le ragioni filosofiche del tifo
- balbysauro
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
l'Atalanta, tecnicamente, è una strisciata
Re: le ragioni filosofiche del tifo
Il tifo mi fa, in generale, abbastanza impressione..
Trovo molto ridicoli i tifosi, di qualunque sport si parli. Nel calcio poi, li trovo addirittura parodistici.
Ovviamente il tifo ha toccato anche me. Da bambino (9-14 anni) ero tifoso della Juve Platiniana. Un tifo totalizzante. Sparito Platini ho preso simpatia per il Milan degli Olandesi, dopodichè sono rimasto alla squadra della mia città, il Cesena, ma con un tifo sempre più opaco e sottotraccia mano a mano che crescevo. In sostanza, a partire dai 18-20 anni non sono più stato un tifoso. Ho continuato a parteggiare per la squadra della mia città in modo molto maturo.
L'unico tifo che posso capire è quello della propria città di appartenenza. Si tratta di un campanilismo comprensibile, soprattutto in un adolescente. Crescendo ci si augurerebbe che tutto fosse più sfumato e consapevole. I sessantenni allo stadio che cantano seminudi e si lanciano in risse contro i tifosi avversari abdrebbero internati in qualche centro per disagiati gravi.
Nel tennis il tifo è, a mio avviso, insensato. Parlo del tifo totalizzante che si può provare nel calcio o negli sport di squadra in generale. Anche qui...sempre che tu non abbia 15 anni e allora ok. Un cinquantenne che sta li a soffrire per Federer e insulta Nadal (o viceversa) come il mio amico Nicola, mi fa ridere parecchio. Cazzo te ne frega di Federer? Hai piacere se vince, ok, ma poi cosa te ne viene in tasca? Invece sta gente non ci dorme la notte...bo...
Trovo molto ridicoli i tifosi, di qualunque sport si parli. Nel calcio poi, li trovo addirittura parodistici.
Ovviamente il tifo ha toccato anche me. Da bambino (9-14 anni) ero tifoso della Juve Platiniana. Un tifo totalizzante. Sparito Platini ho preso simpatia per il Milan degli Olandesi, dopodichè sono rimasto alla squadra della mia città, il Cesena, ma con un tifo sempre più opaco e sottotraccia mano a mano che crescevo. In sostanza, a partire dai 18-20 anni non sono più stato un tifoso. Ho continuato a parteggiare per la squadra della mia città in modo molto maturo.
L'unico tifo che posso capire è quello della propria città di appartenenza. Si tratta di un campanilismo comprensibile, soprattutto in un adolescente. Crescendo ci si augurerebbe che tutto fosse più sfumato e consapevole. I sessantenni allo stadio che cantano seminudi e si lanciano in risse contro i tifosi avversari abdrebbero internati in qualche centro per disagiati gravi.
Nel tennis il tifo è, a mio avviso, insensato. Parlo del tifo totalizzante che si può provare nel calcio o negli sport di squadra in generale. Anche qui...sempre che tu non abbia 15 anni e allora ok. Un cinquantenne che sta li a soffrire per Federer e insulta Nadal (o viceversa) come il mio amico Nicola, mi fa ridere parecchio. Cazzo te ne frega di Federer? Hai piacere se vince, ok, ma poi cosa te ne viene in tasca? Invece sta gente non ci dorme la notte...bo...
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- Massimo Carbone
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
invidio la tua pacatezza, il tifo viscerale (contro altri esseri umani poi) e' qualcosa di per me totalmente incomprensibile, irrimediabilmente legato a una certa eta' , diciamo per me e' come ciucciarsi il ciuccio per dormire, lo capisco nel senso che mi piaceva, ma non mi piacerebbe mai adesso.miggen ha scritto:Ma davvero vivete il calcio in modo così viscerale?
Anche superata l'età degli ovvi sfotto', diciamo fascia 10/20-25?
Senza minima polemica eh,
Mentre capisco per esempio tener tanto (mentre si gioca, eh, non un'ora dopo) per un gioco scemo che si fa, tipo giocando a calcio in prima persona con altri. Capisco molte cose stupide e ne faccio, lungi da me giudicare, il tifo proprio non riesco, se non per gioco mentre si guarda un match, certo.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
E questa cosa è tracimata anche al di fuori del calcio.
La cosa che mi ha fatto allontanare dal thread relativo ( ma in contemporanea dal seguire questo sport come facevo fino a qualche anno fa) è proprio il fastidio e la tristezza di veder ridotte ai minimi termini (anche) persone che presumo siano intelligenti.
Per una cosa così stupida e per lo più pilotata e non democratica come il calcio.
Dove se una persona prova un approcio leggero e scanzonato rischia di venir fagogitato o addirittura insultato.
La cosa che mi ha fatto allontanare dal thread relativo ( ma in contemporanea dal seguire questo sport come facevo fino a qualche anno fa) è proprio il fastidio e la tristezza di veder ridotte ai minimi termini (anche) persone che presumo siano intelligenti.
