tecnologia e felicita'
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- Massimo Carbone
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tecnologia e felicita'
la faccio breve:
senza dover per forza credere nel mondo e umanita' come progresso, e' indubbio che la tecnologia ci aiuti a vivere meglio rispetto al passato. E, insieme, gli sviluppi scientifici, in particolare la medicina.
Anche chi crede in progressi filosofici, dovra' ammettere come in una certa misura la tecnologia ha aiutato pure quelli.
Chi vede nella morte come il problema principale dell'infelicita' umana, fin qui non ha ricevuto aiuti da scienza e tecnologia (se non per rimandarla) mentre potrebbe averne ricevuti di notevoli dalla religione (se ci crede)
Personalmente, il fastidio di legare felicita' a tecnologia (non in maniera becera, dicendo che basta avere oggetti per essere felici, ovviamente) e' che renderebbe la felicita' umana un qualcosa di totalemnte legato alla sorte (dove e quando nascere). Il che puo' esser vero, ma mi disturba.
In che modo, per voi adesso e per il futuro, in che misura pensate che scienza e tecnologia rendano felici voi e possano rendere piu' felici gli uomini del futuro?
senza dover per forza credere nel mondo e umanita' come progresso, e' indubbio che la tecnologia ci aiuti a vivere meglio rispetto al passato. E, insieme, gli sviluppi scientifici, in particolare la medicina.
Anche chi crede in progressi filosofici, dovra' ammettere come in una certa misura la tecnologia ha aiutato pure quelli.
Chi vede nella morte come il problema principale dell'infelicita' umana, fin qui non ha ricevuto aiuti da scienza e tecnologia (se non per rimandarla) mentre potrebbe averne ricevuti di notevoli dalla religione (se ci crede)
Personalmente, il fastidio di legare felicita' a tecnologia (non in maniera becera, dicendo che basta avere oggetti per essere felici, ovviamente) e' che renderebbe la felicita' umana un qualcosa di totalemnte legato alla sorte (dove e quando nascere). Il che puo' esser vero, ma mi disturba.
In che modo, per voi adesso e per il futuro, in che misura pensate che scienza e tecnologia rendano felici voi e possano rendere piu' felici gli uomini del futuro?
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: tecnologia e felicita'
Se per scienza intendiamo anche quella medica, beh, sapere che sono/saranno pronte armi più efficaci nella cura del cancro è una ottima notizia, come lo è sapere dei progressi alla lotta alla cecità e a tante altre malattie che colpisocno il nostro corpo.
Torni spesso sulla questione della Morte.
E' uno dei problemi connessi all'infelicità umana, Uno dei, per molti IL problema, ma decadimento fisico, noja, insoddisfazione di sè stessi, sono problemi connessi all'uomo e che egli si porterà appresso anche una volta sconfitta la Signora con la Falce (e martello, nella più bieca iconografia dei Berluscogliones ).
Affascina comunque l'idea di un mondo dove sia possibile scegliere fra una Immortalità standard e la possibilità ,comunque, di spegnere l'interruttore.
Ed entra in gioco un altro sogno umano,la Telogenesi, il ringiovanimento dei tessuti, o la possibilità di arestare l'invecchiamento cellulare.
Credo che nessuno voglia una vita eterna da decrepito.
Mia nonna ha 94 anni, e da alcuni giorni rifiuta, consciamente od inconsciamente, di alimentarsi.
La lotta, più ancora che Uomo/Morte, parrebbe Uomo/Tempo , del resto la prima non è che una conseguenza del secondo, molto spesso.
Parli di una felicità connessa al caso (nascere nel XX secolo senza morte rispetto al XIV) ma quando mai non è stato così? casomai scienza e tecnologia bene utilizate possono correggere le storture del caso.
F.F.
Torni spesso sulla questione della Morte.
E' uno dei problemi connessi all'infelicità umana, Uno dei, per molti IL problema, ma decadimento fisico, noja, insoddisfazione di sè stessi, sono problemi connessi all'uomo e che egli si porterà appresso anche una volta sconfitta la Signora con la Falce (e martello, nella più bieca iconografia dei Berluscogliones ).
Affascina comunque l'idea di un mondo dove sia possibile scegliere fra una Immortalità standard e la possibilità ,comunque, di spegnere l'interruttore.
Ed entra in gioco un altro sogno umano,la Telogenesi, il ringiovanimento dei tessuti, o la possibilità di arestare l'invecchiamento cellulare.
Credo che nessuno voglia una vita eterna da decrepito.
Mia nonna ha 94 anni, e da alcuni giorni rifiuta, consciamente od inconsciamente, di alimentarsi.
La lotta, più ancora che Uomo/Morte, parrebbe Uomo/Tempo , del resto la prima non è che una conseguenza del secondo, molto spesso.
Parli di una felicità connessa al caso (nascere nel XX secolo senza morte rispetto al XIV) ma quando mai non è stato così? casomai scienza e tecnologia bene utilizate possono correggere le storture del caso.
F.F.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: tecnologia e felicita'
Penso che ci sia una tensione umana (meramente umana, e complessiva, non dei singoli individui, e probabilmente anche più per l'uomo occidentale che per l'orientale) allo spostare l'asticella della felicità sempre un poco oltre le proprie possibilità, facendo la fine d'un asintoto (immagino non serva che io dica da cosa possa essere causata questa tensione, secondo me ).
E' un problema di hardware, non software. Sistema, non applicazioni. (Detto questo, la penicellina è una figàta, come il mulino a vento, l'ipad e tutto, e il non morire a quarantanni perché ci si è tagliati con un ferro arruginito).
E' un problema di hardware, non software. Sistema, non applicazioni. (Detto questo, la penicellina è una figàta, come il mulino a vento, l'ipad e tutto, e il non morire a quarantanni perché ci si è tagliati con un ferro arruginito).
- BackhandWinner
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Re: tecnologia e felicita'
Punto fondamentale.Johnny Rex ha scritto: Parli di una felicità connessa al caso (nascere nel XX secolo senza morte rispetto al XIV) ma quando mai non è stato così? casomai scienza e tecnologia bene utilizate possono correggere le storture del caso.
Per il resto, beh, resto un illuminista (sì, non è abbastanza, c'è molto più da dire e argomentare ma stasera m'aspetta ancora un minccioso esercito di Matrici Hessiane. )
Sui motivi, per gios, della 'tensione asintotica': dai, dillo lo stesso, su.
Ultima modifica di BackhandWinner il dom nov 07, 2010 11:26 pm, modificato 1 volta in totale.
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- Massimo Carbone
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Re: tecnologia e felicita'
non mi sono forse del tutto spiegato:
posto che di certo per essere felici la scienza e tecnologia aiutano (chiunque e' stato dal dentista non puo' che concordare, per dire) e posto che di certo sono importanti altri fattori, ci sono due possibilita'
escludendo chi non pensa ad essere felice, ma solo ad essere giusto (o altro) o pensa che la felicita' sia solo (e non, semmai, anche) dopo la morte (in questo caso la tecnologia non da' nessun problema)
- o la felicita' deriva, diciamo da una filosofia (o una sapienza, dico filosofia e non sapienza perche' il filosofi tende ad essere sapiente, non lo e' gia' del tutto, e mi sembra piu' normale, in media).
