Beh ma allora il tuo basket?Nasty ha scritto:Ovvio, sport come il calcio è largamente inferiore, soprattutto a causa dell'incidenza della fortuna.
Diamo i numeri
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Re: Diamo i numeri
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Re: Diamo i numeri
Certo. .. sport notoriamente in mano alla dea bendata.BackhandWinner ha scritto:Beh ma allora il tuo basket?Nasty ha scritto:Ovvio, sport come il calcio è largamente inferiore, soprattutto a causa dell'incidenza della fortuna.
È in mano a superdotati, quello senza dubbio.
Siamo tutti testimoni "Perchè ti chiamano Pilone?"
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Re: Diamo i numeri
qualcuno preferisce le dee, meglio se bendate. Altri i superdotati. Different strokes for different folks.Nasty ha scritto:
Certo. .. sport notoriamente in mano alla dea bendata.
È in mano a superdotati, quello senza dubbio.
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Re: Diamo i numeri
Il mondo non va a picco, è solo complesso
L’ultimo libro del grande statistico Hans Rosling, “Factfulness”, a suon di numeri smonta uno per uno tutti i luoghi comuni sulle disastrose condizioni in cui viviamo
E’ morto poco più di un anno fa, Hans Rosling: medico, accademico e statistico svedese. Da poco è uscita per Rizzoli la traduzione italiana del suo ultimo libro, “Factfulness”, quasi nessuno sembra essersene accorto, a parte la Fondazione Ottimisti&razionali. Ma se si scorrono le pagine del libro, la ragione dell’ostinato silenzio è evidente. A suon di numeri infatti Rosling smonta uno per uno tutti i luoghi comuni sulle disastrose condizioni del mondo.
Il divario fra paesi ricchi e paesi poveri aumenta sempre più? Falso: oggi la maggior parte dell’umanità – 5 miliardi su 7 – vive in stati che si collocano nella fascia media dei redditi, mentre solo un miliardo sta nell’estremo inferiore, e un altro in quello superiore.
E la tendenza globale, da mezzo secolo in qua, è di costante spostamento verso l’alto. Sarà, ma comunque i più poveri aumentano… Falso: la percentuale di chi vive in povertà estrema – meno di due dollari al giorno – era del 50 per cento dell’umanità nel 1966, del 29 per cento vent’anni fa; oggi è il 9 per cento.
Oggi il 90 per cento delle bambine, al livello mondiale, riceve un’istruzione primaria, contro il 92 per cento del maschi: esiste ancora un divario, ma negli ultimi vent’anni si è quasi annullato. E così via.
Certo, non viviamo nel mondo perfetto. Nel 2016 i bimbi morti nel primo anno di vita sono stati 4,2 milioni. Un dato terribile. Ma – osserva Rosling – “non lasciate mai e poi mai un numero da solo. Se ve ne offrono uno, chiedetene sempre almeno un altro con cui confrontarlo”. Scoprirete così che nel 2015 i piccoli morti erano stati 4,4 milioni, 4,5 nel 2014. Nel 1950 il dato era 14,4. Uno degli errori che facciamo, prosegue, è contrapporre “grave” e “migliore”. Invece i due termini non si escludono: una situazione può essere ancora grave, e tuttavia migliore che in passato. Si tratta di un punto cruciale. Perché “quando le persone credono erroneamente che nulla stia migliorando, possono concludere che gli accorgimenti adottati finora non funzionano, perdendo così la fiducia in misure che in realtà sono efficaci”. Così finiamo per perdere le speranze o per invocare rivoluzioni, quando si tratta di proseguire sulla strada intrapresa.