Per una cosa così stupida e per lo più pilotata e non democratica come il calcio.
Dove se una persona prova un approcio leggero e scanzonato rischia di venir fagogitato o addirittura insultato.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
preciso che intendevo incomprensibile, non biasimabile.
Il tifo penso faccia parte degli sport di squadra e lo renda piu' bello, e' che proprio non lo capisco. Poi ovviamente ci sono tifosi violenti e cosi' via, ma se nel calcio, football, basket, etc, tutti fossero viscerali, lo sport sarebbe ancora piu' bello, fossero tutti come me gli stadi sarebbero vuoti. Rimane che non lo capisco
Nel tennis no, lo biasimo, per me lo rende assai peggiore, per quanto possa interessare il biasimo di un tipo riguardo al modo di rovinare un giochino stupido, si intende, cioe' penso zero
Il tifo penso faccia parte degli sport di squadra e lo renda piu' bello, e' che proprio non lo capisco. Poi ovviamente ci sono tifosi violenti e cosi' via, ma se nel calcio, football, basket, etc, tutti fossero viscerali, lo sport sarebbe ancora piu' bello, fossero tutti come me gli stadi sarebbero vuoti. Rimane che non lo capisco
Nel tennis no, lo biasimo, per me lo rende assai peggiore, per quanto possa interessare il biasimo di un tipo riguardo al modo di rovinare un giochino stupido, si intende, cioe' penso zero
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
Vabbeh, non ci sono solo i federasti.Nickognito ha scritto:
Nel tennis no, lo biasimo, per me lo rende assai peggiore, per quanto possa interessare il biasimo di un tipo riguardo al modo di rovinare un giochino stupido, si intende, cioe' penso zero
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
A me invece pare nella logica (o illogicità delle cose) che il tifo sia divenuto più diffuso contro che a favore.Nickognito ha scritto: il tifo viscerale (contro altri esseri umani poi) e' qualcosa di per me totalmente incomprensibile
E' una naturale conseguenza della polarizzazione di quasi tutti gli sport, coi sempiterni a vincere , è ovvio che ci sia un ampia fetta di tifo contro. E' facile anche per te sostenere in finale slam uno qualunque contro quei 3, vorrei vedere se sostenessi qualcuno di loro se giocasse contro qualcun altro, per dire
Uno Sport un po' più equo e con maggiore rotazione dei vincitori porterebbe anche a minor tifo contro, minore antipatia .
Una Juve che avesse vinto 4 volte negli ultimi 8 anni non mi avrebbe così rotto i maroni, o un Bayern in Germania, o un Real in CL.
Poi per dirla con Miggen non è che la mia vita cambi, ma ho rivalutato un po' il tifo (e l'antitifo) a fronte della perenne imperturbabilità di fronte alle piccolezze della vita. Ovviamente nei limiti,eh
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
a me non pare proprio sia cosi'.Johnny Rex ha scritto:A me invece pare nella logica (o illogicità delle cose) che il tifo sia divenuto più diffuso contro che a favore.Nickognito ha scritto: il tifo viscerale (contro altri esseri umani poi) e' qualcosa di per me totalmente incomprensibile
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
Non era quello il punto, io capisco stare male per il gcn,perche' non ti e' entrato il tiro libero, perche' ha chiuso la gelateria, perche' un amico cambia citta', perche' il cane ha il raffreddore, perche' la riparazione della macchina costa troppo o si e' rotto il frullatore, per far esempi a caso, molto di piu'.Johnny Rex ha scritto:a fronte della perenne imperturbabilità di fronte alle piccolezze della vita. .
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
Negli sport di squadra il tifo e' comprensibile, risponde al bisogno atavico di dividersi in gruppi e far parte di un gruppo contro gli altri, dopo tutto siamo animali evoluti in societa' tribali. Senza sport ci si dividerebbe per qualcos'altro.Nickognito ha scritto:preciso che intendevo incomprensibile, non biasimabile.
Il tifo penso faccia parte degli sport di squadra e lo renda piu' bello, e' che proprio non lo capisco. Poi ovviamente ci sono tifosi violenti e cosi' via, ma se nel calcio, football, basket, etc, tutti fossero viscerali, lo sport sarebbe ancora piu' bello, fossero tutti come me gli stadi sarebbero vuoti. Rimane che non lo capisco
Nel tennis no, lo biasimo, per me lo rende assai peggiore, per quanto possa interessare il biasimo di un tipo riguardo al modo di rovinare un giochino stupido, si intende, cioe' penso zero
Negli sport individuali come il tennis, effettivamente il tifo non e' cosi' comprensibile. Posso capire da bambini/ragazzini il "proiettarsi" nel campione, da adulti lo capisco molto meno.
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
E Perché mai? può essere invece più facili identificarsi/sostenere un singolo individuo che una squadra.uglygeek ha scritto: Negli sport individuali come il tennis, effettivamente il tifo non e' cosi' comprensibile. Posso capire da bambini/ragazzini il "proiettarsi" nel campione, da adulti lo capisco molto meno.
