picchio000 ha scritto:Tiro su questo post per chiedervi un consiglio.
Sto facendo un "campionato" amatoriale (livello nc/4.3), ho già giocato 2 partite, nella seconda (oggi) stavo vincendo agevolmente 6/0 3/0, riuscivo a comandare lo scambio con estrema facilità, e in 3/4 scambi chiudevo il punto, poi sul 3/0 si è spenta la luce..ho iniziato a sbagliare colpi abbastanza agevoli, e non riuscivo più a chiudere come prima, insomma alla fine ho chiuso il set 7/5 con non poche difficoltà.
Il problema credo sia stato soprattutto di concentrazione, stavo vincendo troppo facile e mi sono adagiato, anche il servizio è calato dopo il 3/0, e questo è sinonimo di scarsa concentrazione (almeno per me).
Quello che volevo chiedervi è: come rientrate in partita quando si è staccata la spina per un paio di games??? la mia difficoltà è stata proprio quella...cioè mi sono reso conto del calo di "testa", ma non sono stato in grado di riprendere le redini del match.
Il concetto (aimè terribilmente agonistico e di non facile assimilazione) di giocare "nella zona" è la base di una corretta gestione del match.
Tutti noi abbiamo una "zona" di performance che rappresenta il nostro livello di gioco. In alcuni periodi ci troviamo "mediamente" al di sopra, in altri al di sotto, ma sicuramente la nostra tendenza sarà quella di tornare sempre a giocare nella nostra "zona". Ovviamente con l'allenamento si migliora e si progredisce e pian piano si sposta verso l'alto questa zona di riferimento.
Quando Picchio conduceva 60 - 30 stava giocando un match "facile", poi è calata la notte e improvvisamente quello stesso match è diventato "difficile", e non oso pensare a cosa sarebbe potuto accadere se la partita fosse andata al terzo.
Picchio sul 60 - 30 doveva domandarsi: sono diventato Federer oppure ora sto giocando meglio del solito? Ora lo so che tutti in situazioni simili propendereste per la prima ipotesi, ovvero l'essere diventati Federer ma purtroppo non è così.
Picchio è arrivato sul 60 - 30 giocando sopra la sua "zona", riuscendo a fare con ottime percentuali di riuscita cose che normalmente gli riescono più di rado, ed il suo trovarsi "sopra la zona" gli ha consentito di adottare con profitto soluzioni di gioco che normalmente quando si trova nella sua zona non può permettersi con la stessa frequenza ed efficacia.
Contemporaneamente l'avversario pressato dal buon tennis di Picchio si è ritrovato in difficoltà su colpi che normalmente non gli creano problemi, sotto l'assedio del nostro Super-Picchio inevitabilmente ha commesso più errori del solito, insomma si è ritrovato a giocare sotto la sua "zona".
Chiramente quando un giocatore gioca meglio del solito (sopra la zona) e l'altro peggio (sotto la zona) un 60 - 30 ci sta tutto.
Ma sappiamo che chiunque si trovi a giocare al di sopra o al di sotto della propria zona inevitabilmente prima o poi tenderà a tornare "in zona".
E allora Picchio ad un certo punto è tornato con i piedi sul pianeta terra ma ha lasciato la testa in orbita: rientrato (come era inevitabile) nella sua zona ha continuato a giocare come faceva quando si trovava in paradiso, ripetendosi continuamente come era possibile sbagliare cose così semplici quando fino al momento prima aveva chiuso ogni palla in scioltezza. Inoltre posseduto dallo spirito di Federer ha continuato a provare quelle soluzioni ben al di fuori della sua zona solo perchè fino al game precedente avevano funzionato. (Sono ipotesi eh, non è detto che sia andata proprio così ma questo è quello che capita spesso all'agonista-amatore)
La cosa più importante è giocare sempre in linea con la fase nella quale ci si trova di volta in volta: se mi rendo conto di trovarmi "sopra la zona" allora posso permettermi di tentare soluzioni più "difficili", posso provare a chiudere lo scambio prima, posso rischiare un po' di più.
Ma appena percepisco di essere rientrato nella mia zona il mio gioco dovrà immediatamente cambiare ed allinearsi a questa nuova circostanza, dovrò subito tagliare rischi inutili, tenere la palla in gioco e iniziare a remare come una iena se necessario.
L'errore gravissimo è pensare di poter rimanere a tempo indeterminato "sopra la zona", e non appena i colpi che prima riuscivano sicuri e implacabili iniziano a zoppicare ostinarsi a mantenere quel livello di gioco quando ormai non possiamo più sostenerlo.
Quindi se quando state giocando bene e vi trovate a dover fronteggiare un passaggio a vuoto interpretatelo come un naturale riallineamento ai vostri standard e modificate immediatamente il vostro gioco di conseguenza. (Se poi dopo poco tornerete magicamente sopra la zona allora ricomincerete a giocare come facevate prima)
Se siete arrivati 60 - 30 servendo divinamente e chiudendo in scioltezza al terzo scambio può benissimo accadere che da questo momento in poi vi toccherà iniziare a tenere come mufloni e al grido di palla in campo e pedalare sudarsi ogni 15 senza rischiare nulla fino al 40esimo scambio!
Probabilmente così facendo Picchio avrebbe chiuso 60 - 62, (faticando da matti negli ultimi 4-5 game ma senza rischiare un pericolossissimo terzo set) invece di barcollare per il campo continuandosi a domandare cosa era accaduto al suo power-tennis finendo col rischiare un terzo set da brividi!
Quando vi trovate sopra la zona godetevi il momento e accumulate più punti possibile, non concedete spiragli, non fate cavolate e siate sempre consapevoli di trovarvi in una fase TRANSITORIA che potrebbe terminare da un momento all'altro perciò serietà, concentrazione a mille e massima attenzione: un punto regalato o buttato via quando si sta giocando sopra la zona lo si paga il quadruplo.
Cercate di mantenere comunque i piedi per terra conducendo il match in maniera equilibrata e passatemi il termine "niente stronzatine": se avete una palla comoda sulla rete chiudetela in sicurezza magari facendo un buco per terra piuttosto che tentare la smorzatina alla McEnroe perchè ripeto questo è il momento di accumulare più punti possibile, non di fare spettacolo. L'obiettivo è rimanere sopra la zona, e a volte bastano un paio di errori banali o di leggerezze per troppa confidenza a togliervi dal piedistallo e trascinarvi nel baratro.
Di contro quando l'incantesimo si spezza (e nella maggior parte delle partite prima o poi si spezzerà!) dovete avere la lucidità di percepire questo ritorno nella vostra zona non come un calo, ma come un naturale riallineamento ai vostri standard: perciò niente panico, non tentate ostinatamente di continuare a fare quello che prima vi riusciva in scioltezza ma adattatevi subito alla nuova situazione. Lo stato mentale di un agonista vero deve essere sempre positivo, qualcosa del tipo "è stato bello finchè è durato ora rimbocchiamoci le maniche e ricominciamo a pedalare": ora l'obiettivo diventa portare a casa il match e NON tornare a fare quello che di bello si stava facendo prima!
L'agonista forte è il più elegante dei cavalli di razza ma contemporaneamente anche il più pulcioso dei muli da soma quando la situazione lo richiede perciò quando tutto fila liscio e state giocando di fioretto sul velluto mantenete sempre una spia accesa che vi ricordi che da un momento a l'altro potreste trovarvi di nuovo il vostro avversario addosso, e se questo dovesse accadere allora subito coltello tra i denti, clava in mano e giù mazzate!
#100##100##100#