Clerici...

Il Topicone si trova qui!
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Nickognito
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Re: Clerici...

Messaggio da Nickognito »

fabio86 ha scritto:
Nickognito ha scritto:Auguri Rinone!
E' il compleanno di JJ?
Come Rino!
no, sono di meno!
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
fabio86

Re: Clerici...

Messaggio da fabio86 »

Nickognito ha scritto:
fabio86 ha scritto:
Nickognito ha scritto:Auguri Rinone!
E' il compleanno di JJ?
Come Rino!
no, sono di meno!
Lo sospettavo. :P
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YesWeCan91
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Re: Clerici...

Messaggio da YesWeCan91 »

http://www.tennisbest.com/wildcard/?p=2294


TANTI AUGURI,RINO! di Federico Ferrero

Era il 1994, avevo appena compiuto 18 anni. Pochi soldi e un appuntamento irrinunciabile con Marco, compagno di classe del liceo classico: il torneo di Monte Carlo. Solo che, per l’appunto, mancavano i denari: niente albergo, niente automobile. Scapicollandoci per non perdere le coincidenze di una marea di treni, passando per il colle di Tenda (dal basso Piemonte, in linea d’aria, la Costa Azzurra è vicina, ma solo in linea d’aria) e per almeno tre climi (temperato in pianura, alpino a Breil e dintorni, marino da Mentone in poi) finimmo a Nizza, in un appartamento che – credo - fosse di una zia del mio compagno. Sicuramente non mio. Il primo giorno ci guardammo le partite dalla terrazza nel paesino di Roquebrune, quasi solo doppi ma non si pagava niente. Avevamo comprato i biglietti per il mercoledì: testa o croce, nel senso che nel Principato, in quella stagione, piove un giorno sì e uno no. Vincemmo la puntata.

Il mio amico, che oggi fa il giudice civile ed è sempre stato misurato, si accontentava di guardarsi Thomas Muster e Stefan Edberg in riscaldamento. Io no, erano le tre del pomeriggio e volevo entrare in sala stampa. Ce la feci grazie a Rino Tommasi, un signore che – imparai quel giorno - non faceva differenza tra il presidente dell’Eni e Federico Ferrero da Alba: se veniva interpellato si fermava, salutava e rispondeva. Così fece con me: volevo conoscere Gianni Clerici. Mi disse, col pragmatismo metallico usuale, che per conoscerlo dovevo vederlo, che per vederlo dovevo raggiungerlo, che Clerici era in sala stampa e quindi o saliva lui a chiedergli di scendere, o toccava a me salire. Non mi domandò chi fossi, se fossi accreditato, se appartenessi (ho i brividi solo a scriverlo) al circolo dei “colleghi”. Non ero niente. Il guardiano all’entrata fu colto di sorpresa e, vedendomi chiacchierare con un giornalista accreditato, mi fece passare. Miracolo: io, il mio zaino coi panini, dietro Rino Tommasi in sala stampa e neanche una videocamera per riprendere l’evento.

Finii in sala stampa. Prima persona incontrata: Ubaldo Scanagatta. Gli dissi che sapevo della sua laurea in legge, rammentavo che il presidente di commissione gli avesse chiesto di Chang durante la discussione della tesi. Era il mio sogno: anche io avrei studiato giurisprudenza, poi mi sarei buttato nel tennis. Lui aveva fretta, doveva fare un collegamento (mi pare) con RDS. Non mi chiese cosa ci facessi senza badge in sala stampa, mi augurò il meglio. Rino e Gianni erano in ultima fila. Io mi sedetti lì in mezzo, con lo sguardo ebete di chi va per la prima volta alle giostre. Gianni mi chiese di dove fossi, e risposi che vivevo ad Alba. “Come il maestro Montevecchi”, aggiunse Rino. “Ma no, come Beppe Fenoglio, Tommasi!”, infilò Clerici. “Ognuno fa i riferimenti che può”, chiuse la partita Rino.

Non avevo alcunché da chiedere né da fare, lì dentro. Solo passare qualche minuto con loro. Anzi, una cosa la volevo: il loro mestiere. Lo dissi, sottovoce, a Tommasi. Stava scrivendo, si fermò e mi chiese per chi scrivessi. Per nessuno. Cioè, scrivo ma non pubblico, tengo lì e correggo, perdo tempo, sì, forse dovrei studiare e lasciare perdere, è che non conosco nessuno e… ”Non scoraggiarti. Per lungo tempo sono stato l’unico lettore dei miei articoli”. “Studia”, mi congedò Clerici.

Passai il resto della giornata tra le nuvolette sopra il Country Club, Marco non volle credere che avessi violato la security per incontrare Rino e Gianni e solo ora, che non può più mettere in dubbio la cosa, mi ha concesso che quel mio racconto del ’94 non fosse stata una millanteria giovanile.

