000 di volte quello di una pizza. Poi si può restringere il range variando i numeri, è ovvio che non saranno valori fissi perchè uno raramente fa calcoli di questo tipo di fronte ad una scelta. Ma il caso del covid e dell'influenza è analogo (anche se con uno scarto numerico inferiore), se si mette in dubbio quello si deve questionare qualsiasi scelta nella vita quotidiana.