- o la felicita' deriva dallo sviluppo scientifico e tecnologico,
Nel primo caso si puo' pensare che l'uomo da una parte si e' gia' evoluto abbastanza, dall'altra che anche da soli, attraverso aiuti, pensieri, meditazioni, e insomma, la felicita' dipende dalle nostre capacita' di riuscire a essere felici.
Nel secondo caso siamo semplicemente ostaggio del caso, di essere nati in un periodo piuttosto che in un altro, in un luogo piuttosto che in un altro.
Ovviamente se sostengo che la felicita' non nasca dalla scienza ma dalla filosofia , diciamo, non significa che non speri che i miei nipoti possano usufruire di tutti i vantaggi possibili e incoraggiare lo sviluppo tecnologico. Ma rimane che nel primo caso la felicita' e' un dono accessibile a tutti , nel secondo piu' o meno accessibile, con differenze enormi, a seconda della sorte. (e, in questo caso, dovere morale, tanto piu',. dell'uomo, sarebbe di accelerare la sorte, che' chi ci segua sia piu' fortunato di noi)
c.
posto che di certo per essere felici la scienza e tecnologia aiutano (chiunque e' stato dal dentista non puo' che concordare, per dire) e posto che di certo sono importanti altri fattori, ci sono due possibilita'
escludendo chi non pensa ad essere felice, ma solo ad essere giusto (o altro) o pensa che la felicita' sia solo (e non, semmai, anche) dopo la morte (in questo caso la tecnologia non da' nessun problema)
- o la felicita' deriva, diciamo da una filosofia (o una sapienza, dico filosofia e non sapienza perche' il filosofi tende ad essere sapiente, non lo e' gia' del tutto, e mi sembra piu' normale, in media).
- o la felicita' deriva dallo sviluppo scientifico e tecnologico,
Nel primo caso si puo' pensare che l'uomo da una parte si e' gia' evoluto abbastanza, dall'altra che anche da soli, attraverso aiuti, pensieri, meditazioni, e insomma, la felicita' dipende dalle nostre capacita' di riuscire a essere felici.
Nel secondo caso siamo semplicemente ostaggio del caso, di essere nati in un periodo piuttosto che in un altro, in un luogo piuttosto che in un altro.
Ovviamente se sostengo che la felicita' non nasca dalla scienza ma dalla filosofia , diciamo, non significa che non speri che i miei nipoti possano usufruire di tutti i vantaggi possibili e incoraggiare lo sviluppo tecnologico. Ma rimane che nel primo caso la felicita' e' un dono accessibile a tutti , nel secondo piu' o meno accessibile, con differenze enormi, a seconda della sorte. (e, in questo caso, dovere morale, tanto piu',. dell'uomo, sarebbe di accelerare la sorte, che' chi ci segua sia piu' fortunato di noi)
c.
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- alessandro
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Re: tecnologia e felicita'
mi scuso se saro' un po' terra terra, non so quasi nulla di filosofia.
pero', anche i pastori si facevano domande sulla morte, la felicita' e la vita ultraterrena, e non credo si possa esaurire un argomentino cosi' in un paio di post.
pero' partecipo:
probabilmente la felicita' e' piu' legata alla filosofia ( non come scienza filosofica, sapere filosofico m acome atteggiamento). Includo nella filosofia anche l areligione, che e' in un certo senso una filosofia. Ci sono paesi, tipo l'Egitto, tecologicamente molto piu' arretrato della Francia, per dire, dove i suicidi sono quasi inesistenti confrontati con quelli Francesi. Eppure l aFrancia ha la migliore sanita' al mondo, ottimi servizi sociali, e' uno dei paesi piu' ricchi e vivibili del mondo.
Pero', probabilmente, in Egitto hanno un modo di vita e di pensiero diverso.
La tecnologia aiuta a vivere di piu', permette di lavorare 8 ore al giorno, 5 giorni a settimana, ferie e malattie pagate, etc.. Quando dalla notte dei tempi sino agli a una sessantina d'anni fa', l'uomo doveva zappare da quando aveva 8 anni a quando crepava, 14 ore al giorno, svegliarsi alle 4 per mungere l evacche, compreso il giorno di festa.
Oggi si vive molto piu' a lungo, e si ha molto piu' tempo libero.
ora bisogna capire se questo possa dare piu' felicita', piu' serenita', o soltanto piu' frenesia, e piu' tempo per essere annoiati e insoddisfatti o desiderare quello che ci manca. Sto leggendo "Canale Mussolini" (storia di contadini inizio '900) e a memoria una frase diceva "la depressione e' roba da signori, noi avevamo da lavorare" e ancora "quando un bambino si ammalava, si accendeva una candela, se soppravviveva, bene, se moriva, si facev ail funerale e la vita continuava" allora i figli erano tantissimi e le medicine poche.
quindi, secondo me l afelicita' e' piu' filosofica che tecnologica. il contadino che muoriva d'infarto a 50 anni, zappando una vita, magari circondato dall'affetto dei suoi 10 figli e con la certezza del paradiso, magari e' piu' felice dell'imprenditore ottantenne, che deve pagare per avere accanto una badante ucraina che lo disprezza e magari con forti dubbi sull'esistenza diuna vita eterna.
per finire, ho visto la settimana scorsa "primavera, estate, auunno, inverno e ancora primavera", monaco buddista con tecnologia zero e zero desideri d ipossesso, sembrava molto sereno. ( magari non aveva il mal di denti )
pero', anche i pastori si facevano domande sulla morte, la felicita' e la vita ultraterrena, e non credo si possa esaurire un argomentino cosi' in un paio di post.
pero' partecipo:
probabilmente la felicita' e' piu' legata alla filosofia ( non come scienza filosofica, sapere filosofico m acome atteggiamento). Includo nella filosofia anche l areligione, che e' in un certo senso una filosofia. Ci sono paesi, tipo l'Egitto, tecologicamente molto piu' arretrato della Francia, per dire, dove i suicidi sono quasi inesistenti confrontati con quelli Francesi. Eppure l aFrancia ha la migliore sanita' al mondo, ottimi servizi sociali, e' uno dei paesi piu' ricchi e vivibili del mondo.
Pero', probabilmente, in Egitto hanno un modo di vita e di pensiero diverso.
La tecnologia aiuta a vivere di piu', permette di lavorare 8 ore al giorno, 5 giorni a settimana, ferie e malattie pagate, etc.. Quando dalla notte dei tempi sino agli a una sessantina d'anni fa', l'uomo doveva zappare da quando aveva 8 anni a quando crepava, 14 ore al giorno, svegliarsi alle 4 per mungere l evacche, compreso il giorno di festa.
