LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Parigi è sempre una buona idea.
Gios
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LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da Gios »

Credo che l'Olimpiade sia una cosa essenzialmente buona, per molti motivi. Il primo è che si tratta di (importantissimi) giochi. Il gioco è una cosa sana e piacevole. Una persona che si sente di piangere o ridere è una persona che ha conservato la ragione. Piangere o ridere perché non si è riusciti a saltare più in lungo di un altra persona è molto naturale. Disquisire di finanza internazione è più gravoso e, a mio modo di vedere, molto più estraniante. Il ghigno, così frequente nella disquisizione (e nel politica e società, diciamo), e del tutto assente alle Olimpiadi, è lo stravolgimenti (peggio, la corruzione) del sorriso.

Secondo: le olimpiadi sono come essere innamorati. Sono come quelle due prime settimane (naturalmente, i tasti sono differenti, ma la sensazione di leggerezza non molto) quando ci si è accorti, cosa peraltro molto sorprendente, che qualcuno possa volerti bene, così, senza particolari motivi. Non ci sono impegni da coordinare, tappi di dentifricio, amici imbarazzanti: ma solo cose nuove e allettanti da scoprire; e tutte queste cose arrivano come in sovrabbondanza, una dieto l'altra, e non fai a tempo di saziartene di una che subito ce ne è una seconda, e poi una terza. E ognuna di queste cose non ha i sintomi dell'usura e della quotidianità, ma è una sintesi scintillante.

Terzo: il patriottismo. Il patriottismo è differente dal nazionalismo (cosiccome il peggior Kipling è differente dal miglior Chesterton, anche se a dire il vero si è troppo severi sul nazionalismo di Kipling, io credo). Il patriottismo significa volere bene a quello che tiene l'alimentari sotto casa perché è sotto casa e per nessun altro particolare motivo: il che non è molta razionale, ma molto ragionevole. Il patriottismo significa, essenzialmente, difendere, conservare, pregare.

Quarto: credo sia un po' per tutti, qui dentro, le oliimpiadi rappresentano una tregua. I ritmi si spezzano, sarà anche il periodo estivo. I quindici giorni dell'Olimpiade sono gli unici quindici giorni dell'anno (ogni quattro anni) in cui non leggo un libro. Si crea un routine, tutte le volte uguale e diversa: guardare il programma delle gare della giornata sulla Gazzetta, sperare che skygo funzioni, aspettare l'inizio della giornata alle 10.00, ascoltare con piacere il trio della scherma di SKY,le schede delle atlete belle sul sito ufficiale delle olimpiadi, controllare su googlemaps dove fossero gli stadi, capire che fosse la tipa della pubblicità dei film di skycinema che quando si vedeva il mosaico interattivo spuntava in qualche quadrato (quella mora, camicia bianca, a tuttoggi non ho ancora capito se faccia parte del film di Salemme o di quello dove ci sono i mostri di sabbia), ogni tanto cambiare su Bragagna, affossarmi in poltrona dalle 13.05 alle 14.30 e dalle 19.00 alle 00.00 e oltre (giorni feriali), scrivere sul forum contro nickognito, le scommesse di paolino, il riassunto della giornata di atletica di gianlu, così via.

Credo che altri (tranne nick, vedi sopra :D) da scrivere qualcosa, a consuntivo di questi quindici giorni, o in generale sulle loro impressioni.
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da Nickognito »

ma tu provochi, quindi parlo per interposte persone


La meno perspicace fra le passioni: il patriottismo (Jorge Luis Borges)

Patriota. Così si definisce chi antepone gli interessi di una parte a quelli di un tutto. Pedina senza difesa nelle mani di statisti e conquistatori (Ambrose Bierce)

Nessuno è patriottico quando si tratta di pagare le tasse (George Orwell)

Il patriottismo è, fondamentalmente, la convinzione che un particolare paese è il migliore del mondo perché ci siete nati (George Bernard Shaw)

Il ripugnante non senso che prende il nome di patriottismo, come lo odio! (Albert Einstein)

Patriottismo e' schiavitu' (Lev Tolstoj)

Non interverro' piu' nel topic, tranquillo :)
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da ciccio »

ah Giosstte, me sembra la riunione dell'ultimo giorno di quando mi portavano ai ritiri spirituali a Villa Maria sui colli :D
torna tutto come prima, non cambia nulla, non lascia niente, zero, è solo una parentesi quando dovrebbe essere un momento di riflessione per politici e militari di questo mondo, scontriamoci sulle piste e non nella vita.
approccio concreto e pragmatico, frutto di esperienze, anche pesanti, maturate sul campo in contrapposizione con l'attitudine salottiera di questi utenti, perfettamente in linea con tanto mondo internettiano fatto di presunti esperti da tastiera. (cit.)
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da Gios »

Nickognito ha scritto:ma tu provochi, quindi parlo per interposte persone


La meno perspicace fra le passioni: il patriottismo (Jorge Luis Borges)

Patriota. Così si definisce chi antepone gli interessi di una parte a quelli di un tutto. Pedina senza difesa nelle mani di statisti e conquistatori (Ambrose Bierce)

Nessuno è patriottico quando si tratta di pagare le tasse (George Orwell)

Il patriottismo è, fondamentalmente, la convinzione che un particolare paese è il migliore del mondo perché ci siete nati (George Bernard Shaw)

Il ripugnante non senso che prende il nome di patriottismo, come lo odio! (Albert Einstein)

Patriottismo e' schiavitu' (Lev Tolstoj)

