la quota di maggioranza?balbysauro ha scritto:e anche Paoolino alla fine ha ceduto
The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
manchi solo tebalbysauro ha scritto:e anche Paoolino alla fine ha ceduto
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
tuborovescio ha scritto:la quota di maggioranza?balbysauro ha scritto:e anche Paoolino alla fine ha ceduto
ah, di sicuro ora non comanda lui
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
In realtà ha ceduto lei.balbysauro ha scritto:e anche Paoolino alla fine ha ceduto
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
paoolino ha scritto:In realtà ha ceduto lei.balbysauro ha scritto:e anche Paoolino alla fine ha ceduto
Quasi il mio stesso giorno, e stesso giorni di Fool, quasi
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
Vabbè, spostiamoci qui che è meglio.BackhandWinner ha scritto:Il manualetto di Eva che citi è stato uno dei primi miei punti di riferimento a Filosofia, insieme all'immancabile Santambrogio per Laterza.scooter ha scritto:Benché non fosse parte integrante di alcuna bibliografia obbligatoria (se non erro), nel mio percorso di studi (anch'io laureato in filosofia del linguaggio) trovai molto utile per la sua chiarezza l'ottimo "La teoria del significato".Nickognito ha scritto:
Frege, Wittgenstein e Dummett sono autori di tre dei primi 5 libri di filosofia che ho letto, lei non la conosco per quanto il nome mi suoni familiare.
PS: saltare da Frege a Wittgenstein senza passare da Russell è un po' come non aver visto "L'impero colpisce ancora"
A quel tempo si passava (tutti o quasi) per l'italiano invece che per la manualistica anglosassone, prima di avventurarsi sui testi originali (e, non nascondiamolo, nonostante l'ottimo livello di molta manualistica italiana, come quella citata, il livello anglosassone era ed è comunque più alto).
Io 'L'impero colpisce ancora' non l'ho visto, ma ho studiato Russell non meno di Frege (ma entrambi qualcosa meno di Wittgenstein, che spopolava nei corsi di Filosofia del Linguaggio e Teoretica)
Sì, Santambrogio ottimo così come (benché forse un pochino troppo superficiale, ma la cosa era abbastanza intenzionale) il manuale introduttivo di Casaleggio (ed. Carocci) che fu mio relatore.
Per Wittgenstein consigliatissimi la guida alla lettura del Tractatus di Frascolla (anche questo ed. Carocci) e la bellissima biografia (che non è solo una biografia in senso stretto) di Monk (ed. Bompiani).
L'impero colpisce ancora più consigliato di tutti questi messi insieme!
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
Non so, sempre pensato che per Wittgenstein non servano guide, meglio leggerlo direttamente. Per gli altri due si, soprattutto Frege, aiuta.
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
Letti tutti quelli che hai citato, Casaleggio anche ottimo manuale, com'è stato come docente e Relatore? A Torino o Milano? Non ricordo...scooter ha scritto:Vabbè, spostiamoci qui che è meglio.BackhandWinner ha scritto:Il manualetto di Eva che citi è stato uno dei primi miei punti di riferimento a Filosofia, insieme all'immancabile Santambrogio per Laterza.scooter ha scritto: Benché non fosse parte integrante di alcuna bibliografia obbligatoria (se non erro), nel mio percorso di studi (anch'io laureato in filosofia del linguaggio) trovai molto utile per la sua chiarezza l'ottimo "La teoria del significato".
PS: saltare da Frege a Wittgenstein senza passare da Russell è un po' come non aver visto "L'impero colpisce ancora"
A quel tempo si passava (tutti o quasi) per l'italiano invece che per la manualistica anglosassone, prima di avventurarsi sui testi originali (e, non nascondiamolo, nonostante l'ottimo livello di molta manualistica italiana, come quella citata, il livello anglosassone era ed è comunque più alto).
