La delusione del tifo.

...potete trovare anche un topic sul Cricket!!!
Burano
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Re: La delusione del tifo.

Messaggio da Burano »

Esemplificando l'aspetto legato alla perdita di Fascino e Mistero nell'era di internet degli smartphone e dell'infinito reality dovuto al fatto che tutti tweettano tutto h24 365gg all'anno. Anni fa invece arrivavi in agosto in astinenza da circa due mesi da notizie news approfondimenti ecc, e correvi in edicola per tenerti aggiornato (comunque meno di ora) sulle novità, in trepidante attesa della nuova stagione.
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Lo voglio rivedere, Fabio
Pindaro
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Re: La delusione del tifo.

Messaggio da Pindaro »

Il guerin spotivo settimanale... :oops:
Con il film del campionato e le immagini delle partite.
Ecco, mi manca quell'aspetto. Che gli higlists 24 ore su 24.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Burano
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Re: La delusione del tifo.

Messaggio da Burano »

Per non dire della musica. Finito il tour, i tuoi preferiti sparivano per anni...ora non se lo può permettere nessuno. Anche nei periodi di off qualcosa deve sempre tweettare. Ma prima ti chiedevi che cazzo staranno combinando...dopo 2 anni ricomparivano con disco nuovo, look nuovo, invecchiati, migliorati o peggiorati..attese che duravano mesi e mesi.
Lo voglio rivedere, Fabio
Mont Ventoux
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Re: La delusione del tifo.

Messaggio da Mont Ventoux »

Hai toccato un tasto essenziale, l'attesa. L'attesa, non c'è certamente bisogno che lo scriva io per saperlo, non c'è neppure bisogno di aver letto Il Sabato del Villaggio, è fondamentale per vivere con gusto le nostre passioni, le cose belle che si fanno nella vita, non solo lo sport ovviamente.
L'attesa è anche altamente educativa e pedagogica, è la prima componente alla quale DOVER EDUCARE i bambini. Senza voler fare paragoni con ciò che succede ora, perché generalizzazioni e assolutizzazioni sarebbero sbagliate, uno dei principi più importanti che a me hanno inculcato da piccolo è stato quello di saper apprezzare, poco a poco, ogni cosa che mi veniva data.

Fuor di metafora, la sovraesposizione televisiva e internettiana ha avuto l'effetto preciso di eliminare l'indispensabilissima componente legata al mistero ed all'ignoto che gli eventi sportivi recavano con loro in quanto eventi attorno ai quali si costruiva l'attesa.
La partita in televisione era l'eccezione, per questo era bello attenderla.
I grandi eventi in chiaro, siamo arrivati al paradosso per il quale ci si è meravigliati che il Campionato del Mondo sia stato trasmesso integralmente in chiaro, quando questa fino ad un certo punto della storia era la regola. Era dal '98 che non guardavo tante partite in un mese. Ma anche la sottrazione al pubblico generalista di quello che era il tradizionale appuntamento con le squadre italiane impegnate nelle vecchie coppe europee rispose alla stessa logica liberista privatistica affaristica che da un certo punto in poi ha avuto il sopravvento.
Certo ci sono beni più essenziali che l'ondata liberista ha privatizzato o che indirettamente pretende di voler orientare. Siamo arrivati all'assurdo per il quale lo Stato non può fare spesa a deficit per ricostruire le zone terremotate, per rimettere in sesto un territorio che al 90% è a rischio di dissesto idrogeologico, per mettere al posto le viabilità ordinaria che fa pietà (almeno dove vivo io) per il trasporto pubblico, per sanità e scuole sicure. Certamente.
La logica comunque è la stessa.
Nickognito
Massimo Carbone
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Re: La delusione del tifo.

Messaggio da Nickognito »

Un po' off topic, ma meno che nei topic di Caressa e Sonego.

Eran venuti fuori, come spesso succede, dei riferimenti al perche' si guarda lo sport, quindi ne scrivo qui.

1)Ci sono in effetti delle cause per cui guardiamo sport, che non hanno nulla a che vedere col faccio che lo sport ci piaccia. Per esempio, ci sono sport che seguiamo solo per nazionalismo, non ci piacciono, ma vogliamo che vinca l'italiano. Oppure ci sono sport che non seguiamo, ma usiamo per altro (che so, ultra' polacchi che nemmeno vanno allo stadio ma si picchiano fuori e tornano a casa. Oppure ci sono sport che guardiamo perche' qualcuno da piccoli ce li ha fatti vedere, quasi forzandoci. Oppure ci sono sport che ci piace guardare perche' ci piace giocarli: questo per me accade molto raramente, essendoci mille sport, giochi e attivita' che ci piace fare ma non guardare (dal ping pong, di solito, ai videogiochi, al sesso, ad andare in palestra o nuotare al mare, e cosi' via).

2)Quando ci appassionamo a guardare uno sport, al di la' dei casi di cui sopra (e per ovvi motivi questo accade soprattutto in giovane eta'), la causa principale e', abbastanza intuitivamente, che ci piace guardare quello sport.

3)Ci puo' piacere anche farlo, ma le due cose, come visto sopra, non vanno sempre di pari passo. Ma anche quando vanno di pari passo, non solo una cosa non implica l'altra necessariamente, ma, soprattutto, quando guardiamo uno sport, nel momento in cui lo vogliamo guardare, ci piace guardarlo. Quindi in quel momento per noi lo sport e' spettacolo. Noi siamo 'spettatori'. E ci piace esserlo. Se non ci piacesse, chiuderemmo il match Federer-Nadal e andremmo a giocare a tennis noi con un amico. Quindi dire che lo sport guardato e' spettacolo e' enunciare un dato di fatto, il circo non c'entra nulla.