Non vedo grandi differenze, se non ovviamente sul piano della diffusione di un dato sport
F.F.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: le ragioni filosofiche del tifo
Beh la differenza c'e'. Se tifo Milan ad esempio tifo per un'entita' astratta (una "storia", direbbe Yuval Noah Harari); il Milan non e' l'insieme dei giocatori che vanno in campo un certo giorno, non e' l'allenatore, non e' nemmeno la societa' e i suoi proprietari, che possono cambiare, e' un qualcosa a cui si puo' appartenere. Del resto la societa' Fiorentina non e' neppure la stessa societa' del passato, e' stata rifondata da zero nel 2002, ma per i tifosi non cambia niente, e' come fosse quella in cui giocava Antognoni anche se l'unica cosa che hanno in comune e' il viola delle maglie e la citta'.Johnny Rex ha scritto:E Perché mai? può essere invece più facili identificarsi/sostenere un singolo individuo che una squadra.uglygeek ha scritto: Negli sport individuali come il tennis, effettivamente il tifo non e' cosi' comprensibile. Posso capire da bambini/ragazzini il "proiettarsi" nel campione, da adulti lo capisco molto meno.
Non vedo grandi differenze, se non ovviamente sul piano della diffusione di un dato sport
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Invece una persona e' una persona ed e' quella persona li', quando il Milan degli olandesi smette c'e' un nuovo Milan, quando Federica Pellegrini smette ha smesso e basta. Non a caso in questo forum alcuni utenti hanno lasciato quando il loro campione (Agassi) si e' ritirato perche' il tennis per loro era finito cosi'. Difficile che lo stesso accada per un tifoso di calcio. Ma l'identificarsi con una persona e' una cosa un po' forzata, non trovi? Non e' come identificarsi con una squadra. Io posso appartenere ad un team ma non essere un'altra persona.
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
No, ma non sarai mai neanche pienamente una squadra.
Puoi però condividere apprezzare un modo di giocare, uno stile, una maniera di essere che ti porta a identificarti o a sostenere un giocatore o una società, né più ne meno di come apprezzi determinati scrittori, registi o artisti.
Ripeto, dal mio punto di vista non ci ho mai visto grandi differenze.
F.F.
Puoi però condividere apprezzare un modo di giocare, uno stile, una maniera di essere che ti porta a identificarti o a sostenere un giocatore o una società, né più ne meno di come apprezzi determinati scrittori, registi o artisti.
Ripeto, dal mio punto di vista non ci ho mai visto grandi differenze.
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
Si' che puoi esserlo, nello stesso modo in cui puoi essere cattolico o protestante, comunista o fascista, pisano o livornese. Per nascita, per scelta, per caso sei di una certa parte e non di un'altra, puoi applicare la logica tribale del "noi" contro "loro". Anzi con una squadra e' ancora piu' semplice, hai quasi sempre liberta' di scegliere la tua tribu'.Johnny Rex ha scritto:No, ma non sarai mai neanche pienamente una squadra.
Non e' la stessa cosa di tifare McEnroe per il tennis sublime che gioca, posso anche identificarmi ma non sono McEnroe. Non c'e' nemmeno il concetto di "Vinco per i miei tifosi" che - per quanto finto - comunque esiste nel calcio. Un tennista vince solo per se'.
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
Ti capisco ma non ti capisco
Che differenza c'è fra scegliere una tribù/gruppo e scegliere un individuo? al limite le prime ti danno un più ampio raggio di amicizie e/o ragazze che condividono la tua passione, ma i meccanismi di identificazione/appartenenza non sono così diversi.
Che poi c'è spesso e volentieri più libertà di scelta nel prendersi un individuo da sostenere, spesso si tifa una squadra per influenza familiare, contesto sociale, basi etniche. Fattori spesso assenti nelle scelte individuali.
F.F.
Che differenza c'è fra scegliere una tribù/gruppo e scegliere un individuo? al limite le prime ti danno un più ampio raggio di amicizie e/o ragazze che condividono la tua passione, ma i meccanismi di identificazione/appartenenza non sono così diversi.
Che poi c'è spesso e volentieri più libertà di scelta nel prendersi un individuo da sostenere, spesso si tifa una squadra per influenza familiare, contesto sociale, basi etniche. Fattori spesso assenti nelle scelte individuali.