Particolarmente istruttiva la riflessione dedicata all’aumento della popolazione. Tutti sanno infatti che gli abitanti del pianeta negli ultimi quarant’anni sono raddoppiati, da 3,5 a 7 miliardi, e che nel 2100 arriveranno a 11. Pochi, pochissimi sanno però che a quel punto la popolazione – lo dice l’Onu – si stabilizzerà. Perché? Perché il numero di figli per donna a livello mondiale è stato, nel 2017, di 2,5, ed è in calo costante in quasi tutti i paesi. L’aumento della popolazione che ci attende dipende dunque dall’aumento del tasso di sopravvivenza di chi è venuto al mondo negli ultimi decenni, e non a una crescita inarrestabile delle nascite. E a che cosa si deve invece la contrazione di queste ultime? C’è una correlazione strettissima fra diminuzione del tasso di natalità, aumento del reddito, diffusione dell’assistenza sanitaria di base, crescita della scolarizzazione femminile. Solo nei paesi in cui la mortalità infantile è ancora alta e le prospettive di istruzione basse si continuano a fare tanti figli. Altrove, tutti – a prescindere, altro dato controintuitivo e interessante, da cultura e religione – preferiscono fare pochi figli e darsi da fare per assicurare loro una carriera scolastica
Contro l’istinto della negatività
Se questa è la realtà, perché è così poco nota? Perché tutti i gruppi a cui Rosling somministra il proprio questionario sui dati dello sviluppo mondiale, compresi i dirigenti delle maggiori banche e imprese del pianeta, credono che le cose vadano molto peggio di come stanno in realtà? Non diamo la colpa – afferma Rosling – alla cattiveria dei giornalisti o a loschi interessi politici. Semplicemente, tutti sottostiamo ad alcuni istinti base dell’umanità, come l’istinto della negatività, fa più notizia un aereo caduto di 40 milioni che arrivano a destinazione. Nella prospettiva singola, è più semplice immaginare una sola causa di tutti i mali, e l’accusa: scopriamo il colpevole e risolveremo il problema. Il fatto è che la realtà è complessa, e per comprenderla bisogna avere la pazienza di indagarla a fondo. “Non c’è un unico elemento – non il Pil pro capite, non la mortalità infantile, non la libertà individuale e neppure la democrazia – il cui miglioramento garantisca quello di tutti gli altri. Il mondo non si può capire senza numeri né soltanto con i numeri. Un paese non può funzionare senza governo, ma il governo non può risolvere ogni problema. La risposta non è sempre il settore pubblico o sempre il settore privato. Non è o… o. E’ sia… sia e caso per caso”. Per cui “siate umili riguardo alla vastità delle vostre competenze. Siate curiosi verso le nuove informazioni discordanti. Anziché parlare solo con persone che concordano con voi, confrontatevi con individui che vi contraddicono, considerandoli una risorsa per capire il mondo”. Un’eredità scomoda e preziosa, la lezione di Hans Rosling.
(Stefano Persico Il foglio)
L’ultimo libro del grande statistico Hans Rosling, “Factfulness”, a suon di numeri smonta uno per uno tutti i luoghi comuni sulle disastrose condizioni in cui viviamo
E’ morto poco più di un anno fa, Hans Rosling: medico, accademico e statistico svedese. Da poco è uscita per Rizzoli la traduzione italiana del suo ultimo libro, “Factfulness”, quasi nessuno sembra essersene accorto, a parte la Fondazione Ottimisti&razionali. Ma se si scorrono le pagine del libro, la ragione dell’ostinato silenzio è evidente. A suon di numeri infatti Rosling smonta uno per uno tutti i luoghi comuni sulle disastrose condizioni del mondo.
Il divario fra paesi ricchi e paesi poveri aumenta sempre più? Falso: oggi la maggior parte dell’umanità – 5 miliardi su 7 – vive in stati che si collocano nella fascia media dei redditi, mentre solo un miliardo sta nell’estremo inferiore, e un altro in quello superiore.
E la tendenza globale, da mezzo secolo in qua, è di costante spostamento verso l’alto. Sarà, ma comunque i più poveri aumentano… Falso: la percentuale di chi vive in povertà estrema – meno di due dollari al giorno – era del 50 per cento dell’umanità nel 1966, del 29 per cento vent’anni fa; oggi è il 9 per cento.
Oggi il 90 per cento delle bambine, al livello mondiale, riceve un’istruzione primaria, contro il 92 per cento del maschi: esiste ancora un divario, ma negli ultimi vent’anni si è quasi annullato. E così via.
Certo, non viviamo nel mondo perfetto. Nel 2016 i bimbi morti nel primo anno di vita sono stati 4,2 milioni. Un dato terribile. Ma – osserva Rosling – “non lasciate mai e poi mai un numero da solo. Se ve ne offrono uno, chiedetene sempre almeno un altro con cui confrontarlo”. Scoprirete così che nel 2015 i piccoli morti erano stati 4,4 milioni, 4,5 nel 2014. Nel 1950 il dato era 14,4. Uno degli errori che facciamo, prosegue, è contrapporre “grave” e “migliore”. Invece i due termini non si escludono: una situazione può essere ancora grave, e tuttavia migliore che in passato. Si tratta di un punto cruciale. Perché “quando le persone credono erroneamente che nulla stia migliorando, possono concludere che gli accorgimenti adottati finora non funzionano, perdendo così la fiducia in misure che in realtà sono efficaci”. Così finiamo per perdere le speranze o per invocare rivoluzioni, quando si tratta di proseguire sulla strada intrapresa.
