E' una questione di "disciplina mentale" - come la metti tu - che riuscire ad imporsi, raggiunta una certa età, richiede uno sforzo sempre maggiore a causa del progressivo calo atletico.BackhandWinner ha scritto:
Poniamo che la 'motivazione', questa entità sfuggente, difficilmente definibile e impossibile da quantificare, sia un fattore determinante. Oppure definiamo i 'fattori mentali' come l'insieme di 'motivazione, capacità di concentrazione e sacrificio dentro e fuori dal campo, in partita e in allenamento'. Ci sarà (o no?) comunque un fattore psicofisico più generale (complementare? distinto? un insieme più ampio che contiene i 'fattori mentali'?) che cambia al passare degli anni. Se, poniamo, dato lo stato di questo fattore psicofisico a 28 anni, servono 100 mentals (unità di misura dei 'fattori mentali') per ottenere X risultati (data la forza relativa complessiva degli avversari etc.), magari a 30 ne servono invece 105, o 110.
Senza dubbio, se il calo atletico è marcato, non c' è disciplina mentale che tenga. Il caso interessante - in questa discussione - è, invece, cosa possa succedere quando il calo atletico inizia, ed è lieve ma irreversibile. A quel punto, è plausibile supporre - in generale - che se uno è al massimo della disciplina in grado di imporsi, un piccolo calo fisico possa determinare un crollo di rendimento?
Sì, è possibile - direi. La constatazione di non riuscire ad esprimere il livello di gioco precedente, può causare un impatto psicologico tale per cui la disciplina si spezza, e il giocatore crolla.
Magari, il giocatore in questione non era già al limite della sua disciplina mentale, ci arriva però abbastanza rapidamente per compensare il leggero calo fisico e, appena questo aumenta ancora di poco, si determina una sorta di "rigetto mentale" da sovra-affaticamento.
Questo a livello molto teorico, e i tempi - benchè difficili da quantificare - non credo possano essere brevissimi.
Va notato, comunque, che il fattore mentale - nella dinamica che ho descritto - è preponderante. Il leggero calo atletico è la causa scatenante, ma il crollo di rendimento è determinato dalla difficoltà psicologica di tollerare quel calo, andando a spezzare la capacità di auto-disciplina.