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
Ma teoricamente capisco la psicologia, diversa, sia del tifoso da sport individuale che di squadra. Teoricamente fuori tutto si spiega sempre. Rimane il fatto che un tifo viscerale è qualcosa per me adesso inconcepibile ma che era parte integrante della mia infanzia e adolescenza. Come lo era giocare coi Playmobil. Ecco, per me sarebbe come vedere adesso milioni di adulti giocare a Playmobil tutti contenti tutto il weekend. Sarebbe molto strano
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
La differenza e' che tu fai parte della tribu'. Una volta accettata l'idea che il Milan esiste, nel senso in cui lo intendono i tifosi, allora tu puoi far parte del Milan in quanto tifoso ed effettivamente le sue vittorie sono le tue vittorie. E' solo una storia che ci si racconta, il Milan non esiste davvero in tal senso, ma vallo a spiegare ai tifosi.Johnny Rex ha scritto:Ti capisco ma non ti capisco
Che differenza c'è fra scegliere una tribù/gruppo e scegliere un individuo? al limite le prime ti danno un più ampio raggio di amicizie e/o ragazze che condividono la tua passione, ma i meccanismi di identificazione/appartenenza non sono così diversi.
Che poi c'è spesso e volentieri più libertà di scelta nel prendersi un individuo da sostenere, spesso si tifa una squadra per influenza familiare, contesto sociale, basi etniche. Fattori spesso assenti nelle scelte individuali.
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Ma questo non vale per gli sport individuali, non c'e' modo al mondo in cui le future vittorie negli slam di Sinner possano essere mie vittorie.
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
Ci sono studi al riguardo. Profili psicologici e motivazioni psicologiche del tutto diverse. Chi tifa un singolo atleta spesso, ovviamente non sempre, lo fa per incapacità di vivere la propria vita, negli sport di squadra no, è senso di appartenenza a un gruppo.Johnny Rex ha scritto:Ti capisco ma non ti capisco
Che differenza c'è fra scegliere una tribù/gruppo e scegliere un individuo? al limite le prime ti danno un più ampio raggio di amicizie e/o ragazze che condividono la tua passione, ma i meccanismi di identificazione/appartenenza non sono così diversi.
Che poi c'è spesso e volentieri più libertà di scelta nel prendersi un individuo da sostenere, spesso si tifa una squadra per influenza familiare, contesto sociale, basi etniche. Fattori spesso assenti nelle scelte individuali.
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Del resto, difficile vedere adulti col poster dell'attore o attrice di cui si è innamorati in camera, per dire. Mentre è normale essere tifosi di un quartiere, rione, partito politico, religione. .. in qualche modo
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
Non sono d'accordo che da adulti non si hanno preferenze sugli individui.
Certo non mette il poster in cameretta come un adolescente, ma in cuor suo, anche da adulti, la gente si appassiona a quell'attore a quel tennista.
Vorrei anche aggiungere che lo sport di squadra da un senso di appartenenza, a vita, come hanno detto altri ma a sua volta contiene la preferenza individuale, si sceglie un giocatore della squadra in particolare come proprio eroe.
Poi gli sport di squadra sono strutturati per il tifo anche formalmente.
Allo stadio, in un palazzetto, ci si divide in settori.
Non esiste a Wimbledon quelli di nadal da questa parte e quelli di federer da quest'altra.
Certo non mette il poster in cameretta come un adolescente, ma in cuor suo, anche da adulti, la gente si appassiona a quell'attore a quel tennista.
Vorrei anche aggiungere che lo sport di squadra da un senso di appartenenza, a vita, come hanno detto altri ma a sua volta contiene la preferenza individuale, si sceglie un giocatore della squadra in particolare come proprio eroe.
Poi gli sport di squadra sono strutturati per il tifo anche formalmente.
Allo stadio, in un palazzetto, ci si divide in settori.
Non esiste a Wimbledon quelli di nadal da questa parte e quelli di federer da quest'altra.
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
Beh no, un Momento ,esiste la Società ente giuridico AC Milan, ed esiste l'individuo Jannik Sinner, con la sua storia, il suo vissuto,i suoi obiettivi, sono realtà esistenti e inconfutabili almeno in questso mondo, come lo è la pioggia a Seattle, il Lago Di Garda e la società per cui lavori.uglygeek ha scritto: La differenza e' che tu fai parte della tribu'. Una volta accettata l'idea che il Milan esiste, nel senso in cui lo intendono i tifosi, allora tu puoi far parte del Milan in quanto tifoso ed effettivamente le sue vittorie sono le tue vittorie. E' solo una storia che ci si racconta, il Milan non esiste davvero in tal senso, ma vallo a spiegare ai tifosi.
Ma questo non vale per gli sport individuali, non c'e' modo al mondo in cui le future vittorie negli slam di Sinner possano essere mie vittorie.
Quelle che cambia sono le aspettative /sogni che si riversano sugli oggetti del tifo, ad esempio battere la Juve o sperare che Sinner vinca uno slam mai visto da parte italica in tutta la mia vita, aspettative che possono essere coincidenti con quelle dei soggetti, magari per ragioni differenti (economiche per il Milan, e anche diciamo Sinner) oppure non coincidenti (può essere che a Sinner vincere uno slam non interessi, e dell'italianità gliene freghi il giusto).
