uglygeek ha scritto:Posso sbagliare, ma secondo me, se metti il Fischer del 1972 davanti a un giocatore medio-buono di oggi, questo ha un tale vantaggio nella conoscenza delle aperture che Fischer uscirebbe dalla fare delle aperture sempre in una posizione di svantaggio e gia' molto piu' stanco dell'avversario, avendo speso anche molto piu' tempo.
Questo in teoria, ma non in pratica. Provo a spiegarti perchè.
In generale, non serve a nulla conoscere a memoria le aperture e in generale sequenze di mosse più o meno vincenti se non si ha un'elevata padronanza dei principi strategici del gioco. La scelta di una variante piuttosto che di un'altra non è una questione di memoria, ma una questione di valutazione che i giocatori rieseguono dopo ogni mossa. Se ti limiti a giocare "a memoria" sei finito dopo pochi minuti. Questo è il motivo per cui, ad esempio, nelle partite tra giocatori molto forti solo le prime 5-6 mosse vengono giocate a memoria, dopo di che i giocatori iniziano a pensare nonostante conoscano bene molte mosse successive: non è che non le ricordano bene, è che stanno iniziando a valutare la posizione, e da queste valutazioni, non dalla loro memoria, nascono le scelte conseguenti. Un Caruana, per fare un esempio, potrebbe impiegare 10 minuti per decidere la - diciamo - 10° mossa fra 4 possibili varianti, in base a considerazioni di natura sia psicologica che strategico/tattica ("sono stanco, la prima variante no perché porta a - le valuto - complicazioni eccessive", "la seconda no, dovrebbe portare - valuto le probabilità - a una posizione troppo aperta, e il mio avversario le preferisce", "la terza no, è troppo rischiosa - calcolo i rischi - e a me basta la patta", "gioco la quarta"). Un giocatore di livello inferiore, anche top 50, se anche conoscesse a memoria le 4 varianti non sarebbe in grado di effettuare le valutazioni di Caruana e finirebbe per giocare mosse subottimali. Per esempio, valuterebbe male i rischi della terza variante, la giocherebbe e perderebbe (se opposto a un giocatore forte). Questo è il motivo per cui un Caruana, di solito, batte un Naiditsch (che non è in grado) o uno Short (che non è più in grado).
Per questa ragione è ovvio che Fischer 1972 uscirebbe dall'apertura in svantaggio contro Caruana, ma non contro Short o Naiditsch, perché questi ultimi potrebbero sfruttare la superiore conoscenza delle aperture solo se riuscissero a entrare in quelle (pochissime) varianti che
davvero conoscono a menadito. In tutti gli altri casi Fischer non avrebbe bisogno di pensare di più e di stancarsi, perché lui avrebbe le capacità di valutazione psicologica e strategico/tattica che gli altri non hanno, e pur con un repertorio più limitato giocherebbe comunque le mosse migliori. Dall'apertura uscirebbe almeno in parità, per poi prendere il sopravvento nel resto della partita. Il che, mi viene ora in mente, è appunto quello che succede a Carlsen, che ha una conoscenza delle aperture inferiore a quella di tutti i suoi principali avversari - e infatti non ne esce mai in vantaggio - e tuttavia il suo svantaggio non è mai tale da impedirgli di recuperare e, spesso, di ribaltare la situazione a suo favore.
Ovviamente, sotto il livello di Grande Maestro non esiste più storia, dato che in quel caso non solo le valutazioni in apertura e dopo non sono, mai, all'altezza, ma la stessa conoscenza delle aperture è tutt'altro che sterminata e in genere si limita a pochissime varianti ben conosciute, nelle quali i giocatori non riuscirebbero mai ad entrare - almeno non contro avversari del calibro di Fischer 1972.
Poi scusa l'ELO non e' per definizione per nulla indicato per confrontare giocatori di epoche diverse, visto che pesa il valore di ciascuno rispetto a quello di tutti i contemporanei?
Infatti: noi sappiamo che Fischer era molto più forte dei suoi contemporanei, e quando dico che oggi sarebbe 15esimo-20esimo ho fatto il conto sempre coi suoi contemporanei. La valutazione del progresso tecnico, in punti ELO, non è che sia impossibile, è che è puramente ipotetica, in assenza di giocatori trasportati da un'epoca all'altra con la macchina del tempo. Però qualche esempio esiste, grazie alla lunghezza della carriera scacchistica, che supera di molto quella delle normali carriere sportive. Per esempio, sappiamo che Lasker, dopo 10 anni di inattività, e nonostante 60 anni suonati, era ancora un top 10. Sappiamo che Kamsky, dopo 8 anni di inattività nell'epoca dei computer, ha perso rapidamente 46 punti ELO e poi ha invertito la tendenza. Poco tempo fa l'inglese Matthew Sadler è rimasto fermo 6 anni, è rientrato e non ha perso punti ELO. Insomma, qualche stima la si può azzardare, e da quanto si vede pare probabile che il progresso tecnico - per quanto l'uso dei computer lo abbia accelerato - non sia così rapido. Probabilmente non più di 5 o 6 punti all'anno, oggi, e prima del computer era sicuramente molto meno.
"Come possono essere i supertornei della fantasia di nickognito più concreti della realtà?"