Sposto qui la discussione, se Stefano e Sacco hanno piacere di continuarlastefano61 ha scritto:Siamo tremendamente off-topicMultivac ha scritto:
D'accordo con Sacco, il fatto che la meccanica quantistica sia intrinsecamente non locale non è incompatibile con la relatività ristretta. Il fatto che tramite entanglement non si possa trasmettere informazioni preserva la causalità e non crea alcun paradosso. La spooky action at a distance non piaceva ad Einstein, ma non pregiudica la coesistenza delle due teorie.
Peraltro personalmente non credo al collasso della funzione d'onda, trovo l'interpretazione di Everett molto più elegante
Ovviamente, si sono versati fiumi d' inchiostro su questo tema, e la discussione non è ancora conclusa, ma è difficile capire la tesi della "coesistenza pacifica" delle due teorie, quando una prevede ciò che l' altra nega: le "spooky actions at distance" ad Einstein non piacevano proprio perchè violano la condizione di località della relatività ristretta. Anche se tali correlazioni non possono essere utilizzate per inviare segnali superluminali, l' esistenza dell' entaglement quantistico - che richiede appunto effetti non-locali - non sembra proprio compatibile con i requisiti relativistici.
Chiaramente, ci sono interpretazioni della meccanica quantistica (quella di Everett, ma anche quella di Bohm) per le quali non c' è collasso della funzione d' onda. Ma, tra esse, solo le cosiddette interpretazioni a più mondi (di cui quella di Everett è la capostipite) non richiedono effetti non-locali. Probabilmente, una delle più coerenti, in questa famiglia di teorie, è l' intepretazione a più menti di Albert e Loewer, che postula l' esistenza di un' infinità di menti per ciascun corpo (vedi il libro di Maudlin che ho citato nel post precedente, e l' esposizione dello stesso Albert in Quantum Mechanics and Experience).
Se uno crede a questo genere di interpretazioni, dovrà come minimo convenire che la natura della realtà a cui la fisica mette capo è alquanto bizzarra e stravagante
Se t' interessano gli sviluppi dell' interpretazione di Everett, ti consiglio il libro The Emergent Multiverse di David Wallace, che ne è, ad oggi, la difesa probabilmente più completa e convincente.
Se vuoi replicare, magari scrivimi in privato.
Riguardo al punto di Stefano, onestamente non vedo dove le due teorie non siano riconciliabili. Il principio di località della relatività ristretta è strettamente legato al concetto di causalità, che non viene mai violata. Infatti, come scriveva Sacco, le due teorie convivono felicemente all'interno del cosiddetto Standard Model di fisica della particelle, senza dare adito ad alcun paradosso (mentre al contrario, la quantizzazione del campo gravitazionale fa "esplodere" i conti, indicando la mancata riconcilizione tra meccanica quantistica e Relatività Generale). Peraltro lo Standard Model è forse il modello scientifico più testato e verificato in assoluto, nei limiti della sua validità (sappiamo già che ad alte energie il modello smette di funzionare e ci deve essere dell'altro).
Riguardo le diverse interpretazioni, posto che per definizione sono e saranno sempre non testabili (il famoso approcio shut up and calculate invita sostanzialmente a fregarsene ), l'interpetazione di Everett è a mio avviso la più elegante e coerente: di fatto non aggiunge nessun postulato alle regole base della meccanica quantistica, semplicemente porta fino in fondo le conseguenze dell'unitarietà della funzione d'onda (il collasso invece, è di fatto un postulato aggiuntivo). L'onda pilota di Bohm e l'ipotesi a molte menti risolvono alcuni problemi, ma perdono a mio avviso il confronto del rasoio di Occam: in un caso postuliamo un oggetto aggiuntivo e nel secondo postuliamo che la "mente" sia un oggetto speciale. Lo stesso anche per la teoria di Ghirardi-Rimini-Weber (https://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_Gh ... mini-Weber), che cito solo perchè ho avuto la fortuna di avere il primo come professore (anche il terzo, ma quella non la definirei affatto una fortuna ).