Particolarmente istruttiva la riflessione dedicata all’aumento della popolazione. Tutti sanno infatti che gli abitanti del pianeta negli ultimi quarant’anni sono raddoppiati, da 3,5 a 7 miliardi, e che nel 2100 arriveranno a 11. Pochi, pochissimi sanno però che a quel punto la popolazione – lo dice l’Onu – si stabilizzerà. Perché? Perché il numero di figli per donna a livello mondiale è stato, nel 2017, di 2,5, ed è in calo costante in quasi tutti i paesi. L’aumento della popolazione che ci attende dipende dunque dall’aumento del tasso di sopravvivenza di chi è venuto al mondo negli ultimi decenni, e non a una crescita inarrestabile delle nascite. E a che cosa si deve invece la contrazione di queste ultime? C’è una correlazione strettissima fra diminuzione del tasso di natalità, aumento del reddito, diffusione dell’assistenza sanitaria di base, crescita della scolarizzazione femminile. Solo nei paesi in cui la mortalità infantile è ancora alta e le prospettive di istruzione basse si continuano a fare tanti figli. Altrove, tutti – a prescindere, altro dato controintuitivo e interessante, da cultura e religione – preferiscono fare pochi figli e darsi da fare per assicurare loro una carriera scolastica
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Se questa è la realtà, perché è così poco nota? Perché tutti i gruppi a cui Rosling somministra il proprio questionario sui dati dello sviluppo mondiale, compresi i dirigenti delle maggiori banche e imprese del pianeta, credono che le cose vadano molto peggio di come stanno in realtà? Non diamo la colpa – afferma Rosling – alla cattiveria dei giornalisti o a loschi interessi politici. Semplicemente, tutti sottostiamo ad alcuni istinti base dell’umanità, come l’istinto della negatività, fa più notizia un aereo caduto di 40 milioni che arrivano a destinazione. Nella prospettiva singola, è più semplice immaginare una sola causa di tutti i mali, e l’accusa: scopriamo il colpevole e risolveremo il problema. Il fatto è che la realtà è complessa, e per comprenderla bisogna avere la pazienza di indagarla a fondo. “Non c’è un unico elemento – non il Pil pro capite, non la mortalità infantile, non la libertà individuale e neppure la democrazia – il cui miglioramento garantisca quello di tutti gli altri. Il mondo non si può capire senza numeri né soltanto con i numeri. Un paese non può funzionare senza governo, ma il governo non può risolvere ogni problema. La risposta non è sempre il settore pubblico o sempre il settore privato. Non è o… o. E’ sia… sia e caso per caso”. Per cui “siate umili riguardo alla vastità delle vostre competenze. Siate curiosi verso le nuove informazioni discordanti. Anziché parlare solo con persone che concordano con voi, confrontatevi con individui che vi contraddicono, considerandoli una risorsa per capire il mondo”. Un’eredità scomoda e preziosa, la lezione di Hans Rosling.
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"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
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Re: Diamo i numeri
Si, ma il problema che di solito si sottolinea e' l'aumento del divario tra i piu' ricchi e il resto della popolazione, non l'aumento dei piu' poveri e tantomeno della differenza tra paesi ricchi e paesi poveri.
Se poi esistono dati che mostrano come il nostro modo di vita e' provato essere ecologicamente sostenibile nei prossimi 300 anni, che mostrano come la distanza tra i piu' ricchi del mondo e la classe media sia in diminuzione, che mostrano come non esistano rischi di disoccupazione e sicurezza legati allo sviluppo tecnologico, dall'intelligenza artificale, all'ingegneria genetica allo sviluppo militare, eccetera eccetera, allora altro discorso....
Se poi esistono dati che mostrano come il nostro modo di vita e' provato essere ecologicamente sostenibile nei prossimi 300 anni, che mostrano come la distanza tra i piu' ricchi del mondo e la classe media sia in diminuzione, che mostrano come non esistano rischi di disoccupazione e sicurezza legati allo sviluppo tecnologico, dall'intelligenza artificale, all'ingegneria genetica allo sviluppo militare, eccetera eccetera, allora altro discorso....