Io 'L'impero colpisce ancora' non l'ho visto, ma ho studiato Russell non meno di Frege (ma entrambi qualcosa meno di Wittgenstein, che spopolava nei corsi di Filosofia del Linguaggio e Teoretica)
Sì, Santambrogio ottimo così come (benché forse un pochino troppo superficiale, ma la cosa era abbastanza intenzionale) il manuale introduttivo di Casaleggio (ed. Carocci) che fu mio relatore.
Per Wittgenstein consigliatissimi la guida alla lettura del Tractatus di Frascolla (anche questo ed. Carocci) e la bellissima biografia (che non è solo una biografia in senso stretto) di Monk (ed. Bompiani).
L'impero colpisce ancora più consigliato di tutti questi messi insieme!
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
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Fu un relatore molto disponibile e attento (a parte una giusta cazziata che mi fece perché a un certo punto ero sparito nel nulla, salvo poi rifarmi vivo dopo 4 o 5 mesi); come docente non saprei dire perché causa lavoro non ebbi la possibilità di seguire le sue lezioni se non in un paio di occasioni.
Fu un relatore molto disponibile e attento (a parte una giusta cazziata che mi fece perché a un certo punto ero sparito nel nulla, salvo poi rifarmi vivo dopo 4 o 5 mesi); come docente non saprei dire perché causa lavoro non ebbi la possibilità di seguire le sue lezioni se non in un paio di occasioni.
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
Dò seguito alla parentesi sul libero arbitrio che si è aperta nel topic dedicato al film Joker.
Vorrei dire la mia ad ugly.
E' chiaro che se vedo un evento ex-post, la probabilità a posteriori che quell'evento si verifichi sarà pari al 100%.
Che probabilità c'era che ieri fossi vestito con una camicia bianca, dato che ieri ho scelto di mettermi una camicia bianca?
Chiaro, che quella probabilità sarà pari a 1. Ma in questo modo si elimina il concetto di casualità: tutta la realtà è un'unica concatenazione di eventi predeterminati l'uno dopo l'altro.
E' una visione che non mi convince, e in particolare non mi convince per le azioni umane. Io penso che qui si debba guardare alla probabilità a priori.
Con quale probabilità un soggetto effettuerà una determinata scelta se agire in un modo o in un altro?
Se accettiamo che esiste una probabilità a priori, allora deve esistere il libero arbitrio. In particolare, a mio modo di vedere, il libero arbitrio si estrinseca più o meno fortemente a seconda delle situazioni.
Un soggetto che effettua un'azione sulla base del puro istinto, non sta usando il libero arbitrio.
Un soggetto che effettua un'azione sulla base di un ragionamento che comporta un'analisi delle conseguenze che determina il fare o non fare questa sua azione, sta usando il libero arbitrio.
Vorrei dire la mia ad ugly.
Non mi convince l'accezione di probabilità che viene usata in questa argomentazione.Esatto, se non avessi risposto c’era il 100% di possibilità che non l’avresti fatto, alla fine il cervello umano è come un computer, dato uno stato e dato l’input hai un certo output.
È come dice Nickognito, l’influenza del mondo esterno è determinante perché va a formare lo stato, questa è una idea che molti accettano, che se cresci in una famiglia di camorristi e diventi camorrista non è proprio tutta colpa tua. Ma in realtà in nessun momento si è davvero liberi di prendere una decisione diversa da quella presa, ed è vero istante per istante per tutta la vita, ma questa è un’idea che mette a disagio la maggior parte delle persone, che si sentono spaesate senza l’idea del libero arbitrio.
E' chiaro che se vedo un evento ex-post, la probabilità a posteriori che quell'evento si verifichi sarà pari al 100%.
Che probabilità c'era che ieri fossi vestito con una camicia bianca, dato che ieri ho scelto di mettermi una camicia bianca?
Chiaro, che quella probabilità sarà pari a 1. Ma in questo modo si elimina il concetto di casualità: tutta la realtà è un'unica concatenazione di eventi predeterminati l'uno dopo l'altro.
