Amor Fou

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RaphaEl
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Amor Fou

Messaggio da RaphaEl »

Tempo fa in un locale qui a Benevento ebbi la fortuna di partecipare a una serata live degli amor fou, gruppo di cui fino ad allora ignoravo l'esistenza.
Per testi, vena cantautoriale, simpatia "a pelle" apprezzai il concerto e comprai quello che scoprì essere il loro primo cd "La stagione del cannibale". L'ascolto casalingo confermò quanto di buono avevo intuito dal vivo.
Oggi sulla bacheca facebook di un'amica mi imbatto in un loro nuovo pezzo "Peccatori in blue jeans" (che avevo già ascoltato live nella serata d'incontro) non potendo sfuggire a invischiarmi di nuovo nella loro musica.
Intanto sono stati notati dalla EMI e il nuovo disco uscirà il 4 maggio...questo intanto è il singolo...

http://www.youtube.com/watch?v=1BFmQDgIhyg

(l'incorporamento disattivato non mi consente di sfruttare la novità maimegghiana di inserimento video)
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miguel
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Re: Amor Fou

Messaggio da miguel »

alessandro raina uno dei componenti del gruppo ha già fatto molte cose ... tutte interessanti prova a cercare "to the antipole" dei noorda gruppo che formo' assieme a cesare malfatti dei la crus, tra le altre cose ha anche cantato in un disco dei giardini di miro (se ricordo bene "punk not diet").. tutti dischi nettamente sopra la media....
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Re: Amor Fou

Messaggio da RaphaEl »

miguel ha scritto:alessandro raina uno dei componenti del gruppo ha già fatto molte cose ... tutte interessanti prova a cercare "to the antipole" dei noorda gruppo che formo' assieme a cesare malfatti dei la crus, tra le altre cose ha anche cantato in un disco dei giardini di miro (se ricordo bene "punk not diet").. tutti dischi nettamente sopra la media....
grazie miguel. sapevo dei giardini di mirò ma ignoravo l'esperienza noorda...provo a mettermi sulle tracce...
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Re: Amor Fou

Messaggio da RussianTennisGods »

ascolterò, il nome di alessandro raina dice qualcosa anche a me ma non ricordo esattamente cosa.
Ildiavolovestemilan wrote:
Bravo Nasty, finalmente qualcuno che mi capisce...
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Re: Amor Fou

Messaggio da RaphaEl »

Polemiche sul brano De Pedis, visto da Alemanno come un tentativo di 'indulgenza' verso un mondo criminoso e violento. questo il testo, più che altro incentrato sul travaglio interiore, un po' tra crimini e la sepoltura in Sant'Apollinare.

Arrivederci primo amore mio
chi si violenta gode
arrivederci Padre
scusi se
non ho saputo ritrovare Dio
cercando solo in me.
Anche se ho visto certe cose che
offendono la sua bellezza,
se le sue mani mi volessero
le sposerei con le mie mani
mi direi che questa vita no
non è finita.
Arriverderci Roma scusa se
ti ho ricordato che si muore
arriverderci giovinezza mia
Trastevere di brutte cose
ricordati di me
Anche se ho fatto certe cose che
amplificano la mia vanità
se le tue mani mi volessero
le sposerei tra le mie mani
ti direi che questa vita no
non è possibile, non è possibile.


beh a mio avviso, l'unica "colpa", che tale non è, degli amor fou è aver voluto sfruttare la rinnovata notorietà della vicenda. l'uscita istituzionale di alemanno abbastanza ingiustificata, verrebbe da pensare "da che pulpito".
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Re: Amor Fou

Messaggio da RaphaEl »

questa la risposta di alessandro raina...