Non interverro' piu' nel topic, tranquillo :)
Sono tutte affermazioni molto severe, nonostante abbiano l'ambizione d'essere brillanti. Soprattutto, sono sbagliate. Se sostituisci alla parola "patriottismo" la parola "nazionalismo" direi possono essere del tutto adeguate. Ma nell'attuale forma sono molto errate. Il Sinedrio, quando dice "meglio che muoia uno, piuttosto che perisca il popolo", è "nazionalista", non certo patriottico. Un nazionalista avrebbe pensato che la potenza di Atene era nelle braccia devi vogatori: ma Pericle sapeva che questa era nel cuore del Partenone. Il patriottismo ha sempre forma difensiva. Non esiste un patriottismo d'attacco. Ma non è una forma difensiva cupida ed avida, quanto condivisa: il patriottismo non è un gelato da mangiare, ma una musica che, messa in comune, non provoca una perdita tra coloro che la ascoltano. Il nazionalismo è geloso ed aggressivo: il nazionalista dirà "la mi nazione è meglio della tua perché così e così", mentre il patriota dice "la mia terra ha questo e questo di buono, sapevi?". Il nazionalismo è cieco, e difende la propria nazione perché è la propria nazione. Il patriota ci vede benissimo, e sa che si cerca di amare sempre la propria madre, ma se la propria madre si ubriaca ogn mattina, forse sarà meglio correggerla. Il nazionalismo è un concetto astratto, e parla per ideali. Il patriota ha la faccia di un salumiere, dell'impiegato della posta, di un vicolo cittadino, di una piazza, di una roggia. Il nazionalismo è, in definitva, una forma del peggior romanticismo; il patriottismo è una forma del miglior illuminismo. Il nazionalismo crede innanzitutto nella potenza; il patriottismo, in una forma bizzarra e quasi comica di comunione.
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da Pindaro »

Gios, sei come il monoscopio fisso visto sotto effetto di crack.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da Nickognito »

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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da Nickognito »

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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da alessandro »

al link qualcuno ha commentato cose tipo: lo sport ad alto livello non e' un esempio ma una enorme perdita di tempo.
Each contestant in the Olympic games has spent hours/days/weeks/years training to be 'the best' to win a gold medal. I and many others think that is egotistical, selfish and a complete waste of time and NOT a trait to be applauded. and like many others, I am not interested in competitive sports because it's a trivial waste of time. I swim & play tennis.... for exercise & a bit of fun....because that's all sport is... a pastime, nothing to get worked up about. At Olympic level it's a total bore.
(pensavo l'avesse scritto nick :D )




in effetti che utilita' ha? cioe', uno che si allen aper 4 anni a marciare 8 ore al giorno tutti i giorni per pi andare alle olimpiadi e marciare 50 Km.
che senso ha? poi, si allena cosi' quello che vince ma anche quello ceh arriva quarto o trentaseiesimo.

ok, poi quello che vince puo' fare la pubblicita del kinder pingui', e allora?
non sarebbe meglio se studiasse ingegneria e a 30 anni, invece di esser eun ex atleta facesse una professione utile per la societa' ?

poi, ok, c'e' il mercato. uno gioca a calcio, ci sono milioni di persone che pagano per vederlo giocare e tutto torna.
m agli sport minori? sono anche fuori mercato.
non lo so... non ho una opinione precisa.
potrebbe essere una cosa simile all'arte, che non e' una attivita' inutile, e viene in parte finanziata dal pubblico.

Ci devo riflettere...
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da Nickognito »

sei sulla buona strada, alessandro :)
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da dsdifr »

che tristezza 'sti due #1#

a che serve impegnarsi per anni come fa Pertile per una maratona olimpica sapendo che più che decimo verosimilmente non arriverai? A che serve, essendo un pallavolista russo, sputar sangue per strappare 'sto maledetto terzo set ad un Brasile che è palesemente più forte e con ogni probabilità vincerà comunque in quattro?
a che serve spendere soldi, energie e tempo per incidere con il tuo gruppo un disco che venderà meno di mille copie? o un film che andrà a Locarno se va bene?
a che serve rischiare ed aprire un negozio, sapendo che nei primi anni se va bene finirai in pareggio, quando hai un padre che poteva prenderti in ditta a lavorare con sé? a che serve che io vada a visitare una donnina demente quando le viene la febbre, se son dieci anni che non si alza dal letto? a che serve stare due ore a cuocere carne sulla brace quanto potevi comprare un barattolino di tonno e mangiare quello? a che serve piantare dei pomodori nell'orto quando potevi mangiare quelli che compri al supermercato? a che serve la domenica andare a fare una girata fine a se stessa, prendendo la bici o la moto, anziché sprofondare sul divano? a che serve, quando sei in spiaggia, prendere un pallone e inventarsi una partita di calcio con le ciabatte al posto dei pali quando puoi stare al sole a fare la lucertola? a che serve andare a giocare a tennis al circolo o a basket al campino a faticare e incazzarsi quando potrei stare a casa come uno zombie davanti alla tele? a che serve andare a votare sapendo che tanto son tutti ladri e non cambierà mai un cazzo?

A che serve, a che serve?... Serve, perché abbiamo nel cervello un circuito neuronale della soddisfazione e della ricompensa che si attiva non solo quando trombi, mangi, cachi o ti droghi, ma anche per le stronzate più impensabili. E menomale.
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da alessandro »

aggiungerei: a che serve chiedersi a che serve che una intera schiera dei migliori giovani del mondo, vengano pagati dagli stati per passare l'intera giovinezza ad allenarsi come pazzi lasciando perdere tutto il resto ( dallo studio, all'assistenza della nonnina, alla partitella con gli amici, all'amore e alla scoperta del bello) ?
a che serve chiederselo? non e' che e' lo stesso circuito neuronale?

fare sport per gioco o per passatempo o per pura passione, e' un'altra cosa. Direi quasi indispensabile.
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da ciccio »

