Gli italiani e "l'accettazione passiva" dei limiti

Discussioni e approfondimenti sui risultati dei giocatori italiani in giro per il mondo
Satrapo
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Messaggio da Satrapo »

Mi riallaccio al post di Ciccio per sottolinearne alcuni aspetti.

Per quanto riguarda l'estrazione sociale dei tennisti non si tratta tanto di censo quanto della fortuna-necessità di avere un tennista praticante in famiglia perchè un ragazzino entra a sei anni su un campo da tennis sono se ce lo porta qualcuno, mentre ad esempio a pallone ci gioca comunque al parco con gli amichetti o a scuola durante la ricreazione.

Il discorso cambia radicalmente se poi il bambinetto portato sui campi dal papà dimostra di avere talento, ed il talento a tennis si vede davvero subito perchè mentre i ragazzini di 6-7 anni la palla o non la beccano proprio mai oppure la spediscono regolarmente in orbita, un bimbo portato per il tennis immediatamente dimostra di avere un feeling diverso con l'odiosa sferetta gialla.

A questo punto i soldi non sono più un problema perchè nessun circolo negherebbe qualche ora di lezione ad un ragazzino così piccolo e così sorprendentemente portato per questo sport qualora i genitori manifestassero difficoltà economiche. Proseguendo nella crescita tecnica nella quasi totalità dei circoli le agonistiche sono gratuite per gli atleti migliori, ma a questo punto entra in gico la FIT con i meccanismi perversi molto ben descritti da Ciccio.

Se un talento a 13-14 anni finisce nel vortice della federazione state pur certi che non ne uscirà mai campione, perchè la FIT per giustificare bilanci e stipendi prende U14 e U16 e li impiega in assurde competizioni Juniores internazionali per dar lustro al movimento tennistico giovanile ottenendo visibilità e finanziamenti. Avremo poi questi ragazzi cresciuti asuon di complimenti e successi da juniores trovarsi a 19 anni catapultati nel tennis che conta dove nessuno ti dice bravo e dove il numero 200 del mondo che sa solo correre e toppare ti spedisce a casa con un doppio 62 solo perchè tu sei abituato a giocare partite amorfe contro giocatori di seconda schiera, dato che gli U18 dei paesi "normali" stanno prendendo mazzate nei callenger già da un paio di anni e magari hanno già trovato il modo di mettere il naso in qualche partita a livello ATP.

E' chiaro che se il 14enne facesse la valigia e si trasferisse da Bollettieri non sarebbe costretto a fare lo Juniores "salva FIT" ma imparerebbe ben presto (magari sul cemento americano!!) cosa vuol dire farsi strada nel tennis professionistico, e state certi che poi se ha braccio e carattere a 18 anni sarà già in grado di sbranare più di qualche top 200 "corri e toppa".

Però qui torniamo al discorso dei soldi: Bollettieri & Co. li devi pagare profumatamente, e inoltre li devi pagare PRIMA di sapere se ci sarà un ritorno perchè non è proprio automatico che tutti i giocatori di talento finiscano col diventare top player: il tennis è uno sport talmente complesso che avere gambe e braccio non garantisce automaticamente il raggiungimento di prestazioni al top.

Quindi il discorso dei tennisti italiani troppo "figli di papà" è valido solo in concomitanza con una federazione ammazza talenti come la nostra, perchè a tennis si può iniziare a giocare anche spendendo poco, ma poi o si paga il super-coach oppure si viene risucchiati nei buchi neri federali di cui parlava Ciccio dai quali si esce troppo tardi e troppo "viziati" da facili vittorie "protette" che inevitabilmente finiscono col non formare il carattere dei giocatori nostrani.

(Il figlio di un operaio teoricamente potrebbe ancora diventare un top-ten, ovvio che qualcuno sul campo da tennis ce lo deve portare quindi il problema è a monte: quanti papà operai giocano a tennis? Pochissimi credo, e qui forse i costi indubbiamente alti della pratica amatoriale del tennis possono avere un peso.)

La mentalità tipica del tennista italiano che preferisce San Marino ai MS sul cemento è figlia di una formazione da "centro federale" dove è più importante vincere la competizione internazionale U16 piuttosto che prendersi più di qualche 60 - 60 nei primi Futures.

Il tennista Italiano cresciuto all'ombra di mamma FIT è un tennista "viziato" fatto crescere in ambienti protetti per poi essere abbandonato (quando non è più utile alla "causa") in pasto alle belve che si aggirano nel circuito ATP senza aver mai dovuto lottare per ottenere un solo 15.

