Uno, cento, mille libri da buttare
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- Massimo Carbone
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Re: Uno, cento, mille libri da buttare
ci sono alcuni libri scritti in modo didascalico. Questo puo' dare fastidio, se la qualita' non e' di grande livello (alla Siddharta, direi) o sfocia anche nella cazzata (alla Alchimista). Il Piccolo Pincipe ha una qualita' tale da potersi permettere di essere didascalico senza suggerire verita', ma affermandole. Come The New World di Malick (meglio, anzi, ma per spiegare la tipologia).
In particolare, non credo che superero' mai in vita mia il problema del dolore che accompagna i legami. La volonta' di essere solo accompagnata a quella di avere legami.
In particolare, non credo che superero' mai in vita mia il problema del dolore che accompagna i legami. La volonta' di essere solo accompagnata a quella di avere legami.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Uno, cento, mille libri da buttare
Solo Backandbraille poteva deridere l'opera di Antoine de Saint-Exupéry.Nickognito ha scritto: Il Piccolo Pincipe ha una qualita' tale da potersi permettere di essere didascalico senza suggerire verita', ma affermandole.
Solo perchè, sacrilegio, la conoscono tutti.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: Uno, cento, mille libri da buttare
Il Piccolo Principe mi pare avere la profondità del simbolismo, senza la pesantezza dell'allegoria, e così forse non sfocia nel didascalico quanto potrebbe sembrare.Nickognito ha scritto:ci sono alcuni libri scritti in modo didascalico. Questo puo' dare fastidio, se la qualita' non e' di grande livello (alla Siddharta, direi) o sfocia anche nella cazzata (alla Alchimista). Il Piccolo Pincipe ha una qualita' tale da potersi permettere di essere didascalico senza suggerire verita', ma affermandole. Come The New World di Malick (meglio, anzi, ma per spiegare la tipologia).
In particolare, non credo che superero' mai in vita mia il problema del dolore che accompagna i legami. La volonta' di essere solo accompagnata a quella di avere legami.
Ci sono molti addii nel Piccolo Principe (il primo, con la rosa; gli addii agli abitanti dei pianeti; l'addio alla volpe, l'addio al protagonista): per il lettore (per il lettore adulto, intendo: e per adulto intendo anche un bambino dotato di senno) sono dolorosi (l'ultimo in maniera smaccata; il penultimo, con la volpe, credo si elabori solo una volta finitò il libro: Saint-Exupery, perché non hai scritto un capitolo, un solo altro capitolo, che parlasse di come la volpe e il principe attraversarono un prato, o come osservarono assieme un torrente?), perché tra il lettore ed i protagonisti si crea una relazione per la quale il dolore di uno è il dolore dell'altro: sentiamo gli stessi sentimenti quando Virgilio abbandona Dante; quando muore la piccola Nell; quando Frodo e Gandalf partono per l'Ovest; quando Gavroche è colpito sulle barricate; quando Alcesti si offre per il marito; quando Peter Pan decide di non svegliare la madre; nella madre che consegna ai monatti la figlia morta durante la peste nei Promessi Sposi.
È formidabile che Saint-Exupery riesca a creare questo legame in pochissime pagine: direi, è un caso unico.
Re: Uno, cento, mille libri da buttare
credo non abbia scritto quel capitolo in più perché lo lascia al lettore, non fa parte della fantasia teorica, ma di una scelta o meno pratica, è una scelta non un'ipotesi.
Se mi viene in mente un libro illegibile per me è Lila, il secondo Pirsig, una imitazione mal riuscita in forma di romanzo di Nietzsche.
Se mi viene in mente un libro illegibile per me è Lila, il secondo Pirsig, una imitazione mal riuscita in forma di romanzo di Nietzsche.
approccio concreto e pragmatico, frutto di esperienze, anche pesanti, maturate sul campo in contrapposizione con l'attitudine salottiera di questi utenti, perfettamente in linea con tanto mondo internettiano fatto di presunti esperti da tastiera. (cit.)
Re: Uno, cento, mille libri da buttare
È evidente il motivo di quella scelta: tuttavia non può esserci, per il lettore, un po' di rammarico, perché sarebbe stato un capitolo molto bello.ciccio ha scritto:credo non abbia scritto quel capitolo in più perché lo lascia al lettore, non fa parte della fantasia teorica, ma di una scelta o meno pratica, è una scelta non un'ipotesi.
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Re: Uno, cento, mille libri da buttare
L'autore di quell'articolo deve avere dei traumi irrisolti legati al Piccolo Principe, altrimenti tutto quell'astio nei confronti dell'opera di Saint-Exupéry è inspiegabile.
Quello che mi ha dato più fastidio è il suggerire che l’essere diffuso "quanto le Vigorsol o la ricarica da 10 euro" sia automaticamente una prova tangibile della sua mediocrità, imputandogli poi la gravissima colpa di annullare la concorrenza e sbarrare la strada verso altre letture più meritevoli.
Perché il punto centrale dell’articolo è questo: non il fatto che non gli piaccia la storia e come è scritta, che vabbè, son gusti; il reato capitale di cui si macchia il Piccolo Principe è quello di monopolizzare ogni anno le attenzioni di milioni di lettori impedendo a questi sventurati di arrivare a conoscere opere di maggior valore.
Ecco, mi sembra un’enorme cavolata.
Usando quello stesso ragionamento nell'arte si potrebbe dire, non so, che i celeberrimi puttini raffigurati nella Madonna Sistina di Raffaello, e talmente onnipresenti che manca solo una loro stampa su carta igienica, siano in realtà dei piccoli despoti che, gettando fumo negli occhi di chi compra le loro riproduzioni, ostacolano la fruizione di tele più pregiate.