Gentile Sindaco Alemanno,

In relazione alla pubblicazione del brano 'De Pedis', da me composto insieme
al gruppo Amor Fou, Lei ha dichiarato che sarebbe in atto "il tentativo di
dipingere in maniera romantica una vicenda brutta e criminale". Cercherò di
replicarLe con completezza auspicando di poter trarre elementi costruttivi
da un'inattesa occasione di confronto fra alcune istanze della mia
professione e le Istituzioni che Lei rappresenta.

Confido nella Sua volontà di non sprecare l'ennesima opportunità per
approfondire le ragioni dei fraintendimenti che troppo spesso contaminano il
rapporto fra autori e Istituzioni in Italia, danneggiando la qualità della
vita di ognuno di noi.

Premetto di avere condiviso le Sue perplessità circa l'uso di statue di
polistirolo raffiguranti quattro boss della Magliana al solo scopo di
promuovere una fiction tv. Non posso però non ricordare di avere seguito la
fiction stessa in onda su Canale 5, ovvero sulle reti di proprietà del
nostro premier che pure di recente ha denunciato un' eccessiva
spettacolarizzazione del crimine, e non ricordo inviti a boicottare la visione
da parte di nessun esponente politico della Sua area.
Premetto di aver enormemente apprezzato la decisione del Ministero
di Giustizia di riaprire le indagini sulla morte di Pierpaolo Pasolini,
sollecitate dalla diffusione di un filmato del povero Sergio Citti
e dalle parole di Walter Veltroni.

Ciò premesso vorrei poterLe chiarire alcuni presupposti della mia
professione di cantautore.

Se ho scelto di dedicare la mia vita alla musica e alla cultura del nostro
paese, è anche perché sono stato educato a valori e a gesti che per decenni
hanno reso l'Italia una culla esemplare di civiltà e una fucina inesauribile
di contenuti. Un'Italia che sapeva ancora produrre da sè gli anticorpi per
cercare di guarire da certe malattie croniche, in cui le parole di condanna
di un giovane Giulio Andreotti non scalfivano la verità di un capolavoro
come 'Umberto D.' di Vittorio De Sica, girato al fine di rappresentare la
meschinità del paese reale. Gettando luce sulle miserie morali di un'Italia
in piena ricostruzione non credo che De Sica amasse meno gli italiani. Credo
anzi che cercasse di aiutarli a rispettarsi e a capirsi di piu' e credo che
questa missione vada condivisa tanto dagli artisti quanto dalla politica che
Lei rappresenta.


Nel Liceo di provincia che mi sono onorato di frequentare studiammo i
classici greci e scoprimmo che nella cultura europea, grazie al realismo di
Euripide, l'eroe non è sempre un risoluto protagonista positivo, ma sovente
una persona problematica ed insicura, non priva di conflitti interiori.
Imparammo che già nel quinto secolo avanti Cristo, attraverso l'arte, la
tormentata sensibilità e le pulsioni irrazionali e distruttive di un uomo potevano
scontrarsi con la ragione e con la morale degli spettatori a cui quest'arte
era proposta. Da questa esperienza non sorgeva mai un'esigenza di censura,
ma un momento di identificazione collettiva. Esattamente quello che accade
oggi a milioni di persone, non tanto davanti alle opere di Ronconi ma - piu'
sovente - alle puntate del Grande Fratello.

La lezione dei tragici greci non l'ho mai dimenticata e forse mi è servita
ad elaborare meglio l'insensatezza dell'agire umano, del crimine, della
volontà di sopruso che percorre la nostra storia. Non so quali intenti
abbiano animato Giancarlo De Cataldo, Michele Placido, Paolo Sorrentino,
Roberto Saviano, Matteo Garrone, Francesco Rosi e i grandi registi
del cinema di inchiesta nell'atto di rappresentare personalità così spietate
nell'imporre la legge del crimine.

Sono certo però non lo abbiano fatto per fomentare il disordine
sociale.

