Gli italiani e "l'accettazione passiva" dei limiti

Discussioni e approfondimenti sui risultati dei giocatori italiani in giro per il mondo
Ombra84
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Messaggio da Ombra84 »

pensa che io già normalmente nn reggo la tensione quando c'è un rigore per il Napoli....
E sto davanti alla TV: mi immagino in campo cosa combinerei :roll:
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
.
dsdifr ha scritto:Nel primo set della messa lei dichiarerà di voler sposare Istomin, poi piano piano Andreas riguadagnerà' terreno fino al lieto fine.
Ombra84
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Messaggio da Ombra84 »

che poi prendi ALberto Tomba, la Compagnoni ,la Vezzali per dirne due-tre: Loro la tensione se la magnano a colazione :)

Quindi non è una cosa endemica dell' italiano.
Certo che nel tennis sembra più accentutata questa tendenza al "cagotto"
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
.
dsdifr ha scritto:Nel primo set della messa lei dichiarerà di voler sposare Istomin, poi piano piano Andreas riguadagnerà' terreno fino al lieto fine.
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Messaggio da Flipper »

Forse è paragonabile la situazione,quando o la nazionale di calcio,o una forte squadra di club italiana,si gioca tutto ai rigori,perchè spesso ci è andata male.Per il resto ha ragione ombra84,in tanti altri sport,i nostri sono innegabilmente 'coraggiosi',e sanno andarsi a prendere le vittorie che spettano loro.
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Messaggio da Ombra84 »

(e però all' ultimo mondiale ne abbiam segnati 5 su 5).

Forse vuol dire che se non sei un campione di tuo, non puoi possedere una mentalità tale?
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
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dsdifr ha scritto:Nel primo set della messa lei dichiarerà di voler sposare Istomin, poi piano piano Andreas riguadagnerà' terreno fino al lieto fine.
jeroska
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Messaggio da jeroska »

Ma dire semplicemente che si perde perchè più scarsi pare brutto, eh?
Buonasera caro. Dunque, io adesso batto lo zero, un milione sullo zero.
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Messaggio da Johnny Rex »

Andrea, non è solo l'essere più scarsi.
Gli è che gli acuti slam da 30 anni a questa parte li hanno piazzati austriaci,olandesi, ecuadoregni, ciprioti, cileni, sudafricani, belgi, paraguayani, brasiliani, neozelandesi, bielorussi, inglesi, forse persino lettoni. 30 anni esatti senz aun italiano in una semifinale slam.

E' questo che è ancora più sconfortante dell'essere pecore. Non riuscire mai ad essere leoni,ad essere Heroes, Just for One day, come nota Nico.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Super-Fabio
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Messaggio da Super-Fabio »

jeroska ha scritto:Ma dire semplicemente che si perde perchè più scarsi pare brutto, eh?


Restando solo al match odierno, ma di esempi ce ne sono tanti...

La Pennetta è realmente più scarsa della Suarez-Navarro?
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Nevenez
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Messaggio da Nevenez »

Super-Fabio ha scritto:
jeroska ha scritto:Ma dire semplicemente che si perde perchè più scarsi pare brutto, eh?


Restando solo al match odierno, ma di esempi ce ne sono tanti...

La Pennetta è realmente più scarsa della Suarez-Navarro?


Per me sì, Flavia è brava, ha fatto una carriera senza rimpianti, poteva essere competitiva nei tornei medio-bassi sulla terra e lì ha spremuto tutto il possibile. Con qualche scalpo di rango preso qua e là. Con ottavi a Parigi e Wimbledon.
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Messaggio da Ombra84 »

Nevenez ha scritto:
Per me sì, Flavia è brava, ha fatto una carriera senza rimpianti, poteva essere competitiva nei tornei medio-bassi sulla terra e lì ha spremuto tutto il possibile. Con qualche scalpo di rango preso qua e là. Con ottavi a Parigi e Wimbledon.

in effetti conta cmq 6 titoli ATP, che è anche + di quanto hanno vinto la Farina Elia e la Schiavone.
Anche se Farina e Schiavone sono andate fino ai quarti nei tornei dello slam
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
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dsdifr ha scritto:Nel primo set della messa lei dichiarerà di voler sposare Istomin, poi piano piano Andreas riguadagnerà' terreno fino al lieto fine.
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Messaggio da Edberg74 »

Encomiabile articolo stamani di Stefano Semeraro sulla Stampa, riguardo alla atavica braccinite e mestizia italica nel tennis.
Parole che se le avesse scritte qualcuno su MyMag, avrebbe provocato le ilari difese stizzite di qualche italianista. E invece il suicidio della Pennetta è l'ennesima pietra tombale sull'Italtennis, oltre alla conferma della inclinazione allo spreco, allo sbracamento e al masochismo che l'Italia sembra concedersi SOLO nel tennis.
Non ho trovato l'articolo in Internet. Eccone alcuni stralci.
Di sicuro la Pennetta sembra aver sprecato l'ennesimo treno per dare "ragione" a chi aveva riscontrato analoghe tendenze suicide in Bolelli (che in confronto appare quasi un eroe).

