E' questione anche di velocita' di cambiamento. Nessuno si straccia le vesti all'idea che l'Italia del 2918 sara' molto differente, anche negli abitanti, da quella del 2018. Ma che ad esserlo sara' l'Italia del 2038 a molti puo' legittimamente non far piacere. E non e' un discorso ipotetico. Ho visto un documentario che mostra com'era Malmoe a fine anni 70, quando molti di noi erano gia' nati, e com'e' oggi meno di 40 anni dopo. Citta' operaia piena di svedesi-svedesi allora, oggi citta' con un'enorme popolazione di immigrati di prima, seconda generazione che vivono tra di loro in quartieri chiusi dove pompieri, ambulanze, polizia possono entrare solo con i rinforzi di altra polizia. Si viveva meglio oggi o allora? Perche'? Puo' essere un problema che uno svedese puo' porsi oggi? Certo che le tradizioni degli svedesi nel 1980 non erano quelle degli svedesi ai tempi dei vichinghi. Ma anche cosi', perche' non possono volerle conservare?NK7 ha scritto:E' il concetto di "essere rimpiazzati" che secondo me ha poco senso, su base logica e scientifica prima ancora che numerica. Quello italiano mica è un popolo con connotati etnici unici e chiaramente distinguibili dal resto delle popolazioni mondiali, che vive su un'isola incontaminata sperduta in mezzo all'oceano e viene ora minacciato di sterminio dagli invasori. Siamo già il risultato di migliaia di anni di continui miscugli genetici e contaminazioni di civiltà tra loro diversissime, solo che ce lo scordiamo. Ma mica occorre essere antropologi per capirlo, basta guardare le differenze somatiche tra un sardo e un altoatesino.
Ma poi a prescindere, le civiltà e culture cambiano e muoiono perchè sono fatte di uomini che cambiano e muoiono e come gli uomini conoscono una loro giovinezza, uno splendore, una decadenza e una fine. La civiltà occidentale prima o dopo tramonterà naturalmente come sono tramontate le culture dominanti che l'hanno preceduta, perchè si sarà imposto un modello culturale più adatto all'epoca di riferimento, magari non più con la forza come in passato ma il risultato sarà lo stesso. Un giorno non si festeggerà più il Natale come oggi non celebriamo più i Baccanali o i Saturnalia. Quella di poter cristallizzare l'evoluzione delle culture a un certo periodo, il nostro perchè a noi piace così e abbiamo deciso sia il migliore, è una pia illusione.
Se vuoi davvero preservare una certa cultura l'unica strada è fare più figli ed educarli al rispetto delle tue tradizioni (già, ma quali poi? Già se risali a un paio di generazioni prima della tua troverai che mica la civiltà era la stessa, si parlavano lingue diverse, morale e usi erano diversi) ma anche così non hai chance, nulla ti garantisce che quelli da grandi se ne sbatteranno e abbracceranno una cultura diversa e più moderna o adattata ai nuovi modelli sociali.
Poi comunque il discorso che fai vale sempre in una sola direzione, se gli irlandesi decidessero di emigrare in massa in Arabia Saudita dove piove meno e c'e' piu' petrolio, portando i loro usi costumi e la loro birra, i sauditi, che tra l'altro sono pochissimi per un paese cosi' grande, come la prenderebbero? E non si puo' certo dire che l'Arabia Saudita non migliorerebbe in tutti i sensi importando un milione di irlandesi, visto che i sauditi rappresentano probabilmente la peggiore civilta' oggi presente sulla terra.