E' una visione che non mi convince, e in particolare non mi convince per le azioni umane. Io penso che qui si debba guardare alla probabilità a priori.
Con quale probabilità un soggetto effettuerà una determinata scelta se agire in un modo o in un altro?
Se accettiamo che esiste una probabilità a priori, allora deve esistere il libero arbitrio. In particolare, a mio modo di vedere, il libero arbitrio si estrinseca più o meno fortemente a seconda delle situazioni.
Un soggetto che effettua un'azione sulla base del puro istinto, non sta usando il libero arbitrio.
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
Beh, visto che non siamo dei onniscienti, non capisco cosa ha a che fare la probabilita' a priori da parte nostra con i fatti.paoolino ha scritto: Con quale probabilità un soggetto effettuerà una determinata scelta se agire in un modo o in un altro?
perche'? La probabilita' a priori esiste anche che un sasso cada dalla Marmolada, quindi il sasso ha libero arbitrio?Se accettiamo che esiste una probabilità a priori, allora deve esistere il libero arbitrio.
Be, mi sembra quasi l' opposto, a esagerare .Un soggetto che effettua un'azione sulla base del puro istinto, non sta usando il libero arbitrio.
Un soggetto che effettua un'azione sulla base di un ragionamento che comporta un'analisi delle conseguenze che determina il fare o non fare questa sua azione, sta usando il libero arbitrio.
L'analisi delle conseguenze, di solito, che significa? Significa fare in modo di essere determinati ancora meglio.
Per dire: se mi dici 'vai a destra o a sinistra?' Se scelgo d'istinto, forse, posso dire che ho scelto io.
Se invece, ragionando, scopro che a destra c'e' la Pironkova nuda che mi offre un miliardo di euro e una buonissima cenetta e a sinistra c'e' Gegia nuda che mi costringe a sgozzare mia nipote e poi mi manda in un campo nazista, mi sembra che la mia scelta dopo sara' automatica...
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
Forse parlare di probabilita' in questo contesto e' inesatto, ma era per esprimere il fatto che nel momento in cui hai scelto una camicia bianca non avresti potuto fare una scelta diversa. La tua decisione e' frutto di condizionamenti culturali, delle mode, della situazione contingente (quello che avevi in quel momento di pulito nell'armadio), del tuo gusto personale maturato in anni di esperienza, e cosi' via, ma tutto questo in quell'istante faceva si' che avresti compiuto quella scelta e non un'altra. Tornando indietro nel tempo di 24 ore, posto esattamente nella stessa situazione, senza memoria degli eventi futuri, compiresti la stessa scelta. O se vuoi aggiungere un fattore di casualita' alla vicenda, diciamo che c'e' nel cervello un sistema randomico che contribuisce alla scelta per cui avresti potuto scegliere la camicia bianca o quella azzurra. Anche in questo caso per definizione la scelta e' comunque aleatoria e il libero arbitrio non compare affatto nella situazione.paoolino ha scritto:Dò seguito alla parentesi sul libero arbitrio che si è aperta nel topic dedicato al film Joker.
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Non mi convince l'accezione di probabilità che viene usata in questa argomentazione.Esatto, se non avessi risposto c’era il 100% di possibilità che non l’avresti fatto, alla fine il cervello umano è come un computer, dato uno stato e dato l’input hai un certo output.
È come dice Nickognito, l’influenza del mondo esterno è determinante perché va a formare lo stato, questa è una idea che molti accettano, che se cresci in una famiglia di camorristi e diventi camorrista non è proprio tutta colpa tua. Ma in realtà in nessun momento si è davvero liberi di prendere una decisione diversa da quella presa, ed è vero istante per istante per tutta la vita, ma questa è un’idea che mette a disagio la maggior parte delle persone, che si sentono spaesate senza l’idea del libero arbitrio.
E' chiaro che se vedo un evento ex-post, la probabilità a posteriori che quell'evento si verifichi sarà pari al 100%.
Che probabilità c'era che ieri fossi vestito con una camicia bianca, dato che ieri ho scelto di mettermi una camicia bianca?
