I Pirati all'Europarlamento!!

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Andy
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I Pirati all'Europarlamento!!

Messaggio da Andy »

Il Partito Pirata, per la prima volta nella storia, entrerà nel Parlamento Europeo, avendo ottenuto in Svezia il 7,4 per cento dei voti. Una svolta che racconta come muta il sentimento popolare intorno ai temi del copyright in internet, perché scopo principale del Partito Pirata è rivoluzionare le leggi sulla tutela del diritto d'autore. È un partito con diramazioni in vari Paesi europei, anche in Italia. Come ben sanno anche i suoi sostenitori, è però molto improbabile che si replichi da noi il successo svedese.

«Quella in Svezia è stata una bellissima vittoria, che probabilmente porterà al Partito Pirata due seggi in Parlamento. Nei giorni precedenti la votazione, era accreditato al 6 per cento. Insomma, non poteva andare meglio», dice a Repubblica.it Alessandro Bottoni, portavoce del Partito Pirata italiano.
In Svezia ha ottenuto 200 mila voti, contro i 35 mila del 2006, quando ha provato per la prima volta il salto in Europa. È ora il quinto partito in Svezia e, si calcola, il più popolare tra chi ha meno di 30 anni.

L'entusiasmo per questa prima volta deve però fare i conti con la realtà, spiega Bottoni: «Ci sono Partiti Pirata anche in Spagna, Germania, Francia, Polonia, Regno Unito, Italia, Finlandia. Ma solo in Svezia sono riusciti ad andare alle elezioni europee. In alcuni Paesi - Germania, Francia, Regno Unito - non sono riusciti a raccogliere abbastanza firme. In altri non ci hanno nemmeno provato», continua Bottoni. «E in Italia il massimo che siamo riusciti a fare è che mi sono candidato come indipendente nelle liste Sinistra e Libertà». Che non è riuscita a entrare nel Parlamento europeo.

«Da noi c'è molto meno interesse, rispetto alla Svezia, per i temi della libertà di internet e per la riforma del copyright. Credo che nei prossimi dieci anni almeno, il Partito Pirata non riuscirà a ottenere niente da noi». E la posizione del Partito Pirata italiano è pure più moderata di quella svedese. Se lì l'obiettivo è eliminare il copyright tout court, «da noi proponiamo un compromesso tra i diritti degli utenti, degli autori e degli editori. Non vogliamo abolire il copyright, ma rendere libero e legale lo scambio di opere tra utenti, purché non a scopo di lucro ma solo per uso personale».

Bottoni cerca di sensibilizzare la popolazione su questi temi, pur consapevole che l'impresa darà frutti forse solo sulle prossime generazioni. «In Europa però già la vittoria del partito svedese potrà cambiare qualcosa», aggiunge. «Un successo che si deve in parte al processo svedese contro Pirate Bay, ma non solo. È segno che i giovani vogliono ormai riconosciuto come diritto dei cittadini un'abitudine radicata, che vedono come normale: poter scambiare musica, film e giochi con i propri amici». Forse, adesso, «i governi saranno più cauti, abbandoneranno la linea dura contro il peer to peer, tutta a favore delle lobby dei copyright. Perché, con la vittoria svedese, sanno che sta crescendo un sentimento popolare ormai inarrestabile».

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Huggy_Bear
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Messaggio da Huggy_Bear »

in che consiste il gioco? :o
Andy
Massimo Carbone
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Re: I Pirati all'Europarlamento!!

Messaggio da Andy »

A proposito di pirati :(

Il declino della Baia dei pirati spento il baluardo del p2p

Il provider ha disconnesso il popolare sito di scambio illegale di file. Ordine di un giudice di Stoccolma che ha aperto un'inchiesta sull'acquisizione da parte di un'azienda svedese


Tutto lascia pensare che Pirate Bay vada ormai verso la fine. Il sito simbolo del peer to peer, e uno dei principali mezzi con cui gli utenti trovavano musica e film pirata via internet, da qualche ora è spento. E' quindi irraggiungibile in tutto il mondo. E' il frutto di un ordine di un giudice svedese: ha chiesto al principale provider di Pirate Bay (Black Internet) di disconnetterlo da internet: con la minaccia di una multa di 70 mila dollari, se il provider si fosse rifiutato. E' insomma come se il provider, che reggeva il filo che collegava Pirate Bay a internet, l'avesse dovuto
recidere di netto.

Pirate Bay, com'è nel suo stile, non si arrende: ha contattato un altro fornitore, per sostituire Black Internet, e assicura di poter tornare on line in giornata e totalmente funzionante già da domani. Promessa che non è detto possa essere mantenuta, ma anche se lo fosse non sono finiti qui i guai del portale. Va avanti il processo intrapreso dall'industria discografica (perso da Pirate Bay in primo grado), a cui si è sommato quello che nasce da una denuncia delle major di Hollywood, sempre per il reato di violazione del copyright.