Non tanto dsdifr, nel senso che nel tuo fare quotidiano c'è il senso del realizzare, nel senso dello sport c'è il senso anche del competire. Se poi nel quotidiano l'individuo vuol metterci del competire fatti suoi, ma non è nè automatico nè obbligatorio, nello sport si, c'è uno che vince e uno che perde.
A prescindere dall'attività ludica, se l'uomo usasse lo sport come luogo dove scaricare la propria competitività, si vivrebbe tutti meglio, e la logica teorica delle olimpiadi è questa, ma mancando educazione sportiva a questo mondo la cosa non coincide.
Per questo alla fine dico che altri valori-scopi hanno preso possesso delle olimpiadi, da 100 anni a questa parte, ed è anche per questo che si ok, bello spettacolo, ma niente di più, e spettacolo che non porta avanti nessun valore sportivo. Meglio le sfide qui al campetto dietro casa, per quel che mi riguarda.
approccio concreto e pragmatico, frutto di esperienze, anche pesanti, maturate sul campo in contrapposizione con l'attitudine salottiera di questi utenti, perfettamente in linea con tanto mondo internettiano fatto di presunti esperti da tastiera. (cit.)
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da alessandro »

ciccio ha scritto: Per questo alla fine dico che altri valori-scopi hanno preso possesso delle olimpiadi, da 100 anni a questa parte, ed è anche per questo che si ok, bello spettacolo, ma niente di più, e spettacolo che non porta avanti nessun valore sportivo. Meglio le sfide qui al campetto dietro casa, per quel che mi riguarda.
quoto, e nel campetto dietro casa non c'e' doping, pressioni politich ee alienazione negli allenamenti e una vit aschiacciata da questo. (e pagata dallo stato).

te lo dice uno che comunque capisce le cose fatte per passione, contro logica, contro profitto ( gioco a tennis da 20 anni con impegno e senza alcuno risultato, ho scritto un libro di 1800 pagine con molto impegno e credo di averci rimesso pure dei soldi), non mi piace o comunque ci sto' riflettendo sulla correttezza, che questo diventi sistema.
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da NNick87 »

dsdifr ha scritto:che tristezza 'sti due #1#

a che serve impegnarsi per anni come fa Pertile per una maratona olimpica sapendo che più che decimo verosimilmente non arriverai? A che serve, essendo un pallavolista russo, sputar sangue per strappare 'sto maledetto terzo set ad un Brasile che è palesemente più forte e con ogni probabilità vincerà comunque in quattro?
a che serve spendere soldi, energie e tempo per incidere con il tuo gruppo un disco che venderà meno di mille copie? o un film che andrà a Locarno se va bene?
a che serve rischiare ed aprire un negozio, sapendo che nei primi anni se va bene finirai in pareggio, quando hai un padre che poteva prenderti in ditta a lavorare con sé? a che serve che io vada a visitare una donnina demente quando le viene la febbre, se son dieci anni che non si alza dal letto? a che serve stare due ore a cuocere carne sulla brace quanto potevi comprare un barattolino di tonno e mangiare quello? a che serve piantare dei pomodori nell'orto quando potevi mangiare quelli che compri al supermercato? a che serve la domenica andare a fare una girata fine a se stessa, prendendo la bici o la moto, anziché sprofondare sul divano? a che serve, quando sei in spiaggia, prendere un pallone e inventarsi una partita di calcio con le ciabatte al posto dei pali quando puoi stare al sole a fare la lucertola? a che serve andare a giocare a tennis al circolo o a basket al campino a faticare e incazzarsi quando potrei stare a casa come uno zombie davanti alla tele? a che serve andare a votare sapendo che tanto son tutti ladri e non cambierà mai un *cavolo*?

A che serve, a che serve?... Serve, perché abbiamo nel cervello un circuito neuronale della soddisfazione e della ricompensa che si attiva non solo quando trombi, mangi, cachi o ti droghi, ma anche per le stronzate più impensabili. E menomale.
Ma anche perchè non necessariamente tutto andrà come previsto.

Volley: Russia-Brasile 3-2
balbysauro ha scritto:scusa nickognito, ma continui ad aggirare il punto
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da Gios »

alessandro ha scritto:
al link qualcuno ha commentato cose tipo: lo sport ad alto livello non e' un esempio ma una enorme perdita di tempo.
Each contestant in the Olympic games has spent hours/days/weeks/years training to be 'the best' to win a gold medal. I and many others think that is egotistical, selfish and a complete waste of time and NOT a trait to be applauded. and like many others, I am not interested in competitive sports because it's a trivial waste of time. I swim & play tennis.... for exercise & a bit of fun....because that's all sport is... a pastime, nothing to get worked up about. At Olympic level it's a total bore.
(pensavo l'avesse scritto nick :D )




in effetti che utilita' ha? cioe', uno che si allen aper 4 anni a marciare 8 ore al giorno tutti i giorni per pi andare alle olimpiadi e marciare 50 Km.
che senso ha? poi, si allena cosi' quello che vince ma anche quello ceh arriva quarto o trentaseiesimo.

ok, poi quello che vince puo' fare la pubblicita del kinder pingui', e allora?
non sarebbe meglio se studiasse ingegneria e a 30 anni, invece di esser eun ex atleta facesse una professione utile per la societa' ?

poi, ok, c'e' il mercato. uno gioca a calcio, ci sono milioni di persone che pagano per vederlo giocare e tutto torna.
m agli sport minori? sono anche fuori mercato.
non lo so... non ho una opinione precisa.
potrebbe essere una cosa simile all'arte, che non e' una attivita' inutile, e viene in parte finanziata dal pubblico.

Ci devo riflettere...
Diciamo che la maggior parte delle cose, dall'ostetrica all'ingegnere edile, sono abbastanza inutili, in fondo.

Credo nella maggior parte dei casi uno debba trovare qualcosa da fare, o perché gli piace fare quella cosa (respirando un poco nell'angosciante laccio del tempo che corre): fosse l'idraulico, l'atleta che arriva undicesimo alle olimpiadi nella marcia, o lo scopritore della penicellina.

Sappiamo tutti come "l'utilità" (cosiccome la intendete) sia solo un pallido sollievo.
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da floyd10 »

Molto bene, siete sulla buona strada: non serve a niente, come la scienza.
Una è divertente per lo scienziato vero che trova l'eureka della scoperta, l'altra è divertente per l'atleta vero come Felix Sanchez, tutte e due sono divertenti parecchio per chi sa guardare bene. Non c'è mica un senso dietro, ci va messo dentro. :)
alcol ha scritto: floyd l'ubriaco dall'occhio bigio?
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da _Kafelnikov_ »

forse l'olimpiade piu bella, in termini di paese organizzatore.
ogni olimpiade è indimenticabile, ma io scelgo londra 2012, per sempre.
lascio questa olimpiade forse con un nuovo sport! l'hockey su prato.
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da paoolino »

ciccio ha scritto:bello spettacolo, ma niente di più, e spettacolo che non porta avanti nessun valore sportivo.
nessuno, nessuno?