Chiaro, che quella probabilità sarà pari a 1. Ma in questo modo si elimina il concetto di casualità: tutta la realtà è un'unica concatenazione di eventi predeterminati l'uno dopo l'altro.
E' una visione che non mi convince, e in particolare non mi convince per le azioni umane. Io penso che qui si debba guardare alla probabilità a priori.
Con quale probabilità un soggetto effettuerà una determinata scelta se agire in un modo o in un altro?
Se accettiamo che esiste una probabilità a priori, allora deve esistere il libero arbitrio. In particolare, a mio modo di vedere, il libero arbitrio si estrinseca più o meno fortemente a seconda delle situazioni.
Un soggetto che effettua un'azione sulla base del puro istinto, non sta usando il libero arbitrio.
Un soggetto che effettua un'azione sulla base di un ragionamento che comporta un'analisi delle conseguenze che determina il fare o non fare questa sua azione, sta usando il libero arbitrio.
Tu puoi pensare: Ma non e' predeterminato, io ho scelto di mia spontanea volonta' la camicia bianca perche' stava bene con i pantaloni scuri!. Ma e' come dire, che un programma che gioca a scacchi, quando gli viene data una posizione da analizzare potrebbe scegliere una mossa invece di un'altra. Certo che c'e' un insieme di mosse valide tra cui scegliere, ma poi la mossa scelta, in quella posizione, con quel programma, quei dati in memoria e quell'hardware sara' sempre la stessa. Anche se esistesse un vero generatore di numeri casuali da usare nell'algoritmo (e in informatica non esiste davvero) la mossa scelta sarebbe comunque sempre la stessa dato il numero casuale generato.
In questo senso il libero arbitrio e' un' illusione quando un soggetto effettua un'azione sulla base di un ragionamento esattamente come quando effettua un'azione sulla base del puro istinto.
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
Posto qui che e' meno offtopic.
Avevo parlato di una tesina che faro' a fine anno sul problema del presentismo / eternalismo.
Preciso che sara' una breve tesina compilativa e non mi occupero' per nulla di argomentare a favore o contro una o l'altra posizione, ne' faro' distinzioni tra teoria A e B del tempo o altre varie teorie alternative.
Il tema sara' sulle implicazioni esistenziali (emotive, di approccio alla vita, alla morte, e cosi' via) che derivano dal credere in una o nell'altra posizione e anche se una delle due posizioni sia preferibile (indipendentemente dalla sua verita' o meno). Il tema andra' ancora molto ristretto, per cui se uno avessere suggerimenti di cosa e' piu' interessante approfondire al riguardo, ogni idea e bene accetta.
Al momento alcuni dei temi possibili sono:
- Preferibilita' generale di un mondo presentista / eternista (rispetto al bene/male totale presente, ad esempio)
- Futuro aperto/predeterminato (se l'eternismo implichi o meno un futuro predeterminato e conseguenze per la vita sociale)
- Eventuali differenze nel caso di assenza di libero arbitrio nel presentismo rispetto all'eternalismo per la vita sociale
- Importanza del tempo presente o eterno (del tipo epicurea vs. stoica)
- La percezione di noi stessi a livello personale nelle due concezioni
- Il ruolo del male e della sofferenza nelle due concezioni (se rimane per sempre, se e' solo quello presente, se solo il tempo ci fa capire se qualcosa e' bene o in realta' diventa male e viceversa)
- in generale, se ci sono differenze esistenziali o meno credendo in uno dei due sistemi
- se esiste un tempo personale diverso dal tempo della fisica (e si possa credere in entrambi)
- la preferenza di uno dei due mondi in caso di possibilita' di viaggi nel tempo
(e altri che aggiungero', diciamo che diversi temi in realta' li ho gia' esclusi, ma insomma).
Avevo parlato di una tesina che faro' a fine anno sul problema del presentismo / eternalismo.