E quello che sta succedendo con le nuove regole dei tabelloni di preselezione introdotti nei tornei federali completerà l'opera: ora anche un NC o un quarta crescerà con la certezza di non trovare ostacoli troppo impegnativi ma di avere sempre pronto un avversario del suo livello perchè la FIT dice: "se non li facciamo divertire questi tesserati poi come facciamo a spennarli per bene derubandoli anche di 30 euro a torneo?"

Ma dopo aver scaricato parte delle responsabilità sulla FIT non sarebbe corretto sorvolare sulla questione "tecnici - maestri - istruttori".

Io mi occupo principalmente di agonismo e mi ritengo da sempre "responsabile" delle sconfitte dei ragazzi che seguo così come mi sento gratificato da ogni loro vittoria. Quando io entro in campo so che il mio compito è trovare il modo di far vincere a quei ragazzi partite che oggi perderebbero e a volte (e non sto scherzando credetemi) non ci dormo la notte. Parlo con loro, chiedo, discuto, talvolta addirittura ci litigo perchè la prima cosa di cui devo essere certo è che anche loro entrino in campo con la volontà di vincere più di quanto abbiano vinto fino a quel momento. Se mi capita un ragazzo che domina i tornei U14 io lo voglio vedere vincere in terza categoria e giocarsela con i seconda, non me ne frega niente che il circolo voglia il suo nome nell'albo d'oro di qualche competizione internazionale U14.

Se io chiedo più mezzi ad un circolo per formare qualche buon talento il circolo potrebbe anche concedermeli ma ovviamente poi vorrà mettere in bella mostra il suo vivaio e mi schiererà i giocatori in tutte le competizioni a squadre possibli ed immaginabili. E se chiedo al circolo di pagare ad un giovanissimo potenziale talento una trasferta per fare un circuito di Futures in Spagna, quando questo mi torna indietro come è normale che sia con 2-3 game in 4 partite il presidente mi dice guarda che a perdere 60 ci riuscivamo anche senza di te. E allora salta subito fuori il tecnico di basso profilo, quello che vince la serie D schierando una squadra di seconda categoria, quello che manda l'U14 a giocare solo con i pari età in modo da moltiplicare le vittorie, quello che entro 4-5 anni te lo ritrovi con qualche incarico federale perchè sa fare politica e non ha mai i calzini sporchi di terra.

Quindi il punto non sarebbe nemmeno la mancanza di un settore tecnico all'altezza della situazione quanto l'assoluta mancanza di una cultura agonistica che separi la formazione dai risultati: a tennis ci si forma perdendo regolarmente da chi è molto più forte di te per imparare a vincere sempre contro chi è più debole, perchè quando accumuli legnate su legnate, nel giorno in cui in campo intravedi uno spiraglio che possa condurti alla vittoria ti ci butti dentro con tutte le tue forze. Il tecnico deve "affamare" il giocatore, la vera "fame" di cui un tennista ha bisogno è la fame di vittorie, quella che ti inchioda in campo a lavorare dopo ogni sconfitta. Ma per ogni tecnico che porta i ragazzini a prender schiaffi nelle categorie superiori alla loro ce ne saranno sempre almeno 10 che garantiranno facili vittorie agli stessi ragazzini, che li introdurranno in qualche centro federale, che li renderanno da subito potenziali promesse contribuendo a creare il mito del tennista italiano col braccio da topten, la classifica da top100 e il carattere da parcheggiatore abusivo.

E finchè prevarrà questa cultura della "formazione protetta" continueremo ad avere anche tanti buoni giocatori di seconda schiera ma nessun topplayer, nessun vincitore di Slam, nessun italiano in grado di far nascere fanclub in tutto il mondo.

E smettiamola di consolarci dicendo che Bolelli o Seppi etc. siano potenziali topten, l'ultimo topten che abbiamo avuto si chiamava Panatta e lo ha dimostrato sul campo. Per chi non lo ricordasse un certo Borg ha partecipato a 8 edizioni del Roland Garros vincendone 6 e nelle due occasioni in cui non arrivò in fondo fu fermato proprio da Panatta (nel '73 e nel '76, riuscendo nel 76 anche a vincere il titolo) Si avete capito bene, l'unico giocatore al mondo capace di battere Borg al Roland Garros fu un italiano figlio del custode del circolo Parioli, quindi non ricco e soprattutto non un prodotto FIT.