I soliti italiani non arrivano alla seconda settimana
di Stefano Semeraro

"Maybe the problem is the Dolce Vita", risponde scrollando il capo canuto Bud Collins (..) "Forse voi italiani vivete troppo bene a casa vostra. Forse non avete la mentalità giusta. Comunque, che non siate riusciti a secernere un semifinalista in TRENT'anni, né un top ten, it's a mistery" (..)Flavia Pennetta avrebbe potuto aggrapparsi a un quarto di finale... [b]Match imbarazzante, puro bradisismo mentale. "Perché la Pennetta ha avuto paura di vincere", chiede sgranando gli occhi mori la Suarez Navarro. Perché tengono siempre miedo, los italianos?"
E' la sindrome della seconda settimana. Arrivano i turni pesanti degli Slam, noi evaporiamo. Inadatti al grande tennis. Alle asfissie prolungate di uno sport diversamente feroce. (..)
Negli ultimi anni sono emerse anche le Piccole Patrie del tennis. Cipro ha incassato un finalista di Slam, la Svizzera due numeri 1 - come il Belgio -, uno a testa Cile e Brasile. La Thailandia ha prodotto un top ten, la Serbia ne ha attualmente tre. Noi abbiamo trivellato il nulla, o quasi. Una finale di Davis nel 98, una Fed Cup nel 2006, ma sono gare di squadra. Nessuna gioia in 18 anni di Master Series. Lo sboom, un fall-out di incompiutezze che perdura da sei lustri(..)
Nel frattempo l'Italia ha dominato nel calcio e nella pallavolo, sfiorato un'Olimpiade nel basket, vinto e convinto nell'atletica, nell'automobolismo e nel motociclismo, nel canotagggio, nella ginanstica e nella scherma. Nello sci e nel judo, nella lotta e nell'equitazione... (..)
Non ci mancano fisico e umiltà. A latitate è la fibra mentale, i neuroni dentati che servono a masticare il più coriaceo degli sport. Ad accettarne la routine cannibale, fatta di migrazioni continue e spossanti, di continui tete-a-tete con i propri demoni. Non è un caso se ora ci siamo aggrappati a Bolelli, il bolognese freddo dentro."

E' un articolo che consiglio ad alcuni siti/utenti giustificazionisti-incensanti, e che consiglio ancor più a Claudio Pistolesi, il Sai Baba dell'Italtennis, uno che va in tv a dire che "siccome siamo arrivati terzi nella World Cup e abbiamo battuto la Spagna, vuol dire che siamo una scuola tennistica fortissima e in piena salute".

Sulla morte (più o meno conclamata) TRENTENNALE del tennis italiano, ho una tesi breriana. Gianni Brera diceva che nel calcio l'Italia era incapace di vincere i Mondiali perché popolata da ominidi pavidi e "inferiori geneticamente". Era un paradosso razzista-leghista, il suo, discutibile come molte altre tesi breriane, che si è rivelato pure sbagliato visto che l'Italia nel calcio ha vinto tutto e di più.
Resta però un piccolo avamposto italico nel quale l'Italia dà costantemente il peggio di sé, dimostrandosi pavida, perdente, sconsolante, non di rado patetica, sistematicamente incapace di cogliere l'occasione: il tennis. Peccato che Brera non lo seguisse abbastanza.

In un certo senso andrebbe ringraziata, la Pennetta. Con la sua sconfitta secca con la Suarez Navarro, ha racchiuso in un sol match storia e dna dell'Italtennis. Ha detto tutto lei. Anzi, la sua avversaria.
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Messaggio da Nickognito »

a me è venuto in mente un altro possibile motivo dell'assenza di grandi risultati nel tennis italiano.

Se guardiamo la classifica, non siamo messi affatto male. Soprattutto fra le donne, ma ce la caviamo anche fra gli uomini. Quindi, come risultati complessivi, non siamo male.

Ma il problema, a ben vedere, non è solo che non abbiamo un Federer, ma anche che non abbiamo un Dewulf, cioè uno piu' scarso dei nostri che ha fatto semifinale slam, o un Woodruff che vince un ms, o roba del genere.

Perché? Solo per questi problemi mentali?

Per me forse c'è altro. E cioè che non ci interessa abbastanza.

Guardiamo l'altro lato della medaglia. Perché qualcuno, tipo Gulbis, non fa mai nulla, ma poi all'improvviso fa bene proprio negli slam? Perché gli interessa di più, ma non poco di più, ma immensamente di più. Poi non basta questo e ci vuole la classe, ma è un buon punto di partenza.

Ormai da anni qui su mymag, vedo che molti, soprattutto gli 'italianisti', sono invece fissati con la classifica. Entrare fra i 20, i 30, i 40, i 50, e così via. In pochi , invece, si concentrano sui singoli risultati (se non i diretti interessati, tipo la Golarsa o Sanguinetti). Ora, mi viene un dubbio: non è che ai nostri giocatori i tornei che contano non interessano abbastanza?

Come ai tifosi del resto?

Non è che i nostri giocatori pensano soprattutto a costruirsi una buona classifica, piuttosto?

O che si esaltano, o deprimono, per i risultati dei torneini?

In fondo, dove ci crediamo davvero, in Davis per dire, mica andiamo così male.

Io penso che sia un po' anche questo. I tornei importanti non ci interessano abbastanza, siamo troppo impiegatizi. Ogni settimana è importante per timbrare il cartellino e impegnarsi, sempre allo stesso modo.

Non so, dite voi :)

c.
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Messaggio da Apollo_Creed. »

Dirò la solita ovvietà/luogo comune, ma il motivo degli scarsi risultati è secondo me prettamente sociale.

Nel calcio, in Nazionale, ci sono i Totti, i Cannavaro, i Nesta, i De Rossi, i Di Natale che sono figli del popolo, cresciuti per strada, smaliziati, hanno quel qualcosa dentro, conoscono la fatica e l'idea di conquistare le cose partendo dal basso.

Il tennis italiano continua a restare un fenomeno alto-borghese, per figli di papà, per ragazzi cresciuti nella bambagia, ignari delle piccole furbizie che si imparano per strada, per giovani tendenzialmente viziati e coccolati.

Quindi o nasce il Gulbis oppure si naviga nella mediocrità.
Nickognito
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Messaggio da Nickognito »

ma negli altri paesi a tennis ci giocano i figli di operai?
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Messaggio da Apollo_Creed. »

Nickognito ha scritto:ma negli altri paesi a tennis ci giocano i figli di operai?