Così, per dire...

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"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da eddie v. »

paoolino ha scritto:
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il ricordo del povero bovolenta

il grande andrea giani, era il mio preferito...la maxicono, che bella squadra che era
Il problema non è l'acqua che beviamo, è l'acqua che mangiamo.
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da ciccio »

paoolino ha scritto:
ciccio ha scritto:bello spettacolo, ma niente di più, e spettacolo che non porta avanti nessun valore sportivo.

nessuno, nessuno?

Così, per dire...

personale Paoolino, son convinto che per quelli hanno partecipato sia indimenticabile e li abbia arricchiti di molto. Ma il topic chiede cosa resta, cosa resta a me, a te e a questo mondo. A me resta lo spettacolo con tutti i suoi annessi e connessi, non il valore sportivo dell'olimpiade e dello sport, nè a questo mondo, domani torna tutto come prima con le sue guerre fatte di armi e non.
Il vero valore dello sport, oltre al divertimento, è la nicchia dove mettere la propria competittività e il proprio corporativismo. Questa olimpiade lascia questo messaggio al mondo, a me e a te ? No.
Sicuro lo lascia a chi ha partecipato
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da CAPELLINO »

ciccio ha scritto:. Ma il topic chiede cosa resta, cosa resta a me, a te e a questo mondo.
LE EMOZIONI.
non si vive per questo?
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da balbysauro »

dsdifr ha scritto:che tristezza 'sti due #1#

a che serve impegnarsi per anni come fa Pertile per una maratona olimpica sapendo che più che decimo verosimilmente non arriverai? A che serve, essendo un pallavolista russo, sputar sangue per strappare 'sto maledetto terzo set ad un Brasile che è palesemente più forte e con ogni probabilità vincerà comunque in quattro?
a che serve spendere soldi, energie e tempo per incidere con il tuo gruppo un disco che venderà meno di mille copie? o un film che andrà a Locarno se va bene?
a che serve rischiare ed aprire un negozio, sapendo che nei primi anni se va bene finirai in pareggio, quando hai un padre che poteva prenderti in ditta a lavorare con sé? a che serve che io vada a visitare una donnina demente quando le viene la febbre, se son dieci anni che non si alza dal letto? a che serve stare due ore a cuocere carne sulla brace quanto potevi comprare un barattolino di tonno e mangiare quello? a che serve piantare dei pomodori nell'orto quando potevi mangiare quelli che compri al supermercato? a che serve la domenica andare a fare una girata fine a se stessa, prendendo la bici o la moto, anziché sprofondare sul divano? a che serve, quando sei in spiaggia, prendere un pallone e inventarsi una partita di calcio con le ciabatte al posto dei pali quando puoi stare al sole a fare la lucertola? a che serve andare a giocare a tennis al circolo o a basket al campino a faticare e incazzarsi quando potrei stare a casa come uno zombie davanti alla tele? a che serve andare a votare sapendo che tanto son tutti ladri e non cambierà mai un *cavolo*?

A che serve, a che serve?... Serve, perché abbiamo nel cervello un circuito neuronale della soddisfazione e della ricompensa che si attiva non solo quando trombi, mangi, cachi o ti droghi, ma anche per le stronzate più impensabili. E menomale.
i soliti 92 minuti di applausi
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da ciccio »

CAPELLINO ha scritto:
ciccio ha scritto:. Ma il topic chiede cosa resta, cosa resta a me, a te e a questo mondo.
LE EMOZIONI.
non si vive per questo?
a me sinceremante vivere l'emozione di un altro è estremamente relativo, vivo le mie emozioni che costruisco, se poi ci si immedesima nell'atleta, nella nazione è altro discorso.
Se la realizzazione di un altro è la realizzazione di una persona a me cara, un amico, na persona che stimo, ok, ma io quelli che hanno partecipato manco li conosco. Guarda l'unico per cui mi sono emozionato è stato Galiazzo nell'arco perchè è cresciuto nella società dove tiravo e dov'ero presidente. Una conoscienza personale che mi ha coinvolto.
approccio concreto e pragmatico, frutto di esperienze, anche pesanti, maturate sul campo in contrapposizione con l'attitudine salottiera di questi utenti, perfettamente in linea con tanto mondo internettiano fatto di presunti esperti da tastiera. (cit.)
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da Nickognito »

dsdifr, non ' incidere un tuo disco', ma farsi pagare dall' arma dei carabinieri per inciderne uno che nessuno vuole comprare.

e fare sport invece che stare alla tele visitare malati, votare, serve tutto.

e nessuno ti paga per questo.

giocare serve, ma lo stipendio del marciatore che non vince nulla , per quanto basso, perche' lo devo pagare io e non lo pagano dsdifr e balbysauro e tutti quelli che guardano la marcia?

Forse perche' lo stato pensa che polizia e guardia di finanza devono pagare perche' la gente si emozioni? Perche' allora non pagare qualche poliziotto poeta che non vende poesia, qualche carabiniere pittore che non vende quadri? Forse perche' non stimolano lo spirito patriottico? Non potrebbero spendere quei soldi per fare qualche campetto da basket o tennis gratuito che i bambini o gli adulti ci vanno a giocare, piuttosto?
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da CAPELLINO »

ciccio ha scritto:
CAPELLINO ha scritto:
ciccio ha scritto:. Ma il topic chiede cosa resta, cosa resta a me, a te e a questo mondo.
LE EMOZIONI.
non si vive per questo?
a me sinceremante vivere l'emozione di un altro è estremamente relativo, vivo le mie emozioni che costruisco, se poi ci si immedesima nell'atleta, nella nazione è altro discorso.
Se la realizzazione di un altro è la realizzazione di una persona a me cara, un amico, na persona che stimo, ok, ma io quelli che hanno partecipato manco li conosco. Guarda l'unico per cui mi sono emozionato è stato Galiazzo nell'arco perchè è cresciuto nella società dove tiravo e dov'ero presidente. Una conoscienza personale che mi ha coinvolto.
Le emozioni che vivo io sono sempre le mie, l' emozione che vissi al goal di Baggio contro la Nigeria era mia non di Baggio cosi' come nel vedere il rettilineo di Felix Sanchez ho visto qualcosa che andava oltre una gara di atletica, e' stata la vittoria di un uomo sullo scorrere del tempo prima che sugli avversari, certo ci si immedesima a volte, spesso ma non sempre.
Poi l' emozione è irrazionale per fortuna, si guarda qualcosa, si vive un momento e ci si emoziona mica possiamo spiegarlo o razionalizzarlo o peggio motivarlo
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da _Kafelnikov_ »