Poi purtroppo 30 anni di buio totale.
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Messaggio da ciccio »

Satrapo ha scritto:
Quindi il punto non sarebbe nemmeno la mancanza di un settore tecnico all'altezza della situazione quanto l'assoluta mancanza di una cultura agonistica che separi la formazione dai risultati: a tennis ci si forma perdendo regolarmente da chi è molto più forte di te per imparare a vincere sempre contro chi è più debole, perchè quando accumuli legnate su legnate, nel giorno in cui in campo intravedi uno spiraglio che possa condurti alla vittoria ti ci butti dentro con tutte le tue forze. Il tecnico deve "affamare" il giocatore, la vera "fame" di cui un tennista ha bisogno è la fame di vittorie, quella che ti inchioda in campo a lavorare dopo ogni sconfitta. Ma per ogni tecnico che porta i ragazzini a prender schiaffi nelle categorie superiori alla loro ce ne saranno sempre almeno 10 che garantiranno facili vittorie agli stessi ragazzini, che li introdurranno in qualche centro federale, che li renderanno da subito potenziali promesse contribuendo a creare il mito del tennista italiano col braccio da topten, la classifica da top100 e il carattere da parcheggiatore abusivo.

E finchè prevarrà questa cultura della "formazione protetta" continueremo ad avere anche tanti buoni giocatori di seconda schiera ma nessun topplayer, nessun vincitore di Slam, nessun italiano in grado di far nascere fanclub in tutto il mondo.


Da incorniciare :D

Hai aggiunto rispetto al mio post un fattore sicuramente molto importante che avevo solo ventilato, il coinvolgimento del circolo stesso nella creazione della mentalità perdente.

Grande Satr, come sempre :D
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Messaggio da Johnny Rex »

Ottimo e abbondante l'intervento di Satrapo.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Messaggio da jeroska »

Johnny Rex ha scritto:Ottimo e abbondante l'intervento di Satrapo.
Buonasera caro. Dunque, io adesso batto lo zero, un milione sullo zero.
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Messaggio da klaus »

Bello davvero il post di satrapo.

Io mi limito ad osservare che il discorso fame sociale-figli di papà stride con la storia stessa del tennis nel passato ma anche con tanti campioni del presente (Federer in primis)
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Messaggio da Grass »

klaus ha scritto:Bello davvero il post di satrapo.

Io mi limito ad osservare che il discorso fame sociale-figli di papà stride con la storia stessa del tennis nel passato ma anche con tanti campioni del presente (Federer in primis)


E stride anche con altri esempi di campioni nostrani vincenti ma benestanti: Tomba, Compagnoni, Vezzali. La fame ce l'avevano eccome nonostante avessero le spalle coperte.
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Messaggio da tennisfan82 »

Grass ha scritto:
klaus ha scritto:Bello davvero il post di satrapo.

Io mi limito ad osservare che il discorso fame sociale-figli di papà stride con la storia stessa del tennis nel passato ma anche con tanti campioni del presente (Federer in primis)


E stride anche con altri esempi di campioni nostrani vincenti ma benestanti: Tomba, Compagnoni, Vezzali. La fame ce l'avevano eccome nonostante avessero le spalle coperte.


Si ma quelli sono/erano campioni.

Noi una Vezzali non l'abbiamo neanche lontanamente avuta. Parliamo di una signora che ha vinto le seguenti cose:

Olimpiadi
Oro Atlanta 1996 A Squadre
Argento Atlanta 1996 Individuale
Oro Sidney 2000 Individuale
Oro Sidney 2000 A Squadre
Oro Atene 2004 Individuale
Mondiali
Argento Atene 1994 Individuale
Argento Atene 1994 A Squadre
Oro L'Aia 1995 A Squadre
Bronzo L'Aia 1995 Individuale
Oro Città del Capo 1997 A Squadre
Oro La Chaux de Fonds 1998 A Squadre
Bronzo La Chaux de Fonds 1998 Individuale
Oro Seul 1999 Individuale
Oro Nimes 2001 Individuale
Oro Nimes 2001 A Squadre
Oro L'Avana 2003 Individuale
Oro New York 2004 A Squadre
Oro Lipsia 2005 Individuale
Argento Torino 2006 Individuale
Argento Torino 2006 A Squadre
Oro San Pietroburgo 2007 Individuale
Europei
Bronzo Linz 1993 Individuale
Oro Plovdiv 1998 Individuale
Bronzo Plovdiv 1998 A Squadre
Oro Bolzano 1999 Individuale
Oro Bolzano 1999 A Squadre
Oro Coblenza 2001 Individuale
Oro Coblenza 2001 A Squadre
Argento Bourges 2003 Individuale
Argento Bourges 2003 A Squadre
Argento Gand 2007 Individuale
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Messaggio da ciccio »

klaus ha scritto:Bello davvero il post di satrapo.