Non ho parlato di operai... e comunque, a sensazione e per sentito dire, il tennis è un fenomeno più trasversale nella società.
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Messaggio da Nickognito »

sì, ma gli italiani nel tennis non sono scarsi.. è che nongiocano meglio quando conta. Non c'entra la sofferenza, semmai dovrebbe essere l'opposto. I tennisti italiani sono lavoratori non aristocratici, piuttosto :)
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Messaggio da Johnny Rex »

Nickognito ha scritto:Perché? Solo per questi problemi mentali?

Per me forse c'è altro. E cioè che non gli interessa abbastanza.


E qui non c'è niente da fare, ci sono motivi di "cultura sportiva" per cui il tennis in Italia è ancora non uno sport in cui devi arrivare , ma uno sport che il solo fatto di poter praticare equivale, porta ad essere considerati (o considerarsi) Arrivati.

Poi,altri due elementi; la feroce continuità mentale (oltre allo stress di essere da soli,) che richiede il tennis ,sottolineata da Semeraro, e quanto acutamente notato in due righe dal grande Bud Collins :wink:
Ultima modifica di Johnny Rex il lun giu 02, 2008 4:51 pm, modificato 1 volta in totale.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Messaggio da Edberg74 »

Nickognito ha scritto:aOrmai da anni qui su mymag, vedo che molti, soprattutto gli 'italianisti', sono invece fissati con la classifica. Entrare fra i 20, i 30, i 40, i 50, e così via. In pochi , invece, si concentrano sui singoli risultati (se non i diretti interessati, tipo la Golarsa o Sanguinetti). Ora, mi viene un dubbio: non è che ai nostri giocatori i tornei che contano non interessano abbastanza?
Come ai tifosi del resto?
Non è che i nostri giocatori pensano soprattutto a costruirsi una buona classifica, piuttosto?
I tornei importanti non ci interessano abbastanza, siamo troppo impiegatizi.


Analisi interessante (come quella di Apollo), che in parte condivido.
Però da sola non basta, Nick, e ti spiego il perché (cioè, lo sai già, ma è per dire, una formula retorica).
Lasciamo stare gli italianisti oltranzisti, sono come i monarchici o i borbonici, vivono in un mondo tutto loro.
Tu mi parli di impegno impiegatizio, ed è vero. Di "esaltazione" nei torneini, ed è vero. Però questo non spiega la mentalità di BURRO dell'Italtennis, la frequenza con cui ANCHE nei torneini gli italiani sprecano autostrade o non sono capaci di cogliere l'attimo.
Penso a Seppi che si suicida dopo aver già vinto la finale con Matiò (ed era Matiò, il choker per antonomasia); penso a Naso che spreca 80mila occasioni con Rochus; penso alla Schiavone che perde 100mila finali prima di vincere a Ciggiano il primo Wta della sua italianissima carriera; eccetera eccetera.

Intendo dire che questa estenuante e gigantesca tendenza al braccino, allo spreco, si palesa ANCHE nei torneini, non solo in MS e Slam.
E non è un caso che spesso l'Italtennis dia il meglio di sé quando ha la balia (Sindrome Canè, la Davis, la Pirro Cup, etc.). Ovvero quando ha "il supporto psicologico", la stampella mentale.

Tradotto: la pregiudiziale mentale, la psiche di burro, la reiterata tendenza allo spreco fantozziano, è ONNIPRESENTE. Non accade solo in Slam o Ms. E' come si ci fosse una "tara" psichica, per intendersi.
E questo braccinismo avviene, con una simile spietatezza, SOLO nel tennis (almeno in Italia).
(Anche) per questo citavo Brera.
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Messaggio da Nickognito »

no, no, senza dubbio quello di cui ho parlato non è il solo motivo, e condivido ciò che avete sostenuto in precedenza.

Però, a guardare i fatti, i dati concreti, vediamo che l'Italia, al di fuori dei grandi tornei, è una nazione di vertice. Questo sicuramente perché, pur senza qualità, abbiamo quantità a buon livello. Ma anche perché proprio ci mancano acuti nei grandi tornei.
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Messaggio da tennisfan82 »

Uno dei GROSSI problemi dei nostri tennisti è la programmazione, non si preparano nel modo giusto i tornei importanti. Abbiamo visto addirittura chi prepara gli Slam giocando i challenger, un torneo glorioso come Wimbledon viene trattato dal 70-75% dei nostri giocatori quasi come una scocciatura, sono in pochi quelli che lo preparano seriamente(sostanzialmente uno, ora due con Bolelli). O c'è chi prepara gli US Open arrivando a New York 3 giorni prima del torneo, o chi preferisce il challenger di Napoli ad un Masters Series.

Spesso è come quando l'insegnante dice alla madre dell'alunno: "ha le potenzialità, ma non si applica". In generale c'è poca ambizione, poca voglia di arrivare.

Seppi è un giocatore tecnicamente non certo leggendario, ma perchè è quasi top 30? Perchè si allena come un mulo, si programma alla perfezione da quando ha 18 anni, gioca sempre i tornei giusti. Poi non sempre vince perchè madre natura gli ha dato poco, ma proprio questo suo gestirsi gli permette ogni tanto di togliersi delle soddisfazioni.

Nickognito ha scritto:sì, ma gli italiani nel tennis non sono scarsi.. è che nongiocano meglio quando conta.


Perchè, in fondo, va bene così... :wink: Cioè se uno spagnolo fa un ottavo Slam passa quasi sotto silenzio(tanto lì è l'abitudine, anzi spesso è il risultato minimo), se lo fa un italiano è un evento da festeggiare(ma anche un terzo turno a volte), risultato calo di tensione e concentrazione che se ne va: "Tanto ho fatto il mio..."

Questo è uno sport nel quale ci vuole una cattiveria e una crudeltà atroci per arrivare, l'essere che c'è dall'altra parte delle rete devi odiarlo. E anche un bel pò di strafottenza(non maleducazione alla Luzzi attenzione, strafottenza come sintomo di personalità).

