Gios ha scritto:A margine: non capisco come mai spesso si parli di "serie tv estive" ma anche "letture estive", dove perlopiù l'attributo estivo si ricollega al significato di "disimpegnato". In vacanza uno ha più tempo libero e meno pensieri, verrebbe da credere, mi sembrerebbe più naturale applicarsi a disimpegni più impegnativi.
Non è chiaramente automatico ci mancherebbe, non si vive di punti fermi in questo caso, quindi perché no per le opete più impegnative, stimolanti, non esistono stagioni.
Però
Però ammetto che d'estate storicamente, concettualmente, stacco. Plasmato, plagiato forse dall'esser cresciuto con l'estate operaia italiana media vista come svago, dove si mettono da parte i pensieri.
Mettere da parte i pensieri ad ogni livello magari.
Un'opera impegnata è utilissima quando si hanno pensieri, perché li occupa con forza, ti obbliga a distoglierti da loro, è il più grande alleato quando l'inverno si fa più pesante.
La leggerezza estiva può coinvolgere anche la letteratura più alta, non è obbligatorio ci mancherebbe, ma mi sento di condividere l'eccezione più disimpegnata di questa stagione