Allora, pare che in effetti l'opera di Herr Weber sia un po' da rivedere.Albornoz ha scritto:No ma che palle, bastaBackhandWinner ha scritto:L'Etica protestante e lo spirito del Capitalismo, insomma.
E' un interessante vecchio libro che ho letto quattro miliardi di anni fa, credo al ginnasio, su indicazione di mio padre, e che senz'altro meriterà di essere letto, per carità; scorgendolo, ora come ora, sembra piombato sugli scaffali praticamente dal Cenozoico.
Non puoi trattarlo sistematicamente come un fedele tratterebbe un testo sacro, o una divinazione, o un impiegato il suo prontuario, o il sottoscritto la Barney's Version.
Non perché non fosse acuta abbastanza, anzi; è che il buon Max comincia ad avere i suoi annetti, e parlava del mondo sociale a lui contemporaneo il quale cambia rapidamente (molto rapidamente, e sempre più rapidamente, pare), non si discute di fisica fondamentale, qui.
I cambiamenti nella percezione sociale dell'età anagrafica, l'ossessione per il corpo e l'eterna giovinezza ('Back to basics'? ), il processo di infantilizzazione dell'età adulta (e il complementare fenomeno della precocità delle esperienze 'da adulto' nell'infanzia), da cui il neologismo 'Adultescents', sono fenomeni ormai evidenti anche al più miope degli osservatori e in effetti ampiamente discussi in ogni dove.
Essendo particolarmente interessato al tema (forse perché ogni vero interesse teoretico è tale soltanto quando ha una significativa portata esistenziale? ), avevo già segnalato sul tema nel topic 'libri' l'ottimo saggio di Francesco Cataluccio, 'Immaturità'; ora è uscito in Italia l'ultimo saggio di Benjamin Barber:
(questa la versione italica)
Non l'ho letto ma conto di farlo presto. Secondo la recensione letta oggi su 'Il Messaggero' (che per essere una gazzetta di poco conto ha una sezione culturale decente) si tratta un'analisi del mondo 'consumeristico' contemporaneo che rivede l'interpretazione weberiana dello spirito del capitalismo e che considera di importanza fondamentale processi sociali come quelli che ho elencati qui sopra.
Insomma: cosa ci è rimasto delle sette età shakespeariane? Se poco o nulla (particolarmente in difficoltà, pare, the soldier and the justice) perché?
(qui un pensiero al riguardo, dall'emisfero australe)
All the World's a Stage
All the world's a stage,
And all the men and women merely players;
They have their exits and their entrances,
And one man in his time plays many parts,
His acts being seven ages. At first, the infant,
Mewling and puking in the nurse's arms.
Then the whining schoolboy, with his satchel
And shining morning face, creeping like snail
Unwillingly to school. And then the lover,
Sighing like furnace, with a woeful ballad
Made to his mistress' eyebrow. Then a soldier,
Full of strange oaths and bearded like the pard,
Jealous in honor, sudden and quick in quarrel,
Seeking the bubble reputation
Even in the cannon's mouth. And then the justice,
In fair round belly with good capon lined,
With eyes severe and beard of formal cut,
Full of wise saws and modern instances;
And so he plays his part. The sixth age shifts
Into the lean and slippered pantaloon,
With spectacles on nose and pouch on side;
His youthful hose, well saved, a world too wide
For his shrunk shank, and his big manly voice,
Turning again toward childish treble, pipes
And whistles in his sound. Last scene of all,
That ends this strange eventful history,
Is second childishness and mere oblivion,
Sans teeth, sans eyes, sans taste, sans everything.