ciccio ha scritto: a me sinceremante vivere l'emozione di un altro è estremamente relativo, vivo le mie emozioni che costruisco, se poi ci si immedesima nell'atleta, nella nazione è altro discorso.
Se la realizzazione di un altro è la realizzazione di una persona a me cara, un amico, na persona che stimo, ok, ma io quelli che hanno partecipato manco li conosco. Guarda l'unico per cui mi sono emozionato è stato Galiazzo nell'arco perchè è cresciuto nella società dove tiravo e dov'ero presidente. Una conoscienza personale che mi ha coinvolto.
sono gesti realizzati da esseri umani, di cui facciamo parte. il vederli realizzare è emozionante..
non è necessario conoscere le persone, anzi... è indifferente a dire la verità.. perchè in realtà tutte le persone sono uguali. è bello vedere la realizzazione di qualcosa chiunque riesca a farla.. non è importante se sono io o un altro. il divertimento è il bello del gesto.
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da Nickognito »

per me ognuno fa quel che gli pare, puo' pure guardare uno che si allena 80 anni e poi fa il tiro alla fine over 90 nella gara di 24 consecutive e provare le emozioni piu' grandi della vita vedendolo in tv. Non e' quello il punto. Il punto e' che chi non fa questo non e' che non ha emozioni. E magari una che abbraccia una quercia centeneria, abbraccia un animale per ore, corre lui stesso, nei boschi, perche' gli piace, di puro piacere, e senza nessun allenamento, gioca ore con i bambini e come un bambino. Legge e scrive poesie. Piange un' ora al giorno per chi soffre e aiuta chi soffre per altre 3 ore a di'.

A me le olimpiadi sono sempre piaciute proprio per le emozioni degli sport minori, pero' cio non toglie che preferisco abbracciare un gatto. E l arma dei carabinieri non mi da' dei gatti, e io non ho nessun pamphlet da spedire a chi non ama i gatti, che non costituiscono la totalita' delle emozioni possibili, e invece mi da; marciatori, schermidori, tiratori....

potrei tranquillamente dire che se andate allo stadio a vedere un marciatore invece che stare con un gatto siete pazzi. Ma non lo e' , ognuno e' diverso, a me basta che non si decida che alcuni emozioni che non interessano quasi a nessuno, come la marcia, siano pagate dallo stato, e non mi sognerei mai di allenarmi ad accarezzare gatti 10 ore al giorno con lo stipendio di poliziotto. A me sembra semplice: se mi alleno perche mi piace , bene, cazzi miei come vivo, se non lavoro e faccio i cazzi miei tutto il giorno divertendomi a marciare, poi o mouoio di fame, o sono ricco di famiglia, o trovo i soldi in qualche modo, ma di certo non chiedo uno stipendio. Se mi alleno per far piacer ad altri, che gli altri mi pagano. Perche' , purtroppo, chi fa un disco, o un film, e lo fa senza fare altri lavori, deve trovare qualcuno che lo mantenga e gli paghi per cio' che fa. E giustamente. Quindi se vi emozionate, pagate, come io pago per andare al cinema, comprarmi un cd, abbonamento internet, abbonamento streaming wimbledon e cosi' via. Pagate i marciatori, gli schermidori e i tiratori, e fatela finita di farli pagare a noi e poi dirci che non sappiamo emozionarci :)
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da CAPELLINO »

si ma il problema dello stato che paga gli sportivi e li rende suoi dipendenti è un problema italiano, certo pure per me è sbagliato ma me ne frega poco sinceramente si pagano tanti personaggi inutili nelle forze dell' ordine che gli atleti dei gruppi sortivi militari sono il problema minore e sinceramente non mi sembra un motivo valido per non considerare l 'Olimpiade un evento non "utile" alla nostra vita, evento che, per quel che mi riguarda, sarebbe uguale anche senza atleti italiani.
Ultima modifica di CAPELLINO il lun ago 13, 2012 12:05 am, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da balbysauro »

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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da _Kafelnikov_ »

il discorso stipendio è giusto..
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Messaggio da RussianTennisGods »

dsdifr ha scritto:che tristezza 'sti due #1#

a che serve impegnarsi per anni come fa Pertile per una maratona olimpica sapendo che più che decimo verosimilmente non arriverai? A che serve, essendo un pallavolista russo, sputar sangue per strappare 'sto maledetto terzo set ad un Brasile che è palesemente più forte e con ogni probabilità vincerà comunque in quattro?
a che serve spendere soldi, energie e tempo per incidere con il tuo gruppo un disco che venderà meno di mille copie? o un film che andrà a Locarno se va bene?
a che serve rischiare ed aprire un negozio, sapendo che nei primi anni se va bene finirai in pareggio, quando hai un padre che poteva prenderti in ditta a lavorare con sé? a che serve che io vada a visitare una donnina demente quando le viene la febbre, se son dieci anni che non si alza dal letto? a che serve stare due ore a cuocere carne sulla brace quanto potevi comprare un barattolino di tonno e mangiare quello? a che serve piantare dei pomodori nell'orto quando potevi mangiare quelli che compri al supermercato? a che serve la domenica andare a fare una girata fine a se stessa, prendendo la bici o la moto, anziché sprofondare sul divano? a che serve, quando sei in spiaggia, prendere un pallone e inventarsi una partita di calcio con le ciabatte al posto dei pali quando puoi stare al sole a fare la lucertola? a che serve andare a giocare a tennis al circolo o a basket al campino a faticare e incazzarsi quando potrei stare a casa come uno zombie davanti alla tele? a che serve andare a votare sapendo che tanto son tutti ladri e non cambierà mai un *cavolo*?