Mah. Mi domando se gli Hooligans la loro vita la vivessero al massimo e con capacità. Forse sì, nel senso che erano attivi, pestavano e venivano pestati, e non erano divanati. Ma mi sembrano differenze non così significative , può essere incapace di vivere la propria vita tanto il tifoso dell'Inter quanto quello di Federer .Nickognito ha scritto:Chi tifa un singolo atleta spesso, ovviamente non sempre, lo fa per incapacità di vivere la propria vita, negli sport di squadra no, è senso di appartenenza a un gruppo.
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
La vita è fatta di tanti aspetti, meglio un paio i che crede di essere Brad Pitt che uno che si sente parte della famiglia nazista . Rimane che il tifoso di calcio fa parte del gioco, il tifoso di Nadal no, è uno che si identifica in Nadal.
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
Forse non riesco a spiegare bene quello che voglio dire. Ma se l'Italia vince i mondiali di calcio posso pensare di averli vinti anch'io, se Sinner vince Wimbledon non posso pensare che io abbia vinto Wimbledon, se Sinner vince la Davis per l'Italia posso sentirmi parte della vittoria. Perche' io faccio parte dell'Italia e non di Sinner.Johnny Rex ha scritto:Beh no, un Momento ,esiste la Società ente giuridico AC Milan, ed esiste l'individuo Jannik Sinner, con la sua storia, il suo vissuto,i suoi obiettivi, sono realtà esistenti e inconfutabili almeno in questso mondo, come lo è la pioggia a Seattle, il Lago Di Garda e la società per cui lavori.uglygeek ha scritto: La differenza e' che tu fai parte della tribu'. Una volta accettata l'idea che il Milan esiste, nel senso in cui lo intendono i tifosi, allora tu puoi far parte del Milan in quanto tifoso ed effettivamente le sue vittorie sono le tue vittorie. E' solo una storia che ci si racconta, il Milan non esiste davvero in tal senso, ma vallo a spiegare ai tifosi.
Ma questo non vale per gli sport individuali, non c'e' modo al mondo in cui le future vittorie negli slam di Sinner possano essere mie vittorie.
Quelle che cambia sono le aspettative /sogni che si riversano sugli oggetti del tifo, ad esempio battere la Juve o sperare che Sinner vinca uno slam mai visto da parte italica in tutta la mia vita, aspettative che possono essere coincidenti con quelle dei soggetti, magari per ragioni differenti (economiche per il Milan, e anche diciamo Sinner) oppure non coincidenti (può essere che a Sinner vincere uno slam non interessi, e dell'italianità gliene freghi il giusto).
Mah. Mi domando se gli Hooligans la loro vita la vivessero al massimo e con capacità. Forse sì, nel senso che erano attivi, pestavano e venivano pestati, e non erano divanati. Ma mi sembrano differenze non così significative , può essere incapace di vivere la propria vita tanto il tifoso dell'Inter quanto quello di Federer .Nickognito ha scritto:Chi tifa un singolo atleta spesso, ovviamente non sempre, lo fa per incapacità di vivere la propria vita, negli sport di squadra no, è senso di appartenenza a un gruppo.
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Lo so che Sinner esiste come individuo (anzi, Sinner esiste ben piu' dell'Italia, in un certo senso) ma io non sono Sinner. Avessi 11 anni potrei identificarmi in lui, ma da adulto che senso ha?
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
uglygeek ha scritto:Ma se l'Italia vince i mondiali di calcio posso pensare di averli vinti anch'io, se Sinner vince Wimbledon non posso pensare che io abbia vinto Wimbledon, se Sinner vince la Davis per l'Italia posso sentirmi parte della vittoria. Perche' io faccio parte dell'Italia e non di Sinner.
Lo so che Sinner esiste come individuo (anzi, Sinner esiste ben piu' dell'Italia, in un certo senso) ma io non sono Sinner. Avessi 11 anni potrei identificarmi in lui, ma da adulto che senso ha?
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
Se sai fare le volèe come Sinner vincerai anche tu Wimbledon
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
A leggere voiNickognito ha scritto:uglygeek ha scritto:Ma se l'Italia vince i mondiali di calcio posso pensare di averli vinti anch'io, se Sinner vince Wimbledon non posso pensare che io abbia vinto Wimbledon, se Sinner vince la Davis per l'Italia posso sentirmi parte della vittoria. Perche' io faccio parte dell'Italia e non di Sinner.
Lo so che Sinner esiste come individuo (anzi, Sinner esiste ben piu' dell'Italia, in un certo senso) ma io non sono Sinner. Avessi 11 anni potrei identificarmi in lui, ma da adulto che senso ha?
E' possibile identificarsi in un concetto astratto (la Patria, la Fede, il vegetarianesimo, etc etc) ma è da non sviluppato seguitare a tifare in età adulta un atleta individuale.
Penso non vi riferiate solo al Tennis, giusto?
Ai tempi di Pantani non pensavo vi fosse così tanto infantilismo in giro (ed anche in me stesso, a ben vedere, e si che conducevo una Vita decisamente piena..)
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
Pantani per gli italiani non vale, veniva tifato soprattutto perché italiano.