Per tornare al match di ieri, la Pennetta sembrava una gattina impaurita ieri quando invece quella terrorizzata doveva essere l'altra, mai arrivata a giocarsi un match così importante. Però, pensa la Pennetta: "ho battuto Venus, ho giocato bene, tutti mi hanno fatto i complimenti, ho fatto il primo ottavo Slam, ora mi rilasso tanto quali problemi potrà mai darmi sta sconosciuta". E magari succede che non prepari il match allo stesso modo, con la stessa attenzione e concentrazione, magari non ti preoccupi neanche di mandare il tuo coach a vedere la tua avversaria.

Poi scendi in campo, ti rendi conto che quella sconosciuta però così scarsa non è e vai nel pallone più totale, giocando tutto il match con le gambe che tremano. E succedono le frittate.

Chi si accontenta gode? No, chi si accontenta non crescerà mai.
Ti piace il doppio? Preferisco il threesome
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Messaggio da Edberg74 »

Nickognito ha scritto:pur senza qualità, abbiamo quantità a buon livello.


Questo sì. E' la novità degli ultimi anni in Italia, soprattutto nel maschile. Un miglioramento più quantitativo che qualitativo, con la solita tiritera italianista "ne abbiamo 2 nei 50, 6 nei 100, etc". Ma MAI che ce ne sia uno spendibile negli Slam, o uno capace di non sprecare i treni.
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Messaggio da andreinoz »

Ci vorrebbe un atleta forte fisicamente e con un grande talento. Non solo: dovrebbe essere anche un semplice, uno, per dire, alla Alberto Tomba. Ad Alberto avevano dato poche, essenziali istruzioni:
- quando il cancelletto si apre, ti butti giù, fai una bandierina rossa, una blu, una rossa, una blu, fino al traguardo. Appena lo superi ti fermi.
Lui non conosceva le paranoie "e se cado, e il cronometro, gli avversari, le condizioni della neve" le pressioni dell'avvenimento importante. Lui sapeva solo: una rossa, una blu.. :)

Ci vorrebbe un atleta così anche per il tennis.. e un allenatore che dica al nostro: "devi solo buttarla al di là della rete una volta in più del tuo avversario, non è difficile..."
:P
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Messaggio da Edberg74 »

andreinoz ha scritto:Ci vorrebbe un atleta forte fisicamente e con un grande talento. Non solo: dovrebbe essere anche un semplice, uno, per dire, alla Alberto Tomba. Ad Alberto avevano dato poche, essenziali istruzioni:
- quando il cancelletto si apre, ti butti giù, fai una bandierina rossa, una blu, una rossa, una blu, fino al traguardo. Appena lo superi ti fermi.
Lui non conosceva le paranoie "e se cado, e il cronometro, gli avversari, le condizioni della neve" le pressioni dell'avvenimento importante. Lui sapeva solo: una rossa, una blu.. :)


Sì, ma lui era davvero un fenomeno, un fenomeno vero e totale come Valentino Rossi, per dirne un altro. Gente che da sola accendeva (e accende) l'interesse di un paese per uno sport che non fosse/sia il calcio (Rocca e Biaggi neanche ci sono andati lontanamente vicini).
Il tennis italiano ha pure questa sfiga: da trent'anni non è nato NESSUN fenomeno (e nemmeno nessun top ten potenziale, compresi i contemporanei, se non il miglior Camporese). Alla "tara mentale", all'arte dell'accontentarsi, ai braccinismi, devi pure aggiungere questa sorta di "sfiga genetica" (nel senso che da noi, i fenomeni, non fanno mai i tennisti).
In qualsiasi altro sport, anche per scazzo, un Tomba ogni tanto nasce. Nel tennis, neanche questo. Da trent'anni. E allora ti costringi a fare la solita retorica vetusta del mediano (Seppi) o la colpevole sopravvalutazione del buon talento (Bolelli).
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Messaggio da alcol »

Edberg74 ha scritto:
andreinoz ha scritto:Ci vorrebbe un atleta forte fisicamente e con un grande talento. Non solo: dovrebbe essere anche un semplice, uno, per dire, alla Alberto Tomba. Ad Alberto avevano dato poche, essenziali istruzioni:
- quando il cancelletto si apre, ti butti giù, fai una bandierina rossa, una blu, una rossa, una blu, fino al traguardo. Appena lo superi ti fermi.
Lui non conosceva le paranoie "e se cado, e il cronometro, gli avversari, le condizioni della neve" le pressioni dell'avvenimento importante. Lui sapeva solo: una rossa, una blu.. :)


Sì, ma lui era davvero un fenomeno, un fenomeno vero e totale come Valentino Rossi, per dirne un altro. Gente che da sola accendeva (e accende) l'interesse di un paese per uno sport che non fosse/sia il calcio (Rocca e Biaggi neanche ci sono andati lontanamente vicini).
Il tennis italiano ha pure questa sfiga: da trent'anni non è nato NESSUN fenomeno (e nemmeno nessun top ten potenziale, compresi i contemporanei, se non il miglior Camporese). Alla "tara mentale", all'arte dell'accontentarsi, ai braccinismi, devi pure aggiungere questa sorta di "sfiga genetica" (nel senso che da noi, i fenomeni, non fanno mai i tennisti).
In qualsiasi altro sport, anche per scazzo, un Tomba ogni tanto nasce. Nel tennis, neanche questo. Da trent'anni. E allora ti costringi a fare la solita retorica vetusta del mediano (Seppi) o la colpevole sopravvalutazione del buon talento (Bolelli).


tra bolelli e un top ten a livello di talento non c'è nessuna differenza che non sia allenabile.(la risposta, per dirne una, o il rovescio lungolinea, o le gambe)
il problema è mentale,un predestinato al rolando faceva i quarti sputando il sangue.
noi siamo i fenomeni del "un buon torneo, sta crescendo"
:roll:
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Messaggio da jeroska »

La teoria degli italiani "mentalmente perdenti nel tennis" è figlia di ingenue suggestioni patriottarde, priva di qualsiasi fondamento logico e, in definitiva, smentita dai fatti.

