Nickognito ha scritto:
stefano61 ha scritto:
qui, non ti pare che il discorso del giocatore
più forte abbia un suo interesse più che legittimo?
No, semplicemente non fa parte della definizione di 'avanti in classifica' quella di 'avere piu' titoli'.
Mi spiego meglio: Tizio ha 20 titoli e Caio 15, ma i 15 di Caio valgono di piu' (per una serie di motivi)., Io dico che Caio e' avanti a tizio in classifica in base ai risultati, che applichi i supertornei, che applichi la Nickognito-Rex, che non applichi nulla, sono tutte decisioni da prendere, prima di poter dire chi e' meglio e chi peggio.
Mettiamo invece che Tizio abbia 20 titoli e Caio 2. E, applicando tutti i metodi di cui sopra, mi si conferma che Tizio e' avanti in classifica. Pero' mi si conferma anche che Caio, quelle due volte, avrebbe battuto qualunque Tizio in carriera. Caio e' piu' forte, ma Tizio rimane avanti ed e' quello che mi interessa.
Ma non credo sia proprio così.
Cioè, la tua è un' eccellente risposta. Rimane però, mi pare, un punto oscuro. Vediamo se riesco a spiegarmi.
Che cosa cerca di individuare una classifica? La risposta non può essere "chi è più avanti in classifica". Come definizione sarebbe circolare, contenendo nel
definiens il
definiendum. Ma nemmeno - osservi giustamente tu - cerca semplicemente di inviduare chi ha "più titoli".
Sembra ovvio che ciò che chiediamo a una classifica sia di individuare una gerarchia di valori. Ma
quali valori?
Dobbiamo individuare - si vorrebbe dire - chi, tutto considerato, ha i risultati migliori. Ma migliori in che senso? A questo stadio, non abbiamo ancora specificato cosa intendiamo per "migliori". Infatti, qualcuno può ritenere che il migliore sia chi ha il maggior numero di titoli, un altro invece potrebbe preferire dare la palma di
migliore a chi - che ne so? - ha il maggior numero di finali. E ciascuno sembrerebbe legittimato nell' adottare la propria concezione di classifica.
Prima di proporre qualsiasi tipo di criterio, insomma, dobbiamo avere un' idea preliminare relativa a cosa andare in cerca. E non vedo cos' altro potremmo proporci se non l' idea di trovare il
giocatore più forte, e gli altri a seguire in ordine di forza.
D' altra parte, lo sport è basato sulla ricerca del più forte: il migliore è chi vince, cioè chi è più forte. In un singolo incontro c'è primo e secondo (che è anche ultimo), ossia il più forte in quell' incontro e il più debole in quell' incontro.
L' idea guida, allora, sono i rapporti di forza. Un torneo seleziona il più forte. Ma, ovviamente, le cose si complicano subito quando ci sono più partecipanti, perchè uno può essere più forte in un torneo e meno in un altro. La classifica ha lo scopo di selezionare il più forte in un sistema complesso.
A questo punto, abbiamo il problema di stabilire quale sia l' insieme di criteri più appropriato in grado di fornirci una graduatoria delle forze espresse sul campo per tale sistema complesso, basandoci su tutti i risultati. Tale scelta sarà sempre in parte arbitraria e convenzionale, ma ciò che si propone è formulare i criteri che meglio sistematizzano la nostra idea intuitiva di "più forte".
Una sistematizzazione, anche molto ben congegnata, può però produrre risultati contro-intuitivi. Quanto tu dici, a me non interessa il più forte, ma il numero 1, stai in realtà dicendo che non ti interessa se la classifica è, per qualche ragione, contro-intuitiva. Preferisci comunque attenerti ai criteri adottati. Ciò non è certo illegittimo. Ma può darsi che qualcosa sia da rivedere.
In fin dei conti, non ci sono criteri validi in assoluto. E, se non vogliamo che il nostro concetto stesso di classifica imploda miseramente, occorre rispettare una sorta di "equilibrio riflessivo" tra la nozione intuitiva di più forte e gli esiti forniti dalle più ponderate classifiche di tipo sistematico.
Tutto ciò, naturalmente, non sfiora ancora il problema più spinoso. Quello della possibilità teorica di una classifica alltime.