Io mi limito ad osservare che il discorso fame sociale-figli di papà stride con la storia stessa del tennis nel passato ma anche con tanti campioni del presente (Federer in primis)


Il mio ragionamento Klaus é legato all'origine del tennis e al ruolo che ha avuto in Italia.
Quest'origine ha condizionato una mentalitá e questa mentalitá di fondo non é cambiata anche perché da allora non é cambiata la federazione che anche se non vuoi é lei che condiziona un movimento, e questo non significa che all'estero le condizioni siano differenti o per lo meno mutino in percentuale.
Al fenomeno Serbo ad ex, la Jankovic intervistata dava proprio questa spiegazione, "é vero che non abbiamo strutture, ma é proprio questa fame, questo non aver niente, la spinta motivante a voler far bene.
La stessa mentalitá del circolo citata da Satrapo, altri non é che figlia stessa di questo provincialismo elitario. Se il circolo si comporta cosí, se l'istruttore del circolo si comporta cosí l'origine é quella, oltre sicuramente all'italica atavica propensione a coltivare il proprio orto.

Questa situazione ad esempio la vivo per la seconda volta qui in Brasile dove il tennis é esasperatamente elitario ora, ma questa mentalitá non attacca, vuoi per lo spirito orgoglioso e nazionalistico dei Brasiliani, vuoi perché comunque i mass media hanno la loro parte nel formare questo spirito del Brasile proiettato nel contesto mondiale, ma con strutture assolutamente inesistenti e destinate a pochissimi, il voler emergere il piú possibile e non fermarsi di certo agli scontri provinciali o giovanili é la base di spinte e motivazioni.
Ultima modifica di ciccio il mer giu 04, 2008 10:26 am, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da Johnny Rex »

ecco, "provincialismo elitario" è una definizione straordinaria, la migliore possibile :D

Interessante anche l'annotazione sul maggiore orgoglio di altre nazioni, pure decisamente più povere dell' Italia.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Messaggio da Edberg74 »

tennisfan82 ha scritto:Si ma quelli sono/erano campioni.
Noi una Vezzali non l'abbiamo neanche lontanamente avuta


Vero, e qui rientriamo nel discorso della pagina precedente, che tra i motivi dell'imbarazzante disastro (o quasi) trentennale dell'Italtennis comporta anche in minima parte l'effetto sfiga, ovvero il fatto che nel tennis un Tomba o un Rossi non nascono MAI (non è che lo sci italiano è stato bravo a crescere Tomba: ha avuto cùlo a trovarselo dal nulla, ed è stato - questo sì - bravo a non sprecarlo, cosa comunque difficile).

Sul discorso Pennetta, come ha detto tennisfan la pagina precedente, non c'entra nulla il valore di base: c'entra il momento in cui la Pennetta ha incontrato la Suarez-Tamarro. Se la trovava al secondo turno di Bogotà o al primo di Roma, ci vinceva; magari lasciando un set, ma ci vinceva.
A Parigi ci ha perso perché era la classica Prova del Nove su cui il tennis italiano inciampa sempre, soprattutto negli Slam: hai battuto avversarie ben più forti, ti hanno fatto tutti i complimenti, sei già nei quarti di uno Slam, sei nella storia, tutti parleranno di te... e a quel punto entri in campo con la testa altrove e niente che funziona.
In piccolo è accaduto tante volte alla Schiavone nelle 715 finali Wta perse, quando riusciva a perdere con gente molto peggiore di lei SOLO perché sapeva che era a un passo dal trionfo (per quanto piccolo).
Questo è mooolto italico, come lo è un altro aspetto che segnalo a margine: la ciclicità dello sbracamento, la "sciolta" dopo un set lottato e un'occasione persa. Penso a Bracciali con Bjorkman, a Bolelli con Davydenko, di recente alla Knapp con la Sharapova (non è che si è limitata a perdere: dopo il primo set e il primo game del secondo, ha SMESSO di giocare). Film visto e rivisto.

Perfetti Ciccio e Satrapo.
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Messaggio da tennisfan82 »

Poi non è che Tomba fosse proprio nato tra le montagne.