Tutt'al più, quello che - talvolta - si è visto è la banalissima paura (o semplice disabitudine) del non-campione di fronte al grande risultato, circostanza che non ha nazionalità e in cui la fragilità psicologica è effetto, non causa, dell'inferiorità tecnica. Canè-Lendl, Camporese-Becker, Golarsa-Evert i primi esempi che mi vengono a mente. Il consueto tema del campione che vince di pura soggezione, Federer ne sa qualcosa, e senza italiani di mezzo.

Il movimento tennistico italiano è debole, storicamente debole, ed esprime i risultati che merita.

Citatemi un numero congruo, statisticamente rilevante di VERE occasioni mancate, cioè sconfitte con giocatori oggettivamente più scarsi, e potrò anche cambiare opinione.
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Messaggio da alcol »

Sì ma Canè-Lendl è una cosa, Bolelli-LLodra o Seppi-Mathieu tutta un'altra...

a parità(o quasi)di forze in campo si perde, ahimè, quando il match conta più di un secondo turno...
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Messaggio da tarie »

E' stato detto bene sopra,non ci(gli) interessa abbastanza.
Contano solo la classifica e i soldi.
Andare a giocare i challenge..vabbe lasciamo stare.
Si sentono tutti delle super star in casa e questo basta.
Il calcio sarà un mondo sporco,ma c'è molta piu voglia di fare ed emergere.Poi anche li i soldi rovinano,ma intanto prima di vedere i soldi qualcosa di buono si deve aver fatto.Qui vedono i soldi senza fare "niente".
Purtroppo è vero,a parte poche eccezzioni è uno sport per ricchi,quello che paghi per due mesi di agonistica lo paghi per un anno di calcio..fate voi.
Poi ci lamentiamo dei Miccini che insultano l'arbitro e si fanno cacciare..per carità,può succedere,non solo a noi,ma nel nostro caso è lo specchio della società tennistica,del "non sai chi sono io!".
Quella palla break per Bolelli contro Davidenko che lo avrebbe portato a servire sul 6-5 per il match,un Nadal per dirne uno forte o un Gonzales per dirne uno alla portata avrebbero fatto un buco per terra al centro del campo con tutta la forza/rabbia/voglia di vincere,perchè è sui punti importanti che si vince la partita.Noi no,noi andiamo a fare un back di dritto lungolinea perchè è "piu fico",perchè noi siamo esteti,gli altri sono concreti.
Però vedi gli altri dove sono poi.
Nickognito
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sì, ma quello che dicevo è che nemmeno ai tifosi interessa ababstanza. E a loro non interesseranno mica i soldi che non ricevono :)

In Italia per me non c'è la mentalità del 'un torneo conta, un altro no'. In Italia , per i tifosi, a sentirli parlare, conta piu' la classifica dei piazzamenti slam.

Magari non è una coincidenza, ecco, è la mentalità che ti viene trasmessa.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Messaggio da tarie »

Nickognito ha scritto:sì, ma quello che dicevo è che nemmeno ai tifosi interessa ababstanza. E a loro non interesseranno mica i soldi che non ricevono :)

In Italia per me non c'è la mentalità del 'un torneo conta, un altro no'. In Italia , per i tifosi, a sentirli parlare, conta piu' la classifica dei piazzamenti slam.

Magari non è una coincidenza, ecco, è la mentalità che ti viene trasmessa.

Si si dici bene,anche ai tifosi sembra non interessare.Quindi altra motivazione in meno per i giocatori.
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Messaggio da Johnny Rex »

jeroska ha scritto:Il movimento tennistico italiano è debole, storicamente debole, ed esprime i risultati che merita..


Ok, è debole, su questo tutti d'accordo.

Ma quali sono i motivi di questa debolezza? proviamo a passarli in rassegna

Motivazione Fisica; gli italiani non sono adatti al tennis: non regge ,quantomeno nel maschile Seppi,Volandri, Bolellie tc sono assolutamente alla pari degli altri, casomai nel femminile le esponenti italiche non hanno i centimetri, i Kg, la pesantezza di palla delle atlete dell'est.

Motivazione Tecnica; decenni di rossocentrismo, laddove gli altri si abituavano al cemento sin da Juniores. Le croniche carenze al servizio, dove si son visti tre giocatori col servizio decente in 30 anni, lo scarso uso del rovescio,per dirne alcune. E' già una motivazione che Regge,si può benissimo parlare di scarsa volontà di migliorarsi in molti settori, edi immobilismo della federazione, d anche di poca tendenza a confrontarsi con scuole e metodi di allenamento diversi,ad aggiornarsi sistematicamente.

Motivazione Mentale; non si spiega perchè in Davis o Fed Cup,sulla breve distanza di 3 giorni, l' Italia abbia fatto partita pari con giocatori o squadre ben più forti. Già ai tempi di Hoad l'australiano scriveva che non si voleva affrontare l'Italia in Davis, perchè lì i suoi esponenti rendevano decisamente meglio che nei tornei. Protetti dall'allenatore, dal tifo, dalla sensazione di fare parte di una squadra anzichè dovere sopportare tutta la responsabilità da soli, sia della vittoria che della sconfitta?

Motivazione Antropologica (o sociale); quella esposta sopra anche da Tarie. Semplicemente, il tennis, come il golf, è inteso in Italia come lo sport degli arrivati, dei borghesi, non è nel DNA italico come il calcio, il ciclismo, o altri sport di squadra. Di cosneguenza, il risultato viene ancora visto, inconsciamente, come un "di più" perchè tanto,a certi livelli, i soldi arrivano lo stesso. Si parla ancora di promesse a 22-23 anni. Va anche detto che pure il nuoto non era nel DNA Italico fino a poco tempo fa, e poi le medaglie sono arrivate.
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Messaggio da Nickognito »

non è che, la ributto lì, in Davis rendiamo di più anche perché, semplicemente, ci interessa di più?
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Messaggio da tarie »

Johnny Rex ha scritto:
jeroska ha scritto:Il movimento tennistico italiano è debole, storicamente debole, ed esprime i risultati che merita..