Sono successe tante cose, da quel pomeriggio di 19 anni fa, molte delle quali obiettivamente imprevedibili: avere avuto in dono la stima di Rino e di Gianni, passare del tempo con loro a parlare e a confrontarsi è straniante, se ricordo nel contempo la sortita in sala stampa a Monte Carlo, da studentello pivello. Clerici e Tommasi hanno segnato una via: si può essere competenti senza fare i tromboni. Piacevoli e severi. Pungenti, inflessibili con la gente dappoco. Non tutte sono lezioni di loro concezione: l’ironia e il sarcasmo si nutrono di cultura. Se vuoi imparare anche a stigmatizzare, devi studiare e conoscere le cose di cui ti occupi: lo faceva Cecco Angiolieri con la parodia del dolce stilnovo, vale anche per il piccolissimo mondo del tennis. Senza cultura, comunque, non c’è verso: ti mancano i ferri del mestiere, non puoi operare a cuore aperto con le mani. E l’ho capito con anni di ritardo: il tennis poteva aspettare, anzi, doveva.

La via di Rino e Gianni è anche stata quella della libertà di opinione, dell’indipendenza, del rifiuto all’asservimento: tutto, a ben vedere, passa per la crescita della coscienza civica, insomma, è figlio della cultura. Il merito, non la raccomandazione. La preparazione, non la clientela. Se nessuno, negli anni della formazione, ti insegna il valore della libertà di parola, dell’onestà intellettuale, del rifiuto della svendita delle proprie idee, ben difficilmente ti verranno recapitati in dosi pronte all’uso. E troppi presunti giornalisti, nello sport, si rifugiano nella piaggeria o nell’amicizia con i giocatori, sapendo di non poter contare sul proprio valore ma unicamente sull’appoggio di qualcuno che abbia un po’ di autorità.

Non esistono colleghi: ci sono giornalisti e scrittori capaci e incapaci. Uomini con talento e senza talento. Colti e ignoranti. Intelligenti e stupidi. Schiene dritte e vigliacchi. Come sui campi da tennis, del resto.

Ieri, Rino ha compiuto 79 anni. Gianni, che è in formissima, ne ha 82. Inutile girarci intorno: non hanno lasciato parenti. Mi piace pensare di aver provato, e di provare ancora, a seguire qualche loro insegnamento: se vuoi capire Federer, leggi Fenoglio. Se vuoi arrivare a Wimbledon, beh, non cercare scorciatoie: passa per l’Ateneo, studia anche procedura penale, se quella trovi, comprati gli attrezzi del mestiere, mettici il tempo che serve. E se vuoi essere qualcuno, non cercare la cena con il consigliere ma fermati sempre a parlare con tutti i Federico Ferrero di Alba, 18 anni, pranzo al sacco. Quella lezione non l’ho scordata.

Tanti auguri, Rino! Ci vediamo presto.
Sta per succedere una cosa
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balbysauro
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Re: Clerici...

Messaggio da balbysauro »

bellissimo
fabio86

Re: Clerici...

Messaggio da fabio86 »

balbysauro ha scritto:bellissimo
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Re: Clerici...

Messaggio da tuborovescio »

fabio86 ha scritto:
balbysauro ha scritto:bellissimo
brividi
io, il mio zaino coi panini
:oops:

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NNick87
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Re: Clerici...

Messaggio da NNick87 »

fabio86 ha scritto:
balbysauro ha scritto:bellissimo
balbysauro ha scritto:scusa nickognito, ma continui ad aggirare il punto
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Re: Clerici...

Messaggio da NNick87 »

"Era opposta, la Leonessa, ad un caso clinico, la francese di origine corsa Marion Bartoli. Ho scritto caso clinico, non solo perché la sventurata sia figlia di un medico, Walter, ma perché il padre ha concepito, e cercato di trasmetterle, drammatiche idee riguardo la psicologia e la gestualità del tennis. Non è insolito, infatti, inorridire di fronte a una tipa ormai sommersa di cellulite che si esibisce in gesti automatici, a vuoto, quasi un pugile contro un'ombra"

#40# #40# #40# #40# #40# #40# #40#
balbysauro ha scritto:scusa nickognito, ma continui ad aggirare il punto
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Re: Clerici...

Messaggio da Nasty »

NNick87 ha scritto:"Era opposta, la Leonessa, ad un caso clinico, la francese di origine corsa Marion Bartoli. Ho scritto caso clinico, non solo perché la sventurata sia figlia di un medico, Walter, ma perché il padre ha concepito, e cercato di trasmetterle, drammatiche idee riguardo la psicologia e la gestualità del tennis. Non è insolito, infatti, inorridire di fronte a una tipa ormai sommersa di cellulite che si esibisce in gesti automatici, a vuoto, quasi un pugile contro un'ombra"

#40# #40# #40# #40# #40# #40# #40#

E' di Clerici? :D
Siamo tutti testimoni "Perchè ti chiamano Pilone?"
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Re: Clerici...

