scooter ha scritto:NK7 ha scritto:
A mio avviso alcune opere andrebbero ammirate non tanto per essere comprese nel vero senso della parola quanto per lasciarsi trasportare dalle emozioni che comunicano. Nascono per stimolare sensi e fantasia, agiscono sul subconscio e in quanto tali spesso sfuggono a una spiegazione razionale, che pure può esistere. Non ha senso tentare di "comprendere" un Pollock ad esempio, è arte che nasce per scopi diversi dalla sua giustificazione su base razionale.
Questo è assolutamente ineccepibile. Il problema nasce quando nella testa (e/o nell'anima, a seconda dei gusti) non scatta quel "qualcosa" e te ne stai lì un po' inebetito a chiederti se per caso non ti stiano un po' prendendo per il culo.
In generale, mi pare che le forme astratte facilitino il compito mentre linee/forme facilmente identificabili (e le reazioni alla banana sembrano confermare questa impressione) rischino di cadere più spesso nel secondo caso perché "vediamo" qualcosa che possiamo riconoscere e ci sforziamo di trovarci un senso che forse non c'è (o magari c'è, ma non ha direttamente a che fare con quella forma).
Non so se esistano studi sulle diverse forme di sensibilità e sul grado di risposta a certi stimoli piuttosto che ad altri, immagino di sì. A me ad esempio un'opera come questa che ho postato sopra
comunica un'infinità di sensazioni. Claustrofobia, soffocamento, mancanza d'aria in primis. Mi stanno impedendo di parlare, sto cercando disperatamente di dire qualcosa ma un estraneo me lo impedisce. Disagio, profondo disagio. Ci leggo anche la mancanza di dialogo del mondo contemporaneo, un possibile rimando al Magritte di
Les Amants ma espresso in termini più brutali, quello che per lui era poesia qui è violenza, prevaricazione. Ci sono rimasto davanti mezz'ora.
Ma non è assolutamente detto sia questo il messaggio che l'autore voleva veicolare, se ve n'era uno, e mi rendo anche perfettamente conto che a qualcun altro tutto questo possa risultare del tutto assurdo o indifferente. In fondo che sono?, otto lettere tagliate a metà su uno sfondo bianco,
lo poteva fare anche mio nipote di tre anni appunto.
Domanda: la mia è una sensibilità di serie B rispetto a quella di chi riesce a cogliere sentimenti ugualmente intensi in un dipinto di Tiepolo? Autorisposta: no, è una sensibilità diversa. Come quella di chi preferisce Ginsberg a Leopardi o Deep Purple a Puccini o Dan Brown a Manzoni, per me sono tutte espressioni artistiche sublimi che andrebbero apprezzate cercando di guardare oltre il gusto individuale.
Certo poi comprendo che portato all'estremo questo discorso possa condurre a
beh ma allora dovremmo considerare arte anche Bello Figo. Temo che l'eterno dibattito bellezza oggettiva/soggettiva non sia destinato a trovare soluzione. Non in questo thread almeno