Preciso che sara' una breve tesina compilativa e non mi occupero' per nulla di argomentare a favore o contro una o l'altra posizione, ne' faro' distinzioni tra teoria A e B del tempo o altre varie teorie alternative.
Il tema sara' sulle implicazioni esistenziali (emotive, di approccio alla vita, alla morte, e cosi' via) che derivano dal credere in una o nell'altra posizione e anche se una delle due posizioni sia preferibile (indipendentemente dalla sua verita' o meno). Il tema andra' ancora molto ristretto, per cui se uno avessere suggerimenti di cosa e' piu' interessante approfondire al riguardo, ogni idea e bene accetta.
Al momento alcuni dei temi possibili sono:
- Preferibilita' generale di un mondo presentista / eternista (rispetto al bene/male totale presente, ad esempio)
- Futuro aperto/predeterminato (se l'eternismo implichi o meno un futuro predeterminato e conseguenze per la vita sociale)
- Eventuali differenze nel caso di assenza di libero arbitrio nel presentismo rispetto all'eternalismo per la vita sociale
- Importanza del tempo presente o eterno (del tipo epicurea vs. stoica)
- La percezione di noi stessi a livello personale nelle due concezioni
- Il ruolo del male e della sofferenza nelle due concezioni (se rimane per sempre, se e' solo quello presente, se solo il tempo ci fa capire se qualcosa e' bene o in realta' diventa male e viceversa)
- in generale, se ci sono differenze esistenziali o meno credendo in uno dei due sistemi
- se esiste un tempo personale diverso dal tempo della fisica (e si possa credere in entrambi)
- la preferenza di uno dei due mondi in caso di possibilita' di viaggi nel tempo
(e altri che aggiungero', diciamo che diversi temi in realta' li ho gia' esclusi, ma insomma).
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
Molto lo penso anche io, diciamo che sono pippe mentali principalmente della fisica, da Einstein in poi, piu' che della filosofia.paoolino ha scritto:Non sapevo cosa fossero il presentismo e l'eternalismo.
Sono andato a vedere...
Se si vuole prendere la scienza in minima considerazione per la vita reale, allora pero' non sono piu' tutte pippe mentali, ma molte si', direi.
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
sì, infatti credo se ne parli più nel campo della fisica che in quello della filosofia, e mi pare di capire che i fisici siano un po' più orientati verso l'eternalismo
https://www.youtube.com/watch?v=m2iGAus ... medeoBalbi
io li trovo temi affascinanti, questi
ma mi pare che, contrariamente a quanto dici, non abbiano alcuna influenza sulla vita reale
https://www.youtube.com/watch?v=m2iGAus ... medeoBalbi
io li trovo temi affascinanti, questi
ma mi pare che, contrariamente a quanto dici, non abbiano alcuna influenza sulla vita reale
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
l'influenza, ovviamente, e' se ci credi. E' come se credi al paradiso o no.balbysauro ha scritto:sì, infatti credo se ne parli più nel campo della fisica che in quello della filosofia, e mi pare di capire che i fisici siano un po' più orientati verso l'eternalismo
https://www.youtube.com/watch?v=m2iGAus ... medeoBalbi
io li trovo temi affascinanti, questi
ma mi pare che, contrariamente a quanto dici, non abbiano alcuna influenza sulla vita reale
C'e' una famosa lettera di Einstein ai familiari di un amico morto, dove, in pratica, per consolarli dice loro che l'universo e' eternalista.
Il problema, allo stato attuale delle cose, e' che solo qualche scienziato e qualche filosofo e' davvero eternalista.
Pero' le cose possono cambiare. Gia' io stesso, per dire, ho cambiato un po' la mia vita dopo aver pensato che il libero arbitrio non esiste.
Ovviamente non siamo ancora al punto in cui le leggi di uno stato siano piu'orientate alle generazioni future 'perche', per la fisica, queste persone future sono gia' esistenti e in qualche modo soggetto di diritto'. Ma potremmo anche arrivarci.