Non c'entra molto astratto o concreto. Io sono più concreto della parola umanità, ma se uno di sente parte dell'umanità mi sembra normale, se uno crede di essere dentro di me ha dei problemi, se non è la pironkova...
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Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
Re: le ragioni filosofiche del tifo
Come mai mi trovo ad essere più partecipe delle sorti del Milan ora che è a pezzi e veniamo da anni di nulla, mentre invece prima quando si vinceva tutto ero sì contento, ma meno coinvolto?
Ora le partite di questi quattro scalzacani le guardo tutte, mentre invece prima le partite degli Invincibili non le vedevo quasi. Singolare, no?
Ora le partite di questi quattro scalzacani le guardo tutte, mentre invece prima le partite degli Invincibili non le vedevo quasi. Singolare, no?
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- balbysauro
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
con Ugly in tutto e per tutto
d'altra parte il "noi contro loro" è quello che ci ha fatto evolvere come esseri umani per quello che siamo (o una delle spinte più forti, non l'unica ovviamente)
analizzare le questioni umane utilizzando questa chiave di lettura le rende enormemente più comprensibili
d'altra parte il "noi contro loro" è quello che ci ha fatto evolvere come esseri umani per quello che siamo (o una delle spinte più forti, non l'unica ovviamente)
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
Oppure Coppi e Bartali. Era ben diverso, erano anche due visioni dell'Italia differenti che si scontravano, una piu' cattolica e tradizionalista, l'altra piu' moderna e proiettata al futuro. C'era eccome del tribalismo (come direbbe Fiorello).Nickognito ha scritto:Pantani per gli italiani non vale, veniva tifato soprattutto perché italiano.
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
senza contare che i francesi si incazzavano, che le balle ancora gli giravano
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
Ancora con questa storia dell'essere dentro di , ma dai, veramente pensi/pensate che ai sostenitori di un/una giocatrice interessino così tanto quello che pensano o realmente vogliano? descrivete un quadro da allucinazione psicotica generalizzata, su ,mai sentito uno dire di sentirsi parte di Federer o di Nadal semmai di fare parte dei tifosi di uno o dell'altro. Nè più nè meno che essere sostenitore dell'Inter o della Lazio.Nickognito ha scritto:Pantani per gli italiani non vale, veniva tifato soprattutto perché italiano.
Non c'entra molto astratto o concreto. Io sono più concreto della parola umanità, ma se uno di sente parte dell'umanità mi sembra normale, se uno crede di essere dentro di me ha dei problemi, se non è la pironkova...
Al di là dei comportamenti più o meno antisportivi messi in atto (fischi all'avversario, etc) mi sembra poi di poter dire che a livello di pericolosità sociale il tifo per i club sia più rilevante e dannoso di quello per gli atleti singoli , c'è una vasta (e desolante) panoramica al riguardo.
Che uno si definisca Fanatico di Federer mi può fare sorridere, o pensare che non sia certo così obiettivo quando parla di altri tennisti ,che uno si definisca Fanatico degli Ultrà di o di qualche altro movimento collettivo mi inquieta di più, e pace all'anima s eil primo Non vive fino in fondo la propria vita mentre il secondo sì
F.F.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: le ragioni filosofiche del tifo
Per me il tifo contro è dettato sopratutto dall'esistenza del tifo della fazione opposta e dalla propaganda di media e social.
Da Juventino ho sempre tifato contro le milanesi perchè ho sempre avuto a che fare con tifosi di queste due squadre...e non ho mai tifato contro torino e fiorentina, non conoscendone tifosi (vivendo a milano). Non c'era internet ma c'era la scuola, gli sfottò, la tv che parlava di calcio.
Nel tennis o nel ciclismo o nello sci in passato non ho mai tifato contro...o meglio tifavo contro solo per far vincere chi tifavo.
Ma se tifavo pantani non conoscevo fan di Indurain o Armstrong...Se tifavo Tomba non conoscevo fan di Accola o Girardelli...
Non c'era motivo di scadere in un tifo da ultras
Nel tennis prima di Nadal non ho mai tifato nessuno in questo modo ma anche l'avessi fatto non avrei trovato a darmi fastidio una fazione federasta.
Non conoscevo nessuno che seguisse il tennis da tifoso, non c'era internet e social....sulla gazza un trafiletto ogni tanto...
Ora che c'è internet e social etc vengo a conoscenza dell'esistenza della fazione federasta, delle rivalità che creano i media, del goat dei record etc...facile iniziare a odiare qualcuno, ma per colpa di qualcun altro (il tifoso, il giornalista) o qualcosa d'altro (il record).
Ma se Rafa e Roger fossero nati 20 anni fa mai avrei tifato contro Roger tifando Rafa
Da Juventino ho sempre tifato contro le milanesi perchè ho sempre avuto a che fare con tifosi di queste due squadre...e non ho mai tifato contro torino e fiorentina, non conoscendone tifosi (vivendo a milano). Non c'era internet ma c'era la scuola, gli sfottò, la tv che parlava di calcio.