Le scrivo dunque sulla base delle ragioni che Lei adotta per stigmatizzare
la mia presunta ' indulgenza ' verso certe tematiche, confidando nel fatto
che anche Lei condivida che certe tematiche vadano in qualche modo
documentate. Secondo il Suo collega Renato Brunetta infatti è quasi solo il
potenziale commerciale a determinare il valore e la 'sostenibilità' di
un'opera culturale. Va da sè che se questa tesi venisse applicata alla
storia del cinema nessun produttore avrebbe mai investito un centesimo su
molti capolavori dal modestissimo appeal commerciale, privando la nostra
esistenza della visione di certe opere di Pietro Germi, De Sica o
Michelangelo Antonioni.

Mai come oggi, di fronte alla disarmante rimozione di senso civico che
riguarda e coinvolge ognuno di noi, sarebbe d'uopo riconoscere il reciproco
ruolo, e rilanciare un confronto reale fra autori, cittadini e istituzioni
che rifletta sugli strumenti di cui disponiamo per
comprendere meglio la quotidianità, siano essi esempi viventi, film, dischi,
saggi o occasioni di confronto pubblico. Comprendendo e approfondendo certi
contenuti prima di censurarli forse riusciremmo a tutelare l'elemento
divulgativo che l'arte, così come la politica al pari dell'insegnamento
scolastico, deve recuperare pienamente per fronteggiare la catastrofe del
disimpegno. Ci riapproprieremmo di una parvenza di valore civile. E forse
eviteremmo una volta per tutte i fraintendimenti alla base del Suo
intervento.

Ho 32 anni e qualcosa ho fatto in tempo a vedere.

Ricordo per esempio un 30 Marzo a Roma, il giorno della la morte di Peppe Dimitri,
un nome che Lei conosce bene. Ricordo nodi di rune sui muri della città, che non Vi
premuraste di far cancellare. Ricordo un'orazione funebre che citò l'Iliade
e un feretro sorretto anche dalle Sue braccia, circondato da persone
dispostesi in modo da rappresentare una runa a forma di freccia.
Mi chiedo se Lei si sia posto, nel celebrare la memoria di un amico attraverso
quei simboli, il problema del rischio di far involontariamente apparire
romantica, o esemplare, una vicenda - ovvero l'eversione e chi ne fece parte - dai risvolti storicamente, per usare le Sue parole, brutti e criminali.

Avrei potuto dedicare una canzone alla pubblica rappresentazione di cotanto
idealismo e della storia tragica che questo idealismo rievocava attraverso
quel rito funebre. Avrei potuto scrivere ispirandomi alla figura di Peppe Dimitri o
a quella del militante di Prima Linea Roberto Rosso, poiché entrambi,
hanno rappresentato esistenze emblematiche per la nostra memoria collettiva, esistenze il
cui idealismo assunse contorni drammatici e distruttivi.
Un idealismo che insanguinò la capitale e l'Italia non meno dei crimini commessi
da Enrico De Pedis.

Le assicuro che li avrei considerati, innanzitutto, uomini, perché credo che
una canzone - che nessuno, né l'autore né l'ascoltatore, deve mai confondere
con un manifesto ideologico - possa dire moltissimo sulla condizione umana.
Ce lo insegnano De Andrè, Luigi Tenco, Piero Ciampi e tanti altri.

Vorrei poter convenire con Lei che la presunta 'cattiva pubblicità' sia la
causa prima di tanti comportamenti antisociali, ma Lei sa bene che la
realtà, i suoi simboli ed i suoi riti, sono cosa molto piu' complessa di una
mera legge di causa-effetto. La storia ci consegna eroi positivi, negativi e
uomini qualunque che spesso riassumono entrambe le polarità. E' compito di
ognuno di noi farsi trovare lucido al cospetto di quanto ci appare
controverso o scandaloso, al fine di evitare le mistificazioni del moralismo
e dell'ideologia.

