Assumiamo per un momento che i numeri siano giusti.
Vediamo i punti in cui siamo in disaccordo:
1)Io dico che i dati mostrano in modo incontrovertibile che i vincitori di Wimbledon volleatori non hanno fatto particolarmente meglio dei fondocampisti forti sulla seconda. Hanno fatto molto meglio sulla prima. E che quindi non ha senso dire 'vedi? La loro tattica sulla seconda ha funzionato'.
Tu rispondi che pero' magari nei punti importanti le seconde sono state decisive, ma non m sembra un'obiezione valida: quel che sostengo e' che fosse meglio una strategia varia, quindi anche seguendo la mia strategia, Sampras avrebbe potuto sempre seguire la seconda con successo sulle palle break, per dire.
Rimane che, su erba, Sampras di fatto sulla seconda non e' stato migliore di Agassi su erba, e Becker e Ivanisevic non sono stati meglio di Courier e Chang.
2)E' certamente possibile, come tu sostieni, che solo pochi fondocampisti potessero giocare cosi' bene stando a fondo. In effetti, giocatori come Bruguera, Rios, Medvedev hanno fatto molti meno punti sulla seconda di loro e molti meno punti che in risposta sulla seconda altrui.
Puo' darsi quindi che, all'epoca, in generale, fosse in media, in effetti, piu' facile rispondere sulla seconda che servire la seconda. E siccome i vari volleatori dal fondo erano meno forti di Agassi, Chang e Courier, anche su erba , allora non si puo' dire che facessero sempre male a venire a rete.
Questa ipotesi, pero', per me non regge. Intanto, forse Courier, ma un Washington non era certo molto piu' forte degli altri da fondo, per dire. E poi, la seconda di Sampras non e' quella di Bruguera, quindi non sarebbe stato attaccabile sulla risposta come Bruguera.
Trovo molto logico pensare che un cattivo servitore potesse essere attaccato sulla seconda e preferisse rispondere, piuttosto. Ma un Sampras, beh, io penso che comunque per lui la seconda non fosse un handicap.
3)Tu dici che non ci sono prove che la loro tattiva fosse sbagliata. In effetti, non ci sono prove tali quelle che avremmo se tutti avessero giocato al 50% a rete e al 50% da fondo dopo la seconda, e comparassimo i risultati.
Pero' tu ti spingi oltre , dicendo che, nonostante una grande mole di dati che non prova, ma suggerisce il contrario, la cosa piu' logica rimane pensare che avessero ragione loro, per il semplice fatto che lo facevano ed erano professionisti.
Omettendo il fatto che, volutamente, ho tralasciato alcuni aspetti (per esempio che seguire la stessa strategia sui due servizi potesse facilitare l'allenamento, oppure che potesse accorciare gli scambi e richiedere meno spreco di energia, ad esempio), secondo me questo modo di ragionare non regge.
Ci sono stati giocatori come Gilbert (e allenatori) che ci hanno testimoniato come la maggioranza dei tennisti, anche campioni, fosse scarsa tatticamente. E ci sono stati giocatori come Wilander (nelle famose finali di Parigi e NY del 1988, per esempio) che hanno attuato tattiche e strategie precise e vincenti che su un campo da tennis non si vedono mai.
Ora, e' piu' verosimile che a nessuno, in una finale slam, sia mai convenuto servire solo prime, o, da puro fondocampista, seguire un terzo sei servizi a rete sul cemento, tranne che a Wilander, oppure e' piu' probabile che Wilander pensasse alla tattica e gli altri no?
Sul tuo esempio di Sampras e Becker sulle seconde 'importanti', prendiamo la finale del 95. Sampras non ha concesso nemmeno una palla break. Ha servito quasi il 60% di prime facendo il 90% dei punti. Nel tiebreak, l'unico giocato, ha fatto 2 punti su 4 sulla seconda, giocando due sole volee e sbagliandone una sul setpoint, perdendo il set.
Nel 97, invece, Sampras ha servito il 70% di prime, facendo di nuovo il 90% dei punti e senza concedere palle break.
Nel 1993, 60% di prime con l'88% di punti fatti e di nuovo niente palle break.
Insomma, Sampras a Wimbledon con Becker non ha giocato bene i punti importanti (2 tiebreak persi su tre) e ha concesso zero palle break in tre match nonostante che con la seconda per due volte abbia vinto solo il 50% dei punti.
Ha vinto, semplicemente, perche' metteva sempre la prima e ci faceva sempre il punto, tutto il match.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)