Al momento, certo, la tesi avrebbe come oggetto solo qualche fisico, ma direi che, per loro, la vita cambia veramente, la loro vita reale un po' cambia.
Ma del resto cosi' cambiava anche in passato, a seconda di religioni o filosofie.
Ma, anche senza per forza essere fondamentalisti presentisti o eternalisti, e' abbastanza chiaro che c'e' chi vive con il principio del carpe diem e chi vive, ad esempio, col principio 'siamo solo dei puntini di valore minimo nello spaziotempo, le nostre preoccupazioni quindi non hanno senso'. E le due concezioni sono legate rispettivamente a presentismo ed eternalismo.
La cosa davvero affascinante pero' e' che, per lo piu', e' come dice balby. La gente si riempie la bocca di scienza, del suo valore, ascolta i podcast , pero' poi regola la propria vita come se la fisica fosse quella del 1850. Quantistica, relativita', sviluppo della neurologia, la gente se ne frega bellamente e fa finta di nulla.
Io, che me ne sbatto, del valore della scienza e ignoro tutto, se non altro contribuisco col mio lavoro (ancora per poco, ma insomma) al miglior sistema di navigazione satellitare del mondo (la gente di solito peraltro nemmeno sa che esista e chiama GPS la navigazione satellitare, un po' come se chiamasse FIAT tutte le automobili) e faccio una mini tesina sul tema e giudico la gente secondo una prospettiva deterministico-quantistica.
Insomma, meno chiacchiere, meno cultura, e piu' fatti (nel mio caso, piu' culo).
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
Nickognito ha scritto:l'influenza, ovviamente, e' se ci credi. E' come se credi al paradiso o no.balbysauro ha scritto:sì, infatti credo se ne parli più nel campo della fisica che in quello della filosofia, e mi pare di capire che i fisici siano un po' più orientati verso l'eternalismo
https://www.youtube.com/watch?v=m2iGAus ... medeoBalbi
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ma mi pare che, contrariamente a quanto dici, non abbiano alcuna influenza sulla vita reale
C'e' una famosa lettera di Einstein ai familiari di un amico morto, dove, in pratica, per consolarli dice loro che l'universo e' eternalista.
Il problema, allo stato attuale delle cose, e' che solo qualche scienziato e qualche filosofo e' davvero eternalista.
Pero' le cose possono cambiare. Gia' io stesso, per dire, ho cambiato un po' la mia vita dopo aver pensato che il libero arbitrio non esiste.
Ovviamente non siamo ancora al punto in cui le leggi di uno stato siano piu'orientate alle generazioni future 'perche', per la fisica, queste persone future sono gia' esistenti e in qualche modo soggetto di diritto'. Ma potremmo anche arrivarci.
Al momento, certo, la tesi avrebbe come oggetto solo qualche fisico, ma direi che, per loro, la vita cambia veramente, la loro vita reale un po' cambia.
Ma del resto cosi' cambiava anche in passato, a seconda di religioni o filosofie.
Ma, anche senza per forza essere fondamentalisti presentisti o eternalisti, e' abbastanza chiaro che c'e' chi vive con il principio del carpe diem e chi vive, ad esempio, col principio 'siamo solo dei puntini di valore minimo nello spaziotempo, le nostre preoccupazioni quindi non hanno senso'. E le due concezioni sono legate rispettivamente a presentismo ed eternalismo.
La cosa davvero affascinante pero' e' che, per lo piu', e' come dice balby. La gente si riempie la bocca di scienza, del suo valore, ascolta i podcast , pero' poi regola la propria vita come se la fisica fosse quella del 1850. Quantistica, relativita', sviluppo della neurologia, la gente se ne frega bellamente e fa finta di nulla.
Io, che me ne sbatto, del valore della scienza e ignoro tutto, se non altro contribuisco col mio lavoro (ancora per poco, ma insomma) al miglior sistema di navigazione satellitare del mondo (la gente di solito peraltro nemmeno sa che esista e chiama GPS la navigazione satellitare, un po' come se chiamasse FIAT tutte le automobili) e faccio una mini tesina sul tema e giudico la gente secondo una prospettiva deterministico-quantistica.
