Nickognito ha scritto:Gioco per me molto adatto alle due mani. Io sono scarso a ping pong e con la sinistra non riesco nemmeno ad aprire una porta chiusa a chiave, pero' non gioco molto peggio con la sinistra che con la destra, a tennis nemmeno butto la pallina di la'.
Peraltro il normale stile da pongista per me e' veramente brutto, meno spettacolare di Jordi Arrese. Se uno ha gesti tennistici (ovviamente non completamente, e' impossibile) allora diventa davvero un bel gioco. Ma probabilmente dovrei giocare o seguire il padel, che mi sembra oggi il gioco ideale per i gesti rispetto all' efficacia.
Per quanto riguarda il rapporto con i tennisti, ovviamente non si puo' non pensare a Fred Perry che e' stato n.1 in entrambi gli sport (iniziando col ping pong).
Il ping pong per me ha un forte valore simbolico. Come altri sport, e' stato in qualche modo codificato circa 150 anni fa, per cui quasi tutti gli sport odierni sono stati fatti per gli stili di vita e di atletismo e professionalita' di 150 anni fa. Qualcosa e' cambiato, ma poco, perche' negli ultimi 70 anni gli umani occidentali hanno vissuto nell' ideologia che esistano delle codificazioni eterne e sacre che non stanno nei libri religiosi ma un po' ovunque, che siano costituzioni, regolamenti sportivi o libri di storia dell' arte. Il ping pong e' piu' simbolico degli altri perche' si gioca non su di un piccolo (per i nostri atleti), campo, ma addirittura su un tavolino, in cui la gente si affanna a tirare colpi forti che l' altro pero' riprende sempre. Il gioco e' cambiato in modo radicale, ancora piu' del tennis, gia' negli anni 50, rendendosi gia' inadatto al professionismo e apprezzabile invece come passatempo amatoriale.
Molto interessante il ruolo di rilievo dei campioni ungheresi, prima di quanto accadesse, se pur per brevissimo tempo, anche nel calcio. L' Ungheria, per quanto paese piccolo, e' un paese che sorprende per la quasi totale assenza di personaggi di rilievo che vi siano nati, come se il paese trasmettesse nel DNA la non eccellenza in niente. Una delle principali eccezioni non e' il classico scienziato, magari, ma e' Houdini. Houdini e' piu' o meno l' unico ungherese tra i migliori del suo campo in tutto il mondo (almeno uomini), ed e' un campo particolarissimo. Forse non e' un caso che eccellessero anche in questo strano gioco (Intendiamoci, comunque anche questi ungheresi erano comunque ebrei, sfuggendo un po' al dna magiaro della non eccellenza).
Per fortuna esiste ancora qualche pongista serio che gioca con uno stile suo, ma per me il valore di questo gioco e' prevalentemente in chi lo gioca a casa o al parco per divertimento, con costi peraltro molto limitati fortunatamente.
Letto tutto e trovato molto interessante, grazie!
Confermo anche dal mio punto di vista che uno stile tennistico sul tavolo da pingpong è molto più gradevole di un'impostazione da tennistavolo, per quanto ovviamente l'efficacia invece sia viceversa.
Su Fred Perry, be' sembra fantascienza pensare che un uomo primeggi a livello internazionale in due sport diversi, oggi non penso sarebbe possibile se non forse all'interno dell'atletica leggera.
Concordo sul cambiamento marcato degli ultimi trent'anni in particolare che ha, di fatto, reso il tennistavolo uno sport e relegato il pingpong a un passatempo, tagliando di netto questa disciplina sportiva.
Sul discorso Ungheria, a me l'unico ungherese che ho in mente quando penso a vette del sapere umano è ovviamente Von Neumann, che assieme a Turing ha gettato le fondamenta dell'informatica ed era stato il primo a pensare a delle macchine auto riproducenti, su cui ancora oggi c'è un gran parlare nel mondo della ricerca.
Johnny Rex ha scritto:Stesso discorso degli ungheresi valido anche per i Bulgari,eh
Venendo in Topic io adoro giocare a Ping Pong,specie Indoor, quelli all'aperto tipo albergo in Riviera presentano superfici assurdamente lente
Guardarlo no, invece.
F.F.
Giocare all'aperto è possibile ma la variabile vento (anzi, basta un semplice spiffero) diventerebbe sempre LA variabile più influente del gioco, il che non accade nel tennis senza tavolo, a meno di eccezioni, s'intende. Sarebbe come fare una gara di nuoto in un fiume, con la corrente che nella realtà non è mai un moto laminare, bensì turbolento (nel senso ingegneristico del termine).
Monheim ha scritto:Già.
Comunque sport in cui occorre forse essere concentrati ancora più che col tennis: due-tre minuti di disattenzione e il set è andato.
Ad altissimo livello dev'essere snervante assai.
Esatto, soprattutto da quando nel 2003 tutte le competizioni hanno adottato il set all'11 e non più al 21.
Per questo e per altri motivi si vedono un sacco di pongisti psicopatici ma davvero nel senso clinico della parola. Rituali, crisi di nervi, sociopatia e altre complicazioni che ormai siamo abituati a vivere ma che (come spesso accade) qualora una persona sana entrasse a un torneo, sarebbero giudicate da manicomio. Spesso ci si domanda se sia uno sport che predisponde alla schizofrenia oppure se attiri chi, già di suo, è schizofrenico per altri motivi pregressi.
Per il resto anch'io come forse molti di voi trovo molto più divertente giocarlo che guardarlo, anche se mi sono un po' ricreduto dopo aver visto dal vivo i mondiali Juniores e gli Assoluti italiani, dal momento che essere spettatori a pochi metri da grandi campioni è tutta un'altra storia rispetto a vedere una pallina rimpicciolita ulteriormente da uno schermo di una TV o PC. Ai mondiali di Riva del Garda nessuno si era stufato, me compreso (e sorpreso) e chissà se in Italia si avrà l'occasione di avere un altro evento di quella portata.