Messaggio da NNick87 »

Nasty ha scritto:
NNick87 ha scritto:"Era opposta, la Leonessa, ad un caso clinico, la francese di origine corsa Marion Bartoli. Ho scritto caso clinico, non solo perché la sventurata sia figlia di un medico, Walter, ma perché il padre ha concepito, e cercato di trasmetterle, drammatiche idee riguardo la psicologia e la gestualità del tennis. Non è insolito, infatti, inorridire di fronte a una tipa ormai sommersa di cellulite che si esibisce in gesti automatici, a vuoto, quasi un pugile contro un'ombra"

#40# #40# #40# #40# #40# #40# #40#

E' di Clerici? :D
E' il topic a lui dedicato.. :D :D :D
Sì.
balbysauro ha scritto:scusa nickognito, ma continui ad aggirare il punto
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Re: Clerici...

Messaggio da NNick87 »

Piccola anticipazione su ubitennis del nuovo libro di Clerici, già segnalato da Baba e Johnny Rex. In particolare è l'artico che Gianni scrisse nel 1980 per raccontare il tiebreak tre McEnroe e Borg.

Sono stato tre ore e cinquantatré minuti senza fare la pipì. Non solo per questo, la finale mi è parsa indimenticabile. Prima di andar sotto, quella testa rossa e dura di Mac ha salvato qualcosa come sette match point. Prima di difendere in quel modo orgoglioso una sconfitta quasi sicura, aveva condotto il match per circa un' ora e dieci minuti, facendo apparire Borg goffo, inadeguato all' erba, a tratti impaurito. Mentre Borg, venerdì, se ne stava allungato in poltrona di fronte al video, Mac aveva dovuto sfaticare più di tre ore per buttar fuori Connors, e poi un' altra ora e mezzo, in doppio, insieme a un disastroso Fleming.
A Bud Collins, che aveva la cortesia di chiedermi le mie impressioni per la Nbc, avevo detto, prima del match: «L' Inghilterra è il paese che ha inventato l' handicap, ma gli handicap toccano i favoriti. Questa volta l' hanno dato all' outsider, e non mi sembra equo. Per vincere, Mac dovrebbe andare in testa di un paio di set, aver tempo di tirare il fiato, passare al quarto. Borg può vincere la maratona alle Olimpiadi di Mosca, solo che gli salti il ticchio di prendersi una vacanza. non vedo come possa perdere, se il match diventa lungo». Non mi pare il caso di farmi molto bello, per le mie affermazioni, anche perché non si sono verificate. Per difendere le mie tesine, noterò che ci sono andato abbastanza vicino. Di fronte a un Orso impietrito, Mac aveva cominciato giocando come Laver in buona giornata .
L' accoglienza dei ragazzini inglesi, che impazzivano per Björn, doveva esser solo servita a motivarlo, a deci dere di buttarsi alle spalle la fatica di questi giorni. Pareva, all' inizio, che McEnroe fosse benedetto. Una di quelle giornate in cui tutto riesce, in cui basta pensare a una cosa perché questa si verifichi. Il suo stato di grazia contrastava con gli stridori del gioco di Borg. Per solito, Björn arriva a rete su attacchi tanto devastanti che gli basta giocare una volée qualunque, per intascare il 15. Sul passante di Mac, che finalmente funzionava con bella continuità, e con gran varietà di rotazioni, Björn riusciva al più a difendersi. Era il servizio, ancor più che la risposta, a tenere a galla l' Orso!
Aveva la ventura di iniziare lui a battere, all' inizio del secondo, e sarebbe riuscito a mantenere il vantaggio aritmetico, correndo però rischi da brivido. Per quattro volte Mac avrebbe avuto la palla break, ma la più grande occasione l' avrebbe forse mancata quando, nel settimo game, con Borg a 15-30, e ormai fuori campo, ha allungato un tantino troppo un rovescio comodo. Non trasformare punti decisivi, nel tennis, significa scavarsi la buca con la racchetta. Mancato da Mac, il secondo set finiva docilmente tra gli unghielli smussati dell' Orso, alla seconda palla break, nel dodicesimo game. Il Bauscia aveva giocato meglio per un' orae dieci, Borg giusto per un game. Erano un set pari!
Pensavo, in quella, che Borg sarebbe passato facile: aveva giocato maluccio, e non poteva che migliorare. McEnroe, per contro, sembrava aver dato tutto, e raccolto pochino. La velocità e la qualità del secondo set dissolvevano, e un Borg efficace, se non esaltante, si issava a 4-2, e annullava ben cinque palle break, di cui tre consecutive, per poi chiudere 6-3. Il match si andava stracciando verso le due ore. La velocità dei turni di servizio si accorciava, McEnroe sempre in testa, e abbastanza agevolmente controllato, sino al nono game.
Nel nono, Mac pareva ormai trascinarsi. Salvava una prima palla break, veniva avanti sulla seconda con uno slice di rovescio nel "sette", ma la sassata bimane di Björn lo infilava. Tra l' entusiasmo osceno dei bambini, l' Orso si avviava a quella che pareva la misa a muerte. 40-15, due match point consecutivi. Dalla tribuna stampa molti colleghi si buttavano ai telefoni. Sul primo match point Mac passava di rovescio longline, sul secondo, a rete, si difendeva quasi avesse in mano uno scudo, e poi volava alla Panatta ad annullare in volée di diritto, riuscendo miracolosamente a non strapparsi gli addominali. Due altri punti da cineteca strappavano il game a Borg. Il gioco si riaccendeva, i due servivano splendidamente, a zero, per approdare al tie break.
Non è l' emozione del momento, che mi spinge a scrivere di non averne visto mai uno più eccitante. Non ho lo spazio per trasferire tutte le note del taccuino, ma basterà forse dire che Mac ha messo undici prime su diciassette, e Borg addirittura quattordici. Alla fine, Mac si sarebbe imposto al settimo set point, annullando a Borg qualcosa come cinque match point! Erano, in quella, scoccate le tre ore di gioco. Sarebbe stato davvero un miracolo atletico, se Mac avesse tenuto un' altra mezz' ora. Tentava il tutto per tutto nel game d' apertura, Mac, ma Björn tornava su da un pericoloso 0-30. Bruciava le sue ultime energie, Mac, recuperando da 040 nel secondo game. Nei successivi quattro turni di battuta l' Orso gli avrebbe lasciato soltanto un punto. Mac sputava sangue per ritornar su da 0-40 nell' ottavo game, si trascinava coi denti al quattordicesimo. L' Orso pareva bello fresco, e soltanto un' aria intenta, quasi accorata, ne tradiva l' affanno. Un falso rimbalzo, due passanti imprendibili, e Mac si ritrovava a fronteggiare due nuovi match point. Seguiva a rete, alla brava, volleava la violenta risposta di rovescio di Björn, e si buttava invano su uno spaventoso tracciante in cross. Baciava il sacro suolo ormai calvo d' erbetta, l' Orso. Avrebbe avuto la bontà di dichiarare, poco dopo, che questa è stata, delle cinque, la finale più difficile.
balbysauro ha scritto:scusa nickognito, ma continui ad aggirare il punto
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Re: Clerici...