Insomma, meno chiacchiere, meno cultura, e piu' fatti (nel mio caso, piu' culo).
vabbè, se stabiliamo che credere a una cosa (reale o no, scientifica o magica) cambi la vita delle persone, allora quasi ogni cosa può cambiarla
io intendevo che, sia che sia vero un universo presentista o eternalista, questo se ne frega poi di cosa noi miseri puntini sperduti pensiamo o crediamo
e in effetti poi lo dici anche tu
riguardo alle tue faccine
1) temo che la gente regoli la propria vita per lo più sul pensiero magico e su schemi mentali impressi nel nostro dna ed evolutisi quando cercavamo di non farci mangiare dai predatori nelle savane africane, altro che fisica del 1850
2) sei fortunato a modificare il mondo col tuo lavoro; chi, come me, incide meno, prova per lo meno a rendere la sua esistenza un po' meno bruta e un po' più all'inseguimento di virtute e canoscenza, sebbene con risultati miseri e facendo i conti con le proprie scarse capacità
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
Si, la tesi sarebbe di come cambiamo noi a seconda di come è l'universo, o crediamo che sia, non viceversa.balbysauro ha scritto:Nickognito ha scritto:l'influenza, ovviamente, e' se ci credi. E' come se credi al paradiso o no.balbysauro ha scritto:sì, infatti credo se ne parli più nel campo della fisica che in quello della filosofia, e mi pare di capire che i fisici siano un po' più orientati verso l'eternalismo
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ma mi pare che, contrariamente a quanto dici, non abbiano alcuna influenza sulla vita reale
C'e' una famosa lettera di Einstein ai familiari di un amico morto, dove, in pratica, per consolarli dice loro che l'universo e' eternalista.
Il problema, allo stato attuale delle cose, e' che solo qualche scienziato e qualche filosofo e' davvero eternalista.
Pero' le cose possono cambiare. Gia' io stesso, per dire, ho cambiato un po' la mia vita dopo aver pensato che il libero arbitrio non esiste.
Ovviamente non siamo ancora al punto in cui le leggi di uno stato siano piu'orientate alle generazioni future 'perche', per la fisica, queste persone future sono gia' esistenti e in qualche modo soggetto di diritto'. Ma potremmo anche arrivarci.
Al momento, certo, la tesi avrebbe come oggetto solo qualche fisico, ma direi che, per loro, la vita cambia veramente, la loro vita reale un po' cambia.
Ma del resto cosi' cambiava anche in passato, a seconda di religioni o filosofie.
Ma, anche senza per forza essere fondamentalisti presentisti o eternalisti, e' abbastanza chiaro che c'e' chi vive con il principio del carpe diem e chi vive, ad esempio, col principio 'siamo solo dei puntini di valore minimo nello spaziotempo, le nostre preoccupazioni quindi non hanno senso'. E le due concezioni sono legate rispettivamente a presentismo ed eternalismo.
La cosa davvero affascinante pero' e' che, per lo piu', e' come dice balby. La gente si riempie la bocca di scienza, del suo valore, ascolta i podcast , pero' poi regola la propria vita come se la fisica fosse quella del 1850. Quantistica, relativita', sviluppo della neurologia, la gente se ne frega bellamente e fa finta di nulla.
Io, che me ne sbatto, del valore della scienza e ignoro tutto, se non altro contribuisco col mio lavoro (ancora per poco, ma insomma) al miglior sistema di navigazione satellitare del mondo (la gente di solito peraltro nemmeno sa che esista e chiama GPS la navigazione satellitare, un po' come se chiamasse FIAT tutte le automobili) e faccio una mini tesina sul tema e giudico la gente secondo una prospettiva deterministico-quantistica.
