ECCOLE:
EASTERN CONFERENCE
ATLANTIC DIVISION
- Boston Celtics: si è parlato praticamente solo di loro durante la off-season, dire qualcosa di più sui Big Three è pleonastico; i dubbi sui biancoverdi vertono sulla panchina, sia intesa come profondità che come coach. Rondo e Perkins completano il quintetto, ma sono ancora da testare; un comodo arrivo ai playoffs è l’obiettivo minimo, ma francamente sembrano ancora inadeguati ad affrontare le top della Eastern, nonché le squadre della Western.
Proiezione: 48-52 W;
giocatore chiave: Ray Allen (dovrà abituarsi ad un ruolo minore e contribuire con qualcos’altro oltre ai punti);
giocatore sorpresa: Tony Allen (lui, Rajon Rondo e Posey dovranno spartirsi i compiti più ardui in fase difensiva).
- New Jersey Nets: alle Meadowlands sperano solo che l’infermeria sia meno gremita che nella scorsa stagione, quando Krstic e Jefferson hanno marcato visita per troppo tempo. Tuttavia con un Kidd rivitalizzato e Carter sull’ala, i Nets non sono un cliente facile per nessuno; con Krstic ancora in recupero e l’enigma Magloire, il frontcourt è facilmente identificabile come punto debole dei Nets, soprattutto se si tiene in conto degli avversari in una division improvvisamente imbottita di lunghi.
Proiezione: 40-45 W;
giocatore chiave: Vince Carter (il contrattone l’ha firmato, ora deve dimostrare di poter essere continuo anche in fase di leadership);
giocatore sorpresa: Boki Nachbar (in un sistema offensivo che gli garba, può essere un candidato legittimo a sesto uomo dell’anno).
- New York Knicks: la miscela Randolph-Curry è esplosiva in tutti i sensi, compreso quello per cui se due elementi non si combinano, salta tutto per aria. A Marbury l’arduo compito di distribuire equamente i palloni, a Thomas, già inguaiato di suo, quello di trovare una rotazione che faccia contenti tutti, per cercare di riportare i Knicks ai playoff dopo i modesti progressi visti lo scorso anno. Se al Madison mettono da parte gli ego (tutta l’isola di Manhattan però potrebbe non bastare), le carte sono anche in regola, ma l’impressione è che la polveriera sia pronta ad innescarsi alla prima miccia.
Proiezione: 39-44 W;
giocatore chiave: Stephon Marbury (che lo voglia o no, è la faccia della franchigia e anche il giocatore più importante: se qualcosa non va, il primo a rischio trade è lui);
giocatore sorpresa: David Lee & Renaldo Balkman (viste le moderate attitudini al gioco costruttivo degli starters, questi due dalla panca potrebbero essere l’alternativa principe per Isiah).
- Philadelphia 76ers: se il tuo giocatore più pagato è Samuel D’Alembert (con tutto il rispetto), capisci che qualcosa non va. Le chiavi dell’attacco, della difesa e della Liberty Bell sono in mano ad Iguodala, che deve sperare nell’Andre Miller convinto e convincente visto nell’ultima parte di stagione, nei calzini alti di Kyle Korver e che Thad Young sia il vero steal of the draft. Per il resto però, i Sixers sembrano già intenzionati a fare scouting per il draft 2008.
Proiezione: 28-32 W;
giocatore chiave: Andre Miller (più che altro, per il contratto in scadenza e la prospettiva di una trade in mid-season);
giocatore sorpresa: Rodney Carney (per mancanza di alternative più che altro, se non altro non dovrebbe aver problemi a trovare spazio).
- Toronto Raptors: i canadesi sono attesi ad una riconferma dopo l’ottima stagione passata. Con Bosh incontrastata superstar del roster, coach Sam Mitchell si attende una crescita dai giovani, Bargnani su tutti, e guarda con interesse alla lotta tra Ford e Calderon per il posto da play titolare. Kapono e Delfino danno qualche opzione in più sul perimetro, tuttavia la squadra, eccezion fatta per l’highlander Garbajosa rimane sempre un po’ soffice e attaccabile in troppi punti in fase difensiva. L’amalgama però sembra già costruita ed il lavoro del front office dovrebbe dare i suoi frutti anche in questa stagione.
Proiezione: 44-48 W;
giocatore chiave: Jorge Garbajosa (se ha ripreso la condizione fisica dopo l’infortunio, rimane la chiave per i Raptors sia in attacco che in difesa);
giocatore sorpresa: Carlos Delfino (pochi km di distanza da Detroit a Toronto, ma anni luce in quanto a sistema di gioco dovrebbero far esplodere il talento dell’ex-reggino).