Oggi si vive molto piu' a lungo, e si ha molto piu' tempo libero.
ora bisogna capire se questo possa dare piu' felicita', piu' serenita', o soltanto piu' frenesia, e piu' tempo per essere annoiati e insoddisfatti o desiderare quello che ci manca. Sto leggendo "Canale Mussolini" (storia di contadini inizio '900) e a memoria una frase diceva "la depressione e' roba da signori, noi avevamo da lavorare" e ancora "quando un bambino si ammalava, si accendeva una candela, se soppravviveva, bene, se moriva, si facev ail funerale e la vita continuava" allora i figli erano tantissimi e le medicine poche.
quindi, secondo me l afelicita' e' piu' filosofica che tecnologica. il contadino che muoriva d'infarto a 50 anni, zappando una vita, magari circondato dall'affetto dei suoi 10 figli e con la certezza del paradiso, magari e' piu' felice dell'imprenditore ottantenne, che deve pagare per avere accanto una badante ucraina che lo disprezza e magari con forti dubbi sull'esistenza diuna vita eterna.
per finire, ho visto la settimana scorsa "primavera, estate, auunno, inverno e ancora primavera", monaco buddista con tecnologia zero e zero desideri d ipossesso, sembrava molto sereno. ( magari non aveva il mal di denti )
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Re: tecnologia e felicita'
Non sono sicuro che nel passato si lavorasse davvero cosi' tanto. Tanto per cominciare, in alcuni mesi dell'anno non ci sono nemmeno 14 ore di luce solare e di certo non si zappava alla luce delle torce. Il mestiere del contadino accanto a alcuni periodi molto pesanti (aratura, semina, raccolta) ne prevede altri molto piu' tranquilli.alessandro ha scritto:Quando dalla notte dei tempi sino agli a una sessantina d'anni fa', l'uomo doveva zappare da quando aveva 8 anni a quando crepava, 14 ore al giorno, svegliarsi alle 4 per mungere l evacche, compreso il giorno di festa.
Oggi si vive molto piu' a lungo, e si ha molto piu' tempo libero.: )
Anzi, Malcolm McGladwell in "Outliers" fa risalire proprio a questo il fatto che gli asiatici siano ancora oggi in genere molto piu' studiosi e laboriosi degli occidentali. In gran parte dell'asia l'economia era basata sulla coltivazione del riso, e le risaie si' che richiedono una grande quantita' di lavoro anche perche' la quantita' e qualita' di prodotto e' direttamente proporzionale al lavoro fatto. Nelle culture agricole tradizionali questo e' molto meno vero.
A parte questo dettaglio, sono d'accordo con te che la tecnologia non dia la felicita'. Al massimo semplifica la vita (un operaio francese oggi ha un tenore di vita infinitamente migliore di quello che poteva avere il Re Sole). Ma la felicita' e' un'altra cosa.
“LA VITA È COSÌ: VIENI, FAI FAI E POI TE NE VAI” S.B.
Re: tecnologia e felicita'
vado ot perché della ricerca della felicità me ne importa una cippa (penso che la felicità sia uno stato imprevedibile e fugace, quando capita sono contento).alessandro ha scritto:Ci sono paesi, tipo l'Egitto, tecologicamente molto piu' arretrato della Francia, per dire, dove i suicidi sono quasi inesistenti confrontati con quelli Francesi. Eppure l aFrancia ha la migliore sanita' al mondo, ottimi servizi sociali, e' uno dei paesi piu' ricchi e vivibili del mondo.
Pero', probabilmente, in Egitto hanno un modo di vita e di pensiero diverso.
I suicidi in Francia e in Egitto: come facciamo a correlare il diverso tasso di suicidi con il diverso grado di sviluppo tecnologico, quando fra i due paesi ci sono mille altre differenze? La tecnologia favorisce sicuramente i suicidi, ma nel senso più materiale: palazzi più alti di tre piani, ponti sospesi, ampia scelta di sostanze tossiche, automobili, pistole. Ma favorisce anche l'infelicità? Boh. Se dovessi azzardare direi che uno dei fattori predisponenti al suicidio non è essere ricchi in Francia (invece che poveri in Egitto), ma essere poveri in Francia, cioè essere poveri in Francia può essere peggio che essere poveri in Egitto.
Ma ancora più importanti nel determinare il tasso di suicidi sono i fattori deterrenti, che in Francia potrebbero essere più blandi che in Egitto, ma che con la tecnologia c'entrano niente (o almeno, non c'entrano in maniera diretta).
Il primo: la religione. Che in Francia è certamente più in calo che in Egitto. La dannazione eterna è un formidabile deterrente al suicidio.
Secondo: le relazioni familari e sociali. Che in Francia sono certamente più in calo che in Egitto. Le relazioni familiari e sociali oltre a garantire al potenziale suicida un prezioso supporto nei momenti di difficoltà, fungono anche da deterrente (i figli da crescere, il giudizio sociale).
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
- alessandro
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Re: tecnologia e felicita'
per ugly: non sono tanto certo che i contadini fino a meta' '900 , d'inverno oziassero, o avessero il tempo libero di un impiegato moderno.
nei momenti della raccolta, della mietitura, della semina e dell'aratura, nei poderi c'era tanto lavoro da dover prendere anche manodopera esterna.
in inverno, c'erano sempre gli animali da tenere, d apreparare il letame, da aggiustare gli attrezzi o rifare il tetto della casa, la raccolta delle olive in Novembre, tagliare l alegna, spalare la neve, mungere e dare il fieno alle bestie, fare i letti di paglia, l'dea bucolica del contadino con poco da fare, non so quanto sia vera. Pero', ormai le mie radici contadine ( mie e nostre, fino a 3-4 generazioni fa eravamo quasi tutti contadini) le ho perse.
pero' sentivo un professorone che parlava proprio dell'errore nel veder eil "buon selvaggio" quello ceh coltiva 3 mesi l'anno e poi ha la vita libera. ( oggi si guarda al sud del mondo).
per i suicidi, non dico ceh con l'aumentare della tecnologia aumentano i suicidi, ma volevo solo dire che felicita' e sviluppo tecnologico non sono correlati in maniera stringente. come dicevi giustamente, c'e' l acultura, la religione, la famiglia, un certa societa', il sole e la pioggia ( che sembra siano importanti sull'umore).
nei momenti della raccolta, della mietitura, della semina e dell'aratura, nei poderi c'era tanto lavoro da dover prendere anche manodopera esterna.
in inverno, c'erano sempre gli animali da tenere, d apreparare il letame, da aggiustare gli attrezzi o rifare il tetto della casa, la raccolta delle olive in Novembre, tagliare l alegna, spalare la neve, mungere e dare il fieno alle bestie, fare i letti di paglia, l'dea bucolica del contadino con poco da fare, non so quanto sia vera. Pero', ormai le mie radici contadine ( mie e nostre, fino a 3-4 generazioni fa eravamo quasi tutti contadini) le ho perse.
pero' sentivo un professorone che parlava proprio dell'errore nel veder eil "buon selvaggio" quello ceh coltiva 3 mesi l'anno e poi ha la vita libera. ( oggi si guarda al sud del mondo).
per i suicidi, non dico ceh con l'aumentare della tecnologia aumentano i suicidi, ma volevo solo dire che felicita' e sviluppo tecnologico non sono correlati in maniera stringente. come dicevi giustamente, c'e' l acultura, la religione, la famiglia, un certa societa', il sole e la pioggia ( che sembra siano importanti sull'umore).