Ok, è debole, su questo tutti d'accordo.

Ma quali sono i motivi di questa debolezza? proviamo a passarli in rassegna

Motivazione Fisica; gli italiani non sono adatti al tennis: non regge ,quantomeno nel maschile Seppi,Volandri, Bolellie tc sono assolutamente alla pari degli altri, casomai nel femminile le esponenti italiche non hanno i centimetri, i Kg, la pesantezza di palla delle atlete dell'est.

Sono d'accordo.Almeno la cultura del bel fisico tra i maschi ce l'abbiamo! :D

Johnny Rex ha scritto:Motivazione Tecnica; decenni di rossocentrismo, laddove gli altri si abituavano al cemento sin da Juniores. Le croniche carenze al servizio, dove si son visti tre giocatori col servizio decente in 30 anni, lo scarso uso del rovescio,per dirne alcune. E' già una motivazione che Regge,si può benissimo parlare di scarsa volontà di migliorarsi in molti settori, edi immobilismo della federazione, d anche di poca tendenza a confrontarsi con scuole e metodi di allenamento diversi,ad aggiornarsi sistematicamente.

Anche qui sono d'accordo.Scarsa(issima) volontà di migliorarsi e confrontarsi.Sarà perchè è scomodo andare a lavorare all'estero e stare lontano da casa?
Altra cosa,giustamente hai fatto notare che giochiamo solo sul rosso.Domanda,perchè però sul rosso non siamo delle bestie?bah..

Johnny Rex ha scritto:Motivazione Mentale; non si spiega perchè in Davis o Fed Cup,sulla breve distanza di 3 giorni, l' Italia abbia fatto partita pari con giocatori o squadre ben più forti. Già ai tempi di Hoad l'australiano scriveva che non si voleva affrontare l'Italia in Davis, perchè lì i suoi esponenti rendevano decisamente meglio che nei tornei. Protetti dall'allenatore, dal tifo, dalla sensazione di fare parte di una squadra anzichè dovere sopportare tutta la responsabilità da soli, sia della vittoria che della sconfitta?

Hai detto bene,giocare per una squadra ci gasa(e qui torna il discorso calcio..),lavorare da soli ci annoia.

Johnny Rex ha scritto:Motivazione Antropologica (o sociale); quella esposta sopra anche da Tarie. Semplicemente, il tennis, come il golf, è inteso in Italia come lo sport degli arrivati, dei borghesi, non è nel DNA italico come il calcio, il ciclismo, o altri sport di squadra. Di cosneguenza, il risultato viene ancora visto, inconsciamente, come un "di più" perchè tanto,a certi livelli, i soldi arrivano lo stesso. Si parla ancora di promesse a 22-23 anni. Va anche detto che pure il nuoto non era nel DNA Italico fino a poco tempo fa, e poi le medaglie sono arrivate.

Sono troppi pochi quelli che da piccoli lo fanno perchè gli piace veramente,perchè ce l'hanno nel sangue,e la coincidenza che poi un giovane taletuoso(piu del normale) abbia le possibilità economiche per lavorarci su o venga notato e aiutato dalla federazione capita con percentuali scandalosamente basse.
Anche nel motociclismo siamo i numeri uno con Vale e tra i numeri uno nelle altre cilindrate..e non mi pare uno sport cosi economico.Però ce l'abbiamo nel sangue,siamo il popolo dei motorini,i soldi gli sponsor ce li investono.
Simone Corsi è il figlio del meccanico del mio quartiere,da piccolo lo vedevo sulle minimoto e tutti a dire che era una promessa.Beh,eccolo li a competere con in primi!Chi le cose ha voglia di farle le fa.Certo ci vuole sempre un pizzico di fortuna,ma ci va messo il massimo imoegno.
Di solito nel tennis,a partire dai circoli,si mandano avanti i raccomandati(per carità,anche bravi..),e quelli che magari apparentemente meno bravi(non per un occhio esperto però..) non hanno però nessuno a spingere,vengono lasciati indietro spesso con mosse molto furbe,facendo in modo che sembri che il ragazzo non va avanti perchè in effetti non vale poi tanto.
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Messaggio da jeroska »

Johnny Rex ha scritto:
jeroska ha scritto:Il movimento tennistico italiano è debole, storicamente debole, ed esprime i risultati che merita..


Motivazione Tecnica; decenni di rossocentrismo, laddove gli altri si abituavano al cemento sin da Juniores. Le croniche carenze al servizio, dove si son visti tre giocatori col servizio decente in 30 anni, lo scarso uso del rovescio,per dirne alcune. E' già una motivazione che Regge,si può benissimo parlare di scarsa volontà di migliorarsi in molti settori, edi immobilismo della federazione, d anche di poca tendenza a confrontarsi con scuole e metodi di allenamento diversi,ad aggiornarsi sistematicamente.

Motivazione Antropologica (o sociale); quella esposta sopra anche da Tarie. Semplicemente, il tennis, come il golf, è inteso in Italia come lo sport degli arrivati, dei borghesi, non è nel DNA italico come il calcio, il ciclismo, o altri sport di squadra. Di cosneguenza, il risultato viene ancora visto, inconsciamente, come un "di più" perchè tanto,a certi livelli, i soldi arrivano lo stesso. Si parla ancora di promesse a 22-23 anni. Va anche detto che pure il nuoto non era nel DNA Italico fino a poco tempo fa, e poi le medaglie sono arrivate.


Una combinazione sinergica :P delle due. Non ci dimentichiamo che, per anni (ora qualcosa si sta muovendo) a tennis, in Italia, hanno giocato quattro gatti, e con una gestione tragicomica (sia globale che capillarmente a livello dei giustamente famigerati circoli).

