Interrompo il mio digiuno. Ne faro' altri, in futuro, per evitare di esprimere la mia opinione piu' del necessario.
Sicuramente qualcuno di voi ha dato anche buone spiegazioni, ma vedo errori di fondo nel vostro ragionamento.
Il primo e' che, su questi bassi numeri (i campioni) la casualita' e' determinante. Non c'e' nessun motivo generale che riguarda la formazione di un tennista per cui Kyrgios e' rimasto un coglione e Federer no. Poteva succedere benissimo che Federer rimanesse tale, e che Safin non rimanesse. Se Safin fosse stato brutto, avrebbe magari vinto 10 majors. Non c'entra nulla nemmeno la gioia di fare lo sport, i sacrifici necessari. Citate gli anni 90, ma gli anni 90 hanno avuto due campioni di livello, uno dei quali e' emerso facendo allenamenti da bambino e una vita da bambino molto molto piu' alienante e peggiore di qualunque juniores di oggi o 10 anni fa.
Un altro, l'errore tipico di sempre: considerare gli anni 80 (o a volte anche i 90 e i 70), come 'la norma'. Dimenticandosi che negli anni 20, 30, 40, per dire, ci sono stati grandi campioni. Perche' e' come lo sono diventati? Per motivi molto diversi, in situazioni molto diverse, senza nessuna norma. Fa veramente ridere l'ipotesi che oggi ci siano meno campioni perche' sia piu' difficile emergere. Forse gli agonisti erano di piu' ai tempi di Cochet? Tralasciamo il fatto che oggi ci gioca a tennis in tutto il mondo, e un tempo in pochi paesi. Ma prima molti giocatori, potenziali campioni, hanno smesso perche' nemmeno venivano ammessi a un club, nemmeno potevano permettersi una racchetta, magari si allenavano anni colpendo la pallina con un bastone finche' qualcuno regalava loro una racchetta. Altro che allenarsi 4 ore. Ci sono finalisti slam passati che chiedevano l'elemosina ai colleghi, dormivano in una branda di ostello, rischiavano la vita, per diventare tennisti. Campioni che guadagnavano cosi' poco che rimanevano anni nel circuito solo per potersi comprare una fattoria e gestirla poi a casa. Campionissimi che si alzavano all'alba ad allenarsi per ore ogni mattina, con qualcunque stagione.
L'ancora piu' tipico errore e' quello di pensare che il numero di campioni sia proporzionale al numero dei praticanti, o di chi ci prova. Quindi se tanta gente abbandona, sara' meno probabile avere campioni. Questo non solo non e' un fatto, e' una ipotesi smentita dai fatti. In tutti i campi, non solo nel tennis. I piu' grandi in una disciplina non emergono affatto dove il numero di chi ci prova e' maggiore.
Le ragioni principali non stanno affatto li'. Certo, oggi un McEnroe avrebbe meno voglia di fare il tennista forse, in America. Ma magari ne avrebbe di piu' in Canada. Ma oggi un McEnroe, con le sue doti, probabilmente diventerebbe un tennista professionista ma non emergerebbe. La sua voglia di diventare n.1 sarebbe senza senso, con le sue qualita' tennistiche e fisiche non avrebbe possibilita', e diventerebbe un pagliaccio esibizionista n.30 del mondo. Gli arbitri non li perdonerebbero nulla e lui sarebbe visto da tutti come un altro giovane fallito. Rosewall magari sarebbe venuto su come Goffin. A Tiafoe magari nemmeno avrebbero permesso di giocare, invece, decenni fa.
Poi ovviamente l'aumento della longevita' (innegabile) fa molta differenza. Come mille altri fattori: su alcuni di essi vi siete soffermati, su altri meno (ad esempio si parla poco di come siano in generale diversi i giovani di oggi, magari con la tecnologia di oggi Pancho Gonzales se ne sarebbe stato a giocare al telefono e su facebook tutto il tempo).