Nel tennis o nel ciclismo o nello sci in passato non ho mai tifato contro...o meglio tifavo contro solo per far vincere chi tifavo.
Ma se tifavo pantani non conoscevo fan di Indurain o Armstrong...Se tifavo Tomba non conoscevo fan di Accola o Girardelli...
Non c'era motivo di scadere in un tifo da ultras
Nel tennis prima di Nadal non ho mai tifato nessuno in questo modo ma anche l'avessi fatto non avrei trovato a darmi fastidio una fazione federasta.
Non conoscevo nessuno che seguisse il tennis da tifoso, non c'era internet e social....sulla gazza un trafiletto ogni tanto...
Ora che c'è internet e social etc vengo a conoscenza dell'esistenza della fazione federasta, delle rivalità che creano i media, del goat dei record etc...facile iniziare a odiare qualcuno, ma per colpa di qualcun altro (il tifoso, il giornalista) o qualcosa d'altro (il record).
Ma se Rafa e Roger fossero nati 20 anni fa mai avrei tifato contro Roger tifando Rafa
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
Il topic non riguarda la pericolosita' sociale del tifo. Anche il cittadino patriottico e' piu' pericoloso di un feticista dell'unghia del mignolo, ma si puo' considerare il secondo piu' strano.Johnny Rex ha scritto:
Ancora con questa storia dell'essere dentro di , ma dai, veramente pensi/pensate che ai sostenitori di un/una giocatrice interessino così tanto quello che pensano o realmente vogliano? descrivete un quadro da allucinazione psicotica generalizzata, su ,mai sentito uno dire di sentirsi parte di Federer o di Nadal semmai di fare parte dei tifosi di uno o dell'altro. Nè più nè meno che essere sostenitore dell'Inter o della Lazio.
Al di là dei comportamenti più o meno antisportivi messi in atto (fischi all'avversario, etc) mi sembra poi di poter dire che a livello di pericolosità sociale il tifo per i club sia più rilevante e dannoso di quello per gli atleti singoli , c'è una vasta (e desolante) panoramica al riguardo.
Che uno si definisca Fanatico di Federer mi può fare sorridere, o pensare che non sia certo così obiettivo quando parla di altri tennisti ,che uno si definisca Fanatico degli Ultrà di o di qualche altro movimento collettivo mi inquieta di più, e pace all'anima s eil primo Non vive fino in fondo la propria vita mentre il secondo sì
F.F.
Il tifoso come profilo psicologico generale ha quello di identificarsi in altri. Ovviamente non crede di essere Federer o la Roma, ma si identifica mentre tifa. Questo lo rende piu' felice, anche a livello ormonale, perche' da' un maggior senso alla vita e perche' vince. Il tifoso vuole vincere, e quindi spesso sceglie atleti o squadre vincenti e, quando non lo fa, comunque attua meccanismi per cui si identifica quando vince ma non lo fa quando perde. Questo per esempio e' il motivo per cui tifosi di squadre minori simpatizzano per una grande squadra alla stesso tempo, o per cui molti tifosi di squadre perdenti mitizzano un loro passato vincente.
Identificarsi in una squadra, in una tribu', e' un fenomeno del tutto normale per gli umani (e certo, a volte o spesso pericoloso). Identificarsi in un'altra persona e' meno comune e comunque di certo diverso. E' anche vero che piu' spesso negli sport individuali lo si fa anche per motivi estetici.
Tutto questo a me e' successo, in entrambi i casi, in modo del tutto corrispondente agli studi psicologici su entrambi i casi, dai 7 anni ai, boh, 20 per poi declinare ancora qualche anno. Poi ho smesso, per questo fatico a capire chi non smette. Per me, personalmente, l'essere tifoso e' forse la caratteristica principale che avevo per anni e ho perso. O una delle. Prima mi condizionava tantissimo, adesso zero. Pensare che un adulto e' condizionato per me e' come pensare che vada a scuola, boh, la sensazione e' quella.
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
Ma mica è vero, non identifichiamo il tifo con la Juventinità in genere ,i tifosi sinceri di Torino e brescia che dovrebbero fare, spararsi? Il tifoso vero poi per le sconfitte ci resta male ,mica dissocia il sé dalla sconfitta. Semmai si dissocia il commentatore tipo le cose importanti della vita sono altre, etc etc . Che poi nel corso degli anni il tifo si svuoti e resti spesso uan maschera stantia che va comunque indossata, un ruolo recitato senza credervi più di tanto è un altro discorso (si pensi alle pagliacciate die commentatori televisivi, ad esempio).Nickognito ha scritto:Il tifoso vuole vincere, e quindi spesso sceglie atleti o squadre vincenti e, quando non lo fa, comunque attua meccanismi per cui si identifica quando vince ma non lo fa quando perde..