Siamo proprio un paese anomalo: gli sciatori nascono in Emilia(o a Frascati pensando alla Ceccarelli :D ), i tennisti in Alto Adige :D
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Messaggio da ciccio »

Edberg74 ha scritto:
Vero, e qui rientriamo nel discorso della pagina precedente, che tra i motivi dell'imbarazzante disastro (o quasi) trentennale dell'Italtennis comporta anche in minima parte l'effetto sfiga, ovvero il fatto che nel tennis un Tomba o un Rossi non nascono MAI (non è che lo sci italiano è stato bravo a crescere Tomba: ha avuto cùlo a trovarselo dal nulla, ed è stato - questo sì - bravo a non sprecarlo, cosa comunque difficile).



Anche perché quello che ancora é difficile comprendere del tennis é che uno sport spaventosamente tecnico fatto di equilibri labilissimi, un Tomba del tennis ha una probabilitá irrisoria di nascere.
La crescita di un talento deve seguire regole precisissime e guai a perderne anche mezza. Un banalissimo errore dell'impostazione del mignolo del piede ti porta a perdere il treno inesorabilmente perché a volte ci vuole un anno per correggere un errore di questo tipo. E te lo corregge solo un valido istruttore, non tu o un istruttore-burocrate di cui l'italtennis é ormai impregnato.
E le componenti del tennis sono talmente tante che il mignolo del piede é solo una delle mille che puoi sbagliare.
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Messaggio da Grass »

tennisfan82 ha scritto:Si ma quelli sono/erano campioni.

Noi una Vezzali non l'abbiamo neanche lontanamente avuta.


Certo, erano campioni, quindi un po' eccezioni. Rimane il fatto che riscatto sociale e successo in uno sport non sono più legati come prima. Mi sembra convincente il discorso di Satrapo: i tennisti italiani non sono vincenti perchè "viziati" dal punto di vista agonistico e non dal portafoglio di papà. Anche perchè oggi la storiella dello sport per ricchi o per poveri è buona solo per l'ispirazione di qualche giornalista. Un ragazzino che si avvicina allo sport è un potenziale cliente di aziende multinazionali che hanno già fatto i loro conti, hanno già previsto che tale famiglia potrà destinare ai pargoli (molto esigenti e molto influenzabili) tot dello stipendio mensile e, statene certi, glielo scucirà in un modo o nell'altro. Che lo sport sia il tennis, il calcio, il ciclismo o la corsa (la corsa, cacchio, cosa mai mi dovrò comprare per correre in strada???).
E' stato fatto l'esempio del nuoto che rompe gli schemi delle attitudini sportive italiane. In piscina vanno tutti, poveri e ricchi, ed è stata tirata su una schiera di campioni infinita. Lavorano duro e vincono. Hanno tecnici che dopo un record del mondo (un record del mondo!!) non sono soddisfatti perchè quel tempo a Pechino potrebbe non essere sufficente per vincere (Castagnetti con la Pellegrini). Ve lo immaginate nel tennis?
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Messaggio da klaus »

A me non sembra che lo sci per i trascorsi e anche per i periodi di crisi sia molto assimilabile al Tennis.
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Messaggio da tennisfan82 »

Nel nuoto c'è sicuramente più fame. Basti pensare a Luca Marin che vince un bronzo mondiale ed è incavolato come una belva perchè il tempo ottenuto non era quello che sperava.

Quando la Vezzali nel mondiale 2005 a Torino arrivò in finale CON UN LEGAMENTO DEL GINOCCHIO ROTTO e perse dalla Granbassi sul podio sembrava fosse ad un funerale, e aveva vinto un argento in condizioni fisiche precarie, avrebbe avuto tutti i motivi per essere comunque contenta.

Sicuramente in altri sport c'è una maggiore voglia di migliorarsi e di non accontentarsi mai e ci si allena per primeggiare, non per essere uno dei tanti.

Purtroppo nel tennis l'obiettivo non è essere il migliore(naturalmente con qualche eccezione, ma sono davvero casi rari)
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Messaggio da ciccio »

Grass ha scritto:Se è cambiato il nuoto perchè non potrebbe cambiare anche il tennis?