A che serve, a che serve?... Serve, perché abbiamo nel cervello un circuito neuronale della soddisfazione e della ricompensa che si attiva non solo quando trombi, mangi, cachi o ti droghi, ma anche per le stronzate più impensabili. E menomale.
se mi consenti riporto questo post come nota fb, fammi sapere. Miglior post dell'anno.
Ildiavolovestemilan wrote:
Bravo Nasty, finalmente qualcuno che mi capisce...
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da ciccio »

_Kafelnikov_ ha scritto:
ciccio ha scritto: a me sinceremante vivere l'emozione di un altro è estremamente relativo, vivo le mie emozioni che costruisco, se poi ci si immedesima nell'atleta, nella nazione è altro discorso.
Se la realizzazione di un altro è la realizzazione di una persona a me cara, un amico, na persona che stimo, ok, ma io quelli che hanno partecipato manco li conosco. Guarda l'unico per cui mi sono emozionato è stato Galiazzo nell'arco perchè è cresciuto nella società dove tiravo e dov'ero presidente. Una conoscienza personale che mi ha coinvolto.
sono gesti realizzati da esseri umani, di cui facciamo parte. il vederli realizzare è emozionante..
non è necessario conoscere le persone, anzi... è indifferente a dire la verità.. perchè in realtà tutte le persone sono uguali. è bello vedere la realizzazione di qualcosa chiunque riesca a farla.. non è importante se sono io o un altro. il divertimento è il bello del gesto.
si ok, la realizzazione dei propri obbiettivi è la cosa più importante dell'essere umano, sia nello sport, che nella vita, in ogni dove e in ogni come, sia come attività individuale che come società.
Ma nessuno mette in dubbio il senso dello sport, il senso della realizzazione che può essere vivo anche in attività minime o marginali. Se a uno piace vivere per ammirare il paesaggio, ben venga se si sente bene così e lo realizza. Ma questo è il quotidiano !
Io ho preferito al vedermi le olimpiadi in generale a fare sport, limitandomi ad assistere a quegli sport che più mi piacciono, ho visto il tennis, il basket USA, i 100 mt e poco altro, come spettacolo sportivo fine a se stesso, tennis escluso perchè essendo lo sport che pratico mi ci ritrovo coinvolto in altra forma.
Ora che in questa logica l'olimpiade, questa olimpiade come le altre lasci qualcosa a questo mondo, a me sembra proprio di no. Mi sembra piuttosto una boccata d'oppio, non un lasciare a questo mondo valori legati allo sport. Avrei preferito 10 milioni di volte 'sti quattro deficen.ti che ci governano si fossero messi daccordo su come non inquinare 'sta terra, o che a questo mondo questa olimpiade avesse insegnato che fare sport è bello e sano, così quei quattro deficen.ti che ci governano rendessero realmente disponibili le strutture per fare sport a tutti i livelli.
Le olimpiadi dovrebbero lasciare un messagio sportivo-educativo, io non l'ho visto.
approccio concreto e pragmatico, frutto di esperienze, anche pesanti, maturate sul campo in contrapposizione con l'attitudine salottiera di questi utenti, perfettamente in linea con tanto mondo internettiano fatto di presunti esperti da tastiera. (cit.)
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da Nickognito »

ma poi si risponde cosi' a uno come alessandro, che fa sport, lo guarda , ne legge libri sulla sua storia tutto...

e si risponde dicendo che vale di piu' giocare a palla invece di godersi il sole (e perche' mai? non varra' uguale? E l' alternativa allo sport deve essere il divano.

la solita retorica dell' appassionato di sport, l ossessione del divano, detta a un altro appassionato di sport, che , senza giudicare nulla ne' trarre conclusioni, ha un; intuizione che forse tutto questo allenarsi per una gara sia inutile.

non avete mai pensato che vivere guardando sport, facendo i barbecue, facendo sport, lavorando un po', facendo una gita la domenica, sia una perdita di tempo e della vostra vita? Non dico che lo sia, non dico cosa dovete fare, ma possibile che non l' abbiate mai pensato? siete cosi' soddisfatti di voi stessi e delle vostre emozioni? E' possibile fare e guardare sport senza tanta retorica, permettendoci di farlo con una delle tante ombre di dubbio che stanno dietro le nostre azioni?


no, sport sport sport, altrimenti divano lettino sdraio divano. Muoversi, muoversi, o veder muovere. e a chi si dice? a chi fa e guarda sport, capirei dirlo a uno che non lo fa...
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da ciccio »

Comunque Nick, credo si sia confuso un po' il topic, perchè qualcuno parla del perchè l'olimpiade è piaciuta, qualcuno parla di valori dello sport, qualcuno parla se le olimpiadi rispettano o meno i valori sportivi e lasciano un messaggio.
E mi sembra quest'ultima l'intenzione della discussione di Gios, per cui anche Alessandro, come un po' io sia stato frainteso.