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
Il Tifo contro c'è sempre stato, Tican e Ameba ne han diffusamente parlato nella sezione calcio.maxredo ha scritto:Per me il tifo contro è dettato sopratutto dall'esistenza del tifo della fazione opposta e dalla propaganda di media e social.
Se è aumentato, ed è per me aumentato negli ultimi decenni, è in parte per i social ma soprattutto perché i domini sono divenuti più schiaccianti in uasi tutte le discipline, portando sempre più per forza al tifo e all'anti tifo di risposta.
Non vediamo sempre i social come la causa prima, pur con tutto il male che possono avere, sono spesso l'amplificatore/cassa di risonanza di qualcos altro . Prima di tutto del fancazzismo ,e in secondo luogo del tifo contro che deriva inevitabilmente dal veder vincere sempre gli stessi.
Ripeto, in realtà meno dominate per forza di cose cala anche l'anti tifo. Forzando ma non troppo, nella WTA a parte Serena c'è qualcuna che sia davvero meritevole di tifo contro?
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
si, per me poi si tratta di meccanismi psicologici diversi. Per me (non solo per me, anche qui ci sono studi al riguardo), uno sport e' un bello spettacolo quando e' equilibrato. Il tifo contro i dominatori per me equivale a 'tifare', al cinema, perche' se ne vada il tipo che commenta il film ad alta voce, dalla sala. Poi c'e' il tifo contro per altri motivi, e quello , di nuovo, lo associo a infanzia e adolescenza.
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
Nickognito ha scritto:si, per me poi si tratta di meccanismi psicologici diversi. Per me (non solo per me, anche qui ci sono studi al riguardo), uno sport e' un bello spettacolo quando e' equilibrato.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: le ragioni filosofiche del tifo
Si ma un conto è il tifo contro per vedere un po' di varietà...un altro è il tifo contro sistematico+odio
Se Sampras vinceva sempre a wimbledon ci stava che qualcuno avesse piacere a vedere un altro vincitore se proprio doveva esprimere una preferenza.
Diverso è un tifoso, che ne so di Agassi, che dice che Sampras è una scimmia sempre con la lingua fuori che sa solo tirare cannonate di servizio 1!!?!
Magari tal tifoso di Agassi c'era ma senza internet i tifosi di Sampras non lo conoscevano e non c'era motivo di innescarsi il meccanismo delle fazioni, del tifo contro, degli hater etc
Se uno tifa da solo e non ha modo di confrontardi col tifo opposto direi che tifa più serenamente e sportivamente.
Se Sampras vinceva sempre a wimbledon ci stava che qualcuno avesse piacere a vedere un altro vincitore se proprio doveva esprimere una preferenza.
Diverso è un tifoso, che ne so di Agassi, che dice che Sampras è una scimmia sempre con la lingua fuori che sa solo tirare cannonate di servizio 1!!?!
Magari tal tifoso di Agassi c'era ma senza internet i tifosi di Sampras non lo conoscevano e non c'era motivo di innescarsi il meccanismo delle fazioni, del tifo contro, degli hater etc
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Re: le ragioni filosofiche del tifo
Infatti le dittature nello sport sono di quanto più noioso possa esistere.Johnny Rex ha scritto:Nickognito ha scritto:si, per me poi si tratta di meccanismi psicologici diversi. Per me (non solo per me, anche qui ci sono studi al riguardo), uno sport e' un bello spettacolo quando e' equilibrato.
La noia dei record, dei numeri, dei domini.
Nel calcio poi questa sperequazione ha sempre assunto risvolti ridicoli.
Tifosi di una squadra, che esultano per il centesimo scudetto di fila.
Tifosi di un'altra che dopo decine di acquisti da 100 miiloni si lamentano che manca la riserva della riserva della riserva.
Tifosi in generale che non si svegliano dal coma profondo che li distoglie dall'accorgersi che c'è molto di manovrato
e indirizzato. E già uno dovrebbe smettere di seguire, accorgendosi che il tuo idolo, la tua squadra o chi per essa, vince perché c'è chi vuole che vinca.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: le ragioni filosofiche del tifo
Dal topic della Lazio:
che dimostra quello che volevo dire, il tifo per una squadra non ha niente a che vedere con il tifo per una persona negli sport individuali.Alga ha scritto:I veri proprietari della LAZIO non sono gli ultras, sono i Laziali.
Lotito non veniva insultato solo dalla Curva Nord, ma da tutti i settori fino alla Monte Mario e pure da quelli che non andavano allo stadio.
Non era una questione di convenienza, ma di atteggiamento. Lotito era arrivato ad insultare tutti indistintamente e questo non poteva essere accettato da nessuno.
Negli anni ha capito i suoi errori, ha notevolmente cambiato il suo modo di esprimersi e, nonostante non si sia mai calato le braghe, il clima e' molto piu' sereno.
Ma cio' che ha fatto in passato rimane e la gente non dimentica.
“LA VITA È COSÌ: VIENI, FAI FAI E POI TE NE VAI” S.B.