Un'altra cosa che sfugge e' che il tennis e' sempre stato uno sport, passatemi il termine, per fighette. Lo si vede anche da certi discorsi che leggo sulla durezza del tennis di oggi. Un tennista junior di oggi, di qualunque livello, vive in buoni ambienti, gli ambienti dei tornei sono tranquilli, rilassanti, qualche giovane e qualche pensionato a vedere, i ragazzini spesso in giro a non fare nulla o giocare col telefono, dormono in hotel, certo, si devono allenare, ci mancherebbe. Un calciatore, a volte (non medio, certo, ma per esempio a Barcellona) ha regole del tipo 'a 12 anni vivi in comunita', non puoi mai vedere i genitori e lavori e studi tutto il giorno con regole ferree'. Un'eccezione. Uno scacchista si allena piu' di un tennista, ma non all'area aperta scaricando energia, ma davanti a un computer, ore ed ore, sapendo che o arrivi top 30 del mondo o niente stipendio, e devi pagare (molto) un allenatore (bravo) (eppure il n.1 di oggi e' giovane e uno dei migliori di sempre, e ci sono diversi 20enni molto forti). A basket magari ti trovi dei bulli al campetto con anni piu' di te e prendi anche qualche botta, eh... Ma ci avete mai parlato con i quindicenni ai tornei juniores o no? Non sono questi eroi oppressi dal sacrificio descritti su mymag eh. Andate a parlare con uno scacchista juniores e vedrete che vi dira': "non solo mi alleno come un cane tutto il giorno e esco di cervello, ma non vedo una donna che sia una. Quando vai alle Olimpiadi, con pari numero di uomini e donne, e' una festa continua, la percentuale di scacchisti che continuerebbe con solo Olimpiadi sarebbe un piu' 400%
". A tennis gran parte della giornata la passi girellando, bevendo sulla poltrona del club, slinguazzando e palpando la collega, parlando con amici, stando all'aria aperta, parlando con l'amico prendendo in giro i poveracci che in quel momento sono a scuola e poi, si', facendo anche dei sacrifici.
I tennisti di oggi non sono affatto scarsi. I tennisti di oggi sono i piu' completi di sempre, se si esclude la volee. Tutti i giovani sono mediamente forti. Ma giocano quasi tutti allo stesso modo, perche' quello e' il modo piu' probabile per diventare professionisti. Non per diventare campioni. Nishikori mica e' piu' scarso di Krajicek. E' piu' solido tecnicamente ma con livello massimo inferiore, semplicemente perche' oggi si insegna questo tennis (e non per caso, oggi si esagera, come si esagerava con la volee negli anni 60, ma ci sono dei motivi tecnici per cui oggi si insegna diversamente). Poi, qual e' la differenza tra Gonzales, Federer, McEnroe e un giocatore medio? Che i primi tre vogliono diventare n.1, un giocatore medio top100 o top10.
Federer da junior che diceva? Diceva che lui voleva essere il n.1 e pianificava, da bambino, su come diventarlo, a che eta' sarebbe stato top100, top10, ecc. I suoi colleghi che dicevano? 'Voglio diventare un buon professionista". Oggi Federer che dice? "Beh, non so perche' oggi gli allenatori non insegnano la volee, servirebbe, ma buon per me". Servirebbe, ma se ne fa a meno, anche, a certi livelli.
Ma oggi c'e' meno ambizione, nel tennis. Mancano, come sono sempre mancate, le classi piu' disagiate, per questo ambiziose di riscatto. Ma spesso nemmeno lo si vuole, il riscatto. Oggi il bambino tennista non viene cacciato a calci dal club (quasi a morte, come Bahrami, o in modo educato, come Fred Perry). Oggi non c'e' nel tennis ne' il gentleman del tempo, il club di cui far parte, l'alta societa', ne' il lavoratore serio dei sani valori di una volta. Oggi chi si dedica al tennis e' una persona normale, piuttosto benestante, ma di nessuna alta societa', senza nessun fuoco dentro particolare. Un tempo i tennisti uscivano con Charlie Chaplin, uscivano con Bruce Springsteen o Lou Reed. Se un tennista andava in tour, lo facevano venire a prendere dalla Charlize Theron del momento all'aeroporto cosi', come benvenuto, e poi a cena insieme. Oggi al massimo esce con la moglie, un tennista. Un venenne di oggi , quando guardava il tennis a 10 anni, vedeva cosa? Federer e Nadal andare a casa a letto presto dopo un bacio alla ragazzina mediocre del liceo. Ma questo non conta tanto come motivazione che, appunto, serve a poco come selezione (non e' il numero dei partecipanti a influire sul livello dei migliori), ma serve a descrivere il tipo di persona che oggi si dedica a questo sport: cioe' la persona media piuttosto benestante, cioe' la tipica persona senza ambizioni e viziata.
Per esempio: parliamo dei predicatori cristiani: come mai oggi non esce fuori un Thomas Muentzer? Perche' le scuole religiose sono piu' dure, o sono meno? E' semplicemente un mondo diverso. La domanda non ha proprio senso. Poi, qualcuno puo' comunque uscire (come Federer, per dire, tra i tennisti), decidera' il caso.