Nella cerimonia di chiusura il presidente del comitato olimpico credo inglese, dice - Questa olimpiade lascia un'eredità, lo stimolo ai giovani di fare sport -. Questo è profondamente falso, non lascia niente del genere, anzi, i problemi dello sport sono tutti lì e anche più di prima.
Se alla finale dei 100 uno non può mettersi l'orologio che vuole per gareggiare, se uno si mette apposta un orologio per far pubblicità occulta, vuol dire che si è sbagliato tutto.
Se a questo mondo mancano strutture ed educazione sportiva, non è con un'olimpiade si cambia qualcosa, anzi si fa pubblicità alla prestazione limite che fa spettacolo, ad uno sport professionistico che è sensazionalismo, con tutte le deviazioni del caso, anche il doping.
Anni addietro c'era il doping di stato per via del nazionalismo-patriottismo-guerra fredda, oggi si son messi tutti daccordo che quello che contano sono i dindini, per cui vinca l'uno o l'altro poco importa, perchè quello che conta è attirare l'attenzione con un fatto sensazionale, e questo è quello che attira l'attenzione, e questo è quello che porta i dindini agli sponsor ecc. ecc.
Se la WADA racconta di olimpiadi pulite perchè fa una marea di test, quando sà perfettamente che non è cercando sostanze conosciute che si risolve il problema, ma chiedendosi il perchè di certe stranezze nelle prestazioni, per cui creando un sistema di controllo che cerchi quello che non è evidenziabile, ovvero fa il lavoro opposto di quello che stà facendo ora, vuol dire che il messaggio lasciato è solo di apparenza e non di sostanza.
Se i valori della sportività non vengono recepiti fuori dallo sport, che eredità lascia un'olimpiade ? Come tutti quelli importanti sono andati lì a vedere sport, ora mi aspetto che applichino i valori della sportività a questo mondo, lo fanno ? No, e allora che lascia questa olimpiade ? Spettacolo, solo quello, anche con le sue emozioni come dice Cappellino, ma alla fine è solo oppio per popoli allo stesso modo con cui la DC a suo tempo dava in pasto agli Italiani il campionato di calcio e San Remo per non rendere più evidenti i problemi del paese, lasciando poi in mano al clero l'educazione sportiva dei ragazzini, con tutto quanto di dannoso ciò ha causato.
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da Gios »

Sì, la mia intenzione era fare notare come il buono sia maggiore del cattivo.

Un'altra cosa ottima che si apprende dalle immagini dell'Olimpiadi è l'avversione per la nausea. Un tifoso tifa, e vince la nausea, perché gridare e dimenarsi per qualcuno è come vincere l'inedia, la fiacchezza di spirito, lo spleen. Lo stesso un'atleta: chi nuotando vuole lanciare una palla tra un palo ed una traversa, lo fa credendo che quell'azione valga la pena di essere fatta: il che mi pare molto bello.

Ancora, vorrei sottolineare l'intuizione del concetto di "tregua". L'Olimpiade è molto prossima al concetto di "fiaba", credo.
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da ciccio »

Si vero, tregua è una parola molto adatta.
approccio concreto e pragmatico, frutto di esperienze, anche pesanti, maturate sul campo in contrapposizione con l'attitudine salottiera di questi utenti, perfettamente in linea con tanto mondo internettiano fatto di presunti esperti da tastiera. (cit.)
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da alessandro »

dsdifr ha scritto:che tristezza 'sti due #1#

a che serve impegnarsi per anni come fa Pertile per una maratona olimpica sapendo che più che decimo verosimilmente non arriverai? A che serve, essendo un pallavolista russo, sputar sangue per strappare 'sto maledetto terzo set ad un Brasile che è palesemente più forte e con ogni probabilità vincerà comunque in quattro?
a che serve spendere soldi, energie e tempo per incidere con il tuo gruppo un disco che venderà meno di mille copie? o un film che andrà a Locarno se va bene?
a che serve rischiare ed aprire un negozio, sapendo che nei primi anni se va bene finirai in pareggio, quando hai un padre che poteva prenderti in ditta a lavorare con sé? a che serve che io vada a visitare una donnina demente quando le viene la febbre, se son dieci anni che non si alza dal letto? a che serve stare due ore a cuocere carne sulla brace quanto potevi comprare un barattolino di tonno e mangiare quello? a che serve piantare dei pomodori nell'orto quando potevi mangiare quelli che compri al supermercato? a che serve la domenica andare a fare una girata fine a se stessa, prendendo la bici o la moto, anziché sprofondare sul divano? a che serve, quando sei in spiaggia, prendere un pallone e inventarsi una partita di calcio con le ciabatte al posto dei pali quando puoi stare al sole a fare la lucertola? a che serve andare a giocare a tennis al circolo o a basket al campino a faticare e incazzarsi quando potrei stare a casa come uno zombie davanti alla tele? a che serve andare a votare sapendo che tanto son tutti ladri e non cambierà mai un *cavolo*?

A che serve, a che serve?... Serve, perché abbiamo nel cervello un circuito neuronale della soddisfazione e della ricompensa che si attiva non solo quando trombi, mangi, cachi o ti droghi, ma anche per le stronzate più impensabili. E menomale.

comunqu enon hai capito una minkia di quello che intendevo dire.
rileggendo il mio messaggio precedente, in effetti, non er achiarissimo.
non voloevo dir eche bisogna fare solo cose utili, utilitaristiche, e non sprecare energia, fatiche e soldi per cose inutili, visto che lo scopo della vita sta, probabilmente, nelle cose inutili, dalla passeggiata, alla partitella con gli amici, all'allenamento per ben figurare al torneo sociale, al leggere un libro di nicchia, allo scrivere gratis su un forum etc...
non volevo assolutamente dir eche le cose inutili siano d aevitare e senza significato.
se uno ama uno sport, si allena 10 ore al giorno e con gioia vince qualcosa, va benissimo.
e' creare un sistema, un obbligo vero e proprio nei paesi dittatoriali, un obbligo pratico in quei paesi dove si vive male, un obbligo psicologico per atri, che magari odiano quello sport e lo fanno solo per avere uno stipendio e per pressioni psicologiche dell'ambiente.
e' il sistema che mi mette molti dubbi.
penso che schwazer, se invece che marciare 8 ore al giorno, tutti i giorni, avesse inciso un disco rimettendoci soldi, fosse andato a trovare la nonnina, avesse studiato e aperto un B&B tra l emontagne e magari fosse andato a fare le corsette per divertimanto, non sarebbe famoso e non avrebbe guadagnato qualche soldo, m asarebbe piu' felice.
vale la pena indirizzare ( attenzione parlo di creare un sistema che indirizza o obbliga non asseconda) tanti giovani verso queto?
schwazer ha avuto una fine brutta, in altri casi, magari va meglio.

naturalmente non e' cosi' per tutti gli atleti, tanti lo fanno con passione e grande soddisfazione, credo che se lo facessero per hobby, magari avrebbero una vita piu' piena. (piu' piena, magari fatta di tante cose diverse e "inutili" quindi indispensabili).