Messaggio da Nickognito »

Tra l' entusiasmo osceno dei bambini,


:lol: :lol: :lol:
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Re: Clerici...

Messaggio da Johnny Rex »

Bellissimo, assieme a 500 Anni di Tennis (del quale recupera degli estratti) probabilmente il miglior libro di Gianni, riassunto di una esistenza che si apre con un folgorante tema in classe che descrive il primo viaggio all'All England Club, datato nientemeno che 1938, attraversa infiniti decenni ed approda ad oggi, con frequenti e piacevoli divagazioni ,alla voce Dintorni sui protagonisti del gioco, i loro ritratti e le loro vittorie extra Wimbledon. Su tutto, emerge l'Innato, profondo Umanesimo dello Scriba, riservato tanto ai grandi quanto alle meteore, agli amati come ai non. Divergo da lui su un suo cavallo di battaglia, ossia l'impossibilità di confrontare campioni di diverse epoche, concetto che a quanto leggo proponeva sia ai tempi di Laver che a quelli di Borg, da questo punto di vista con coerenza .

Sempre Ammirato, ed Anche commosso, da quest'uomo di 85 anni che continua a scrivere e a vivere di tennis con l'entusiasmo di un adolescente, la stessa commozione che prende quando si legge la sua poesia iniziale, per certi versi vero e proprio Testamento nonché riassunto di una intera esistenza

Ho passato una vita
a guardare una palla
divenuta nel tempo
da bianchissima
gialla

Rimbalzava leggera
lungo i prati di Wimbledon
risaliva dorata
sopra i tigli di Auteuil
nei tramonti vermigli
di stadi affascinati
che credevano che
fosse il campione il re

Ma cosa resterebbe
della Divina e Tilden
di McEnroe e Martina
senza quella pallina

Mi dicono persone
affaccendate e colte
come hai fatto a sciupare
le tue doti native
per una vita vana

Sarà avranno ragione
forse a ciascuno tocca
una sua religione


F.F.
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Re: Clerici...

Messaggio da NNick87 »

Dovrebbe arrivarmi a giorni!!! :D :D
balbysauro ha scritto:scusa nickognito, ma continui ad aggirare il punto
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Re: Clerici...