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Re: Diamo i numeri
Forse se nessuno se n'è accorto, a parte gli "ottimisti razionali" e il "Foglio", è perchè scrive un mucchio di fesserie?paoolino ha scritto:Da poco è uscita per Rizzoli la traduzione italiana del suo ultimo libro, “Factfulness”, quasi nessuno sembra essersene accorto,
(Stefano Persico Il foglio)
Poi su, uno statistico.
Leggerò il libro.
E anche l'articolo che hai postato.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: Diamo i numeri
paoolino ha scritto:Il mondo non va a picco, è solo complesso
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Re: Diamo i numeri
Ma sicuramente per certi aspetti c'e' troppo pessimismo, del resto dipende anche dal paese dove viviamo e dall'essere una generazione cresciuta in anni di folle ottimismo.
Ma il fatto che in una valle di lacrime di dolore e morte qualcosa vada un po' meglio, in un mondo complesso pieno, tra le altre cose che vanno bene, di novita' pericolosissime, in un epoca di cambiamenti cosi' veloci , e' una consolazione relativa.
I cambiamenti che stanno per arrivare saranno cosi' veloci e cosi' epocali (rispetto al passato, almeno) che, siano anche,nella migliore delle ipotesi, prevalentemente positivi, sono comunque terribili. Per me (e per una parte dell'istinto di quasi tutti gli umani ed animali), il cambiamento e' di per se negativo. La stabilita' e' positiva. Ed e' quello il principale problema.
Poi ben venga fornire dati che smentiscono luoghi comuni, quello sempre e comunque, non volevo certo criticare paolino per questo
Ma il fatto che in una valle di lacrime di dolore e morte qualcosa vada un po' meglio, in un mondo complesso pieno, tra le altre cose che vanno bene, di novita' pericolosissime, in un epoca di cambiamenti cosi' veloci , e' una consolazione relativa.
I cambiamenti che stanno per arrivare saranno cosi' veloci e cosi' epocali (rispetto al passato, almeno) che, siano anche,nella migliore delle ipotesi, prevalentemente positivi, sono comunque terribili. Per me (e per una parte dell'istinto di quasi tutti gli umani ed animali), il cambiamento e' di per se negativo. La stabilita' e' positiva. Ed e' quello il principale problema.
Poi ben venga fornire dati che smentiscono luoghi comuni, quello sempre e comunque, non volevo certo criticare paolino per questo
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Re: Diamo i numeri
In effetti, parlare di un mondo che va 'meglio' senza includere la variabile ecologica, la più importante, è spaventosamente superficiale...Nickognito ha scritto:Si, ma il problema che di solito si sottolinea e' l'aumento del divario tra i piu' ricchi e il resto della popolazione, non l'aumento dei piu' poveri e tantomeno della differenza tra paesi ricchi e paesi poveri.
Se poi esistono dati che mostrano come il nostro modo di vita e' provato essere ecologicamente sostenibile nei prossimi 300 anni, che mostrano come la distanza tra i piu' ricchi del mondo e la classe media sia in diminuzione, che mostrano come non esistano rischi di disoccupazione e sicurezza legati allo sviluppo tecnologico, dall'intelligenza artificale, all'ingegneria genetica allo sviluppo militare, eccetera eccetera, allora altro discorso....
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Re: Diamo i numeri
Vabbeh, stiamo parlando di un libro preso in considerazione solo da "Il Foglio" e "ottimisti razionali".BackhandWinner ha scritto: In effetti, parlare di un mondo che va 'meglio' senza includere la variabile ecologica, la più importante, è spaventosamente superficiale...
E da Paolino.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
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Re: Diamo i numeri
per me state tutti sottolineando troppo poco il discorso intelligenza artificiale, dico nel bene e nel male. Staremo ancora diversi anni con piccoli cambiamenti. Poi, a un certo punto, esplodera' tutto. Le AI faranno guerre, lavoreranno, prenderanno decisioni politiche, economiche, e in Europa chi non avra' un sistema evoluto di AI personale sara' considerato come un tipo strano ed antiquato. Magari avremo degli scaglioni, non accadra' tutto subito, ma per me sara' una cosa del tutto improvvisa. Quando, non saprei.