Ma che sia perché "l'italiano per natura se la fa sotto quando conta", sentire gli uomini della scherma cosa ne pensano....
Buonasera caro. Dunque, io adesso batto lo zero, un milione sullo zero.
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Messaggio da ciccio »

Tento una molto artigianale risposta al quesito del perché in Italia non crescono piú o meglio non crescono proprio campioni di tennis.

La prima ragione é ovviamente la FIT, ma non puó essere la sola.
La FIT é un buco nero, la struttura non é assolutamente all'altezza di gestire un ipotetico patrimonio tennistico.
Questo lo é da sempre, non da adesso, anche se l'adesso é figlio del passato. Se per caso sei un talento e finisci sotto la sua ala non hai possibilitá, meglio essere scartati, in caso contrario verrai risucchiato in un vortice di personaggi che non hanno la piú pallida idea di come far crescere un tennista. Il risultato é che le rigide tappe di formazione non verranno rispettate, diventerai niente o poco piú.

Questo é ormai noto e arcinoto grazie al cielo, e se nel passato purtroppo ci son cascati in tanti, oggi lo si sá e chi ha talento emigra, ma costa spropositi, e devi averli per potertelo permettere, altrimenti ciccia.
Scopo della FIT é da sempre la gestione del palazzo, non i risultati sportivi. Questo é figlio non solo di una italianitá diffusa, ma anche di una sorta di pantano in cui si é entrati nell'era Panatta. Chi gestiva allora si é trovato per caso in mano tutto quell'oro, chi gestisce adesso altri non é che la generazione che é entrata in quel circolo chiuso, le logiche sono le stesse, la FIT andrebbe rifondata, cosa che pure é stata tentata, ma la rifondazione é stata fatta dallo stesso stampo di personaggi, e i risultati sono lí evidenti.

Di diverso oggi c'é una generazione di validi coach formatisi indipendentemente dalla FIT, sono quell'universo parallelo che é cresciuto sotto le ali dell'internazionalismo del tennis, ovviamente snobbati per via che potrebbero mettere in discussione la competenza del potere e di conseguenza il potere stesso. A questi é affidato il futuro del tennis italiano, perché senza un coach a tennis non diventi un giocatore, é uno sport esasperatamente tecnico, non s'improvvisa niente e per diventare un campione serve anche un dirigente come si deve, una sorta di dirigente-coach é l'unica via percorribile adesso. Un ipotetico Tomba é quasi un'utopia, ma non é impossibile. Ci vorrebbe proprio ! Si perché siamo figli della Coppa Devis conquistata coi Panatta, solo un altro grande risultato sportivo nato indipendemente dalla FIT metterebbe in discussione questo potere che é ancora lí, gira che ti rigira ancora lo stesso.

Ma se la FIT ci dá una corposa mano io credo che l'altra metá della mela stia nella mentalitá tennistica Italiana e nelle caratteristiche del gioco tennis, é una mia criticabilissima opinione ma lasciatemi pensarla cosí.

Il tennis nasce come sport elitario, la massa non se lo puó permettere, la massa gioca a calcio o giú di lí. Questo succedeva in Italia e succede ancora adesso in varie parti del mondo. Ma non sono stati i figli dei ricchi i grandi campioni, ma i figli dei poveri che ne avevano accesso. Panatta se non sbaglio era il figlio del custode del Parioli, perché per diventare campione devi aver voglia di soffrire, di svegliarti alla mattina senza prospettive ma con una gran fame di riuscire, senza alternative. Ore ed ore in campo sono una via obbligata, ma occorre la seconda componente, un istruttore che sappia ben fare il suo mestiere, e il Parioli allora era quanto di meglio si potesse chiedere in proposito. Si prenda come esempio per tutti la Serbia di oggi, nessuna struttura, zero, ma i campioni ci sono. Sono certo che un Gulbis con la fame sarebbe lí a competere per le primissime posizioni oggi alla pari di Djoko.

Abbiamo individuato quattro componenti al momento :
talento
fame
istruzione competente
il saper dribblare i buchi neri

C'é un passaggio peró fondamentale, se un campione come Panatta o Borg nasce ogni tanto per un fortuito incrocio di circostanze, nel momento in cui la classe media economicamente cresce il tennis diventa un fenomeno di massa richiamato da molteplici fattori. Ma il dopo Panatta in Italia non ha trovato proprio nella pochezza della FIT e del coaching nostrano quell'esplosione a livello di risultati sportivi che avrebbe potuto.
L'Argentina ne é esattamente il caso opposto, a un'esplosione del dopo grandi campioni del fenomeno di massa tennis trainato da un maggior livello economico della classe media, é corrisposto non solo un serio appoggio della federazione, ma la stessa federazione non é stata d'impedimento nella crescita di questi giocatori, e i risultati si vedono.
L'Argentina ha fior di giocatori sfornati a raffica.

Ma non basta, non é solo questo, abbiamo tralasciato il fattore mentalitá, che é la quinta componente, importante quanto le altre.