Messaggio da Nickognito »

:oops: :oops: :oops: :oops:
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Re: Clerici...

Messaggio da babaoriley »

Nickognito ha scritto::oops: :oops: :oops: :oops:
Gianni unico.
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Re: Clerici...

Messaggio da Nickognito »

pensa una notte con la Kirilenko ricoperta da una pizza di Michele, raccontata da Clerici.
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Re: Clerici...

Messaggio da Nickognito »

per precisione, la poesia di Clerici e' vecchia, ma penso lo sappiate
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Re: Clerici...

Messaggio da babaoriley »

Nickognito ha scritto:per precisione, la poesia di Clerici e' vecchia, ma penso lo sappiate
si, la conoscevo già, ma è sempre bellissima :oops:
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Re: Clerici...

Messaggio da s&v »

Quoto quasi in toto Johnny Rex. Quasi perché sono d,accordo con Gianni, anche secondo me non si possono paragonare tennisti di epoche diverse. mi piacerebbe tantissimo conoscere Clerici.
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Re: Clerici...

Messaggio da NNick87 »

Intervista di Ferrero a Clerici uscita un paio di giorni fa sull'unità
Lo scriba è tornato a Mondadori, cucina del suo 500 anni di tennis, la sacra scrittura del gioco degli aristocratici tradotta in cinque lingue e che «come sosteneva Biagi, è il libro italiano che ha venduto di più dopo la Divina Commedia e Pinocchio». Lui è Gianni Clerici, prossimo a 83 anni di salute spumeggiante: ieri l’altro, si arrampicava a piedi su per i tornanti del Principato, quasi sorpassando i torpedoni dei turisti del tennis a Monte Carlo, alla volta del vezzoso Country Club. Poi è rotolato verso sud, direzione Internazionali di Roma; celebrato Nadal, ha drizzato la mira sul Roland Garros («ma Parigi è come casa, mia figlia Carlotta vive lì da tempo immemore»). Ora preferirebbe non volare a Wimbledon, dove la regina Serena Williams lo attende per un tête-à-tête: c’è una biblioteca da ristrutturare, la sua, nella casa-museo sul lago di Como. Non vorrebbe ma non mancherà, ai Championships di Church Road, meta irrinunciata dal 1953 che il tomo Wimbledon – sessant’anni di storia del più importante torneo del mondo testimonia con la raccolta delle sue corrispondenze. Un viaggio straordinario, proustiano, alla ricerca del tempo perduto («Ma no, è tempo buttato via»). La prima volta, armato di legno: perse 86 68 62 64 al primo turno contro Stefan Laslo, «non certo il migliore degli iugoslavi» e tanto disperato da chiedergli aiuto, durante la vestizione negli spogliatoi, per sfuggire al regime socialista di Tito. «E allora non c’era mica il computer, che peraltro è spesso ottuso. Ma siccome a Wimbledon si gioca in 128, è probabile che fossi uno dei primi cento tennisti al mondo. Niente di eccezionale, quindi».

Aveva giurato: mai più un libro sul tennis.

«Rettifico: mai più un romanzo. Questa è un’altra cosa, è una raccolta delle mie column da Wimbledon».

Colonne, commenti, racconti brevi. Sa che Giorgio Bocca salvava lei, Brera e pochi altri rappresentanti dell’esercizio della letteratura giornalistica?

«Brera è stato uno zio adottivo, anche se non ci somigliamo per niente, perché quelli di sangue erano mica tanto svegli. Lui, Mario Soldati e Giorgio Bassani mi hanno tirato su. Credo siano rimasti un po’ delusi, tuttavia: tristo è quel discepolo che non avanza il maestro, diceva Leonardo, no? In Inghilterra, comunque, la divisione tra report e column è chiarissima: il reporter riporta, come i cani. Il columnist no, fa uno sforzo in più, ci mette del suo. Se ne ha, per l’amor di Dio».

La lingua del Clerici columnist, secondo la filologa Maria Corti, è un lombardese colto, contaminato dall’inglese. Ricorda il fenglese di Fenoglio: una sintassi dialettale alta mista alle letture di Cromwell, Marlowe e gli elisabettiani. Lei a chi strizza l’occhio?

«Ho riferimenti più recenti, se è lecito parlare di me trattando di Fenoglio. Evelyn Vaugh, Edward Forster, George Orwell. Oddio, ho pure scritto la continuazione della Fattoria degli animali…».

Italo Calvino soffrì tremendamente la morte prematura di Fenoglio, ed è lo stesso che…

«Sì, che un giorno sostenne che il Clerici era uno scrittore in prestito allo sport. Ma lo disse una volta sola, chissà, poteva anche essersi sbagliato».

Un prestito a tempo indeterminato.