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Re: tecnologia e felicita'
Felicità
è tenersi per mano andare lontano
la felicità
è il tuo sguardo innocente in mezzo alla gente
la felicità
è restare vicini come bambini la felicità,
felicità
Felicità
è un cuscino di piume, l'acqua del fiume
che passa e che va
è la pioggia che scende dietro le tende
la felicità
è abbassare la luce per fare pace
la felicità,
felicità
Felicità
è un bicchiere di vino con un panino
la felicità
è lasciarti un biglietto dentro al cassetto
la felicità
è cantare a due voci quanto mi piaci
la felicità, felicità
Senti nell'aria c\'è già
la nostra canzone d'amore che va
come un pensiero che sa di felicità
Senti nell'aria c’è già
un raggio di sole più caldo che va
come un sorriso che sa di felicità
Felicità
è una sera a sorpresa la luna accesa
e la radio che va
E' un biglietto d'auguri pieno di cuori
la felicità
è una telefonata non aspettata
la felicità,
felicità
Felicità
è una spiaggia di notte, l’onda che batte
la felicità
è una mano sul cuore piena d’amore
la felicità
è aspettare l’aurora per farlo ancora
la felicità, felicità
Senti nell'aria c\'è già
la nostra canzone d'amore che va
come un pensiero che sa di felicità
Senti nell'aria c’è già
un raggio di sole più caldo che va
come un sorriso che sa di felicità
Senti nell'aria c'è già
la nostra canzone d'amore che va
come un pensiero che sa di felicità
Senti nell'aria c’è già
un raggio di sole più caldo che va
come un sorriso che sa di felicità
"abbassare la luce per fare la pace", "la radio che va" e "una telefonata non aspettata": la tecnologia e la felicità si sfiorano e basta.
Al Bano e Romina a parte, credo che tecnologia e felicità abbiano una correlazione nulla. Vivere bene è una cosa, vivere felici un'altra.
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
(paoolino parafrasando Sciascia)
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- Massimo Carbone
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Re: tecnologia e felicita'
trovo significativo, dal tono delle risposte, che io , che tradizionalmente contro l'idea della felicita' facilitata dalla tecnologia, sia invece, pur con delle avversioni preconcette, piu' di quest'idea della maggioranza di chi ha risposto. Ci pensero' su, e sarei felice di una risposta piu' on topic di backhand e johnny, nonche' degli interventi di lyndon e floyd, se ne avessero voglia. Non solo di loro, ovvio.
Pero' forse qualcuno ha colto soltanto il lato superficiale della parola tecnologia. O scienza. Che puo' essere la differenza tra esser cieco una vita, o vederci, morire di fame e freddo, o avere una vita normale, avere figli o non averli, poter lavorare lontano ma avere il tempo di stare con genitori malati, o non averne, vivere in uno stato sociale europeo, o sotto l'inquisizione, ecc. ecc..
e' significativo come queste cose sembrano a molti non dare la felicita'
c.
Pero' forse qualcuno ha colto soltanto il lato superficiale della parola tecnologia. O scienza. Che puo' essere la differenza tra esser cieco una vita, o vederci, morire di fame e freddo, o avere una vita normale, avere figli o non averli, poter lavorare lontano ma avere il tempo di stare con genitori malati, o non averne, vivere in uno stato sociale europeo, o sotto l'inquisizione, ecc. ecc..
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Re: tecnologia e felicita'
più che Albano e Romina direi che rende bene "Forma e sostanza" dei CSIpaoolino ha scritto:
Al Bano e Romina a parte, credo che tecnologia e felicità abbiano una correlazione nulla. Vivere bene è una cosa, vivere felici un'altra.
FORMA E SOSTANZA
Conosco le abitudini so i prezzi
E non voglio comperare né essere comprato
Attratto fortemente attratto
Civilizzato sì civilizzato
Comodo ma come dire poca soddisfazione
Comodo ma come dire poca soddisfazione
Soddisfazione Signore
Conosco le abitudini so i prezzi
E non voglio comperare né essere comprato
Attratto fortemente attratto
Civilizzato sì civilizzato
Uno sguardo più puro sul mondo che la civiltà è ora, pagando
Decidi: cosa come quando
Comodo ma come dire poca soddisfazione
Comodo ma come dire poca soddisfazione
Soddisfazione Signore
Voglio ciò che mi spetta lo voglio perché mio m’aspetta
Voglio ciò che mi spetta lo voglio perché mio m’aspetta
Ventiquattromilapensierialsecondofluisconoinarrestabili
Alimentando voglie e necessità
Voglio ciò che mi spetta lo voglio perché mio m’aspetta
Voglio ciò che mi spetta lo voglio perché mio m’aspetta
"comodo ma come dire poca soddisfazione". Un po' quello il segreto.
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- FooLminato
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- Iscritto il: mer dic 17, 2008 5:30 pm
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Re: tecnologia e felicita'
sì Nick, credo che la scienza aumenti senz'altro le possibilità di avere momenti felici, magari più fugaci come dice Rosewall, magari più duraturi nel caso di un figlio in vitro a Barcellona.Nickognito ha scritto:Pero' forse qualcuno ha colto soltanto il lato superficiale della parola tecnologia. O scienza. Che puo' essere la differenza tra esser cieco una vita, o vederci, morire di fame e freddo, o avere una vita normale, avere figli o non averli, poter lavorare lontano ma avere il tempo di stare con genitori malati, o non averne, vivere in uno stato sociale europeo, o sotto l'inquisizione, ecc. ecc..
e' significativo come queste cose sembrano a molti non dare la felicita'
Anche l'utilizzo dei forum su internet dà delle concrete opportunità di felicità maggiori rispetto al bar o al circolo sotto casa
Re: tecnologia e felicita'
Il mio problema è questa parolina infida, concetto e stato sfuggente come nota Rosewall, felicità.
Non sono mai riuscito ad inquadrarla; mi ricordo di averci pensato abbastanza ai purtroppo lontani tempi del Liceo, che ora rivedo spensierati, ma che non so poi quanto lo fossero, davvero.
Collego quel periodo e quelle riflessioni alla lettura (abbastanza banalmente) di Leopardi.
Ma niente, continua a sfuggirmi il significato della parola.
Da allora a volte, ho pensato: "ecco, in questo momento posso dirmi felice". Momenti poi legati a soddisfazioni o sentimenti di "basso livello", niente di spettacoloso
A volte, o spesso, collego la felicità alla malinconia. O almeno a volte mi sento felice quando malinconico.
A volte, invece, credo che la felicità sia uno stato d'animo che per coglierla condizione (necessaria?) sia una ampia apertura d'animo, una certa spensieratezza, una predisposizione a goderci i momenti.
Troppo spesso trovo che non riesco magari a goder appieno di alcuni bei (potenzialmente felici?) momenti, perchè c'è sempre qualche preoccupazione quotidiana, contingente, che distoglie la mente e l'animo dall'assporare quella che poi è la vita,
La tecnologia, un'altra volta .. Anche se anche qui non capisco bene a che ci si riferisca.
Non sono mai riuscito ad inquadrarla; mi ricordo di averci pensato abbastanza ai purtroppo lontani tempi del Liceo, che ora rivedo spensierati, ma che non so poi quanto lo fossero, davvero.