CENTRAL DIVISION
- Chicago Bulls: wishing on a star allo United Center; Skiles spera vivamente che uno dei tanti giovani possa emergere al ruolo di leader quest’anno, anche perché altrimenti potrebbero pagare l’immobilità (relativa, secondo me le mosse sono state perfette: gli si rimprovera di non aver preso Garnett o Bryant) sul mercato. Smith e Noah dovrebbero dare una mano ad un reparto lunghi l’anno scorso spesso criticato, aspettando l’esplosione di Tyrus Thomas, mentre se Hinrich e Deng sembrano le sicurezze, qualche dubbio in più rimane sull’effettivo ruolo di Ben Gordon. Rimane però l’impressione che questo per i Bulls sia il “make or break” year, in fase playoffs.
Proiezione: 50-55 W;
giocatore chiave: Ben Wallace (deve dimostrare di poter far parte di questa squadra: lo scorso anno, era troppe volte un oggetto estraneo);
giocatore sorpresa: Tyrus Thomas (ad un tiro decente dai 4-5 metri dall’essere un giocatore d’impatto dalla panca).
- Cleveland Cavaliers: oh ecco, io fossi in LeBron due paroline al front-office le avrei dette. Non solo non c’è stata nemmeno un’acquisizione estiva, ma si fanno persino storie per rifirmare Varejao e Pavlovic, a loro modo fondamentali nella prima finale della storia della franchigia. La squadra è quindi la stessa, King James dovrà cantare, suonare, portare la croce e vendere i pop-corn alla Q Arena e non si può certo chiedere molto al buon Ilgauskas o a Boobie Gibson. Il sistema li terrà in piedi, ma se all’All Star Break qualcosa dovesse andare male, sarà il caso di cambiare un po’ le carte in tavola.
Proiezione: 48-52 W;
giocatore chiave: Zydrunas Ilgauskas (i suoi 12-15 punti a partita saranno fondamentali per non mandare tutte le difese a triplicare James);
giocatore sorpresa: Boobie Gibson (già visto ai playoffs, troverà sicuramente più spazio durante la stagione).
- Detroit Pistons: l’esperimento Webber è per ora finito, niente follie in off-season, ma è stato mantenuto il gruppo base che malaccio non è. Billups, Hamilton, Prince, McDyess e Rasheed sono già di loro buoni per arrivare ai playoffs, anche perché giocano a memoria. In più scalpitano giovani interessanti in panchina (Amir Johnson e Maxiell) ma sappiamo bene che per i Saunders i problemi veri arriveranno in post-season. Il vero dubbio comincia ad essere l’età media e la tenuta fisica per una squadra che comunque non è di certo molto profonda.
Proiezione: 48-52 W;
giocatore chiave: Antonio McDyess (promosso titolare, la sua produzione deve crescere, anche in continuità);
giocatore sorpresa: Amir Johnson (si dice un gran bene di questo ragazzo e vista la carenza di alternative in ala, potrebbe vedere più campo di quanto si creda).
- Indiana Pacers: mi dispiace veramente per Jermaine O’Neal, giocatore tra i più sfortunati che ricordi. Perennemente tartassato da guai fisici, in una squadra mediocre a dir poco, sicuramente non può essere felice: le richieste di trade non sono andate a buon fine ed ora spera che l’attacco veloce di Jim O’Brien possa fruttare meglio del ritmo controllatissimo di Carlyle. Chi dovrebbe essere rivitalizzato dal coach ex-Boston è invece Jamaal Tinsley che potrà finalmente dare sfogo alla sua creatività, ma Murphy e Dunleavy dopo aver fallito con il sistema di Nelson, potrebbero semplicemente dimostrare di non essere adatti a questo stile di gioco.
Proiezione: 32-36 W;
giocatore chiave: Mike Dunleavy, jr. (di fatto, deve diventare la seconda opzione offensiva);
giocatore sorpresa: Ike Diogu (se esplode lui, la trade con Golden State sembrerà forse meno amara per Larry Bird).
- Milwaukee Bucks: di questi Bucks, forse il solo Redd è contento di essere tra i formaggi del Wisconsin. Bell, Williams e Yi hanno fatto di tutto pur di non vestire la maglia verde, ma alla fine sono rimasti. Il talento c’è, ma bisogna vedere con quale voglia e con quale condizione fisica si presenteranno in campo: si spera almeno che Bogut continui i seppur lenti progressi mostrati lo scorso anno e che Villanueva possa trovare un po’ di stabilità fisica per far vedere quel talento mostrato a Toronto nel suo anno da rookie. La division decisamente difficile però non aiuta affatto i piani di coach Krystowiak.
Proiezione: 30-35 W;
giocatore chiave: Bobby Simmons (se è guarito dall’infortunio, deve prendere in mano la squadra in cabina di regia);
giocatore sorpresa: Andrew Bogut (ha ormai lo status per comandare dei giochi in post basso e rimane uno dei migliori lunghi per passare la palla: se trova anche un po’ di mobilità, è a posto).