4)Perche' ci piace guardare proprio uno sport e non un altro, o uno piu' di un altro? Abbastanza evidentemente, per un insieme di elementi che quello sport ha e un altro no. Questi elementi sono vari e soggettivi, ma ci sono sempre.

5)Per quanto esistano sport piu' meritocratici e piu' casuali, e l'appassionato possa tenere in conto anche questi fattori nella scelta dello sport da guardare, in generale si puo' dire che, nello sport come nella vita, il piu' bravo, chi si impegna di piu', chi si applica di piu', ha maggiore successo. Anche quando non lo ha, possiamo comunque apprezzare chi lo fa, in ogni ambito della vita e in ogni sport. Siccome questo accade in ogni sport, ne segue che nessuno si appassiona a uno sport particolare per questo, nessuno segue uno sport per ammirare la bravura e l'impegno di qualcuno. Non a caso, nessuno segue in tv le attivita' giudicate piu' meritevoli (non so, un infermiere volontario che sta anni a curare rifugiati di guerra).

6)Insomma, noi non guardiamo uno sport per apprezza chi si impegna e sacrifica ed e' bravo. Non guardiamo uno sport perche' ci insegna qualcosa nella vita. Ma lo guardiamo per caratteristiche interne di quello sport che ci piacciono, come spettacolo. Questo accade in generale. Tutto questo scritto fin qui e' indubbiamente vero. Quel che segue e' solo un'ipotesi. Posto tutto questo, perche' allora molti spettatori poi tifano 'quello che lavora e si impegna' rispetto a 'quello che esprime il gioco che mi piace'? Sembra controintuitivo, perche' uno sport lo guardi perche' quel gioco ti piace e non per il lavoro e impegno che c'e' dietro. La mia ipotesi e' che questo accada principalmente per tre motivi:

a)e' vero che uno sport lo scegliamo per caratteristiche che ci piacciono: ma cio' non toglie che ci siano caratteristiche dello sport in generale che ci piacciono in tutti gli sport, e che possono comprendere la competizione, la lotta, il lavoro, l'allenamento. Non ci bastano questi elementi per guardarlo, ma ne possono fare parte;
b)nel tifo c'e' spesso un processo di indentificazione. Noi non guardiamo uno sport dopo questa identificazione. Prima scegliamo lo sport che ci piace, poi ci identifichiamo (in quello che lavora,onesto, bravo, che e; meglio degli altri che non lavorano, che non dipende dal caso o dal talento genetico e basta);
c)siamo tecnici del settore: siccome conosciamo molto le tecniche di allenamento, o perche' ci identifichiamo (ci alleniamo o alleniamo noi stessi) o comunque per eccesso di conoscenza, ci distogliamo dallo spettacolo e pensiamo al nostro 'lavoro'. Questo accade in tutti i lavori, piu' o meno. Per dire, se io per lavoro monto i palchi prima dei concerti, io posso assistere a un concerto ammirando come il palco sia stato montato bene e magari distrarmi dalla musica: non e' il motivo per cui sono andato li', ma lo faccio. Se faccio il parrucchiere, posso ammirare il taglio di capelli del cantante: sono andato li' per uno spettacolo, ma non posso fare a meno di notare altro, il 'buon lavoro'. Oppure, con esempio piu esatto, posso apprezzare, come insegnante di canto, quanto bene sia stata impostata la voce del cantante, quanto a lungo si sara' eservcitato, senza stare troppo a notare se la musica che ha composto il cantautore fa un po' schifo.

Insomma, il mio pensiero e' che chi nota certe cose nello sport (l'impegno, sport come insegnamento di vita, i miglioramenti tecnici), si quello che e' meno interessato, in quel momento, a guardare quello sport: e' qualcuno che ho mette molti elementi personali non relativi al suo gusto, ma alla sua vita (identificazione, tifo, riferimenti al lavoro), o sta considerando aspetti che gli piacciono dello sport in generale, non di quello specifico.

Ovviamente accade spesso che anche chi si goda uno spettacolo sportivo per motivi piu' specifici di quello sport aggiunga elementi personalissimi e che poco hanno a che vedere con lo sport stesso. E ovviamente i motivi specifici per cui ci si appassiona ad uno sport non sono solo estetici (nel tennis, per dire, c'e' una specifica gestione psicologica del match, anche).

Ma rimane una differenza di base, e questa confusione la si vede anche nel marketing, dove spesso, che so, dei tennisti vengono pubblicizzati presentandoli con caratteristiche del tutto non 'tennistiche': estremamente aggressivi, incazzati, che lottano fisicamente e corrono, quando evidentemente per caratteristiche del genere i tennisti sono tutti scarsissimi rispetto ad atleti di molti altri sport. Ma questo accade anche nel calcio, con atleti venduti come del tutto eccezionali, essendo magari atleti normali, senza piu' o meno casi come nel football americano in cui un ricevitore se vuole magari si allena un attimo e fa un tempo sui 100 metri da partecipazione olimpica.
E' 'curioso che quasi nessuno dica 'a me piace uno sport in cui gli atleti, rispetto ai grandi atleti dello sport, sono mezze seghe e in cui anche quelli che piu' si impegnano e virtuosi, non sono nulla, da questo punto di vista, rispetto ai grandi bravi uomini da cui imparare nella vita.'. E' quello che in pratica succede, li guardiamo per altri motivi , perche' ci piace il loro spettacolo, per puro gioco e per l'aspetto ludico che ci piace nello specifico, ma qualcosa di esterno non ci fa ammettere questo e ci vogliamo aggiungere altro.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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