spero di essermi spiegato.
e spero che ora si capisca che la risposta di dsdifr non c'entra nulla.
Il primo a postare un messaggio alla nascita di questo forum
Nickognito
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da Nickognito »

Gios, ma per me puoi fare quello che ti pare, figurati se ho da ridire se tu stai due settimane a guardarti le olimpiadi. le olimpiadi sono uno spettacolo che, come altri spettacoli, a qualcuno piace, ad altri no. Nel forum ovvio piaccia a molti, e un forum di sport e sono la massima competizione sportiva. Ma lascia perdere queste cose, che dimenarsi sul divano mangiando pop corn e agitano le braccia mentre guardo uno in tv che tira con la pistola o prende a pugni un altro non vuol dire per nulla vincere la nausea e l inedia, ma su suvvia. Poi tutto puo' essere, tutto puo' essere fantastico. Uno scrittore turco e' stato tutti i giorni 14 ore fermo su un ponte per un mese, e per lui questo era vincere l inedia, rifletteva e guardava la gente, beh, qualunque cosa a suo modo puo' essere cosi'. Ma sta di fatto che nelle olimpiadi c' e' una retorica insopportabile, oggettivamente. I giornali ne sono pieni per due settimane, e ci banchettano. Non si parla d' altro. Gente che mai si sognerebbe di criticare i gusti altrui, si scambia occhiate di quieta sopportazione, anche tra sconosciuti, per strada, quando la gente ti strilla in faccia delle olimpiadi a ogni angolo, e l occhiata e' un dire ' eh, lo so, anche a te di questa cosa fatta passare come la piu; importante dell; universo da ogni media e persona che conosci te ne frega relativamente, passera' (succede un po lo stesso con i mondiali di calcio). Questa panzane ipocrite di ispirare le generazioni. Ha ragione ciccio, e' uno spettacolo, lo si fa per soldi, alla gente giustamente piace vederlo e nulla di male, ma si cerca di dare un valore che non ha. E questo a me disturba assai. Io preferisco vincere lo spleen in altro modo. Mi guardero' gli us open, un altro si guardera' il meeting di atletica non so dove, e ci godremo del sano sport senza retorica.

E il problema della retorica e' , semplicemente, la risposta alla domanda: ' perche' questa gente sente il bisogno di tanta retorica invece di presentare semplicemente un bello spettacolo? chi ha bisogno che si dica questo, e perche'?

E stamattina ho di nuovo giocato con la mia gatta. Non ho vinto non ho perso, non ho fatto tempi, ma ci siamo assai divertiti. Ma non voglio ispirare con questo alcuna generazione, ne' prendere le prime pagine dei giornali.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da Albornoz »

Gios ha scritto:Disquisire di finanza internazione è più gravoso e, a mio modo di vedere, molto più estraniante ...

... Terzo: il patriottismo.

... miglior Chesterton
Intanto la regolazione dei flussi finanziari è una cosa asessuata.

Non è forse stato il miglior Chesterton ad occuparsi di teoresi e propaganda del distributismo, e Berlicche invitava Malacoda ad occupare il paziente specialmente in economia e sociologia.
Ma insomma, a parte che "senza i soldi non si fa niente, nemmeno la carità" (Mons. Marcinkus), e nemmeno si fanno le benedette perdite di tempo sui forum (Albornoz), come fare del pattriottismo senza nòmos a misura di casa Beacon?
Gios
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Re: LONDRA 2012: Alcune considerazioni, quel che ne resta

Messaggio da Gios »

Nickognito ha scritto:Gios, ma per me puoi fare quello che ti pare, figurati se ho da ridire se tu stai due settimane a guardarti le olimpiadi. le olimpiadi sono uno spettacolo che, come altri spettacoli, a qualcuno piace, ad altri no. Nel forum ovvio piaccia a molti, e un forum di sport e sono la massima competizione sportiva. Ma lascia perdere queste cose, che dimenarsi sul divano mangiando pop corn e agitano le braccia mentre guardo uno in tv che tira con la pistola o prende a pugni un altro non vuol dire per nulla vincere la nausea e l inedia, ma su suvvia. Poi tutto puo' essere, tutto puo' essere fantastico. Uno scrittore turco e' stato tutti i giorni 14 ore fermo su un ponte per un mese, e per lui questo era vincere l inedia, rifletteva e guardava la gente, beh, qualunque cosa a suo modo puo' essere cosi'. Ma sta di fatto che nelle olimpiadi c' e' una retorica insopportabile, oggettivamente. I giornali ne sono pieni per due settimane, e ci banchettano. Non si parla d' altro. Gente che mai si sognerebbe di criticare i gusti altrui, si scambia occhiate di quieta sopportazione, anche tra sconosciuti, per strada, quando la gente ti strilla in faccia delle olimpiadi a ogni angolo, e l occhiata e' un dire ' eh, lo so, anche a te di questa cosa fatta passare come la piu; importante dell; universo da ogni media e persona che conosci te ne frega relativamente, passera' (succede un po lo stesso con i mondiali di calcio). Questa panzane ipocrite di ispirare le generazioni. Ha ragione ciccio, e' uno spettacolo, lo si fa per soldi, alla gente giustamente piace vederlo e nulla di male, ma si cerca di dare un valore che non ha. E questo a me disturba assai. Io preferisco vincere lo spleen in altro modo. Mi guardero' gli us open, un altro si guardera' il meeting di atletica non so dove, e ci godremo del sano sport senza retorica.

E il problema della retorica e' , semplicemente, la risposta alla domanda: ' perche' questa gente sente il bisogno di tanta retorica invece di presentare semplicemente un bello spettacolo? chi ha bisogno che si dica questo, e perche'?

E stamattina ho di nuovo giocato con la mia gatta. Non ho vinto non ho perso, non ho fatto tempi, ma ci siamo assai divertiti. Ma non voglio ispirare con questo alcuna generazione, ne' prendere le prime pagine dei giornali.
Sono in disaccordo. Manchi di leggerezza, e di stupidità, mi pare. Forse sottovaluti anche la potenza dei simboli, non nello stravolgere le persone, ma nell'influenzarle con garbo.
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