SOUTHEAST DIVISION
- Atlanta Hawks: stavolta il draft dovrebbe essere andato benino. Al Horford ed Acie Law vanno a colmare dei vuoti atavici nel roster degli Hawks, dove erano più o meno tutti nello stesso ruolo: certo, rimane il problema della troppa gioventù e non necessariamente si tratta della “meglio”. Joe Johnson e Josh Smith divideranno il peso dell’attacco, ma ci sarà bisogno di trovare in fretta una terza opzione: Marvin Williams? Lo stesso Horford? Oltretutto, Pachulia e Shelden Williams non sembrano proprio impenetrabili in difesa. Qualche progresso in pre-season si è visto, ma possibilmente si prepara un ennesimo anno di transizione.
Proiezione: 32-36 W;
giocatore chiave: Josh Smith (sulla sua affidabilità offensiva si costruisce molto dell’attacco degli Hawks);
giocatore sorpresa: Acie Law (rischia di togliere il posto a Claxton quanto prima).
- Charlotte Bobcats: anche per i Bobcats, la mancanza d’esperienza era il tallone d’achille, così hanno pensato di rimediare cedendo la scelta per J-Rich, ma il germe dell’infortunio non sembra allontanare la Carolina: May, Morrison, dubbi sulla schiena di Okafor non sono i migliori viatici per iniziare la stagione. Toccherà a Ray Felton e Gerald Wallace con la sua energia dare una mano a Richardson e sperare che coach Sam Vincent, nuovo anche lui, trovi qualche cappello dal cilindro.
Proiezione: 30-35 W;
giocatore chiave: Emeka Okafor (più che altro, per lo stato di salute: se gioca da sano 70 partite, Charlotte è tutt’altra squadra);
giocatore sorpresa: Walter Hermann (è ad un taglio di capelli decente dall’essere un giocatore NBA coi controfiocchi).
- Miami Heat: nella spirale più di un quadro Art Nouveau, a Miami stanno ancora pagando il titolo di 2 anni fa; ne valeva la pena e sapevano benissimo a cosa andavano incontro firmando Shaq alla sua età, però Pat Riley non è propriamente abituato a perdere, tantomeno se rischia di “sprecare” gli anni buoni di Dwyane Wade. Ceduto Walker, non proprio adatto ai metodi rileyani per Ricky Davis, chiamato per dare una necessaria mano a segnare qualche punto sul tabellone. Però la sensazione è che le perdite in off-season siano maggiori degli acquisti (Smush Parker, Penny Hardaway, Alexander Johnson) e ci sarà bisogno di qualcosa di più per arrivare fino in fondo.
Proiezione: 40-44 W;
giocatore chiave: Shaquille O’Neal (50 partite all’anno non bastano, ma il fisico è quello che è…)
giocatore sorpresa: Alexander Johnson (dovrebbe far benino dalla panca per ciò che chiede Riley).
- Orlando Magic: dire che scommettano forte sulla coppia Howard – Lewis è un eufemismo; il problema è che dietro a questi due, c’è ben poco. Tuttavia, l’esplosione di Howard è questione di attimi e già ora è dominante sotto ai tabelloni e Rashard aprirà il campo a sufficienza per permettergli di spadroneggiare in the paint. Tranne Nelson e Turkoglu però, c’è ben poco a supportare il dynamic duo, specialmente dopo l’infortunio di Battie. Dovranno sperare che uno tra Redick, Ariza e Dooling abbia un breakout year, se davvero vogliono ambire alla testa della conference.
Proiezione: 42-46 W;
giocatore chiave: Rashard Lewis (la pressione del suo contrattone è tanta, ma il suo range era quello che serviva per liberare l’area per Dwight Howard);
giocatore sorpresa: JJ Redick (ci credo poco anche io, ma con Stan Van Gundy potrebbe trovare più spazio e finché si tratta di segnare, problemi non ci sono).
- Washington Wizards: altra squadra che ha fatto dell’immobilismo in off-season una fede. Con la paura nera di perdere Arenas il prossimo anno, non hanno aggiunto nessuno tranne la scelta Nick Young, preso proprio per dare un po’ di riposo ad Agent Zero nella parte centrale della stagione. È anche vero che lo scorso anno sono arrivati ai playoffs decimati, quindi c’è la volontà di dare una seconda chance ad un gruppo abbastanza collaudato, con la speranza che Butler ripeta la stagione scorsa e che Blatche vada meno a mignotte e si concentri sul suo innato talento cestistico.
Proiezione: 42-46;
giocatore chiave: Darius Songaila (dopo il problema al cuore per Thomas, diventa di fatto fondamentale nella rotazione dei lunghi);
giocatore sorpresa: se Andray Blatche mette la testa a posto, occhio al ragazzo!