Che certi personaggi abbiano i tratti seducenti di qualche sanguinario eroe
gotico o le sembianze grottesche dei compagni di merende non deve incidere
sulla nostra facoltà di comprensione. Non è l'oblio forzato, non è il
divieto a rappresentare il peggio di noi stessi che ci permette di elaborare
ed esorcizzare il malvagio.

A volte la vita, sig. Alemanno, è di per sè romanzesca, nei suoi momenti di
epica, di grandezza e di miseria. Proprio per questa ragione non è con il
metro della censura, ma innanzitutto con pazienza e sensibilità, che ci si
dovrebbe accostare all'arte che, di tanto in tanto, camminando sul filo,
cerca di rappresentare una piccola parte della nostra vita attraverso una
canzone e la responsabilità che ci si assume nell'atto di condividerla.

In quest'ottica Le ripropongo, congedandomi, le bellissime parole di
Francesco Rosi..

"L'arte si accompagna sempre a una sofferenza. (...) Non si è mai sicuri di
aver raggiunto la verità di quello che si voleva dire, mai certi di essere
capaci di assumersi la responsabilità del legame fra sé e gli altri. Non si
può essere solitari. La creazione in origine è certamente un atto solitario,
ma l'oggetto della creazione appartiene a tutti, è un oggetto sociale.
Essere creatore deriva da questa esigenza: ci si rende conto di avere una
responsabilità nei confronti di tutti, e occorre assumersela completamente,
malgrado i dubbi e le sofferenze."



Cordialmente

Alessandro Raina

Milano

13.06.2010
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Re: Amor Fou

Messaggio da RaphaEl »

ieri sera li ho visti dal vivo per l'ennesima volta e, nonostante un impianto di amplificazione non perfetto e la gelida serata, mi regalano sempre più convinzione nelle loro capacità. Ho riscontrato un sound più pesante, rock, rispetto a serate precedenti ma lo stile, in senso lato, si è palesato intatto. Le reminescenze baustelliane si affacciano non di rado.
Chapeau, stanno macinando (e facendo) strada.
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Re: Amor Fou

Messaggio da Mp1 »

Gli sto scoprendo negli ultimi mesi, sono veramente bravi, e concordo con te su tutto tranne che sui live, in quanto non ho potuto mai assistervi... I moralisti mi piace sempre di più, un bel mix negli arrangiamenti, testi notevoli.
Okefenokee ha scritto:Senza curiosità, cultura, educazione civica e civile, voglia di informarsi, di capire, di studiare, non si va da nessuna parte.
Pitone ha scritto:Non serve schifare, basta evitare.
RaphaEl
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Re: Amor Fou

Messaggio da RaphaEl »

non male i live mp1. l'altro ieri si sono lanciati anche in una cover di prospettiva nevski, abbastanza fedele all'originale di battiato e adatta alla temperatura della serata avellinese.
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Re: Amor Fou

Messaggio da Mp1 »

Grande primo singolo, fresco, immediato, ben fatto. Si chiama Alì e ha anticipato il nuovo album 100 giorni da oggi, uscito da una settimana. Bene, poche volte mi è capitato di consumare così un disco: vario, musicalmente Vivo, di ampio respiro, spazia dall'elettronica al beat a qualche accenno ad un Battisti più ricercato e meno celebre al grande pubblico.

Sono tutte belle, tutte. Occhio perché si candida a disco italiano dell'anno.
Okefenokee ha scritto:Senza curiosità, cultura, educazione civica e civile, voglia di informarsi, di capire, di studiare, non si va da nessuna parte.
Pitone ha scritto:Non serve schifare, basta evitare.
_Kafelnikov_
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Re: Amor Fou

Messaggio da _Kafelnikov_ »

sentito il singolo grazie al post di russian.
piace anche a me, sentirò l'album tra un po di tempo.
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Re: Amor Fou

Messaggio da RussianTennisGods »

Raina è un grande, ottima mente pensante oltre che bravo autore.
Ildiavolovestemilan wrote:
Bravo Nasty, finalmente qualcuno che mi capisce...
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