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Re: Diamo i numeri
Beh, se è per questo a me piacciono tutti e tre...PINDARO ha scritto:Vabbeh, stiamo parlando di un libro preso in considerazione solo da "Il Foglio" e "ottimisti razionali".BackhandWinner ha scritto: In effetti, parlare di un mondo che va 'meglio' senza includere la variabile ecologica, la più importante, è spaventosamente superficiale...
E da Paolino.
No, come ha detto giustamente Nick, sfatare miti e leggende con i numeri è sempre opera buona. Però se è parziale e fuorviante la selezione dei fatti rilevanti per avere un quadro 'apocalittico', altrettanto lo è una selezione per avere un quadro panglossiano.
Comunque non conosco il libro citato. Magari si parla anche della questione ecologica, oppure non se ne parla perché è mirato a sfatare alcuni miti ben determinati che riguardano solo i fattori socio-economici. Sarebbe un'astrazione miope, ma questo è un discorso più ampio.
Sul merito: per quando riguarda la distribuzione del reddito, nulla da obiettare. Se non che, purtroppo, a livello politico quello che più conta è la disuguaglianza (e la sua percezione) a livello nazionale piuttosto che quella a livello globale o i livelli di povertà assoluta. Ma ne abbiamo già parlato diverse volte.
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Re: Diamo i numeri
Sì, anche a me in fondo.BackhandWinner ha scritto:.PINDARO ha scritto:Vabbeh, stiamo parlando di un libro preso in considerazione solo da "Il Foglio" e "ottimisti razionali".BackhandWinner ha scritto: In effetti, parlare di un mondo che va 'meglio' senza includere la variabile ecologica, la più importante, è spaventosamente superficiale...
E da Paolino.
Beh, se è per questo a me piacciono tutti e tre...
Il Foglio quando non prende la deriva clericale è un ottimo quotidiano.
Paoolino ha sempre spunti interessanti.
Gli ottimisti razionali non li conosco.
Io sono razionale, ma realista.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
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Re: Diamo i numeri
https://www.ted.com/talks/hans_rosling_ ... ng_machineBackhandWinner ha scritto: In effetti, parlare di un mondo che va 'meglio' senza includere la variabile ecologica, la più importante, è spaventosamente superficiale...
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Re: Diamo i numeri
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: Diamo i numeri
ciao paoooooolino
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Re: Diamo i numeri
io me lo immagino il giornalista
500 tonnellate
allora, moltiplico per 10 e riporto 5
no, moltiplico per 100 e non riporto niente
neanche
vabbè, chi se ne frega, tanto chi vuoi che sappia fare una moltiplicazione per 1000 (sono numeri che fanno girare la testa - cit.)
500 tonnellate
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Re: Diamo i numeri
I miriagrammi, chi cazzo usa i miriagrammi su
I miriagrammi non contano. Ma i quintali sì, accidenti!
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Re: Diamo i numeri
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Re: Diamo i numeri
giornalista esperto di ambiente su skytg24 (tale Marzio Mian)
"se viaggio in aereo produco 285 kg di anidride carbonica per km quadro"
non per km percorso, per km quadro
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Re: Diamo i numeri
subito dopo
"la Boeing ha annunciato che nei prossimi anni gli ordini di aerei caleranno del 110%"
praticamente se oggi producono 1000 aerei, nei prossimi anni ne costruiranno -100, si faranno mandare i pezzi degli aerei già prodotti
"la Boeing ha annunciato che nei prossimi anni gli ordini di aerei caleranno del 110%"
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Re: Diamo i numeri
Ora arriverà Nasty con un off topic di dieci pagine.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
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Re: Diamo i numeri
No, perché mai?Pindaro ha scritto:Ora arriverà Nasty con un off topic di dieci pagine.
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Re: Diamo i numeri
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Re: Diamo i numeri
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Re: Diamo i numeri
https://www.varesenews.it/2020/01/ferno ... li/888142/
Tre biglietti nello stesso blocchetto
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Il possessore del P474347 sarà contentissimo
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luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento
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Re: Diamo i numeri
Nella più buonista delle ipotesi, l'estrattore automatico delle matrici è stato difettoso.
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Re: Diamo i numeri
Selvaggia Lucarelli
Ma se ha così tanti followers deve essere per forza interessante quel che dice.