Qualche ricordo per spiegare cosa di differente c'é fra la mentalitá Italiana e quella di paesi tennisticamente piú competitivi.
Ricordo che quando entrai da ragazzino nel perverso mondo del tennis, la cosa piú importante non era diventare Panatta, ma diventare il piú bravo del circolo, il piú bravo dei circoli della zona. Arrivare a questo era entrare col naso ben alto, l'essera additato e ammirato da quelli che ti conoscono. Superare questo obbiettivo non era interessante, ma chi te lo fa fare ? E questo é figlio anch'esso della mentalitá elitaria del tennis, il cui scopo é l'ammirazione e l'invidia del vicino e non del risultato tecnico di per se stesso. Lo scopo era quello, anche del figlio del povero che entrava a far parte di quel mondo vip. Arrivato lí eri arrivato, eri coperto d'oro da club e sponsor che che ti volevano, oltrepassare quel limite significava sacrifi, e chi te lo faceva fare ?
Questa mentalitá piccola e provinciale diffusa entrava a far parte del modo d'essere del tennista, era una mentalitá. E questa mentalitá ti restava addosso anche a livelli piú elevati. Andarsi a fare le quali a Wimbledon o agli Us open era inutile, molto meglio vincere il torneo di Cannicatti, ma a Cannicatti non certo imparavi a giocare, ma a Cannicatti eri ammirato e osannato, era questo lo scopo. Ricordo perfettamente quando al mio primo Mestre presi un 6-0 6-1 da un austriaco che era due volte me, me lo sognai di notte per un po' quello lí. E al ritorno al circolo ero l' arrogante che aveva preso la lezione perché avevo esagerato, bisognava rimanere nel calduccio della piccolezza del circolo, era ben piú edificante vincere il torneo della parrochia di San Crispino. Ero lo zimbello, non uno che stava cercando di migliorare il proprio gioco. Questa mentalitá perdente é quella che non ha fatto crescere l'Italia tennistica del dopo Panatta. Ma io tennisticamente crebbi, i miei amici di allora sono ancora lí a far conti di come non passare di categoria.
Se ripercorriamo la storia del tennis si vede chiaro come fino ai giorni nostri quella mentalitá rimane, vincere San Marino é importante, passare tre turni a Wimbledon no. Meglio re all'inferno che angeli in paradiso ! Ma andare a Wimbledon a prenderle insegna tennis, vincere San Marino no !!!
E questa mentalitá perdente impernia tutto il tennis nostrano.
Un banalissimo esempio é come nelle vecchie classifiche di categoria lo sport preferito era fare di tutto per rimanere NC. Chi aveva possibilitá per salire in C diventava esperto matematico, faceva tutto il possibile per non fare il salto di categoria, importante era vincere il torneo, non crescere tecnicamente confrontandosi con tennisti piú esperti, e alla fine la famigerata NC divenne un calderone indegno di tennisti declassati il cui scopo era farsi belli al circolo. Ed é probabile che piú di qualche buon campione si sia infognato lí, o al massimo in B.
Qui in sudamerica questo non esiste, i tennisti fanno carte false per riuscire ad entrare nella categoria superiore !!!!! Qui l'importante é crescere come giocatore scontrandosi con giocatori forti, non massacrare la mezza calzetta di turno !!!

Fortunatamente questa mentalitá becera e perdente sembra affievolirsi anche se non é ancora superata, coach ben piú esperti e preparati mandano ai tornei importanti a farsi le ossa i ragazzi italiani odierni. Ma la voglia di sacrificarsi agli allenamenti questa non so' se ci sia, c'é di sicuro fra i trenta-quarantenni che hanno capito d'aver perso il treno, speriamo contagino i propri figli.

Vedremo.......ma non brontolate se ho scritto il lenzuolo :roll:
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Messaggio da Nickognito »

penso che la seconda parte del post di ciccio abbia risposto alle mie domande, direi. Per una volta ciccio sembra concordare con me :D
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Messaggio da tarie »

Direi che non c'è niente da aggiungere a quanto detto da Ciccio.
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Messaggio da ciccio »

Nickognito ha scritto:penso che la seconda parte del post di ciccio abbia risposto alle mie domande, direi. Per una volta ciccio sembra concordare con me :D

Ostrega :o ,
non ho letto il tuo post, altrimenti avrei scritto il contrario :roll:
approccio concreto e pragmatico, frutto di esperienze, anche pesanti, maturate sul campo in contrapposizione con l'attitudine salottiera di questi utenti, perfettamente in linea con tanto mondo internettiano fatto di presunti esperti da tastiera. (cit.)
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Messaggio da jeroska »

Molto bello e giusto il post di Ciccio. La "mentalità" in questo senso non manca di certo, guarda caso, proprio ad una come la Pennetta. Ma la Pennetta è la Pennetta, fa quel che può, e agli ottavi di uno Slam, giustamente, una volta che le capita, va a casa. Costruiamo cento Pennette, e vediamo se un paio davvero forti non saltano fuori, altro che psiche...
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Messaggio da Grass »

insomma, a tennis in Italia giocano gli sfigati, quelli che comunque non potranno mai emergere a livello internazionale. :(
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Messaggio da Edberg74 »

jeroska ha scritto:Ma dire semplicemente che si perde perchè più scarsi pare brutto, eh?


Ho appena visto la Suarez-Navarro con la Jankovic. Se la Pennetta è più scarsa della Suarez-Navarro, è bene che smetta di giocare a tennis, ma anche alla svelta.
Classica sconfitta emblematica dell'atavico braccinismo italico, o di ciò che Baba ha chiamato nello spazio Gcn "sbracamento all'italiana".
Quando c'è un treno, l'Italtennis lo perde 9 volte su 10 (il 10, per dire, è Seppi ad Amburgo, ma era lo stesso Seppi che era riuscito a perdere spot molto invitanti nei 2 MS immediatamente precedenti).

In linea con l'analisi di Johnny e Alcol (Ciccio devo leggerlo, mi serve una feria, ma giuro che lo leggo :) ).
Nick: la Davis ci interessa di più perché è più facile e perché consente la presenza della balia. Diciamo che una cosa viene con l'altra, e in questo modo l'Effetto Dolce Vita, per citare la battuta (battuta?) con Bud Collins.
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Messaggio da jeroska »

Edberg74 ha scritto:
jeroska ha scritto:Ma dire semplicemente che si perde perchè più scarsi pare brutto, eh?


Ho appena visto la Suarez-Navarro con la Jankovic. Se la Pennetta è più scarsa della Suarez-Navarro, è bene che smetta di giocare a tennis, ma anche alla svelta.


Secondo me è più scarsa, ma può continuare a giocare, se le va. 8)
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