Perché chi crea una mentalitá del movimento é la federazione, e la FIT non solo non é cambiata, ma vá sempre di piú verso questo allontanarsi dall'impresa sportiva e avvicinarsi al dammi i 30 euri che tuto va bene.
Poco tempo fa la FIT Lombardia emanó una sorta di totalmente inutile permesso di coaching in campo nelle categorie inferiori a patto che il giocatore gli dia 5 euri a partita, siamo al ridicolo del ridicolo !
Se si ragiona in questo modo quale movimento sportivo vuoi che cresca ?
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Messaggio da Johnny Rex »

Grass ha scritto:Certo, erano campioni, quindi un po' eccezioni. Rimane il fatto che riscatto sociale e successo in uno sport non sono più legati come prima.


Anche perchè nel tennis non lo sono mai stati,tanto legati, a cominciare da Tilden e andando via via fino ad adesso.
Nessun grande campione di questo sport è venuto da una miseria paragonabile a quella di un Di Stefano nel calcio, per esemplificare.

E anche la combinazione genetica giusta non va da nessuna parte,se non la si indirizza bene da un punto di vista tecnico e comportamentale.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Messaggio da Edberg74 »

Johnny Rex ha scritto:E anche la combinazione genetica giusta non va da nessuna parte,se non la si indirizza bene da un punto di vista tecnico e comportamentale.


Vero, anche se magari la nascita estemporanea di un John McEnroe - per dire - aiuterebbe. :)
Ma ha ragione Ciccio, nel tennis le componenti sono molteplici e in Italia si tende a sbagliarle tutte, non solo l'impostazione del mignolo del piede. Per non essere rovinato dalle "contingenze", un tennista italiano dovrebbe proprio nascere "già imparato", alla Tomba, alla McEnroe. E non puoi certo sperare in un miglioramento definitivo basandoti unicamente sugli alambicchi della genetica, sul fato.

@Fan. I migliori tennisti italiani, negli ultimi 25 anni, sono nati a Bologna o zone limitrofe (ed Emilia Romagna in generale, se penso a Gaudenzi). L'Alto Adige fa poco testo, oltretutto è pure Italia di striscio. Tennisti di livello sono nati ad Arezzo, a Conegliano Veneto, in Puglia. La "scuola" più ispirata è stata proprio quella bolognese, casualmente la stessa di Tomba. :wink:
Ultima modifica di Edberg74 il mer giu 04, 2008 11:32 am, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da peppedunlop88 »

bello e chiarissimo post Satrapo.... :wink:
certo molte volte chi non vive dall'interno il tennis come può essere un allenatore,ma un semplice appassionato tutte queste cose non le sa e vedendo un Seppi o un Bolelli dare qualche spiraglio di luce in questo buio trentennale ci si emoziona e ci si esalta in floride previsioni.....

è evidente che la situazione deve cambiare a monte,ma da quello che mi è parso di capire,non ve ne sono i presupposti....purtroppo
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Messaggio da alcol »

Grass ha scritto:Se è cambiato il nuoto perchè non potrebbe cambiare anche il tennis?


perchè bisogna estrarre dalle fogne in cui sono caduti (scusate il francesismo) i circoli italiani e le categorie amatoriali (3a e 4a)
solo con una base (e per base intendo anche i 3.1, non solo i 4a)realmente competitiva e realmente abbordabile per le tasche (di modo che aumenti il numero degli agonisti)potremo sperare di estrarre qualche talento in più.
bisogna avere ragazzini dai 10 ai 14 anni in numero esageratamente maggiore di ora.
sat, tessere, gare giovanili, etc...tutto dovrebbe essere non solo più economico ma anche molto meglio gestito
poi se hai il doppio dei talenti può darsi che si creino i presupposti per aumentare la competitività, la competenza dei tecnici, gli investimenti privati nelsettore, etc etc...
MyMag si divide in due categorie: chi parla di tennis e chi sparla di tennisti.(cit)

Partito anti-poltronati

Qui siamo uno step più avanti
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Messaggio da Edberg74 »

Però il tennis italiano non è in crisi. Nella World Cup è arrivato terzo e la quasi top ten Schiavone è appena approdata in finale in uno Slam. :wink:
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Messaggio da Nickognito »

Grass ha scritto:Se è cambiato il nuoto perchè non potrebbe cambiare anche il tennis?


perché i nostri tennisti un po' ci tengono alla propria salute e al rispetto delle regole? :) la butto lì ;-)

c.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Messaggio da tennisfan82 »

Nickognito ha scritto:
Grass ha scritto:Se è cambiato il nuoto perchè non potrebbe cambiare anche il tennis?


perché i nostri tennisti un po' ci tengono alla propria salute e al rispetto delle regole? :) la butto lì ;-)

c.