Ma se ha così tanti followers deve essere per forza interessante quel che dice.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
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Re: Diamo i numeri
Non essere politically uncorrect e sessista, Alga! Ti ricordo che ci sono anche gli omosessuali. Anzi, d'ora in poi non ci chiameremo più eterosessuali e omosessuali, ma umani A e umani B
Tutto verde su tennistalker
Re: Diamo i numeri
Gli ultimi dieci interventi della Lucarelli (eccetto quello circa la Jebreal) verrebbero sottoscritti da alcuni qui.
« Ci vorrebbe un lavoro a parte per star dietro a tutte le balle che si scrivono »
(Albornoz)
el saòn no’l sa gnente, l’inteligente el sa poco, l’ignorante el sa tanto, el mona el sa tuto!
(Albornoz)
el saòn no’l sa gnente, l’inteligente el sa poco, l’ignorante el sa tanto, el mona el sa tuto!
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Re: Diamo i numeri
A me la Lucarelli piace, ma temo di essere influenzato da un servizio fotografico che fece tanti anni fa (mi pare su Max) e che mi è rimasto impresso
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Re: Diamo i numeri
Ne prendo qualcuno dei dieci a caso ( la bacheca è pubblica)gianlu ha scritto:Gli ultimi dieci interventi della Lucarelli (eccetto quello circa la Jebreal) verrebbero sottoscritti da alcuni qui.
C’è una cosa più complessa, più sconfortante, più frustrante dei figli adolescenti che rifiutano l’aiuto dei genitori: i genitori adolescenti che rifiutano l’aiuto dei figli.
Scontrarsi con l’ottusità a tratti tenera a tratti molesta degli anziani è materia da eroi.
Soprattutto a Natale.
Soprattutto senza finire sulla cronaca nazionale.
Dove le ha trovate queste frasi? In un biscotto della fortuna?
Il Natale è l'unica festa che amplifica tutto, come le droghe. I conflitti familiari diventano guerre, le mancanze diventano vuoti giganteschi, la serenità diventa felicità assoluta. Non puoi ignorare niente a Natale. Ed è per questo che non mi sono mai piaciuti ne' il Natale nè le droghe. Perché per chi sente già troppo tutto, sono una condanna.
L'associazione droga/Natale poteva venire in mente solo a lei.
O forse ad un solo altro utente qui sul forum.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Re: Diamo i numeri
ha anche scritto il celebre saggio "Tenetevi il miliardo"
Il problema non è l'acqua che beviamo, è l'acqua che mangiamo.
Re: Diamo i numeri
Io su Twitter ho visto questo. Non sono temi estranei a mymag, e nemmeno ad alcuni di qui circa il modo, il lessico, l'attitudine ecc con cui vengono trattati in stanzaselvaggia.
Un invito a guardare la serie “The loudest voice”.
Un messaggio (ritwittato) di Luca Sofri circa Sanna Marin.
Un messaggio (ritwittato) di Ricky Gervais, più un altro in tema (contro una testata un tempo rivale)
Un invito a considerare strano che tre premi della Lotteria Italia fossero appannaggio dello stesso blocchetto comprato a Ferno, e due messaggi (ritwittati) in tema.
Una considerazione sulla vicenda Rai-Jebreal.
Ironie su Zalone e Leotta.
Un invito a guardare la serie “The loudest voice”.
Un messaggio (ritwittato) di Luca Sofri circa Sanna Marin.
Un messaggio (ritwittato) di Ricky Gervais, più un altro in tema (contro una testata un tempo rivale)
Un invito a considerare strano che tre premi della Lotteria Italia fossero appannaggio dello stesso blocchetto comprato a Ferno, e due messaggi (ritwittati) in tema.
Una considerazione sulla vicenda Rai-Jebreal.
Ironie su Zalone e Leotta.
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(Albornoz)
el saòn no’l sa gnente, l’inteligente el sa poco, l’ignorante el sa tanto, el mona el sa tuto!
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Re: Diamo i numeri
Direi che c'è molto di peggio della Lucarelli. (Non solo per i post anti Salvini chiaramente)
https://m.facebook.com/story.php?story_ ... =712665982
https://m.facebook.com/story.php?story_ ... =712665982
Lo voglio rivedere, Fabio
Re: Diamo i numeri
l'eroe e nume tutelare del thread (ma anche di Diamo i congiuntivi):
luca1977 ha scritto:Io stimo una crescita del debito causa superbonus dello 0,002 percento