Altre grane vengono dall'acquisizione, adesso a rischio. Un'azienda svedese, Global Gaming Factory, infatti aveva annunciato l'acquisto di Pirate Bay, ma adesso si moltiplicano le voci secondo cui non avrebbe una sufficiente copertura finanziaria. Dei 5,5 milioni di euro promessi per l'acquisto, ne avrebbe solo tre. Sono numerose le aziende svedesi che accusano Global Gaming Factory di insolvenza, per prestiti concessi. A completare il quadro di declino, qualche giorno fa il chairman di Global Gaming Factory si è dimesso.

Ma anche se alla fine Pirate Bay venisse acquistato, comunque si trasformerebbe in un sito molto diverso, certo non più baluardo del peer to peer illegale e senza limiti. Global Gaming Factory ha già annunciato, infatti, che lo renderà legale e a pagamento.

Certo è che gli utenti stanno già correndo ai ripari, al grido di "scarica una copia di Pirate Bay prima che scompaia". Un utente anonimo si è infatti procurato l'archivio, cioè quello che permette agli utenti di Pirate Bay di trovare i file che cercano, e l'ha messo su internet. Chiunque adesso può scaricare l'archivio e fare un sito clone di Pirate Bay. Cosa che è già avvenuta: su BtArena.net.

Continua insomma l'eterna caccia tra guardie e ladri per la pirateria su internet. Trova conferma un vecchio principio: anche se i fornitori di siti o servizi peer to peer finiscono nei guai e devono chiudere bottega, gli utenti trovano sempre nuovi modi per continuare a scaricare in barba a ogni copyright. I simboli del peer to peer possono morire. Ma la sua sostanza resta intatta.
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Andy
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Re: I Pirati all'Europarlamento!!

Messaggio da Andy »

http://www.corriere.it/economia/11_nove ... 85c1.shtml

La Corte Ue: «Su Internet vietati i "filtri"
per impedire i download di materiale pirata»
Storica sentenza della Corte di Giustizia Europea:
i provider non possono «frenare» l''accesso degli utenti

MILANO - Agli Internet provider non può essere richiesto di installare "filtri" che impediscano il download illegale di file o lo rendano disagevole. È quanto stabilisce una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea.

IL CASO - La Sabam, società belga che rappresenta scrittori, compositori ed editori, aveva provato che gli utenti di un provider di servizi Internet chiamato "Scarlet Extended" avevano trasferito file illegalmente. Un tribunale belga aveva ordinato alla Scarlet di installare a proprie spese un sistema per rendere ciò impossibile. Ma la Corte di giustizia europea ha stabilito che questo richiederebbe un controllo di tutte le comunicazioni elettroniche di tutti i clienti di Scarlet, violando i loro diritti e la legge comunitaria. In sostanza, la sentenza sancisce non si può determinare «a monte» - ovvero a livello di chi fornisce accesso alla Rete - , quali contenuti si possono scaricare e quali no. E a quale velocità.

«FINISCE BARBARIE GIURIDICA» - Numerose le reazioni di fronte a una sentenza che qualcuno no ha esitato a definire storica. «La sentenza della Corte di giustizia mette la parola fine ad una barbarie giuridica: quella di spacciare la censura come forma di protezione dei diritti economici degli editori (e non certo di quelli morali d'autore). Il filtraggio non serve ad acquisire prove di reato né a prevenirlo»: ha affermato Andrea Monti, presidente dell'Alcei, l'associazione per la libertà delle comunicazioni elettroniche interattive e componente dell'Advisory board di Privacy International. «Dunque il filtraggio non può essere usato come strumento di indagini da chiunque effettuate. Inoltre, parte dal presupposto che l'utente è colpevole fino a prova contraria. Il che è inaccettabile. Speriamo che questa sentenza stronchi per sempre ogni tentativo dell'Agcom italiana di emanare la famigerata delibera sulla tutela del copyright che vuole imporre il modello francese (ente che decide se tagliare o no il collegamento alla rete degli utenti) e che - in modo illegittimo - vuole sottrarre alla magistratura il compito di decidere cosa è illegale e cosa no».

«LIVELLI PATOLOGICI» - «Questa decisione è quanto mai tempestiva perché il ricorso al filtraggio, come alternativa al sequestro, ha raggiunto in Italia livelli patologici». Questo il commento di Paolo Nuti, presidente dell'Aiip, l'associazione Italiana Internet provider. «Ci attendiamo ora che si ponga fine alla deriva giurisprudenziale che ha portato i nostri tribunali a scambiare il filtraggio su Internet per una forma di sequestro - aggiunge Nuti - e che si arresti l'iter dei progetti di legge tesi a legittimare, in contrasto con la legislazione comunitaria, tale insensata ed incostituzionale deriva».

«LA SENTENZA NON FAVORISCE ILLEGALITA'» - «La decisione odierna della Corte di Giustizia sul caso Scarlet Extended SA, un fornitore di accesso a Internet, e la Sabam non ha nulla a che fare con il rispetto della legalità su Internet»: questa la precisazione del presidente di Confindustria Cultura Italia, Marco Polillo. «La sentenza conferma, invece, in maniera chiarissima - prosegue Polillo - che, ai fini del contrasto della pirateria online, l'Autorità Giudiziaria e gli Organi amministrativi di vigilanza, dopo aver accertato gli illeciti, possono ordinare provvedimenti di inibizione all'accesso attraverso il coinvolgimento degli intermediari».
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