Ma non e' solo un discorso di motivazione, ma anche tecnico. Le campionesse mancano anche fra le donne, eppure e' lo sport di gran lunga piu' pagato del mondo (il che dimostra l'assurdita' dell'ipotesi della gente che abbandona il tennis perche' non ha successo). Perche' non ci sono campionesse? In parte per caso. Le Williams ci sono perche' (come Agassi, la Graf, molti altri), hanno un padre casualmente fanatico. Ma in parte perche' nella WTA il tennis si e evoluto atleticamente a un certo livello e non oltre tale che, tecnicamente, non esistono giocatrici in grado fisicamente di tenere il ritmo delle sparatutto. Tanto che nemmeno sono in grado di giocare un normale dritto del 2018, in WTA, non ci riescono, in media, fisicamente. Ci si potrebbe provare, ad allenare in questo modo, ma e' un rischio, quindi che si fa? Si crea o la sparatutto o la maratoneta. La prima e' incostante per ovvi motivi tecnici, la seconda per ovvi motivi atletici. La campionessa costante non nasce e, se non nasce, cadono sia le ambizioni sia l'esperienza ad alti livelli, sia la fiducia che ne deriva. Nel maschile non succede. Khachanov puo' trovare il torneo della vita ma prima o poi perde comunque, per adesso. Un Korolev di qualche anno fa non vince una mazza. Un Carreno non vince una mazza. Pero' gli aspetti che contano, tecnicamente, nel gioco, non avvantaggiano i giovani. La tecnica che si insegna ai giovani non e' inferiore, ma meno varia. La maggiore energia non serve, serve piu' il miglior allenamento e l'esperienza e i soldi ottenuti per poi allenarsi ancora meglio. Inoltre oggi ci sono piu' soldi in giro. Tomic ha gia' fatto piu' soldi di Brad Gilbert. Gilbert si studiava tutto alla perfezione, Tomic passa la giornata andando a mignotte. E' abbastanza piu' probabile che succeda. Un Mal Anderson, come dicevo, giocava sperando di comprarsi una piccola fattoria. A 38 anni ancora giocava tornei dello slam. Era andato professionista, aveva vinto un major, 2 del mondo, ma continua a giocare fino a 40 anni per poter avere una vita normale. Tomic ha vinto con gli sponsor su 10 milioni di euro. Ma che vuoi che gliene freghi?
Allo stesso tempo, pero', oggi Tomic ha talento. E oggi il talento non allenato conta meno. Un tempo, sarebbe contato di piu'. E magari Tomic sarebbe diventato top10 e avrebbe fatto finale di slam. E allora magari qualcosa sarebbe scattato dentro di lui. Forse no, forse si'. Mal che vada, avrebbe comunque potuto andare al pub la sera prima della finale e bersi delle birre e ballare.
Questo non accade in altri sport: nel calcio, i giocolieri sono sempre i piu' apprezzati. Il tennis e' ormai piu' per ragionieri. Ma perche' e' cambiato il gioco tecnicamente. Ma tutto questo puo' ricambiare: il giorno che in WTA arrivi una tennista con un buon fisico, alta, mobile, che giochi un dritto ATP in grado di ribattere i colpi di una Sabalenka rimandando di la un dritto forte e profondo con molto spin che sta in campo 9,5 volte su 10, questa diventa n.1 a lungo e con agio. Il giorno che nel maschile arrivi un giocatore alto dal buon servizio, ma mobile, con buoni fondamentali tra cui il rovescio bimane, ma educato al volo e la voglia di essere numero uno, questo lo diventa e domina con agio. Succedera' quando il caso lo permettera', e' meno probabile perche' il profesisonismo non spinge verso il n.1, spinge verso il n. 30
Ma succedera'.
Ma ogni epoca ha le sue particolarita': oggi ci sembra speciale perche' ci focalizziamo solo su alcuni aspetti. Pensiamo agli anni 80: e' normale che si smetta di vincere cosi' da giovani? Borg, in parte Becker, Wilander, McEnroe, Cash era questo normale? E' successo in altri periodi, ma non in quelli di poco precedenti e successivi. E' accaduto per una serie di motivi. In parte di sviluppo del gioco (la preparazione diventa piu' faticosa ed e' piu' difficile trovare la motivazione per farlo). In parte lo stile di vita (i giovani dell'epoca erano piu' ambiziosi, ma amavano molto piu' la bella vita, un tennista passava la vita tra festini con droga, donne e gente famosa, negli anni 70 e 80, spesso). Molti fattori. Per altri fattori era normale che negli anni 30 un top3 del mondo avesse voglia di lasciare quello sport e farne un altro.
Ci sono miriadi di fattori diversi, anche differenti da paese a paese. Non c'e' nessun regola di come il tennis e' sempre stato, tutto e' sempre cambiato.
Altro esempio: come sarebbe stato l'albo d'oro degli ultimi 2 anni senza quei tre:
Probabilmente, direi
AUS 2017 Wawrinka/Dimitrov
RG 2017 Wawrinka/Thiem
WIM 2017 Cilic/Dimitrov
US 2017 Del Potro
Masters 2017 Dimitrov
AUS 2018 Cilic
RG 2018 Thiem
WIM 2018 Del Potro
US 2018 Del Potro
Probabilmente 5 nomi in 9 tornei, non 9, non affatto come il femminile.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)