Collego quel periodo e quelle riflessioni alla lettura (abbastanza banalmente) di Leopardi.
Ma niente, continua a sfuggirmi il significato della parola.
Da allora a volte, ho pensato: "ecco, in questo momento posso dirmi felice". Momenti poi legati a soddisfazioni o sentimenti di "basso livello", niente di spettacoloso
A volte, o spesso, collego la felicità alla malinconia. O almeno a volte mi sento felice quando malinconico.
A volte, invece, credo che la felicità sia uno stato d'animo che per coglierla condizione (necessaria?) sia una ampia apertura d'animo, una certa spensieratezza, una predisposizione a goderci i momenti.
Troppo spesso trovo che non riesco magari a goder appieno di alcuni bei (potenzialmente felici?) momenti, perchè c'è sempre qualche preoccupazione quotidiana, contingente, che distoglie la mente e l'animo dall'assporare quella che poi è la vita,
La tecnologia, un'altra volta .. Anche se anche qui non capisco bene a che ci si riferisca.
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Re: tecnologia e felicita'
Quale sarebbe l'OT nel mio intervento?Nickognito ha scritto:trovo significativo, dal tono delle risposte, che io , che tradizionalmente contro l'idea della felicita' facilitata dalla tecnologia, sia invece, pur con delle avversioni preconcette, piu' di quest'idea della maggioranza di chi ha risposto. Ci pensero' su, e sarei felice di una risposta piu' on topic di backhand e johnny,
F.F.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: tecnologia e felicita'
C'è anche da domandarsi se l'obiettivo umano sia la Felicità come stato permanente, un uomo che quindi dimentichi il concesso stesso di Infelicità, e perda quindi la memoria della stessa, e viva un po', perchè no, come un Felice Imbecille, ,lontano dalla
"Croce della conoscenza" - Stanley Kubrick
"Maledizione dell'Intelligenza" - H. P. Lovecraft (Anche nella firma di Mont Ventoux, altro che in questo topic si vorrebbe intervenisse )
"Intelligenza come svantaggio nel vivere " - Vittorino Andreoli (che nel suo ultimo libro analizza linvece come Banalità e Stupidità siano spesso motori/ragioni del successo e affermazione sociale, dove l'intelligenza, Lusus Naturae, spaventa)
La ricerca dell'ebbrezza, le droghe artificiali, in fin dei conti l'uomo anela da sempre, se non come condizione permanente, ad allontanare da sè l'inevitabilità della sofferenza (non solo fisica) e del male.
Until It Sleeps.
La tecnologia può anche arrivare ad eliminare la Paura del Nulla Finale, che pare vanificare ogni cosa, da 16 Slam ad una vittoria a Lione nel 1989 .
A' Livella, la famosa parificazione consolatrice dei "vinti" e più temuta dai "vincitori".
Drogo, che non ha vissuto, la affronta con epica serenità perchè nulla ha da perdere, anzi,lo libera d auna esasperante attesa.
- E Ozymandias non sarà altro che l'Uomo più Intelligente della cenere
(il Comico, Watchmen)
Difficile anche immaginare un mondo senza morte,ma è possibile.
Lo ha fatto ad esempio Roberto Recchioni nel suo John Doe, quando in un mondo senza Morte molti uomini, stanchi comunque del vivere, si offrono alla magica pistola di una giustiziera in grado di dare la ormai dimenticata "vera morte".
Avrebbe davvero senso una vita senza morte, e, per dire, una Felicità Eterna senza perceione dell'infelicità?
Primo Levi, che non si poneva in questo passaggio domande sulla Tecnologia moderna, ma solo sull'animo umano in sè, sosteneva questo:
Tutti scoprono, più o meno presto nella loro vita, che la felicità perfetta non è realizzabile, ma pochi si soffermano invece sulla considerazione opposta: che tale è anche una infelicità perfetta. I momenti che si oppongono alla realizzazione di entrambi i due stati-limite sono della stessa natura: conseguono dalla nostra condizione umana, che è nemica di ogni infinito. Vi si oppone la nostra sempre insufficiente conoscenza del futuro; e questo si chiama, in un caso, speranza, e nell'altro, incertezza del domani. Vi si oppone la sicurezza della morte, che impone un limite a ogni gioia, ma anche a ogni dolore. Vi si oppongono le inevitabili cure materiali, che, come inquinano ogni felicità duratura, così distolgono assiduamente la nostra attenzione dalla sventura che ci sovrasta, e ne rendono frammentaria, e perciò sostenibile, la consapevolezza.
F.F.
"Croce della conoscenza" - Stanley Kubrick
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"Intelligenza come svantaggio nel vivere " - Vittorino Andreoli (che nel suo ultimo libro analizza linvece come Banalità e Stupidità siano spesso motori/ragioni del successo e affermazione sociale, dove l'intelligenza, Lusus Naturae, spaventa)
La ricerca dell'ebbrezza, le droghe artificiali, in fin dei conti l'uomo anela da sempre, se non come condizione permanente, ad allontanare da sè l'inevitabilità della sofferenza (non solo fisica) e del male.
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La tecnologia può anche arrivare ad eliminare la Paura del Nulla Finale, che pare vanificare ogni cosa, da 16 Slam ad una vittoria a Lione nel 1989 .
A' Livella, la famosa parificazione consolatrice dei "vinti" e più temuta dai "vincitori".
Drogo, che non ha vissuto, la affronta con epica serenità perchè nulla ha da perdere, anzi,lo libera d auna esasperante attesa.
- E Ozymandias non sarà altro che l'Uomo più Intelligente della cenere
(il Comico, Watchmen)
Difficile anche immaginare un mondo senza morte,ma è possibile.
Lo ha fatto ad esempio Roberto Recchioni nel suo John Doe, quando in un mondo senza Morte molti uomini, stanchi comunque del vivere, si offrono alla magica pistola di una giustiziera in grado di dare la ormai dimenticata "vera morte".
Avrebbe davvero senso una vita senza morte, e, per dire, una Felicità Eterna senza perceione dell'infelicità?
Primo Levi, che non si poneva in questo passaggio domande sulla Tecnologia moderna, ma solo sull'animo umano in sè, sosteneva questo:
Tutti scoprono, più o meno presto nella loro vita, che la felicità perfetta non è realizzabile, ma pochi si soffermano invece sulla considerazione opposta: che tale è anche una infelicità perfetta. I momenti che si oppongono alla realizzazione di entrambi i due stati-limite sono della stessa natura: conseguono dalla nostra condizione umana, che è nemica di ogni infinito. Vi si oppone la nostra sempre insufficiente conoscenza del futuro; e questo si chiama, in un caso, speranza, e nell'altro, incertezza del domani. Vi si oppone la sicurezza della morte, che impone un limite a ogni gioia, ma anche a ogni dolore. Vi si oppongono le inevitabili cure materiali, che, come inquinano ogni felicità duratura, così distolgono assiduamente la nostra attenzione dalla sventura che ci sovrasta, e ne rendono frammentaria, e perciò sostenibile, la consapevolezza.