«Ma sì, meno male che il prestito non è stato estinto. È che, nonostante Brera, il giornalista sportivo è come dovesse scontare una colpa. Qualunque cosa tu faccia, resti uno che fa il tennis: noi apparteniamo al tennis, mi ha detto un collega anni fa, bravo columnist e misconosciuto romanziere. Questa l’ho già raccontata, ma quando incontrai Maria Bellonci nel suo salotto, per il premio Strega, la signora mi accolse dicendosi stupita perché mi occupavo di tennis eppure usavo correttamente i congiuntivi. Del resto, per conto mio, ero meravigliato dalla bassa qualità del rinfresco».

C’è ancora ossigeno per lo scrittore sportivo, o l’aria si sta esaurendo?

«Non lo so. Forse finirà se sparirà il cartaceo e resterà ciò che ora c’è: la nuda e cruda informazione via web, o il dileggio. Mi auguro sopravviva, in qualche modo, una forma di scrittura e qualcosa che le sia complementare. Non saprei dire, però, perché io leggo il mio, di giornale, per capire chi ci scrive, visto che mi danno uno stipendio impensato e che la gente della mia età è tutta a casa. Poi l’Herald Tribune, perché è indipendente, e Il sole 24 ore per controllare le mie azioni. Passo metà della settimana in Svizzera: sono un capitalista per ragioni ereditarie, mi hanno dato la cittadinanza perché parlo il dialetto. Palleggio spesso con una splendida banchiera».

Scorrendo le colonne da Wimbledon, in volo sui decenni che portano da Drobny e Maureen Connolly a Federer e Nadal, si scorge un senso di disincanto. La sensazione è che il tennis abbia ucciso la poesia. Ma non è che pure allora, ai tempi del languido tango all’ora del tè, prosperassero le stesse miserie umane, le stesse invidie? Era davvero meglio, il passato?

«Certo, la seduzione dell’o tempora, o mores per il lettore c’è. Ma c’è una differenza strutturale: sulla Gazzetta dello sport, a vent’anni, pubblicavo due colonne. Sul Giorno avevo anche 140 righe. Ora, 40 o 50. Brera diceva che è come andare in bici e metter su una moltiplica diversa quando inizia la salita. Tra gli articoli troverai anche la mia difesa della racchetta di legno: una mia battaglia persa contro il dirigente francese Gil De Kermadec, caro amico che mi tacciò di voler fermare il progresso. Ma guarda cosa è diventato, il tennis, che noia: le racchette moderne sono criminali. Un tempo era vario, si faceva tutto, oggi non c’è una donna capace di giocare un buon rovescio a una mano. In questo sono retrogrado, eccome».

Da antitecnologico, però, ha fatto un uso sapiente del mezzo: non ha il televisore in casa, ma la televisione l’ha fatta per trent’anni. È consapevole di aver creato, con Rino Tommasi, un precedente imbarazzante per chi, come il sottoscritto, racconta il tennis in tv dopo di voi?

«Mi sembra se ne siano accorti di più negli Stati Uniti, a me e Rino dedicarono un pezzo sul Time. Io ho fatto commenti tv, anche se la macchina da presa mi spaventava, per contribuire all’alfabetizzazione del Paese. Il nostro era un chiacchiericcio da salotto, finché ce l’hanno fatto fare. Ma l’Italia è così: del resto, appena posso scappo su, dagli svizzeri».

Chiosa del pezzo del 4 luglio 1976. “Borg mi ispira stima, ammirazione, rispetto. E insieme, un profondo disagio e, diciamolo pure, una bella noia”. Direbbe lo stesso di Nadal?

«Borg era più noioso. E poi era seminuovo mentre Nadal, almeno, ha inventato uno stile che non c’era. Ma poi a me annoiano tutti, a parte il Federer giovane, il quale però adesso farebbe bene ad andare a casa. Solo che ha appena preso un agente americano che tra orologi, champagne e cose varie lo farà andare avanti ancora per anni. In cui perderà e guadagnerà altri trenta milioni di dollari».

E lei continuerà a raccontarlo, come la dieletta Venus che non vince più.

«La amo incondizionatamente, per razzismo. Le razze, sì: guardi i serbi, sembrano nati per giocare a tennis».
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Re: Clerici...

Messaggio da Johnny Rex »

Pesante sul Federer attuale.

F.F.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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chiaky
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Re: Clerici...

Messaggio da chiaky »

Grande Clerici, un mito.
Amo di lui la capacità di dire sempre quello che pensa, poi si può essere o meno d'accordo, ma davvero è un bel sentire e un bel leggere.
Come ha raccontato e racconta lui il nostro sport, nessuno mai.

Salute e prosperità Maestro Gianni. Ammirazione sconfinata.
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Re: Clerici...

Messaggio da NNick87 »

Johnny Rex ha scritto:Pesante sul Federer attuale.