Insomma, meno chiacchiere, meno cultura, e piu' fatti (nel mio caso, piu' culo).
vabbè, se stabiliamo che credere a una cosa (reale o no, scientifica o magica) cambi la vita delle persone, allora quasi ogni cosa può cambiarla
io intendevo che, sia che sia vero un universo presentista o eternalista, questo se ne frega poi di cosa noi miseri puntini sperduti pensiamo o crediamo
e in effetti poi lo dici anche tu
riguardo alle tue faccine
1) temo che la gente regoli la propria vita per lo più sul pensiero magico e su schemi mentali impressi nel nostro dna ed evolutisi quando cercavamo di non farci mangiare dai predatori nelle savane africane, altro che fisica del 1850
2) sei fortunato a modificare il mondo col tuo lavoro; chi, come me, incide meno, prova per lo meno a rendere la sua esistenza un po' meno bruta e un po' più all'inseguimento di virtute e canoscenza, sebbene con risultati miseri e facendo i conti con le proprie scarse capacità
Poi, io non modifico nulla, al massimo contribuisco ad aggiungere un minimo di metodo o buon senso, cosa che si può fare in ogni settore. Per il resto scherzavo, con una punta di malizia non verso di te, ma verso i diversi, magari non del forum eh, che mi hanno spesso irriso per non appassionarmi non di scienza ma di filosofia e che poi, però, nella vita, non hanno proprio a che fare con chi fa queste cose di lavoro.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
Magari le definizioni che ho trovato su internet sono un po' semplicistiche, ma io trovo abbastanza assurdi tanto il presentismo quanto l'eternalismo.
Se Nickognito fosse in grado di fornire delle definizioni, gradirei.
Se Nickognito fosse in grado di fornire delle definizioni, gradirei.
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
Boh, in modo molto semplicistico:paoolino ha scritto:Magari le definizioni che ho trovato su internet sono un po' semplicistiche, ma io trovo abbastanza assurdi tanto il presentismo quanto l'eternalismo.
Se Nickognito fosse in grado di fornire delle definizioni, gradirei.
- Il presentismo e' la concezione comune del tempo: viviamo nel presente e le cose esistono nel presente. Giulio Cesare e' esistito, certo, ma oggi non esiste piu'. Mio nipote esistera' magari in futuro, ma adesso non esiste.
- L'eternalismo e' la concezione del tempo che deriva dalla relativita' speciale di Einstein: sostanzialmente, tutto esiste adesso, sia Giulio Cesare, che mio nipote, che il mio dolore che ho provato dal dentista 15 anni fa, e cosi' via. Allo stesso modo per cui oggi un peruviano in Peru esiste quanto io a Praga, e' solo lontano, e lo stesso Giulio Cesare, e' solo lontano nel tempo, ma esiste allo stesso modo in cui esisto io.
Il presentismo implica che quel che facciamo o proviamo, col tempo, passa e smette di esistere. Noi stessi passiamo, con la morte. L'eternismo presuppone invece che tutto rimane esistente per sempre nell'universo e lo e' sempre stato.
Il 99% della popolazione mondiale e' presentista.
Molti fisici, invece, sono eternalisti, anche se non tutti e molti altri adottano una delle tante posizioni intermedie.
(tra l'altro quello che ho descritto e' solo un tipo di eternalismo, cioe' la teoria-b del tempo, per cui appunto il tempo e' solo una illusione della coscienza umana).
Poi appunto c'e' una teoria-a ma eternalista del tempo, un presentismo moderato, una teoria r del tempo, una teoria dei blocchi e molte altre, ma gli esperti qui sono stefano61 e uglygeek.
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Re: The problems of Philosophy (Paoolino's Corner)
Grazie della spiegazione.
Francamente mi sembra una di quelle situazioni in cui, a seconda di punti di vista e di come la si racconta, entrambe le posizioni possono essere accettabili o rifiutabili.
Francamente mi sembra una di quelle situazioni in cui, a seconda di punti di vista e di come la si racconta, entrambe le posizioni possono essere accettabili o rifiutabili.
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(paoolino parafrasando Sciascia)
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