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Re: tecnologia e felicita'
C'è questo mito (talmente pavido da non potersi nemmeno ergersi a mito, però) dell'uomo perfettamente consapevole e perfettamente infelice perché consapevole. E la felicità quindi una questione per cameriere, per bischeri appagati. L'uomo dotato di intelligenza, di comprensione, vedrebbe le cose non, come il filosofo, con la superiorità dell'uomo sulla placida scogliera mentre osserva le navi nella burrasca, ma col dolore del rifugiato nella tormenta mentre sotto, lontano, nell'orizzonte, le barche placide e lontane dai tumulti della terra, stanno tiepide nella tiepida bonaccia.Johnny Rex ha scritto:"Croce della conoscenza" - Stanley Kubrick
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"Intelligenza come svantaggio nel vivere " - Vittorino Andreoli (che nel suo ultimo libro analizza linvece come Banalità e Stupidità siano spesso motori/ragioni del successo e affermazione sociale, dove l'intelligenza, Lusus Naturae, spaventa)
La vita insomma vista come un'avventura che solo l'uomo impreparato può affrontare col piglio franco del cavaliere medievale che guarda col sorriso la morte (venendocosì sconfitto come Chisciotte col Cavaliere dalla Verde Figura, o come Alfredo), mentre l'uomo scafato, l'uomo che percepisce la complessità, le interazioni, la pena, il dolore, la sconfitta inesorabile, è l'uomo completo.
E' un atteggiamento questo d'un romanticismo maligno, anemico, debole, fiacco come la tetta d'una vecchia e altrettanto fertile; e allo stesso tempo volgare, con la volgarità del ragazzetto che davanti alla spontanea vivacità del bambino, si sente in dovere di romperla e sminuirla, perché lui è "maturo". E' l'atteggiamento non meno sciocco di quello delle ragazze buddizzanti che al colloquio di lavoro, alla domanda "quali sono i tuoi difetti?" rispondono "sono troppo precisa": c'è tutta quella adolescente vanità e quella sconcertante pochezza nell'adesione al vero.
Tutto questo per un motivo: l'elevazione dell'intelligenza a parametro fondamentale per descrivere l'uomo. Non contano temperanza, prudenza, giustizia e fortezza, le virtù, conta l'intelligenza: che essendo però dono non dovrebbe essere tenuta come motivo di farsi belli, o come sistema di valore. Ma l'intuizione latente che questa rimanga un dono, ha controbilanciato il dono, quasi per pudore, come una "maledizione": "è una grazia, ma ne farei a meno".
Grandi uomini sono stati tormentati. Uomini più grandi di loro, sono stati felici, d'una felicità gioiosa e consapevole e sorprendente.
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Re: tecnologia e felicita'
be, scusate, davo per scontato che ogni uomo cerchi la felicita' direi che allora un topic sulla felicita' sarebbe prima opportuno
Io piu' o meno sono epicureo, non ho molto di diverso da dire ...
c.
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Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: tecnologia e felicita'
Buone osservazioni, pertanto.Gios ha scritto:C'è questo mito (talmente pavido da non potersi nemmeno ergersi a mito, però) dell'uomo perfettamente consapevole e perfettamente infelice perché consapevole. E la felicità quindi una questione per cameriere, per bischeri appagati. L'uomo dotato di intelligenza, di comprensione, vedrebbe le cose non, come il filosofo, con la superiorità dell'uomo sulla placida scogliera mentre osserva le navi nella burrasca, ma col dolore del rifugiato nella tormenta mentre sotto, lontano, nell'orizzonte, le barche placide e lontane dai tumulti della terra, stanno tiepide nella tiepida bonaccia.Johnny Rex ha scritto:"Croce della conoscenza" - Stanley Kubrick
"Maledizione dell'Intelligenza" - H. P. Lovecraft (Anche nella firma di Mont Ventoux, altro che in questo topic si vorrebbe intervenisse )
"Intelligenza come svantaggio nel vivere " - Vittorino Andreoli (che nel suo ultimo libro analizza linvece come Banalità e Stupidità siano spesso motori/ragioni del successo e affermazione sociale, dove l'intelligenza, Lusus Naturae, spaventa)
La vita insomma vista come un'avventura che solo l'uomo impreparato può affrontare col piglio franco del cavaliere medievale che guarda col sorriso la morte (venendocosì sconfitto come Chisciotte col Cavaliere dalla Verde Figura, o come Alfredo), mentre l'uomo scafato, l'uomo che percepisce la complessità, le interazioni, la pena, il dolore, la sconfitta inesorabile, è l'uomo completo.
E' un atteggiamento questo d'un romanticismo maligno, anemico, debole, fiacco come la tetta d'una vecchia e altrettanto fertile; e allo stesso tempo volgare, con la volgarità del ragazzetto che davanti alla spontanea vivacità del bambino, si sente in dovere di romperla e sminuirla, perché lui è "maturo". E' l'atteggiamento non meno sciocco di quello delle ragazze buddizzanti che al colloquio di lavoro, alla domanda "quali sono i tuoi difetti?" rispondono "sono troppo precisa": c'è tutta quella adolescente vanità e quella sconcertante pochezza nell'adesione al vero.
Tutto questo per un motivo: l'elevazione dell'intelligenza a parametro fondamentale per descrivere l'uomo. Non contano temperanza, prudenza, giustizia e fortezza, le virtù, conta l'intelligenza: che essendo però dono non dovrebbe essere tenuta come motivo di farsi belli, o come sistema di valore. Ma l'intuizione latente che questa rimanga un dono, ha controbilanciato il dono, quasi per pudore, come una "maledizione": "è una grazia, ma ne farei a meno".
Grandi uomini sono stati tormentati. Uomini più grandi di loro, sono stati felici, d'una felicità gioiosa e consapevole e sorprendente.
Ignori però che nessuno dei sopra riportanti, nelle sue analisi, qualifica l'Intelligenza come un "qualcosa di superiore".
Anzi, beffardamente, l'Intelligenza come un Minus Quam,un vizio anzichè una virtù.
Va anche detto che è il termine stesso a non essere chiaro, od usato chiaramente.
L'Intelligenza Manuale non è ne può essere considerata meno di una che non lo è.
Una elucubrazione posso portarla avanti senza ajuti.
Una gomma forata da cambiare su una strada solitaria ed innevata debbo saperla cambiare, o rimarrò lì a congelare finchè passerà un altro che lo sappia almeno fare.
La tecnologia stessa di cui si discorre si basa più sul cambio gomme che sull'elucubrazione.
F.F.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: tecnologia e felicita'
L'ho suggerito quando parla della ragazza buddizzante: o come quelle donne che, quando si fa loro osservare che hanno dei magnifici capelli, dicono "sapessi che pena, lavarli", ma in verità ne sono sofisticatamente devote. Già il fatto di inquinare l'intelligenza (di per sé qualcosa di buono) come un vizio è sintomo di questo atteggiamento.Johnny Rex ha scritto: Anzi, beffardamente, l'Intelligenza come un Minus Quam,un vizio anzichè una virtù.
Intendo perlopiù intelligenza come "capacità di trovare relazioni, tra concetti, idee, situazioni che a prima vista sembrano non averne" (è la definizione, io credo, di Foscolo).