F.F.
Forse obbiettivo, no?
Ad un certo punto il Campione si trova davanti ad un bivio: vivere il proprio declino da giocatore oppure godersi la pensione uscendo di scena ancora vincenti. Io trovo più coraggiosa la seconda scelta,mentre la prima è la più scontata e anche quella più "praticata". Federer aveva l'occasione di abbandonare lo scorso anno dopo Wimbledon e forse non lo ha fatto solo perché c'erano le Olimpiadi e sperava in una doppietta. Non so se avrà un altra chance di poter chiudere la carriera posizionando la ciliegina sulla sommità della torta oppure dovrà accontentarsi di smangiucchiare gli avanzi della torta per i prossimi anni.

Anche perchè c'è pure una terza strada, la più triste, quella in cui smetti a metà del declino perchè non riesci ad accettarlo e per me è la strada verso cui sta andando Roger, purtroppo.
balbysauro ha scritto:scusa nickognito, ma continui ad aggirare il punto
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Re: Clerici...

Messaggio da BackhandWinner »

NNick87 ha scritto:
Italo Calvino soffrì tremendamente la morte prematura di Fenoglio, ed è lo stesso che…

«Sì, che un giorno sostenne che il Clerici era uno scrittore in prestito allo sport. Ma lo disse una volta sola, chissà, poteva anche essersi sbagliato».

Un prestito a tempo indeterminato.

«Ma sì, meno male che il prestito non è stato estinto. È che, nonostante Brera, il giornalista sportivo è come dovesse scontare una colpa. Qualunque cosa tu faccia, resti uno che fa il tennis: noi apparteniamo al tennis, mi ha detto un collega anni fa, bravo columnist e misconosciuto romanziere. Questa l’ho già raccontata, ma quando incontrai Maria Bellonci nel suo salotto, per il premio Strega, la signora mi accolse dicendosi stupita perché mi occupavo di tennis eppure usavo correttamente i congiuntivi. Del resto, per conto mio, ero meravigliato dalla bassa qualità del rinfresco».
Meraviglioso. :D
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Re: Clerici...

Messaggio da BackhandWinner »

NNick87 ha scritto:
Johnny Rex ha scritto:Pesante sul Federer attuale.

F.F.
Forse obbiettivo, no?
Ad un certo punto il Campione si trova davanti ad un bivio: vivere il proprio declino da giocatore oppure godersi la pensione uscendo di scena ancora vincenti. Io trovo più coraggiosa la seconda scelta,mentre la prima è la più scontata e anche quella più "praticata". Federer aveva l'occasione di abbandonare lo scorso anno dopo Wimbledon e forse non lo ha fatto solo perché c'erano le Olimpiadi e sperava in una doppietta. Non so se avrà un altra chance di poter chiudere la carriera posizionando la ciliegina sulla sommità della torta oppure dovrà accontentarsi di smangiucchiare gli avanzi della torta per i prossimi anni.

Anche perchè c'è pure una terza strada, la più triste, quella in cui smetti a metà del declino perchè non riesci ad accettarlo e per me è la strada verso cui sta andando Roger, purtroppo.
Sì, sarà pure tutto, anche i 30 mln di euri o 'la mancata accettazione del declino'.
Ma magari invece è anche, molto più semplicemente, che un ragazzo o poco più, cresciuto giocando (per quanto in modo estremo e feroce, com'è il gioco agonistico), magari vuole anche continuare a giocare, senza preoccuparsi troppo di tante grandi questioni che forse nemmeno si pone o ha gli strumenti per porsi (per quanto certamente non si tratti, nel caso di Roger, di uno sprovveduto).
Insomma qui mi pare che il grande Gianni proietti un po' il suo mondo colto, iper-riflessivo, sofisticato, su qualcuno che quel mondo lo condivide solo in minima parte (per ciò che riguarda l'amore per il gioco e anche per la storia del gioco; poco o null'altro).
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Re: Clerici...

Messaggio da Nickognito »

tanti parlano di federer come la purezza del tennis , e' cosi?

federer e' l' unico dei grandi contemporanei che continua a giocare il rovescio ad una sola mano: mi domando se non sia anche questo che gli assegna questo primato di eleganza gestuale e poi e' il suo comportamento in apparenza piu' distaccato degli altri: gesticola meno, stringe meno il pugno... Chissa', e' sicuramente elegante, ma da un punto di vista umano anche gli altri due, Nadal e Djokovic, so bravissimi tipi, e' difficile giudicare...
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Re: Clerici...

Messaggio da Johnny Rex »

Nickognito ha scritto:tanti parlano di federer come la purezza del tennis , e' cosi?

federer e' l' unico dei grandi contemporanei che continua a giocare il rovescio ad una sola mano: mi domando se non sia anche questo che gli assegna questo primato di eleganza gestuale e poi e' il suo comportamento in apparenza piu' distaccato degli altri: gesticola meno, stringe meno il pugno... Chissa', e' sicuramente elegante, ma da un punto di vista umano anche gli altri due, Nadal e Djokovic, so bravissimi tipi, e' difficile giudicare...
.
Sicuramente lo ajutano l'assenza dei grugniti, l'eleganza del modo di stare in campo, solite cose insomma.