E continuando sulla stessa falsariga del tizio: avete mai fatto caso che chi possiede copie di quegli odiosissimi angioletti è molto probabile che abbia in casa anche delle riproduzioni degli indici che si sfiorano nella Creazione di Adamo, e dei Girasoli di Van Gogh?
Ke kosa vuol dire???
Immagino che per il Nostro sarebbe un evidente segno della "bava invisibile di sedicente mediocrità" che unisce le suddette opere, le quali finiscono per cannibalizzare il restante mercato dell’arte.
Molto più semplicemente credo che esistano libri, o quadri, o canzoni ecc. che per tanti motivi si imprimono più di altri nell’inconscio collettivo, ma la loro larga diffusione non sempre è indirettamente proporzionale al valore dell'opera: in certi casi si tratta di ciofeche, in altri di autentici capolavori.
E in generale mi pare ragionevole pensare che se a una persona piace davvero leggere, dopo l’incontro con il Piccolo Principe non si fermerà lì o al Gabbiano Jonathan Livingston, ma continuerà ad esplorare i tanti altri mondi presenti nei libri.
Se al contrario si è solo dei lettori superficiali non esistono opere in grado di limitare la propria esperienza letteraria, proprio perché non è presente un grande interesse già in partenza.
Insomma, quell’articolo mi è sembrato solo uno sterile esercizio di a load of bullshit
Quello che mi ha dato più fastidio è il suggerire che l’essere diffuso "quanto le Vigorsol o la ricarica da 10 euro" sia automaticamente una prova tangibile della sua mediocrità, imputandogli poi la gravissima colpa di annullare la concorrenza e sbarrare la strada verso altre letture più meritevoli.
Perché il punto centrale dell’articolo è questo: non il fatto che non gli piaccia la storia e come è scritta, che vabbè, son gusti; il reato capitale di cui si macchia il Piccolo Principe è quello di monopolizzare ogni anno le attenzioni di milioni di lettori impedendo a questi sventurati di arrivare a conoscere opere di maggior valore.
Ecco, mi sembra un’enorme cavolata.
Usando quello stesso ragionamento nell'arte si potrebbe dire, non so, che i celeberrimi puttini raffigurati nella Madonna Sistina di Raffaello, e talmente onnipresenti che manca solo una loro stampa su carta igienica, siano in realtà dei piccoli despoti che, gettando fumo negli occhi di chi compra le loro riproduzioni, ostacolano la fruizione di tele più pregiate.
E continuando sulla stessa falsariga del tizio: avete mai fatto caso che chi possiede copie di quegli odiosissimi angioletti è molto probabile che abbia in casa anche delle riproduzioni degli indici che si sfiorano nella Creazione di Adamo, e dei Girasoli di Van Gogh?
Ke kosa vuol dire???
Immagino che per il Nostro sarebbe un evidente segno della "bava invisibile di sedicente mediocrità" che unisce le suddette opere, le quali finiscono per cannibalizzare il restante mercato dell’arte.
Molto più semplicemente credo che esistano libri, o quadri, o canzoni ecc. che per tanti motivi si imprimono più di altri nell’inconscio collettivo, ma la loro larga diffusione non sempre è indirettamente proporzionale al valore dell'opera: in certi casi si tratta di ciofeche, in altri di autentici capolavori.
E in generale mi pare ragionevole pensare che se a una persona piace davvero leggere, dopo l’incontro con il Piccolo Principe non si fermerà lì o al Gabbiano Jonathan Livingston, ma continuerà ad esplorare i tanti altri mondi presenti nei libri.
Se al contrario si è solo dei lettori superficiali non esistono opere in grado di limitare la propria esperienza letteraria, proprio perché non è presente un grande interesse già in partenza.
Insomma, quell’articolo mi è sembrato solo uno sterile esercizio di a load of bullshit
"If you can keep your head when all around you have lost theirs, then you probably haven't understood the seriousness of the situation."
(David Brent)
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Re: Uno, cento, mille libri da buttare
Se qualcuno volesse citare il dialogo di Riggan Thompson con la critica del NY Times, ecco, direi che si accosta perfettamente all'articolo ed al soggetto in questione.
Quanto devono essere frustrate certe persone, per sentirsi importanti spalando merda su capolavori che probabilmente neanche comprendono?
Quanto devono essere frustrate certe persone, per sentirsi importanti spalando merda su capolavori che probabilmente neanche comprendono?
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Re: Uno, cento, mille libri da buttare
Janie Jones ha scritto:L'autore di quell'articolo deve avere dei traumi irrisolti legati al Piccolo Principe, altrimenti tutto quell'astio nei confronti dell'opera di Saint-Exupéry è inspiegabile.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Uno, cento, mille libri da buttare
Sarebbe bastato che una cerbiatta gli avesse citato qualcosa de Il Piccolo Principe e Backhand saprebbe a memoria l'opera omnia di Saint-Exùpery, invece devono avergli parlato di Philiph Roth
Re: Uno, cento, mille libri da buttare
C'è da dire che nell'ultimo anno ne è uscita parecchia, di merdre.
(lo so, è mattino presto e si rischia di rimettere caffè e croissant)
(lo so, è mattino presto e si rischia di rimettere caffè e croissant)
"Together we will make MyMag Metal again"
Re: Uno, cento, mille libri da buttare
Titolo del libro della Santanchè geniale comunque
Re: Uno, cento, mille libri da buttare
Gliel'ha suggerito il suo ghost writer, un certo PindaroMultivac ha scritto:Titolo del libro della Santanchè geniale comunque
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