Ultima modifica di Gios il mar nov 09, 2010 10:31 am, modificato 1 volta in totale.
Re: tecnologia e felicita'
Quest'estate nei pressi di un santuario in Liguria ho visto otto ragazzi che giocavano a calcio veramente da cani. Tutti e otto.
Quelli scarsi sono sempre esistiti, ma otto tutti insieme così lontani dalla minima cognizione era impressionante.
Mi chiedo dove andrà a finire l'Italia se su tutti i giardini/cortili c'è scritto "vietato giocare a calcio".
Il mio peggiore post di sempre.
Quelli scarsi sono sempre esistiti, ma otto tutti insieme così lontani dalla minima cognizione era impressionante.
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Re: tecnologia e felicita'
scusa, non sara' una frase geniale, ma se a un colloquio di lavoro, rispondi "il mio piu' grande difetto e' che faccio dei casini pazzeschi perche' non sono precisa"E' l'atteggiamento non meno sciocco di quello delle ragazze buddizzanti che al colloquio di lavoro, alla domanda "quali sono i tuoi difetti?" rispondono "sono troppo precisa"
sarebbe meno buddizzante ma non credo guadagnerebbe dei punti.
piu' stupido e' sentir enelle interviste (anche h apolitici) il peggior difetto e' che e' troppo buono. non sa dire di no.
l'intelligenza non credo che sia poi correlata alla felicita'. cosi' come non credo lo sia la cultura o la tecnologia.
certo, e' meglio avere il frigo con i surgelati e il microonde che morire di fame. meglio aver l apennicillina che crepare per un taglietto.
e' meglio essere ricchi che poveri, con le bollette da pagare e senza un soldo.
pero' in generale, societa' avanzate risultano meno felici di societa' arretrate ( escludiamo quei poveretti che oltre all'arretratezza hanno anche guerre civili o carestie).
il termomentro della felicita' e' impossibile da tenere, per quello ho preso, grossolanamente, il tasso di suicidi. E non c'e' correlazione tra suicidi e tecnologia, tra suicidi e livello culturale ( si ammazzano gli ignoranti e i docenti universitari) così come suicidi e intelligenza ( si ammazza lo stolto come il genio).
forse la felicita' e' inversamente proporzionale con la distanza che ci separe dal nostro desiderio.
un desiderio semplice, strada lineare, ottenimento o ci si va vicino, si e' felici.
tipo: crescere un figlio o piu' figli, senza vederli denutriti e malati. Se ci riesci sei tranquillo.
Comprare un fuoristrada 3000 turbo 4x4, lavori, fai il finanziamento, e sei felice.
capire perche' siamo qui, la morte e la vita, l'assurdita' del quotidiano etc.. allora son cazzì
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Re: tecnologia e felicita'
be, per me e' piu' difficile comprare un fuoristrada che capire perche' siamo quialessandro ha scritto: forse la felicita' e' inversamente proporzionale con la distanza che ci separe dal nostro desiderio.
un desiderio semplice, strada lineare, ottenimento o ci si va vicino, si e' felici.
tipo: crescere un figlio o piu' figli, senza vederli denutriti e malati. Se ci riesci sei tranquillo.
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Re: tecnologia e felicita'
Nickognito ha scritto:be, per me e' piu' difficile comprare un fuoristrada che capire perche' siamo quiComprare un fuoristrada 3000 turbo 4x4, lavori, fai il finanziamento, e sei felice.
capire perche' siamo qui, la morte e la vita, l'assurdita' del quotidiano etc.. allora son cazzì
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Re: tecnologia e felicita'
Secondo me, spostato nel topic "La crisi del calcio giovanile in Italia" guadagnerebbe molta dignità.Albornoz ha scritto:Quest'estate nei pressi di un santuario in Liguria ho visto otto ragazzi che giocavano a calcio veramente da cani. Tutti e otto.
Quelli scarsi sono sempre esistiti, ma otto tutti insieme così lontani dalla minima cognizione era impressionante.
Mi chiedo dove andrà a finire l'Italia se su tutti i giardini/cortili c'è scritto "vietato giocare a calcio".
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"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
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Re: tecnologia e felicita'
Perchè peggiore di sempre?Albornoz ha scritto:Quest'estate nei pressi di un santuario in Liguria ho visto otto ragazzi che giocavano a calcio veramente da cani. Tutti e otto.
Quelli scarsi sono sempre esistiti, ma otto tutti insieme così lontani dalla minima cognizione era impressionante.
Mi chiedo dove andrà a finire l'Italia se su tutti i giardini/cortili c'è scritto "vietato giocare a calcio".
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E pensare che era il primo tuo post, Albornoz, che avevo capito al 100%,
Continuo OT: certo che questa cosa del "vietato giocare a calcio" messo un po' dappertutto è assurda, e fa tristezza .. Ma che razza di adulti siamo (diventati?)?
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Re: tecnologia e felicita'
quando ero piccolo io era normale giocare a calcio sotto i cartelli di vietato giocare al calcio, non so adesso
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Re: tecnologia e felicita'
Quando ero piccolo io, per esempio, al mare, non era permesso giocare tra gli stabilimenti balneari. Però, si giocava lo stesso, e con un po' di ragionevolezza da tutte le parti, si andava avanti. Tra partite, qualche interruzione, e poi partite di nuovo.Nickognito ha scritto:quando ero piccolo io era normale giocare a calcio sotto i cartelli di vietato giocare al calcio, non so adesso
Ora ti mandano direttamente al riformatorio, se lo fai,
EDIT: per rimanere in topic, quelle peiche giornate a giocare, da giugno a settembre, ogni stagione e momento con le sue diverse regole e situazioni per giocare, eran davvero bellie, se non felici.
Nessuna tecnoloiga: nessun gioco elettronico, solo un pallone, magari la fine della stagione estiva, e via,
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Re: tecnologia e felicita'
la tecnologia sono i mezzi per arrivare al mare, e il pronto soccorso vicino se ti fai male, non i giochi elettronici. La luce elettrica, l'acqua corrente, l'igiene . . .
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Re: tecnologia e felicita'
io alle elementari giocavo a calcio in piazza, figurine, giravamo in bici, tornavamo da soli a piedi da scuola, stavano per strada sino all'imbrunire (poi a casa Happy days e cena). ora e' impensabile lasciare bambini delle elementari per strada da soli, tornare da scuola o a spasso sino alle 7 di sera o le 6 d'inverno.
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Re: tecnologia e felicita'
Appunto .. Definisci bene i termini (tu che, sei filosofo, e può, ) della questione.Nickognito ha scritto:la tecnologia sono i mezzi per arrivare al mare, e il pronto soccorso vicino se ti fai male, non i giochi elettronici. La luce elettrica, l'acqua corrente, l'igiene . . .
Comunque, anche vista così la tecnologia, sono tante cose diverse: una cosa sono i mezzi per arrivare al mare, altra l'acqua corrente, altra l'igiene (immagino collegata a vari fattori tra cui l'acqua corrente), etc ...
E ognuna di queste cose ha un impatto diverso, magari anche in direzione opposto, sulla "felicità", o più semplicemente sulla "facilità" e/o comodità di vivere ..
