venerdì 25 luglio 2008, 08:31
Per ora il Parlamento costa 26 milioni in più
di Stefano Casamassima
Roma - Domani forse avremo un sistema monocamerale. Intanto però i contribuenti italiani pagano un conto salatissimo per la gestione e il funzionamento dei due rami del Parlamento.
I numeri, che escono dai bilanci che Camera e Senato hanno approvato ieri, ci presentano un quadro quantomeno a tinte fosche: per il 2008 il trasferimento di fondi complessivo, cioè i soldi pagati dagli italiani attraverso le tasse, sarà di quasi un miliardo e mezzo di euro, rispettivamente 978 milioni di euro per la Camera e 511.5 per il Senato.
Numeri impressionanti che crescono ancora di più se si includono tutte le voci (fondi, rendite diverse da trasferimento dallo Stato, costi previdenziali) arrivando a un miliardo 663 milioni (1.069 per la Camera, 594,5 per il Senato).
Non solo. A fronte della diminuzione dei partiti politici presenti in Parlamento, non si è prodotta una proporzionale diminuzione delle uscite. Anzi, per la gestione corrente le spese di Montecitorio cresceranno di circa 14 milioni (+1,5), mentre per le necessità di palazzo Madama e dei suoi inquilini ne serviranno 12 in più rispetto al 2007 con un incremento del 2.11 per cento e ben oltre la soglia dell’1,7 dell’inflazione programmata.
Un aumento comprensibile anche in considerazione degli scatti delle retribuzioni dei dipendenti, del sistema previdenziale non su base contributiva ma retributiva e svincolato da scalini e scaloni (tradotto, chi è entrato al Senato prima del 1998, tra anzianità, scivoli e abbuoni potrà andare in pensione a 50 anni). A questo si aggiungano i vitalizi ai nuovi non eletti e il gioco è fatto.
Deluso anche chi aspettava minori spese dalla diminuzione dei gruppi parlamentari, passati nell’attuale legislatura da undici a quattro. Se alla Camera nel paniere restano 2,8 milioni di euro in più (tra minori stipendi al personale e contributi), al Senato l’inversione di tendenza non c’è stata e la spesa è salita dai 39 milioni e 350mila euro ai 40 e 100 di quest’anno, con un incremento dell’1,9 per cento. Un fatto fisiologico, precisa dalla Camera il questore Antonio Mazzocchi, perché «se è vero che è diminuito il numero dei gruppi, i parlamentari sono sempre gli stessi». Con annessi e connessi. Ma, ricorda ancora Mazzocchi, «alla Camera abbiamo contenuto la crescita del fabbisogno all’1,5 per cento meglio dell’1,7 che chiedeva il governo». Un tetto in linea con l’inflazione programmata a cui, fanno sapere dal Senato, arriveranno nel 2009 con contestuale riduzione dei contributi ai gruppi.
Ma cosa spinge in alto le spese?
A fare la parte del leone sono le pensioni dei parlamentari: 131 milioni nel 2007 per i deputati, contro i 138 di quest’anno, con una crescita del 5,25 per cento, mentre per pagare i vitalizi ai senatori nel 2008 serviranno 81 milioni di euro, il 4,52 in più rispetto ad un anno fa. Un carico a cui contribuiscono anche i dipendenti pensionati di palazzo Madama, per cui serviranno oltre 82 milioni (+5,77 per cento) e il personale non dipendente (+2,52 per cento).
Crescono al Senato anche le spese per i servizi informatici (+13%), per le pulizie e il facchinaggio con un 6,53 per cento in più (e una spesa di oltre 4 milioni e 600mila euro).
Forte ma non in crescita l’esborso per i viaggi alla Camera. Non tutti sanno che i deputati eletti nelle circoscrizioni estero ci costano solo in biglietti aerei quasi un milione e mezzo di euro l’anno. Peggio per quelli di casa che per volare di milioni ne bruciano quasi otto.
Anche il trasporto dei senatori non è uno scherzo: seppur in calo, quest’anno ci costerà quasi 6 milioni di euro.
Pure a tavola i nostri parlamentari si fanno rispettare. Per rifornire le cambuse dei Palazzi ci vorranno quasi 5 milioni di euro.
Ben spesi, invece i 200mila euro che alla Camera hanno permesso l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Mentre scoppia la guerra tra i parlamentari. I deputati guadagnano più dei senatori. Emerenzio Barbieri (Pdl): «O siamo tutti uguali o qui c’è qualcosa che non quadra».
È vero. C’è qualcosa che non quadra.
ilGiornale.it
e qui altri due articoli di oggi sullo stesso tema
[URL=http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_730939599.html]Salgono le spese in Parlamento
[/URL]
L'onorevole non fa economia. La Casta vuole viaggiare di più e gratis
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boccons ha scritto:strano che la notizia arrivi da :
il giornale.
oggi studio aperto ha annunciato che invece le spese della politica diminuiranno del 20% grazie a tremonti.
ergo:
il premier ha capito che i giornali ormai non li legge più nessuno.
ha fatto strano anche a me e anche per questo ho scelto di postare per esteso proprio il suo articolo
Forse che non sia proprio possibile negare l'evidenza boccons?
Leggiti anche gli altri due articoli, che ce ne sono di assurdità!
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