Mah, nel nuoto qualche caso di esplosioni improvvise e abbastanza estemporanee c'è stato, ma la maggior parte è tutta gente che vinceva da bimbo, da ragazzino, da junior e ora da professionista.

Non penso che il doping(perchè a ciò ti riferisci :D ), c'entri tanto, francamente.
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Messaggio da Apollo_Creed. »

Mah, vallo a dire a chi ha letto i responsi delle analisi dell'ormone della crescita fatte ai nostri nuotatori prima di Sydney 2000...
Johnny Rex
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Messaggio da Johnny Rex »

OT

Il Nuoto è uno dei tanti regni del doping, la domanda posta da Cristiano è sensata. Verità più cinica (e realistica) è che il tennis in Italia non interessi al punto di abbisognare di un doping di qualità come quello di altre nazioni.
Persino in farmacia, IL tennis in Italia era e rimane, per dirla con un topic del fan club, figlio di un dio minore :wink:

Fine OT
Ultima modifica di Johnny Rex il gio giu 05, 2008 8:27 am, modificato 1 volta in totale.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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tennisfan82
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Messaggio da tennisfan82 »

Qualcuno è stato squalificato? No
Qualcuno è risultato positivo ad un controllo antidoping? No

Poi sul doping si potrebbe discutere per giorni, ma qui siamo OT

Non credo che la soluzione per costruire giocatori forti sia il doping :wink:
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Messaggio da Apollo_Creed. »

Allora chiedo che si metta in calce che tutti i ciclisti non squalificati sono puliti.
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balbysauro
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Messaggio da balbysauro »

Lo sci è uno sport praticato, ad alto livello in una decina di nazioni.
L'Italia è tra queste.
Che nascesse in Italia il "Maradona dello sci" non era così impossibile. E comunque Tomba non nasce nel deserto, prima di lui e dopo di lui ci sono stati fior di campioni, nel maschile e nel femminile, anche se non mediaticamente altrettanto attraenti.

Il nuoto è uno sport dove c'è certamente tanto doping, ma non mi pare che l'Italia abbia l'esclusiva. Anzi. Per anni semplicemente in Italia non c'erano piscine, non c'erano tecnici, ecc. Avevamo il mare, dove non si impara certo la tecnica perfetta.

Il tennis è un discorso a sè.

L'emozione dei momenti importanti, in tanti altri sport, viene canalizzata in maniera positiva. L'adrenalina aiuta a vincere schermidori, tiratori al piattello o con la pistola, arcieri, pallavolisti, pallanuotisti, perfino calciatori (anche se la lunga serie di partite perse ai rigori farebbe propendere per una situazione intermedia, nel calcio).

Quindi io non credo in tare genetiche di un popolo intero.

La verità è che in Italia, imho, nel tennis si raggiunge l'apice della tecnica della bambagia. E se ci fate caso, un po' succede anche nel calcio. Tranne qualche caso sparuto (mi viene in mente Balotelli), si manda il giovane a farsi le ossa in provincia, dove spesso fa panchina e così via. Gli si fanno perdere, in molti casi, 3-4 anni per motivi "patrimoniali" (non bruciare un ragazzo) ma al tempo stesso si rimanda la sua prova del fuoco (o prima o dopo dovrà misurarsi e capire quanto vale).

In Inghilterra a 17 anni ti provano: se sei forte lo diventerai ancora di più (penso a Owen, a Rooney, a Fabregas e a mille altri). Se ti manca qualcosa... beh una squadra la troverai comunque. Ma se hai qualcosa in più lo scopri subito.

Tornando al tennis, avete trovato tanti motivi validi.
E secondo me il più valido è che finche si alleveranno tanti campioncini nella bambagia non si arriverà da nessuna parte.
Nel tennis impari solo quando perdi. E possibilmente devi anche essere massacrato.
E il giorno dopo il tuo maestro deve prenderti a calci in culo. Non trovarti la scusante della sconfitta. Nè iscriverti al torneo della parrocchia per "farti riprendere fiducia".

E' il mio cavallo di battaglia. Quando Velasco tolse tutte le scusanti ai suoi atleti, fece di una squadra ottima la miglior squadra di club di tutti i tempi di tutti gli sport (cit.)
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Messaggio da Nickognito »

tennisfan82 ha scritto:Qualcuno è stato squalificato? No
Qualcuno è risultato positivo ad un controllo antidoping? No

Poi sul doping si potrebbe discutere per giorni, ma qui siamo OT

Non credo che la soluzione per costruire giocatori forti sia il doping :wink:


io credo di sì. Non per costruire un vincitore di slam. Ma uno che va avanti negli slam ed ha la tecnica di Bolelli, sì.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Messaggio da andreinoz »

balbysauro ha scritto: E comunque Tomba non nasce nel deserto, prima di lui e dopo di lui ci sono stati fior di campioni, nel maschile e nel femminile, anche se non mediaticamente altrettanto attraenti..