Quindi, disarticolando "tecnologia", alcuni aspetti rendono la vita migliore (?), altri per me proprio no (come per esempio, i mezzi per arrivare al mare, la plastica, la sporcizia, etc).
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Re: tecnologia e felicita'
dico gli aspetti migliori.
anche altri aspetti. Penso sarebbe difficile pensare che uan superstizione dilagante possa davvero diminuire nel mondo in assenza di elettricita'. Ma forse mi sbaglio.
anche altri aspetti. Penso sarebbe difficile pensare che uan superstizione dilagante possa davvero diminuire nel mondo in assenza di elettricita'. Ma forse mi sbaglio.
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Re: tecnologia e felicita'
Non ho capito ..Nickognito ha scritto:dico gli aspetti migliori.
anche altri aspetti. Penso sarebbe difficile pensare che uan superstizione dilagante possa davvero diminuire nel mondo in assenza di elettricita'. Ma forse mi sbaglio.
Dovremmo quindi rifrasare il tutto come: "gli aspetti migliori (?? e quali sono poi? acqua corrente, elettricità ...) della tecnologia rendono la vita più facile, migliore, e forse anche felice"?
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Re: tecnologia e felicita'
no, la civilta' di oggi, frutto della tecnologia. Civilta' con luce elettrica, acqua, igiene, scambio di cultura e culture, vita media allungata, meno malattie, migliore alimentazione. Questa civilta' tecnologica aiuta la felicita'?
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Re: tecnologia e felicita'
Quindi, tutta la civiltà di oggi, tutti i frutti della tecnologia, OK.Nickognito ha scritto:no, la civilta' di oggi, frutto della tecnologia. Civilta' con luce elettrica, acqua, igiene, scambio di cultura e culture, vita media allungata, meno malattie, migliore alimentazione. Questa civilta' tecnologica aiuta la felicita'?
Quindi, Anche giochi elettronici, eh
Ora, manca l'altro concetto, da definire,
Così a occhio: i frutti della tecnologia, nel complesso, rendono certamente la vita più facile, comoda e migliore (per quello che questo può voler dire). Certo, ripeto: ci sono elementi diversi che vanno in direzione opposte, ma nel bilanciamento complessivo credo che i benefici siano decisamente migliori degli svantaggi (in termini di facilità, comodità, e ... "migliorità", ).
Per quanto riguarda la felicità, per quel che posso intuire da quello che sono momenti per me sfuggenti, adotto lo stesso criterio: alcuni frutti della tecnologia (mi?) rendono più felice, altri no.
Il bilanciamento qui è più complesso, e probabilmente, per come sono fatto io, sono più gli svantaggi che i vantaggi della tecnologia per la mia felicità.
Poi, se del caso, spiegherò meglio. Avremo tempo (e modo, grazie alla tecnologia, ) per riparlarne.
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Re: tecnologia e felicita'
interessante
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Re: tecnologia e felicita'
Scienza e tecnologia rendono la vita più comoda, confortevole, la allungano, a volte la straziano.
Sul rendere felici, mah.
Felicità è un concetto astratto.
In un determinato momento posso sicuramente dire di essere soddisfatto, appagato, ma felice?
Eppure c'è quel momento, quell'attimo in cui sembra che al livello del petto si sviluppi qualcosa. Una gioia fulminea, un amore assoluto e totalizzante, verso tutto e verso niente, verso se stesso. Voi lo provate ogni tanto?
In tutto ciò che ruolo può avere la tecnologia? Nessuno, credo. Almeno non direttamente. E non parliamo poi della effimera soddisfazione di avere l'ultimo gingillo tecnologico tra le mani, perché come tutto ciò che è destinato al consumo, dona brevi momenti di intrattenimento seguiti dalla voglia di procurarsi altri beni di consumo.
Per quel che ho capito il massimo che possiamo aspirare è una vita ignara del suo fine e della sua fine.
Sul rendere felici, mah.
Felicità è un concetto astratto.
In un determinato momento posso sicuramente dire di essere soddisfatto, appagato, ma felice?
Eppure c'è quel momento, quell'attimo in cui sembra che al livello del petto si sviluppi qualcosa. Una gioia fulminea, un amore assoluto e totalizzante, verso tutto e verso niente, verso se stesso. Voi lo provate ogni tanto?
In tutto ciò che ruolo può avere la tecnologia? Nessuno, credo. Almeno non direttamente. E non parliamo poi della effimera soddisfazione di avere l'ultimo gingillo tecnologico tra le mani, perché come tutto ciò che è destinato al consumo, dona brevi momenti di intrattenimento seguiti dalla voglia di procurarsi altri beni di consumo.
Per quel che ho capito il massimo che possiamo aspirare è una vita ignara del suo fine e della sua fine.
I.H.M.A.I.W.D.
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Re: tecnologia e felicita'
Due note al volo che son giorni complicati (poi domani o giove torno, nick; è una minaccia sì )tuborovescio ha scritto: Anche l'utilizzo dei forum su internet dà delle concrete opportunità di felicità maggiori rispetto al bar o al circolo sotto casa
Ecco, bravo Vinz: nell'insieme delle 'tecnologie' vanno assolutamente incluse le tecnologie sociali (tecnologie che cambiano le relazioni tra esseri umani).Tanto più nel 2010, insomma.
La correlazione nulla tra tech e felicità di cui parla paolino, non riesco a capirla: puoi argomentare?
Altre domande: la correlazione tra felicità e quantità di denaro invece, ad esempio?
Ecco, dovremmo forse chiederci anche dell'eventuale correlazione tra felicità e quantità di tecnologia?
E parliamo di felicità individuale? O media su una popolazione (che può anche essere l'umanità intera)?
La prima non è necessariamente relativa? E il fattore 'autopercezione', quanto conta? (Molto, pare, secondo certe ricerche)
(Sono confuso, scusate, quasi random thinking, sembro Floyd )
“True terror is to wake up one morning and discover that your high school class is running the country.” (K. Vonnegut)
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Re: tecnologia e felicita'
decisamente ci vorrebbe un topic sulla felicita'. O sui motivi per cui si vive.
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Re: tecnologia e felicita'
Da una parte c'è il benessere, fisico e tangibile, dall'altra la felicità, spirituale e astratta.BackhandWinner ha scritto: La correlazione nulla tra tech e felicità di cui parla paolino, non riesco a capirla: puoi argomentare?
La mia idea è che il progresso scientifico-tecnologico abbia una correlazione positiva con il benessere, però non ritengo che il benessere implichi la felicità e che, quindi, a benessere diffuso (grazie al progresso) corrisponda sicuramente felicità diffusa. Dunque, potrebbe esserci compresenza di tecnologia e felicità ma tra esse - mio modo di vedere - il rapporto è casuale e non causale, tanto che nella società moderna, tecnologica e progredita, la depressione è un male diffuso.
E adesso salterà su qualcuno a dirmi che gli psico-farmaci, figli della scienza e della tecnologia, curano la depressione rendendoci potenzialmente tutti felici (o almeno non infelici). Ma sarebbe vera felicità? O sarebbe una felicità sintetica?
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
(paoolino parafrasando Sciascia)