Ritorno al legno ?

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alessandro
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Ritorno al legno ?

Messaggio da alessandro »

Tennis, malanni e racchette
ecco i prototipi "salva-muscoli"
Studi per una migliore protezione nelle patologie tipiche del tennista: epicondilite, distorsioni a mano e spalla. Osservati speciali manico, telaio e corde. Nel mirino anche il nastro: crea maggiore tensione
di SARA FICOCELLI

Tennis, malanni e racchette ecco i prototipi "salva-muscoli"
LE prime avevano la caratteristica di essere asimmetriche. Il telaio, di frassino, era inclinato rispetto all'asse longitudinale, le corde erano di budello, il manico non aveva protezione. Le racchette di fine '800 non erano, insomma, comode da usare. "Quelle moderne sono fatte di graphite e altri materiali sintetici - spiega Beppe Russotto dell'Associazione collezionisti tennis - e pesano poco più di 200 grammi, contro i 400 e passa di quelle di legno". A seconda delle caratteristiche fisiche del giocatore è possibile comprare una racchetta che garantisca più controllo o più potenza, con corde di "calibro" più o meno spesso.

Da sempre si rincorre la "racchetta ideale", anche per aspetti, non secondari, di salute (dal "gomito del tennista", epicondilite, alle distorsioni al polso e alla clavicola). "Dai nostri studi - spiega Alfio Caronti, docente di chinesiologia e analisi del movimento a Roma Tor Vergata e direttore scientifico Footon - risulta che la mano, a contatto con superfici non naturali come il nastro che avvolge la racchetta e in combinazione con le vibrazioni del telaio, produce maggior tensione fra i gruppi muscolari agonisti e quelli antagonisti. Si parla di "co-contrazione muscolare". Questo fa sì che tutte le parti del corpo (non solo mani e braccia) siano sottoposte a uno stress muscolo tensivo maggiore e a lungo andare dannoso".

La ricerca è ancora in corso e, in base ai primi risultati, sembra che la soluzione migliore sia il contatto diretto della mano con il manico di legno. "I suoi recettori nervosi - continua Caronti - sono stimolati meglio e correttamente da superfici naturali, non lisce, come è stato per migliaia di anni". Ritorno al passato, dunque. Tenendo presente che, oltre all'impugnatura, conta moltissimo la struttura delle corde. "Andrebbero cambiate ogni sei mesi per mantenere l'elasticità - spiega Diego Naccari della Protennis Italia - e il loro numero e diametro influenza la potenza o la precisione nei colpi. Meno corde aiuta a spingere la palla ma facilita le rotture".

Intervenire solo su mano, polso e braccio non basta. I disturbi derivanti dalla co-contrazione muscolare sono a lungo termine e possono portare a infiammazioni a tendini, muscoli e articolazioni. "Chi pratica questo sport una volta ogni tanto corre più rischi di chi lo fa regolarmente - spiega Massimo Moschini, presidente Uisp Lega Tennis - quando si gioca a tennis si colpisce la palla ogni due secondi e le vibrazioni si ripercuotono sul gomito e la spalla. E chi non è allenato si fa più male".

(07 dicembre 2010)
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