Da un punto di vista umano gli preferisco Djokovic, capace di sorridere ed applaudire un gran punto dell'avversario, Nadal affascinante ma troppo monoespressivo.

Sul ritiro,la risposta è la solita, uno si ritira quando vuole, Federer è rimasto uno dei pochi a dare l'idea di divertirsi davvero a giocare a tennis, intimamente, una sensazione che gli altri non danno, e che nel femminile danno invece Serena e Francesca.

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Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: Clerici...

Messaggio da Nickognito »

Johnny Rex ha scritto:
Sul ritiro,la risposta è la solita, uno si ritira quando vuole,.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Clerici...

Messaggio da NNick87 »

Nickognito ha scritto:
Johnny Rex ha scritto:
Sul ritiro,la risposta è la solita, uno si ritira quando vuole,.
Non c'è neppure bisogno di sottolinearlo per quanto è ovvio. :wink:
Io mica giudicavo. Stavo analizzando le possibili alternative.
balbysauro ha scritto:scusa nickognito, ma continui ad aggirare il punto
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Re: Clerici...

Messaggio da RussianTennisGods »

Per me Federer ci crede ancora nella possibilità di vincere un altro titolo dello slam.
Se ci crede ancora fa bene a continuare...
Però se dovesse rendersi conto di non poter più raggiungere questo tipo di traguardo DEVE ritirarsi.
Ildiavolovestemilan wrote:
Bravo Nasty, finalmente qualcuno che mi capisce...
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Re: Clerici...

Messaggio da Nickognito »

come vedi Nick, non e' ovvio :D
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: Clerici...

Messaggio da Nickognito »

personalmente, anche se sono stato contento per come si e' ritirato Sampras, che tifavo, e anche se per me davvero ognuno fa quel che gli pare, il mio modo preferito in cui il campione si ritira avviene quando

- il giocatore non si pone la domanda se e' ancora competitivo per i vertici/grandi tornei oppure no
- il giocatore non ha paura di smettere, perche' pensa che non riuscita' a stare senza tennis
-
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Re: Clerici...

Messaggio da NNick87 »

Nickognito ha scritto:come vedi Nick, non e' ovvio :D
Me ne dolgo... :(
balbysauro ha scritto:scusa nickognito, ma continui ad aggirare il punto
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Re: Clerici...

Messaggio da babaoriley »

Nickognito ha scritto:personalmente, anche se sono stato contento per come si e' ritirato Sampras, che tifavo, e anche se per me davvero ognuno fa quel che gli pare, il mio modo preferito in cui il campione si ritira avviene quando

- il giocatore non si pone la domanda se e' ancora competitivo per i vertici/grandi tornei oppure no
- il giocatore non ha paura di smettere, perche' pensa che non riuscita' a stare senza tennis
-
in un mondo ideale i campioni sportivi farebbero tutti così :)
la paura di smettere credo sia la peggiore per uno che ha vinto tanto.
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Re: Clerici...

Messaggio da tennisfan82 »

Domani alle 16 su Sky Sport 2 intervista allo scriba
Ti piace il doppio? Preferisco il threesome
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Re: Clerici...

Messaggio da nico »

tennisfan82 ha scritto:Domani alle 16 su Sky Sport 2 intervista allo scriba
potrebbe essere quella che hanno già mandato ieri.
sempre un piacere ascoltare Gianni.
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Pippo and Potito ha scritto:Onore, gloria, lode e inni celestiali a Filippo Volandri, un italiano vero.
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Re: Clerici...

Messaggio da NNick87 »

nico ha scritto:
tennisfan82 ha scritto:Domani alle 16 su Sky Sport 2 intervista allo scriba
potrebbe essere quella che hanno già mandato ieri.
sempre un piacere ascoltare Gianni.
Ne ho persa mezza ieri, già programmato MySky.
balbysauro ha scritto:scusa nickognito, ma continui ad aggirare il punto
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Re: Clerici...

Messaggio da fabio86 »

Quelli di Sky pensassero a reintegrarlo al commento insieme a Tommasi, invece di queste interviste.
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Re: Clerici...

Messaggio da Johnny Rex »

fabio86 ha scritto:Quelli di Sky pensassero a reintegrarlo al commento insieme a Tommasi, invece di queste interviste.
Quantomeno con Bertolucci o la Pero, andrebbero benissimo.
Gianni amerà il tennis fino al suo ultimo respiro,e non penso proprio rifiuterebbe una nuova offerta. A meno che l'abbandono non sia stato decisione sua.

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Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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