E comunque a Tomba, come allenatore personale, misero Gustav Thoeni, mica Charlie Brown.. Nel tennis, appena spunta una promessa... gli si mette Pistolesi :P
Nickognito
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Messaggio da Nickognito »

comunque le cose possono cambiare da un momento all'altro. Ci sono adesso un sacco di juniores inglesi e australiani forti, due nazioni , una morta da tempo, con qualche eccezione, una in un declino enorme, tanto che a medio-alto livello siamo piu' forti noi, ma nettissimamente, di quella che era un tempo la prima, e certo una delle prime due, potenze mondiali del nostro sport.

le cose possono cambiare.

Di certo una scuola come quella francese, dove si insegna tennis e non botte e corsa (se escludiamo il cavernicolo semifinalista) produce eccome, oggi.

c.
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Messaggio da jeroska »

balbysauro ha scritto:L'emozione dei momenti importanti, in tanti altri sport, viene canalizzata in maniera positiva. L'adrenalina aiuta a vincere schermidori, tiratori al piattello o con la pistola, arcieri, pallavolisti, pallanuotisti, perfino calciatori.

Quindi io non credo in tare genetiche di un popolo intero.


Oro colato.
Buonasera caro. Dunque, io adesso batto lo zero, un milione sullo zero.
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Messaggio da Johnny Rex »

Sì,la bambagia.

Ma la bambagia deriva a sua volta dalla visione che di uno sport si ha in un dato contesto. In calcio e ciclismo l' Italia ha sempre prodotto e continua a produrre atleti forti perchè gli si è sempre percepiti non solo come sport nazionali (il ciclismo negli anni 50'-60' era anche più popolare del calcio) ma anche come sport in cui "devi emergere".
Che poi questa sia una percezione falsa, perchè nel calcio guadagni benissimo anche stando nell' Empoli, mentre nel tennis non è decisamente lo stesso al di fuori dell' olimpo dei cento, non cambia la sostanza delle cose.
Il tennis è e continua ad essere recepito in Italia come uno sport snob,inteso in quella maniera che ciccio ha perfettamente descritto come "Provincialismo elitario".
O Elitarismo di massa, perchè, cosa che rende ancora più incredibile il tutto, il numero dei giocatori di tennis è molto elevato, di certo molto più diq uelli che giocano a golf, od in altre discipline.

Per me, ripeto,a monte è questo motivo di antropologia sportiva la radice del disastro italico. da esso discendono le lacune tecniche ( che uno REALMENTE motivato colma, e la motivazione è parsa troppo spesso mancare non solo ad atleti ma ad istruttori e personale qualificato) , poi quelle mentali ed eventualmente le altre.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Messaggio da Edberg74 »

Perfettamente in linea con Ferremi, come spesso mi capita sulle disamine dei disastri trentennali italici, dalla Bambagia alla Sindrome Davis-Canè, dal Provincialismo Elitario all'Inclinazione al Braccinismo, dalle analisi antropologiche (più che genetiche) a quelle culturali.
Anzi io ci andrei giù ancora più duro, perché la situazione è fantozziana, oltre che disastrosa (e adesso neanche è al suo peggio, l'Italtennis).
tennisfan82
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Messaggio da tennisfan82 »

Chi è Ferremi?
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Uno che scrive qua dentro 8)
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Messaggio da Edberg74 »

tennisfan82 ha scritto:Chi è Ferremi?


Scusate, ogni tanto do per scontato che tutti sappiano i veri nomi degli utenti.
Rettifico: perfettamente in linea con Johnny Rex, etc. :wink:
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Messaggio da Nickognito »

Ferrem, non Ferremi, per la precisione
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:D :P 8)
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Messaggio da boccons »

e va bè.
per una volta non siamo negli ottavi di wimbledon.
può capitare.
non è semrpe festa.
dopo 5 titoli tra uomini e donne negli ultimi 10 anni ci sta anche un anno a secco.

:D

ammazza che scarsi che siamo.
almeno nella boxe abbiamo cammarelle....
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